Annual #2
L’OCCHIO DI CHI GUARDA
“When stepping into the stream of
consciousness,
don't slip on the rocks.”
Buddha
SOLA
COME UNA NUVOLA
Le
cime dell’Himalaya. Se ci fosse qualcuno qui, sul “tetto del mondo”,
scambierebbe la giovane donna coperta solo da piccole nuvole per
un’allucinazione dovuta alla mancanza di ossigeno. Dai vaghi ricordi umani che
ancora conserva, il panorama che sta osservando dovrebbe mozzare il fiato. Sta
osservando con molta attenzione, cercando di capire perché quel punto del globo
debba essere più interessante. La vibrazione molecolare, generatrice del calore,
è leggermente inferiore rispetto ad altri punti. Ma non può essere solo questo.
La pressione inferiore alla norma, allora ? No, troppo specifico.
Forse
è un insieme di più fattori. Per un istante, cerca di percepire l’ambiente
attorno a sé come farebbe un essere umano. Inizia dalla vista. Sembra essere il
più utilizzato dei cinque sensi. Sa perfettamente come funziona un occhio
umano, ne possiede già due. Elimina gli infrarossi e gli ultravioletti. Non è
cambiato molto.
Forse
dovrebbe diminuire gli altri sensi. Per l’udito è facile, non c’è suono nello
spazio quindi è abituata al silenzio più assoluto. Il gusto è superfluo,
potrebbe distrarla. Va eliminato. Anche l’olfatto è inefficace.
Il
tatto, forse ? Ha sentito descrizioni molto strane riguardo il vento sulla
pelle. Per un attimo adatta le sue percezioni tattili ai livelli umani,
sentendo gelare le ossa. La temperatura interna inizia a calare. Il corpo
simulato smetterà presto di essere funzionale, con questi livelli di
percezione. Potrebbe eliminare il sangue, allora ? Nelle vene inizia a scorrere
plasma ionizzato.
Ma
in questo modo deve cambiare l’intera conformazione molecolare del corpo… non
funziona.
Cos’ha
di speciale questo punto per un essere umano ? Le condizioni ambientali rendono
la sopravvivenza quasi impossibile. Ed ora che ci pensa, pochissimi sono
arrivati fino a lì.
Si guarda le mani. Non sono veramente le sue, lei è nata come una nebulosa. Sono le mani di Carol Faber [1] , a cui in teoria appartiene anche il corpo che sta simulando. Anche gli schemi cerebrali sono in gran parte copiati. Ma gran parte degli schemi è andata persa quando si è fusa con un’altra nebulosa. Si chiede cosa ci faccia su questo pianeta. Ed in questa forma.
Per gli standard umani è stata troppo impegnata per avere tempo di pensarci. Per i suoi standard non è passato che un istante da quando ha preso questa forma per la prima volta. Ora i suoi piedi poggiano sul sottoprodotto di un’altra stella.
Forse un giorno deciderà di prendere la forma di una stella, e di generare dei pianeti…chissà.
Ora ha una forma e una personalità umana, ma i suoi conoscenti non sanno che questa è solo una minima parte. La sua vera mente è un qualcosa di indefinibile, un ineffabile insieme di gas elettrificati distribuiti a rete.
Trova questo approccio minimalista all’universo…stimolante. Da corpo celeste aveva sempre considerato le cose dal punto di vista macroscopico: nebulose, stelle, galassie. Tutte perennemente impegnate in una silenziosa danza eterna.
Ora che cos’è ? La definiscono Protettrice dell’Universo. Ma quale universo sta proteggendo ? Le galassie o i piccoli sassolini abitati sparsi tra le stelle ? Questo piccolo agglomerato di materia eterogenea è un microcosmo che vale quanto l’universo intero. Ogni tanto ricorda che i suoi abitanti hanno vissuto a lungo credendo che non esistesse nient’altro, e non riesce ad immaginarselo. Non riesce ad immaginare come si possa concepire la limitatezza.
La chiamano Nuvola. Osserva i fenomeni atmosferici da cui prende nome. Perché è stata associata a manifestazioni così limitate ? Vuole saperlo, per sapere che cos’è lei veramente. Il corpo simulato si sfalda, passando allo stato gassoso.
Una nuvola bianca si alza in cielo, mescolandosi alle altre.
Questo è più vicino a quello che lei è veramente di quanto possa esserlo un corpo umano. Non solo cinque sensi, ma uno per ogni singola molecola. Lasciarsi trasportare dal vento, come un tempo lo era dalle correnti dello spazio.
Non alto e basso, ma ogni direzione immaginabile. Non dentro e fuori, ma la mescolanza di ogni sua parte.
Si lascia trasportare per ore. Sarebbe tentata di lasciar perdere il suo patetico tentativo di umanità…tornare ad assaporare l’eternità, pur contemplando il microcosmo planetario.
Allarga i suoi sensi. Vuole assaporare tutta questa esistenza. Diventa parte dell’intera biosfera, si fonde per un istante con questo ribollente calderone di organismi e di vita.
Cerca gli umani. Quanto è ridotta la loro influenza sul mondo, quanto è pretestuosa la loro presenza ! Si concentra su un punto a caso. Da vaghi ricordi di umanità lo identifica come un paese del Terzo Mondo. Non pretende di ricordare che cosa significhi, ma gli umani di questo punto casuale sembrano…sembrano…non ricorda il termine, persa nella contemplazione.
Studia i loro corpi, notando differenze con quello che usa di solito. Pur nella loro limitatezza, anche questi infinitesimali frammenti di cosmo si differenziano tra di loro. Ancora un altro universo. Solo quando cerca di analizzarne uno in particolare si accorge di essere fissata. Non realizza immediatamente il perché, poi nota quasi per caso che in questa zona l’H2O non è molto diffusa. La causa sembrerebbe…siccità, sì ecco il termine. Sente un significato quasi morale nelle sue memorie perdute, quasi atavico. Ed un altro ricordo le fa pensare di fare qualcosa.
Ma perché ? Per salvare una parte così piccola di universo da non influire neppure su quella piccola sfera solida ? Svanirà comunque nell’arco di un battito di ciglia cosmico. Quella stessa sfera sparirà, quando lei avrà ancora tempo per decidere se diventare una stella. Anche la stella attorno a cui sta ruotando si spegnerà senza che l’universo versi una sola lacrima.
Però osserva gli occhi di quegli esseri umani, ed improvvisamente non sono più solo strumenti per osservare parte dello spettro elettromagnetico.
Finalmente piove. Deve sacrificare delle molecole per sintetizzare l’H2O, ma non se ne accorgerà neppure. Ora gli occhi hanno un’espressione del tutto diversa. Ed i sorrisi…i sorrisi ! Si era dimenticata cosa significassero. Ed anche lei sorride internamente.
Ritira la sua coscienza. Ha visto abbastanza. La nuvola si alza sempre di più, fino a superare tutte le sue sorelle.
Si concentra in un punto e ritorna ad essere quasi umana. Ritira ancora di più la sua coscienza e spegne la sua mente cosmica.
Il microcosmo continua a vivere, ricolmo di un’infinità di altri simili tesori. E nella sua mente…forse in entrambe…torna la decisione di continuare a rendere possibili simili gioielli nel cosmo.
Recupera la struttura energetica del suo bracciale quantico ed apre un passaggio per la Zona Quantica. Quando vi entra si stupisce ancora della potenza che avverte. E’ l’energia potenziale di tutto l’universo…e le sembra riduttiva.
Si dirige verso l’unica costruzione esistente in quella distesa infinita di giallo. Ad attenderla, un agglomerato di molecole con cui avverte una certa affinità. Si fa chiamare Makkari. Emette vibrazioni meccaniche nell’aria. L’udito si riattiva per interpretarle.
-Dove sei stata ?
-Mi avevi suggerito di esplorare la Terra, suggerendo un luogo in particolare.
-Ah…potevi aspettarmi. Dove sei stata ?
-Un po’ ovunque.
-Avresti dovuto dirmelo, sarei venuto. E’ un posto praticamente nuovo per te…ti sarai sentita sola.
Sorride. E non è solo una contrazione muscolare, un movimento di determinate molecole. Ora ricorda cos’è.
-Sola ? No, non credo. Avevo molte sorelle a farmi compagnia.
IL BISTURI DELL’ANIMA
Ci sono cose che anche gli dei non possono
cambiare. Le promesse sono tra queste. Owen Reece non si è mai considerato un
dio, ma a volte è difficile crederci. Quando si possono riaccendere le stelle a
piacimento, si tende a dimenticare i propri limiti.
Denver, Colorado. Lo spazio si piega per una
frazione di secondo, facendolo apparire dal nulla. Si ferma un attimo a
contemplare la città, ma non come la vedrebbe chiunque altro. Vede le
variazioni di temperatura, ascolta gli impercettibili movimenti della crosta
terrestre, si interessa a ciò che sente nell’aria mentre contempla il
complicato balletto dello smog.
-Era ora che arrivassi.
Solo perdendosi in quella comunione con la
città poteva non accorgersi di non essere solo. Specialmente visto che il suo
interlocutore non è solo una montagna di muscoli difficile da ignorare, ma
emana energie che solo lui può vedere.
-Creel. Non mi aspettavo di trovarti sul
tetto.
-Ho lasciato Mary a chiacchierare con la tua
squinzia.
-Marsha non è…
-Ho pensato di svignarmela finché ero in
tempo.
-Sinceramente neanche io ero ansioso di
venire.
Si guardano in faccia, uno quasi il doppio
dell’altro. Non hanno niente da dirsi, e tornano a guardare la città. Il
silenzio imbarazzante continua per qualche secondo.
-Sei fortunato a non dover volare. Dopo i
casini a New York e in Arizona non è facile prendere un aereo, figurati se hai
una fedina originale come la mia.
-Lo immagino.
Altro silenzio interminabile.
-Che hai fatto ultimamente ?
-Ho combattuto con Capitan Marvel, rapinato
qualche gioielleria…le solite cose. Tu ?
-Ho salvato l’universo.
-Uh. Interessante.
Per quasi un minuto Molecola cerca qualcosa
da dire. All’Uomo Assorbente non potrebbe importare di meno, ma si sta
annoiando.
-Dì un po’, quelle cicatrici in faccia come
te le sei fatte ?
-Mi è esploso un acceleratore atomico in
faccia.
-Wow. Scommetto che fa male.
-Abbastanza.
-Hhmmpf. Non so tu, ma io me le sto veramente
rompendo. Scendiamo.
Mentre scendono le scale, Owen si chiede cosa
penserebbero Quasar e gli altri di questo incontro. Del resto, l’Uomo
Assorbente e sua moglie Titania sono due super-criminali professionisti. Quasi
certamente sono anche ricercati. Ma Marsha ci teneva a incontrare ancora la sua
vecchia amica, persa di vista da quando avevano preso strade diverse. Ne è
passato di tempo, dalle Guerre Segrete…una vita. Ogni tanto ripensa a quello
che è successo e a quanto è stato vicino alla morte. Il ricordo della
distruzione di un’intera galassia per mano dell’Arcano lo fa
rabbrividire…ancora di più quando pensa che di recente ha fatto qualcosa di
molto simile.
Ritorna al presente quando lui e Crusher
Creel entrano nell’appartamento di Marsha Rosemberg (non solo ex supercriminale
col nome di Volcana, ma ex di Molecola).
-Il nanetto che aspettavate è arrivato.
-Crusher… - lo rimprovera la moglie,
facendolo sbuffare.
-Come mai ci hai messo così tanto, Owie ?
-Mi sono fermato un attimo a parlare con
Creel. Voi vi siete divertite ?
-Oh, sì. Anche se più mi racconta com’è la
vita da supercriminale, più mi convinco di non essere più Volcana. Hhhmm,
questo caffè è freddo.
La mano sinistra si trasforma in quella che
sembra lava, ma che è plasma a temperature altissime. Deve allontanarla al più
presto dal caffè per non farlo evaporare. Molecola la guarda con sorpresa, e
lei mostra sorridendo la mano infuocata.
-Beh…quasi.
-Adesso te la fai con i pezzi da novanta, eh
?
Titania gli da una leggera pacca sulle
spalle, facendolo quasi cadere a terra. Non gli piacciono queste persone, gli
ricordano i bulli che l’hanno sempre preso di mira. Se potesse li
disintegrerebbe seduta stante…ed in realtà potrebbe farlo con il più casuale
dei pensieri. Ma non è questo che vuole. Si concentra su se stesso e nota un
aumento di adrenalina, deve trasformarne un po’ in sostanze meno pericolose.
Non certo per lui, quanto per gli altri.
Quando aumenta le sue percezioni a livello
molecolare è come se il tempo si fermasse, regolato da un orologio di un tipo
totalmente differente. Avverte delle energie molto particolari attorno a sé. La
sua quasi oscura quella degli altri, ma è abituato a non considerarla. Le
energie magiche che permeano il corpo dell’Uomo Assorbente sono mutevoli ed
incomprensibili. Le energie biochimiche di Titania e Volcana gli sono molto più
familiari, anche se aliene.
Si ferma un altro miliardesimo di secondo ad
analizzarle. Le due energie non sono mai state esattamente uguali, ma simili.
Ora in Titania avverte uno squilibrio molto forte. E’ troppo curioso per non
analizzare la situazione, in fondo una volta era uno scienziato. Quando scopre
di cosa si tratta è così shockato da ritornare al mondo normale, dove sta
ancora cadendo dopo la pacca di Titania. Si ferma e si rialza con difficoltà,
pallido in volto.
-Che hai, microbo ? Non era così forte !
-Io…l’ho scoperto per caso…
-Di che stai parlando, Owie ?
-Non so come dirlo.…analizzavo la sua
struttura organica e mi sono accorto che qualcosa non quadrava nei polmoni…
-Cosa stavi analizzando, mingherlino ? Stai
parlando di mia moglie !!
-L’ho visto per caso, te l’assicuro !
-Cosa hai visto ?
-Un tumore. Non sono un medico, ma credo sia
maligno.
-E’…uno scherzo, vero ?
-Mi…dispiace.
-Ti dispiace ? Ti dispiace !?
Titania afferra Molecola con una mano e lo
solleva da terra. Molecola non ha mai visto nessuno così rabbioso.
-Mi stai prendendo in giro ?
-N-no ! Sono serio…è quello che ho visto !
Sta anche influendo sulla tua chimica interna…avrai notato dei cali nei tuoi
poteri…
-S-sì, avevo notato che la mia forza era un
po’ diminuita…ma non avrei mai pensato che…
Creel lo afferra per il collo, da dietro, e
lo solleva ancora di più, stringendo leggermente. Un lampo di coscienza mostra
a Molecola il maggior squilibrio fisiologico che abbia mai visto.
-Adesso glielo devi togliere, capito !?
-Non…non posso !
-Balle ! Ti ho visto sollevare una montagna,
riaccendere le stelle, mettere k.o Hulk !
-Ma non sono un medico ! Anche se adesso
posso manipolare anche le molecole organiche, non saprei che fargli fare !
-Almeno fai qualcosa !
-Mi dispiace, ma io non…
Guarda Crusher Creel con occhi diversi,
questa volta. Riconosce l’espressione che vede sotto la rabbia. E’ quella di
chi si sente impotente contro qualcosa più grande di lui…quante volte si è
sentito così ? Dietro la sua aggressività, Titania trattiene a stento le
lacrime. E Marsha lo sta guardando piena di speranza.
Owen chiude gli occhi e spezza la presa di
Creel con una facilità impressionante per la sua stazza. Poi scende a terra.
-Posso farcela. Posso fare tutto, no ? Per
favore, Ti…Mary, voltati.
Fa un ampio respiro ed avvicina le mani alla
schiena di Mary. Poi chiude gli occhi. Quando li riapre non è più a Denver,
Colorado. E’ in un mondo di legami molecolari, enzimi, il mondo sotto la carne
e il sangue. Molecole estremamente complesse, ben oltre le sue cognizioni; gli
ci vorrebbero decenni per capire solo la metà di quello che sta osservando. Le
particelle sub-atomiche, paragonate a questo, sono un gioco da ragazzi.
Individuare il tumore è semplice. E’ piccolo
dal punto di vista umano, ma in questa scala è una tempesta nera che inghiotte
tutto quello che trova. Cerca di analizzarlo, ma è così complesso…alterandolo
potrebbe causare danni molto maggiori. La soluzione dovrebbe essere
semplice…disintegrare il tumore.
Dietro un suo ordine perentorio, le molecole
smettono di esistere. Avverte un cambiamento fortissimo nell’organismo, che
risente subito dell’accaduto. Cerca di guarire anche i danni che ha fatto, ma
la situazione peggiora sempre di più.
Non resta che ricostruire il tumore,
chiedendo alle molecole di ritornare al loro stato originario. Poi, sconsolato,
ritorna al mondo normale.
Agli occhi di Creel e di Marsha, Titania si è
mossa solo per un attimo, colta da un improvviso malore. Owen indietreggia. Lei
sta bene, ma non è riuscito a cambiare niente.
-Non posso…non so cosa devo fare. Non c’è
modo per eliminare il tumore.
-NO ! – urla rabbiosa Titania, colpendo
Molecola con abbastanza forza da fargli attraversare il muro. Lui si rialza e
con calma torna indietro, ricostruendo il muro con un cenno della mano. Creel
dà un pugno al muro e si trasforma in mattoni viventi.
-Certo che puoi farcela ! Puoi fare qualunque
cosa, per la miseria !
Anche in quella forma sente il calore di
Volcana, dietro di lui. Il braccio destro è composto interamente di plasma, adesso.
E punto alla sua testa.
-Lascialo stare. Neanche Owen può fare tutto.
Non importa quanto desideri aiutarla…alcune cose non possono succedere.
-Desiderio…ma certo !
Molecola avvicina il palmo della sua mano al
volto di Marsha, caricandola di energia cosmica. Tutti i muscoli del braccio
sono tesi, e la fronte è corrucciata per una concentrazione assoluta. Qualche
goccia di sudore scivola dalle tempie.
-C’è ancora !!! La mia parte di potere che ti
avevo affidato, Marsha…la capacità di realizzare qualunque tuo desiderio…
-Credevo di aver perso quel potere quando sei
tornato. [2]
-Anch’io pensavo fosse andata così,
ma…evidentemente una frazione del potere è rimasta. Per quanto tu desiderassi
che riavessi i miei poteri, una piccola parte di te non poteva rinunciare al
potere.
-Questo cosa c’entra con me ? Credi che
Marsha possa curarmi…solo desiderandolo ?
-No, le cose non sono così semplici. Con una
frazione così minima del potere dell’Arcano, occorrerebbe una decisione
assoluta nel desiderio. Inoltre…forse è stata quella frazione ad impedire che
anche in lei si ammalasse. Pensateci…entrambe dovete i vosti poteri ad una
macchina aliena modificata dal Dottor Destino. [3] Se il
processo si sta involvendo in Titania, teoricamente sarebbe dovuto succedere lo
stesso in Marsha. Posso ipotizzare che l’unico motivo per cui questo non è
successo… è che Marsha desiderava vivere, e che quel poco potere rimastole l’ha
consentito.
-Potrei…assorbire io quel potere ?
-No non potresti, Creel. E’ così flebile che
persino io faccio fatica a… Un attimo. Forse è possibile. Quel potere è mio, in
fin dei conti… se riuscissi ad entrarvi in sintonia per un attimo,
potrei…permetterti di assorbirlo. Se il tuo desiderio di salvare Mary sarà
assoluto, potrà funzionare.
-Niente al mondo potrebbe impedirmi di
salvare mia moglie, nanerottolo.
-Potrebbe anche non funzionare. Questo
potere…non è una lampada di Aladino, non basta chiedere una cosa per ottenerla.
Il risultato è direttamente proporzionale alla forza con cui si crede in esso.
La difficoltà sta nel recuperare quel frammento e mantenerlo intatto. Dovrò
utilizzare energie spaventose per contenerlo, e non sono sicuro di esserne
ancora capace.
-Diamoci da fare, Molecola.
Si chiede cosa penserebbero di tutto questo
Quasar o Capitan Marvel. Il procedimento sarà irripetibile, nessun altro malato
al mondo potrà usufruire di questo trattamento privilegiato. E a guadagnarci
saranno due criminali incalliti. Quanto potere è stato sprecato, da quando è
diventato Molecola ? Aveva il potenziale per fare qualsiasi cosa, ma ne era a
malapena consapevole. Avrebbe potuto trasformare il mondo in un paradiso, se
solo fosse stato abbastanza perfetto da sapere come fare. Proprio lui, in grado
di avvertire il più piccolo spostamento di ogni atomo, non è mai stato in grado
di vedere le cose in grande. Troppo occupato ad osservare le foglie per salvare
la foresta. Ora è rimasta abbastanza energia per salvare una sola persona. Chi
sono Creel e Titania per decidere di dover essere loro a godere di questa
possibilità ? E chi è lui, per negare loro l’ultima speranza rimasta ?
-Sì, diamoci da fare.
Si concentra per diversi minuti, per entrare
in sintonia con le forze arcane che sono alla base del suo potere. Quando è
arrivato a quello stadio, si concentra per farle uscire. Per portare
all’esterno quello che ha seppellito dentro di sé. Il suo corpo viene immerso
di un’energia così grande da non poter essere misurata. Attraverso quelle forze
passano tutta la materia e tutta l’energia dell’universo. Mette le mani di
fianco alla testa di Volcana, e la sua mente si protende per entrare in
contatto con un qualcosa di indefinibile, legato indissolubilmente alla sua
essenza. E nell’anima, perché non c’è nessun altro modo comprensibile per
definire ciò che osserva, di Marha Rosemberg trova una scintilla, ultimo
frammento di un fuoco che ardeva con la forza di mille galassie.
Vorrebbe afferrarla e strapparla via, tanta è
la fatica necessaria per penetrare in un mondo così laterale, ma in realtà non
deve fare altro che desiderarla. La fiducia che Marsha ha riposto in lui rende
molto più facile il processo.
Con un certo sollievo, Molecola torna a
sentire come un normale essere umano. Ma l’attenzione non deve calare troppo, o
le energie si disperderanno. Mentre Marsha si regge a malapena in piedi, Owen
Reece porge una piccola palla di energia a Creel.
-Presto…la sto perdendo…
Creel avvicina le mani, sentendo la terribile
forza che ha di fronte. Il suo corpo inizia automaticamente ad assorbirne una
parte, e lui non può fare a meno di temere ciò che deve averla creata.
Un’energia che non sarebbe mai dovuta esistere, e che lui non avrebbe mai
dovuto avere a disposizione. Il potere si ribella, creandogli un dolore
indescrivibile. Eppure continua, urlando più per mantenersi cosciente che per
il dolore in se.
-Maaaryyyyy !
L’energia esplode, ormai incontenibile,
scagliando Creel e Molecola in direzioni opposte. L’energia cresce sempre di
più, pronta a devastare la città, ma Molecola la riporta in sé. Ripara anche
l’edificio un millisecondo dopo aver provocato i danni. Il potere che è
scomparso non avrebbe mai potuto causare effetti del genere; era stata la sua
stessa energia, utilizzata per mantenerlo e spostarlo. Per una volta si è trovato
dall’altra parte del proprio potere, e finalmente capisce perché in molti lo
hanno temuto. Creel corre verso Titania, entrambi scossi ma ancora vivi.
-Ha…ha funzionato ?
Sia Creel che Marsha guardano Molecola
attendendo il responso. Con le sue ultime forze cambia di nuovo la sua
prospettiva.
-Sì…ha funzionato. Il tumore è scomparso, e
Titania è in ottima forma. Anche Marsha è stabile.
Creel e sua moglie si abbracciano, piangendo
lacrime di gioia. Dopotutto non è stata una rimpatriata noiosa come temevano.
Marsha si assicura che Owen stia bene. E’
scosso e probabilmente non riuscirà mai più ad entrare in sintonia con quel
mondo, ma si riprenderà. Lei, invece, cerca di non considerare il potere che ha
conservato in se per mesi, senza saperlo e senza che potesse usarlo per aiutare
qualcuno.
Molecola è felice di essersi lasciato alle
spalle il potere di realizzare i desideri. E’ una responsabilità che nessuno
dovrebbe prendersi. Per calmarsi contempla ancora una volta il mondo delle
molecole, che continua il suo percorso come ha sempre fatto. Ascolta le voci
che solo lui può sentire, ed è felice di poterlo fare… ma anche di avere
un’altra vita, adesso.
-Marsha…non è che ti è rimasto ancora un po’
di quel caffè ? Ne avrei proprio bisogno…
BISOGNO DI CORRERE
Una leggera brezza in Colorado. Un’ondata
improvvisa nel Pacifico. Rocce che si sgretolano sulle Alpi. Un lontano tuono
sulle coste del Giappone. In un giorno particolare, una volta l’anno, tutte
queste cose sono una sola persona, sono due gambe che si muovono più veloci
dell’occhio umano.
Un uomo che corre più veloce di un jet
supersonico, i cui movimenti sono più aggraziati di una piuma che cade in
silenzio.
Immerso nella velocità, guidato solo dal
vento sulla faccia e dall’istinto. Ha dedicato tutta la sua vita al
raggiungimento di situazioni come questa. Ed è stata una vita molto, molto
lunga.
Mentre impedisce a un uomo di cadere sui
binari, ricorda le lunge conversazioni con Newton. Quando vede una nave in
lontananza ripensa a Cartagine. La sabbia del deserto gli scivola veloce sotto
i piedi e la sua mente torna alle battute di Socrate. In ogni singolo volto che
vede, per meno di una frazione di secondo, rivede vecchi amici che sono
diventati meno che polvere, ma il cui ricordo non lo abbandonerà mai.
Mentre la sua mente devia le onde soniche per
evitare di distruggere interi isolati con la sua accelerazione, ripensa a
quando ancora giovane si allontanava dai confini di Olympia, facendo disperare
la sua povera madre, per andare a parlare con gli esseri umani e mescolarsi tra
di loro. Makkari non è invecchiato di un solo anno da allora, mentre quei
contadini greci sono morti, così come i loro figli e i figli dei loro figli,
così come il loro ricordo e ogni prova della loro vita. Corre, ripensando a
tutti gli amici che ha perso perché non avevano la fortuna di essere nati quasi
immortali. Corre più veloce dell’occhio umano, più veloce del suono, ma non più
veloce dei suoi ricordi. Li chiama i suoi “giri di ricognizione”.
Supera ogni limite di velocità sia mai stato
imposto dalla natura ad un solo uomo, osserva la vita quotidiana di ogni essere
umano e fa del suo meglio per migliorargli un po’ la vita, pur lasciandogli la
possibilità di farcela da soli.
Quando ripensa a tutto quello che ha perso
per la sua immortalità, corre. Mach 2.
Quando capisce di aver guadagnato molto più
di quello che un umano può sperare di capire, corre. Mach 5.
Quando capisce di essere unico al mondo,
unico Eterno a voler essere umano ma fiero di ciò che è, corre. Mach 12.
Quando ricorda tutte le cose incredibili che
ha visto, quanto anche un Eterno può essere limitato, corre. Mach 20.
I suoi piedi non toccano più il terreno,
ormai, ma è oltre tutto questo. Cerca la completezza, cerca il suo passato e il
suo presente, cerca il suo Nirvana, cerca la velocità.
Quando inizia a fare male, a nascere il
dubbio su cosa sta facendo, sorride e ritrova le forze. Mach 25.
Quando si accorge di non correre più, ma di
volare, è già a Mach 30, sopra le nuvole, con gli occhi chiusi.
Con un ultimo scatto, con le sue ultime
forze, si dirige verso l’alto trentadue volte più veloce del suono, superando
la velocità di fuga. Assapora ancora una volta il frutto delle sue fatiche, il
frutto della sua vita, il ricordo di tutte le persone che ha conosciuto e la
consapevolezza di cosa gli hanno lasciato.
E’ in questo infinitesimale istante di
completezza che Makkari smette di
correre e di volare, riprende fiato e torna a terra.
“Ricognizione finita. Ancora una volta, tutto
normale…o almeno come sempre… Ancora una volta grazie, mondo”.
ZAPPING SUL COSMO
La stanza è buia, ed oltre a qualche lontano
rumore cittadino completamente silenziosa. Un silenzio assordante, simile a
quello dello spazio. Wendell si rigira nel letto diverse volte, senza riuscire a
prendere veramente sonno.
Lara dorme profondamente, al suo fianco.
Prova a seguire il suo respiro, ma non funziona. Buffo… potrebbe analizzare
ogni singolo elettrone del suo cervello, potrebbe sollevare una montagna, potrebbe
sconfiggere una flotta di navi spaziali con una sola mano, potrebbe essere in
un’altra galassia in cinque minuti…ma il Protettore dell’Universo è inerme
contro un po’ di umanissima insonnia.
Le Bande Quantiche gli danno fastidio. Due
grossi bracciali dorati, con sette gemme per polso, che porta ormai da diversi
anni. Tra le armi più potenti dell’Universo, tra le più antiche e rispettate…ma
sono un po’ scomode. Non può toglierle finché sarà in vita, non può nemmeno
spostarle leggermente. E’ come vivere con due manette fuse ai polsi con la
fiamma ossidrica.
C’è abituato ormai, come se fossero due
bizzarri orologi. Però ogni tanto sono davvero scomode.
Non se la sente di uscire e volare per la
città, a fare il super-eroe. Si limita a concentrarsi sulle Bande, escludendo
tutti gli altri sensi. Perché ormai sono questo per lui, un altro senso.
Si concentra, e gli danno dettagliatissime
informazioni sulle fonti di calore dell’intero palazzo. Gli danno la cifra
esatta di neutrini presenti nella stanza. Rendono visibili le onde
elettromagnetiche che lo attraversano.
Si sintonizzano sulle onde radio, passando da
una stazione all’altra in meno di un attimo. Due strane radio da polso che
intercettano tutte le trasmissioni radio del pianeta. Passa da un sistema di
informazione all’altro, dalla radio alla televisione ai telefoni, e le Bande
interpretano ogni segnale. Lontane trasmissioni provenienti da altri sistemi
solari, informazioni perse da civiltà che non sanno neanche della nostra
esistenza, impercettibili ai più potenti sistemi terrestri. Ordini militari
trasmessi ad anni-luce di distanza, con la Terra nel mezzo per puro caso.
Variazioni dei venti solari. Radiazione cosmica di fondo.
Tutto a portata di mano, tutto interpretato,
tutto assolutamente inutile. Ascoltando distrattamente voci diverse da mondi
diversi, passando da una vita all’altra senza neanche accorgersene, Wendell si
riaddormenta e le Bande si spengono, continuando a pulsare uniformemente di
energia e respirando il ritmo dell’universo.
LEZIONE DI SCIENZA
Molti anni fa, in una regione sperduta. Un
centinaio di metri sotto terra c’è una grotta, scavata in tempi ignoti da
piccoli ometti sub-umani dalla pelle gialla. Le pareti sono ricoperte
grossolanamente da lastre di acciaio temprato e di titanio. Sembra più una
prigione che un rifugio, e forse è entrambi.
Un uomo si incammina per i lungi corridoi,
tutto curvo; il soffitto è troppo basso per i suoi 2 metri e 10 di altezza.
Questo è il secondo posto che chiama casa. Il primo era stato un cunicolo fangoso
circondato da sbarre, accerchiato di bambini dall’aspetto raccapricciante e
pelli di colori riprovevoli, che lo prendevano in giro per la sua carnagione
rosa ed il suo volto identico a quello di un umano.
Maelstrom armeggia con alcune provette, portando
a termine i compiti che suo padre gli ha assegnato. Migliaia di anni di
eugenetica Inumana gli assicurano un apprendimento rapido. Un’eredità
millenaria di odio Deviante gli assicura uno scopo.
Phaedar entra nel laboratorio, il volto
segnato dalle prime rughe. Il più grande scienziato di Attilan dopo Agon,
costretto a nascondersi tra le viscere della Terra per condurre i suoi
esperimenti, proibiti dalla discutibile etica della sua gente.
-Ho completato l’esperimento che volevi,
padre.
-Cosa ?
-Ho somministrato il CFNZ sulle cavie,
ottenendo un aumento significativo del KNR.
-Idiota ! – la mano di Phaedar colpisce con
forza il figlio, che si sposta più per riflesso che per dolore.
-Hai sprecato l’intera dose ! L’aumento dei
valori è dovuto alla reazione co-enzimatica dell’organismo ! Avresti dovuto
utilizzarlo solo insieme ad agenti inibitori !
-Ma padre…ho modificato la formula e…
-Ero il più grande scienziato di Attilan,
Maelstrom, non scordarlo !! Ho risolto enigmi intellettuali che tu a stento
puoi comprendere ! Sono stato il primo a rendere stabile il processo di
duplicazione dinamica dell’ RNA, non scordarlo !
-Sì, padre – cellule altamente specializzate
metabolizzano l’energia cinetica del colpo, concentrandola sul palmo della sua
mano destra, che si sposta dietro le spalle di Phaedar.
-Se Agon non mi avesse estromesso dal
consiglio per aver sperimentato sui Primitivi Alfa ora starei regnando su tutta
Attilan, non scordarlo !
“Ti odio, padre. Odio il modo in cui hai
lasciato che mia madre fosse uccisa solo perché non era orribile come tutti gli
altri Devianti, odio il modo in cui mi hai trascinato nel fango di questo
pianeta, odio gli insulsi esperimenti che conduci e soprattutto odio questo
posto !!!”
-Sì, padre.
-Ora ricomincia da capo, e vedi di non
prendere altre iniziative !
L’energia cinetica rientra nel corpo, mentre
l’Inumano si allontana. Maelstrom guarda la cavia in cui ha iniettato la
sostanza.
Le sue cellule iniziano a fremere di nuovo ed
un piccolo vortice di energia cinetica avvolge l’animale, sollevandolo.
Lo guarda negli occhi, prima di stringere il
campo e di ridurlo in poltiglia con l’energia ricavata dai suoi stessi
tentativi di divincolarsi. I fluidi scorrono sul vortice, ordini complessi vengono
eseguiti dalle cellule mezze Devianti mutate dalle Nebbie Terrigene ed il
composto si ricrea, per essere depositato dolcemente in una provetta.
-Come scienziato hai fatto il tuo tempo,
padre…sono certo di poterti superare. Un giorno il trono di Attilan sarà mio,
se mi basterà ancora.
Lo sguardo si posa su un’altra cavia. Senza
preavviso e senza la minima ombra di delicatezza, un colpo di energia cinetica
staglia l’animale contro il muro. Energia cinetica allo stato puro lo
viviseziona, mentre complicati strumenti iniettano nuove sostanze. Il sangue
continua a scorrere, restando in circolo grazie all’unico ibrido
Inumano-Deviante del pianeta.
La cavia non muore, continuando a guardare il
sorriso del suo carnefice durante tutto l’esperimento.
-Chi avrebbe detto che la genetica potesse
essere così divertente ?
Note
Tema di fondo dell’Annual è come i personaggi
vedono il mondo. In fondo soltanto due di essi sono semplici esseri umani, e
dalla vita non proprio normalissima.
Tutte le storie sono state scritte di getto,
come noterete. Mi resta ben poco da dire, andiamo con ordine.
Nuvola: si è unita al gruppo nel #27. Niente
in particolare se non quanto detto nella Nota 1. Il titolo è preso da una
vecchia storia dei Difensori in cui era protagonista.
Molecola: si è unito al gruppo nel #23.
Titania e l’Uomo Assorbente sono apparsi l’ultima volta in Capitan Marvel (MIT)
#2; la storia di Thor in cui scoprivamo il cancro di lei non è in continuity,
ma ho pensato di riprendere la cosa e di spiegare anche cosa fosse successo a
Volcana, dato che entrambe hanno avuto i loro poteri dallo stesso procedimento.
Non interpretate la storia come un ritorno dell’onnipotenza di Molecola:
ovviamente il potere che ha usato per curare il cancro non è suo, ma preso
dalla “scintilla”.
Makkari: unito al gruppo dal #23 ma nel giro
dal #9. Con buona approssimazione, le velocità non sono casuali.
Quasar: paradossalmente, la storia su cui c’è
meno da dire. Lara è nel cast dal #30.
Maelstrom: la storia più inaspettata, al
punto che neanche io avevo progettato di includerla ! Niente da dire in
particolare; Phaedar non è mai apparso in Italia. Lui e suo figlio sono
responsabili di aver dato complesse indicazioni sul genoma umano a gente come
Arnim Zola e l’Alto Evoluzionario.
Cronologicamente parlando, l’Annual si svolge
dopo il #31, tranne ovviamente la storia di Maelstrom (che si svolge molti anni
prima di Fantastic Four #1) e quella di Molecola che appare dopo il #32.
[1] La ragazza il cui corpo
è stato copiato da Nuvola, che aveva accidentalmente causato la sua morte.
Altri dettagli qui.
[2] Storia abbastanza
complessa e solo in parte edita in Italia. Per farla breve: Molecola si era
fuso con l’Arcano per creare un Cubo Cosmico, affidando il suo potere a Marsha
senza che lei lo sapesse. Dopo essere stato espulso dal Cubo tornò sulla Terra
senza poteri, dove Marsha desiderò che lui fosse di nuovo Molecola e
restituendogli così il potere. Stranamente la cosa causò la rottura della loro
relazione perché lui era troppo dipendente dalle proprie capacità superumane.