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#96

di Fabio Furlanetto

 

VERDETTO UNIVERSALE

Parte 2 di 6

Il cosmo crudele

 

Tra i frammenti della realtà

Quasar ha già provato dolore, in passato. E’ morto più volte di quante si ricordi, è stato torturato e mutilato. Eppure, nulla di ciò che ha provato in passato è lontanamente paragonabile a ciò che sta provando ora. Dovrebbe essere fisicamente impossibile provare dolore a questi livelli, eppure questo importa poco al suo torturatore.

-Puoi solamente startene a guardare, vero? Per il mio odio, nemmeno il tuo tocco è sufficiente. Devo trovare qualcosa di molto peggiore da infliggere ai miei nemici.

Lord Odio sta parlando alla Morte in persona, che osserva impotente la tortura insensata. Nemmeno lei può fare nulla per fermarlo, perché ora Lord Odio possiede il pieno potere del Tribunale Vivente... e la Morte non ha alcun potere su di lui.

 

Dilaniato al centro di un conflitto ben al di là della sua comprensione, Quasar riesce in qualche modo ad osservarne una microscopica frazione.

Può vedere Lord Odio strappare il cuore ad Eternità e ridurre a brandelli Infinito, ridurre Oblio in mille pezzi e gettarne le spoglie insieme alle cervella sanguinanti di Caos ed Ordine e ai resti polverizzati di intere schiere di Celestiali.

Lord Odio è inarrestabile e violento nella propria opera: galassie sbriciolate, stelle spente nel vuoto cosmico, pianeti divorati da buchi neri all’interno del proprio nucleo, cieli che piovono sangue, sangue che diventa acido, batteri mangiati vivi da virus, molecole distrutti da atomi instabili, la struttura stessa dell’esistenza violentata con il più sfrenato abbandono.

-Lo sai che potrebbe accadere. Nulla può fermarmi, adesso.

Quasar resuscita, incerto se quello che è ha appena visto è stato un terribile incubo. Eppure riconosce di trovarsi in quella che un tempo era la Dimensione delle Manifestazioni, ora in mille pezzi come uno specchio infranto.

-Niente di tutto questo è reale – decide di credere Quasar.

-Tu non puoi neanche immaginare quali battaglie possono essere combattute per miliardi di anni ed essere cancellate tra un istante e l’altro. Quello che hai visto è un assaggio di ciò che sto per fare al multiverso.

Lord Odio scompare, e Quasar si guarda attorno: i suoi compagni di avventura sembrano scossi quanto lui dall’esperienza.

-So che mi pentirò di averlo chiesto, ma qualcuno ha idea di cosa accidenti sia appena successo? – chiede Nova.

-Lord Odio si sta divertendo con il suo nuovo potere – commenta Thanos; la sua voce grave e cavernosa nasconde qualcosa che non è semplice identificare. Paura, forse?

-Suppongo che ci fosse lui dietro a tutte le entità cosmiche impazzite, allora? Può fare davvero una cosa del genere? – domanda Makkari.

-La piena portata del potere del Tribunale Vivente non è mai stata testata. Potrebbe facilmente essere superiore a quella del Guanto dell’Infinito – riflette Thanos ad alta voce.

-Siamo riusciti a sconfiggere te, quando avevi il Guanto – gli ricorda Silver Surfer.

-Ovviamente nessuno di voi può capire quanto sia grave la situazione, perché nessuno di voi ha impugnato l’onnipotenza in passato...anche se alcuni di voi ci sono andati molto vicino – prosegue Thanos, lanciando un’occhiata a Quasar e Molecola.

-Quindi in una scala da uno a dieci, quanto siamo nei guai? – chiede Makkari.

-Siamo assolutamente al di fuori di qualsiasi scala, olympiano. Lord Odio è un’entità concettuale: non a bisogno di abituarsi a pensare su scala cosmica. Forse è stata solo l’euforia per il nuovo potere ad impedirgli di distruggere l’intero multiverso.

-No, anche se ha rubato il potere del Tribunale Vivente non potrebbe farlo neanche se volesse – obietta Quasar.

-Ho molta più esperienza di te in questo campo, Quasar.

-Forse, ma questa volta ti sbagli. Se Odio ha il potere del Tribunale Vivente, significa che occupa il suo stesso ruolo: il suo compito è preservare l’ordine cosmico. Per quanta libertà possa avere nel definirne i dettagli, anche se è onnipotente ci sono dei limiti a quello che può fare.

-Stiamo andando un po’ troppo sul filosofico: la nostra priorità dovrebbe essere tornare nella nostra dimensione e verificare i danni causati da Odio – puntualizza Nova.

-Non ho bisogno del vostro aiuto per risolvere questo problema – obietta Thanos.

-La Morte sembra pensarla diversamente – lo stuzzica Quasar.

Gli sguardi della Morte e di Thanos si incrociano per un istante, prima che entrambi distolgano gli occhi.

-Non abbiamo tempo per i sentimentalismi. Abbiamo un Dio da sconfiggere.

La Morte non dice niente.

 

Nave di Galactus

Galassia Shi’ar

All’interno di un corridoio così grande da avere un proprio sistema atmosferico, degli strani visitatori appaiono con un lampo di luce gialla.

-Spiegatemi ancora perché sarebbe una buona idea venire proprio qui? – chiede Nova.

-Perché spero che Odio non abbia ancora avuto modo di anticipare tutte le proprie mosse – risponde Quasar.

-Con il potere del Tribunale Vivente può bloccare il Guanto dell’Infinito, ed ha già disabilitato sia la Coscienza Cosmica che il Pozzo dell’Infinito…la nostra ultima possibilità di avere qualche informazione potrebbe essere il potere cosmico di Galactus stesso – realizza Silver Surfer.

-Scusate se ho chiesto. Mi sento un po’ fuori posto, in questo genere di cose – ammette Nova.

-Dillo a me, mi sento più un comprimario che un alleato – si lamenta Capitan Marvel.

-Smettetela con gli inside joke e cominciate a darvi da fare – conclude Rick Jones.

Makkari scompare per un intero secondo, necessario per esplorare la gigantesca nave. Al suo ritorno, evita all’ultimo istante di essere incenerito da un colpo di energia cosmica.

-Empi invasori! Come osate profanare la casa stessa dell’onnipotente Galactus? Assaggiate la mia ira! – li minaccia Stardust.

-Non abbiamo tempo per questo – tira corto Nuvola, assorbendo all’interno del proprio corpo l’energia e sfruttandola per potenziare una scarica di plasma incandescente, sufficientemente caldo da costringere Stardust a mettersi sulla difensiva.

-Galactus ha sempre un pessimo gusto per gli animali domestici – commenta Thanos, colpendo Stardust in faccia con un pugno caricato al massimo di energie sconosciute.

Colto di sorpresa da un attacco molto più brutale di quanto si aspettasse, l’araldo crolla a terra privo di sensi. Tutti i presenti sono impressionati dalla facilità con cui il titano ha fermato l’avversario, ma l’unico ad esprimere un commento è Silver Surfer:

-Per una volta, Thanos, apprezzo i tuoi metodi.

-Comunque Galactus non è qui – li informa Makkari.

-Meglio. Surfer, immagino che tu abbia una certa dimestichezza con i sistemi di questa nave; pensi di poter accedere al suo database?

-Quaze…non starai pensando di hackerare i computer di Galactus, vero!? – si meraviglia l’Eterno.

-Se speri di rintracciare informazioni sul nostro nemico, sarebbe inutile: Galactus è quasi onnisciente, non ha necessità di immagazzinare informazioni – chiarisce Silver Surfer.

-In altre parole “perché a Dio serve un’astronave”, eh? – commenta Rick Jones.

-Forse no, ma questa è un’astronave con un sistema di navigazione. Deve contenere un’infinità di informazioni su innumerevoli pianeti, nel corso di miliardi di anni. E’ tutto quello che ci serve, oltre ad una macchina del tempo. Immagino che tu ne abbia una, giusto Thanos?

-Naturalmente – annuisce Thanos.

-Mai cercare di conquistare la galassia senza – scherza Nova.

-Ma non ci servirà a niente, visto che il nostro avversario trascende lo spazio e il tempo – prosegue il Titano.

-Esattamente: abbiamo bisogno di un informatore che possa aiutarci a tener d’occhio le sue mosse.

Nuvola rompe il silenzio, intuendo il piano di Quasar:

-L’Archivista. Vuoi riutilizzare il piano che abbiamo usato per scoprire l’origine di Nemesi. [1]

-Se ha funzionato una volta, perché no?

-Perché l’Archivista potrebbe non avere informazioni utili. O potrebbe considerare i registri di Galactus come un pagamento insufficiente per la propria collaborazione. In una situazione cruciale come questa, è rischioso perdere tempo in un simile azzardo.

-Allora sbrighiamoci a recuperare questa macchina del tempo, così la facciamo finita ancora prima di cominciare – incita Makkari.

 

Denver, Colorado

Con i suoi capelli verdi e gli onnipresenti occhiali da sole, Abigail Brand non passerebbe certo inosservata in una situazione normale.

Ma tutte le persone che incontra nel condominio la conoscono già, visto che lavorano per lei. Non è stato semplice convincere i suoi finanziatori a pagare così tanti agenti in incognito, ma Abigail è ancora convinta che sia necessario: dopotutto, questa è la casa dell’uomo più potente del mondo.

Abigail bussa alla porta, senza ricevere risposta. Preme un pulsante nascosto nella montatura degli occhiali, che riferiscono i dati rilevati dai sensori: l’appartamento è vuoto.

Avvicina una mano alla serratura. C’è una rapida fiamma blu, ed il metallo si fonde rapidamente.

“Ogni tanto la mia metà aliena torna comoda” – pensa Abigail, aprendo la porta ed aspettandosi un modesto appartamento.

Si ritrova invece in una spiaggia assolata. Una leggera brezza marina le accarezza i capelli; secondo i sensori degli occhiali, questo posto è reale.

C’è un solo ombrellone in tutta la spiaggia. Abigail riconosce una delle due persone all’ombra: la donna in costume intero è Marsha Rosemberg, compagna di Molecola.

Che cosa sia l’altra…è più complicato a dirsi. I suoi sensi non sembrano decidersi su che cosa sia: un uomo o una donna, umano o alieno.

-Sono felice che tu sia qui – la saluta l’essere, istantaneamente di fronte ad Abigail.

-D’accordo, che sta succedendo qui? – reagisce nervosamente l’agente SWORD, estraendo la pistola e facendo un passo indietro.

-E’ tutto a posto, agente Brand, non vuole farci del male. Credo non potrebbe neanche se volesse – protesta Marsha.

-Io sono Amore. Ho bisogno del vostro aiuto – chiarisce l’essere. Quando parla, la pistola si trasforma in un mazzo di fuori.

-Brand a base, procedura di contenimento. Base, mi ricevete?

-Per favore, restiamo soli. Non ti piace questo posto? Marsha lo adora, ma posso trovare qualcosa che piaccia ad entrambe – prosegue l’essere, con una voce che Abigail si sta sforzando di non considerare sexy. Se solo non cambiasse forma e suono ad ogni istante troverebbe la sua presenza persino rilassante.

-Vuoi smetterla di mutare forma? Credo di stare per vomitare.

-Scusa, la mia forma dipende da come mi interpreti. Sembra che i tuoi sentimenti siano parecchio confusi; prenderò una forma che tu possa comprendere con la mente, se non con il cuore. Meglio così?

Senza alcuna transizione, la spiaggia si è ritrasformata in un appartamento. Ed al posto di un essere concettuale, l’agente Brand sta parlando con una donna che sembra essere un la Venere di Botticelli in carne ed ossa.

-Diciamo di sì, anche se sarebbe meglio se tu indossassi qualcosa. C’entri qualcosa con il motivo per cui i Protettori dell’Universo sono completamente irrintracciabili?

-E’ quello che ho pensato anch’io, quando si è presentata – spiega Marsha, non più in costume da bagno ma con abiti normali – Ma non è molto semplice ottenere risposte chiare da un’entità concettuale: continua a dire che ha bisogno di aiuto.

-Anche io vorrei parlare con i Protettori, ma sono irraggiungibili persino per me; per questo ho cercato riparo da una persona che ha con loro un legame che io possa comprendere. Ce n’è un’altra, ma raggiungerla ora sarebbe…pericoloso.

-Immagino tu stia blaterando della ragazza di Quasar. Si può sapere che sta succedendo!?

-Ho paura di morire – ammette Amore.

L’agente Brand è confusa; l’essere dev’essere incredibilmente potente per non essere registrata dai sensori, ma sembra spaventata come una bambina.

-Okay. Ci penserà lo SWORD a prendersi cura di te, se ti lascerai aiutare.

 

In qualche tempo

Capitan Marvel e Nova escono dal flusso temporale, senza essere troppo sicuri di cosa aspettarsi.

La Commissione per l’Invarianza Temporale è la più grande superpotenza temporale di cui siano a conoscenza, nonché la più complessa e bizzarra burocrazia dimensionale esistente.

Invece al loro arrivo si trovano in una stanza spoglia, dalle pareti bianco sporco. Un orologio senza lancette appeso al muro ed una porta dalla scritta “solo visitatori” completano la descrizione.

-Devono avere un ufficio stampa un po’ troppo zelante – scherza Nova – Cos’è, una di quelle faccende alla “questo è come il vostro cervello interpreta ciò che vede?”

-Per quanto posso capire, questo luogo è reale – risponde Capitan Marvel, aprendo la porta.

Dall’altra parte, un ufficio che si espande all’infinito che contiene infinite scrivanie, tutte perfettamente identiche. E’ come guardare l’illusione ottica di due specchi che si riflettono a vicenda e rendersi conto che non è un’illusione.

-Whoa. Mi mancavano queste scene cosmiche.

-Spero che ti mancassero anche gli horror, allora – commenta Nova avvicinandosi ad una delle scrivanie. Così come tutte le altre, è occupata dal cadavere di un uomo senza volto.

Il Razzo Umano legge ad alta voce ciò che è stato scritto sul terminale:

-“Odio odio odio odio odio”…non ci vuole il tuo sesto senso per capire che ci hanno preceduto. Varrà ancora la pena cercare questo Archivista?

-Temo proprio di no – risponde il mezzo Kree, spostando dalla propria scrivania l’unico cadavere diverso dagli altri e l’unico a non sembrare umanoide. Sulla sua fronte è stata incisa con un coltello la frase “Non avete scampo”.

-Quasar ha detto che questo era un Antico dell’Universo. Morire dovrebbe essere metafisicamente impossibile per loro. Ti rendi conto di cosa significa?

-Amico, io ho a malapena capito dove siamo. Quanto è brutta?

-Quasar si sbagliava: Lord Odio non sta giocando secondo le regole del Tribunale Vivente. Il che significa che l’unico motivo per cui non siamo ancora morti è che ci odia troppo per ucciderci prima di averci fatto soffrire abbastanza.

-Geeeesù, Genis, non sei un po’ troppo melodrammatico oggi? – chiede Rick Jones.

-Rick, la cosa più simile ad una divinità che io conosca è sotto il controllo di qualcuno che ci vuole morti, insieme a tutti gli altri esseri viventi. Non sono proprio in vena di scherzare, adesso.

 

Al di fuori dell’universo

Un alieno dalla pelle verde siede ancora sul proprio trono; gli mancano metà del cranio e gli occhi, sostituiti da due fessure da cui è sgorgato qualcosa di simile al sangue.

-Accidenti, sembra di essere tornati ai tempi di Vlad – commenta Makkari.

-Avrei dovuto prevederlo – ammette Thanos. Una rapida scintilla di energia fugge al suo controllo, facendogli brillare gli occhi altrimenti immersi nell’ombra della fronte aggrottata. Non gli piace non avere il controllo della situazione.

Quasar analizza la stanza con le Bande Quantiche, rilevando la presenza di quantità di potere cosmico che non credeva possibili in un universo fisico.

-Atlez – lo riconosce. [3]

-Quaze, tu sai chi è…chi era questo tizio?

-L’ho incontrato quando ero un dio, è una specie di custode interdimensionale; il Tribunale Vivente ha chiesto la sua opinione, prima di confermare la mia posizione di sostituto temporaneo di Epoch. [4]

-E come fa a conoscerlo anche Thanos?

-Sono stato un dio anch’io un paio di volte, olympiano. In un’altra linea temporale, mio doppio lo ha usato per poter ottenere il possesso del Cuore di Tutto. Ma credevo che Atlez fosse stato sostituito da…ah, ecco. Avevo ragione.

Makkari capisce al volo che cosa si trova sparso sul pavimento, attorno al trono. E’ vissuto troppo a lungo e troppo pericolosamente per non farlo.

-Ossa umane.

-Sì, senza alcun dubbio di un esemplare di non più di otto anni, di sesso femminile.

Makkari è quasi più preoccupato dal fatto che Thanos possa riconoscere così facilmente le ossa fumanti di una bambina che da ciò che quel ritrovamento significa: per quanto in alto sia ora Odio nella gerarchia astratta, i piccoli atti di crudeltà non sono al di là della sua attenzione.

O forse ancora peggio: Quasar ha a malapena notato i cadaveri, concentrandosi esclusivamente sul quadro generale.

-Accidenti. Non solo Odio ci ha tolto i mezzi per tenerlo d’occhio… la Coscienza Cosmica, il Pozzo dell’Infinito, persino la CIV ed Atlez. Ora non abbiamo più l’unico legame conosciuto con il Cuore di Tutto, e sicuramente ha anche ristabilito il blocco del Guanto dell’Infinito.

-Cosa possiamo provare, adesso? Cubi Cosmici? Starbrand? – suggerisce Makkari.

-Anche se radunassimo tutti i cubi dell’universo ed avessimo idea di come recuperare lo Starbrand, non sarebbe abbastanza.

-Evidentemente la tua fiducia nelle limitazioni di Odio si è rivelata erronea, Quasar. Se posso avanzare un’ipotesi, il Tribunale Vivente si muoveva già da tempo per tenere sotto controllo questo genere di artefatti; Odio può aver semplicemente averlo incentivato.

-Sì, ammetto di non avergli dato abbastanza credito. E’ evidentemente abbastanza creativo da piegare le regole a suo piacimento, ma qualcosa lo frena ancora. Non può distruggere l’universo direttamente.

-Ci sono altri modi – riflette Thanos, senza che i due Protettori sentano il desiderio di chiedere altri dettagli su ciò a cui sta pensando il titano.

 

Eon-Verso

All’interno di una dimensione ben oltre la comprensione umana, una miriade di strane entità di cui persino gli dei osano solo sussurrare si posizionano in cerchio.

Nell’arco della vita di questo universo, il Consiglio Cosmico si è riunito meno di una dozzina di volte. Questa è la prima seduta a non essere presieduta dal Tribunale Vivente.

-Queste sono tutte le entità cosmiche e concettuali che sono riuscita a radunare, Eternità; a te la parola.

-Grazie, Epoch. Fratelli e sorelle, figli e figlie, sapete già perché vi ho chiesto di manifestarvi qui. La Dimensione delle Manifestazioni è troppo danneggiata per resistere alla nostra presenza, ed al momento nemmeno io posso permettermi di utilizzare l’energia necessaria per ricostruirla.

-Veniamo al dunque, Eternità. Non tutti sono entusiasti di avere a che fare con te – risponde Entropia.

-Questo non è il momento per aggredirci l’un l’altro; per la prima volta da quando esistiamo, non esiste più nessuna forza superiore a garantire l’ordine cosmico.

-Dobbiamo ribellarci. Attaccare in forze Lord Odio – suggerisce Oblio.

-E’ una pessima idea: l’Entità Suprema stessa ha conferito al Tribunale Vivente potere assoluto su ognuno di noi – obietta Infinità.

-Appunto. Il Tribunale Vivente è stato creato per adempiere alla propria funzione, non Lord Odio. In quanto entità concettuale di basso livello, non ha mai occupato un ruolo simile; non può nemmeno immaginare come utilizzare il proprio potere contro di noi.

-Non ne sarei così sicuro.

Persino le più sagge entità presenti non hanno avuto modo di prevedere l’arrivo di Lord Odio. Molti di loro reagiscono attaccando l’intruso con energie metafisiche così profonde ed astratte da sfuggire alla comprensione di Epoch.

Epoch non prova paura in senso umano, ma la sua mente adesso fatica a restare lontana dal terrore. Se l’attacco avesse avuto luogo nel piano materiale, centinaia di galassie sarebbero andate in frantumi.

Lord Odio non dà segni di essersi accorto di essere stato attaccato.

-Io sono Odio, e quindi vi ho sempre odiato. Ho passato tutta la storia dell’universo a pensare a come avrei potuto farvi soffrire, se solo ne avessi avuto il potere. Ed ora che ho tutto il potere che si possa avere, so già cosa farne.

-Se puoi distruggerci tutti, perché non lo hai ancora fatto? – chiede Eternità.

-Perché sono sempre stato in fondo alla gerarchia cosmica, ed ora voglio godermi la mia nuova posizione facendo soffrire voi. Per la prima volta da quando esistete, ora avete un’autorità superiore a cui rispondere. E a cui ora dovete giurare fedeltà ed obbedienza.

-Non è il tuo ruolo governare – gli ricorda Ordine.

-Non pUoi neMmeno controllaRe le tuE azIoni, aCcecato dall’odiO - precisa Caos.

-La rottura dell’equilibrio cosmico ci ha fatto tutti impazzire [2], fino a quando non hai imparato a controllarti. Anche adesso, gran parte delle tue forze è sprecata nel tuo disperato tentativo di autocontrollo – conclude Galactus.

-Hai ragione: infatti per evitare di essere incenerito dal mio stesso odio, devo utilizzare le mie energie in un altro modo. Fortunatamente, gli esseri finiti hanno inventato qualcosa di molto utile quando si ha il potere di governare gli altri ed un odio irrefrenabile.

-Guerra – capisce la Morte.

-Contro di te? Tu sei l’unico essere che possa sostenere uno scontro con entità del nostro rango.

-Contro i vostri corrispettivi nelle altre realtà. Dichiarate guerra a tutti gli altri universi, contro tutte le realtà.

-Una guerra tra entità cosmiche non può essere vinta! E’ esattamente il motivo per cui gli scontri diretti sono stati proibiti dal Tribunale Vivente: non ci sarebbero vincitori.

-Ti sbagli, Epoch, un vincitore ci sarà: l’odio.

-E se ci rifiutassimo? – chiede Anomalia.

-Fate pure. Sarete distrutti dagli altri universi. Posso essere in più posti contemporaneamente: voi non siete gli unici a cui ho offerto questa possibilità.

-Questa è pura follia! Nessuno di noi può accettare! – protesta Epoch.

-Abbiamo bisogno di tempo per pensare – risponde invece Eternità.

-Fate pure. Quando tutto e tutti saranno distrutti dopo la più distruttiva battaglia immaginabile, forse inizierò a placare il mio odio. Forse.

 

IC1101

Un miliardo di anni-luce dalla Terra

Per quanto ne sanno i terrestri, questa è la più grande galassia dell’universo. Il suo diametro di circa 6 milioni di anni-luce fa impallidire i centomila della Via Lattea.

Silver Surfer emerge dall’iperspazio; nonostante abbia viaggiato in lungo e in largo per tutto il cosmo, la luce di centomila miliardi di stelle lo lascia letteralmente a bocca aperta.

Molecola non fa troppo caso alla magnificenza galattica, troppo occupato a vomitare il pranzo aggrappandosi all’asse dell’Araldo.

-Odio l’iperspazio…

-Con il Salto Quantico ancora disattivato, questo era l’unico modo per raggiungere il Consiglio Stellare – spiega Nuvola.

-Tutto questo è incredibile; avevo sentito delle leggende sulle stelle vivente, ma non pensavo ne esistessero così tante – si meraviglia il surfista.

-Sono decisamente rare nel nostro settore di spazio, e cercano di non far notare troppo la propria esistenza. Da quanto mi ha detto il Sole, questa è l’unica galassia dove la loro concentrazione è così alta – spiega Nuvola.

-E tu credi che le stelle viventi possano aiutarci a scoprire i piani di Lord Odio?

-Non ci sono rimaste molte altre fonti di informazioni. Ma dubito che parleranno con voi: un patto con i Celestiali impedisce loro di contattare forme di vita non astronomiche.

-Aspetta un secondo – la interrompe Molecola – Non ci hai mai parlato di questo posto; non credevo nemmeno che le stelle senzienti avessero una casa! Voglio dire, sembrerebbe un posto un po’ più sicuro dove lasciar vivere tua figlia, visto quante volte qualcuno cerca di distruggere la Via Lattea.

-Tu non mi hai mai presentato i tuoi amici d’infanzia, Molecola.

-Uh? Che c’entra? E’ gente noiosa che probabilmente mi odia e con cui non voglio più avere niente a che fare.

-Ti sei risposto da solo – taglia corto Nuvola, allontanandosi dall’asse di Surfer ed iniziando a ritrasformarsi nella propria forma originale di nebulosa.

Non lo ha più fatto da quando ha “partorito” la propria stella. Per un attimo esita, ripensando a lei…Odio potrebbe farle del male, nel tentativo di ferire Nuvola?

No, questi sono pensieri della sua metà umana. In questa galassia, non c’è spazio per queste cose.

 

In piedi sul nulla di fianco a Silver Surfer, Molecola distoglie lo sguardo dalla trasformazione di Nuvola. C’è qualcosa di strano in questa galassia, lo può sentire subito.

Si trova nel vuoto spaziale, senza molecole attorno a sé. Ma perché la cosa gli sembra strana? Poi riflette: anche in questa situazione, dovrebbero esserci poche molecole sparse dai venti stellari.

In effetti le avverte, ad anni-luce di distanza. Ma si stanno allontanando da loro, nonostante non ci sia nessuna forza gravitazionale ad attirarle.

Poi alle sue spalle qualcosa squarcia lo spazio, emettendo una luce ultraterrena. Anche Silver Surfer si volta, sorpreso quanto il Protettore: una gigantesca mano metallica, grande quanto una piccola luna, ha appena oltrepassato lo squarcio.

-Un vortice interdimensionale – riconosce l’ex Araldo, afferrando Molecola per un braccio e volando in una posizione più sicura.

Nuvola interrompe la trasformazione, ricondensando la propria materia nella forma femminile. Può sentire le urla di terrore delle stelle senzienti provenire da ogni direzione, mentre centinaia di altri squarci si aprono in rapida successione.

Le mani metalliche allargano il portale, lasciando entrare nell’universo un Celestiale. Ma è diverso da qualsiasi altro Dio dello Spazio che Nuvola abbia mai visto: la sua armatura è visibilmente lacerata, ammaccata e persino arrugginita in vari punti. Parte del suo casco si stacca dal resto del corpo, ed il Celestiale sanguina energia cosmica.

Muove un pugno nella direzione dei Protettori, che si mettono in salvo rientrando nell’iperspazio.

Quando ne escono, osservano un’immagine orribile: migliaia di Celestiali stanno invadendo l’universo, tutti quanti in visibile sfacelo.

-Che cosa può fare una cosa simile a un Celestiale? – si chiede Silver Surfer.

-Sento le voci delle stelle senzienti. I Celestiali le stanno assalendo – chiarisce Nuvola, la cui naturale imperturbabilità è evidentemente scossa da ciò che sta avvertendo.

-No…no, non è possibile. I Celestiali stanno assorbendo la loro massa stellare…li stanno divorando vivi!

Molecola capisce che cosa ha avvertito all’arrivo. In questa galassia non solo le stelle sono vive. Le molecole sono terrorizzate a tal punto da cercare di fuggire.

Anche Silver Surfer lo avverte. Anche se il suo potere è diverso da quello di Molecola, i suoi sensi cosmici sono enormemente più sviluppati. Per lui è semplice avere il quadro generale.

-Peggio. I Celestiali stanno mangiando questa galassia.

-Vuoi dire che dei Celestiali Zombie hanno invaso questa galassia!? – si preoccupa Molecola.

-Non questa galassia – risponde Silver Surfer in tono solenne – Questo universo.

 

Caspian Lake, Vermont, Terra

Abigail Brand si teleporta direttamente in casa, ancora confusa per l’incontro con Amore. I suoi agenti sapranno come gestirla, anche se probabilmente dovrà rendere obbligatorie le docce fredde per una settimana.

Non era mai stata a casa di Quasar prima d’ora. Come si immaginava, è abbastanza banale e generica da non sfigurare in una sitcom.

Trova Lara Winters intenta a passare l’aspirapolvere in salotto, mentre una donna dall’espressione seria ed una lunga veste viola siede silenziosamente sul divano.

-Direttrice – la saluta Lara, senza spegnere l’aspirapolvere.

-Lara. Quasar non è in casa?

-No, e non so dove sia. Se vuole restare, può provare a tenere lei compagnia alla Morte.

-La Morte? – ripete incredula la Brand, voltandosi per guardare la donna seduta sul divano.

I loro sguardi si incrociano. Per una frazione di secondo, il volto della bella donna lascia spazio ad un teschio. Abigail rabbrividisce, ritrovandosi a trattenere istintivamente il respiro.

Poi la Morte distoglie lo sguardo, continuando a fissare il vuoto. E’ dubbio se si sia veramente interessata alla presenza dell’agente.

-Immagino dovrei fare la parte della scettica, ma ho bisogno di sedermi un attimo. Lara, che ci fa la Morte a casa tua?

-Non lo so. Credevo volesse seguire Wendell, ma è rimasta comunque qui. O almeno credo, non penso che sia mai veramente in un solo posto. Non parla molto.

-L’ho notato – risponde l’agente Brand, avvicinandosi alla Morte.

Si inginocchia di fronte a lei, per poterle parlare faccia a faccia. Sembra ottenere la stessa considerazione che un moscerino potrebbe ottenere da un pianeta.

-E così tu saresti la Morte. Ti immaginavo diversa…più emaciata, forse. Non vuoi farci del male, vero? Non ne hai motivo. Prima o poi moriremo comunque.

La Morte non risponde, ma raddrizza la schiena per ottenere una posa ancora più altezzosa.

-In effetti, dev’essere piuttosto umiliante per te ridurti a comunicare con esseri come noi. Non capisco ancora come un concetto possa avere una personalità, ma qualcosa mi dice che non saresti qui se non per motivi personali. Che cosa vuoi da noi?

La Morte torna a guardarla negli occhi, ma questa volta non c’è nessun teschio: c’è solo paura, nella sua voce. Ora Abigail è davvero terrorizzata.

-Voglio protezione – risponde la Morte.

 

CONTINUA !!!

 

L’universo non è ostile, e nemmeno amichevole. E’ semplicemente indifferente.

J. H. Holmes

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[1] nel numero 32

 

[2] nell’ultimo numero

 

[3] Come, non avete letto Infinity Abyss e Marvel: The End? Meglio per voi. Godetevi l’ennesimo cameo di personaggi cosmici e non andate a recuperarle.

 

[4] In una scena mai mostrata tra il numero 66 ed il numero 67