#82
Il gioco immortale
Il mio nome è Lecler,
Cancelliere Supremo della Federazione Imperiale di Caradia… almeno
ufficialmente. Il mio vero nome è una designazione binaria che molti umanoidi
trovano difficile da ricordare, anche se un tempo era abbreviato in
11111101001000000.
Fui creato come
mezzo di conquista galattico, e per gran parte della mia vita mi sono limitato
a conquistare e assimilare le conoscenze di infinite razze, causando
direttamente la morte di un numero incalcolabile di esseri viventi.
Circa venti milioni
di anni fa incontrai e tentai di assimilare un essere immortale chiamato
Helicon, ed assoggettare così le popolazioni di due galassie.
Persi. Duramente.
Helicon era
divertito dalla possibilità di avere a disposizione un altro immortale a
disposizione per portare a termine i suoi piani, e riprogrammò la mia coscienza
collettiva al suo servizio dandomi il nome di un ministro morto da chissà
quanto tempo, di cui non ricordava nemmeno la galassia d’origine.
Al momento in cui
registro queste informazioni, la mia mente è collegata a cinque miliardi di
corpi robotici dediti al bene di Caradia.
Drone 3.126.712
Grande Nube di Magellano
Pianeta Hala, sistema solare di Pama
Mi trovo su un satellite spia in orbita bassa attorno alla stella di questo sistema, nella speranza che le interferenze gravitazionali impediscano la mia scoperta.
L’orbita decadrà entro poche ore, distruggendo ogni prova della mia presenza. Sensori trans-spaziali analizzano la superficie del pianeta Hala, su una banda troppo stretta perché i Kree possano rilevarla.
Secondo i miei dati, questa tecnologia è stata acquisita da Helicon durante la dittatura di un antico popolo precedente a Caradia. Il suo uso è strettamente regolamentato, e l’esercito non sa della sua esistenza. Io stesso l’ho scoperta in secoli recenti.
Nella capitale Kree, una scorta pesantemente armata trasporta un contenitore cilindrico alto più di cinque metri, avvolto da un campo di forza che non ne lascia intravedere il contenuto.
All’interno di un palazzo che fino a pochi giorni prima era uno dei centri di comunicazione degli Shi’ar, dei tecnici iniziano a collegare dei cavi alla base del cilindro.
Il campo di forza viene rimosso, mostrando una testa verde con dei tentacoli che fluttua all’interno di un fluido verde ribollente.
-Voglio che ogni singolo schermo del mio Impero sia collegato ai miei impianti vocali, e al più presto. Gli schermi all’esterno del palazzo sono funzionanti ?
-Dovremo prima rimuovere i resti della statua della Majestrix Lilandra… non ci vorrà molto, o Supremor.
-La riconquista del nostro spazio è ancora lontana, Generale Vall-Yant, ma non tutti i Kree sanno ancora chi sta guidando la ribellione. E’ arrivato il momento di ricordargli che cosa significa essere un Impero.
-Dobbiamo prima avvertire i nostri alleati, o Supremor ?
-Quali “alleati” ? Caradia ha fatto la sua parte, rendendo irreversibilmente instabile tutto il gruppo galattico e dandoci la possibilità di conquistare posizioni chiave; dove i Kree combattono, combattono da soli.
-Io… mi perdoni, Suprema Intelligenza, ma credevo che ci avessimo un’alleanza con Caradia ?
-Possono avere tutto il vantaggio militare che vogliono, ma sono i signori assoluti del proprio spazio da milioni di anni. Non sanno nemmeno che cosa sia una strategia militare… invece di espandere il proprio territorio, si sono esposti a nuovi nemici. Ed i Kree ne hanno avuto tutto i vantaggi.
-Avete mentito ?
-Mio caro generale, posso anche essere un computer organico vecchio di migliaia di anni a capo di un impero interstellare… ma in fondo, resto sempre un politico.
Drone 1.384.187
Caradia XXXVI,
Galassia di Caradia Maggiore
Occorrono alcuni minuti perché le informazioni di tutti i
miei corpi siano processate e distribuite uniformemente. Il ritardo ha una
conseguenza inaspettata: prima che io ne fossi informato,
Un comunicato dove non si parla nemmeno di Caradia.
Una scarica energetica si abbatte sullo schermo, disintegrandolo. La rabbia di un immortale tradito si abbatte sui sistemi di comunicazione, mentre uno dei droni è costretto ad osservare in disparte.
-Quell’ammasso di melma verde !!! Come osa !? Senza le mie truppe non avrebbe niente tra i tentacoli !!! Non erano questi gli accordi ! Traditori e ingrati ! Avrei dovuto far detonare io stesso tutte le bombe, invece di dargli controllo sull’operazione ! Lecler !!!
L’Antico dell’Universo emana ancora energia cosmica quando mi avvicino. Nel suo stato di rilassato abbandono e compiacenza, è facile dimenticarsi di che razza di potere disponga.
-Sì, mio Imperatore ?
-Quanto ci vuole a mobilitare l’intero esercito imperiale !? Voglio che quell’intera insulsa galassia di fango sia cancellata dalle mappe stellari !!!
-Con tutto il rispetto, Supremo Imperatore Divino, sconsiglio caldamente un attacco diretto su vasta scala. Abbiamo una netta superiorità militare e strategica rispetto ai Kree, ma ci esporremmo all’attacco diretto di Skrull e Shi’ar… per non parlare di altre potenze minori. Non resterebbe molto di Caradia da farle governare.
L’Antico sembra calmarsi, riassorbendo l’energia. Probabilmente si è già dimenticato perché si era alleato con l’Intelligenza Suprema.
-Sì… sì, hai ragione. Agiamo più lentamente… com’era il tuo piano ? Allearci ai Kree e cannibalizzare il loro impero nei millenni ? E qual era quel problema con i Midariani ?
-Mio signore, la guerra con i Midariani è finita trentamila anni fa. Abbiamo vinto, sono tutti morti.
-Ma che… non riesco a seguire tutti questi mortali ! Sbatto le palpebre, ed una specie si estingue !
-Stia tranquillo, mio Imperatore, sa che la tengo costantemente aggiornato. Essere i suoi occhi e le sue orecchie è nella mia programmazione.
-Comunque non mi piacciono quei Kree. Voglio avere un’opzione di riserva nel caso siano incontrollabili anche tra migliaia di anni… non vorrei aspettare invano. Inizi l’attivazione del Grande Vuoto, Lecler, voglio essere pronto a fare fuoco se fosse necessario.
-Signore, i nostri accordi con Walker e
-Stai mettendo in discussione la mia autorità, Lecler !?
-Naturalmente…naturalmente no, Supremo Imperatore Divino. Inizierò subito i primi-
L’androide non finisce la frase, per colpa dell’assordante sistema d’allarme del palazzo imperiale. Un campo di forza avvolge l’intero pianeta, e centinaia di navi stellari si alzano in volo con le armi alla massima potenza.
-Che c’è adesso ? Lecler, da quando abbiamo quel campo di forza ?
-Otto milioni di anni, signore, ed è stato attivato quarantadue volte in passato. Ricevo una trasmissione con la massima priorità.
Con tutti gli schermi fisici distrutti, è necessario attivare un ologramma per mostrare il messaggio. Un umanoide in costume blu con mantello stellato fluttua davanti alla flotta, accerchiato da una donna coperta solo di nuvole, un umanoide vestito di verde e viola ed un altro in costume rosso intento a sfregarsi le mani.
-Siamo i Protettori dell’Universo. Probabilmente ci stavate aspettando.
Helicon afferra il suo bastone del comando e si avvicina alla balconata, eccitato.
-Fateli entrare. Ci lasci soli, Lecler… aspetto questo momento da cinque miliardi di anni.
Zona Quantica, sotto
l’universo
Una nave di Caradia si muove nell’universo di energia, percorrendo l’equivalente di milioni di anni-luce in pochi secondi.
L’Agente Tre-Sei-Zero siede ai comandi, interfacciando i computer di bordo con il bracciale quantico che ha rubato.
Lara Winters intanto curiosa nella nave… capendo presto che non è stata creata per esseri organici, non avendo nemmeno un sistema di sostegno vitale. Solo un bracciale duplicato da Tre-Sei-Zero le permette di respirare.
-Allora… dove stiamo andando ? – chiede.
-Seguiamo la rotta preimpostata, con qualche modifica per non farci notare troppo. La nostra destinazione è a circa… quaranta o cinquanta milioni di anni-luce dalla Terra, se ho capito bene. Il traduttore universale è difficile da usare sulle informazioni scritte.
-Sei parecchio brava ad usare quell’affare, non avendolo mai visto prima. Talento naturale o ti hanno addestrata ?
-Lo SWORD ha parecchie informazioni sui Protettori, ed ho passato anni a studiare ogni informazione disponibile su Quasar. Per il resto sì, sto improvvisando.
-Sembri parecchio interessata a Wendell…devo essere gelosa ?
-Come se avessi il tempo per cose del genere. Lo capisci, ragazza, cosa possono fare i gioielli che il tuo uomo porta ai polsi ? La tecnologia quantica è forse la più complessa e versatile mai incontrata dai terrestri. Questi gingilli che fa usare ai suoi alleati sono solo una loro pallida imitazione, ma sai cosa sono capaci di fare ? Possono immagazzinare più di 950 gigawatt, volare venti volte più veloci della luce, teleportarsi fino a 20 megaparsec di distanza, ed hanno una memoria estensibile fino a quasi 52 exabyte.
-E’ anche una tecnologia molto pericolosa – le ricorda Lara.
-E chi siete voi Protettori per permettervi di decidere quali tecnologie è pronta a gestire l’umanità ? Non puoi nemmeno immaginare quali interessi globali ci sono dietro questa missione; il mio successo potrebbe significare la fine di tutti i problemi del mondo. Se tu avessi un briciolo di cervello, mi aiuteresti.
-Lo sto facendo, infatti. Ti aiuto a capire che continuando su questa direzione farai molto più male che bene alla Terra.
-Siamo arrivati – cambia discorso l’agente segreto, mentre la nave rientra nella realtà fisica.
I sensori mostrano che l’ambiente all’esterno della nave è sicuro, quindi le due donne scendono dall’unico portellone. Tre-Sei-Zero è pronta ad usare la sua mano artificiale come arma in caso di presenze ostili, ma non c’è niente.
Sono all’interno di una costruzione immersa nell’atmosfera di un gigante gassoso, e non ci sono navi nel raggio di diversi parsec.
La scala con cui è stato costruito tutto è impressionante; la torre centrale è alta decine di chilometri, e le strade che conducono ad essa sono altrettanto larghe.
Il silenzio è semplicemente assordante. La nave è atterrata davanti alla base della torre, così alta che sembra sul punto di crollare da un momento all’altro.
-Non mi piace questo posto – ammette l’agente SWORD – non rilevo nessuna fonte di energia, e sembra che nessuno metta piede qui da millenni.
-Ho già visto un posto del genere – ricorda Lara con voce incerta.
-Dove ?
-A Drylon, ne sono certo – risponde una voce metallica, vagamente maschile.
Tre-Sei-Zero punta il palmo della mano pronta a sparare verso l’intruso, un androide senza volto che si avvicina lentamente. Anche se è solo metallo, il suo corpo sembra ricoperto di paramenti cerimoniali particolarmente complessi.
-Chi sei ? Cosa ci fai qui !?
-Sono il Cancelliere Supremo Lecler, secondo in comando della Federazione Imperiale di Caradia… o meglio, questo è uno dei miei corpi. Sono una coscienza collettiva che si…
-Non è quello che ti ho chiesto ! Tieni in alto le mani e non fare scherzi, tu vieni con me !!!
-Signora, non sia ridicola. Prima di tutto, anche se rapiste questo corpo, attualmente ne occupo altri quattro miliardi e novecentotrentasei milioni circa. Secondo, ho sabotato la sua arma nel momento stesso in cui siete entrate qui.
L’agente SWORD prova a fare fuoco, scoprendo che l’alieno ha ragione ed abbassando la mano.
-D’accordo. Perché hai mandato quella nave ad attaccare
-Volevo attirarvi qui senza destare i sospetti del mio Imperatore. Prima che me lo chieda sì, abbiamo accesso alla tecnologia quantica… anche se Caradia non lo sa; Helicon, l’Imperatore Supremo, ha decretato così nella paura che la tecnologia avanzata desse loro i mezzi per ribellarsi.
-Vuoi impedire la guerra, vero ? – capisce Lara.
-Il mio dovere è agire per il bene di Caradia, ed Helicon non lo è più. Questa stazione è un’arma, chiamata “il Grande Vuoto”. Helicon ha iniziato a lavorarci molto prima della fondazione della Federazione Imperiale, le sue origini si perdono ormai nella notte dei tempi per quel che ne sappiamo. L’ha progettata unendo tecnologia di Drylon, della UNION e di un’infinità di popolazioni assoggettate nel corso di tutta la sua vita.
-Vuole usarla nella guerra, allora… ma tu hai altri piani, immagino – prosegue l’agente.
-Il Grande Vuoto è, semplicemente, l’arma di distruzione galattica più distruttiva che sia mai stata creata. L’unica ragione per cui Helicon non l’ha mai usata è che è troppo distruttiva, un suo uso improprio potrebbe avere conseguenze inimmaginabili. Ma il suo desiderio di vendetta su Quasar gli ha fatto riconsiderare l’idea… tutti i miei tentativi di sconsigliarlo sono stati inutili. Per questo ho bisogno di voi.
-Vuoi che la distruggiamo ? – chiede l’agente cercando di riattivare i sistemi d’arma della mano.
-No ! La sua fonte di energia è così instabile che rischiereste una catastrofe su scala galattica ! Posso sabotare da solo il sistema e renderlo inservibile per abbastanza tempo da poter mettere fine alla guerra. Ma anche se controllo io le notizie ricevute da Helicon, si accorgerà se mento spudoratamente. Voglio che facciate esplodere qui uno dei vostri bracciali quantici; la firma energetica sarà sufficiente a fargli credere che abbiate fatto tutto da soli.
-Non si chiederà come abbiamo scoperto questa installazione ? – chiede Lara.
-Sicuramente… mai voi lavorate per un’entità quasi onnisciente. Sarà facile usarla come capro espiatorio.
-Ad una condizione… - risponde Tre-Sei-Zero – Lascerai
-Tre, non trovi sia egoista salvare solo
-No. Possono andare tutti all’inferno per quel che mi riguarda – è la dura risposta dell’agente segreto.
Se potesse fisicamente farlo, Lecler riderebbe ora.
-Potrei farvi esplodere dove vi trovate, e Quasar non potrebbe rivelare il mio coinvolgimento. La mia programmazione non prevede la vostra sopravvivenza; è solo per cortesia che mi offro di riportarvi a casa. Quello che ricaverete dall’accordo è la sopravvivenza delle popolazioni di triliardi di individui… cos’altro vorreste ? Sareste disposte a rischiare così tanto, solo per ottenere una tecnologia che Quasar vi sequestrerebbe subito ?
L’agente soppesa attentamente le opzioni, passando da un’espressione determinata ad una di scoramento. E si toglie il bracciale quantico.
-Una scelta molto saggia – si complimenta Lecler, lanciando il bracciale contro il Grande Vuoto.
C’è una piccola esplosione, ma unicamente per colpa della prospettiva. Il boato è assordante, e le due donne non sentono la proposta di Lecler:
-Ora, se mi promettete di non fare nulla che possa informare Helicon di questo patto, vi riporterò a casa…
-Salvare l’universo è più semplice di quanto pensavo – sorride Lara.
-Parla per te – risponde amaramente Tre-Sei-Zero.
Caradia XXXVI,
Galassia di Caradia Maggiore
Nel gigantesco monolite nero che è il Palazzo Imperiale, Makkari percorre alla velocità della luce una superficie maggiore di diversi continenti ed osserva il lusso più sfrenato proveniente dalle culture più lontane più diverse.
-Wow…da queste parti sì che sanno come godersi la vita…
-E’ un bel po’ desolato…senti che razza di eco… - nota Molecola, a disagio nell’alienità del posto.
-Questo luogo è osceno. Si sentono ancora le urla della stella locale; l’hanno violata per aggiustare l’anno come meglio credevano – è disgustata Nuvola.
-Avete visto che razza di folla c’era all’esterno ? Miliardi di persone, alcune sembravano vivere lì da anni. Stavano…pregando ? – ricorda Makkari.
-Sono in uno stato di estasi permanente – risponde l’umanoide che è appena entrato.
Indossa un’elaborata armatura leggera, probabilmente cerimoniale, i cui colori fluorescenti variano in continuazione. Indossa un prezioso elmo nero con cresta gialla, forse una corona di qualche tipo. Il simbolo di Caradia, una K girata di 90°, impreziosisce ogni rilievo.
L’umanoide ha una pelle completamente nera. Non ha bocca, naso o altro organo sulla faccia se non due occhi gialli, senza iride.
-Benvenuti nel mio umile impero. Sono Helicon Primo della Casata di Helicon, Supremo Imperatore Divino della Federazione Imperiale di Caradia.
-Poche chiacchiere, Helicon. Ritira le tue truppe dalla galassia Shi’ar o te la vedrai con noi – taglia corto Quasar.
Helicon si avvicina a Nuvola, che indietreggia leggermente mentre lui sfiora con le dita le nuvole che la coprono.
-Un corpo stellare senziente, affascinante. Ne ho incontrati solo quaranta in tutta la mia esistenza… hm, sei ancora giovane. Non avrai nemmeno cento milioni di anni.
-Cosa dicevi sulla folla qui fuori ? – chiede Makkari.
-Vivono lì… il loro scopo nella vita è farsi vedere da me, ed essere ricordati dall’unica persona che conoscono ad essere più vecchia delle stelle. So che sembrano una seccatura, ma in realtà sono piuttosto innocui.
-Non cambiare discorso, sto facendo sul serio – insiste Quasar.
-Mai dubitato, Quasar. Non hai idea di quanto aspettavo questa rimpatriata… non ho pensato ad altro quando i miei servizi segreti mi hanno comunicato la scomparsa della UNION. Sapevo che dovevi essere nei paraggi, ed era solo questione di tempo.
-Per questo hai conquistato
-Ragazzo… non c’è niente che tu possa insegnarmi sulla guerra. Volete lasciarci soli ? Io e Quasar dobbiamo parlare di cose da immortali.
-Ehi ! Io sono immortale ! – protesta Makkari.
Helicon sopprime una risata.
-Ma per favore. La tua razza non avrà nemmeno fatto in tempo a estinguersi… aspetta che il tuo sole nativo si spenga, e poi parleremo di immortalità.
-Andate. Se c’è una possibilità di risolvere la cosa pacificamente, non voglio sprecarla – ordina Quasar.
I Protettori si scambiano occhiate di diverso tipo…all’inizio preoccupate, poi tranquille. Il Quasar dell’ultimo periodo non avrebbe accettato di trattare con un despota, nemmeno se fosse significato risparmiare diverse vite.
Forse…soltanto forse…Quasar sta tornando in sé.
Helicon osserva i Protettori uscire dall’atmosfera, ignorando la folla festante che per la prima volta dopo millenni lo vede di persona.
-Gruppetto interessante.
-Sei un uomo ragionevole, Helicon, a quanto ricordo. C’è la possibilità di evitare questa guerra ?
L’immortale guarda verso l’alto, soppesando le parole nella propria mente, ed inizia a parlare continuando a camminare.
-Ti racconterò una storia, Quasar. Parla di un mortale nato sette miliardi di anni fa in una galassia lontana. Il suo mondo era diviso in centinaia di nazioni in lotta tra di loro per i motivi più disparati e più futili. Iniziò la sua carriera come soldato semplice, arrivando a diventare prima il dittatore della propria nazione e poi dell’intero pianeta… scoprendo che non era nato per la guerra. Era nato per governare… e decise che ogni cosa nella sua esistenza sarebbe stata subordinata a quello scopo. Credeva di aver conquistato tutto ciò che poteva, quando per mettere a tacere le ribellioni fu costretto ad usare armi nucleari. Il conflitto che ne seguì uccise ogni singolo abitante di quel vecchio pianeta… tutti tranne uno.
-Devi esserne stato molto fiero – risponde acidamente il Protettore.
-
-Drylon ! – realizza Quasar, con un misto di stupore e rabbia – Li hai creati tu !?
-Si può dire così. Oh, esistevano già come piccola specie insettoide… ma io li riplasmai. La guerra e la conquista erano indispensabili per mantenere il potere, così instillai nel loro codice genetico l’innamoramento ossessivo del potenziale distruttivo.
-Hai una…vaga idea di cosa hanno fatto le loro armi !?
-Idea !? E’ stato il più grande successo della mia vita !!! Drylon, impero indistruttibile ! Sparso su miliardi di sistemi, decine di triliardi di sudditi, mortali più potenti degli dei… ed io li sovrastavo tutti !!! Per milioni di anni regnai assolutamente incontrastato… ma avevo commesso un singolo errore. Mi riconoscevano il potere, ma non mi permisero più di interferire costantemente nelle loro decisioni… non li governavo più. Finché un giorno…
Gli occhi gialli dell’alieno si stringono, incrociando quelli di Quasar ed illuminandosi. L’odio che emana è quasi tangibile.
-Uno straniero proveniente dal futuro mi disse che avrei
perso tutto. Voleva darmi i mezzi per arginare i danni… e mi ingannò
costringendomi a creare
-Helicon, sono passati cinque miliardi di anni !!! Non puoi seriamente…
-In effetti, fino a qualche tempo fa mi ero completamente dimenticato di te… prova tu a ricordare qualcuno che hai incontrato per mezzo secondo quando eri un neonato. Il desiderio di ricreare qualcosa di simile a Drylon mi muoveva ancora, e ci riuscii conquistando Caradia circa un miliardo di anni fa. Vedi, il mio errore maggiore con Drylon era stato dargli accesso a una tecnologia quasi infinita, permettendogli di evolversi oltre il bisogno di avere un leader. Lasciai evolvere Caradia fino al punto che mi interessava, e poi arrestai completamente il suo progresso. Misi me stesso al centro di ogni evento delle loro vite, diventando assolutamente indispensabile alla loro stabilità mentale. I caradiani non potrebbero ribellarsi più di quanto potrebbero strapparsi gli occhi… sono diventato essenziale al loro sistema di pensiero, Quasar.
Continuando a fissarlo, Helicon si avvicina a Quasar. Se avesse una bocca, sorriderebbe. Nei suoi occhi, lucida ossessione.
-Tu non puoi capire che cosa sono diventato qui. Sono la prima cosa a cui pensano al risveglio e l’ultimo pensiero prima di morire. Sono l’inizio di tutto ciò che hanno mai conosciuto, sono la pietra focale dell’intera schifosa esistenza. Sfiorami soltanto e decine di miliardi di persone si suicideranno entro la prima ora. Io non governo soltanto Caradia, Quasar. Io…sono…Caradia.
I pugni si stringono e le Bande Quantiche si riscaldano… e la rabbia nella voce di Quasar cresce.
-Tu sei pazzo. Non giocherò alle tue regole, Helicon. Fosse l’ultima cosa che faccio, farò sì che tu non possa mai più sedere su un trono.
-Hai la più pallida idea di quanti milioni di volte me l’hanno detto ? Io sono il Sovrano. Comando chiunque si metta nella mia strada, è solo questione di tempo.
-Non controllerai mai me, Helicon. Mai.
Quasar si volta, affacciandosi al balcone del monolitico palazzo imperiale e volando sopra la folla adorante prima di dirigersi verso lo spazio.
Helicon ritorna al suo trono, soddisfatto.
-Allora immagino che dovrò ucciderti, Quasar.
Eon-verso
Il gigantesco corpo di Epoch siede immobile in mezzo al
nulla dimensionale, intenta a contemplare l’intera esistenza con
Si apre una porta gialla, e Quasar cammina nel nulla.
-Epoch…spero di non disturbare.
-Come potresti, Quasar ? Non mi hai lasciato niente da fare se non…pensare.
-Ho pensato molto anch’io, nelle ultime ore. Epoch, sei libera di agire come meglio credi con le seguenti uniche restrizioni… Non rivelerai a nessuno, in nessun modo, il fatto che io abbia la possibilità di comandarti. Non chiederai udienza al Tribunale Vivente. Non farai nulla per contrastarmi, direttamente o meno, senza avermi prima avvisato. E manterrò il diritto di veto su qualunque tua azione. A parte questo, annullo qualunque ordine ti abbia dato da quando ho preso il controllo delle tue azioni.
-Quasar… - è tutto ciò che riesce a dire Epoch, restando a bocca aperta.
-E volevo dirti che sono…tremendamente dispiaciuto per come mi sono comportato con te negli ultimi mesi.
-Accetto volentieri le tue scuse, Quasar, ma ammetto di essere sbalordita… e non capita spesso, quando si è quasi onniscienti. Eri così sicuro delle tue azioni…
-L’ho capito anch’io, guardando Helicon negli occhi. Quella follia… quell’assoluta certezza di essere nel giusto, quel desiderio fanatico… era come guardare in uno specchio giallo. Non voglio diventare come Helicon, Epoch. Non voglio perdere la mia umanità per colpa dei miei desideri.
-Ti devo delle scuse, Quasar. Quando mi hai schiavizzata…c’è stato un momento in cui ho veramente creduto che tu fossi come Helicon, se non come Maelstrom. Ho dubitato di te, e desiderato la tua distruzione. E per questo… mi scuso.
Quasar osserva la distesa stellata di questa dimensione assurda, e sospira.
-Determinato… maniacale… incrollabile… cercando di tenere tutti a distanza… per quanto odi ammetterlo, io ed Helicon abbiamo qualcosa in comune. Ma c’è una gran differenza tra noi due. Io so ammettere i miei errori.
Per la prima volta da quando esiste, Epoch sorride. E per la prima volta da quando si ricorda, Quasar restituisce il sorriso.
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Caradia XXXVI,
Galassia di Caradia Maggiore
Lecler entra nella sala del trono, chinando leggermente la testa priva di volto. Helicon sta controllando alcuni dati su un computer olografico; è difficile interpretare la sua espressione solo dagli occhi, ma non sembra contento.
-Mi ha fatto chiamare, Supremo Imperatore Divino ?
-Sì. Lecler, sei sempre stato bravo a spiegarmi il comportamento dei mortali. Dimmi… che motivazioni avrebbe un’intelligenza artificiale programmata per servire il bene di Caradia per bloccare le funzioni offensive del Grande Vuoto ?
La voce dell’androide non cambia, ma se fosse umano starebbe rabbrividendo.
-Le ho detto molte volte di fidarsi solo delle informazioni che provengono da me, o divino. Il Grande Vuoto è stato sabotato da agenti di Quasar, ma tornerà ad essere operativo entro qualche decennio.
-Hai sempre la risposta pronta, cancelliere. Allora vediamo, sai spiegarmi anche questi ? – chiede Helicon mostrando all’androide lo schermo olografico.
Questa volta, la voce elettronica si fa incerta e spezzata.
-Queste sono… trascrizioni dei miei schemi di pensiero… mi ha… mi ha letto la mente !? Non è possibile !
-Mi hai preso per uno stupido, Lecler ? Credevi veramente che dessi a qualcun altro il controllo effettivo delle operazioni giornaliere di tutto il mio impero, senza avere un sistema per tenerti sotto controllo ? Io controllo Caradia, Lecler, io sono Caradia. Non tu !!!
-Mio signore, posso spiegarle ! Devo agire per il bene di Caradia ! Azionare il Grande Vuoto causerebbe la morte di miliardi di cittadini !
-Triliardi !!! – urla Helicon, alzandosi in piedi.
Un raggio di energia proveniente dai suoi occhi disintegra le gambe dell’androide, ed un campo telecinetico lo mantiene fermo. L’energia cosmica torna a scaturire da tutto il corpo dell’immortale, e per la prima volta da quando è stato creato… Lecler capisce cos’è la paura.
-Sono stanco di dover ricominciare da capo, Lecler, stanco marcio. Sono stanco di questo impero dove non c’è più niente da conquistare, dove tutto si governa da solo, dove non ho spazio per respirare. Sono stanco di mortali che vogliono insegnarmi a governare, sono stanco delle loro piccole lotte, sono stanco della tecnologia che gli permette di ribellarsi, sono stanco di perdere e sopra qualunque altra cosa sono stanco di aspettare !!!
-Vuole…vuole conquistare l’intero Universo ?
-Lo voglio radere al suolo !!! Spazzerò via ogni singola civiltà più complessa di cacciatori nomadi e ricostruirò l’universo a mia immagine e somiglianza ! Con il monopolio su tutta la tecnologia e l’informazione, gli impedirò di crescere e ribellarsi !!!
-Io…non la aiuterò…signore…
-E un’ultima cosa, Lecler. Sono stanco di questa tua autonomia.
Un raggio oculare passa attraverso il cranio dell’androide. I suoi circuiti si modificano, la sua programmazione cambia radicalmente; le nuove impostazioni si diffondono esponenzialmente su tutti i corpi, ed in poco tempo l’intera coscienza collettiva è cambiata.
-E adesso… Lecler, Cancelliere Supremo di Caradia… quali sono le tue direttive ?
-Uno, obbedire a Lord Helicon. Due, impedire che chiunque contrasti i piani di Lord Helicon. Tre, impedire che chiunque disobbedisca a Lord Helicon.
-Andiamo meglio. E adesso preparami la cena.
-Ai suoi ordini, Supremo Imperatore Divino.
CONTINUA