Quasar #41
DEJÀ VU
Se questo è il migliore dei mondi possibili,
cosa sono gli altri ?
Voltaire
L’universo ama ripetersi.
Nella scala microscopica delle particelle più elementari, nel mondo più o meno
di mezzo in cui solitamente viviamo e nella geografia degli universi troverete praticamente le stesse cose. Così come per lasciare un
pianeta serve una spinta molto forte, la stessa cosa
accade per gli universi. Se dovete fare un viaggio breve, per esempio in
un’altra linea temporale, vi basterà trovare una fonte di energia
adeguata e poco altro.
Ma se volete andare veramente lontano, se volete entrare nel
vortice infinito dei multiversi, dove potete trovare
tutte le sfumature più impensabili dell’esistenza… allora preparatevi
non solo ad un’accelerazione spaventosa, ma anche ad una frenata molto più
brusca.
Per un istante che è durato un’eternità, cinque esseri hanno attraversato un passaggio
artificiale che trascende tutte le dimensioni conosciute. Un
passaggio in cui è possibile accelerare alla velocità della luce al quadrato
per ogni secondo. Può sembrare parecchio, ma è a malapena sufficiente a
superare il colossale attrito fornito dagli universi. I cinque esseri di cui
sopra non erano certo a conoscenza di tutte queste sfumature, specialmente
perché quando si viaggia più veloci del proprio pensiero non si è
particolarmente attenti.
Wendell Vaughn apre gli occhi.
Anche questa operazione così semplice diventa
un’impresa dopo un viaggio del genere, e la frenata ancora più brusca. E’ stato
come cadere ed invertire all’improvviso la propria direzione. Essere preparati
può risparmiare qualche osso rotto, ma non il disorientamento.
Ci sono ancora le stelle. Non
ne poteva essere del tutto sicuro. Istintivamente cerca di rintracciare qualche
costellazione nota, ma capisce presto che è stupido. Non soltanto perché
qualunque somiglianza sarebbe al massimo casuale, ma perché la quantità di stelle
visibili dallo spazio è decisamente troppa per tentare
un’operazione del genere.
“Tutto
sommato, assomiglia molto a casa. Dove sono finiti gli altri ? Non riesco a rilevare nessuno di loro. Prima di cercarli
e decidere cosa fare, sarà meglio assicurarsi di poter tornare indietro, o sarà
stato un viaggio inutile”
Anche se con una certa
fatica, le Bande Quantiche attingono alla propria riserva di energia
e riproducono all’istante quanto hanno in memoria: una replica quasi esatta
dell’Ottagono, il passaggio dimensionale artificiale che li ha spediti fino a
qui. La traccia energetica è debole, ma non abbastanza da impedire la creazione
di un passaggio stabile.
“Dovrebbe durare almeno un
paio di giorni. Speriamo di trovare questa famigerata super-arma per fermare
Nemesi prima di allora, o trovare la strada di ritorno sarà un’impresa ancora
maggiore”
Non appena la costruzione del
portale è terminata, le Bande segnalano l’avvicinarsi di una forma di energia sconosciuta. Prima doveva essergli sfuggita solo
per la concentrazione necessaria all’Ottagono: è approssimativamente il triplo
dell’energia quantica disponibile.
Davanti agli occhi di Quasar
si ferma un essere apparentemente umano, avvolto da un campo di forza verde
allo stesso modo in cui lui è avvolto da uno giallo.
-Credevi che non ti avessi visto ? – gli chiede tramite onde radio.
“Parla inglese ? A miliardi di universi di
distanza !? Non sembra usare un traduttore universale, sempre che quell’anello non serva anche a-“
Non c’è tempo per rispondere:
lo straniero materializza una gigantesca mazza chiodata di energia
verde, che viene bloccata a malapena da uno scudo quantico.
“Sì, molto simile. Anche troppo”.
Owen Reece si sveglia sopra una
superficie calda, con uno strano odore. Ancora prima di aprire gli occhi, i
suoi sensi molecolari lo identificano come una miscela di
silice, allumina, ossido di ferro e ossido di calcio. Più comunemente,
cemento.
A risvegliarlo, però, sono
state le urla. Tipicamente terrestri, in inglese per la precisione. Quando la vista ricomincia a funzionare bene, capisce di
essere in un vicolo, e con un minimo di lucidità in più vede diversi
grattacieli in lontananza.
“Ma non dovevamo essere in un
mondo completamente diverso dal nostro ? Siamo finiti
nel posto sbagliato ?”
Si alza in piedi, constatando di essere ancora in condizioni quantomeno
decenti. Non si può dire lo stesso del suo costume, ma quello può solo
guadagnarci.
Fuori dal vicolo, per prima cosa ha la certezza di essere in
una città terrestre. Potrebbe scambiarla per New York, se l’aria non fosse
troppo pulita per essere vera, e non ricorda quel grattacielo con una enorme L. Certo, potrebbe
essere stato distratto dal gigantesco robot che sta camminando per le strade,
lanciando raggi verdi in tutte le direzioni.
Le molecole sono un po’
testarde da queste parti, ma obbediscono ancora. Il piede destro del robot
affonda in una melassa di asfalto fuso, che si
solidifica per bloccarlo. Il robot sembra disorientato per qualche secondo, ma
poi si libera il piede con la pura forza bruta, distruggendo una parte
considerevole della strada, ed iniziando una lenta ma inesorabile camminata
verso Molecola. Viene fermato da due sottili raggi
rossi, che rendono incandescente la sua pelle metallica costringendolo a
fermarsi. L’uomo che li ha emessi, un terrestre muscoloso con un costume rosso
e blu, si abbassa di quota fino a fluttuare a poca distanza da Molecola.
-E tu chi sei ?
-Io…è la Terra questa ? Cos’è quell’affare
? – chiede indicando il robot.
-Sì, siamo sulla Terra. E credo che quello sia l’ennesimo regalo di Luther… ma ne parleremo dopo. Prima devo fermarlo !
L’uomo vola verso il robot,
pronto a colpirlo con i pugni; ma prima che raggiunga l’obiettivo, Molecola
indica nuovamente lo strumento di distruzione… e il più grande
difensore di questo mondo si ritrova ad abbattere un robot interamente composto
di vetro. Nonostante la sorpresa, è abbastanza veloce
da far evaporare tutti quanti i frammenti con i suoi raggi ottici.
-Per Scott ! Come hai fatto ?
-Ho solo chiesto.
Makkari di Olympia riprende i sensi
con la schiacciante sensazione di essere nei guai. Probabilmente ha a che fare
con il fatto che gola e polmoni sono pieni d’acqua. Nuota disperatamente verso
l’alto per un centinaio di metri, prima di ricordarsi di non aver bisogno di respirare…non sempre almeno. Si calma, maledicendo per un
solo istante il retaggio umano che ogni Eterno si porta dietro, e pentendosi
subito di quella maledizione.
“Dove sono capitato ? Oh beh, se c’è acqua vuol dire che non è poi tanto
diverso dalla Terra. Come al solito, più lontano
arrivi più ti rendi conto che è più o meno lo stesso posto da cui sei partito.
Il bracciale quantico non ne vuole sapere di lanciare un segnale, quindi magari
mi stanno chiamando e non me ne posso accorgere. Devo risalire…per quanto possa essere strano questo posto, dovrei trovare almeno un
po’ d’aria”.
Nuotare a super-velocità non
è la stessa cosa che correre, ed è decisamente meno
utile a meno che non si viva nel mare, ma in oltre quattromila anni di vita c’è
stato il tempo per sperimentare anche questo. Deve trovarsi parecchio in fondo,
data la pressione ed il tempo necessario per risalire.
Per fortuna i suoi riflessi
sono altrettanto rapidi, altrimenti non sarebbe riuscito
ad evitare l’animale che gli si è improvvisamente parato davanti. Sembrerebbe
una balena, di quelle grandi. Quattromila anni di esperienza
non lo aiutano a ricordarne il nome, anche se sa che niente garantisce che qui
sia lo stesso.
La curiosità è troppa per non fermarsi un attimo, in fondo è pur sempre
il suo primo viaggio in un altro multiverso.
Nel giro di pochi secondi si
ritrova accerchiato da un’altra mezza dozzina di balene, disposte troppo bene
per lasciargli lo spazio per fuggire. Sta già pensando a
un metodo per liberarsene, quando i cetacei lasciano passare un uomo che
respira senza problemi. Ha i capelli biondi lunghi fino alle spalle ed un
uncino dorato al posto della mano destra.
°Stavi spaventando i pesci.
Cosa ci fai qui ?
A Nuvola non è stato dato
nessun altro nome, come spesso accade agli oggetti celesti. Non è la prima
volta che sperimenta una perdita di coscienza, anche se avrebbe
di gran lunga preferito non ripetere l’esperienza. Ad una rapida
analisi, capisce di trovarsi su di un pianeta simile alla Terra che orbita
attorno ad una stella simile al Sole, in una galassia simile alla Via Lattea,
in un universo simile al suo. Tutto questo, molto prima di rendersi conto di
avere le mani legate dietro la schiena, di essere seduta su una consunta sedia in legno, di trovarsi in un capannone, e che due esseri
umani la stanno fissando. Mentre aprono la bocca per parlare,
nota anche che sono armati. L’ultima cosa che nota è che sono terrestri
e che parlano inglese.
-Si è svegliata.
-Termine improprio, ma è un
errore comune. Immagino sia troppo pretendere di sapere in quale universo mi
trovo attualmente.
-Com’è che prima eri di fumo ?
-Sono una nebulosa senziente
proveniente da un altro multiverso, catapultata qui
da un’accelerazione iniziale di ventisettemila miliardi di miliardi di chilometri
al secondo; ho perso coesione e mi sono
temporaneamente ritrovata nel mio stato originario di gas interstellare, prima
di riprendere l’uso del mio corpo simulato.
-Eeeeh !?
-Ero svenuta.
-Io dico di vedere se sotto
quelle nuvolette ha qualcosa di vero…tutto il resto sembra una donna, e che
donna…
-Già…io controllo
sotto, tu pensa al-
Il terrestre non riesce a
finire la frase, cosa di cui Nuvola è molto grata, perché la sua mascella viene colpita da quello che sembra un piccolo boomerang a
forma di pipistrello. Dall’ombra esce un uomo avvolto da un mantello
completamente nero, che con una velocità disumana colpisce l’altro indigeno con
un calcio al plesso solare. L’ultimo pervertito punta verso di lui la pistola,
con le mani tremanti ed una maschera di terrore sul volto.
Nuvola si alza
tranquillamente, come se le corde che la tengono ferma non fossero niente,
afferra la pistola e la sbriciola con una pressione titanica. Il boomerang
torna indietro, colpendolo alla nuca, e dopo cinque rimbalzi torna
nelle mani dell’uomo col mantello.
-Non fa un po’ freddo per
andare in giro vestita in quel modo ? – domanda con
voce ferma.
-Non per me. Dove siamo ? Sulla Terra ?
-Peggio. A Gothic City.
L’uomo chiamato Maelstrom esce dal proprio sonno senza sogni, cercando di
capire al più presto dove si trovi. Conoscere il
proprio ambiente significa essere certi della propria vittoria, come diceva
sempre suo padre. Che, ironicamente, morì incapace di badare
a se stesso, tanto da non poter usufruire della propria tecnica di clonazione
seriale. Il pensiero della morte del padre lo conforta, come sempre.
Assorbe un po’ dell’energia cinetica delle molecole circostanti, elevata dato
il calore. Alle sue spalle, un cratere largo centinaia di metri che sputa fiamme atomiche senza sosta. Come ambiente promette
bene.
Non riconosce il pianeta su
cui si trova, ma è assolutamente certo che non si tratti di nulla di
lontanamente simile alla Terra. Non riesce ad avvertire nessuna crescita
biologica, benché non sia esattamente la sua specialità. Ed
il calore del pozzo non aiuta di certo a concentrarsi.
Il gigante di due metri e
dodici si guarda intorno, non riuscendo a scorgere altro che terreno
artificiale e pesanti gas di scarico, tanto che persino il suo apparato
respiratorio progettato per sopravvivere in qualunque ambiente sta iniziando a
perdere colpi. Ed è ancora molto disorientato dal
viaggio, gravoso perché largamente inaspettato, a differenza degli altri.
“Un nuovo
universo pieno di possibilità, magari compresa l’assenza di seccatori. Quasar e gli altri devono essere da qualche parte in
questo nuovo cosmo, ma non possono certo cercarmi ovunque…specialmente se hanno
ben altro a cui pensare. Tutto quello che devo fare è trovarmi un luogo sicuro,
tenere a bada queste maledette manette quantiche, e tenere un profilo basso. Se
mi gioco bene questa opportunità, posso risolvere di
colpo tutti i miei problemi”.
I costrutti quantici che
porta ancora ai polsi sono troppo danneggiati per bloccare
ancora il suo controllo sull’energia cinetica, ma possono ancora disturbare
alcune delle manipolazioni più sottili.
Per esempio, se la sua
capacità di avvertire anche il più piccolo movimento fosse stata
ancora a livelli accettabili, si sarebbe accorto dell’avvicinarsi di uno sciame
di cyborg alati con la bava alla bocca. Invece, li avverte solo quando entrano
nel raggio visivo…un po’ troppo tardi.
I raggi
laser emessi dalle loro lance non
rientrano nella vasta gamma di energie che Maelstrom
è in qualche modo in grado di assorbire o deviare, e le sue cellule non hanno
trattenuto sufficiente energia cinetica per formare uno scudo decente.
Non resta che schivare i
colpi, ma i nemici sono considerevolmente troppi per continuare all’infinito, e
nel raggio di un chilometro non c’è niente da utilizzare come scudo. Con queste
premesse, il signore incontrastato del movimento smette di combattere a pochi
minuti dall’inizio dello scontro, trovando molto più vantaggioso esplorare in tutt’altro modo le potenzialità di
questo universo. Un poderoso BANG segna la conclusione.
-Vediamo se ho capito bene –
puntualizza Quasar mentre lascia scomparire le catene con cui ha temporaneamente imprigionato il proprio avversario; ci
sono ben pochi metodi più efficaci dell’imprigionare l’interlocutore per avere
la possibilità di parlare, e questo vale in qualsiasi universo purtroppo.
-Sei una sorta di poliziotto
dello spazio con un’arma a forza di volontà, e ti sei imbattuto in una potente
tempesta elettromagnetica che ha mandato in tilt tutti i sistemi di
comunicazione di un vicino pianeta…
-C’hai preso, più o meno. Ci ho messo un’ora per
assicurarmi che stessero tutti bene, e per rintracciare la fonte di tutto
quanto. Quando poi ho visto te e quell’enorme coso
giallo… ho creduto subito che l’avessi fatto apposta.
-E’
probabile che la tempesta sia stata generata dal nostro arrivo. Non è stato certo un atterraggio morbido.
-Già, beh, mica potevo sapere che eri un super-eroe di un altro universo.
Tutta questa roba è abbastanza nuova per me.
-Hai individuato la presenza
di qualche altro terrestre…perché sei della Terra, vero ?
-Già, anch’io vengo dalla
cara vecchia palla blu. Comunque non ho visto nessun
altro. Posso cercarli ancora, però.
-No, se non rispondono
probabilmente sono fuori dal raggio delle
comunicazioni, il che vuol dire molto molto lontano.
A proposito, quanto siamo lontani dalla Terra ?
-Settanta, ottanta anni-luce,
giù di lì.
-Incredibile,
usate persino le nostre stesse
unità di misura. Mi chiedo se non abbiamo sbagliato
universo. Ci penseremo dopo, e anche a recuperare gli altri… devo
portare a termine una missione. Ti sembrerà assurda…
-Amico, da quando mi hanno
dato questo anello ne ho viste di cose assurde. E conosco un sacco di gente che ne ha viste molte di più.
-Allora… c’è un’entità molto
potente che sta divorando interi universi, e sia il mio che il tuo sono sulla lista a quanto pare. L’unico modo per fermarlo è
una certa arma… ed è tutto, ci serve quest’arma.
-Tutto qui
? Non sapete neanche come è fatta ?
-Solo che dovrebbe
assomigliare ad una sfera d’argento.
-Dire che è poco è un
eufemismo…comunque, forse dovresti parlare con
qualcuno di più esperto di me. Seguimi…ti porto alla
Torre di Controllo.
-Vediamo se ho capito bene –
puntualizza Overman mentre fluttua al limite
dell’atmosfera terrestre, davanti a Molecola che sta in piedi su una
piattaforma di molecole di ossigeno compresse.
-Fai parte di un gruppo extradimensionale chiamato non ufficialmente “Protettori
dell’Universo”, e state cercando un’arma di cui non sapete quasi nulla per
distruggere un colossale organismo divora-universi.
-E’ esatto. Per qualche motivo non riesco a trovare i
miei compagni, ma la cosa più importante è trovare l’arma.
-Sono desolato, ma non ho
assolutamente idea di dove possa essere quello che
cercate. Hai fatto un ottimo lavoro, prima…potevano andarci di
mezzo molti innocenti. Come hai fatto a trasformare il robot in vetro ?
-Te l’ho detto, l’ho chiesto
e basta. Ho dato degli ordini alle molecole ed hanno obbedito, come al solito.
-Incredibile. Non sarai per
caso l’ultimo sopravvissuto di una razza aliena con capacità superiori ai
comuni mortali ?
-No, sono uno scienziato a
cui è esploso in faccia un acceleratore di particelle. Da qui le cicatrici in
faccia.
-Se non fosse per l’urgenza
del vostro problema sarei tentato di presentarti Stormfire. Avreste molto da raccontarvi. Forse è meglio che
ti porti alla Torre; dopo quello che hai fatto, non mi
sorprenderebbe vedere Lee Luther
tentare di convincerti ad aiutarlo a conquistare Metro City.
-Se è una minaccia così grave, c’è il tempo per fermarlo…
-Mi piacerebbe, ma finora non
ha ancora infranto ufficialmente la legge. Se non sei
mai stato teletrasportato ti
consiglio di prepararti… Due per la Torre di Controllo.
°Vediamo se ho capito bene –
puntualizza Seaman mentre allontana telepaticamente
le balene, ancora incerto se lo straniero abbia detto
o meno la verità.
°Sei l’Uomo Più Veloce di un
altro mondo, stai cercando una imprecisata arma per
salvare l’universo, ed hai perso tutti i contatti con i tuoi compari.
-Precisamente.
°Ho sentito storie più
assurde, anche se sinceramente sono state molto poche.
-Senti, uomo-pesce, tutto
quello che mi serve è che tu mi lasci andare nello spazio per cercare di
ritrovare gli altri.
°Posso darti un passaggio.
-E come, nuotando più veloce
della luce ?
°Faccio parte di un gruppo
che ha una base sulla Luna, e posso ordinare un teletrasporto
per due.
-Grande. Anche voi avete Star
Trek ?
°Non ho idea di cosa sia.
-Vediamo se ho capito bene –
puntualizza Darknight mentre lega i due malviventi in
modo che sia impossibile slegarsi senza slogarsi un braccio.
-Vieni da un altro universo.
-Sì – risponde l’altrettanto
laconica Nuvola.
-Hhhmmm. Non è affar mio. Due per
la Torre di Controllo, in fretta… ho cose serie da fare, stanotte.
Una mano artigliata spinge a
terra Maelstrom senza la minima delicatezza,
facendolo sbattere contro il pavimento di spesso granito. Il gigante spende
qualche istante a fantasticare sui metodi utilizzabili per far soffrire il
cyborg più di quanto possa credere di poter soffrire,
ma capisce che può trarre un vantaggio maggiore dall’aspettare il momento
adatto. Altri soldati lo colpiscono con le loro lance; se non avesse appena
disattivato i centri del dolore sarebbe stato molto più difficile restare
calmi.
Deve resistere per poco,
perché già alla quinta lancia i sudditi si bloccano ed indietreggiano
all’arrivo del colosso di pietra che si ferma proprio davanti alla faccia di Maelstrom, fissandolo con i proprio occhi
infuocati.
-Le mie
congratulazioni. Raramente i prigionieri dei Paradiavoli riescono ad arrivare
vivi fino a me. Chi sei ?
Maelstrom si alza in piedi, senza che l’essere di pietra muova
un muscolo, continuando a tenere le mani dietro la schiena. E’ alto poco più di
due metri, ed anche se è superato in altezza dallo straniero
resta indiscutibilmente il più imponente.
-Nient’altro che un umile scienziato, esiliato dal proprio mondo da anarchici
che non riconoscono l’autorità suprema dei propri sovrani. E’ chiaro che regnate su questo mondo perfettamente
manovrato con pugno di ferro, così come dovrebbe
essere. Vi chiedo umilmente asilo politico, in cambio dei miei umili servigi.
-Hn. Certamente non sei una spia di Nuova Eden, nessuno di loro potrebbe essere
così pateticamente servile. Per tua fortuna Darksider, signore di Armageddan,
ha sempre trovato il modo di trasformare i piccoli vigliacchi in grandi
martiri.
-Perfetto, allora…ho
parecchie morti sul mio curriculum.
-Non ho mai
sopportato gli spiritosi. E ricorda… Darksider dà…
Dagli occhi del mostro
fuoriescono due raggi di energia, inizialmente diretti
verso Maelstrom ma che cambiano velocemente
traiettoria, procedendo a zig-zag finché non colpiscono uno dei Paradiavoli…che
si contorce mentre le sue interiora si disintegrano, per poi procedere alla carne,
e soltanto alla fine i nervi ed il cervello scompaiono dalla vista.
-…Darksider prende.
Dopo uno
dei Salti Quantici più bizzarri della sua vita, Quasar riemerge nello spazio
normale davanti ad una esatta replica del proprio mondo natale, seguendo la
scia verde che sa essere il suo nuovo alleato.
“Non ho idea di cosa
accidenti fosse quella dimensione da cui sono passato per arrivare fino a qui…
assomigliava alla Zona, ma era completamente bianca ed avevo la costante
sensazione di essere inseguito da dei fantasmi”.
L’altro è molto, molto più
veloce. Non ha nemmeno dovuto uscire dallo spazio
normale per superare la velocità della luce…chissà se è per via di qualche
legge fisica diversa da quelle che Quasar conosce, o se riuscirebbe anche nel
suo universo. Di certo non sembra di essere in un posto così diverso: tutto è
virtualmente identico, persino la Luna verso la quale si dirigono è in tutto e
per tutto identica a quella che conosce. Tranne che per l’assenza della Zona
Blu e del relativo Osservatore, cioè. Sarebbe
interessante controllare l’eventuale presenza del modulo di atterraggio
dell’Apollo 11, ma una costruzione ben più imponente distrae il Protettore: una
torre più alta della maggior parte dei grattacieli terrestri, di un materiale
nero debolmente illuminato.
I due eroi entrano da un
portellone che si apre con un raggio dell’anello verde, e salgono passando per
un apposito condotto. Entro un paio di minuti, si
ritrovano in una enorme sala dominata da una grande
tavola rotonda, sulle cui relative sedie sono impressi degli strani simboli.
-Quaze ! – lo chiama una voce familiare, ed appena prima che
le onde sonore raggiungano l’obiettivo Makkari è già
pronto ad abbracciarlo.
-Sapevo che saresti arrivato
anche tu. Sembra che tutti quanti abbiamo incontrato
un membro di questo gruppo… credo si chiami Justice Legion of America, o qualcosa del genere.
Quasar si guarda subito
intorno per rintracciare i propri alleati. Molecola sta parlando ad un umanoide
dalla pelle verde e ad un uomo con un costume rosso e blu; Nuvola con una donna
robusta in più di un senso ed un uomo dalla pelle di plastica che muta forma in
continuazione. Di fianco a quello che ha rintracciato Quasar è appena arrivato
un altro uomo in costume rosso, mentre in fondo alla sala un uomo con lunghi
capelli biondi ed un altro con un costume nero osservano gli altri senza dire
una parola.
-Se ho capito bene questi dovrebbero essere Manhunting
Mercurian, Overman, Amazing Amazon, Elastic Man, Darknight, Seaman, e quello che parla con il tuo amico verde dovrebbe
essere il Lampo, ma non ho fatto in tempo a parlarci. Da queste parti le cose
accadono anche più in fretta che da noi.
-Sono io, o questo posto è
incredibilmente simile a casa nostra ?
-Sì, ha un che di già visto.
-Ora che mi ci fai pensare non assomigliano parecchio a…come si chiamano…
-Lo Squadrone Supremo ?
-Pensavo più a quegli altri…
-Beh, Quaze,
a chiunque somiglino, è talmente simile al nostro universo che ho quasi l’impressione di essere finito alla Distinta
Copiatura.
Nello stesso momento, ai
limiti più estremi dello stesso universo, Maelstrom segue il colossale Darksider,
non più tenuto d’occhio dai Paradiavoli. Ormai è fin troppo chiaro che il
sovrano di questo mondo ha ben poco da temere, persino da uno
come lui. Ma in fondo, i nemici più potenti sono
quelli che danno più soddisfazioni.
-A quanto mi dici,
Maelstrom, il tuo universo non è tanto diverso dal
mio. Mi chiedo se non siamo forse nati da un qualcosa
di altrettanto simile, così come Armageddan e Nuova
Eden nacquero dalla distruzione del mondo dei vecchi dei, il Quarto Pianeta.
-Sì, ci si divertiva.
I due percorrono infiniti
corridoi che negano la vista del cielo, comunque
deturpata dai ribollenti pozzi atomici. Centinaia e centinaia di schiavi,
incoraggiati dallo schioccare delle fruste energetiche sulla propria pelle, si
sbrigano a trasportare contenitori di vetro. Sopra le loro
teste, nell’unico spazio vuoto dell’intero sottosuolo che non è occupato
dalle onnipresenti fiamme, un organismo alieno è stato trafitto con un uncino
di diversi metri di lunghezza.
-Sembra una sorta di
mega-stella di mare con un occhio.
-E’ Starr, un tempo fiero
conquistatore dello spazio ed ora ridotto a materia prima per i miei
scienziati.
-Sarei molto interessato ad
esaminarlo.
-Tu farai solo ed esclusivamente
quello che io ti ordinerò, e nient’altro. Su Armageddan, ogni
cosa deve avere il mio permesso.
-Comunque
sento i suoi ferormoni fin da qui. Se non gli somministrate un po’ di
agenti anti-psichici, inizierà a controllare le menti di tutti gli
abitanti del pianeta.
-Sei un genetista ?
-Il migliore che puoi trovare
sulla piazza.
-Allora aguzza i
tuoi sensi e scoprirai che non solo Starr è
interamente sotto il mio controllo, ma che i miei schiavi stanno trasportando
delle spore che saranno presto diffuse nell’atmosfera terrestre, e che mi
daranno il potere di comandare ogni singolo umano che ne verrà
contagiato.
-Si direbbe interessante. E
come arriveranno sulla Terra ? A giudicare dalle
stelle, siamo su di un piano dimensionale diverso.
-Tramite un apposito
Bangdotto, naturalmente. Continua
questo inutile borbottìo e ti ritroverai
dentro uno di essi, pronto per essere assoggettato come tutti gli altri.
-Oh, credo di poter resistere
benissimo al loro influsso. Piuttosto…non ti interesserebbe
avere un emissario su quel mondo, in modo da frenare eventuali tentativi di
ribellione ? Se è simile alla Terra che conosco io,
arriveranno fin troppi seccatori.
-Sei terribilmente
ambizioso, per un extra-dimensionale che è sul mio
pianeta da meno di sei ore.
-Se c’è una cosa che detesto è fare la stessa cosa per
più di un giorno. Dalle mie parti, non c’è nessuno di più imprevedibile di me:
vivo, morto, libero, prigioniero… spiazzare il prossimo è uno dei pochi piaceri
rimasti a questo povero genetista a corto di modi originali per far soffrire.
D’altra parte, neanche qui lesinate in rapidità nei cambiamenti, a quanto ho
già visto.
-Ho calpestato
migliaia di mondi, distrutto milioni di civiltà ed accumulato più sudditi e
carne da macello di quanta ne possa contare per una
vita intera. Il mio potere non ha eguali in tutto il cosmo, e
la mia ricerca della Formula della Non-Vita è sempre più vicina alla sua
conclusione. Puoi quindi immaginare quale importanza possano
avere le tue azioni per Darksider.
-Cioè posso andare ?
-Fai ciò che vuoi,
purché non ti sia ordinato il contrario. E’ una concessione molto rara, su Armageddan…come la sopravvivenza.
-Beh, se ti piace la
distruzione, dovresti dare un’occhiata a quello che ho
intenzione di fare. Mi servirebbe soltanto una cosa…
Ad un gesto di Maelstrom, uno dei contenitori in vetro viene
strappato dalle mani dello schiavo che lo sta trasportando, e si dirige verso
il signore dell’energia cinetica mentre il povero schiavo viene pestato a
sangue dai suoi carcerieri.
Il contenitore viene aperto, e la velocità delle spore viene portata
rapidamente a zero, così da impedirne la propagazione. Mentre
restano a mezz’aria, Maelstrom pratica con le unghie
un’incisione sul proprio avambraccio: la ferita è veramente minima, data la
quantità di polimeri che ne induriscono la pelle, ma speciali muscoli dilatano
la pelle fino ad allargare l’incisione ad una ventina di centimetri. Le spore
entrano nelle vene, ora in piena vista, e la pelle si richiude intorno,
lasciando solo una insignificante cicatrice.
-Ecco fatto, ora ho tutto
quello che mi serve. Dove sarebbe questo Bangdotto ?
Darksider solleva un dito, indicando la
direzione più breve-la stessa degli schiavi. Senza nemmeno salutare, Maelstrom annulla la presa della gravità ed assorbe un po’
del movimento degli schiavi, per volare verso la propria destinazione.
Due Paradiavoli cercano di
fermarlo, incrociando le lance, ma si ritrovano a colpirsi a vicenda. Prendendo
in mano due contenitori, Maelstrom si lancia nel tubo
luminescente che ha davanti, sentendo un fortissimo bang sonico…prima di
smettere di pensare e di esistere per un interminabile istante, molto simile a
quello che lo ha portato in questo nuovo mondo.
CONTINUA…
Nel prossimo numero:
101 modi per sconfiggere gli eroi più potenti della
Terra !