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di Fabio Furlanetto

 

 

#50 - I saved the world today

 

 

Riassunto

Tempo fa, a Quasar è stata fatta una profezia su un essere che avrebbe portato sull’orlo della distruzione tutto l’esistente. Seguendo la profezia ha riunito degli alleati, formando i Protettori dell’Universo, con i quali ha scoperto sempre di più sulla minaccia, Nemesi. Sempre seguendo la profezia, i Protettori hanno accumulato informazioni, potere ed esperienza sufficienti a sconfiggerlo, a costo del sacrificio di innumerevoli universi.

Alla fine hanno recuperato la colossale Arma necessaria per l’ultima battaglia, ed hanno seguito fino in fondo la loro strategia. Ma all’ultimo, l’Arma ha fallito proprio mentre Nemesi si stava risvegliando. Senza più nemmeno piani di riserva, la situazione è davvero disperata adesso…

 

 

E’ curioso quello a cui si pensa quando ci si rende conto che l’universo sta per finire. Nell’attimo preciso in cui si capisce che non c’è più nessuna speranza.

Molti pensano che sia come quando ci si rende conto di dover morire, ma non è proprio la stessa cosa. All’inizio, però, può sembrare.

Alcuni Protettori dell’Universo, per esempio, si mettono a pensare a quello che stanno per perdere. Quasar pensa a Lara, tipicamente, e Molecola a Volcana.

Altri si concentrano sulla possibilità di evitare il destino peggiore, come Makkari che spera di fare in tempo ad attuare il piano di emergenza di Epoch.

Pochi altri preferiscono dispiacersi per quello che non potranno mai fare… Nuvola non potrà mai dare vita a una stella e Maelstrom non potrà più torturare quelli che l’hanno tradito. Alla fine, si capisce che questi pensieri non hanno senso.

Inutile preoccuparsi di chi si lascia o di quello che non si farà… tutti moriranno e nessuno farà mai più nessuna cosa. E’, forse, la più potente sensazione di totale annichilimento della propria esistenza che si possa arrivare a provare.

Niente ti rimette al tuo posto come la comprensione di non essere che un granello di polvere infinitesimale in un piccolo anfratto buio ed inutile di una gigantesca scatola vuota e priva di senso. Di fronte a questo, possono esistere solo due tipi di persone. Chi crolla, e chi no.

Quelli che crollano, forse, sono quelli più sani. Provare questa sensazione ed uscirne vivi è più terrificante della distruzione dell’universo. Ma… se i Protettori avessero voluto una vita facile… oggi se ne sarebbero rimasti a casa.

Uscire dalla voragine esistenziale in cui sono stati catapultati a forza è come svegliarsi da un coma. Questo è Nemesi, questo è ciò che significa l’anti-esistenza.

-Ahem – si schiarisce la voce Quasar, dopo essersi passato le mani tra i capelli ed aver constatato che anche gli altri Protettori hanno provato la stessa cosa e ne sono usciti vivi.

-Non so voi, ma io adesso farei qualunque cosa pur di mettere le mani su un universo dove esista ancora l’aspirina. Vogliamo provarci di nuovo ?

 

T più 5 minuti e 9 secondi

 

Sui volti di tutti i Protettori…compresi Maelstrom e persino Nuvola… è possibile vedere tutta la rabbia, la disperazione e l’impotenza per quanto è successo poco prima. Poi, quando gli effetti della mente primordiale di Nemesi si attenuano, sorge anche un’altra emozione. Incredulità.

A dare voce a questo dubbio è Molecola, visibilmente il più turbato dall’esperienza.

-Perché… non siamo ancora morti ?

Nessuno risponde, fino a quando Quasar non serra i pugni con espressione determinata.

-Rapporto, Nuvola.

La nebulosa senziente quasi vola verso il pannello di controllo dell’Arma, e le sue dita avvolte da una soffice nebbia sfiorano contatti microscopici, in modo molto più frettoloso dell’armoniosa piccola coreografia di prima.

-Cellule di memoria disattivate, capacità di calcolo a un miliardesimo di quanto serve, potenziale energetico in rapido decadimento. L’Arma è praticamente inerte.

-Non c’era modo di salvarsi – interviene Maelstrom – Il fronte di avanzamento di Nemesi era a pochi secondi da noi, su tutti i lati. Eravamo spacciati.

-Se siamo morti dovrò fare i miei reclami a chi dico io – scherza Makkari, poco convinto.

-Dov’è Nemesi ? – incalza Quasar.

-E’ ancora sotto i sensori dell’Arma. Distanza… - Nuvola sgrana gli occhi e ricontrolla i dati – l’Arma deve essere più danneggiata di quanto pensassi, Quasar. Ci dev’essere un errore in questi dati. Sembra che siamo a… circa ventimila miliardi di anni-luce dalla nostra ultima posizione, in una zona-cuscinetto che non avevamo rilevato, dove Nemesi non si sta ancora espandendo.

-E come abbiamo fatto ad arrivarci ? – chiede Molecola – Dovremmo aver attraversato più di mille volte il diametro del nostro universo senza neanche accorgercene.

-Non so voi, ma poco fa io non mi sarei neanche accorto di una motosega che mi staccava una gamba – risponde Makkari – Ma se il dato è sbagliato vuol dire che Nemesi ci ha ucciso, e di quello me ne sarei accorto. La domanda è, chi o cosa ci ha spostato ?

-No – interviene Quasar – La domanda è cosa facciamo con questo vantaggio. Questo posto ha dei sensori così sofisticati da scoprire quanta massa serve a Nemesi per poter pensare, non c’è modo di sapere cosa è successo ?

-Forse sì, Quaze. Ricordo di essermi imbattuto in qualcosa del genere cercando di capire come funzionava il sistema di difesa. Speriamo che non sia messa così male…

Facendo scansare Nuvola, Makkari appoggia le mani sulla lastra di comando e muove a super-velocità le dita premendo tasti inesistenti. Nella stanza si materializza un ologramma a forma di rettangolo, su cui passano dati ed immagini ad una velocità tale da sembrare una macchia che cambia forma in continuazione.

Quando Makkari si ferma, lo schermo mostra una proiezione tridimensionale dell’Arma, sostanzialmente una grossa sfera argentea, circondata da un muro di oscurità (in realtà solo un suo spaccato, per dare modo di vedere cosa c’è all’interno).

-Più o meno è a questo punto che abbiamo perso conoscenza – li informa.

In circa due secondi si assiste ad un lampo rosso e al rimpicciolimento istantaneo di Nemesi, che continua ad essere visibile in lontananza come appare adesso all’esterno dell’Arma.

-Qui è quando ci hanno spostati, evidentemente – commenta Nuvola.

-Possiamo rivederlo più lentamente ? – chiede Molecola.

L’immagine parte ancora, sempre troppo veloce. La registrazione viene rallentata ancora, ed un attimo prima che Nemesi scompaia è visibile, sulla sua superficie, un gigantesco triangolo rosso. Tutti si irrigidiscono e sono ancora più attenti allo scorrimento successivo, in cui la scena si ripete in modo così lento da far vedere il puntino di luce rossa partire dalla sommità dell’Arma per crescere sempre di più e colpire Nemesi.

-C’era qualcuno sull’Arma – conclude Maelstrom.

-Okay, abbiamo perso abbastanza tempo – riprende a parlare Quasar – Qualunque cosa sia, ci ha fatto guadagnare un po’ di tempo. Non c’è modo di sapere quanto tempo resta all’universo, vero ?

-Siamo troppo lontani ed abbiamo Nemesi di mezzo a tagliarci le comunicazioni – risponde Nuvola scuotendo lentamente la testa.

-Meglio assumere che ci sia ancora, in mancanza d’altro. Allora: l’unica cosa da fare è riportare l’Arma a condizioni accettabili, abbastanza vicino a Nemesi, e pregare che funzioni. Avremo anche perso l’occasione migliore, il momento esatto del risveglio di Nemesi, ma possiamo ancora farcela.

-Come fai a sapere che Nemesi non sia già ad un livello di coscienza tale da vanificare qualunque attacco ?

-Perché altrimenti saremmo morti, Maelstrom. Anche se fosse, persino Nemesi avrà delle difficoltà a superare le armate di esseri cosmici che sono state ammassate ai limiti esterni del multiverso... Warlock, il Tribunale e gli altri forse ci stanno facendo guadagnare un minimo di tempo.

-E come facciamo a rimettere in sesto l’Arma, Quaze ?

-Anche se ci riuscissimo, saremmo sempre troppo lontani per poter sperare di fare qualcosa – chiarisce Molecola. Quasar ignora entrambe le obiezioni.

-Nuvola, Makkari, rivoglio tutte le cellule di memoria in funzione ed il programma di elaborazione funzionante, e voglio entrambi per ieri. Molecola, tu vieni con me nel sistema di alimentazione centrale; se quest’affare ha una fonte di energia, possiamo sperare di prenderne un po’ in prestito per spostarla. Maelstrom…-

Quasar si volta verso il nemico per guardarlo negli occhi – …con Nemesi in movimento, tutto lo spazio è carico di energia cinetica. Combinandola ad un Salto Quantico, potresti arrivare fino alla nostra vecchia posizione ?

-Se vuoi mandarmi a morire basta non darmi ordini, lacché – risponde l’Inumano/Deviante con la stessa durezza dell’avversario negli occhi.

-Maelstrom, prima ho mandato a morte diciannove miliardi di innocenti solo per guadagnare trenta miseri secondi. Non c’è modo di farmi sentire più in colpa perché ti mando in una missione suicida, quindi non ci provare neanche. Voglio sapere se possiamo usare di nuovo qualunque cosa ci abbia fatto guadagnare tutto questo tempo, e mi serve un punto di arrivo chiaro se dobbiamo spostare quest’affare. Quindi mettiti la tua superiorità ed il tuo cinismo dove dico io, e fuori di qui. C’è del lavoro da fare e non ho nessuno di migliore su cui contare, adesso.

Se il gigante ha qualche obiezione ai suoi ordini, non lo da a vedere. Avvolto da un vortice di energia cinetica, si alza dolcemente in volo e si allontana, mentre tutti gli altri si mettono all’opera sui proprio compiti.

 

T più 12 minuti e 24 secondi

 

Maelstrom aumenta sempre di più la potenza del proprio campo cinetico, allontanandosi dall’Arma come una cometa violacea fino a quando non è più visibile. Ed è parecchia strada, dato che l’Arma è grande quanto un sistema solare.

Per un po’, vedendo solo ed esclusivamente la massa nera di Nemesi, prova nuovamente quel senso di nullità avvertito al suo risveglio. Ma non solo è riuscito a superare quel momento una prima volta… Maelstrom conosce molto bene la sensazione di sentirsi morire, dato che gli è già capitato un certo numero di volte. Alcune sotto il suo totale controllo, altre no. L’essere ai confini del nulla… e Maelstrom ha conosciuto molti tipi di nulla ed oblio, nella sua lunga vita… è un grande aiuto per la concentrazione necessaria a fare quello che sta per fare: coniugare energia cinetica ed energia quantica.

Per qualche assurdo motivo, i due tipi di energia sono assolutamente incompatibili. Per un attimo, Maelstrom ripensa a quanto sia adatto essersi trovato un nemico come Quasar. L’energia quantica è quanto di più affidabile si possa sperare di utilizzare come fonte energetica, mentre l’energia cinetica è volubile ed indefinibile.

Non ci aveva mai pensato prima, ma entrambi incarnano caratterialmente l’energia di cui si servono…nemici naturali.

Le manette quantiche che porta ai polsi sono state disattivate, lasciandogli accesso ad una minima parte della tecnologia delle Bande Quantiche. Sarebbe stupido portarlo in missione senza dargli gli strumenti basilari che sono stati dati agli altri, in fondo.

Trovare le coordinate necessarie è meno semplice del previsto, anche se è praticamente l’unica funzione abilitata: all’interno dell’universo è materialmente impossibile percorrere una distanza di tale portata. E’ necessario seguire le correnti cinetiche generate dall’immane corpo di Nemesi, persino se non si sta quasi muovendo, ed il fatto che le normali leggi fisiche non si possano applicare ad esso non sembra essere particolarmente rilevante.

Con l’ausilio della tecnologia quantica, Maelstrom può concentrarsi su quantità di energia cinetica che normalmente sarebbero assurde. E quello che il suo sesto senso gli suggerisce è ancora più assurdo: qualcosa sta muovendo Nemesi.

Sembrerebbe impossibile, dato che le sue dimensioni superano quelle di tutti i multiversi conosciuti… eppure le correnti cinetiche sono chiare: non è Nemesi a muoversi da solo. E’ il suo stesso movimento cinetico a sforzarsi per spostarlo. Il che equivarrebbe a vedere una fiamma sciogliersi quando si avvicina ad un cubetto di ghiaccio.

Allargando ancora la “visuale”, Maelstrom nota qualcosa di ancora più inquietante: le correnti cinetiche si sono spostate fino ad assumere una forma nota: una mano. Una mano grande quanto il suo universo, probabilmente. In un eccesso di zelo, prova a visualizzare tutta la figura… e per un istante, lo vede.

Una figura umanoide, impegnata a modellare Nemesi come se si trattasse di creta. Le sue mani accarezzano delicatamente la letale superficie nera in grado di divorare quadriliardi di chilometri cubi in uno sbattere di ciglia, e lo spazio nero si curva secondo le sue movenze.

E’ stata formata una sorta di buco all’interno di Nemesi, abbastanza largo da permettere all’Arma di avere moltissimo spazio libero. Maelstrom sente di essere sul punto di perdere i sensi di fronte alla potenza di questa visione, ma la vera meraviglia deve ancora arrivare.

Questo dio composto di puro, intangibile movimento, più grande dell’universo ed in grado di modellare l’anti-realtà… si scompiglia in una miriade di correnti cinetiche casuali, una macchia confusa di linee storte. Poi, come se si fosse appena aperto uno scarico, tutto quanto viene risucchiato in un punto così piccolo che Maelstrom non riesce più a sentirlo.

Per il signore del movimento, questa è stata la visione più trascendentale su cui si potessero posare i suoi sensi, anche più della morte. E’ per questo, non per salvare l’universo o seguire gli ordini di Quasar, che Maelstrom assorbe una quantità infinitesimale dell’energia spettacolare che ha a malapena lasciato tracce, incanalandola nelle manette quantiche per eseguire un Salto, è il caso di dirlo, nel vuoto.

 

T più 12 minuti e 24 secondi, vicino al nucleo centrale

 

Lavorare ad un sistema informatico creato 47 miliardi di anni fa ha, sostanzialmente, tre grossi problemi. Primo, chiunque sapesse farlo funzionare a dovere è morto da prima della nascita dell’universo. Secondo, anche se avesse lasciato scritto qualcosa, sarebbe impossibile capire cosa voleva dire. Terzo, è praticamente impossibile evitare che qualcosa si rompa.

Soprattutto per la terza ragione, Makkari deve essere estremamente attento a non disintegrare la lastra di controllo, mentre utilizza praticamente qualunque combinazione disponibile di comandi.

Per Nuvola è molto più semplice…a lei basta entrare fisicamente all’interno dell’interfaccia e tentare di comunicare con il centro di calcolo. Attorno a lei fluttuano decine di schermi olografici, su cui passano in continuazione dati e linee di programma.

-Test di funzionalità numero 49384, negativo. Considerando le condizioni con cui la stiamo usando, è stupefacente che l’Arma sia stata così vicina al funzionamento.

-Per favore, Nuvola, non parlarmene… tutto sarebbe dovuto finire da tempo. Non abbiamo lavorato per mesi alla specie di piano che ci avevano presentato le entità cosmiche ? Non siamo andati in giro per l’omniverso non salvando vite, come volevano loro !? Cos’altro pretendono che facciamo, adesso !?

-Pretendono che non crolliamo alle prime difficoltà, forse – risponde Nuvola guardandolo in un modo strano – Tu sei in collera per aver fallito, non è così ?

-Quasar contava su di me – ammette Makkari a denti stretti – Dovrei essere l’ultimo a crollare, invece di farmi venire voglia di prendere a calci questo mucchio di spazzatura cosmica !!!

-Test di funzionalità numero 49385, negativo. Sembra che qualcuno si sia assicurato che l’Arma potesse funzionare una volta sola.

-Onestamente, Nuvola, io ho finito le idee da almeno un quarto d’ora. Non possiamo fare noi i calcoli necessari, vero ?

-Mi stai chiedendo se posso simulare una capacità di calcolo necessaria ad immaginare matematicamente triliardi di universi, Makkari ? No.

-Lo immaginavo. Servirebbe qualcosa di più di un miracolo per far ripartire questa bagnarola…

-Test di funzionalità numero 49386, negativo. Non sembrano esserci progressi, a prescindere dalle nostre modifiche al programma.

-Aspetta, come fai a prendere così tanta memoria per un semplice test ?

-Non capisco la domanda, Makkari. La variabile che ho utilizzato non sarebbe stata sufficiente per-

-Prova ancora. Fai un altro test… uguale all’altro. Forse ho visto qualcosa.

-Test di funzionalità numero 49387… negativo.

-L’hai visto ? Quel picco nell’utilizzo di memoria ? Non c’era nell’ultimo test. Puoi analizzare il centro di calcolo per scoprire cosa l’ha causato ?

-Penso di sì…ecco.

Uno degli schermi inquadra per un istante una particolare serie di istruzioni, per poi oscurarsi completamente. Quando Nuvola e Makkari lo guardano perplesso, sullo schermo appare un triangolo rosso.

-Una specie di virus ? Sta riscrivendo tutte le cellule di memoria… Puoi fermarlo ?

-Posso provare a farlo.

A risposta del leggero tocco delle dita di Nuvola sulla lastra di comando, tutti gli schermi si anneriscono ed inquadrano un triangolo rosso. Poi, anche la lastra metallica su cui vengono immessi i dati si annerisce, e sulla sua superficie appare un triangolo rosso. Nella stanza risuona una leggera vibrazione, come un diapason appena colpito. La vibrazione aumenta molto velocemente, fino a diventare un fischio.

Makkari e Nuvola si guardano perplessi, circondati da un numero sempre maggiore di schermi che ripetono incessantemente lo stesso simbolo rosso.

-Ma che diavolo-

Makkari non riesce a finire l’esclamazione, dovendosi portare immediatamente le mani alle orecchie per proteggerle dal potentissimo rumore che ha appena riempito la stanza. Con grande stupore di entrambi, anche Nuvola viene stordita dal suono, e come l’Eterno neanche lei può fare a meno di cadere in ginocchio tenendosi la testa per evitare che scoppi. Gli schermi di luce vanno in mille pezzi e tutta la stanza trema.

Il rumore è talmente forte che nessuno dei due lo identifica come musica… organi e fiati, in una sorta di musica ecclesiastica a quaranta milioni di decibel.

La musica è così forte che Makkari non riesce a pensare e Nuvola si sta decomponendo in gas interstellare. Quando arriva una musica di violini, entrambi si ritrovano a fermare del plasma (sangue per Makkari, gas per Nuvola) che esce da ogni vena della testa.

Quando i violini cambiano tonalità, nella stanza si materializza un uomo. Makkari lo vede solo di sfuggita, per via degli occhi sul punto di esplodere. Identifica solo un vestito nero ed una testa calva con il simbolo ) tatuato sulla nuca. Ha in mano un cellulare e sta sussurrando qualcosa…

-Wavell. I principianti sono in posizione.

 

A diversi chilometri di distanza, Quasar e Molecola vengono investiti dalle onde d’urto. Tocca a Quasar provvedere alla sopravvivenza di entrambi con la creazione di armature di energia quantica, perché il suo compagno di squadra è occupato ad evitare la distruzione del sistema di alimentazione.

Le scosse durano meno di un minuto, ma sono le più potenti che entrambi riescano a ricordare.

-Mak ! Cos’erano quelle scosse ? Nemesi ci ha già trovato ?

-Qui Makkari, Quaze… - risponde una voce dalle Bande Quantiche – Spero che tu riesca a sentirmi, perché non capisco una parola di quello che dici. C’è stato qualcuno qui, poco fa…

-Tu e Nuvola state bene ?

-E’ entrato nel sistema ed ha risistemato tutto quanto, Quaze ! Cellule di memoria ripristinate e tutto il resto ! Se riusciamo a spostarci e a sistemare l’alimentazione, possiamo ancora farcela !

-Non la farei così semplice, Mak… non siamo nemmeno riusciti a capire cos’è che fa andare questa macchina, figuriamoci ripararla e costruirci una specie di motore per arrivare a portata di-

-Uh…Quasar… - lo interrompe Molecola, lo sguardo fisso sull’alimentazione dell’Arma – C’è stato un piccolo cambiamento di programma. Adesso funziona tutto come prima.

-Come sarebbe a dire !?!?

-Non lo so ! Un attimo prima non emetteva quasi energia, e adesso… adesso è a pieno regime, se non di più !

-Okay. Okay – Quasar si passa una mano sugli occhi – Non c’è tempo per capire cosa è successo. Se l’Arma adesso funziona, tanto meglio. Owen… tieni sotto controllo la situazione qui, io mi faccio aggiornare da Makkari e provo a capire come arrivare a destinazione…sempre che Maelstrom non abbia già combinato qualche casino.

 

T più 17 minuti e 4 secondi

 

Maelstrom si ricompone, e non c’è atomo del suo corpo che non lo maledica per quello a cui lo ha sottoposto. Anche con la tecnologia più stupefacente dell’universo ed un adattamento biologico oltre ogni immaginazione, è stato un salto lunghissimo.

Guardandosi rapidamente intorno con tutti i suoi sensi…per quanto malandati…si rende conto di essere nel posto giusto. Nemesi è ovunque, in tutte le direzioni, eppure se riesce a vederlo significa che il luogo è sicuro.

Tutto quello che ha fatto, in fondo, è stato seguire la scia di quell’immane dio del movimento che ha intravisto poco prima… con un pizzico di fede assoluta, sapeva che la destinazione sarebbe stata sicura.

Adesso non sente altro che…calma. Il suo stesso sangue scorre più lentamente del normale, come se qualcosa stesse creando la quiete all’interno della tempesta.

La zona calma è molto vasta, ed i sensi cinetici di Maelstrom non riescono a tenerla sotto controllo per molto tempo. Per questo motivo, non si accorge subito dell’incredibile mutamento subito da questo spicchio di universo… l’apparizione istantanea di una sfera argentea grande quanto un sistema solare.

Per la prima volta da quando ha questo corpo, Maelstrom rimane senza parole. Per spostare un semplice essere umano in quelle condizioni era stato necessario tutto il suo potere… come si può spostare l’Arma con tale facilità ?

La risposta parziale non tarda a farsi scoprire. C’è qualcuno sulla superficie argentea. Maelstrom lo sa prima ancora che i suoi sensi glielo dicano… nelle vicinanze, avverte la stessa sensazione di grandiosità che ha avvertito poco prima.

Vola verso la sfera con tutte le energie che gli rimangono, diretto verso un punto a caso. Lì, con stupore ancora più grande, trova quello che assomiglia a un essere umano. Indossa un lungo impermeabile, ha i capelli rossi ed il simbolo tatuato sul sopracciglio sinistro. Quando parla scandisce bene ogni parola ed il suo tono è di estrema pacatezza.

-Emettitore di distorsione posizionato. Voglio un campo di annullamento triangolare su tutta l’area; massima energia, non risparmiamo le armi pesanti questa volta.

-Che cosa sei, tu ? – chiede Maelstrom, atterrando sull’Arma.

Lo sconosciuto lo degna a malapena di uno sguardo. Le sue palpebre non si chiudono mai, e l’impermeabile sembra quasi finto per quanto poco si muove. Lo sguardo dura una frazione di secondo, prima che venga premuto un altro tasto sul cellulare.

-Walker. Agente esterno sul luogo d’azione, richiesta conferma della procedura esecutiva. Sì, capisco. Nessun problema, procedo come ordinato.

Senza muovere il cellulare, lo straniero schiocca le dita della mano sinistra. Sotto gli occhi esterrefatti di Maelstrom, tutta la zona calma viene circondata da milioni di chilometri cubi di metallo. Strumenti di qualche tipo, impossibili da identificare.

-Abilitare campo. Ora.

Come un’insegna lampeggiante, nel nulla di Nemesi si forma un triangolo rosso di luce. Tre semplici linee di energia rossa, che lampeggiano a fatica. L’intermittenza dura poco, perché dalla massa di Nemesi si distacca una piccolissima protuberanza, molto vicina all’Arma.

-Così può bastare – dice lo straniero, chiudendo il cellulare. Il triangolo sparisce e, con un altro schiocco di dita dello sconosciuto, scompaiono anche i macchinari.

Maelstrom lo guarda perplesso. Perché non riesce nemmeno a muovere un muscolo contro quest’essere ? Perché gli sta facendo molta più paura di Nemesi ?

-Adesso avete un’altra possibilità. Vedete di non sprecare anche questa, non avrete altri favori da noi. Non siete gli unici ad avere dei piani per l’Universo, ma vedete di non esagerare…vi stiamo tenendo d’occhio.

Maelstrom vorrebbe rispondere qualcosa, ma non riesce a muoversi. Il signore del movimento è stato appena immobilizzato con il più casuale dei pensieri.

-Resisterci è inutile. Salvate il mondo e tornate a casa… con gli omaggi della UNION.

“Le cellule sono ancora funzionali. Le modifiche genetiche reggono. L’energia cinetica…mi resiste ? Chi è questo… dio ?”

-Ẅẵŕρ – sussurra lo straniero, esplodendo in una cacofonia di movimento, un fiume in piena di energia talmente veloce da essere già a destinazione prima di essere partita.

 

Vicino al nucleo centrale.

 

Le Bande e i bracciali quantici segnalano l’arrivo di una comunicazione, proprio mentre i Protettori stavano cercando di capire le modifiche fatte al programma.

-Qui Maelstrom. Buone e cattive notizie, signori miei… le buona è che un agente esterno ci ha dato una seconda possibilità di attacco, la cattiva è che ci dobbiamo sbrigare perché siamo vicini come non mai a Nemesi, e non mi piace quello che sta facendo. Quindi, date un taglio ai dilemmi morali e datevi una mossa a decidere come ammazzare questo galattico figlio di puttana.

-Torna subito dentro, prima di iniziare a fare danni – gli risponde Quasar – E, Maelstrom ? Bel lavoro.

-Preferirei averlo fatto io, però… Sto arrivando.

-Allora, Mak, che mi dici ? Possiamo usare l’Arma ?

-Credo di sì.

-Tu “credi”.

-Quaze, se capissi anche solo una certezza in questa faccenda, me ne andrei subito a casa.

-Se vogliamo agire, ci conviene farlo adesso – interviene Nuvola, con tono preoccupato – Nemesi sta emettendo qualcosa verso di noi.

-E’ un attacco ?

-Perché attaccarci con mezzi strani se gli basta toccarci per distruggerci ? Credo che si sia accorto di noi e che ci stia guardando, ma non so se potremo resistere al suo sguardo.

-Quindi quell’enorme protuberanza che ha fatto crescere… - riflette Makkari.

-E’ un organo di senso, sì. Grande quanto una galassia.

-C’è la possibilità di un qualche tipo di comunicazione ? Forse potremmo parlargli.

-Con tutto il rispetto, Quasar… sei impazzito ? Stiamo parlando di un agglomerato di anti-realtà, un qualcosa che per definizione è diverso da tutto quello che chiunque abbia mai sperimentato… ti aspetti veramente che ci sia un modo per parlare a una cosa del genere ?

-Disse la nebulosa senziente. Forse Quaze ha ragione, forse è possibile comunicare. Non ci avevamo ancora pensato, ma… abbiamo lasciato che il suo intelletto si evolvesse o no ? Non può diventare così evoluto da riuscire a parlarci ?

-Penso che finiremmo atomizzati non appena tentasse di dire la prima parola. E se fosse possibile risolvere diplomaticamente la cosa, non credete che ci avrebbero pensato le entità cosmiche… esseri in grado di comunicare a livelli infinitamente più complessi dei nostri ?

-Nuvola ha ragione – si decide Quasar – Siamo stati mandati qui per un motivo. Qualcuno ci ha dato una seconda possibilità per un motivo, e non ce ne sarà sicuramente una terza. Makkari…

Quasar fissa l’immagine olografica dell’organo sensoriale di Nemesi, e fa un lungo respiro. Sono morte dozzine di realtà. Milioni di universi. Quadriliardi di persone hanno smesso di esistere ad ogni secondo…

-E va bene, facciamola finita. Premi il grilletto, Mak. Uccidiamolo.

 

T più 25 minuti e un secondo.

 

Dopo aver premuto diversi punti della lastra di comando, Makkari appoggia il palmo della mano al centro del pannello, mentre con l’altro si asciuga il sudore sulla fronte.

I computer emettono uno strano rumore, e a metà della colonna il Cubo Cosmico contenente la sfera di energia fornita dal Fantasma viene circondato da veloci impulsi bluastri, in una sorta di gabbia elettrica.

-L’Arma è attivata; 8162 cellule di memoria da azionare, conto alla rovescia di tre minuti e trenta secondi. Assicuratevi che il tavolinetto sia chiuso, allacciate le cinture di sicurezza, state pronti a tutto e se dovete dire “ti amo” a qualcuno forse è meglio se vi sbrigate.

-Si può fare a cambio con un “vorrei vedervi tutti morti” ? – dice una voce acida all’ingresso della stanza. Maelstrom si avvicina a passi lunghi, seguito da un Molecola nervoso come sempre.

-Ah, ecco la ragione ambulante per cui smettere di esistere non sarebbe così male. Bentornato, Maely, quando te ne vai ancora ? Due minuti, 2072 cellule di memoria azionate.

-Pensavo di restare nei paraggi finché non vi vedo schiattare, Makkari.

-Signori… - li ferma Quasar – Stiamo cercando di salvare l’omniverso. Cerchiamo di tenere gli occhi sulla palla e diamoci una calmata, vogliamo tutti che questa storia finisca al più preso. Nuvola, Nemesi ci sta ancora osservando ?

-Sì, ed ancora più di prima a quanto pare. Ci sta osservando così intensamente che ci spostiamo di cinquemila chilometri al secondo.

-L’osservatore influisce su quanto viene osservato… - riflette Molecola ad alta voce – Ma non dovrebbe accadere solo per le particelle sub-atomiche ?

-Noi siamo particelle sub-atomiche rispetto a Nemesi, idiota – gli risponde secco Maelstrom.

-Ancora un minuto e mezzo ed è fatta, gente.

-Esattamente cosa, però ? Non sappiamo niente di quello che deve fare l’Arma ! Per esempio, cosa succede se quando fa fuoco noi ci siamo dentro ?

Tutti si voltano verso Molecola. Poi, tutti gli altri iniziano a scambiarsi sguardi preoccupati. Infine, l’attenzione viene rivolta verso l’energia emanata dal Cubo, sempre più luminosa ed estesa, fino ad uscire dalla colonna  ed inondare i chilometri superiori della stanza.

-Non ditemi che non ci aveva pensato nessuno !!!

-Beh, la situazione non è delle migliori neanche fuori – riflette Quasar – Che succede se l’azione dell’Arma non è calibrata perfettamente sull’organo sensoriale ?

-Saremmo distrutti – risponde Maelstrom.

-Non c’è modo di saperlo – lo interrompe Nuvola – Non sappiamo nemmeno se chi ha costruito questa strumentazione era…

-Dentro, fuori, quello che vi pare, basta che vi decidiate !!! Quest’affare farà fuoco tra meno di quarantacinque secondi !!!

All’incitamento di Makkari, lo sguardo viene rivolto verso Quasar, agitato quanto loro, i cui occhi passano continuamente dal Cubo all’ologramma di Nemesi, e viceversa. Poi guarda i suoi compagni, e a denti stretti risponde alla domanda implicita:

-Tutti fuori. Subito.

 

T più 28 minuti e quarantun secondi

 

L’immenso orizzonte dell’Arma si sta allontanando velocemente, quando tutta la sua superficie argentea viene ricoperta da lampi bluastri che ben presto assumono sfumature e tonalità mai viste prima. I Protettori sono ancora relativamente vicini, quando questo accade, ed hanno una brevissima visione di ciò che quell’apparentemente innocuo gioco di luci rappresenta…

-Dati ? L’Arma sta trasmettendo dei dati !? – si meraviglia Quasar.

-Forse è stata sabotata dall’intruso… - mormora Molecola.

-Quale intruso !? – si meraviglia Maelstrom.

-Ha senso, se ci pensate…

-Tu dici, Mak ?

-Avevamo scoperto che l’Arma è una sorta di colossale supercomputer che immagina universi. E, beh, qualcosa ci doveva pur fare no ?

Le luci raggiungono finalmente l’organo sensoriale, lo ricoprono ed affondano in esso. Ma Nemesi non sembra accorgersene.

-Ma perché trasmetterli ? – si chiede Nuvola – Ammettiamo pure che l’Arma sia in grado di emettere dei segnali comprensibili, o che Nemesi sia già sufficientemente evoluto da poterli interpretare. Nemesi divora gli universi… universi veri, non calcolati. Che effetto possono avere su di esso ?

-Forse un’indigestione ? – risponde Molecola, poco convinto.

-Un momento… - inizia a parlare Quasar – Ricordate quando eravamo prigionieri di Ens, ed Ethos aveva donato la Comprensione Definitiva a Lara ? Ricordate quando diceva che l’eccessivo flusso di informazioni le stava dando alla testa ?

-Forse ho capito dove vuoi arrivare… è come con la Coscienza Cosmica allo stato puro, non è così ? – chiede Maelstrom.

-Precisamente. Qualunque cervello ha un limite di informazioni gestibili… superato il quale non riesce più a lavorare.

-Ma questo come può fermare Nemesi ? – chiede Molecola.

-Avete presente quella sensazione di prima… quando Nemesi si era appena risvegliato ? Mi sono sentito distrutto dalla vastità del pensiero del nulla. Quindi… forse… lo stesso può valere per Nemesi, ma all’opposto. Non capite ? Quello che l’Arma è in grado di calcolare… è un numero infinito di realtà, enormemente più grande di quante non ne abbia divorate Nemesi in tutto questo tempo. Stiamo facendo capire a Nemesi che persino lui, il nulla assoluto… è solo una minima parte del tutto. Non lo stiamo uccidendo, lo facciamo suicidare !!!

-Grande – risponde Maelstrom – Spero solo che non gli venga in mente di portarci con lui.

 

La superficie di Nemesi inizia a tremare. Non soltanto l’organo sensoriale… tutto. Un gigantesco, terrificante terremoto ne scuote le fondamenta. Al centro della tempesta, i Protettori si trovano nell’unico punto che non viene colpito.

L’Arma continua a mandare segnali verso Nemesi, sempre più potenti. L’anti-energia più nera dello spazio risale il flusso di dati, allungandosi fino alla fonte del suo dolore. L’Arma non viene distrutta… si annulla, entrando a far parte della sua stessa essenza.

Quasar rabbrividisce un attimo, nel timore che questo significhi la vera fine… ma Nemesi non si placa affatto, dopo aver fatto tacere quella voce nella sua testa.

Lo spazio nero che li circondava si sposta, lasciando aperto uno spiraglio di salvezza. Privi di quasi tutti i loro punti di riferimento, i Protettori non riescono nemmeno a distinguere l’onda di anti-realtà che si sta avvicinando.

Si ritrovano circondati da una strana sostanza muschiosa, ed alzano le proprie difese… fallendo. Sentono una forte accelerazione e per poco sono prossimi alla perdita di conoscenza, ma poi sentono una voce familiare.

-E’ finita. Congratulazioni.

I cinque focalizzano meglio la scena, e si accorgono di essere sul palmo di una mano gigantesca. Alzando ancora di più lo sguardo, vedono un volto femminile che gli sorride.

-Epoch !!! – esclama la metà di loro.

-Spiacente per il ritardo, ma ero parecchio impegnata.

-Come vanno le cose ? L’universo è…

-Ancora al suo posto, e per la maggior parte ignaro di cosa è successo…come al solito. Vi sto portando al sicuro, le cose si faranno movimentate da queste parti.

-Stai bene ? Warlock ci ha detto che eri ferita…

-Warlock è, come sempre, un maestro degli eufemismi. In realtà, sono stata sul punto di morire. Per fortuna ho altre cose da fare prima di ripetere l’esperienza.

Poco dopo si ferma, voltandosi per far sì che anche i Protettori possano assistere alla fine di Nemesi.

Al centro, è ancora visibile quello che è stato per breve tempo il suo unico mezzo per accorgersi degli altri universi. Qualcosa si contorce, cambia forma in continuazione, e ad alcuni sembra che in mezzo ci sia qualcosa che sta affogando, e che muove le braccia per cercare di risalire.

Il movimento continua fino a quando non diventa una massa gelatinosa in continua ebollizione. All’orizzonte, gli infiniti non-spazi che formavano gli universi divorati da Nemesi si strappano, separandosi tra di loro.

-Quello che vedete è il risultato dell’ultima offensiva delle entità cosmiche… stanno lavorando dietro le quinte dell’esistenza, per così dire. Quasi tutti erano sicuri che non ce l’avreste fatta; eravamo pronti ad un’ultima grandiosa battaglia contro Nemesi, ma a quanto pare avete sorpreso tutti.

Gli universi-nemesi si sfaldano ed iniziano ad evaporare, non più controllati nemmeno dall’istinto, in continuo conflitto con le locali leggi della fisica e sotto un assalto senza precedenti da parte delle entità.

La sua parte centrale… sede della già putrescente intelligenza… sta collassando in un unico punto, come assorbita da un gorgo senza fine.

Ci vogliono diverse ore prima che lo spettacolo finisca, ma ben presto ciò che resta sono soltanto alcuni frammenti sparsi di anti-realtà in rapidissimo decadimento ed un singolo, denso puntino nero che galleggia nel nulla.

-Così cade anche Nemesi – sentenzia Epoch.

 

Alla fine della giornata. Epoch si è allontanata per andare ad aiutare le altre entità, ed i Protettori si stanno riposando su una lastra di energia quantica.

-Dopo tutto questo tempo… dopo tutto quello che abbiamo dovuto passare… aver finito mi lascia uno strano senso di vuoto.

-Senza offesa, Owen – risponde Makkari – Ma dopo tutto questo, io non voglio più sentir parlare di vuoto o di nulla per un bel po’ di tempo.

-Può anche darsi che sia necessario rifarlo – dice Nuvola, subito guardata male da tutti.

-Guardiamo in faccia alla realtà. Nemesi non può essere distrutto, solo imprigionato… ricordate ? Distruggerlo veramente è impossibile quanto distruggere tutto l’Omniverso. L’Arma è andata persa, ed è stato grazie a quello che siamo sopravvissuti. Cosa accadrà se qualcuno se ne impossesserà nuovamente ?

-Io spero di essere morto da tempo.

-Un atteggiamento molto umano, Molecola.

-A dire la verità… secondo me non c’è più questo problema.

-Che vuoi dire Quaze ?

-Ripensate un po’ a quanto abbiamo scoperto all’inizio. Nemesi e l’Omniverso vennero creati da una specie di Entità Suprema, giusto ?

-La stessa che si dice governi il Tribunale Vivente ed i pochi al suo livello – annuisce Molecola.

-Quello che era rimasto di Nemesi è scomparso. Era rimasto qualcosa, una scintilla simile a quella nel contenitore che l’ha imprigionato per miliardi di anni, ma adesso è scomparsa. Non so quando l’ha fatto, ma non c’è più e basta. Ho chiesto ad Epoch cosa fosse successo, poco prima che se ne andasse, e mi ha risposto che anche lei aveva fatto la stessa domanda ai suoi “superiori”… le hanno risposto che solo i Guardiani come il Tribunale Vivente possono saperlo.

-Cioè quelli appena al di sotto del rango dell’ipotetica Entità Suprema… - riflette Nuvola.

-Pensateci. Nascono due fratelli. Il primo cerca di uccidere il secondo, ma il secondo lo batte. Il fratello assassino viene imprigionato, ma poi scappa. Riesce quasi ad uccidere il secondo fratello, ed arriva vicinissimo a farcela, quando poi viene battuto. Allora che fa il padre ? La prima volta era rimasto a guardare, ma stavolta qualcuno deve fare qualcosa. Prende con sé il fratello assassino… Nemesi. Così nessuno lo libererà mai.

-Vorresti farci credere che… è stato Dio a prenderlo in custodia !? – si meraviglia Molecola.

-L’Entità Suprema, quantomeno. Un paio di volte ho fatto questo strano sogno, di un tizio che mi diceva che l’Entità Suprema era solo una storiella inventata per risolvere alcuni problemi. Chissà, forse aveva ragione e tra qualche anno dovremo inventarci qualcosa di nuovo per fermare un altro Nemesi. Oppure…chissà ?

-Se siamo fortunati, non dovremo mai rispondere a questa domanda – conclude Makkari – Anche perché, non so voi, ma io sono troppo stanco per pensare a qualcosa che non sia correre a casa e riposarmi per qualche migliaio di anni.

-Nonostante le vostre farneticazioni ed il blaterare senza senso, c’è effettivamente un’ultima cosa da risolvere prima di poterci lasciare alle spalle questa giornata.

Fino a questo momento, tutti erano riusciti ad ignorare Maelstrom, o almeno a sopportarlo. Ora si sono appena ricordati che dovrebbero essere nemici.

-E sarebbe ? – chiede Nuvola.

-Ho un’ultima domanda, per voi.

-Se è “come avete fatto a sopportarmi”, nessuno nell’universo può risponderti.

-Intanto, Makkari, se non fosse stato per me probabilmente sareste tutti morti…

-Avanti, Maelstrom, non ricominciate. Di che si tratta, allora ? Qual è questa domanda ?

-Semplicemente… che cos’è UNION ?

 

 

Nel vero trionfo, comunque, non ci sono perdenti.

Dezhnev Senior

(Isaac Asimov, Destinazione Cervello)

 

Note

Si conclude (finalmente?) la lunghissima saga di Nemesi. Iniziata con la profezia di Saygé addirittura nel numero 22 ed esplosa con il numero 30, la saga è rimasta spesso nell’ombra come obiettivo ultimo dei Protettori, che sono stati riuniti principalmente per fermare Nemesi. Ora finalmente Nemesi è sconfitto, la grande trama è conclusa, e praticamente tutto quello che si poteva cambiare nella serie è stato cambiato. Cosa resta ? Come sempre, la conclusione di una trama coincide con l’inizio di un’altra, l’ultima della serie in questo caso. Se tutti i misteri sono stati risolti, infatti, la domanda con cui si chiude l’episodio è di fondamentale importanza…