http://www.comicus.it/marvelit/images/loghi_storie/Quasar_lg2.gif

#57

di Fabio Furlanetto

 

 

DISARMO GALATTICO

 

L’archeologia è l’unica branca dell’antropologia

in cui uccidiamo i nostri informatori per poterli studiare.

Kent V. Flannery

 

 

Riassunto

I Protettori hanno condotto gli abitanti di Xhantea su un misterioso pianeta artificiale, che si è poi rivelato il perduto Drylon. Esplorandone l’immenso sottosuolo hanno trovato armi in grado di distruggere interi sistemi solari, ma ancora nessuna risposta su cosa possa aver portato alla scomparsa di un popolo così avanzato…e soprattutto cosa fare di questo arsenale sconfinato.

 

 

Da qualche parte nell’Iperspazio, qualunque cosa sia, all’interno di una piccola nave vecchia e malandata.

-Non sono proprio sicuro che sia una buona idea, signor Quasar.

Wendell Vaughn alias Quasar distoglie lo sguardo dai comandi antiquati per fissare negli occhi il suo interlocutore alieno, un umanoide dalla pelle verdastra con due tentacoli che gli escono dal tronco.

-In che senso, Reggente?

-Nemleera, la prego. Volevo dire che non sono molto sicuro che procedere alla distruzione delle armi di Drylon senza il permesso del Consiglio di Selandiar sia una buona idea… almeno credo.

-Perché dice questo?

-Beh, se ho capito bene, il Consiglio è il più grande organo legislativo inter-stellare di questa parte dell’Universo.

-E’ esatto.

-Allora perché non ci rivolgiamo a loro? Perché abbiamo dovuto incontrare questo suo contatto in una vecchia navetta Xhanteana?

-Politica, Nemleera, per quanto detesti ammetterlo. Krev VII è un mondo universitario e Vore è il maggior esperto Rigelliano di politica intergalattica che abbia mai incontrato. Gli ho salvato la vita qualche anno fa da un attacco di pirati Aakon, durante il mio “esilio” dalla Terra. Non ho mai avuto occasione di riscuotere il favore che mi doveva…per questo gli ho parlato della sua situazione. E, ci creda o meno, ci sono persone che tengono d’occhio quello che fanno i terrestri ed in particolare io. Atterrare con un’astronave è meno efficiente che usare il mio potere, ma sicuramente è meno appariscente. Ora capisce perché le ha fatto tutte quelle domande sulle passate dominazioni aliene di Xhantea?

-Ma ancora non capisco…se il Consiglio è formato dalle più avanzate civiltà spaziali, perché non gli chiediamo cosa fare?

-Essere più avanzati non significa prendere decisioni migliori, anzi si possono fare errori più grossi. Le ho già detto di pensare con la sua testa, Reggente, invece di chiedere sempre a me o agli altri che cosa fare.

-Se me lo chiede lei, Quasar, ci proverò.

-Sigh. Comunque… Vore mi ha fatto capire che l’ultima cosa da fare è mettere il Consiglio a conoscenza dell’arsenale di Drylon. Potrebbero causare un disastro inimmaginabile cercando di distruggerlo, o peggio ancora potrebbero impossessarsene. Per nostra fortuna abbiamo un alleato, sembra… un osservatore esterno del Consiglio che fa pressioni per ritardare le ispezioni di Drylon. Vorrei chiedere ad Epoch di scoprire di chi si tratta, ma ha già troppe cose a cui pensare.

-In definitiva, che si fa?

-Teniamo un basso profilo, e facciamo l’impossibile per far sparire per sempre le armi di Drylon. Epoch dovrebbe aver già iniziato a dare istruzioni agli altri. Se vuole scusarmi e prendere i comandi per qualche minuto…

 

La Zona Quantica, dove tutta l’energia potenziale dell’universo che è sempre esistita e deve ancora esistere si trova in un costante stato di quiete. Una distesa di energia infinita per definizione, dove non è successo assolutamente nulla per miliardi di anni.

Gli ultimi mesi sono stati un po’ più movimentati della media.

-Non per lamentarmi dell’ennesimo spreco delle mie titaniche possibilità, ma potrei almeno sapere che stiamo facendo? – dice Maelstrom, mentre le sue cellule geneticamente modificate dirigono un vero e proprio fiume di energia cinetica verso l’enorme costruzione ottagonale davanti a lui.

-Zitto e continua a darti da fare – gli risponde Makkari, impegnato a correre alla velocità della luce attorno alla costruzione. Il bracciale quantico che porta al polso gli fornisce energia sufficiente per restare a questa velocità senza nemmeno stancarsi.

Maelstrom distoglie per un attimo la sua attenzione dalla costruzione per concentrarsi sugli enormi cilindri di metallo incastonati in gabbie di titanio.

L’energia cinetica attorno al suo corpo si muove come un tentacolo, afferrando gli oggetti e lanciandoli nell’apertura all’interno dell’ottagono.

-Credevo che Quasar non ne volesse più sapere di questa tecnologia…cosa stiamo spedendo a spasso per i multiversi?

-Ti ho già detto che non sono affari tuoi, Maely… mi servi per mantenere attivo l’Ottagono ben oltre il tempo per cui è stato progettato, non per fare domande.

-Mi chiedevo… stiamo per caso disarmando qualche pianeta? Il mio altamente sopravvalutato carceriere ha finalmente deciso di impazzire e dichiarare guerra a qualche superpotenza galattica?

-Maelstrom, giuro che se non stai zitto troverò il Celestiale più grasso dell’Universo e lo farò sedere sopra di te per l’eternità!!!

-Un po’ nervosetto, di questi tempi…

-Makkari, mi ricevi? – chiede una voce familiare che l’ibrido Inumano/Deviante non può sentire.

-Felice di sentirti, Quaze!!! Non ne potevo più della compagnia di Maelstrom, e tu sai quanta pazienza ho.

-Più o meno quella di un moscerino, sì. Posso sapere che diavolo state facendo!? Non dovevate contattare la Guardia dell’Infinito per disattivare le testate gravitazionali?

-Eppy ha scoperto un po’ di cose durante il tuo viaggio d’istruzione, Big Q. La radiazione alla base delle testate gravitazionali non si dissipa dopo cinquanta miliardi di anni, si dimezza soltanto. E pare che ci sia qualcosa, non ho capito cosa sinceramente, che le farebbe esplodere anche se invecchiate a super-velocità con la Gemma del Tempo.

-E visto che ognuna di quelle testate può scagliare un pianeta fuori dalla sua orbita e che ce ne sono più di settemila ancora funzionanti non sarebbe una buona idea, ti seguo. Quindi?

-Quindi Eppy e Molecola hanno ricostruito l’Ottagono, e adesso stiamo mandando tutte le testate gravitazionali in un multiverso morente in cui il tempo scorre alla velocità di un milione di anni al secondo. Il problema è che così non saremo in grado di usare un Ottagono per diversi anni o distruggeremo l’universo, o la Zona, o lo spazio-tempo…non ho fatto molta attenzione a quella parte, sai. Non è che possiamo scaricare anche Maely, già che ci siamo?

-Non tentarmi. Quanto vi ci vorrà per finire?

-Un paio d’ore, se non uccido Maelstrom prima. Se solo tutte le testate di Drylon potessero essere distrutte così facilmente…

-Ep ha scoperto come fare per le altre!?

-Sì, e credimi il risultato non ti piacerà molto.

 

Se c’è una cosa che domina l’universo, che è presente più di qualunque altra cosa al suo interno, è il vuoto. Per gli standard umani, la distanza tra una stella e l’altra è abissale, e colma di nulla. In realtà, quella distanza contiene parecchie particelle e materia ben più esotica. Poca materia, ma almeno c’è.

Ben altra cosa sono le distanze tra le galassie. Non solo sono molto più grandi, ma sono veramente vuote. Lì, anche viaggiando alla cieca a cinquanta anni-luce al secondo per un milione di anni, sarete fortunati a trovare un atomo.

E dato che le astronavi in grado di fare viaggi così lunghi non percorrono la distanza nello spazio tridimensionale, non ci troverete assolutamente nessuno.

Tranne una nebulosa senziente nel suo stato originario, cioè un insieme di miliardi di chilometri cubici di gas ionizzato, che trasporta un milione di contenitori metallici e li lascia a fluttuare nel nulla.

-Nuvola, sono Quasar – dice una voce proveniente da un bracciale quantico perso nella vastità della nebulosa.

-Lo avevo capito- risponde la voce alterata, ma ancora femminile, di Nuvola.

-Non ti ricevo molto bene…

-Il segnale è disturbato dai miei atomi ionizzati e dalla distanza di quaranta milioni di anni-luce. Cercherò di compensare.

-Che stai facendo?

-Procedo all’eliminazione delle testate a nube bianca. Mi ricevi meglio?

-“Nube bianca”? Di che parli?

-Credevo che Epoch te ne avesse parlato. C’era un terzo tipo di arma nell’arsenale, un emettitore di anti-gluoni in grado di annichilire tutta la materia nel raggio di parecchi anni-luce. Visivamente sembrano emettere le particelle in una conformazione gassosa, da qui il termine coniato da Epoch. Non amo particolarmente né il nome né l’analogia, ma è sufficiente farle esplodere in un luogo senza alcuna materia.

-Perché, Epoch non ha trovato una dimensione priva di materia o simili?

-Ci sono dei sistemi di sicurezza che lo sconsigliano. E quindici milioni di testate sono troppe per l’Ottagono. Mantenendo un ritmo di un milione di testate al giorno, saranno necessarie 2,14 settimane per completare il lavoro.

-Fantastico. Controindicazioni?

-Escludendo il 74% di probabilità che una delle detonazioni mi uccida, nessuna. Ma l’intero processo occuperà quasi tutto il mio tempo.

-Ah…okay. Cerca solo di stare attenta.

 

L’Eon-verso, dove le leggi della fisica variano a seconda dei desideri e dell’umore del suo proprietario… praticamente l’opposto della Zona Quantica.

L’attuale proprietaria… Epoch, Colei che Attende… ripercorre gli esili fili della conoscenza di Drylon, collegando parole e simboli a ciò che hanno significato miliardi di anni prima. E’ un lavoro faticoso, persino per un essere virtualmente onnisciente.

-Ti disturbo, Epoch?

Basta una frazione della Coscienza Cosmica per udire la domanda di Owen Reece, alias Molecola. Anche se è più che capace di gestire più attività in contemporanea, Epoch si ferma per riposare la propria mente aliena.

Molecola si trova ancora a Drylon, nello stesso deposito di armi che ha trovato una settimana prima. Epoch si manifesta nella sua forma di umanoide femminile, solo leggermente più alta di lui.

Nota subito la leggera ansia nel suo Protettore, e si domanda se sia dovuta alla sua apparizione o alla sua forma. Un giorno, quando ne troverà il tempo, parlerà sicuramente con Nuvola delle reazioni che la parte maschile del gruppo ha verso loro due. Per sua fortuna, entrambe hanno una speranza di vita di diversi miliardi di anni.

-No, non mi disturbi affatto Molecola. Come procede il disarmo?

-Sono pronto per iniziare. Il problema è che non sono proprio sicuro che la tua sia…ecco, una buona idea.

-Ho analizzato più di quarantacinque triliardi di metodi per rendere inoffensive le armi dryloniane, e ne ho trovato uno solo che non abbia troppe controindicazioni.

-Beh, ecco, uhm… 

-Epoch, sono Quasar – annuncia una voce proveniente dal bracciale quantico di Molecola.

-Lo so – risponde l’entità cosmica.

-Sto per tornare, e non porto buone notizie.

-Lo so.

-C’è qualcosa che non sai?

-Quasi tutto quello che riguarda Drylon. Temo non esista una combinazione di parole in grado di spiegare la sensazione, ma la Coscienza Cosmica sembra quasi scivolare su tutto quello che riguarda questo pianeta…così come è successo per la UNION. Sono molto preoccupata, Quasar.

-Sapessi io.

-Lo so.

-Allora, ho saputo che in quindici giorni faremo fuori testate gravitazionali e a nube bianca…quanto ci vorrà per le altre?

-Ti riferisci alle testate sporche?

-Credo di sì…hai uno strano gusto per i nomi, Eppy.

-E tu hai una pessima memoria…mi chiamo Epoch, non “Eppy” o “Ep”. Comunque, dato che l’utilizzo di una testata sporca genera quantità astronomiche di radiazioni pesanti in grado di impedire qualunque tipo di reazione atomica o chimica anche per centinaia di milioni di anni… mi è sembrato un nome adatto.

-Come vuoi…e quando finiremo di distruggerle?

-Non ci vorrà molto. Dovremmo finire entro i prossimi 2500 anni terrestri.

-Cosa!?

-La stima più probabile oscilla tra 2497 e 2504.

-Perché una differenza così grande con le altre?

-E’ implicito nel concetto alla base della sua tecnologia. Te lo spiegherei, ma una spiegazione chiara nelle lingue a te note necessiterebbe di 934 anni ed il tuo cervello esploderebbe se vi inserissi telepaticamente queste conoscenze.

-Wow. Roba parecchio avanzata.

-Penso di non esagerare nel dire che Drylon deve essere stata una delle cinque civiltà più tecnologicamente avanzate dell’intera storia universale. Certo esistono parecchi sistemi con cui sarebbe possibile distruggere quelle armi, o renderle inutilizzabili, ma soltanto uno prevede meno del 100% di probabilità di distruggere la Via Lattea o causare danni inimmaginabili.

-E questo metodo sarebbe?

-Lanciare cinquecentomila testate al giorno contro il nucleo di Drylon.

-Cosa!?!?

-Ecco, sapevo che non gli sarebbe piaciuto… - mormora Molecola.

-Sei impazzita, Epoch!?

-Tecnicamente no, anche se secondo alcune definizioni la possessione del mio corpo da parte di Ens può essere considerata un precedente di schizofrenia.

-Sbaglio o non hai idea di come funzioni il nucleo?

-La tua affermazione è corretta.

-Allora fammi capire… vuoi lanciare cinquecentomila razzi in grado di distruggere una stella contro un nucleo che produce una quantità quasi infinita di energia?

-Sì. La superparticella che ne alimenta le reazioni iper-nucleari… forse la più pericolosa opera d’arte della fisica, da quanto sto capendo… sembra poter annichilire qualunque tipo di materia ed energia, producendo solo particelle a bassa carica. In altre parole, le armi si disintegreranno una volta a contatto con il nucleo.

-“Sembra”?

-E’ roba molto avanzata.

-Perché non le disintegriamo tutte assieme, allora?

-Perché altrimenti il nucleo alimenterebbe le reazione, potenziando l’effetto delle testate sporche ed inondando l’universo di radiazioni pesanti. Questo porterebbe ad una disgregazione a cascata dei legami quantistici in un’area 343 miliardi di anni-luce cubici, distruggendo così metà universo. Riconosco che è l’ipotesi più pessimistica; se superassimo il numero massimo di testate che ho deciso di solo una dozzina al giorno, distruggeremmo solo mezzo miliardo di anni-luce cubici.

-Okay, okay, era solo una domanda…non c’è bisogno di essere melodrammatici.

-Stavo solo riportando i fatti.

-E questo metodo è l’unico ad essere sicuro?

-Sì. Tutti gli altri prevedono una probabilità del 100% di distruggere la Galassia. Utilizzare il nucleo di Drylon fa crollare questa possibilità al 70%.

-Oh, questo sì che mi fa sentire molto meglio…

 

E’ già notte fonda nella giornata artificiale di Drylon quando Qydesh Raft ritorna al suo alloggio. Il longilineo alieno continua a rileggere i propri appunti, arrivando alla conclusione di aver scoperto ben poco in questa settimana di ricerche. I Protettori sono troppo occupati a fare chissà cosa per dargli una mano a spostarsi nelle interminabili gallerie di questo pianeta assurdamente grande.

Con tutte le vite che sono andate perse con la distruzione della Società Archeologica, solo lui è rimasto a cercare di svelare i misteri della storia di Drylon. Deve farcela a qualunque costo, a qualunque sacrificio…

-Posso avere la sua attenzione, Qydesh?

L’archeologo si volta di scatto, più per paura che per curiosità. Fissa rapidamente il suo interlocutore…non solo non lo ha mai incontrato in vita sua, ma non ha mai incontrato nessuno della sua specie. Si direbbe umanoide dalla vita in su, con una sorta di larga coda al posto delle gambe, ma le vesti ampie color cremisi non lasciano capire molto altro.

-Chi è lei, e chi l’ha fatta entrare?

-Sono attendente personale del Gran Coordinatore, ed in qualità di osservatore esterno al Consiglio di Selandiar ho la piena libertà di movimento all’interno di questa galassia.

-Non ho idea di che cosa stia parlando…

Solo adesso, Qydesh ha visto l’umanoide appoggiato al muro che tiene le braccia incrociate. Si direbbe un Kree, o forse della razza di Quasar, dal colore della pelle…anche se non ha capelli. Tiene la testa bassa, lo sguardo concentrato come se stesse ascoltando chissà chi o cosa.

-Facciamo parte del Direttorato Centrale – annuncia l’altro con il tono più fiero che Qydesh abbia mai sentito – Ed abbiamo interessi particolari su questo pianeta.

-Mi dispiace, signor Attendente, ma io sono solo un archeologo spaziale. Dovrà parlare con i rappresentanti ufficiali del pianeti…anche se non sarà facile, se capisce cosa voglio dire.

-Molto meglio di quanto crede, Qydesh. La situazione politica di Drylon è quanto di più complesso si possa immaginare. Ventuno razze avanzano pretese sugli Xhanteani, in virtù dei passati governi. Altre razze dichiarano che Drylon è patrimonio di tutto l’universo, e puntano a trasferire gli Xhaneani su di un altro pianeta per affidare Drylon al Consiglio di Selandiar. Molti di questi citano diverse risoluzioni secondo cui una cultura non-stellare non può contestare le decisioni del Consiglio. Gli Xhanteani non prendono posizione nella diatriba per ragioni storiche, e delegano l’intera questione ai Protettori…tutt’altro che in buona luce con i governi interstellari, dati i precedenti dei terrestri. Così, secondo le leggi degli imperi stellari, Drylon non appartiene a nessuno. Quanto poco rispetto si può mostrare per la Storia…

-Come sa tutte queste cose?

-Perché come le ho detto io rappresento il mio governo, il Direttorato Centrale, presso il Consiglio di Selandiar. Se non fosse per noi, Drylon sarebbe già stato saccheggiato dalla feccia di questa Galassia.

-Per curiosità, dove avrebbe sede questo fantomatico Direttorato Centrale di cui non ho mai sentito parlare?

-Nella Galassia del Triangolo. Terza per grandezza in questo spicchio di universo, ma prima come segretezza. Preferiamo occuparci della nostra bella galassia che spendere energie preziose in politica spicciola, ma abbiamo delle questioni personali in sospeso con Drylon e la progenie di Eon.

-Ancora non capisco che cosa vogliate da me…

L’Attendente guarda l’uomo calvo, e si avvicina strisciando. Qydesh riesce a vedere la bocca dell’uomo che si muove, ma non sente nessun suono. L’Attendente annuisce e striscia nuovamente verso l’archeologo, porgendogli un congegno nero grande come il tappo di una stilografica (non che Qydesh ne abbia mai vista una).

-Questo dispositivo contiene l’intero codice alfanumerico di Drylon e tutto il loro linguaggio matematico-linguistico. Epoch sta già lavorando a questo problema ma le serviranno settimane per arrivare ad una conclusione. Vogliamo che lei proceda con le sue ricerche senza informarne nessun altro. Nient’altro.

-E’ impazzito!? Dovrei mandare all’aria tutto quello in cui credo come archeologo solo per dare retta ad uno sconosciuto che dice di essere il rappresentante di una superpotenza intergalattica di cui però non ho mai sentito parlare!? Mi dia una ragione, una sola ragione per cui-

-Tu sei un boromiano – sussurra l’uomo, senza alzare lo sguardo.

-S-s-sì… - barbotta Qydesh, senza poter muovere un solo muscolo subito dopo.

-La tua gente credeva che il loro dio dovesse cantare ogni mattina perché il sole sorgesse. Suo padre, la morte in persona, un giorno avrebbe cantato la canzone del caos per distruggere il lavoro del figlio. Non eravate i soli a pensare cose del genere. Conosco bene quella canzone e l’ho intonata diverse volte, in passato. Ai Dryloniani sarebbe piaciuta… adoravano il potenziale distruttivo in ogni sua forma. Lavorerai per noi, archeologo? O preferisci ascoltare le note della distruzione?

-Lavorerò per voi… - risponde Qydesh, tenendo gli occhi spalancati ed accorgendosi di aver fatto tutti i passi indietro che poteva – M-ma i Protettori mi scopriranno… Epoch…

-I Protettori non sono nulla. Epoch non è nulla. Io sono Whisper, Dio Universale del Suono, e non ho mai fallito un incarico. Il mio capo è molto peggiore del padre del tuo piccolo dio, archeologo… non fallirai. Questo non è un ordine, ma un dato di fatto.

 

CONTINUA…