Epoch ha predetto che qualcuno tenterà di ucciderla per
impossessarsi della Coscienza Cosmica. Indagando su Thanos, Quasar si è alleato
con la pirata spaziale Nebula. Arrivati sul pianeta dello Straniero, che forse
ha rubato la base segreta di Thanos, lo trovano deserto e Nebula viene rapita
dal celestiale Gammenon. Quasar è costretto a scappare.
Quasar si svegliò all’interno del bozzolo
di energia quantica che aveva creato. Era passato solo un giorno da quando
Epoch lo aveva informato del suo futuro assassinio, ma era come se fosse
passato un mese per la quantità di eventi che erano avvenuti.
Fece un lungo sbadiglio e sentì
immediatamente la mancanza di un vero letto. Da quando aveva lasciato la Terra
(quanto era passato? Un anno? Due?) aveva continuato a tenere, per quanto
possibile, lo stesso ciclo sonno-veglia, ma la sensazione era sempre quella di
un rimedio poco efficace.
Ora iniziava la sua giornata. Ma cosa
avrebbe fatto? Non aveva nessun indizio sulla prossima mossa. Avrebbe potuto
chiamare Epoch e chiederle dove si trovasse Gammenon, ma gli avrebbe risposto
che era con gli altri Celestiali. E poi cosa poteva fare contro una simile
forza della natura?
Poteva chiederle dello Straniero. Ma qual
era la domanda giusta? Epoch aveva solo pochi anni e non gestiva ancora del
tutto la Coscienza Cosmica. Tanto valeva provare.
-Mi senti, Epoch?
-Ti sento, Quasar.
-Sai dirmi cosa è successo ai prigionieri
del mondo dello Straniero?
-Sono stati raccolti da Gammenon.
-Immagino che tu non sappia se c’era anche
la base di Thanos.
-No.
-Perfetto. Sai cosa ci faceva qui
Gammenon? Aspetta a rispondere, la domanda è imprecisa. Perché ha raccolto i
prigionieri?
-Per analizzarli.
-Sta cominciando a diventare ridicolo. Non
puoi parlarci?
-I Celestiali sono molto restii a
comunicare con gli altri esseri concettuali. Tuttavia potrei parlare con uno di
loro, Ashema.
-Perché proprio lui?
-E’ detto Colei che ode.
-Un Celestiale femmina?
-La sua ultima manifestazione era
femminile.
-Va bene, non voglio indagare oltre.
Fammici parlare.
Quasar si sentì quasi svenire e quando si
riprese si trovava nell’Eon-verso, la dimensione che ospitava Epoch.
-Perché mi hai portato qui?
-E’ il luogo più appropriato.
Sullo sfondo pieno di stelle dell’Eon-verso apparve una testa alta
almeno cinquanta metri, un casco giallo e viola i cui grandi occhi erano
puntati verso Epoch. Parlò con una voce che proveniva da tutte le direzioni,
come un rimbombo assordante.
-Io sono Ashema, Colei che Ode, Messaggera
dei Celestiali. Parla, progenie di Eon.
La sua voce possente rimbombava ancora
nella testa di Quasar, che sentì a malapena la debole voce di Epoch che era
opposta a quella del Celestiale.
-Ashema, desidero essere informata sulle
motivazioni di un tuo fratello Celestiale, Gammenon il Raccoglitore.
-Nonostante siamo entrambi discendenti di
Eternità, le motivazioni dei Celestiali sono solo loro.
-Comprendo. Quasar, non posso rispondere
alle tue domande su Gammenon.
-Chiedile di Thanos!
-Cosa vuoi sapere?
-Se è l’assassino.
Senza la minima apparenza di una reazione
emotiva, Epoch si rivolse nuovamente al Celestiale.
-Ashema, conosci il futuro di Thanos di
Titano, figlio di Alars, figlio di Kronos, detentore del potere del potente
Galactus?
-Non sei in posizione di fare tali
richieste. E’ solo per la nostra parentela che mi abbasso a comunicare con te.
Dato però che la tua morte sarebbe negativa per i nostri piani futuri,
desideriamo aiutare le tue indagini. Puoi avvisare il tuo protetto che Gammenon
non ha raccolto la base di Thanos di Titano. Questo è tutto.
Il volto scomparve velocemente quanto era
apparso. Sentendo appena la propria voce dopo aver sentito parlare un
Celestiale, Quasar chiese ad Epoch:
-Volevo chiederle dove si trova lo
Straniero.
-Non ce n’era bisogno. Io conosco la sua
posizione.
-Davvero?
-Si trova nella galassia di Andromeda. Se
lo desideri posso portarti vicino a lui.
-Va bene. Un’ultima cosa, Ep. I Celestiali
sono veramente più in alto di te nella gerarchia cosmica?
-Sì.
-Quindi la tua coscienza cosmica non
funziona con loro.
-No. Stai insinuando che un Celestiale
possa essere l’Assassino Cosmico?
-E’ una possibilità.
-I Celestiali sono una forza
dell’evoluzione e quindi della vita. Non hanno motivo di ostacolarmi. Esiste
solo un Celestiale rinnegato, e sono sicura che gli altri mi informerebbero se
tentasse di uccidermi.
-Era solo un’idea. Vorrà dire che
abbandonerò il caso dei Celestiali fino alla fine delle indagini. Tanto ormai
dovrei essere abituato ad abbandonare le cose. Ora portami dallo Straniero…
Sentì la solita sensazione che provava
entrando nell’Eon-verso, sommata allo sforzo di un salto quantico. L’insieme delle
due sensazioni lo lasciò talmente disorientato da non vedere che cosa lo colpì.
In ogni caso, il colpo fu tale da spostarlo di diverse centinaia di metri dalla
sua posizione. Il campo di forza quantico sopportò appena il colpo.
Quando si riprese, Quasar si accorse di
essere a poca distanza da un’armata di navi spaziali.
“Le riconosco” pensò “sono navi Skrull.
D’altra parte questa è la loro galassia.”
Si avvicinò alla flotta e lanciò un
segnale radio in cui si identificava e chiedeva spiegazioni, ma la risposta fu
una raffica di raggi ad impulsi.
Quasar non rispose al fuoco e si circondò
semplicemente con una bolla quantica. Le navi lo circondarono e continuarono a
sparare su di lui, senza intaccare minimamente l’integrità della costruzione.
Se avessero usato solo armi convenzionali non sarebbero mai riusciti ad
infrangerla.
“E’ inutile cercare di ragionare con loro.
E poi non credo di essergli molto simpatico, dopo l’ultima volta che mi sono
intromesso nei loro affari.”
La bolla si trasformò in un piccolo aereo
e Quasar lo guidò il più lontano possibile dalla flotta, che tentò di
inseguirlo senza riuscire a seminarlo.
Nella scia della nave entrò un altro
oggetto, troppo piccolo per essere una nave.
Quasar andava alla velocità della luce, ma
l’oggetto gli si accostò senza problemi.
Quasar riconobbe quell’umanoide dalla
pelle dorata: era il Corridore, un Antico dell’Universo.
-Da quanto tempo, Quasar! Che ne dici di
parlare? Io ti aspetto ad un paio di anni luce da qui.
Accelerò sempre di più fino a quando non
scomparve dalla vista. Quasar si fermò, eliminò la forma di nave e fece un
salto quantico fino alla posizione del Corridore.
“Questo tizio non mi è mai piaciuto” pensò
“ma potrebbe sapere qualcosa. Non può essere qui per caso”.
-Sono anni che non ci si vede, Quasar.
Cosa ti porta in questa galassia?
-Sto cercando lo Straniero.
-Allora lo hai trovato! Si trova a tre
anni luce da qui. E come mai lo cerchi?
-Credo che lui sappia dove trovare una
persona.
-Al momento sarei impegnato, ma l’ultima
volta mi sei stato utile. Ho un paio di miliardi alle spalle e dato che tra
poco lo Straniero sarà morto, potrei ricambiare il favore.
-Perché lo Straniero dovrebbe morire?
-Lo stanno combattendo i miei fratelli
Antichi.
-Che cosa? Perché?
-Non te lo posso dire. Allora chi cerchi?
Non importa, lo leggerò dalla tua mente.
Il volto sorridente del Corridore si
oscurò improvvisamente e Quasar vide rabbia nei suoi occhi.
-Thanos! Sei alleato di quel ladro?
Il Corridore si mosse con una velocità
sorprendente attorno a Quasar, martellandolo con diecimila pugni in meno di un
secondo. Le Bande Quantiche alzarono subito uno scudo protettivo che bloccò i
colpi. Momentaneamente al sicuro dall’attacco fisico e da quello mentale che le
Bande contrastavano automaticamente, Quasar tentò di comprendere in quale guaio
si fosse cacciato questa volta.
-Corridore, che stai facendo? Credevo
fossimo alleati!
-Thanos ha rubato la mia gemma spaziale e
non sono mai riuscito a fargliela pagare. Almeno riuscirò ad uccidere un suo
alleato.
-Se sai leggere la mia mente, leggi più
attentamente e vedrai che è un mio nemico!
-Nemico o meno, tu mi sei d’intralcio qui.
-Okay, lo hai voluto tu.
Attorno al Corridore si formò una sfera di
energia che si restrinse formando un cilindro che gli permetteva a malapena di
muoversi.
-Adesso voglio proprio vedere come farai a
correre.
-Allora guarda.
La forma del Corridore iniziò a vibrare
fino a quando non fu che una macchia dorata indistinta.
-Qualunque cosa stia facendo sta
esercitando una pressione tremenda sulla mia costruzione. Meglio rinforzarla.
Le pareti del cilindro si fecero più
spesse ma la prima parte della costruzione stava già andando in frantumi.
Quasar si dovette concentrare non poco per mantenere costante il rigenero
dell’energia e ben presto si stancò quel tanto che bastava a dare un vantaggio
all’Antico: il cilindro andò in mille pezzi.
Il Corridore corse verso di lui e Quasar
lo fermò creando una parete con la consistenza del granito tra di loro, ma la
velocità con cui lo fece non fu abbastanza da anticiparlo. Quasar si creò
un’armatura ma sapeva che si trattava solo di una questione di tempo prima che
la forza e la velocità superiori del Corridore la distruggessero.
-Dovresti arrenderti.Sei un pazzo a
combattere con me! Io ho combattuto contro Galactus !
-Già, immagino chi ha vinto.
“Un momento. Io ho un vantaggio rispetto a
lui: io non devo percorrere la distanza tra due punti…”
Legò il Corridore con una catena e fece un
salto quantico, riapparendo nella Via Lattea.
Disorientato, il Corridore non disse e non
fece nulla. Fu Quasar a parlare poco prima di fare un altro salto quantico.
-Sei a due milioni di anni luce da dove ti
trovavi. Dovresti metterci abbastanza tempo per arrivare nella galassia di
Andromeda quanto mi basta per sistemare i tuoi amici. Ci vediamo!
Un secondo salto lo riportò nella sua
posizione precedente. Sondando la zona avvertì la presenza delle particolari
energie dello Straniero ed almeno altre quattro fonti energetiche umanoidi.
Arrivato sul posto con la maggior velocità
possibile vide lo Straniero impegnato in un corpo a corpo contro il Campione,
l’Antico dell’Universo che vive per combattere.
Lo Straniero era alto almeno il doppio del
Campione in quanto ad altezza ma questo non sembrava scoraggiare affatto
l’Antico, che si trovava all’altezza della testa dello Straniero e lo
martellava di colpi. Nel frattempo lo Straniero era sotto l’attacco di decine
di altri esseri, alcuni umanoidi ed altri no. Alcuni di essi erano armati di
strane armi dalla foggia indescrivibile e lo attaccavano di persona senza
preoccupare troppo il gigante, che se ne sbarazzava con un solo gesto della
mano.
Altri lo attaccavano di persona ma lo
Straniero sembrava non accorgersi nemmeno della loro presenza, ed altri ancora
lo attaccavano da lontano con raggi provenienti dai loro corpi.
In lontananza due uomini osservavano la
lotta. Uno di essi era un grosso umanoide dalla faccia quasi deformata che
indossava una corazza viola con due piccoli cannoni sugli avambracci, l’altro
era un uomo muscoloso con una lunga barba bianca che indossava un buffo costume
blu ed arancione e che aveva in mano una falce. Nessuno di essi notò Quasar.
-Epoch- disse guardando il riflesso della
figlia di Eon su una delle Bande- chi sono tutte quelle persone? Sono tutti
Antichi dell’Universo?
-No, solamente il Campione, il
Cancellatore e Padre Tempo sono presenti. Gli altri sono gli uomini di Padre
Tempo.
-Padre Tempo? Mai sentito.
-E’ un antico che opera poco. Il suo scopo
è la commemorazione dei grandi eventi, e quelli sono i guerrieri leggendari che
ha reso eterni.
-Non per molto, sembra. E poi dove sono
gli altri? Il Collezionista, il Gran Maestro, il Giardiniere?
-Il Giardiniere è ancora sul suo pianeta,
in stato catatonico dopo il suo scontro con Thanos.
-Sembra che Thanos sia piuttosto
impopolare tra gli Antichi dell’Universo. Se effettivamente è stato rapito
dallo Straniero, questo spiega perché lo attaccano.
-E’ possibile.
-Quanto può durare questo scontro?
-Lo Straniero può facilmente sconfiggere
più di diecimila combattenti di quel livello. Sfortunatamente, Padre Tempo ne
ha a disposizione dieci milioni.
-Allora dovrò intervenire.
Si gettò nella mischia ed allontanò il
Campione, che privo del potere di volare non riuscì a tornare verso lo
Straniero. Costruì una serie di pareti riflettenti ed imprigionò i soldati di
Padre Tempo legandoli in una grande rete. Portò la rete a qualche migliaio di
chilometri di distanza e la trasformò in una grande gabbia. Tornato indietro
vide che lo Straniero, ormai non più distratto dai soldati, riusciva a
difendersi dai disintegratori del Cancellatore e a bloccare la falce di Padre
Tempo.
Il Gran Maestro non era affatto contento
di ciò che vedeva. Nonostante i miliardi di anni di esperienza sul suo volto si
vedeva chiaramente il suo disappunto.
Sullo schermo passavano le immagini di
Quasar, che con notevole destrezza evitava i colpi dell’inetto Cancellatore.
Era però pur sempre un Antico e riusciva a
fermare facilmente gli attacchi del Protettore.
-Questo Protettore si è dimostrato molto
più versatile dei suoi predecessori.
Alle sue spalle sentì una voce che avrebbe
fatto gelare il suo sangue, se ne avesse avuto ancora.
-Rispetto agli altri protettori del cosmo
non vale niente.
-Non ti avevo sentito arrivare.
-Perché così ho voluto.
-Vuoi che ti ragguagli sugli sviluppi del
piano?
-Non essere ridicolo. Piuttosto cerca di
trovare un modo per evitare che il nuovo partecipante al tuo gioco non rovini i
nostri patti.
-Attento. Nonostante la tua potenza sono
io a condurre il gioco.
-L’unico motivo per cui ho incaricato te,
Antico, è che non posso scoprire le mie carte. So bene che ci sono forze in
gioco attualmente al di sopra persino del mio controllo. Attualmente.
-Per ora siamo alleati, ma non ho
dimenticato il nostro ultimo scontro. E sappi che quando i giochi saranno
finiti, vedremo che cosa determinerà il vincitore…e che cosa il perdente. Io
sono il Gran Maestro,e gioco solo per vincere.
-E’ questa la tua debolezza, Antico. Il
mio non è un gioco.
Note
Gli Antichi dell’Universo sono gli ultimi
sopravvissuti dei primi pianeti dell’universo e sono immortali grazie alla
dedizione spasmodica ad un compito.
Quasar ha incontrato il Corridore in All
American Comics #42.
Thanos ha incontrato diversi Antichi in
Play Extra #30-31, dove ha rubato loro le Gemme dell’Infinito.
L’unica apparizione di Padre Tempo è
Capitan America & Thor #0.