Quasar #34
“C'è tempo per tutto.
E c'è
anche un tempo
per cui
i tempi si congiungono”
Louis Pauwels / Jacques Bergier
Riassunto
I Protettori dell’Universo (Quasar, Makkari, Molecola e Nuvola) sono venuti a
conoscenza dell’origine del fenomeno che recentemente ha quasi distrutto
l’universo: si tratta di Nemesi, mostruosa entità che si ciba di interi
universi e che ha già divorato gran parte del New Universe.
La loro conversazione con le potenze dell’universo che li hanno
messi in guardia è stata ascoltata nel 2119 da Destino, che usando la sua
piattaforma temporale li ha portati nel futuro per ragioni ancora sconosciute…
L’anno
è il 2119 d.C, anche se niente nella stanza può
confermarlo. Mura metalliche, lucidate a specchio. Tecnologia
di prim’ordine, ma indistinguibile da un laboratorio
del secolo precedente.
Nella
stanza ci sono cinque esseri. Quattro di loro provengono dal passato, e si
trovano su di una piattaforma rettangolare.
Quasar,
il Protettore dell’Universo di un’era ormai passata. Makkari, dei mitici Eterni. Molecola, un uomo praticamente onnipotente. Nuvola, una nebulosa senziente in
discinta forma femminile. Non si sono ancora adattati all’ambiente…e al quinto
essere.
Veste
un’armatura in metallo, con un mantello ed un cappuccio verde. La maschera
copre il volto, ma gli occhi sono visibili dietro due piccoli schermi rossi. [1] Sembrano stanchi, ma determinati. Ha detto di chiamarsi
Victor Von Doom.
Molecola
si ricorda di lui, o meglio di un’altra versione dell’uomo che ha davanti. Anni
prima si erano incontrati sul Pianeta di Battaglia, e ne era
rimasto terrorizzato…e grato. Era stato Destino, per motivi stranamente altruisti una volta ottenuto il
potere supremo dell’Arcano, a rimuovere i suoi blocchi mentali. Di fatto doveva
la sua attuale vita da Protettore a lui.
Ma
il terrore è un’emozione molto, molto più potente della gratitudine. Il solo
pensiero di essere sfruttato di nuovo spinge Molecola ad attaccare, manipolando
le molecole della stanza per intrappolare Destino in una gabbia.
-N-non muoverti !
L’ordine
è ben poco convincente, e di utilità ancora minore.
Sofisticatissimi circuiti rendono intangibile l’armatura, e Destino cammina con
calma oltre la gabbia.
-Non
era mia intenzione scatenare reazioni violente. Questo, unito alla vostra
necessità e allo shock del rapimento, mi obbliga a non rispondere a tono. Ma attenti, Destino non concede facilmente tregue.
Makkari è pronto ad entrare in azione, ma Quasar lo blocca con un braccio.
Nuvola è impassibile.
-Okay,
diciamo che credo tu sia Destino e che questo sia il 2119. Perché ci hai rapito ?
-Le
domande più facili sono sempre le più difficili a cui dare risposta. Sarete
curiosi di scoprire se sto dicendo la verità. Permettetemi di
mostrarvi questo tempo sciagurato…seguitemi pure.
-Un
momento, Destino…sarai anche abituato a farti ubbidire, ma di solito non diamo
retta ai dittatori.
-Volete
un incoraggiamento. Benissimo. Mi basterà ricordarvi che nessuno di voi quattro
è in grado di viaggiare nel tempo, e che le mie macchine obbediscono
solo ai miei comandi. Senza di me non tornerete mai a casa.
Si
volta ed incrocia le mani dietro la schiena. Attende un attimo, poi si incammina con calma verso la porta da cui era entrato. I
Protettori guardano Quasar per essere sicuri di cosa fare. Lui alza le spalle e
segue Destino, così come gli altri.
I
corridoi sono spaziosi e di un metallo molto più scuro
dell’armatura. Non ci sono decorazioni di sorta, solo sporadici pannelli di
controllo e qualche robot di passaggio.
-Allora,
qual è la storia ? Che ci succede nel futuro ?
-In
realtà non lo so, Makkari. Anche
i ricordi su ciò che è successo a me sono vaghi. Più o meno nel periodo
in cui vivete sarò trasportato nel futuro, nell’anno 2099. Troverò il mondo e
l’amata Latveria oppresse da megacorp responsabili di ignominie assai peggiori di quelle attribuite a me. Con
l’aiuto di…fedeli alleati…riconquistai non solo Latveria, ma mi impadronii
anche degli Stati Uniti, dichiarandomi loro Presidente per diritto
rivoluzionario.
-Immagino
che tutti i super-eroi siano morti, se sei riuscito a
fare una cosa del genere – interviene Quasar.
-Tutti
gli eroi morirono quasi un secolo prima. Ci fu una
successiva ondata…o forse dovrei dire pestilenza…
anche nel 2099, ma nessuno riuscì ad impedire il destino del mondo.
-Che
vuol dire ? Che hai conquistato tutto il pianeta ?
Il
corridoio è terminato, ora. C’è un grande pannello
semisferico davanti a loro, che Destino apre appoggiando il guanto metallico su
una placca dorata. Il pannello si divide in due e scivola di lato, lasciando
libero l’ingresso ad un piccolo balcone.
-In
un certo senso sì, Molecola. In un certo senso…guardate voi
stessi.
Non
si vede che acqua in tutte le direzioni, ed il cielo è oscurato da forti
temporali. Alle loro spalle, i nativi del ventesimo secolo vedono ergersi una
torre di almeno cento metri. Sotto, appena sopra il mare, si vede l’ombra della
costruzione fluttuante.
-Ancora
una volta, mi ritrovo sovrano di un pianeta colmo d’acqua. Ancora una volta, il
mio pugno non stringe che sabbia.
-Che…che
è successo ? Dove ci troviamo ?
-Appena
al di sopra di New York City. A bordo della Fortune, mia fortezza volante nonché unico punto tecnologizzato dell’intero pianeta. Quanto a ciò che è
successo… può essere definito solo come la fine del mondo. Vi risparmierò i
particolari, ma l’intero pianeta fu sommerso dalle
acque. I sopravvissuti…tra cui un nugulo di eroi… tentarono di ricominciare nella Terra Selvaggia, o
nella stazione Alchemax su Marte. [2]
-Aspetta, aspetta…eravamo arrivati alla presidenza. Che è successo
dopo ?
-Dopo…persi
tutto. A causa di un uomo di nome Herod,
e della mia stessa presunzione.
-Mi
risulta difficile credere che un uomo come te
ammetterebbe un errore.
-E’
passato molto, molto tempo da quando ci siamo
incontrati, Owen Reece. Ho
perso tutto, compresa Latveria. Herod ridusse i miei
sudditi in meno che polvere. Pagò per questo…quanto non potete
nemmeno immaginare… ma non potei darmi pace.
-“Un
re che ha perso il suo regno” – Makkari e Molecola si
voltano verso Quasar, guardandosi preoccupati. [3] Nuvola
continua a scrutare Destino.
-Precisamente.
Tentai di rimediare a ciò…oh, se tentai…viaggiai persino nel vostro tempo per
farlo. Ma fu del tutto inutile. Ho tentato in
innumerevoli modi negli ultimi vent’anni. Ho dedicato
ogni singolo istante della mia vita al tentativo di resuscitare Latveria.
-E’
questo che vuoi ? Che ti aiutiamo a cambiare il
passato ?
-No. Voglio avere un’ultima possibilità.
-Per
cosa ?
-Per
morire con dignità.
Il
presente.
Nettuno,
il secondo pianeta più lontano dal Sole terrestre, continua il suo viaggio
lungo 165 anni attorno ad esso. A
qualche migliaia di chilometri dalla sua superficie gassosa, lo spazio
si deforma per un istante rilasciando una massa metallica delle dimensioni di
un condominio. L’astronave è attirata dal suo campo gravitazionale e precipita,
bruciando ed esplodendo per l’attrito con l’atmosfera. Un vortice di energia lascia il punto d’impatto, dopo averne assorbito
tutta l’energia cinetica.
Supera
con facilità la velocità di fuga e si ferma un istante vicino agli anelli del
pianeta, per ritrovare la strada. Individuata la posizione del Sole, poco più
brillante delle altre stelle, compie un ultimo sforzo e si mette sulla rotta
desiderata.
2119.
-Tu
vuoi…morire !?
-Lo
trovi così difficile da credere, Molecola ?
-Beh…sì.
-Ho
perso il mio regno e non ho più niente da conquistare. La Terra Selvaggia è
ormai distrutta, e sulla colonia di Marte sopravvivono in pochi, in condizioni
sub-umane. Senza più la forza di ricostruire il loro mondo.
Gli imperi stellari sono andati incontro alla morte, o al disfacimento. [4] Questo tempo
si è arreso alla morte. Ed anche io inizio a sentirmi…stanco.
Osservate il potente Dottor Destino ! Re dei pesci e
di un branco di barbari atlantidei…
Un tuono risponde in lontananza, come fece alla
sua nascita. Nessuno osa dire niente fino a quando non ritorna all’interno,
mentre inizia a piovere.
-Ma
c’è ancora una cosa che posso fare. Posso ancora morire con onore, ed è per questo che vi ho portato qui. Per condurmi al mio
destino.
-E
come ?
-Ho
passato gli ultimi cinque anni a scandagliare il tempo, alla ricerca di una
sfida per cui valesse la pena di morire. E l’ho scoperta seguendo voi.
-Nemesi.
-Esattamente.
La battaglia definitiva, che deciderà il destino di ogni
cosa. Che senso avrebbe continuare ad esistere invece che vivere, se presto il multiverso potrebbe essere divorato da un’oscurità senza fine ? Sarà una battaglia per cui varrà
la pena morire.
-Parli
come se la sconfitta fosse inevitabile. Cosa sai di tutto questo ? Se questo è il futuro…
-Nemesi
proviene da oltre il tempo, ed è diverso da qualunque cosa che chiunque abbia mai incontrato.
-Sinceramente
non so se sarebbe una buona idea se tu ci aiutassi.
-Non
ho chiesto il vostro parere.
-Invece l’avrai. Non mi fido di te, Destino…sempre che tu lo sia. Questa sarà l’avventura più difficile di tutta la mia vita, non ho
intenzione di mettere in campo un elemento così imprevedibile.
-Cosa
ne pensano gli altri ? – chiede indicando
genericamente Makkari e Molecola. E’ il secondo a
rispondere:
-Non
ti lasceresti mai morire, questo è certo. Ma non credo
ti lanceresti in un attacco suicida, per te queste
cose non esistono. Ti ho visto combattere l’Arcano senza neanche il minimo
dubbio sulla tua vittoria.
-Io
sono d’accordo con Quasar. Non possiamo permetterci di averti tra i piedi.
-E
tu Nuvola, cosa ne pensi ?
La
donna sembra quasi sorpresa della domanda. Quasi. Destino le è davanti ora, alto trenta centimetri più di lei con l’armatura.
-Non
spetta a me decidere.
-Sei
un’osservatrice molto più obiettiva dei tuoi compagni,
forse anche di me. Nessun pregiudizio morale, nessuna retorica, nessun falso
principio a cui tenere fede. Che cosa ne pensi degli esseri umani e di questo
tempo ?
-Considero
gli esseri umani… presuntuosi. Agglomerati di composti al
carbonio che tentano di imbrigliare le stelle nelle loro regole. E tu sei certamente un essere umano molto rappresentativo.
Consideri questo tempo senza speranza ed indegno di attenzione,
ma hai dedicato anni al tuo passato e alla progettazione della tua morte. Se tu
avessi messo questo impegno nella ricostruzione, nella
creazione di un nuovo ciclo invece che nella rigenerazione di uno vecchio, non
mi avresti fatto questa domanda.
-Nessuna
stella tenta mai di sfuggire al suo destino.
-Nessuna
stella cerca mai un destino. Nessuna stella va mai oltre a ciò che è
sempre stata. La forza degli esseri umani sta nel cambiamento. A causa della
tua assenza di cambiamento ti trovo un essere estremamente
vacuo, Destino. Vacuo ma…curioso.
-Ah
! La voce dell’innocenza ! Anche tu concordi con gli
altri nel non volermi vostro alleato ?
-Credo
che la tua forza di volontà sia assoluta, solo malposta.
Manchi di elasticità… perseveranza… e cerchi la via
più facile. Tuttavia… per venire a sapere di Nemesi
nonostante le precauzioni dello Straniero e di Galactus
hai dimostrato un’ingegnosità senza pari. Potresti esserci utile.
-Credo
che Nuvola abbia ragione, dopotutto – Molecola mette una mano sulla spalla di
Quasar.
-D’accordo.
Verrai con noi, Destino. Ma ad una condizione: non prenderai nessuna
iniziativa senza prima consultarci.
-Così
sarà. E la parola di Destino regna sovrana.
-Così
mi hanno detto.
-Ho
alcuni…dettagli da definire, prima della partenza. Siete liberi di esplorare la
fortezza e di confidarvi i dubbi che ho certamente suscitato.
Destino
si allontana, ed i Protettori si guardano intorno con curiosità e timore. Makkari accede ad un terminale e
digita tasti ad una velocità impressionante.
-Ti
dirò, Quasar…se non siamo nel futuro siamo capitati
nel Paese delle Meraviglie. Questo sistema è anche più avanzato dei computer
marziani !
-A
questo punto non ho più paura che tutto questo sia un inganno, Mak…ho paura che sia tutto vero. Ho cercato di contattare Epoch, senza riuscirci.
-Bella
scoperta, lei è nel passato.
-Speravo
quasi mi rispondesse la Epoch
di questo tempo, o magari uno dei miei successori come Protettore.
Invece…niente.
-Per
te è normale, no ? Voglio dire, per
un essere umano la prospettiva di non esistere più nell’arco di un secolo è
all’ordine del giorno. Per un Eterno non è così. Mi sono cercato negli archivi…
qui dentro c’è un mucchio di roba, ma gran parte è protetta ed in ogni caso le informazioni sul nostro
futuro prossimo sono frammentarie. Persino alcune cose che sono successe nel presente non coincidono.
-Probabilmente
perché questa è una linea temporale che si è distaccata dalla
nostra tempo fa – interviene Molecola – Non avrei mai pensato di
diventare un esperto di meccanica temporale, ma devo dire che quella visita
alla C.I.T è stata in qualche modo utile.
-Puoi
confermare il racconto di Destino ? La Terra è davvero
disabitata ?
-Non
posso dirlo con certezza, questo non è precisamente il
mio campo. Però posso dirti che, al di fuori di questa
fortezza volante, non rilevo emissioni sullo spettro elettromagnetico, fonti di
calore…nessuno dei classici segnali di civilizzazione. Inoltre i ghiacci si
sono sciolti e l’ecosistema è a dir poco distrutto.
-Non
c’è traccia di vita neanche nei vicini sistemi stellari –
puntualizza Nuvola.
-Come
fai a dirlo ? Non credevo che potessi analizzare spazi
così grandi.
-Sintonizza
le Bande Quantiche sui normali canali di comunicazione utilizzati dai grandi
imperi stellari.
-Non
c’è niente neanche nelle iperonde.
-Questo
significa che non comunicano più con questo settore.
-Il
punto non è se dare ragione o no a Destino, Quaze. Il
punto è…possiamo fidarci di lui ?
Una
stanza praticamente vuota, arredata solo con vecchi
stemmi latveriani ed una libreria con libri
polverosi. Un ragazzo poco più che ventenne fluttua a
mezz’aria, in una posa da meditazione. Indossa un giaccone vecchio e
trasandato, che addosso a lui sembra quasi una veste cerimoniale. Porta un
gioiello dorato, una sorta di spilla rotonda circondata di piccoli cerchi. La
porta si apre con un sibilo metallico e Destino entra nella stanza.
-Sono venuto a salutarti. Presto lascerò questo luogo ed è
probabile che non vi torni mai più.
Il
ragazzo non si muove, non apre nemmeno gli occhi e non dice una parola.
-Ho
sempre pensato che tu avessi molte cose da dire, ma che temessi le conseguenze
che potevano portare. Tuttavia…ora non è rimasto più niente
da perdere.
Il
ragazzo apre gli occhi e lo guarda, osservando più in profondità dei suoi
occhi. Ma continua a non parlare. Destino si volta,
fermandosi sulla soglia.
-Presto
potresti essere l’ultimo latveriano, Vox. Spero che la fiducia che molti di noi ebbero in te non sia
stata eccessiva.
-Segui la tua strada, Von Doom
– dice
il ragazzo, per poi chiudere gli occhi di nuovo.
-Così
ho fatto per tutta la mia vita – conclude Destino,
uscendo. Era la conferma che desiderava ? Oppure significava
che, anche agendo, non avrebbe concluso
niente…esattamente come negli ultimi vent’anni ?
“E’
troppo tardi per dubitare ancora. Tutti i miei altri piani sono falliti ed ora
non mi resta che questa vana, impossibile speranza. Tuttavia, so cosa posso
fare per convincermi definitivamente”.
Non
ha percorso molti metri, ma l’ambiente è già cambiato. Inserisce il codice nel
pannello d’accesso di fianco ad una porta fortificata, sufficiente a bloccare
un esercito se necessario. Ma non serve a proteggere
ciò che nasconde. Serve ad impedire una fuga.
La
porta si apre rumorosamente. Le grida di dolore non sono più bloccate. Destino
osserva dietro la gabbia energetica un uomo distrutto, che urla il suo dolore a
squarciagola. Gli abiti fatiscenti, che un tempo dovevano mettere in mostra il
suo corpo atletico ricoperto di orridi tatuaggi, ora
nascondono un corpo martoriato.
-Salve,
Herod. Pensi di potermi ascoltare nonostante il
dolore, o devo spegnere le macchine prima ?
L’uomo
colpisce rabbiosamente la gabbia di energia. Destino
abbassa due leve; la gabbia scompare ed Herod smette
di gridare, accasciandosi a terra senza fiato.
-Cosa…vuoi…ancora ?
-Avrei
dovuto farlo molto, molto tempo fa…ma sarebbe stato troppo caritatevole, verso
l’uomo che ha ucciso i miei sudditi ed ha distrutto i miei sogni.
Afferra
Herod per la gola e lo solleva, puntandogli contro
l’altro guanto, pronto ad emettere una scarica letale.
-Hai
qualcosa da dire, prima che metta fine alla tua vita ?
Herod gli sputa in faccia. L’energia attorno al guanto aumenta per un
istante, poi cala e Destino lancia Herod di nuovo
nella gabbia.
-Lo
sapevo, sei troppo debole di stomaco per farmi fuori.
Non ti darò la soddisfazione di implorare pietà, latveriano
del razzo !!!
La
barriera energetica si riforma, e Destino alza anche l’altra leva. Poi
inserisce altri comandi. Herod urla come non mai.
-Ho
alzato il livello di dolore che i nanoidi provocano nel tuo cervello. Il sistema è ora impostato su un
ciclo continuo, ed anche i sistemi di sopravvivenza. Sarai nutrito e curato
continuamente. Con le tecniche più avanzate del tuo tempo puoi sperare in
almeno altri settant’anni di vita. Buona sofferenza
eterna, Herod.
Destino
lascia la stanza, mentre Herod continua ad urlare per
il dolore continuo a cui i nanoidi gli impediscono di
abituarsi. La porta si chiude bloccando le sue grida.
Il
presente. Non che la differenza possa saltare agli occhi:
una distesa d’acqua, al largo della Groenlandia. Negli ultimi anni non c’è
stato assolutamente niente da vedere in questo punto, e raramente c’è stato
qualcuno. Se ci fosse, in questo momento vedrebbe nel
cielo un punto luminoso diventare sempre più grande, sempre più luminoso. Ma non c’è nessuno a vedere una massa viola precipitare
nell’acqua gelida.
Le
onde si calmano lentamente, e già entro pochi minuti non è
rimasta traccia dell’evento. Poi si alza una strana brezza,
l’acqua inizia a girare in circolo sempre più velocemente fino a creare
un gorgo. Senza preavviso, un uomo esce dal mare per fermarsi a mezz’aria,
avvolto da un serpente di energia.
Le
acque si calmano e lui inspira nuovamente l’aria del suo pianeta. Sembra
passata un’eternità dall’ultima volta.
“Nessuno
si è accorto del mio ritorno. Come sempre ho agito al momento più adatto. Avrai
anche cercato di fregarmi, Ens, ma ormai avrai capito
che non è tanto facile mettermi in disparte…”
2119.
I Protettori aspettano davanti alla sala della piattaforma temporale,
impazienti di lasciare quel luogo. I passi metallici che risuonano in tutta la struttura annunciano Destino, che si presenta con
un’armatura diversa, con un mantello porpora scuro.
-Sei
andato a cambiarti ?
-Questa,
Makkari, è la mia armatura presidenziale, quella che
indossavo ai tempi del colpo di stato americano.
-Hhhmmm. Un bel passo avanti rispetto ai classici
doppiopetto, te lo concedo.
-Allora,
Destino ? Abbiamo sprecato fin
troppo tempo, mi pare. O non hai fretta di
morire ? – chiede Quasar con sguardo indagatorio. Con
questa armatura gli occhi sono pienamente visibili e
sono ben poco rassicuranti.
-Nutri
forse dei dubbi sulla mia parola ?
-Ad essere sinceri sì. Di sicuro non ci hai detto tutto quanto. Però preferisco saperti nei paraggi, invece che nel futuro a
fare chissà quali piani.
-Precauzioni
lodevoli, ma avventate. Non abbiamo ancora concluso le
operazioni in questo tempo.
-Nessuno
ti ha nominato capo, cosa a cui dovresti essere
abituato.
-Le
circostanze possono averci reso alleati, Quasar, ma Destino
non si piega a niente e nessuno.
-Sì,
vedo a cosa ti ha portato tutto questo.
Destino
stringe i pugni e si volta, incamminandosi con passo veloce ma deciso.
-Seguitemi.
A meno che il vostro capo non abbia obiezioni meno
infantili.
Il
gruppo si volta verso Quasar, dall’aria estremamente
irritata.
-Lo
conosco da mezz’ora e già provo l’irrefrenabile desiderio di scaraventarlo nel
Sole.
Lo
segue, seguito a sua volta dagli altri abitanti del 21° secolo. Solo Molecola, l’unico presente ad aver conosciuto Destino,
si fa scappare un commento.
-Peggiorerà
soltanto.
Superato
un portellone circolare, questo si chiude alle loro spalle. Tutto trema per
qualche istante, per poi stabilizzarsi.
-Che
è successo ?
-Abbiamo
appena lasciato la superficie terrestre.
-Non
ti avevo detto di metterci al corrente di ogni
iniziativa, Destino ?
-Vi
avevo detto di seguirmi. Non avevo specificato dove saremmo andati.
-Ti
dispiace dircelo adesso ?
-Stiamo
approntando la prima parte del mio piano per sconfiggere Nemesi.
-Che sarebbe…?
-A
quanto è stato detto dalle entità cosmiche, Nemesi può
sviluppare l’autocoscienza solo in presenza di un’enorme concentrazione di
massa. Per questo, una volta neutralizzata la sua mente, per quanto ancora
limitata, sarà innocuo.
-E
come intendi farlo ? Non possiamo separare fisicamente
degli universi !
-Ad essere precisi si tratta di antiversi, non di universi. Sta
lentamente sviluppando una mente organizzata, quindi può creare un centro di
controllo motorio… un cervello. Una volta individuato e
separato dal resto, sarà innocuo.
-Dovremmo
setacciare un bel po’ di antiversi per trovare il suo
cervello.
-Non
necessariamente. Se otteniamo la sua attenzione, il
suo cervello si concentrerà su di noi. E allora
colpiremo.
-E
come pensi di attirarla ? Con la tua simpatia innata ?
-Questo
non è un gioco, Makkari di Olympia.
Intendo impiegare un’arma, per ferirlo.
-Cosa
intendi con – aspetta, non ci troviamo più dove
eravamo prima. Sembra la…
-Zona
Quantica, sì.
-Come
fai ad avervi accesso !? Non dovrebbe essere-
-Nel
2070, la Novograd scoprì un mezzo per accedervi. La utilizzarono come discarica,
scaraventando i rifiuti e i degenetici in quella
vastità di energia.
-A
giudicare dai livelli di inquinamento che ho avvertito
non ha funzionato – interviene Nuvola.
-L’Alchemax fece valere i suoi diritti di sfruttamento della Zona Negativa,
impedendo l’uso di tecnologie simili. Un uso intelligente di quella tecnologia
avrebbe reso la Terra un paradiso, ma non c’è profitto
in una vita perfetta.
-Se
non sbaglio, anche tu hai accesso a quella dimensione. Non c’è divertimento nel
conquistare il paradiso ?
-Risparmia
il sarcasmo per ciò che vi aspetta, Quasar. Stiamo per arrivare a destinazione.
Il nostro obiettivo è già visibile negli schermi.
Le
inquadrature mostrano da ogni lato quella che era un’enorme astronave sferica,
ora squarciata su più lati e cosparsa di microscopici crateri.
-Quella
sembra…
-L’Astronave
Madre di Galactus, sì.
-Questo
significa che l’arma che vuoi usare è…il Nullificatore
Assoluto !
-Whoa, fermi tutti…non sarebbe meglio controllare prima che “Big G” non sia
in casa !?
-Non
è necessario. Non c’è energia all’interno della nave.
-Precisamente.
Galactus è morto.
-Come
è successo ?
-Si
è suicidato.
La
piccola nave passa attraverso uno degli immensi squarci, atterrando dolcemente
vicino ad un enorme pannello di comandi, la cui tecnologia è stata chiaramente
saccheggiata fino a renderne visibili i meccanismi alieni.
Lo
strano gruppo esce. L’armatura di Destino si sigilla, Quasar alza un campo di
forza, Molecola sintetizza ossigeno dal nulla e per gli altri due non è essenziale respirare. Tutti guardano con meraviglia
l’imponente struttura lacerata e lasciata a se stessa; grandeur
cosmico ridotto ad un cimitero.
-Che
è successo qui ?
-Sembra
l’incrocio tra Hiroshima ed il regno di Vlad, senza
teste impalate però.
-Tu
sì che sai come alleggerire la tensione, Makkari !
-Destino,
parlavi del suicidio di Galactus…non mi sembra decisamente il tipo.
-Si
imbatté in una mia vecchia conoscenza, gli Y’lestja,
una razza di luce eterea che esiste solo per mostrare
alle altre culture la maestosità dell’universo. Galactus
rivide ogni singola morte che aveva causato, rivivendo la morte di ognuno di
loro. Morì soffrendo atrocemente e portando con sé tutti gli Y’lestja.
-Credevo
che la morte di Galactus avrebbe causato la morte
dell’universo.
-Mi
chiedo se non fosse morto già da tempo.
-Mi
piacerebbe restare qui a sentire come sono morti tutti quelli che conoscevo, Vic, ma non sarebbe il caso di trovare quello che ci serve
e andarcene ?
-Certo.
Troverai il Nullificatore Assoluto sette livelli più
in basso, quindicesimo corridoio a sinistra. E’ semplicemente appeso al muro,
nascosto in bella vista.
“Qualcosa
non mi quadra. Se è così facile prenderlo, perché non l’ha ancora recuperato ? E perché nessun teppista alieno ci ha provato ? Posso capire un po’ di superstizione, ma dopo dieci anni di inattività…”
I
dubbi di Quasar sono fermati dalla velocità di Makkari,
che scompare e ricompare l’attimo successivo tenendo in mano il piccolo
congegno, che nonostante le dimensioni ridotte è l’arma più terrificante che
sia mai stata costruita.
-Scusate
il ritardo, ma non ho proprio potuto evitare di dare
un’occhiata in giro.
-Consegnamelo,
così potremo lasciare la nave il più-
-Se
pensi che consegni un’arma del genere al Dottor Destino, puoi scordartelo !
-Mantieni
pure questi atteggiamenti infantili, Quasar; spero non causino la fine di
tutto.
-A
te che importa ? Vuoi morire, no ?
Destino
non risponde e rientra nell’astronave. Lo seguono Molecola e Quasar, ma quando Makkari si avvicina un raggio di energia
si infrange su uno scudo quantico creato dal Protettore dell’Universo.
-Ma
che diavolo…
Entro
due secondi Makkari è il bersaglio di centinaia di armi di tutti i tipi, che spuntano come funghi in tutta
la nave. La sua velocità gli permette di evitarli, ma nemmeno lui può muoversi
alla velocità della luce. Stranamente solo lui è il bersaglio, mentre tutti gli
altri sono schivati.
-Tornate
dentro – intima Destino mentre spinge dentro la nave Quasar e Nuvola, ma
nessuno dei due si lascia persuadere.
-Non
possiamo lasciarlo qui !
-Una volta morto sarà lasciato in pace dai sistemi di sicurezza, e potremo recuperare
il Nullificatore dalle macerie della nave madre.
-Lo
sapevo che era una trappola…tu sapevi tutto !
-Tentare
di portare fuori di qui il Nullificatore aziona migliaia di sistemi di sicurezza impenetrabili. Makkari è sacrificabile, a differenza di voi che mi
servirete presto.
-Questo
non era nei patti !
-Adesso
lo è. Lasciamo la nave madre, ora.
La
mano corazzata di Destino inizia a stringere e a tirare Quasar all’interno. Il
campo di forza dell’armatura ed il campo quantico si scontrano,
bloccandoli per un secondo; poi le Bande Quantiche brillano di energia,
scaraventando Destino all’interno e facendo sobbalzare la struttura.
-Fuori
dai piedi, Destino !!!
Le
pareti della nave vengono ricoperte da energia
quantica allo stato solido, dove i sistemi di sicurezza impossibilitati a fare
fuoco esplodono. Si sentono delle esplosioni in lontananza e la nave di Destino
si solleva per dirigersi verso lo spazio. Quasar, Makkari
e Nuvola fanno altrettanto, riuscendo ad evitare per
un soffio l’immane esplosione che incenerisce l’antica Astronave Madre di Galactus.
La
nave si posiziona esattamente davanti al trio, aprendo
i portelli stagni per lasciarli entrare. Molecola è dietro l’angolo.
-Ho
cercato di impedire l’esplosione, ma…
-Sì,
sì – risponde distrattamente Quasar, senza fare caso all’espressione sconsolata
del compagno di squadra, ed incamminandosi a passi veloci verso la postazione di
comando. Destino lo aspetta ai comandi, schivando con estrema
indifferenza i detriti lasciato dall’esplosione. Non nota nemmeno la
luce calda dietro di se, emanata dalle Bande Quantiche pronte a rilasciare un
colpo distruttivo sulla sua testa.
-Dimmi
perché non dovrei toglierti quell’armatura e
rispedirti a calci sul tuo pianeta.
-Per
tre motivi. Primo, non saresti in grado di farlo. Secondo, ho elaborato almeno
duecento metodi per disarmarti ed ucciderti in meno di un minuto. Terzo, sono
la vostra ultima speranza.
-Tendo
a fidarmi poco delle speranze che prevedono la morte di un mio amico.
-Aaah, la gioventù…
Si
volta di scatto, e più veloce dell’occhio di Quasar con un colpo secco
dell’avambraccio sposta la traiettoria del suo raggio.
Quasar
blocca il colpo d’arti marziali che segue, punta di nuovo le Bande alla testa
di Destino ma allo stesso tempo si ritrova un guanto davanti alla faccia,
pronto a rilasciare un colpo distruttivo dall’indice.
-Siamo
alla pari, Quasar: può vincere solo chi spara per primo. Sei pronto a prendere
decisioni simili ?
-Forse
no, ma non è detto che debba prenderle da solo.
Alle
spalle di Destino, Nuvola e Molecola sono pronti ad
attaccarlo con tutta la loro forza. La situazione resta in
stallo per qualche istante, poi Destino abbassa il guanto.
-Tra
pochi secondi saremo pronti a tornare nel vostro tempo. A
meno che non vogliate giustiziarmi e restare qui.
-Piantala
con il sarcasmo e portaci a casa.
Destino
si incammina verso l’uscita della cabina, per recarsi
al motore temporale. Si ferma dopo essere passato di fianco a Molecola e
Nuvola, e senza voltarsi o cambiare tono di voce conclude
a modo suo.
-Se
avessi voluto veramente ucciderti non avresti avuto
scampo. Ti consiglio di lavorare sulle tue presunte doti di leader, se vuoi sopravvivere
più di cinque minuti all’impresa finale che stiamo per
intraprendere.
Scompare
dalla loro vista passando di fianco a Makkari che lo
guarda perplesso.
-Che
ha il nostro sostenitore della pace nel mondo ?
-Ha
noi in pugno, temo.
-Voglio
sperare che tu abbia intenzione di consegnarlo ad Epoch
o alla C.I.T una volta tornati
indietro…
-Il
problema è che ha ragione. Non siamo in grado di affrontare una cosa così
grande. E poi è uno dei sette che ci aiuteranno a
sconfiggere Nemesi, ormai è chiaro.
-Vuoi
veramente dargli retta ?
-Che
vuoi che ti dica, Mak ?
Finora ha funzionato. Se non ci avessero fatto quella profezia
non avremmo mai dato retta all’Archivista, o a Molecola…senza offesa…
-Figurati.
-Insomma, credo di aver capito come funziona questa cosa della profezia. E’ come un invito a dire
“lasciate da parte i dubbi, è la persona giusta”.
-E
tu riesci davvero a fidarti di Destino ?
-No,
ma credo almeno di potergli dare il beneficio del dubbio. Anche
se continuo a sentirmi come se avessi venduto l’anima al diavolo.
-Peggio,
Quaze. Almeno al diavolo interessano le sue prede.
-Se
andiamo avanti così potremo chiederglielo personalmente.
I
motori temporali si azionano, spostando l’astronave indietro
nel tempo. Tutti i suoi passeggeri sono pieni di dubbi, tranne Destino.
Il
suo unico dubbio è su cosa farebbero i suoi nuovi alleati se sapessero che la
loro morte non è solo verosimile, ma è anche essenziale per la sopravvivenza
del multiverso. E di
Destino.
Note
Ecco
scoperto cosa ha combinato Destino 2099 dopo la conclusione della sua serie. Come c’era da aspettarsi, non si è
rassegnato alla distruzione di Latveria e alla rovina del suo pianeta…non subito,
almeno. Ma dopo venti lunghi anni passati quasi in solitudine, persino lui si è
arreso…o no ? Può Destino veramente concepire un finale che non preveda la sua vittoria assoluta ? Sta davvero cercando la
morte, sta mentendo o verità e bugie si sono fuse ?
Tutte cose che ovviamente scopriremo nel prossimo numero !
Qualche piccola nota sui
personaggi del 2099 che vengono citati. Gli Y’lestja sono descritti da Destino all’interno della storia,
e vengono da X-Men 2099 #6-8 (Marvel
Italia).
Vox è un bambino muto che
possiede un grandissimo potenziale mistico, tanto da possedere l’Occhio di Agamotto che era stato
precedentemente custodito dal Dottor Strange. In
realtà non è muto, semplicemente non ha mai avuto motivi per parlare (se si
esclude un “Grazie” detto a Destino quando gli ha salvato la vita), e dopo vent’anni chiaramente non è più nemmeno un bambino.
Herod, creazione di Warren Ellis, è il più grande figlio di
buona donna di quel futuro. E’ stato lui a causare la caduta di Destino, a far
tornare in vita un Capitan America totalmente pazzo e a liquefare Latveria
davanti agli occhi di Victor. Destino poi si è ripreso, ha distrutto tutto
quello che Herod possedeva ed ha infettato la sua
mente con la nanotecnologia per renderlo dolorante
fino alla fine dei suoi giorni. Ed era solo l’inizio
delle sue sofferenze.
[1]
L’armatura che Destino 2099 indossava negli ultimi episodi della sua serie
[2] Avvenimenti successi negli ultimi numeri di 2099 Special e
nell’inedito 2099: World of Tomorrow. Più che complessi, gli avvenimenti sono complicati
da seguire e senza molta logica o spiegazioni
[3] Ecco
identificato il quarto dei sette esseri che dovranno essere incontrati prima di
sconfiggere Nemesi.
[4] Tutte
cose mai mostrate da nessuna parte finora, anche se compatibili con la scomparsa
di quasi tutti gli alieni sulla Terra del 2099