Quasar #40
OMBRE E SILENZI
Non gioire per la caduta del tuo nemico,
ma non aiutarlo nemmeno ad alzarsi.
Proverbio ebraico
Silenzio. Solo una colonna di
luce rompe nell’oscurità della stanza, illuminando l’uomo stretto tra le
quattro mura fosforescenti. La gabbia trasparente è troppo bassa per alzarsi in
piedi, e troppo stretta per potersi sedere. Le braccia sono tenute ferme da due
spesse manette che si incrociano sui polsi; il loro flebile bagliore giallo gli
illumina la faccia, inespressiva. Solo i suoi occhi viola tradiscono di quando
in quando una vaga emozione.
Scatta una serratura di due
metri di diametro, e senza emettere il minimo rumore la spessa porta lascia
intravedere il magnifico splendore dorato che c’è oltre. Ma la figura umana che
si staglia contro il riflesso non perde tempo e richiude subito il passaggio.
L’uomo si avvicina al
prigioniero con grandi passi, aggiustando il mantello sulle spalle. Si ferma a
pochi passi dalla colonna di luce gialla, incrociando le braccia.
-Benvenuto nell’Erebo,
Maelstrom.
Il gigante solleva la testa,
guardando il carceriere con rabbia e curiosità allo stesso tempo.
-Makkari l’ha voluto chiamare
così. Spero apprezzerai il paragone. Le pareti di quindici metri di spessore
sono strutturate appositamente per non lasciar passare neanche una goccia di
energia cinetica. Tutta la superficie interna è ricoperta da un campo di
assorbimento che non trascura nemmeno la luce. L’energia quantica della tua
gabbia cambia frequenza ogni trilionesimo di secondo ed emette radiazione
luminosa esclusivamente all’esterno. Le manette che hai ai polsi frenano
l’attività della parte del tuo cervello adibita al controllo energetico. Sotto
di te ci sono inibitori cellulari posti sotto il diretto controllo del Cubo
Cosmico. L’aria che respiri è satura di macromolecole che bloccano
l’assorbimento cinetico: puoi smettere di respirare, se vuoi, penetrano anche
attraverso la pelle. Epoch ha calcolato la quantità minima di energia cinetica
che ti serve per sopravvivere e ti forniamo solo ed esclusivamente quella. Nel
caso ci sia una possibilità di fuga, fuori dalle mura ci sono cinquanta metri
di energia quantica purissima, in grado di disintegrare un blocco di titanio di
quindici metri cubi in dieci secondi. In altre parole, impara a farti piacere
questo posto perché non puoi scappare.
Quasar aspetta la replica del
nemico, che non arriva. Continua a fissarlo con un mezzo sorriso a malapena
accennato.
-Epoch sta studiando un
sistema per entrare nella tua mente ed alterare i tuoi processi mentali in modo
definitivo. Dice che le ci vorranno circa duecento anni prima di perfezionarlo.
Nel frattempo aspetterai qui. Immagino sia troppo sperare che in questo periodo
di tempo tu ti metta a pensare a quello che hai fatto, ma non ti ho mai creduto
stupido, quindi…chissà, potresti anche capire che ti conviene.
Maelstrom continua a
mantenere quell’espressione ambigua, eppure a Quasar inizia a sembrare sempre più
beffarda.
-Non hai proprio niente da
dire ?
Ora le labbra del mezzo
Inumano e mezzo Deviante si allargano in un ampio sorriso.
-Eh.
-Che c’è di così divertente ?
-Stavo pensando a quanto
starebbe bene il tuo corpo senza testa legato al monumento di Washington che
trapassa la Statua della Libertà, in mezzo alla piazza di Attilan. Sai com’è
quando cerchi di toglierti un’immagina dalla mente, no ?
-Non ti consiglio di
prendermi in giro.
-Davvero ? Cosa pensi di
fare, allora ? Mi uccideresti ? Oh, non sarebbe certo la prima volta. Dicono
che resuscitare diventa sempre più facile col tempo…
Quasar è pronto a rispondere,
ma stringe i pugni e si ferma. Torna sui suoi passi, attraverso l’oscurità, per
uscire al più presto da quel luogo.
-Secondo te cosa starebbe meglio
sotto una mia statua a New York, una bella distesa di teschi o una montagna di
cadaveri ? Mi senti ? Guardami quando ti parlo, dannazione ! Guardami !
Ma la colossale serratura è
già scattata, lasciando Maelstrom di nuovo solo al buio dell’Erebo.
La Zona Quantica, un mare
sconfinato di energia su cui non soffia mai nessun vento. Eppure, ora l’energia
è mossa da una nuova costruzione, che genera molte più onde della ormai nota
Struttura. Un gigantesco ottagono in leggera rotazione che contiene un piccolo
tunnel di ottanta chilometri di diametro. Al suo interno, una piccolissima
sfera bianca.
-Per te come sarà ?
Owen Reece è in piedi davanti
al colossale meccanismo, le mani nelle tasche dei pantaloni. Visto così, un
uomo basso con un vago principio di calvizie, stona con l’ambiente forse più
della ragazza nuda ricoperta solo di piccole nuvole, i cui piccoli risvolti
bianchi si perdono nella vastità della Zona.
-Che cosa ?
-Andare dall’altra parte.
-Come attraversare un varco
dimensionale che porta in un altro multiverso.
-Non è quello che volevo
dire. E’ che… sono stato in un sacco di posti strani, in vita mia: altre
dimensioni, altri pianeti, altri tempi… ma sembra che stavolta andremo molto
più lontano, “dove nessuno è mai stato prima”. Mi chiedevo…
-Vuoi sapere quali effetti
può avere l’attraversare un varco dimensionale che porta in un altro
multiverso, con particolare riferimento ad eventuali effetti sgradevoli,
improvvise rivelazioni mistiche e imprevedibili accostamenti mentali ?
-Sì, qualcosa del genere.
-Non saprei. Tuttavia,
considerando che ci andremo entro relativamente poco tempo… come direbbe un
terrestre… puoi anche aspettare.
-Però, insomma, fa riflettere
no ? Nonostante tutte le cose assurde che ci capitano, possiamo ancora trovare
qualcosa di nuovo e sconosciuto.
-Questo discorso ha una
qualche ragione d’essere o è un vago tentativo di descrivere una sensazione ?
-La seconda.
-Tutto questo perché stai
attraversando un “periodo filosofico”, come lo chiamerebbe Makkari ?
-Credo di sì.
-Capisco.
-Davvero ?
-No. Volevo solo essere
cortese.
L’energia che circonda
l’ottagono viene smossa da un leggero vento, e per un attimo la piccola luce
contenuta al suo interno lampeggia.
-Cos’è stato ? Ho sentito… -
tenta di definire a parole Molecola, non trovando un corrispettivo adatto a
quanto i suoi “sensi” molecolari gli hanno appena riferito.
-Probabilmente solo una
fluttuazione energetica. L’avevamo previsto.
-Sarà…io continuo a fidarmi
poco di una macchina costruita seguendo i progetti di quel Destino del futuro…
Dev’essere la situazione, ho i nervi a fior di pelle per quanto sono tesi
Quasar e Makkari.
-Oltre a questo dovresti
percepire anche la materializzazione di quattro individui all’interno della
struttura, senza che gli allarmi si siano attivati.
-Potrebbe essere collegato
alla fluttuazione. Andiamo a vedere, anche se Makkari sarà sul posto da ore
ormai.
I due Protettori si
allontanano di qualche centinaio di metri dall’ottagono, fino a quando Nuvola
non si ferma e si volta.
-Che c’è ? – chiede il suo
compagno di squadra.
-Mi è sembrato di vedere
un’ombra. Niente di importante.
Il centro della struttura,
davanti alle porte dell’Erebo. Quasar esce dalla prigione con un’espressione
facciale tra l’irritato e il disilluso, venendo intercettato immediatamente da
Makkari, in realtà già appoggiato alle porte da tempo (secondi, ma per lui è
sempre troppo).
-Come va con il prigioniero ?
-Non ha smesso di montarsi la
testa neanche per un secondo. Stavo per pensare al fatto che non lo abbiamo
messo in una situazione propriamente umana, quando mi ha ricordato di essere
escluso dalla categoria.
-Ma è temporaneo, no ? Solo
il tempo di trovare una prigione perfetta, sempre che esista.
-Mi diventi sentimentale, Mak
?
-No, solo che ho visto troppe
volte la vittima diventare peggiore del carnefice.
Quasar guarda l’amico Eterno
negli occhi, senza trovare la minima traccia del suo solito umorismo. Era
mortalmente serio.
-Tranquillo. Non sono
esattamente fiero di averlo messo in quella specie di gabbia, ma era veramente
l’unico modo che mi venisse in mente per impedirgli di scappare. C’eri anche tu
a Phoenix, no ?
-Ehi, lungi da me perdonargli
cose del genere. Parlando d’altro… Lara è ancora la donna più calma
dell’universo ?
L’ambiente si fa immediatamente
più sereno e Quasar si fa scappare anche un raro sorriso.
-Devo dire che ero un po’
preoccupato, all’inizio, ma non è che stia progettando la conquista del mondo o
sia diventata un’altra. E’ semplicemente…
-…in pace con l’universo ?
-Lo so che sembra stupido a
dirlo, ma… sì. Un secondo mi dice di aver ottenuto un aumento, poi mi chiede di
questa storia del viaggio negli altri multiversi, e passa a farmi notare cosa
dovrei fare come proprietario del bar. Come se qualsiasi cosa capitasse tutti i giorni.
-Mi ero quasi dimenticato del
fatto che avevi comprato il Moonbucks. Capita, quando incontri demoni, alieni e
gente che vuole concepire se stessa. Come vanno le cose tra gli umani ? Certo
che mi fai lavorare parecchio qui, non avrei mai pensato di chiedere a te come vanno le cose sulla Terra.
-Assurdo, sì. Ma immagino di
non dover dire a uno come te che va tutto come al solito. Ah, il bar ha
ricevuto un’offerta da una qualche grande catena, ora non ricordo quale.
-Spero vivamente per i tuoi
dipendenti che ci sia qualcuno di un po’ più presente a curare gli affari,
qualcuno che non sia in un’altra galassia durante gli orari lavorativi, cinque
giorni su sette.
-Sarai anche l’uomo più
veloce del mondo ma anche io ci avevo già pensato. Ho preso-
-Quasar. Ospiti – si limita a far notare una voce conosciuta
attraverso le Bande Quantiche. Il tempo di sbattere le ciglia e Makkari è già
scomparso.
Alcuni piani più in alto, la
stanza occupata per la maggior parte da un sistema computerizzato delle
dimensioni di un armadio, collegato a tutte le stazioni di ricevimento sparse
per l’universo conosciuto. Al centro del complesso ma compatto meccanismo, un
cubo trasparente pulsante di luce.
Sono passati poco più di
cinque secondi da quando quattro persone si sono materializzate in questa
stanza, quando se ne aggiungono altre quattro che circondano gli ospiti non
invitati.
-Era anche ora che si facesse
vedere qualcuno – commenta il più basso dei presenti, togliendosi qualcosa dai
denti con le sue dita tozze, mentre la donna calva di fianco a lui volta lo
sguardo. L’uomo dalla pelle dorata ed il massiccio umanoide dalla pelle verde
analizzano l’ambiente.
-Amici tuoi, Quaze ?
-Una specie. Benvenuto nella
Zona Quantica, Warlock.
Offre la mano all’essere
dorato, che invece di stringerla cammina in avanti continuando ad osservare
l’apparato quantico.
-Avete un Cubo Cosmico. Quali
sono le vostre misure di sicurezza ?
-Un tantino diretto, eh ? –
interviene Makkari con una smorfia.
-Saremmo interessati a delle trattative,
Quasar. E’ possibile conferire con Epoch ?
-E’ costantemente
interfacciata alle Bande Quantiche, quindi in pratica lo stai già facendo.
-Preferisco i faccia a
faccia.
-Anche io – dice una voce
proveniente da tutte le direzioni, prima che la stanza sia inondata di luce,
mettendo sull’attenti tutti i presenti meno Quasar e Warlock.
I riflessi si accumulano
dolcemente in una colonna di energia, convertita in massa nel giro di attimi.
Entro un secondo e mezzo, agli ospiti si aggiunge una forma femminile di cinque
metri e mezzo di altezza, ossia quanto può permettere il soffitto. Come sorta
di compromesso tra le vecchie forme di Epoch e la nuova, questo corpo sembra
più giovane del precedente, per riflettere la relativa inesperienza.
Attualmente non sembrerebbe, data la presenza di scena della più impeccabile
delle divinità.
-Epoch ? – chiede Warlock più
che altro come convenevole.
-Sì. Mi dispiace che questo
incontro sia stato possibile soltanto ora, da tempo osservo il lavoro della
Guardia dell’Infinito.
-Sì, lo immaginavo.
Discuteremo anche di questo.
-Indubbiamente.
-Adam, ma ‘sta Epoch non
doveva essere una sorta di grosso fungo ammuffito con un occhio solo ? Da dove
salta fuori questo pezzo di-
-Pip, resta a disposizione
per riportarci nello spazio normale. K’lrt, Heather, analizzate le capacità di
difesa.
-Non posso neanche
teleportarmi dall’altra parte dell’universo a scolarmi qualche birretta ? Va
bene, punta quegli occhi senza pupille da un’altra parte, grande capo, ho
capito e sto zitto.
-Mai abbastanza – puntualizza
Dragoluna, notando che Nuvola la sta fissando insistentemente.
-Se i convenevoli sono
terminati, Warlock – termina Epoch – possiamo recarci nella sala riunioni. C’è
una guerra da organizzare, dopotutto.
L’entità cosmica precede l’uomo
e l’indefinibile essere artificiale, resistendo alla tentazione di manifestare
un corpo anche alla destinazione. Cortesia per degli esseri finiti,
sostanzialmente.
-Sinceramente non pensavo di
vederti in una forma umana, Epoch. Perché questo cambiamento ?
-Pubbliche relazioni,
fondamentalmente. La mia forma originaria è molto più comoda e funzionale,
eppure ho notato una certa difficoltà di interazione personale con gli
umanoidi. E poiché non c’è la minima perdita a livello cognitivo, ho pensato
“perché no ?”. Posso cambiare con poco più di un pensiero, se voglio tornare al
mio vecchio corpo.
-Ti manca ?
-Un po’. Devo abituarmi ad
avere solo due occhi, più che altro. Ma vado pazza per le mani… sono
tremendamente pratiche.
-Devo sentirmi onorato per
questo incontro personale o è normale amministrazione ?
-Attualmente il mio
segretario personale è in convalescenza dopo essere stato posseduto dall’anima
di mio nipote. Riprenderà servizio entro stasera, appena in tempo.
-Capisco. Una struttura
ammirevole, la vostra. Interamente composta di energia quantica, a diversi
gradi di densità a seconda della funzione. Come simulate la gravità ?
-C’è un nucleo di materia
quantica in velocissima rotazione, decine di metri più sotto – precisa Quasar,
leggermente irritato perché l’uomo dorato gli ha concesso a malapena
un’occhiata – che emana onde gravitazionali catturate da lastre di materiale
quantico a bassa vibrazione.
-Rozzo ma efficiente quanto
basta. Per quanto riguarda la rete di segnalatori, come filtrate i segnali ?
-Tutti i dati passano per
quattro supercomputer a tecnologia fotonica, basata sulle Bande Quantiche, ed
ognuno è interfacciato con il Cubo Cosmico.
-E tutta questa struttura
prescinde dalle Bande Quantiche ? Non è necessaria una concentrazione costante
?
-No, quando creo un oggetto
non serve che mi ci concentri perché resti solido. A meno che non debba
muoverlo, chiaramente. Come mai tutto questo interesse ?
-Cerco di stabilire se siete
una minaccia, e quanto sforzo sarebbe necessario per fermarvi se lo diventaste.
-Abbiamo passato l’esame ?
-Ampiamente. Hai compiuto
molti passi avanti rispetto a pochi mesi fa, Quasar. Siamo stati troppo
occupati per darvi la giusta considerazione, finora, ma ci interesserebbe una
collaborazione.
-Interessante l’uso del
plurale, nonostante l’interesse per la collaborazione riguardi esclusivamente
te e non il resto della tua squadra. Gli altri condividono, forse, ma è
chiaramente una tua idea.
-Leggi le nostre menti, Epoch
?
-No, ma i corpi emanano
segnali chiarissimi per chi li sa interpretare. Tu puoi essere un maestro in
questo, Warlock, e sai schermarti in modo eccellente. Per chi non riceve
informazioni da ogni singolo atomo che la circonda, cioè.
Il corridoio finisce, e
l’entità passa attraverso porta e muro per entrare nella stanza adiacente. Il
passaggio garantisce una manciata di secondi di silenzio, ed un altro paio sono
garantiti dall’analisi della stanza, dominata da un grande tavolo rotondo al
cui centro vi è un globo dorato.
Epoch riduce le proprie
dimensioni fino a quelle di un essere umano, e si siede su una sedia che si
crea all’istante. Quasar e Warlock fanno altrettanto, sistemandosi agli angoli
di un immaginario triangolo insieme a Epoch.
-Sarò sincero con voi: i
nostri metodi possono essere diversi, ma i fini della Guardia dell’Infinito non
sono molto diversi dai vostri. Solo leggermente più ampi.
-Anche io non ho un reale
motivo per non essere sincera, Warlock. Non vi consegneremo il Cubo Cosmico, ma
vi daremo accesso al nostro sistema di comunicazione.
-Sospettavo che fossi già a
conoscenza dei motivi della mia visita.
-E tu sai il perché di questo
colloquio privato – interviene Quasar.
-Certo. Quanto è grave ?
-Siamo a un passo dall’oblio.
-Non è una novità. E’ un
universo interessante, dopotutto.
Vista dall’esterno, la
struttura è un gigantesco poligono multi-sfaccettato. Vista da una delle
sfaccettature, sembra di essere seduti su di un pannello solare sotto un sole
accecante, solo che non c’è nessun astro a fornire la luce. La luminosità è
diffusa, come se si fosse circondati da luci al neon invisibili.
Per sua stessa natura, la
Zona Quantica è sempre uguale a se stessa. Al momento, a darle un po’ di
varietà c’è il fumo di uno dei sigari di Pip il troll, appollaiato su uno degli
angoli delle sfaccettature. Per un attimo soltanto ha l’impressione che
qualcuno lo stia osservando, ma se fosse così la Gemma Spaziale l’avrebbe già
informato. Con la coda dell’occhio gli sembra di vedere qualcuno che si
allontana, ma quando controlla meglio non vede niente. Il giallo gli avrà dato
alla testa, ma anche senza Gemma ora si accorgerebbe dell’avvicinarsi di
Makkari, che stranamente sta camminando invece di correre, che si siede di
fianco a lui.
-Che vista, eh ?
-Già, non avrei mai pensato
di apprezzare una distesa infinita di giallo fluorescente, ma devo ammettere
che ha un che di ipnotico.
-Prova a lavorare qui per più
di una settimana e non ne potrai più del giallo.
-Bel posticino, comunque.
Anche se dovreste metterci qualche cesso, ho dovuto andarmene in un’altra
galassia per farla.
-Guarda che ce ne sono due.
-Oh. Dovrò scusarmi con gli
abitanti di quella palude, allora. Come mai questo interesse per me ? Ti
immaginavo a provarci con Dragoluna. Apprezzo il pensiero, ma non è che sia
particolarmente interessato.
-Tu hai la Gemma Spaziale del
Corridore, non è così ?
-Non so chi sia ‘sto tizio,
ma sì. Perché ti interessa ?
-Lui la usava per correre
molto, molto veloce. Ci hai mai provato ?
-A che serve correre se puoi
trovarti sul posto un attimo dopo averlo pensato ?
-Per il gusto di arrivarci. E
poi, sai, il teletrasporto è una cosa molto sopravvalutata secondo me. E te lo
dice uno che ha preso lezioni di teletrasporto molecolare dall’età di duecento
anni.
-Perché ?
-Dipende tutto da quanto
veloce si pensa.
-Ma dai. Voglio dire, se uno
corre veloce corre veloce e basta. Uno che si teletrasporta toglie un
passaggio, tutto qui.
-Sicuro ?
-Sicuro. E te lo dice uno che
è un esperto nel correre veloce, specialmente per scappare. Eh, ne hai di cose
da imparare prima di arrivare al mio… che fine ha fatto il mio sigaro !?
-Scadente – giudica Makkari
prima di emettere qualche anello di fumo, per rimettersi poi il sigaro in bocca
– Tra parentesi, ho anche fatto in tempo a sterilizzarlo mentre sbattevi le
palpebre. Sarò anche immune dai germi, ma mi faceva un po’ schifo.
-Quello mi è costato dieci
centesimi ! – protesta il troll alzandosi in piedi (non che si noti molto la
differenza).
-Mi sa che metterò una bella
targa “vietato fumare” all’ingresso. Dimmi, Dragoluna ti ha mai raccontato di
quando si travestiva con parrucca, occhiali e abiti castigati per passare per
la segretaria di Quasar, dopo che si era presa una specie di cotta ?
-No – risponde il troll
mentre si accende un sigaro che è andato a recuperare tra un istante e l’altro
– ma penso che tornati a casa mi ci farò le più grasse risate della mia vita.
Nella sala contenente i
supercomputer collegati al Cubo Cosmico, due donne stanno analizzando il
sistema di decodifica. Una indossa un costume viola chiaro con un’ampia
scollatura e che lascia scoperta la pancia, l’altra solo due nuvole a coprire i
punti più critici.
Microscopici tentacoli di gas
interstellare si insinuano tra le componenti di luce, illustrando la velocità
astronomica con cui i segnali vengono filtrati dal rumore di fondo cosmico e da
altri disturbi simili.
-Ho visto progetti di un
qualcosa di simile su Titano, ma questo è anni luce più avanzato – rompe il
silenzio Dragoluna.
-Makkari ci ha lavorato sopra
a super-velocità per due settimane, guidato passo passo da Epoch integrando
conoscenze provenienti da tutto l’universo. Recentemente è stato revisionato
per integrare alcune innovazioni introdotte da Ens.
-Allora perché lo sprecate
così ?
La nebulosa senziente guarda
la telepate con curiosità, inclinando leggermente la testa.
-Sprecare ?
-Avete creato uno dei sistemi
digitali più potenti in circolazione e lo usate per filtrare onde di
comunicazione… sfruttando solo un milionesimo delle sue potenzialità.
-Funge principalmente da
sistema di riserva, nel caso sia necessario effettuare ricerche attive negli
ambiti più disparati.
-E’ per questo che esiste il
vostro gruppo ? Vigilanza ?
-Suppongo di sì. Dev’essere
per questo che ci chiamano Protettori dell’Universo.
-Abbastanza pretenzioso.
-Non più del definirsi
guardiani dell’infinito, mentre comprendete a malapena il concetto.
-Hhhhmmm. Tutto questo lo
capisci dalle sottili occhiate mentali che mi hai dedicato negli ultimi minuti
?
-Sono molto cambiata da
quando eravamo insieme nei Difensori, Dragoluna.
-Ci tengo a precisare che io
non sono mai stata volontariamente un
membro di quel gruppo ridicolo.
-Come preferisci. Le nostre
capacità informatiche sono all’altezza dei vostri bisogni ?
-Credo proprio di sì. C’è
altro ?
-Dal punto di vista
organizzativo, no. Ho però da chiederti un favore…personale.
-Sarebbe ?
-I miei schemi mentali sono rimasti
irreparabilmente danneggiati dopo la catastrofe astronomica in cui sono stata
coinvolta non molto tempo fa. Grazie alla Gemma Mentale, sei probabilmente una
delle telepati più potenti di tutto il creato. Così, mi chiedevo se potessi…
tentare un recupero dei miei vecchi pensieri.
-Perché ?
-Curiosità. Da qualche parte,
tra gli schemi ionici, deve esserci ancora la nozione di umanità. Sarei curiosa
di analizzarla di nuovo. Inoltre… sono comunque pensieri miei, e ci terrei a
riaverli.
-Credo che Epoch possa…
-Preferirei di no.
-Perché ? Voi Protettori non
vi rivolgete a lei praticamente per ogni cosa ?
-Un tempo, forse. Prima che
una sua forma rischiasse di distruggere l’universo. Prima che facesse il
lavaggio del cervello ad una intera popolazione e alterasse i loro schemi di
pensiero. Prima che iniziassi a sospettare una lenta e progressiva influenza
subliminale sui miei compagni di squadra umani.
-Nascondete…molte cose
inaspettate, in questa fortezza dorata. Sia chiaro che accetto esclusivamente
per curiosità intellettuale e per allenare la mia capacità di entrare in
contatto con menti non umanoidi, e non per un qualche assurdo cameratismo
dovuto alla nostra militanza nello stesso gruppo.
-Io sono pronta.
Dragoluna fa un lungo respiro
e appoggia le mani sulle tempie di Nuvola. Poi chiude gli occhi e apre la
mente, sempre di più.
Poco più in superficie, un
fiero guerriero extraterrestre e un mite ex scienziato umano stanno passando in
rassegna i sistemi di sicurezza e difesa della struttura. A prima vista,
l’essere dalla pelle verde sembrerebbe di gran lunga il più potente. In realtà,
è al massimo il più pericoloso dei due.
-Mi sorprende che con la
vostra tecnologia e sapienza non abbiate escogitato niente di meglio per
difendere questo avamposto – analizza il Super-Skrull, come è più conosciuto
sulla Terra, rendendo invisibili i muri per giudicare meglio la protezione che
potrebbero offrire in caso di attacco diretto.
-La difesa è stata l’ultima
cosa di cui ci siamo occupati, visto che solo una manciata di persone sono in
grado di raggiungere la Zona Quantica. Quando poi si lavora per un’entità
praticamente onnisciente, non ci si preoccupa molto di queste cose.
-Sì, i Kree commisero un
errore simile con la creazione della Suprema Intelligenza. La cosa più curiosa
è che molti dei sistemi difensivi più recenti sembrano creati per impedire a
qualcuno di uscire, invece di impedire l’entrata. E perché una quantità
spropositata di energia viene convogliata al centro dell’avamposto ?
-Originariamente la struttura
doveva servire principalmente come protezione per oggetti o persone
estremamente pericolosi.
-Lo si capiva dal design.
Sono stato in posti simili.
-Anche io, più o meno. Posso
farti una domanda ?
Fino a pochi mesi fa, a Owen
Reece mancava anche solo il coraggio di chiedere indicazioni per la strada. Ora
invece la presenza di un alieno, che oltretutto fino a pochissimo tempo prima
avrebbe considerato una minaccia ragguardevole, non lo fa nemmeno scomporre.
Se è per questo, fino a
pochissimo tempo fa l’alieno gli avrebbe risposto di no, sempre che la
conversazione potesse arrivare a questo punto. Ora si limita a non negare una
risposta.
-I tuoi compagni di squadra
ti considerano ancora un super-criminale ?
-Non mi sono mai considerato
tale io stesso. E molto raramente mi interessa l’opinione che gli altri hanno
di me – risponde K’lrt senza cambiare la propria espressione granitica.
-Già. Hai notato come
ultimamente ci siano un sacco di ex criminali che-
-Ti ho già detto che io non
ero un criminale. Solo un soldato. Come adesso. Abbiamo finito ? Non avete
altre difese ?
-Tecnicamente no, se
escludiamo l’aria.
-L’aria ?
-Ho…chiesto all’ossigeno di
incendiarsi se viene respirato da uno sconosciuto. Se accade, l’anidride
carbonica passa allo stato solido e dei rilevatori ordinano alle porte di
chiudersi ermeticamente. Niente di che, ma è una cosa molto difficile da
rilevare.
-Affascinante. Ora capisco il
perché di quel dossier.
-Dossier ?
-L’Impero aveva raccolto notizie
sommarie su tutti i maggiori super-esseri della Terra, prima di spedirmi alla
sua conquista. Eri indicato tra i soggetti da trattare con la massima cautela.
-Ma… io mi scontrai con i
Fantastici Quattro dopo di te, no ?
Ricordo un servizio al telegiornale con le immagini dello scontro; fu per
quello che scelsi di attaccare loro per farmi un nome… e voi sapevate già di me
?
-Immagino che i Kree non
siano gli unici a sopravvalutarsi. Fosti scartato perché eravamo sicuri della
mia vittoria; ce ne siamo dimenticati, probabilmente.
-Mi è andata bene, allora.
Potevo finire come Maelstrom – mormora Molecola.
-Maelstrom ?
-Sì, un nostro nemico. Lo
teniamo rinchiuso con l’essenziale per sopravvivere; è incatenato al centro
della struttura. Potevo fare la stessa fine su un mondo-prigione Skrull.
-Ne dubito fortemente –
questa volta tocca allo Skrull esibire un rarissimo sorriso.
-Perché ?
-Ci sono solo tre fini per i
prigionieri Skrull. O vengono sottoposti ad un lavaggio del cervello per
diventare soldati, o vengono studiati e poi uccisi quando si è scoperto tutto
di loro, o vengono uccisi direttamente.
-Quindi è andata bene anche a
Maelstrom.
-Probabilmente.
“Ma questo non mi sembra in
linea con l’opinione che Adam aveva di voi. Questi Protettori nascondono qualcosa…”
I pensieri dello Skrull
vengono interrotti da Molecola, che si guarda nervosamente (anche più del
solito) intorno.
-L’hai sentito ?
-Cosa ?
-Una vibrazione molecolare.
E’ durata un attimo, come se qualcosa fosse apparso e scomparso in un istante.
-Non ho avvertito nulla. E
qui intorno non c’è niente di invisibile…se ci fosse, lo vedrei.
-Se fosse stato qualcosa,
sarebbe stato rilevato dai sistemi interni o da Epoch. Forse è stata qualche
fluttuazione casuale del flusso quantico, o una cosa del genere.
-Già, forse…
Migliaia di chilometri cubi
compressi in uno spazio che non è uno spazio, una micro-dimensione racchiusa in
un corpo umano. Colossali grovigli di liquidi cangianti, che intrappolano in
una gabbia aperta milioni di metri cubi di gas, delimitano il cervello.
Cristalli molecolari orientati secondo campi magnetici generati da anelli di
vapore condensato in rapidissima rotazione formano la rete neurale. Scariche
elettriche su microfilamenti di ioni come pensieri. La mente di una nebulosa.
Alcune scariche sono
sincronizzate e si ripetono a cicli regolari. Ricordi. La mente di Dragoluna ne
sfiora la superficie, venendo quasi sopraffatta dall’improvvisa visione di dati
sensoriali raccolti per milioni di anni con organi e sensi che non ha mai nemmeno
potuto sognare.
Se non fosse per la Gemma, il
cervello sarebbe già stato bruciato dalla velocità delle informazioni. In un
angolo, quello che resta della forma mentale originale di Carol Faber, il
modello secondo cui è stato creato il corpo con cui Nuvola simula l’umanità. Di
Carol non resta nulla, persino i centri del linguaggio sono stati totalmente
sovrascritti. Gli stati emotivi principali sono ancora intatti, anche se
collegati ad altri pensieri secondo percorsi sempre mutevoli. Alcuni ricordi
risalgono alla presenza nei Difensori, ma per la maggior parte si tratta di
dati fisici, e qualche veloce trascrizione degli eventi.
Tutto il resto manca, anche
se piccole scariche istantanee perlustrano di continuo la superficie della
regione dei ricordi per tentare di ritrovare qualcosa. Ma ormai quello che si
poteva recuperare è stato recuperato; tutto il resto è stato cancellato dalla
titanica fusione di due corpi celesti.
Il contatto viene interrotto,
e Dragoluna riapre gli occhi, quasi accecati dalla luminosità dei pensieri.
-Hai una mente meravigliosa –
è la prima cosa che si sente di dover dire.
-Che però occupa tanto spazio
quanto un condominio – risponde Nuvola sorridendo – Niente ?
-E’ già un miracolo che sia
rimasto qualcosa. E’ come se fosse stato versato dell’acido su di un cervello.
Che il risultato abbia anche solo una vaga rassomiglianza con l’originale è di
per sé un fatto strabiliante.
-Ho avuto molto tempo per
ricostruirlo. Per fortuna, perché non avrei mai potuto dedicarmi completamente
ad un’opera così titanica e allo stesso tempo procedere con il mio lavoro di
Protettrice.
-Quel periodo era…oscurato.
Non sono nemmeno riuscita a sfiorare i ricordi che lo riguardano.
-Ci sono…parti del mio
cervello…che preferisco non mostrare.
-Come tutti… - Dragoluna non
termina la frase, guardandosi attorno sia con gli occhi che con la mente. C’è
qualcuno.
-Oltre ai Protettori e alla
Guardia, c’è qualcun altro qui dentro ?
-Solo Epoch e Maelstrom,
attualmente.
-Maelstrom ?
-Credevo lo avessi già
incontrato, e che sapessi della sua recente rinascita.
-Se è per questo avrei anche
un paio di conti in sospeso con lui… e naturalmente la Guardia sapeva delle sue
imprese a Phoenix. Perché è qui ?
-E’ nostro prigioniero.
-Hhhmmm. Non facevo Quasar
abbastanza intelligente da fare una cosa del genere. Dove si trova ?
-Erebo, al centro della
struttura.
-Troppo lontano. Ho sentito
qualcos’altro, ma di altrettanto familiare… c’era qualcuno, qui.
-Ho notato solo qualche
sfasamento delle onde luminose, ma avrei visto un essere vivente. Farò
controllare a Epoch a incontro terminato. Abbiamo finito con l’analisi, quindi
suggerisco di tornare sulla superficie esterna.
Non molto distante. Una porta si apre per lasciar uscire Quasar e
Warlock, seguiti da Epoch che avendo ancora poca dimestichezza con gli ambienti
a misura di essere umano passa semplicemente attraverso il muro. Warlock sta
continuando un discorso iniziato poco prima.
-Spero comunque che non si arrivi
a tanto.
-E’ solo una precauzione,
ovviamente – precisa Epoch – il coinvolgimento del Guanto dell’Infinito causa
sempre una quantità spropositata di conseguenze negative, o anche solo di
immense seccature. Ciononostante, la situazione…
-Sì, capisco. Un essere tanto
grande da far sentire la propria attrazione gravitazionale ad universi di
distanza e in grado di divorare un intero multiverso entro pochi giorni è
decisamente una minaccia che si può ignorare solo per poco tempo.
-E nel caso in cui le altre
entità cosmiche abbiano da ridire sulla faccenda, a battaglia ultimata, avrete
il nostro pieno sostegno. Con esseri del genere la diplomazia è l’arma
migliore.
-Sei ottimista, Quasar, a
prevedere un seguito ad una battaglia del genere.
-Se ci sarà, molto meglio
essere preparati.
*Pip, Dragoluna, K’lrt,
abbiamo concluso le trattative. Prepariamoci a tornare a casa entro tre minuti.
Finita la comunicazione
mentale, Warlock si volta ed alza lo sguardo per incrociare quello di Epoch,
che già conosce la sfida implicita nell’espressione dell’essere artificiale,
che sembra dire “So che nascondi qualcosa”.
Con un sorriso mentale
impercettibile, Colei che Attende risponde direttamente al cervello di Adam.
“La sincerità è sempre la
prima vittima prima di un grande evento”.
Erebo. Maelstrom ha chiuso
gli occhi, non avendo nulla di importante da osservare. Sta analizzando ogni
particolare di ogni singolo sistema utilizzato per tenerlo in trappola,
concentrandosi sulla propria fuga e su quello che farà una volta libero.
Nonostante l’eccitazione del momento, mantiene la propria mente calma e
rilassata.
Sorride, e allo stesso tempo
digrigna i denti.
-So che sei qui.
Gli risponde solo il
silenzio, davvero più eloquente di mille parole in questo caso.
-Ti ho sentito muoverti. Le
onde gravitazionali che emani arrivano fino a qui. Le sento solo perché fanno
tremare leggermente questi – alza quanto può le mani per mostrare le grandi
catene che gli stringono i polsi – ma le ho sentite.
Ancora silenzio. Solo un
tremore incredibilmente limitato segnala qualcosa che si avvicina molto, molto
lentamente.
-Fammi uscire di qui.
Appare qualcosa, un’immagine
sfocata su tutto lo spettro elettromagnetico. Anche la gabbia inizia a tremare
lentamente, per poi accelerare quando si sente una voce incredibilmente
distorta.
-Perché dovrei farlo ?
-Sono stato un dio. Potrei
esserlo ancora, e molto più generoso delle altre volte.
-Mi uccideresti alla prima occasione.
-Come fai ad esserne sicuro ?
-Come si arriva alla Terra da qui ?
-Oh, questa è una domanda. Io
rispondo alle domande solo se ci guadagno qualcosa.
-Non posso darti niente. Non posso neanche toccarti, quindi non fare
l’idiota. Dimmi solo come arrivare sulla Terra.
-Se tu mi liberassi,
prenderei le Bande Quantiche e uscire dalla Zona Quantica sarebbe fin troppo
facile.
-Scordatelo ! Se lo fai, io sono fottuto. Non c’è un altro modo per
recuperare da qui uno dei moduli di comunicazione interdimensionale ?
-Dovrebbe essere un segreto.
Chi ti manda ? Zola ? L’Evoluzionario ? Nessuno di quelli che sa può arrivare
fin qui.
-Devo provare in un altro modo. Se solo avessi a disposizione un po’ di
energia…
-Io posso fornirtene quanta
ne vuoi, se mi liberi.
-Come se mi servisse a qualcosa. Se resto qui mi troveranno di sicuro, e…
però stanno per partire… quindi l’impulso potrebbe… sì. Preparati a ricevere
una bella scorta di energia cinetica, crea subito un campo nullo e non lo
abbassare per nessun motivo. Mi hai capito bene ?
-Sì.
“Chi sia e cosa stia dicendo
non è importante, ora come ora. Conta solo uscire... lo posso uccidere dopo”.
Il colpo è rilevante anche
per un corpo espressamente strutturato per gestire l’energia cinetica. L’intero
indefinibile spettro dell’energia del movimento viene fornita all’istante,
un’unica spinta formata di microscopici spostamenti a livello molecolare.
L’assorbimento è l’unica reazione del corpo di Maelstrom che non viene
totalmente frenata dai vari tipi di inibitori, che per qualche ragione non
individuano la fonte di tale energia.
Al campo nullo di Maelstrom,
che fa scendere a zero la velocità della materia, si aggiunge un altro campo
simile ma molto più potente, e la gabbia va in pezzi. Compiendo un ultimo
sforzo, il genocida spezza le catene strappandole dal pavimento, e ben presto
tutto ciò che ne rimane sono le due manette che ha ai polsi, che non sono più
collegate tra di loro.
-Fatta. Ora sali e non ti fermare. Se funziona, è fatta anche stavolta.
L’entrata. I due gruppi sono
quasi interamente riuniti, e molto velocemente riferiscono a grandi linee i
risultati delle indagini svolte. Se Adam Warlock è soddisfatto o meno del
lavoro svolto, o se fosse stato veramente interessato allo stato di
informazioni e difesa, non è chiaro ad occhi poco allenati.
-Allora si riparte, Adam ? –
domanda Pip.
-Sì. A quanto abbiamo visto,
siete in grado di custodire a dovere il Cubo Cosmico, specialmente perché
operante solo in minima parte al momento.
-Spero che in futuro ci sia
la possibilità di un’alleanza più stabile tra i due gruppi.
-Vedremo, Epoch. Abbiamo
molte cose in comune, ma altrettante differenze. E molte macchie scure sulle
nostre coscienze. Vi terremo d’occhio. Andiamo, Pip.
La Guardia dell’Infinito
scompare dalla vista come era arrivata, senza che ce ne sia veramente il tempo
di accorgersene.
-Beh, hanno un tempismo
eccezionale. Ancora un po’ e proprio non ci trovavano. Ma sapevano del viaggio,
Quaze ?
-No, anche se penso che
Warlock abbia intuito qualcosa.
-Dato il suo interesse per il
Cubo Cosmico, sapere che state per lasciare questo multiverso non avrebbe
generato altro che confusione.
-Vuoi dire che se lo sarebbe
preso, Epoch ?
-Probabilmente no. Allo stato
attuale, Warlock conta molto sulla segretezza del proprio gruppo…o almeno dei
propri fini ultimi, e proprio per questo non poteva non considerare il fatto
che io ero a conoscenza delle loro azioni. Ma causare uno scontro diretto con
voi avrebbe distrutto totalmente quella segretezza.
-Secondo me li avremmo fatti
neri comunque – ridacchia Makkari.
-Speriamo non ci si arrivi.
E’ sempre tutto pronto, Epoch ?
-Naturalmente, Quasar.
Comparando i dati raccolti da Destino nel vostro primo incontro con Nemesi, ho
individuato con una certa precisione il punto verso il quale si sta dirigendo.
Se sta effettivamente riacquistando la propria mente, è molto probabile che
istintivamente abbia localizzato l’Arma e che si diriga verso di essa.
-Però starà sempre a noi
trovarla…chiaro.
-Aspettate un attimo – si
sbriga a interrompere Molecola – volete dire che partiamo adesso ?
-Prima ce ne andiamo, meno
tempo resteremo via.
-E come torniamo indietro !?
-L’Ottagono genera un flusso
costante di gravitoni e radiazioni universali. Quasar, registrane l’ampiezza
nelle Bande Quantiche; dovresti essere in grado di rintracciare il passaggio
senza troppa fatica.
-Non posso credere che
partiamo adesso !
-Beh, Molecola, se
aspettassimo troppo potremmo anche rinsavire e lasciar perdere. Epoch…uh…
-Non preoccuparti, baderò io
a Lara se il viaggio dovesse essere troppo lungo o senza fine.
-Grazie. Allora, se non c’è
altro…partiamo.
I quattro Protettori si
alzano in volo, allontanandosi sempre più dalla struttura fino ad arrivare
davanti al gigantesco ottagono. Il varco posizionato al suo centro diventa
sempre più grande, opportunamente stimolato da radiazioni ed energia quantica.
Il microscopico puntino luminoso diventa una sfera, sempre più grande, fino a
tre metri di diametro. Attorno all’ottagono, l’energia viene mossa da onde
perfettamente sferiche che si allontanano sempre di più, il cui ritmo aumenta
sempre di più.
Sulla superficie della
struttura, un gigante di un metro e dodici ne incontra uno di dieci metri, che
si volta a guardarlo con espressione disgustata.
-Epoch.
-Maelstrom.
-Mi farai passare ?
-Hai ucciso mio padre e il
suo unico amico. Cospirato insieme a mia figlia. Ucciso migliaia di innocenti
solo per il gusto di farlo.
-Allora ?
Le onde sono sempre di più,
non solo delle leggere increspature ma venti possenti che incontrano sempre
meno resistenza. Epoch guarda la porta che conduce all’oceano senza inizio né
fine dei multiversi, e sospira. L’universo a volte richiede scelte rischiose.
-Vai. Se possibile, cerca di
non tornare.
Maelstrom si alza in volo,
accelerando verso l’ottagono. La corrente contraria rallenta di molto la sua corsa,
ma ben presto è oltre l’orizzonte. Epoch guarda nella direzione opposta, dove
le onde si infrangono su una piccola distorsione visiva. Fissa l’ombra con
occhi diversi rispetto a quelli dedicati a Maelstrom.
-Che aspetti ? Vai anche tu.
Vai, prima che cambi idea.
Se fosse possibile udire
l’esplosione generata dall’ottagono, si resterebbe sorpresi da quanto possa
sembrare limitata anche se assordante. Non c’è frazione energetica della Zona
Quantica che non venga colpita dall’onda d’urto. Dura per una trentina di
secondi, poi tutto torna lentamente allo stato immutabile che ha sempre avuto.
Gli occhi di Epoch fissano la
traiettoria che si allontana dall’ottagono, fino a quando non riesce più a
metterla a fuoco con nessuno dei suoi mille sensi.
-Finalmente, un po’ di
silenzio.
CONTINUA…
Numero di pausa per riprendersi dalla saga appena conclusa, e prepararsi alla prossima in cui vedremo dei personaggi straordinariamente simili a quelli di una casa editrice il cui nome inizia con DC.
Approfittando della pausa,
finalmente vediamo l’incontro tra i due gruppi cosmici di Marvel IT, che finora
per una serie di circostanze non si erano ancora incontrati. Se Warlock ha
incontrato Quasar solo di sfuggita, durante la Guerra dell’Infinito e in un
paio di occasioni successive, ed il Super-Skrull per qualche vignetta durante
Operazione: Tempesta nella Galassia, conosce oramai da molto tempo Dragoluna,
presente (sotto mentite spoglie) nel cast della sua serie originale per quasi
venticinque numeri. Non sono rimasti in ottimi rapporti, quindi non è poi così
strano che non si dicano neanche una parola nell’episodio. Come detto nella
storia, Dragoluna è anche stata nei Difensori insieme a Nuvola, in storie
inedite in Italia.