Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: http://www.comicus.it/marvelit/images/loghi_storie/Quasar_lg2.gif

#100

di Fabio Furlanetto

 

VERDETTO UNIVERSALE

Parte 6 di 6

Almeno tu nell’universo

 

 

C’era una volta un universo, ma ora nessuno se ne ricorda più. Centinaia di miliardi di galassie, un tempo popolate da centinaia di miliardi di stelle, sono ormai scomparse.

C’è solo un pianeta, adesso. Non orbita attorno ad una stella ma ad un trono, più grande di quanto si possa immaginare. Seduto su quel trono c’è l’unico dio rimasto, l’onnipotente Lord Odio. Attorno a lui c’è un anello, praticamente invisibile per quanto è microscopico al suo cospetto, composto dalla popolazione di tutti i pianeti che un tempo abitavano le galassie ormai cancellate.

Coloro che maledicono Lord Odio bruciano vivi. Coloro che lo osannano bruciano vivi. La morte non esiste più e non può portare loro sollievo.

La luce generata dalla carneficina è l’unica a raggiungere il pianeta senza sole e senza nome.

 

Una figura umana arranca sulla superficie arida di questo mondo. Il mantello che indossa lo protegge solo in parte dal vento acido che brucia la sua pelle.

L’uomo si ferma per riprendere fiato: non si è mai spinto fino a questo punto, e dubita seriamente di poter fare un altro passo senza perdere le energie per tornare a casa. Prima che si volti, però, i suoi occhi colgono un dettaglio inaspettato. C’è una flebile luce che non proviene da Lord Odio, e dovrebbe essere impossibile.

-Lo sapevo – mormora Wendell Vaughn.

Stringendo i denti arranca verso la luce, scoprendo di cosa si tratta. C’è una donna nuda accasciata al suolo; priva della protezione che lui ha trovato, la sua pelle è stata orribilmente deturpata dall’acido. Eppure è viva.

Wendell si chiede da quanto tempo la donna sia all’esterno, quando nota che cosa sta proteggendo. La fonte della luce è una piccola candela, che resiste con tenacia al vento che cerca di spegnerla.

Wendell solleva la donna, che nonostante sia troppo debole per opporsi continua a stringere un mano la candela, proteggendola come può dal vento.

Il viaggio verso casa è lungo e doloroso, ma la donna riesce comunque ad impedire che la fiamma si spenga.

 

E’ impossibile dire quanto tempo è necessario perché la donna riprenda conoscenza. Quando ci riesce, però, la sua prima preoccupazione è la mancanza della candela. Si guarda attorno per capire dove si trovi: è una sorta di grotta male illuminata e senza alcun arredamento.

Le fa male la schiena. Il letto in cui si è risvegliata è di legno, senza alcun materasso o cuscino. Solleva la coperta di stracci e si rende conto di essere nuda.

La seconda cosa di cui si rende conto è di essere umana, perché non riesce né a levitare né ad emettere un segnale radio. Si alza in piedi, barcollando per la scarsa abitudine ad essere composta di carne e sangue.

-Stai attenta, non sei resuscitata da molto – suggerisce una voce sconosciuta.

A parlare è stata una bambina appena arrivata sulla soglia. E’ vestita di stracci ed ha in mano la candela, ancora accesa.

-Io mi chiamo Epoch.

-Nuvola – risponde la donna.

-Sei guarita alla perfezione. Quando Wendell ti ha portata qui non avevi quasi più pelle né muscoli. Ti ha fatto male?

-Sì. Sì, l’unica cosa che ricordo è il dolore.

-Beh, come tutti no? – alza le spalle la bambina, uscendo dalla stanza.

Nuvola la segue senza prendersi la briga di coprirsi. Il resto della grotta è spartano come la stanza, o meglio la sezione in cui si è risvegliata. L’unica luce arriva da piccoli fori nel soffitto che raggiungono la superficie, dovunque essa sia.

Epoch appoggia la candela a terra e si accovaccia, iniziando a scrivere qualcosa su un foglio di carta utilizzando un pezzo di carbone finemente lavorato.

-Che stai facendo?

-Prendo appunti. Questo è un libro, una cosa che ho inventato per insegnare agli altri le mie scoperte…o almeno, lo farei se qualcuno volesse prima imparare a leggere. Tu sai farlo?

-Credo di no. Stai attenta con quella candela, non so perché ma è molto importante che non si spenga.

-“Candela”, è così che si chiama? Dovrò scrivermelo. Lo sai che questa è la prima fonte di luce non proveniente da Odio che sia mai stata scoperta? Lo sai chi è Odio, vero?

-Dovrei saperlo?

-Decisamente sì. Dovresti averlo visto: seduto su un trono, occupa due terzi del cielo, non puoi sbagliarti. Di solito è la prima cosa che si vede quando si nasce. Ora ascoltami, è molto importante: avevi con te questa candela, quando sei apparsa sulla superficie?

-Sì, è il mio primo ricordo.

-Questo…questo è… - resta senza parole Epoch, che si alza in piedi quando sente il rumore di passi che si avvicinano.

Ad entrare nella grotta è un’altra donna, vestita di stracci come Epoch ma anche di sporco e carbone. E’ visibilmente esausta e le sue parole sono pronunciate con fatica.

-Ah bene, sei sveglia. Domani cominci a lavorare anche tu. Io mi chiamo Lara.

-Nuvola. Che tipo di lavoro?

-Credi che queste grotte si siano scavate da sole? Sia lodato Odio per averci mandato un altro paio di mani.

-Lara, Nuvola è appena stata creata. Non pensi che dovrebbe prima essere istruita su come funziona il mondo?

-Chiederò a Wendell di parlarne ad Eternità…ad una condizione sola, Nuvola. Mettiti dei vestiti.

 

Eternità non è particolarmente impressionato dall’incontro con Nuvola. Non solo sembra costantemente distratta, ma continua ad agitarsi come se non fosse abituata alla sensazione di avere dei vestiti addosso.

Wendell è poco distante, evidentemente divertito dalla scena. Ai suoi occhi nemmeno Eternità è molto impressionante: certo, indossa un elegante mantello dal vistoso collare al posto di umili stracci, ma in fin dei conti è solo un vecchio troppo fragile per poter lavorare. Epoch siede al suo fianco, intenta a studiare ogni singola parola. Dal momento in cui Wendell l’ha salvata dalla superficie, Eternità sospetta che un giorno Lord Odio lo sostituirà con la bambina.

-Prestami molta attenzione, Nuvola. Lord Odio è il nostro signore, onnipotente ed onniveggente. Ognuno di noi nasce nel dolore, sulla superficie: scendiamo poi nelle viscere della terra per rendere gloria alla sua luce. Ogni giorno finisce con la nostra morte in atroci sofferenze, ma ogni mattina rinasciamo grazie alla Sua volontà. Loda il nome di Lord Odio prima di ogni morte e dopo ogni rinascita. Questo è tutto quello che c’è da sapere sul mondo; domande?

-Che cosa c’è all’esterno delle grotte? – chiede Nuvola, lanciando un’occhiata verso Wendell.

-Dolore e sofferenza eterni, ovviamente. L’aria brucia ogni cosa: è un segno che Lord Odio non vuole che usciamo. Al di là dell’acido c’è solo Lord Odio.

-E perché dovremmo lodarlo?

-Perché ha creato noi ed il mondo, e ci fa rinascere ogni mattina.

-Dopo che ci ha ucciso – interrompe Wendell.

Eternità non nasconde minimamente il proprio disgusto per le parole di Wendell:

-Chi non si piega al suo volere muore tra atroci sofferenze mille volte peggiori a quelle di ogni notte.

-Ma non è permanente. Ho perso il conto delle volte in cui sono morto in quel modo.

-Nuvola, non dovresti ascoltare Wendell: nella sua misericordia Lord Odio gli ha concesso più possibilità, ma tu non devi seguire la sua strada: un giorno subirà tutta la collera dell’onnipotente.

Eternità ha pronunciato queste parole con la maggior drammaticità possibile, ma Wendell sembra fregarsene: si mette le mani in tasca e comincia ad allontanarsi.

-Io vado a farmi un giro. Vieni, Epoch.

Eternità è visibilmente adirato, ma il suo stato d’animo non sembra influenzare Nuvola che ha solo un’ultima domanda.

-Come fai a sapere che non c’è niente oltre l’atmosfera?

-Non c’è motivo perché ci sia. Non c’è motivo per nulla che non provenga da Lord Odio.

Riflettendo sulle parole di Eternità, Nuvola osserva Epoch allontanarsi: ha con sé la candela.

 

Le grotte non sono particolarmente stabili: sono scavate con strumenti primitivi, ed il mondo è spesso scosso da potenti terremoti che provocano crolli.

Essere sepolti in una grotta collassata è una delle cose peggiori che possano capitare in questo mondo. Ogni mattina si rinasce, le proprie ossa sono spaccate dal peso dei macigni, si muore tra atroci dolori la sera, e tutto si ripete ogni giorno.

Non c’è da stupirsi che queste zone siano abbandonate dopo il crollo. Wendell ed Epoch non incontrano nessuno quando si intrufolano in una di queste zone, e Nuvola riesce a seguirli senza grossi problemi. A questa profondità l’unica fonte di luce è la candela, però, ed è necessario restare abbastanza vicini per non perderli di vista.

Raggiunta una zona particolarmente buia Wendell prende di sorpresa Nuvola, afferrandole le braccia e bloccandole dietro la schiena.

-Non gridare. Siamo troppo lontani perché qualcuno ti possa sentire. Se sei una spia di Morte, ti seppellirò qui e nessuno ti troverà mai.

-Non so neanche chi sia Morte – ammette Nuvola, senza cercare di liberarsi.

-Sta dicendo la verità. Lasciala andare – ordina Epoch.

Wendell acconsente, e Nuvola scopre che il proprio cuore sta battendo all’impazzata. Per qualche motivo, la sensazione di avere un cuore nel petto le sembra aliena.

-Morte è la sorella di Eternità e la direttrice dei lavori. Se si accorge che non siamo alla miniera potremmo fare una gran brutta fine. Ora dimmi, se non sei una sua spia perché ci stai seguendo?

-Avete la mia candela. Non deve spegnersi.

-Prima Epoch, adesso anche tu con questa storia? Si può sapere perché questa candela è così importante?

-E’ la prima fonte di energia che conosciamo a non provenire direttamente da Odio. Voglio farla studiare da Owen – spiega Epoch.

 

Gli scavi per creare più spazio per le abitazioni e per estrarre carbone non sono gli unici lavori supervisionati da Morte. E’ piuttosto raro che ci siano dei nuovi arrivati dalla superficie, in fondo, e non è necessario molto calore per scaldarsi. Non c’è bisogno di cucinare perché non c’è nessun tipo di cibo in questo mondo: si ha fame da quando si nasce a quando si muore, per ricominciare di nuovo alla rinascita.

La maggiori parte dei lavori è dedita alla costruzione di opere religiose per l’adorazione di Lord Odio. Una delle più grandi opere avrebbe dovuto essere una statua colossale di Odio, abbandonata però quando una frana ha sepolto tutti gli scultori. Uno solo si è mai liberato.

Wendell, Epoch e Nuvola raggiungono la grande grotta che contiene l’opera realizzata solo per metà. La luce della superficie rimbalza sulla superficie lucida di almeno quattro lastre piatte e lucide posizionate strategicamente, illuminando punti della grotta che normalmente non sarebbero raggiunti dalla luce esterna.

-Che cos’è quel materiale? – chiede Nuvola, indicando le lastre lucide. Non ha visto nient’altro di simile in questo mondo.

-Specchi – risponde un uomo uscito dall’ombra – Cristallo lucidato con fogli di stagno e mercurio. Ci è voluta una vita per produrli, ma ero stufo di continuare ad inciampare.

L’uomo è più basso e più vecchio di Wendell, ma decisamente non quanto Eternità.

-Owen, questa è Nuvola. Speravamo che tu dessi un’occhiata a…

-Sì, arrivo subito! Scusate, ma Marsha è un po’ diffidente verso gli estranei. Perché non entriamo in casa per parlarne?

 

La casa di Owen è molto più accogliente di quella di Wendell. La cosa non dovrebbe sorprendere nessuno, visto che Wendell in fondo non è mai in casa.

Gli specchi portano la luce all’interno prendendola da chissà dove. Ci sono persino delle poltrone, per quanto scomode perché scavate nella roccia (come tutta la casa del resto).

-Allora, adesso che abbiamo scambiato due chiacchiere, di cosa volevate parlarmi?

Owen siede di fianco alla statua di una donna, ovviamente scavata nella roccia; le ha persino cucito addosso dei vestiti, ed ora le ha appoggiato un braccio attorno alle spalle.

Wendell e Nuvola si lanciano un’occhiata come a dire “sì lo so che è pazzo”, ma lasciano che sia Epoch a parlare.

-Voglio che esamini questa – dice porgendo all’uomo la candela.

-Mai visto nulla di simile. Che cos’è?

-Dimmelo tu.

Owen fissa la fiamma intensamente, senza nemmeno battere le palpebre, per più di un minuto. Il fuoco si agita leggermente ad ogni suo respiro.

-Tre quarti di idrogeno ed un quarto di elio in equilibrio idrostatico.

-Hai usato almeno quattro parole che non conosco – ammette Wendell.

-Non le conosco neanche io. Ma so cosa sono. Guarda.

La fiamma raddoppia in dimensione ed intensità, con grande sorpresa dei presenti. Owen chiude gli occhi, concentrandosi: quando li riapre, nell’altra mano c’è una seconda candela.

-Come…come hai fatto? – chiede Wendell.

-C’è una voce nella candela – spiega Epoch.

-La sento anch’io. Penso di sapere cosa vuole che faccia – prosegue Owen, avvicinando entrambe le candele alla statua e dicendo:

-Svegliati.

La statua apre gli occhi, che brillano di una luce infinitamente più intensa delle candele. La sua pelle prende fuoco, ed Owen deve allontanarsi per evitare di essere bruciato vivo.

Solamente Nuvola ed Epoch riescono a guardare la statua alzarsi in piedi senza doversi coprire gli occhi. La statua si osserva le mani, aprendole e chiudendole come per essere veramente sicura di potersi muovere, poi saluta dicendo:

-Ciao.

-Chi…chi sei? – chiede Nuvola.

-Non mi hai ancora dato un nome. Ma a me piacerebbe Iris, mamma.

 

La forma femminile composta di fuoco e fiamme abbassa la propria luminosità a livelli tollerabili. Il suo corpo diventa di carne ed ossa: ora ha l’aspetto di un’adolescente, e nonostante i capelli rossi e le strisce di fuoco che nascondono seno e bacino assomiglia decisamente a Nuvola.

-Ecco, così dovrebbe andare meglio.

-Non sei umana – sottolinea Epoch.

-Sono una stella. O almeno lo ero; mamma è riuscita a salvare solo una piccola parte di me. Non ti ricordi di me, mamma?

-Non mi ricordo di niente.

-Io ricordo. Ricordo tutto, adesso – interviene Epoch, la cui voce è cambiata in modo completamente innaturale. Ma non dev’essere sorprendente, visto che sulla sua fronte si apre un terzo occhio e la sua pelle inizia a diventare marrone.

-Posso leggere la tua mente e ricordare l’universo, Iris. Ricordo la Coscienza Cosmica ed ascolto tutte le voci di questo mondo.

I presenti indietreggiano: non solo le gambe di Epoch si sono trasformate in radici che si conficcano nel terreno, ma il suo corpo sta rapidamente crescendo fino a riempire tutta l’abitazione e diventare qualcosa di completamente disumano.

-Posso sentire l’assenza di speranza ed il dolore insensato. Posso sentire le urla di triliardi di innocenti torturati da Lord Odio.

Iris mette in salvo gli altri volando all’esterno, osservando la gigantesca Epoch crescere spaccando a metà il monumento incompiuto, ed alza lo sguardo fino a vederla riempire l’intera grotta.

-Io sono Epoch, Colei Che Attende, custode della vita, ultima linea di difesa dell’esistenza, e sono incazzata nera. A me, miei Protettori!!!

 

Da qualunque punto di vista, Iris è viva solo da pochissimo tempo. Quando ha manifestato per la prima volta un corpo ha dovuto stare molto attenta a non incenerire le persone che stava cercando di salvare, visto che erano incredibilmente fragili. Ora è lei ad indietreggiare e sentir palpitare il cuore che non ha.

Può avvertire la materia dell’aria stessa inchinarsi al piccolo uomo timido che ha conosciuto come Owen, cambiando la propria forma per ricostruire il costume di Molecola. Quest’uomo così fragile solleva una mano e le pareti della caverna si sbriciolano, riducendo in polvere la massa di una montagna per poter dare ad Epoch un po’ più spazio per poter crescere.

Nuvola inizia a fluttuare, sollevata da fumo bianco che si sostituisce ai suoi vestiti. Sudore e sporcizia si fanno da parte, ricostruendo la perfezione della forma femminile che ha creato per se stessa.

Emette una scarica di plasma mille volte più incandescente della superficie di una stella, atomizzando l’atmosfera esterna per centinaia di chilometri all’esterno della grotta.

Wendell stringe i pugni: attorno ai suoi polsi si sta ricreando qualcosa di più vecchio della Terra, due bracciali dorati che si ricreano con la luce stessa. I suoi stracci lasciano spazio ad un costume rosso e blu. Si alza in volo quando il mantello stellato si sta ancora ricostruendo, salendo fino a guardare negli occhi Epoch.

-Dimmi tutto – chiede Quasar.

Iris cerca di ascoltare il discorso, ma la mano di Nuvola si appoggia sulla sua spalla.

-Mamma!

-Sono fiera di te, figlia. Se tu non avessi portato informazioni dal mondo che era, Epoch non avrebbe recuperato la memoria.

-Adesso andiamo a combattere Odio, giusto?

-Non so nemmeno se è possibile combattere qualcosa del genere. Noi ci proveremo, ma tu sei troppo inesperta in queste cose: cerca di trovare un posto sicuro.

-Ma posso aiutarvi…sono una stella, ho dei poteri!

-Non li hai mai usati. Non così.

-Ci sarà pure qualcosa che posso fare, no?

 

Con la limitata tecnologia di questo mondo, lavorare la pietra è un lavoro massacrante. Tutto deve essere fatto a mano, e dato che non c’è nulla da mangiare le ultime ore sono le più terribili perché non si ha nemmeno l’energia per stare in piedi.

Una donna sta osservando i lavori della nuova statua colossale di Lord Odio. Il suo saio viola è l’unico simbolo della sua autorità, ma è sufficiente: anche se raramente Morte parla, la gente ubbedisce.

-Sorella, ho bisogno di parlarti – la chiama Eternità, ma Morte non risponde. E’ molto, molto raro che i due si rivolgano la parola.

-Vorrei parlare ancora con la ragazza che mi ha portato oggi Wendell. Credo che quel pazzo le stia mettendo in testa idee eretiche come ha fatto con Epoch. Avremmo dovuto esiliarlo in superficie tempo fa…comincio a pensare non sia per nulla riconoscente verso Lord Odio.

Una lama di energia quantica appare all’improvviso, decapitando l’enorme statua con estrema facilità. La testa precipita verso i lavoratori, per poi trasmutarsi in acqua prima di colpirli.

-Penso anch’io – commenta con voce sottile Morte, senza cambiare la propria espressione facciale eternamente neutra.

Quasar atterra poco distante, affiancato da Nuvola ed Iris. Molecola invece si sta preoccupando di creare nuove vie d’uscita per i lavoratori che stanno scappando in preda al panico.

Eternità si avvicina indignato, agitando istericamente le mani.

-Questo è un affronto verso Lord Odio! Come osate profanare la sua immagine? Dovrei…

-Non adesso – risponde Quasar, creando un manganello nella propria mano destra ed usandolo per colpire Eternità dritto sul naso.

-Quasar. Ce ne hai messo di tempo – lo saluta Morte.

-Sai com’è, il traffico, gli dei del male che distruggono la realtà. A proposito, sarebbe stato carino da parte tua fare qualcosa tanto per cambiare.

-Odio ora ha il potere del Tribunale Vivente e nessuna delle sue limitazioni. Se lui non vuole, nessuno può morire.

-A questo possiamo rimediare. Iris, quando vuoi.

-Davvero? Questo vuol dire che sono un Protettore dell’Universo, adesso?

-Vedremo – risponde Nuvola.

La stella adolescente rilascia un flusso di plasma a cinquemila gradi, sufficiente a vaporizzare completamente un essere umano. Eppure Morte non scompare completamente come dovrebbe: uno scheletro bianco resta al suo posto, ancora in piedi nonostante non ci siano più muscoli a sostenerlo.

-Hm. Dovrebbe succedere qualcosa, ora – commenta perplesso Quasar.

Una luce si accende negli occhi del teschio, e la Morte inizia a guardarsi attorno.

Centinaia di persone si accasciano al suolo in tutta la grotta.

-Non sono stato io! Giuro!– chiarisce urlando da lontano Molecola.

-Credo sia appena successo qualcosa – sottolinea Nuvola.

 

Naturalmente non sono solo i lavoratori di questa grotta a morire e cadere a terra. In tutto il pianeta, tutti muoiono nello stesso identico istante. E a differenza di quanto è successo in tutti i giorni di cui possono ricordarsi, non si risveglieranno la mattina.

Lara si asciuga la fronte dal sudore, osservando le centinaia di persone che in ogni direzione si accasciano al suolo. Non sa perché sia stata risparmiata, ma in un qualche modo la cosa la rassicura.

-Wendell, spero tu sappia cosa stai facendo. Buona fortuna.

Detto questo, il mondo casca nell’oscurità.

 

Seduto sul trono al centro di tutta la realtà, Lord Odio è in estasi. Non solo il potere assoluto del Tribunale Vivente è suo, ma tutti i suoi nemici ora stanno mangiando la polvere. Tutti gli esseri viventi del multiverso sono tra le sue mani, impegnati per l’eternità in un trionfo d’odio nei suoi confronti. Tutto ciò che esiste e non è Odio gli sta fornendo sempre più energia.

Immerso nella sua estasi cosmica, concentra la propria onniveggenza nell’assaporare ogni singola goccia d’odio che esista.

Ormai ha quasi dimenticato il mondo che ha creato per assaporare un tipo d’odio più personale e prelibato. Inizialmente si è divertito a recuperare alcune anime dall’inferno di cui si sta nutrendo e a ricrearne i corpi sul pianeta, giusto per farli soffrire ancora di più.

Ma ormai è troppo soddisfatto di questa soluzione. Si chiede cosa potrebbe fare per assorbire ancora più odio…forse creare una copia di se stesso, così da odiarsi reciprocamente?

Le sue fantasie estatiche sono interrotte da qualcosa che attira istantaneamente la sua attenzione: una infinitesimale diminuzione del flusso d’odio proveniente dal pianeta.

Prima che possa uscire dal torpore della sua apoteosi, accade qualcosa che è come un pugno allo stomaco: i triliardi di persone che sta torturando iniziano rapidamente a morire, uno dopo l’altro.

La debole luce dei loro corpi che ardono era l’unica cosa ad illuminare l’universo, ed ora sparisce.

La rimpiazza la luce che brilla negli occhi di Lord Odio con la potenza di diecimila supernovae.

La voce di Lord Odio è un ruggito che potrebbe scuotere la terra dall’altro lato di una galassia.

-Quasar.

 

La luce delle Bande Quantiche illumina di giallo la grotta, mentre Quasar fa il punto della situazione.

-Okay, ora dobbiamo sconfiggere un nemico onniscente ed onnipotente che ce l’ha a morte con noi.

-Di nuovo – sospira Molecola.

-Ammetto di essere un po’ a corto di idee. Suggerimenti?

-Sappiamo già che l’unico modo per separare Odio dal Tribunale Vivente è usare la Lama del Nulla Infinito, ma Odio l’ha distrutta assieme a Makkari – ricorda Nuvola.

-Morte, non puoi forgiarne un’altra?

-Mi servono ottocento miliardi di anime perdute, un buco nero ed il sangue di un dio della morte suicida.

-Io so come creare un buco nero – alza la mano Molecola, ignorato da tutti.

Non tanto perché al momento non riuscirebbero a recuperare gli altri ingredienti, ma perché la luce proveniente da Odio si sta spostando.

Quando gli ultimi sopravvissuti alzano lo sguardo, possono vedere che Lord Odio si sta alzando dal proprio trono.

-Sta venendo qui. Non mi piace proprio che stia venendo qui – commenta Quasar con preoccupazione.

Possenti terremoti iniziano a scuotere la superficie del pianeta, che si avvicina sempre di più all’immenso corpo di Lord Odio. La sola forza gravitazionale potrebbe spaccare il pianeta, ma è il suono della sua voce che fa vibrare ogni grandello di sabbia.

-Ecco i vermi che si nascondono nel mio regno.

 

Lara Winters non ha ancora recuperato completamente la memoria, ed è difficile decidere se questo sia un bene o un male in questo momento. Ma visto che sta arrancando nel buio all’interno di una grotta che è sul punto di crollare, mentre deve anche stare attenta a non inciampare nel mare di cadaveri su cui si trova, al momento ha altre preoccupazioni.

Una fiamma illumina la grotta, dirigendosi proprio verso Lara. E’ troppo veloce perché ci sia il tempo di scansarsi, e Lara si limita a prepararsi al peggio.

-Rilassati – dice la fiamma rallentando a sufficienza da caricarsi Lara sulle spalle, prima di rialzarsi nuovamente il volo alla velocità del suono.

Lara resta senza fiato ed è sul punto di perdere conoscenza. Se la sua salvatrice non si fosse ricordata di avvolgersi in un campo di atmosfera e di proteggerla dagli effetti dell’accelerazione sarebbe stata ridotta in poltiglia molto prima di soffocare.

-Dove mi stai portando? Chi sei?

-Al sicuro, più o meno. Sono la figlia di Nuvola.

-Vi assomigliate: nessuno in famiglia ama molto i vestiti, vero?

Il pianeta senza nome scompare rapidamente in lontananza, microscopico rispetto ai corpi di Lord Odio e della Morte che stanno combattendo.

Potrebbe sembrare uno scontro alla pari, per qualche istante. Ma Odio strappa le braccia allo scheletro femminile senza fare alcuna fatica, per poi afferrare il teschio con entrambe le mani.

-Sei tenace, te lo concedo. Ma io sono diventato molto di più di un semplice concetto incarnato.

Se la Morte ha qualcosa da dire in materia non si pronuncia, preferendo restare in silenzio come le è consono anche quando Odio le sbriciola il teschio stringendo semplicemente i pugni.

Il pianeta si schianta sulla sua guancia, senza lasciare alcuna traccia. Qualcosa di più grande del mondo lo sta attaccando, l’unica altra entità cosmica sopravvissuta.

Epoch non è solo un’entità il cui potere va oltre la comprensione umana, è anche la detentrice della Coscienza Cosmica: nessuna verità le è negata. Quando la concentra unicamente sulla possibilità di poter sconfiggere Odio, non ottiene nulla in cambio.

-Siamo sfuggiti al tuo mondo perverso e lo faremo ancora, Odio! Tu sei un’entità astratta, hai bisogno di lasciare vivo qualcuno perché ti possa odiare…ci sarà sempre qualcuno a combatterti!

In tutta risposta, Lord Odio stringe la microscopica particella che è Epoch nel proprio pugno, bruciandola con una fiamma nera che potrebbe oscurare il Big Bang.

-Non sono più Lord Odio. Ora sono DIO. Non ho più bisogno di voi.

 

Odio riduce le proprie dimensioni a quelle di un essere umano, per poter assaporare in modo più personale la propria vittoria definitiva.

C’è un certo dejà vu: tutto il resto del multiverso distrutto, e solamente i Protettori dell’Universo a poter fermare una minaccia inarrestabile. Forse grazie al perverso senso dell’umorismo di Odio.

Molecola cerca di fermarlo all’interno di una sfera di adamantio, ma Odio non si disturba nemmeno a distruggerla: ci passa attraverso, solo per essere investito da una fiammata al plasma di Nuvola.

-Vedo che faticate a comprendere la grandezza del mio potere.

Lara ed Iris appaiono al fianco di Odio, bloccate da quelle che sembrano catene. Quasar e Nuvola stringono i denti, ma ad Odio non basta.

-No, così non va. Bisogna fare le cose per bene.

Ad un suo gesto delle nuove molecole si creano dal nulla. Formano per prima cosa un sistema nervoso, così da poter trasmettere il dolore. Poi a mano a mano lo scheletro, i muscoli e la pelle, fino a quando una donna è stata completamente ricreata dal nulla ed in totale agonia.

-Marsha!!! Bastardo, che cosa le hai fatto!? – grida Molecola; le cicatrici a forma di saetta sul suo volto brillano per un istante.

-Non volevo lasciare uno di voi senza qualcosa da guardare – risponde Odio, sorridendo.

Quello che segue è uno spettacolo indecoroso. Il corpo di Marsha Rosemberg prende fuoco, le catene che avvolgono Lara si tramutano in punte acuminate che la trafiggono, ed il cuore di Iris esplode mentre lei è pienamente cosciente.

Non esistono parole per descrivere la rabbia provata da Molecola e Nuvola, il cui potere potrebbe devastare una galassia…se Molecola non si trasformasse in sale e Nuvola non si sciogliesse in acqua.

Quasar stringe i pugni, resistendo al dolore causato dalle Bande Quantiche ai suoi polsi che si sono trasformate in filo spinato.

-E così, eccoci qui di nuovo – commenta Odio, avvicinandosi a Quasar.

-Non sei riuscito ad uccidermi la prima volta. Non ti andrà meglio la seconda.

-Parole forti per chi si rivolge a Dio. Inginocchiati.

Una catena rovente avvolge la gamba destra di Quasar, costringendolo ad inginocchiarsi.

-Pensi di potermi prendere di sorpresa in qualche modo? Sono onnisciente ora, Quasar. Siete sopravvissuti solo perché ho lasciato che lo faceste; avrei potuto cancellarvi in ogni istante, se avessi voluto.

-Ma non lo hai fatto. Epoch aveva ragione: hai bisogno di lasciare in vita qualcuno. Sarai anche Dio adesso, ma hai bisogno che esista qualcuno per adorarti.

-Un tempo era così, ma ora sono molto di più. Non ho più bisogno di nessuno: quando ti avrò cancellato, non resterà nulla nell’esistenza oltre a me.

-Io non ne sarei tanto sicuro – risponde Quasar con un mezzo sorriso.

-Stai pensando all’Entità Suprema? Se non si è scomodato nemmeno per fermare me, comincio davvero a sospettare che non esista nemmeno.

-Non ho bisogno di nessun dio, Odio. Solo di me stesso e dei Protettori.

-HA! Non ricordo di averti accecato: non hai visto le loro particelle svanire nel nulla cosmico?

-Ti ho visto uccidere Nuvola e Molecola, è vero. Ma ti sei dimenticato di Makkari.

-L’Eterno? E’ morto nel vecchio mondo. Guarda.

Un’immagine si materializza tra Odio e Quasar: una roccia sospesa nel nulla, dove i quattro Protettori dell’Universo sono tutto ciò che rimane a combattere Odio.

 

-Makkari, prendi la spada e corri – ordina Quasar, porgendo all’Eterno la Lama del Nulla Infinito.

-Ma…

-Quella spada è l’unica cosa che possa salvare il multiverso, se non è già troppo tardi.

-Makkari, forse non è una cattiva idea. Corri – suggerisce a denti stretti anche Molecola.

L’Eterno annuisce guardando il proprio amico, ed inizia a correre.

Un lampo di energia disintegra l’asteroide; l’immagine segue Makkari nella propria corsa per sfuggire all’esplosione. Quando Odio distrugge l’intera galassia, anche Makkari svanisce.

 

L’immagine scompare, ed Odio sorride.

-Visto che fine hanno fatto tutte le tue speranze? Non c’è più nulla che…aspetta.

C’è preoccupazione nella voce di Odio, ed è tutto quello che Quasar sperava di sentire.

-Non l’avevi notato, vero? Non avevi ancora il pieno controllo dell’onniscenza.

L’immagine appare ancora, mostrando di nuovo un momento preciso.

-Makkari, forse non è una cattiva idea. Corri – pronuncia di nuovo Molecola.

-Quell’ultima parola. Ha il potere degli Arcani!

-Sembra che Molecola non lo avesse esaurito, dopotutto. C’era ancora una scintilla, appena sufficiente per alterare una piccola frazione di realtà.

-Ho distrutto l’intero Multiverso. Ho il potere di conoscere ogni cosa in qualunque tempo, ma non riesco a trovare quel maledetto Eterno. Dov’è Makkari!?

La rabbia rende sempre più difficile mantenere il controllo del potere del Tribunale Vivente, e Quasar può sentire i propri atomi faticare per poter restare intatti. Ma la curiosità di Odio è troppo grande per poter lasciare che Quasar svanisca prima di aver risposto.

-Makkari può correre quasi alla velocità della luce. Con il potere degli Arcani, sono sicuro che l’abbia superata. E Makkari ha corso.

Con estrema fatica, Quasar si alza in piedi. Il sangue scorre dalla gamba, ma non ha altra scelta.

-Ha corso più veloce della luce. Più veloce del pensiero.

Quasar apre la mano destra ed allarga il braccio, fissando Odio negli occhi.

-Ha corso così veloce…

Un vento rosso attraversa il nulla. Quasar chiude il pugno, e nella sua mano c’è una spada.

-…che nemmeno Dio l’ha visto.

 

La Lama del Nulla Infinito si conficca nel petto di Odio. Non è una normale spada, nonostante possa sembrarlo: il dolore che infligge ad Odio è immensamente più grande del dolore che potrebbe mai provare un essere umano.

Odio può sentirsi svanire e ritornare ad essere un semplice concetto, perdendo la capacità di pensare e di poter prendere forma. Immaginate di poter essere pienamente coscienti durante la vostra vivisezione. Ora immaginate che ad essere smembrato pezzo per pezzo non sia il vostro corpo ma il vostro stesso essere. Non è nulla rispetto a quello che sta succedendo ad Odio.

Il suo corpo non riesce più a sorreggersi; si appoggia a quello di Quasar, guardandolo negli occhi. L’essere più potente del creato è ora terrorizzato e patetico.

-E stai lontano dal mio universo – lo minaccia Quasar, estraendo la spada.

Odio crolla privo di vita, ed il suo corpo svanisce per essere rimpiazzato da quello del Tribunale Vivente. La sua voce non è tonante come un tempo: l’esperienza è stata spossante persino per lui.

-TI DEVO LA VITA, WENDELL VAUGHN DELLA TERRA. LA MINACCIA DI ODIO…E’ FINITA.

Il Tribunale Vivente si volta verso Quasar…che sta puntando la Lama del Nulla Infinito verso di lui.

-CHE STAI FACENDO?

-Tutto questo non sarebbe successo, se tu avessi fatto il tuo lavoro. Qualcuno deve rimettere le cose a posto, e tanto per cambiare tocca a me.

Quasar si allontana, camminando verso il trono che Lord Odio ha lasciato incustodito. Il Tribunale Vivente riesce a malapena a tenersi in piedi e Makkari sta fluttuando privo di sensi nel nulla, quindi non c’è nessuno per impedirlo.

 

Ragazzo del Wisconsin. Ex agente SHIELD, ex Vendicatore, protettore di un universo che non esiste più. E’ stato Quasar.

Ora è Wendell Vaughn, il Tribunale Vivente.

Le sue ferite guariscono all’istante. La sua uniforme si ripara e si traforma in oro, così come fa la sua pelle. Suo è il potere del precedente Tribunale Vivente, e tra le mani stringe la Lama del Nulla Infinito…l’unica cosa che potrebbe separarlo dal suo trono.

Per un lasso di tempo impossibile da determinare, si rilassa. Ha già gestito un potere divino in passato, ma non era nulla in confronto a questo. Grazie alle macchinazioni di Odio nemmeno lui è limitato dalle regole dell’Entità Suprema, adesso.

Ora può fare. Qualunque. Cosa.

-C’E’ DEL LAVORO DA FARE.

 

Makkari riprende i sensi e si alza in piedi, aiutato dalle mani di uno sconosciuto. Per un Eterno è impossibile ubriacarsi, eppure gli sembra di aver bevuto tutto l’alcool del mondo.

-Credo…che sia un nuovo record… - riesce a dire, con il fiato corto.

-NULLA NEL MULTIVERSO SI E’ MAI MOSSO CON LA VELOCITA’ CHE HAI RAGGIUNTO – conferma la voce del suo soccorritore.

Makkari allontana con forza l’essere che lo ha soccorso: lo riconosce come il Tribunale Vivente, certo, ma è più abituato a vederlo come un gigante.

-Per Zuras, mi hai quasi fatto venire un colpo! Dove diavolo siamo?

-AL DI SOPRA DELLA REALTA’.

-Uhm. Ci credi che mi aspettavo una risposta sensata? Mi sa che non imparerò mai. Quindi ce l’abbiamo fatta? Abbiamo sconfitto Odio?

-SI’. ODIO NON PUO’ PIU’ NUOCERE A NESSUNO.

-Grande. Sai dirmi dov’è Quasar?

Il Tribunale Vivente alza la mano per indicare il cielo; Makkari lo segue con lo sguardo, e resta a bocca aperta.

Si trova al cospetto di un trono dorato su cui è seduto il suo migliore amico. In una mano ha la Lama del Nulla Infinito, e nell’altra una sfera piena di stelle.

-MAKKARI.

-Quaze.

-SONO CONTENTO CHE TU TI SIA RIPRESO.

-Ho un po’ di mal di testa.

-SE VUOI POSSO PENSARCI IO.

-No, grazie, mi sembra che tu abbia già da fare.

-DIREI PROPRIO DI SÌ.

-Ti spiace dirmi che stai  facendo?

-STO RICOSTRUENDO IL MULTIVERSO.

-Non sapevo si fosse rotto. Hey, uhm, a proposito di cose che mi sono perso…

-COME MAI HO IL POTERE DEL TRIBUNALE VIVENTE?

-Già.

-QUALCUNO DOVEVA FARLO.

-Se non altro ti sei messo i pantaloni. Non che un nuovo look ti faccia male, ma se non te ne sei accorto il Tribunale Vivente è proprio qui.

-C’ERA QUALCOSA DI CUI VOLEVO PRENDERMI CURA DIRETTAMENTE. QUALCOSA CHE IL TRIBUNALE VIVENTE NON AVREBBE FATTO; DUE O TRE, IN EFFETTI.

-Uhm…okay. Hey Quaze, ricordi quella volta in cui hai preso il potere di Epoch ed hai combinato un disastro? C’è una cosa divertente, in proposito…

-NON STO COMMETTENDO LO STESSO ERRORE.

-Vedi è questa la parte divertente, perché da qui sembra che tu lo stia rifacendo.

-MILIARDI DI PERSONE SONO MORTE IN UNA GUERRA INTERGALATTICA PERCHÉ MI ERO MESSO A GIOCARE A FARE DIO, MAKKARI. LI STO RIPORTANDO IN VITA.

-Non so se mi piace dove stai andando a parare…

-NON POSSO FARE QUELLO CHE MI PIARE E PIACE SENZA CAUSARE DANNI IMMENSI, MAKKARI, NON C’È BISOGNO CHE TU ME LO DICA. NON POSSO CANCELLARE LA SECONDA GUERRA MONDIALE DALLA STORIA O COSE DEL GENERE. MA SARESTI SORPRESO DA QUANTO SPAZIO DI MANOVRA ESISTE. STO ANCHE RICREANDO TUTTI GLI UNIVERSI DIVORATI DA NEMESI.

-Puoi…puoi farlo davvero? Aspetta un secondo, perché non lo ha mai fatto il vecchio Tribunale!?

-IL POTERE NECESSARIO E’ PIU’ GRANDE DI QUELLO CHE NORMALMENTE MI E’ CONCESSO USARE. RITENGO CHE L’ENTITA’ SUPREMA ABBIA LIMITATO IL MIO POTERE NEL TIMORE CHE IO NE ABUSASSI.

-A PROPOSITO, HO CREATO UNA PRIGIONE APPOSITA PER NEMESI E PER ALTRE COSE DI QUEL LIVELLO; SARÀ DIFFICILE CHE QUALCUNO LE USI DI NUOVO. HO ANCHE RINFORZATO LA STRUTTURA DELLA REALTÀ PER RENDERLA MOLTO PIÙ DIFFICILE DA DISTRUGGERE; DOVREMMO AVERE UN PO’ DI PACE, ALMENO PER UN PO’. QUINDI MI RESTANO SOLO DUE COSE DA FARE.

Quasar afferra la Lama del Nulla Infinito con entrambe le mani, e senza fare alcuno sforzo la spezza a metà. I due frammenti evaporano all’istante.

-UNA SUPER-ARMA COSMICA IN MENO DI CUI PREOCCUPARSI. ANCORA UNA COSA SOLA.

-Che ci faccio qui?- chiede una voce femminile.

-Detesto arrivare durante il secondo tempo. A questo punto potrei fare un’altra battuta sul non indossare pantaloni ma non è che in questo caso mi dispiaccia più di tanto, miss…

-Iris. Era il nome che avevi suggerito a Nuvola, giusto?

-Il nome della dea greca dell’arcobaleno…l’ideale per la figlia di Nuvola e del Sole. Non credevo che fossi già senziente; non dovrebbero volerci milioni di anni?

-FORSE L’UNICO EFFETTO COLLATERALE POSITIVO DELL’OPERATO DI ODIO. E VISTO CHE STO PER CANCELLARE COMPLETAMENTE IL SUO OPERATO DALLA STORIA, HO DOVUTO FORZARE UN PO’ LA MANO PER EVITARE CHE ANCHE IRIS SCOMPARISSE. CI VEDIAMO DOPO.

Makkari ed Iris svaniscono, lasciando soli i due Tribunali Viventi.

Quasar riduce le proprie dimensioni per poter guardare l’altro come un proprio pari…anche se il trono è suo, adesso.

-LO SAI, POTREI RESTARMENE QUI SE VOLESSI. NON SEMBRA UN LAVORO DIFFICILE.

-AMMETTO DI NON SAPERE COME REAGIRE, QUASAR, E NON SOLO PERCHE’ AL MOMENTO NON SONO ONNISCIENTE. HO FALLITO NEI MIEI DOVERI ED IL MULTIVERSO E’ STATO DISTRUTTO PER QUESTO. TUTTO SAREBBE STATO PERDUTO, SE TU NON AVESSI SALVATO LA REALTA’. TI SONO RICONOSCENTE E…E MI SCUSO.

Quasar scende dal trono dorato, appoggiando una mano sulla spalla del Tribunale Vivente ed allungando l’altra per farsela stringere.

-FIGURATI, È IL MIO LAVORO. NIENTE RANCORI.

Quasar ed il Tribunale Vivente si stringono la mano. Per la prima e l’ultima volta, da eguali. Quando il Tribunale Vivente lascia la presa ed il potere inizia già a ritornare al legittimo proprietario, Quasar si avvicina per dire un’ultima cosa.

-Comunque, se combini un’altra volta un disastro del genere, potrei anche non ridarti il posto.

 

Caspian Lake, Vermont

Wendell Vaughn atterra di fronte alla casa, appoggiando a terra il frigorifero di energia quantica che contiene la spesa. Le Bande Quantiche alterano la luce attorno a lui, rendendolo invisibile per evitare di attirare l’attenzione dei vicini.

Seduto di fronte all’entrata, Owen Reece sta parlando al cellulare.

-Marsha, non è che posso costruire una casa schioccando le dita. Sì, lo so che posso, ma ci sono permessi da ottenere e...no, non credo sia il caso di chiedere aiuto ad Epoch. Oh ciao Quasar. Sì, glielo dico; ti saluta Marsha.

-Ti ho messo nei guai con il trasloco?

-No, sono anni che mi dice di trovare un posto fuori Detroit, ma mi sono deciso soltanto adesso. Non so perché ci ho messo tanto prima di mettere la testa a posto.

-Dillo a me. Non stava piovendo a dirotto quando sono uscito?

-Ho cancellato le nuvole. Sì sì, sono ancora qui, stavo solo parlando con Quasar.

Wendell scuote la testa divertito, entrando in casa seguito da cibarie che fluttuano a mezz’aria avvolte da energia quantica. Appena oltre l’ingresso trova Makkari intento a divorare un trancio di pizza.

-Ce ne hai messo di tempo. Se vuoi faccio un altro salto a Napoli per portarne una anche per te.

-Non dovevi preparare quel rapporto per lo S.W.O.R.D.? Vi ho invitati a cena per discutere della situazione Shi’ar, non per uno spuntino.

-Salvo l’universo meglio a stomaco pieno.

Wendell preferisce non commentare, distratto dalla ragazza dai capelli rossi che sta fluttuando davanti a lui, coperta solo da fiamme in punti strategici.

-Zio, mi serve un’opinione: posso andare in mezzo ai mortali se prometto di non farmi riconoscere?

-Non farmi litigare con tua madre. Un consiglio però: se vuoi un travestimento, oltre agli occhiali da vista dovresti indossare qualcosa.

-Tu non vai da nessuna parte – si intromette Nuvola, sdraiata sul divano a leggere un libro.

-Dai mamma, alla mia età tu eri già nei Difensori!

-Sei nata due giorni fa. Alla tua età ero una massa di gas ionizzato.

-Non mettetemi in mezzo – alza le mani Wendell, dirigendosi in cucina.

 

Lara Winters lo sta aspettando. Wendell la abbraccia e la bacia, senza che ci sia bisogno di dire niente. E’ lei a parlare per prima:

-Credo che i dejà vu siano quasi finiti.

-Sì, la parte di tempo che ho cancellato finiva più o meno qui. Hai più avuto degli incubi?

-Non dopo il primo giorno. Sei proprio sicuro di non volermi dire che cos’altro hai cancellato e che cosa era successo nel frattempo?

-Anche io non ho le idee del tutto chiare in materia. Ricordo solo che Iris è nata lì, che ho salvato il multiverso e che per un po’ ho avuto il potere del Tribunale Vivente.

-Dimmi che non gli hai dato un’altra volta un pugno in faccia.

-Che tu ci creda o meno, ricordo di avergli stretto la mano.

-Non ricordi davvero nient’altro di quando eri il Tribunele Vivente? Sicuro?

Wendell riflette. Ha perso l’onniscenza, è vero, ma ricorda ogni secondo della realtà malvagia creata da Odio. Ricorda tutti gli errori che ha commesso, anche se è riuscito a riportare in vita le vittime. Ma è un fardello che dovrà portare da solo. E’ il Protettore dell’Universo, in fondo.

-No, svanisce sempre di più. Per fortuna.

-Hm. Sarà, caro il mio Quasar, ma non me la racconti giusta. Avevi tra le mani tutto il potere dell’universo e lo hai lasciato andare? Non ci credo che non ti manchi neanche un po’.

-Sarebbe stato bello tenerlo, certo. Ma ho te e l’universo: non mi serve essere Dio.

-E’ difficile competere con l’universo, ma cercherò di non essere troppo gelosa.

-Apprezzo lo sforzo.

-Sai, credo che Iris e Nuvola si troveranno benissimo.

-Sì, non lo avrei mai detto ma Nuvola sembra essere felicissima di essere diventata madre.

-A proposito, dovremmo fare un certo discorso…

-Questo non è il momento migliore per farlo – interviene la voce di Epoch, che aleggia nell’aria.

-Hai invitato anche lei? – chiede Lara con un minimo di preoccupazione.

-No, ma probabilmente ci ascolta sempre. Ho imparato a convivere con l’idea – alza le spalle Wendell.

-Mi rendo conto che vi avevo promesso un po’ di riposo, ma c’è bisogno dei Protettori dell’Universo ai limiti più esterni di questa realtà.

-Okay – risponde Wendell, dando un bacio sulla guancia di Lara e trasformando i propri abiti civili nel costume di Quasar con un bagliore di luce gialla.

-Andiamo a salvare l’universo. Però ricordati che mi devi una pizza.

 

Può darsi che i vecchi astrologi avessero capito il contrario,

quando credevano che le stelle controllassero il destino degli uomini.

Arriverà il tempo in cui saranno gli uomini

a controllare il destino delle stelle.

Arthur C. Clarke

 

 

FINE

 

Nel prossimo numero: l’epilogo della serie

 

Note

Con questo numero si chiude la storyline finale della serie, che ha visto i Protettori dell’Universo contro la minaccia peggiore che avessero mai incontrato (e non certo per mancanza di sforzi precedenti da parte dell’autore!).

Questo numero segna naturalmente una pietra miliare importante nella storia di MarvelIT…questa è la prima serie a raggiungere i 100 numeri. E dopo il prossimo, che fungerà da epilogo per la serie, non ce ne saranno altri.

Perché fermarsi adesso, vi chiederete? Perché non arrivare al 150 o al 200? La tentazione c’è, naturalmente. Ma Quasar è il progetto più ambizioso che abbia mai tentato in MarvelIT, e credo si meriti una conclusione vera e propria (nei limiti in cui una storia del Marvel Universe può concludersi!).

C’è stata la tentazione di fermarsi qui. Ma se c’è una cosa che mi sono promesso di fare con Quasar e che credo di aver mantenuto, è di andare un po’ oltre i limiti di quello che era stato fatto prima. Perché fermarsi proprio a 100 come farebbe chiunque, quindi?