#83
La strada dell’inferno…
Zona Quantica
In una stanza gialla
dalle soffuse luci gialle, una donna conosciuta solamente come Agente Tre-Sei-Zero è in piedi sull’attenti nella propria uniforme
SWORD.
Davanti a lei, sotto
uno schermo che mostra un’immagine dell’entità cosmica Epoch, ci sono due delle
persone più particolari del suo mondo… Quasar e Molecola.
-Sono molto deluso, Tre. Credevo avessimo un accordo – inizia Quasar.
La donna non
risponde, continuando a guardare dritto davanti a sé.
-D’altra parte, la
colpa è in gran parte mia. Avrei dovuto
tenerti d’occhio, ma con tutto quello che è successo ultimamente… in ogni caso,
la tua missione suicida nello spazio di Caradia è intollerabile. Avresti potuto
facilmente far scoppiare una guerra intergalattica.
-Con tutto il
rispetto, Quasar, l’ho evitata.
-Con tutto il rispetto,
non mi prenda per il culo. Epoch mi ha informato di non poter leggere la sua
mente senza rischiare di ucciderla… un’altra conseguenza molto conveniente
della sua triste storia d’infanzia, sempre che sia vera… ma
ho un quadro sufficiente. Proverei a spiegarle i danni che causerebbe
introducendo la tecnologia quantica sulla Terra, ma chissà perché credo
sarebbero parole sprecate.
-Sono pienamente
d’accordo, signore. Saltiamo la morale e passiamo direttamente alla mia
punizione, se non le dispiace.
I due Protettori si
scambiano un’occhiata di sospetto, alla quale l’ex supercriminale risponde con
un’alzata di spalle.
-D’accordo. E’
chiaro che tenerti qui è molto più pericoloso che rimandarti sulla Terra, anche
se le informazioni che potrai passare allo SWORD sono scarse. Ovviamente il
vostro programma di spionaggio continuo su Molecola sarà interrotto
immediatamente… ed anche se non posso impedirti di comunicare ai tuoi superiori
la sua possessione da parte di Maelstrom, ti avverto: provate a torcere un solo
capello a lui o a Marsha, e distruggerò personalmente ogni vostra capacità di
azione. Ci siamo capiti ?
La donna aspetta qualche secondo prima di rispondere. Più che preoccupata,
sembra soppesare bene le parole.
-Sono sorpresa,
Quasar. Mi aspettavo distruggesse lo SWORD adesso.
-Che mi piaccia o meno, Tre, voi mi tornate comodo. Nel caso non potessi intervenire nell’eventualità di un’altra invasione,
so che
-Prenderemo misure
particolari per assicurare la nostra privacy sul pianeta – interviene Molecola
– Vi daremo i mezzi per contattarci in caso di problemi, ma saremo sempre noi a
trovare voi… mai viceversa.
-Le sono chiare le
conseguenze di queste decisioni ? Non desidera appellarsi ? – chiede Quasar.
-No… confido nella
saggezza dei possenti guardiani del cosmo – risponde la donna con sarcasmo.
-Makkari la
riporterà a casa – risponde Quasar, evidentemente non divertito.
Quando la donna
sbatte i tacchi ed esce dalla stanza, Quasar si rilassa e si rivolge all’amico
e compagno di squadra.
-Che spreco.
Continuo a pensare che avremmo potuto sfruttare quella determinazione. Mi
ricorda molto Lyas.
-A me ricorda molto
di più te, Wendell.
-Owen… avremo fatto
la cosa giusta ? E’ una donna molto capace, non vorrei essermi appena creato un
nemico.
-Come ho detto…
siete molto simili. Forse anche lei tornerà in sé. E poi, seriamente… cosa potrebbe
farci ?
Uscita dalla stanza,
Tre-Sei-Zero vede Makkari chiacchierare con le compagne dei suoi due giudici…
Lara Winters e Marsha Rosemberg. Appena prima che cali il silenzio per la sua
entrata in scena, si toglie il guanto che copre la sua mano sinistra
artificiale.
-Immaginavo non vi
sareste perse il momento. Dove sono Nuvola e Mr.S ?
-Stanno lavorando.
Pronta ad andare ? – chiede l’Eterno.
-Solo un secondo.
Volevo… scusarmi per aver coinvolto dei civili nella mia azione. Nessun rancore
? – chiede l’agente allungando la sinistra per farsela stringere.
I presenti sono un
po’ sorpresi dall’atteggiamento della donna, e forse in minima parte si pentono
di averla giudicata così rapidamente.
-Nessun rancore.
Spero di rivederti – risponde sorridendo Lara.
-Grazie per aver
badato al mio Owen, anche se…a modo tuo – risponde Marsha, rispondendo alla
stretta che dura un po’ più della precedente.
Makkari cerca di
dire qualcosa, ma Tre-Sei-Zero lo interrompe mentre si rimette il guanto.
-D’altra parte
sappiate che nel caso divulgaste informazioni riguardo la mia missione Cosmic
Top Secret, sareste tutti perseguibili penalmente.
Makkari alza gli
occhi al cielo, e c’è un accecante lampo di luce gialla. Un millesimo di
secondo dopo, i due si trovano sulla Terra.
-Washington, D.C. –
chiarisce l’immortale – Nel caso voleste contattarci, la frequenza per il più
vicino sistema d’allarme è di 2.97 terahertz. Sarei più che felice di
confrontare i nostri appunti sulle abitudini sociali degli altri pianeti…
-La mia punizione
non è ancora finita ? – chiede
Tre-Sei-Zero, ancora sull’attenti.
-No, ma per fortuna
forse la mia sì – risponde Makkari, scomparendo in un Salto Quantico.
E’ ancora notte
nella capitale, quindi nessuno può notare la curiosa uniforme verde della
donna. E nessuno può notare il mezzo sorriso che non riesce più a contenere.
Porta il polso della
mano sinistra vicino alla bocca, azionando un meccanismo nascosto prima di
parlare.
-Richiesta di
accesso al canale delta-quattro. Codice d’accesso “Herbert George Wells”.
*Utente connesso* - risponde una voce elettronica.
-Agente Speciale
Tre-Sei-Zero a quartier generale: la missione è stata un completo successo.
Attendo ulteriori istruzioni.
A 35 milioni di anni-luce di distanza
La chiamano
A testimonianza
degli infiniti tentativi di invasione, i suoi confini sono un cimitero di navi
da guerra delle ere più disparate, conservate in perfetto stato dal vuoto
spaziale.
Centinaia di milioni
di stelle creano nuovi pianeti ad ogni generazione stellare, ed il potenziale
per la vita è sempre presente... su alcuni mondi, le forme di vita non solo
nascono ma fanno anche in tempo ad evolversi prima di morire spontaneamente.
Conquistatori,
archeologi ed avventurieri si chiedono da sempre cosa ci sia dietro la causa di
questo mistero… nessuno ricorda più la grande civiltà che l’abitava
innumerevoli millenni fa. Il suo nome è perso tra le ere, così come tutta la
sua cultura.
Nessuno ricorda che,
un tempo, questa intera galassia adorava un solo dio, conosciuto come
“colui-che-cammina-tra-la-vita-e-la-morte-come-un-colosso” ed in epoca più
tarda come semplicemente “colui-che-cammina”… Walker, dio supremo della morte.
Una sola persona ricorda
il giorno in cui un’intera galassia donò la propria vita in sacrificio a questo
dio...
In uno dei molti
mondi morti, Walker siede sul proprio trono di ossa quando nell’aria stantia avverte
qualcosa di cui aveva quasi dimenticato l’esistenza… un essere vivente.
Espande la sua
mente. Una flotta di navi di Caradia si è fermata a poca distanza dai confini
della Galassia Morta, lanciando una piccola nave.
-Chi non muore si
rivede… il grande Imperatore Divino ha deciso di onorarmi con una ispezione a
sorpresa…
Una nave appare nel
cielo del pianeta, iniziando una lenta discesa. Walker prende forma umanoide,
avvicinandosi al punto di atterraggio. Solo quando la nave appoggia sulla
strada di ossa, frantumandola, si rende conto della sua taglia… ricorda di aver
visto città più piccole.
Il portellone si
apre, ed il Supremo Imperatore Divino della Federazione Imperiale di Caradia fa
il suo trionfale ingresso nella propria armatura cerimoniale. Walker trattiene
un sorriso, divertito da quanto la sua vecchia conoscenza sia sempre così
pomposa.
-Walker. Non dai mai
una ripulita a questo posto ? – chiede l’immortale, camminando sui teschi.
-Mi piace
l’atmosfera. Sai che non ho l’abitudine di contare gli anni, ma so quanto ti
diverti a sottolineare quanto sei vecchio… in altre parole, da quanto non ci si
vede ?
-Credo qualche
migliaio o milione di anni. Vogliamo spostarci nella tua sala del trono ?
-Perché, vuoi un po’
di privacy ? – chiede Walker, alzando le braccia.
Il silenzio del
pianeta morto è assoluto e onnipresente. Se avesse una bocca, Helicon adesso la
storcerebbe.
-Ho sempre tollerato
la tua mancanza di rispetto per la mia autorità, Walker, perché ho sempre visto
in te uno spirito affine. Detto questo…stai molto
attento a non superare il limite.
Walker stringe i
denti, fissando negli occhi l’Imperatore…ed annuendo.
-Chiedo scusa. Il
trono è da questa parte, come sempre.
Mentre i due
regnanti camminano, Helicon si guarda intorno per ricordarsi meglio questo
pianeta. Si stanca presto, però, dato che la città morta è identica in
qualunque direzione provi a guardare, ed incredibilmente noiosa.
-Hai fatto un
discreto lavoro con questa galassia, Walker…anche se un po’ rudimentale. Sono
compiaciuto.
-I tuoi esseri
viventi si avvicinano troppo, di questi tempi. Se continuano a infastidirmi
sarò costretto ad uccidere anche loro…
-Sappiamo entrambi
che sei troppo intelligente per fare una cosa così stupida, Walker. Puoi
sterminare intere galassie, ma non ti metteresti mai direttamente contro di me
finché ho il Grande Vuoto.
-Hhmm. Questa non è
una visita di cortesia…vuoi qualcosa, vero ?
-Solo riscuotere un
favore, Walker, nient’altro. Ricordi il nostro primo incontro, ere fa ? Ti
chiesi se conoscevi un essere chiamato Eon… l’entità protettrice della vita…
-Un insulto vivente
alla sacralità della morte !!!
Con una singola
ondata di energia, Walker rade al suolo la sua stessa capitale… mentre la sua
energia non causa il minimo danno all’immortale Helicon, che si limita ad
osservare colpito l’onda d’urto che si espande e distrugge necropoli su
necropoli.
-Impressionante.
Comunque… il nostro patto esigeva che io ti aiutassi a mantenere stabile il
controllo assoluto sulla Galassia Morta, ed in cambio tu avresti ucciso
chiunque cercasse di usare il tuo spazio come zona di passaggio per invadere
Caradia.
-Che cosa c’entra
questo con Eon !? E’ morto da tempo ! Il nostro patto è completo e stabile…
-Naturalmente.
Eppure… devi ancora conquistare l’amore della Morte che desideri da
un’eternità. Immagina se tu inferissi un colpo mortale ad uno dei suoi peggiori
nemici…
-So dove vuoi andare
a parare, Helicon, e la mia risposta è no. Epoch non può essere uccisa
permanentemente se non tramite un editto del Tribunale Vivente, un’autorità che
nemmeno tu sei in grado di
controllare.
-Per il momento,
Walker, solo per il momento. Non mi riferivo a Colei Che Attende, però. Mi
riferivo a qualcuno di un po’ meno…astratto.
Helicon mette un
braccio attorno al collo del dio della morte, avvicinandosi come a un amico di
lunga data.
-Dimmi, Walker, hai
mai sentito parlare di qualcuno chiamato Quasar ?
Zona Quantica
All’interno della
Struttura, Nuvola si avvicina all’entrata della Sala Riunioni ed avvicina una mano
al pulsante per aprirne la porta, quando qualcosa la ferma prima ancora che il
suono l’abbia raggiunta:
-Aspetta ! – ha
infatti urlato Makkari.
-Abbiamo una
riunione della massima importanza; non può aspettare ? – chiede la nebulosa
seminuda.
-Lo so, ma è da un
po’ che volevo parlarti in privato e con tutto quello che è successo…
-Se vuoi chiedermi
della mia gravidanza, procede stabilmente. Il feto stellare ha raggiunto le 10
masse gioviane, dovrebbe iniziare a fondere il deuterio entro…
-Non per essere
scortese, Nuvola… e sono ottime
notizie, qualunque cosa tu abbia detto… ma volevo parlare un attimo di come
Quasar sta gestendo questa situazione.
-Temo di non capire
di cosa tu stia parlando, Makkari. Lasciare ai Giovani Dei la gestione della
rivolta Kree mentre noi pensiamo ad evitare un conflitto Shi’ar-Caradia mi
sembra una soluzione piuttosto logica.
-Forse, ma
rifiutarsi di chiedere aiuto alla Guardia dell’Infinito ? O ai Vendicatori, o a
chiunque altro ? Penso ci ricordiamo tutti cosa è successo l’ultima volta in
cui Quasar si è messo a tramare di nascosto… in effetti, è stata la causa di
tutto questo disastro…
-Non credo che
Quasar aspiri a ridiventare un dio.
-Sempre che abbia
smesso di esserlo, Nuvola…
Dall’altra parte
della porta, Molecola è già seduto al tavolo delle riunioni… ancora nella sua
forma estesa per ospitare tutti e dodici i Giovani Dei.
Quasar sta
osservando una cartina stellare, la più grande che Makkari abbia mai visto. La
stanza ha cambiato forma per poter contenere la parete da più di settanta metri
quadri su cui è stata proiettata.
-Allora Quaze, cosa
non poteva aspettare un altro giorno a sorvegliare lo spazio Shi’ar per evitare
che qualcuno lanci la prima pietra ?
-Il fatto che per
tutto questo tempo Caradia ci ha nascosto una minaccia molto più grave di una
guerra intergalattica. Questa è una mappa del loro spazio… ho rinunciato a
farla in scala, per farvi distinguere le stelle avrei dovuto ampliare
Una miriade di punti
gialli si accendono lungo tutta la mappa, disposti in modo da essere
equidistanti l’uno dall’altro.
-Queste sono le
postazioni d’attacco di un sistema di difesa galattico chiamato “il Grande
Vuoto”. Anche se odio ammetterlo, la bravata di Tre-Sei-Zero ci ha fatto
comodo: non avremmo mai trovato questa rete offensiva senza sapere dove
cercare.
-Credevo che Tre
avesse distrutto quest’arma – interrompe Molecola.
-Anch’io. Ma o il
Cancelliere Supremo le ha mentito, o nemmeno lui sapeva tutta la verità.
Esistono cinque generatori
principali, tutti capaci di attingere energia da un’unica sorgente; sono tutti
disposti in zone densamente abitate, così come tutte le postazioni d’attacco…
alcune sono diventate parte integrante di enormi città.
-Immagino che la
missione sia distruggerli, allora ? – incalza Makkari.
-Non possiamo. In
sostanza, il Grande Vuoto è la più grande macchina del tempo mai costruita. E’
capace di recuperare una quantità pressoché infinita di entropia dalla fine
dell’universo e trasferirla qui… non ne ho capito bene il funzionamento, ma gli
effetti sono chiari: non resterebbe un solo pianeta intatto nell’intera
Caradia… al momento Epoch sta lavorando su un metodo di disattivazione, ma è
anche meno ottimista del solito.
-Tecnologia di
origine dryloniana ? – ipotizza Nuvola.
-Cos’altro ? C’è di
peggio: esistono milioni di postazioni d’attacco, ed il punto da cui il Grande
Vuoto farà fuoco è casuale. Epoch è sicura di poter predire il punto da cui
potrebbe fare fuoco solo dopo averla vista già in azione… cioè, Caradia avrebbe
a disposizione un colpo prima che lei possa saperci dire da dove spareranno il
secondo.
-Di che gittata
stiamo parlando ? – chiede Makkari, nervoso.
-Immensa. Una volta
portata nella nostra epoca, l’entropia distruggerà almeno metà di Caradia e
procederà in linea rette per milioni di anni-luce.
-Se è così, perché
non la usano e si risparmiano la guerra ? – protesta Molecola.
-E’ tutto nelle mani
di Helicon, i caradiani non ne sanno niente. Lui vuole avere delle terre su cui governare, e credo che sappia di avere a disposizione un colpo
solo.
-Okay quaze, abbiamo
capito, ce ne dobbiamo liberare prima che sparino…
-In effetti, di
recente mi sono ricordato un’idea che mi era venuta quando ero un dio.
La mappa stellare lascia
spazio ad una proiezione della Struttura, sotto la quale viene mostrato lo
spaccato di una sorta di gigantesca torcia elettrica gialla.
-Un acceleratore di
campo quantico. In sostanza, un trasformatore capace di attingere all’energia
infinita della Zona Quantica e di rilasciarne una porzione considerevole nello
spazio normale… ovunque
nell’universo. L’effetto è paragonabile alla vaporizzazione di un intero
sistema stellare.
Nella fredda Sala
Riunioni, i Protettori si spostano nervosi sulle proprie sedie. Persino Nuvola
sembra notevolmente turbata.
-Perché…chiunque vorrebbe progettare…una cosa
simile… - si meraviglia Molecola.
-E’ semplicissimo,
Owen: deterrente. Se ne costruiamo un numero sufficiente, Caradia non potrà
attaccarli senza lasciarci il tempo di almeno un colpo.
-Una parola, Quaze ?
– chiede Makkari.
-Prego.
L’Eterno si alza in
piedi, schiarendosi leggermente la voce. Si avvicina all’immagine
dell’acceleratore, ed appoggia una mano sulla spalla di Quasar.
-Questo è in
assoluto il piano più idiota che abbia sentito in quattromila anni !!!
Se Quasar sembra
genuinamente sorpreso dal parere del vecchio amico, gli altri Protettori
sembrano rilassarsi. Sorridono, anche se impercettibilmente.
-Cosa ? Che ha che
non va ?
-Sei completamente
uscito di senno, quazester !? Che vuoi fare, dare il via ad una corsa agli
armamenti cosmici ?
-C’è già una corsa agli armamenti ! Helicon è
già pronto a sparare !
-Un motivo in più
per non dargli altri pretesti – insiste Makkari.
-Non posso lasciare
che spari per primo, Mak, ucciderebbe intere galassie. Se disintegrassimo il
sistema solare da cui partirà l’attacco…
-Ma ti senti, Quasar
? Stai parlando come lui, come se le vite di quel sistema non contassero. Ti ho
seguito anche quando pensavo fossi completamente sballato perché mi avevi detto
di agire solo per salvare delle vite, tutte
le vite…
-Siamo qui per
proteggere l’Universo sopra ogni altra cosa, Makkari. Non vedo altro modo per
farlo che fermare chi lo vuole distruggere…
-Perché non troviamo
un sistema per impedire a quell’affare di pescare energia dal futuro, allora ?
-E se facesse fuoco prima, Mak ? Se si accorgesse del nostro
piano e facesse fuoco mentre lo stiamo scollegando… sarebbe valsa la pena, solo per salvare un solo sistema
stellare ?
-Sì, perché è la cosa giusta da fare ! E’
quello che farebbe un super-eroe, accidenti !!! Queste…queste sono stronzate da SWORD !!!
In un impeto di
rabbia, l’Eterno rilascia una scarica oculare che disintegra lo schermo
quantico. Lo sguardo di Quasar è duro.
-E’ l’opinione di
tutti i Protettori ?
Molecola sembra
quasi sprofondare nella propria sedia, mentre con voce flebile risponde:
-Io…non so, non
credo ci si possa fidare di Helicon… quello è un pazzo… non mi piace usare
quell’arma, ma se è l’unico modo per evitare una strage…
-Il piano di Quasar
copre una pesante debolezza del tuo, Makkari – risponde Nuvola, calmissima.
L’Eterno è
stupefatto, e nella sua voce c’è ancora rabbia.
-Non riesco a
crederci. Andate avanti, disintegrate quel sistema. Quale credete sarebbe la
reazione di Helicon ? Spenderà miliardi di anni a costruire armi che ci possano distruggere, sempre ammesso che non lo ammazziamo
prima noi… se è possibile. E gli
Shi’ar ? Dovremmo fermare anche loro, o tra qualche millennio avranno accesso
alla stessa tecnologia. Disintegrate un sistema stellare premendo un pulsante:
credete davvero che gli imperi stellari ci ignoreranno ? Mettetevi nei panni
della gente senza poteri: se sviluppassimo una tecnologia del genere e
decidessimo di essere il prossimo impero intergalattico, chi ci potrebbe
fermare ?
-Così preferiresti
che lasciassimo a Caradia la possibilità di farlo per primi ? – controbatte
Quasar.
-No !!! Vorrei che nessuno avesse una tecnologia del
genere, è impossibile tenerla sotto controllo per sempre !
-Sono d’accordo –
annuisce Nuvola – L’unico modo per impedire ripercussioni catastrofiche
dall’uso di questa tecnologia sarebbe prendere il controllo di qualunque
società si avvicini a quel livello tecnologico, ed abbiamo già visto che non funzionerebbe.
-Gli acceleratori
restano – è irremovibile Quasar.
-Da quando siamo una
dittatura ? Questo è un corpo volontario
– risponde Makkari.
I tre Protettori si
voltano verso Molecola… un voto a favore e due contrari, finora. L’uomo di
mezz’età pressoché onnipotente alza le spalle.
-Makkari ha ragione,
non si può tenere sotto controllo il potere infinito… tu ed io dovremmo averlo
imparato, Quasar.
-Allora ? – chiede
l’Eterno, incrociando le braccia.
Quasar cerca di
restare impassibile, ma è fin troppo chiaro il tormento che sta provando. Nel
suo timore di ridiventare pazzo, sta abbandonando l’unica difesa disponibile ?
Oppure nel tentativo di salvare altre vite, sta ridiventando pazzo ?
-Un acceleratore. Nessuna corsa alle
armi, ma voglio un’opzione nel caso in cui Helicon impazzisca definitivamente
ed attacchi per primo.
Makkari sorride,
porgendo la mano all’amico.
-Accettabile. Lo so
che non è stato facile tornare umano…ma noi siamo qui per questo, no ?
Quasar risponde alla
stretta e al sorriso, anche se l’Eterno lo conosce troppo bene per sperare che
il recupero sia così semplice.
Eon-verso
In questo spazio che
non è uno spazio, tutto ciò che esiste è frutto dell’immaginazione di Epoch.
Quando Quasar entra in questa dimensione tramite la porta che si trova nel suo
“ufficio” della Struttura, è sorpreso dal trovarlo vuoto al di fuori
dell’immenso corpo dell’entità.
-Epoch ? Dov’è…tutto
?
-Sono impegnata nello studio della
disattivazione del Grande Vuoto, Quasar, non ho tempo di riempire questa
dimensione. Desideri qualcosa ?
-Sì. Epoch, da
quando ti ho costretta ad obbedirmi… quante obiezioni ai miei piani hai pensato
di farmi, senza averle espresse ?
-Ottocentoventuno.
-Le voglio tutte
entro domattina, insieme alle specifiche dell’acceleratore di campo quantico.
-Sarà fatto. C’è altro, Quasar ?
-Epoch, continuerai
a seguire gli ordini che ti darò, non consulterai il Tribunale Vivente e
manterrò il diritto di veto sulle tue azioni… ma ti permetto di nuovo di agire
contro i miei piani anche senza consultarmi, di parlare liberamente di ciò che
abbiamo fatto
-Capisco. Hai finalmente compreso quanto sia
fondamentale avere qualcuno che possa darti una nuova prospettiva sulle tue
decisioni ?
-Diciamo così.
Allora… quando hai intenzione di informare di tutto questo i Protettori ?
-Non ne vedo la necessità, Quasar. L’unico
effetto sarebbe di minare ulteriormente le vostre già instabili relazioni
interpersonali.
-Detto tra me e te,
Epoch… cosa sto sbagliando in questa situazione ?
-Da un punto di vista cosmico, sei troppo vulnerabile.
Da quello umano, troppo duro. E’ necessario trovare un punto di incontro tra i
due interessi… una qualità in cui eccellevi quando sei stato nominato
Protettore dell’Universo. La carica potrebbe essere ufficialmente di nuovo tua
se lo volessi, lo sai.
-Sì… sì, lo so. Buon
lavoro, Epoch, tienimi informato.
Quartier generale S.W.O.R.D.
Due soldati in
armatura fanno il saluto militare alla direttrice Abigail Brand, che non lo restituisce.
Resta con le mani dietro la schiena ad osservare la porta di adamantio
sollevarsi per scomparire fino al soffitto, mentre due luci verdi analizzano la
nuova arrivata.
L’Agente Speciale
Tre-Sei-Zero si mette sull’attenti, unicamente perché sa quanto la cosa dia sui
nervi alla pragmatica direttrice.
-Può anche togliersi
quel sorrisetto, Tre. Può aver passato la sua missione suicida, ma non ho
intenzione di darle una promozione.
-Ovviamente no,
signora direttrice. L’unico posto ancora disponibile è il suo. Possiamo parlare
liberamente ?
-Temo non ci sia
altra scelta – risponde l’agente Brand, indicando a Tre il corridoi da
percorrere.
Mentre muovono i
primi passi, si chiede perché questo lavoro attragga ogni sorta di svitati e
fanatici… devono essere le uniformi troppo simili all’Hydra.
-Non sembra molto
contenta di rivedermi, signora direttrice. Anche meno del solito; non si
aspettava che ritornassi viva ?
-Sinceramente, il
motivo principale per cui ho preso in considerazione il suo piano è che speravo
vivamente di togliermela di mezzo… niente di personale, sia chiaro.
-Ammetto di avere
avuto molta fortuna, signora direttrice… se non fosse stato per la possessione
e questa guerra intergalattica, forse i Protettori avrebbero scoperto perché ho
lasciato che lo SWORD chiudesse le indagini su Molecola e perdesse il controllo
sui Giovani Dei.
-E’ stata nella loro
base per giorni, Tre, ed immagino abbia avuto modo di stringere anche qualche
contatto. La sua valutazione tattica sui Protettori dell’Universo ?
-Onniscienza. Forza
distruttiva pressoché illimitata. Barriere dimensionali. Sistema di
monitoraggio universale. Esperienza tattica millenaria. Con la possibile
eccezione della Guardia dell’Infinito, nessuna forza sul pianeta avrebbe una
sola possibilità contro di loro... al loro stato attuale potrebbero radere al
suolo un piccolo impero interstellare senza neanche spettinarsi.
-Mi chiedo perché
tutto questo accanimento verso i Protettori mentre ci limitiamo a tenere
d’occhio Warlock e i suoi sottoposti…
-Warlock non ha
preso con la forza il controllo di un’intera galassia, signora direttrice.
-Non ancora…
Le due donne si
fermano davanti alla grande parete verde su cui è impressa a lettere cubitali
la scritta RESTRICTED AREA, e più in basso un pannello luminoso su cui sono
impresse le sagome di due mani.
*Autorizzazione Majestic-42 confermata
La porta ad iride si
apre, così come le successive quattro. Dall’altra parte una grande stanza
circolare protetta da due metri di titanio rinforzato, trenta centimetri di
adamantio secondario, e due centimetri di una lega adamantio-vibranio la cui
formula è stata cancellata dalla mente degli scopritori.
-Odio avere
quest’affare nella mia base – ammette l’agente Brand, mentre si appoggia al
corrimano per fissare negli occhi la gigantesca creatura.
-Una vera fortuna
averlo recuperato subito dopo
-Se solo ci fosse un
altro modo per nascondersi dalla Coscienza Cosmica… ho sempre l’impressione che
mi sia fissando. Mi chiedo cosa faccia in realtà.
-Quello che fanno
tutti gli esseri senzienti quando sono privi di conoscenza, signora direttrice.
Sta sognando.
Il gigantesco volto
dell’Osservatore rivolto verso le due donne, in un’espressione assolutamente
vacua. Ancora un bambino per gli standard della sua razza, assomiglia ad un
neonato umano di pochi mesi… tranne per il fatto che la sua testa è delle
dimensioni di un elefante.
Spessi cavi si
insinuano sotto le sue palpebre, collegando la sua mente alla consolle che
Tre-Sei-Zero sta accarezzando con la sua mano artificiale.
-Solo che in questo
caso, sogna quello che gli diciamo di sognare… e trasformare in realtà.
CONTINUA !