Quasar #40

di Fabio Furlanetto

 

 

 

OMBRE E SILENZI

 

 

Non gioire per la caduta del tuo nemico,

ma non aiutarlo nemmeno ad alzarsi.

Proverbio ebraico

 

 

Silenzio. Solo una colonna di luce rompe nell’oscurità della stanza, illuminando l’uomo stretto tra le quattro mura fosforescenti. La gabbia trasparente è troppo bassa per alzarsi in piedi, e troppo stretta per potersi sedere. Le braccia sono tenute ferme da due spesse manette che si incrociano sui polsi; il loro flebile bagliore giallo gli illumina la faccia, inespressiva. Solo i suoi occhi viola tradiscono di quando in quando una vaga emozione.

Scatta una serratura di due metri di diametro, e senza emettere il minimo rumore la spessa porta lascia intravedere il magnifico splendore dorato che c’è oltre. Ma la figura umana che si staglia contro il riflesso non perde tempo e richiude subito il passaggio.

L’uomo si avvicina al prigioniero con grandi passi, aggiustando il mantello sulle spalle. Si ferma a pochi passi dalla colonna di luce gialla, incrociando le braccia.

-Benvenuto nell’Erebo, Maelstrom.

Il gigante solleva la testa, guardando il carceriere con rabbia e curiosità allo stesso tempo.

-Makkari l’ha voluto chiamare così. Spero apprezzerai il paragone. Le pareti di quindici metri di spessore sono strutturate appositamente per non lasciar passare neanche una goccia di energia cinetica. Tutta la superficie interna è ricoperta da un campo di assorbimento che non trascura nemmeno la luce. L’energia quantica della tua gabbia cambia frequenza ogni trilionesimo di secondo ed emette radiazione luminosa esclusivamente all’esterno. Le manette che hai ai polsi frenano l’attività della parte del tuo cervello adibita al controllo energetico. Sotto di te ci sono inibitori cellulari posti sotto il diretto controllo del Cubo Cosmico. L’aria che respiri è satura di macromolecole che bloccano l’assorbimento cinetico: puoi smettere di respirare, se vuoi, penetrano anche attraverso la pelle. Epoch ha calcolato la quantità minima di energia cinetica che ti serve per sopravvivere e ti forniamo solo ed esclusivamente quella. Nel caso ci sia una possibilità di fuga, fuori dalle mura ci sono cinquanta metri di energia quantica purissima, in grado di disintegrare un blocco di titanio di quindici metri cubi in dieci secondi. In altre parole, impara a farti piacere questo posto perché non puoi scappare.

Quasar aspetta la replica del nemico, che non arriva. Continua a fissarlo con un mezzo sorriso a malapena accennato.

-Epoch sta studiando un sistema per entrare nella tua mente ed alterare i tuoi processi mentali in modo definitivo. Dice che le ci vorranno circa duecento anni prima di perfezionarlo. Nel frattempo aspetterai qui. Immagino sia troppo sperare che in questo periodo di tempo tu ti metta a pensare a quello che hai fatto, ma non ti ho mai creduto stupido, quindi…chissà, potresti anche capire che ti conviene.

Maelstrom continua a mantenere quell’espressione ambigua, eppure a Quasar inizia a sembrare sempre più beffarda.

-Non hai proprio niente da dire ?

Ora le labbra del mezzo Inumano e mezzo Deviante si allargano in un ampio sorriso.

-Eh.

-Che c’è di così divertente ?

-Stavo pensando a quanto starebbe bene il tuo corpo senza testa legato al monumento di Washington che trapassa la Statua della Libertà, in mezzo alla piazza di Attilan. Sai com’è quando cerchi di toglierti un’immagina dalla mente, no ?

-Non ti consiglio di prendermi in giro.

-Davvero ? Cosa pensi di fare, allora ? Mi uccideresti ? Oh, non sarebbe certo la prima volta. Dicono che resuscitare diventa sempre più facile col tempo…

Quasar è pronto a rispondere, ma stringe i pugni e si ferma. Torna sui suoi passi, attraverso l’oscurità, per uscire al più presto da quel luogo.

-Secondo te cosa starebbe meglio sotto una mia statua a New York, una bella distesa di teschi o una montagna di cadaveri ? Mi senti ? Guardami quando ti parlo, dannazione ! Guardami !

Ma la colossale serratura è già scattata, lasciando Maelstrom di nuovo solo al buio dell’Erebo.

 

La Zona Quantica, un mare sconfinato di energia su cui non soffia mai nessun vento. Eppure, ora l’energia è mossa da una nuova costruzione, che genera molte più onde della ormai nota Struttura. Un gigantesco ottagono in leggera rotazione che contiene un piccolo tunnel di ottanta chilometri di diametro. Al suo interno, una piccolissima sfera bianca.

-Per te come sarà ?

Owen Reece è in piedi davanti al colossale meccanismo, le mani nelle tasche dei pantaloni. Visto così, un uomo basso con un vago principio di calvizie, stona con l’ambiente forse più della ragazza nuda ricoperta solo di piccole nuvole, i cui piccoli risvolti bianchi si perdono nella vastità della Zona.

-Che cosa ?

-Andare dall’altra parte.

-Come attraversare un varco dimensionale che porta in un altro multiverso.

-Non è quello che volevo dire. E’ che… sono stato in un sacco di posti strani, in vita mia: altre dimensioni, altri pianeti, altri tempi… ma sembra che stavolta andremo molto più lontano, “dove nessuno è mai stato prima”. Mi chiedevo…

-Vuoi sapere quali effetti può avere l’attraversare un varco dimensionale che porta in un altro multiverso, con particolare riferimento ad eventuali effetti sgradevoli, improvvise rivelazioni mistiche e imprevedibili accostamenti mentali ?

-Sì, qualcosa del genere.

-Non saprei. Tuttavia, considerando che ci andremo entro relativamente poco tempo… come direbbe un terrestre… puoi anche aspettare.

-Però, insomma, fa riflettere no ? Nonostante tutte le cose assurde che ci capitano, possiamo ancora trovare qualcosa di nuovo e sconosciuto.

-Questo discorso ha una qualche ragione d’essere o è un vago tentativo di descrivere una sensazione ?

-La seconda.

-Tutto questo perché stai attraversando un “periodo filosofico”, come lo chiamerebbe Makkari ?

-Credo di sì.

-Capisco.

-Davvero ?

-No. Volevo solo essere cortese.

L’energia che circonda l’ottagono viene smossa da un leggero vento, e per un attimo la piccola luce contenuta al suo interno lampeggia.

-Cos’è stato ? Ho sentito… - tenta di definire a parole Molecola, non trovando un corrispettivo adatto a quanto i suoi “sensi” molecolari gli hanno appena riferito.

-Probabilmente solo una fluttuazione energetica. L’avevamo previsto.

-Sarà…io continuo a fidarmi poco di una macchina costruita seguendo i progetti di quel Destino del futuro… Dev’essere la situazione, ho i nervi a fior di pelle per quanto sono tesi Quasar e Makkari.

-Oltre a questo dovresti percepire anche la materializzazione di quattro individui all’interno della struttura, senza che gli allarmi si siano attivati.

-Potrebbe essere collegato alla fluttuazione. Andiamo a vedere, anche se Makkari sarà sul posto da ore ormai.

I due Protettori si allontanano di qualche centinaio di metri dall’ottagono, fino a quando Nuvola non si ferma e si volta.

-Che c’è ? – chiede il suo compagno di squadra.

-Mi è sembrato di vedere un’ombra. Niente di importante.

 

Il centro della struttura, davanti alle porte dell’Erebo. Quasar esce dalla prigione con un’espressione facciale tra l’irritato e il disilluso, venendo intercettato immediatamente da Makkari, in realtà già appoggiato alle porte da tempo (secondi, ma per lui è sempre troppo).

-Come va con il prigioniero ?

-Non ha smesso di montarsi la testa neanche per un secondo. Stavo per pensare al fatto che non lo abbiamo messo in una situazione propriamente umana, quando mi ha ricordato di essere escluso dalla categoria.

-Ma è temporaneo, no ? Solo il tempo di trovare una prigione perfetta, sempre che esista.

-Mi diventi sentimentale, Mak ?

-No, solo che ho visto troppe volte la vittima diventare peggiore del carnefice.

Quasar guarda l’amico Eterno negli occhi, senza trovare la minima traccia del suo solito umorismo. Era mortalmente serio.

-Tranquillo. Non sono esattamente fiero di averlo messo in quella specie di gabbia, ma era veramente l’unico modo che mi venisse in mente per impedirgli di scappare. C’eri anche tu a Phoenix, no ?

-Ehi, lungi da me perdonargli cose del genere. Parlando d’altro… Lara è ancora la donna più calma dell’universo ?

L’ambiente si fa immediatamente più sereno e Quasar si fa scappare anche un raro sorriso.

-Devo dire che ero un po’ preoccupato, all’inizio, ma non è che stia progettando la conquista del mondo o sia diventata un’altra. E’ semplicemente…

-…in pace con l’universo ?

-Lo so che sembra stupido a dirlo, ma… sì. Un secondo mi dice di aver ottenuto un aumento, poi mi chiede di questa storia del viaggio negli altri multiversi, e passa a farmi notare cosa dovrei fare come proprietario del bar. Come se qualsiasi cosa capitasse tutti i giorni.

-Mi ero quasi dimenticato del fatto che avevi comprato il Moonbucks. Capita, quando incontri demoni, alieni e gente che vuole concepire se stessa. Come vanno le cose tra gli umani ? Certo che mi fai lavorare parecchio qui, non avrei mai pensato di chiedere a te come vanno le cose sulla Terra.

-Assurdo, sì. Ma immagino di non dover dire a uno come te che va tutto come al solito. Ah, il bar ha ricevuto un’offerta da una qualche grande catena, ora non ricordo quale.

-Spero vivamente per i tuoi dipendenti che ci sia qualcuno di un po’ più presente a curare gli affari, qualcuno che non sia in un’altra galassia durante gli orari lavorativi, cinque giorni su sette.

-Sarai anche l’uomo più veloce del mondo ma anche io ci avevo già pensato. Ho preso-

-Quasar. Ospiti – si limita a far notare una voce conosciuta attraverso le Bande Quantiche. Il tempo di sbattere le ciglia e Makkari è già scomparso.

 

Alcuni piani più in alto, la stanza occupata per la maggior parte da un sistema computerizzato delle dimensioni di un armadio, collegato a tutte le stazioni di ricevimento sparse per l’universo conosciuto. Al centro del complesso ma compatto meccanismo, un cubo trasparente pulsante di luce.

Sono passati poco più di cinque secondi da quando quattro persone si sono materializzate in questa stanza, quando se ne aggiungono altre quattro che circondano gli ospiti non invitati.

-Era anche ora che si facesse vedere qualcuno – commenta il più basso dei presenti, togliendosi qualcosa dai denti con le sue dita tozze, mentre la donna calva di fianco a lui volta lo sguardo. L’uomo dalla pelle dorata ed il massiccio umanoide dalla pelle verde analizzano l’ambiente.

-Amici tuoi, Quaze ?

-Una specie. Benvenuto nella Zona Quantica, Warlock.

Offre la mano all’essere dorato, che invece di stringerla cammina in avanti continuando ad osservare l’apparato quantico.

-Avete un Cubo Cosmico. Quali sono le vostre misure di sicurezza ?

-Un tantino diretto, eh ? – interviene Makkari con una smorfia.

-Saremmo interessati a delle trattative, Quasar. E’ possibile conferire con Epoch ?

-E’ costantemente interfacciata alle Bande Quantiche, quindi in pratica lo stai già facendo.

-Preferisco i faccia a faccia.

-Anche io – dice una voce proveniente da tutte le direzioni, prima che la stanza sia inondata di luce, mettendo sull’attenti tutti i presenti meno Quasar e Warlock.

I riflessi si accumulano dolcemente in una colonna di energia, convertita in massa nel giro di attimi. Entro un secondo e mezzo, agli ospiti si aggiunge una forma femminile di cinque metri e mezzo di altezza, ossia quanto può permettere il soffitto. Come sorta di compromesso tra le vecchie forme di Epoch e la nuova, questo corpo sembra più giovane del precedente, per riflettere la relativa inesperienza. Attualmente non sembrerebbe, data la presenza di scena della più impeccabile delle divinità.

-Epoch ? – chiede Warlock più che altro come convenevole.

-Sì. Mi dispiace che questo incontro sia stato possibile soltanto ora, da tempo osservo il lavoro della Guardia dell’Infinito.

-Sì, lo immaginavo. Discuteremo anche di questo.

-Indubbiamente.

-Adam, ma ‘sta Epoch non doveva essere una sorta di grosso fungo ammuffito con un occhio solo ? Da dove salta fuori questo pezzo di-

-Pip, resta a disposizione per riportarci nello spazio normale. K’lrt, Heather, analizzate le capacità di difesa.

-Non posso neanche teleportarmi dall’altra parte dell’universo a scolarmi qualche birretta ? Va bene, punta quegli occhi senza pupille da un’altra parte, grande capo, ho capito e sto zitto.

-Mai abbastanza – puntualizza Dragoluna, notando che Nuvola la sta fissando insistentemente.

-Se i convenevoli sono terminati, Warlock – termina Epoch – possiamo recarci nella sala riunioni. C’è una guerra da organizzare, dopotutto.

 

L’entità cosmica precede l’uomo e l’indefinibile essere artificiale, resistendo alla tentazione di manifestare un corpo anche alla destinazione. Cortesia per degli esseri finiti, sostanzialmente.

-Sinceramente non pensavo di vederti in una forma umana, Epoch. Perché questo cambiamento ?

-Pubbliche relazioni, fondamentalmente. La mia forma originaria è molto più comoda e funzionale, eppure ho notato una certa difficoltà di interazione personale con gli umanoidi. E poiché non c’è la minima perdita a livello cognitivo, ho pensato “perché no ?”. Posso cambiare con poco più di un pensiero, se voglio tornare al mio vecchio corpo.

-Ti manca ?

-Un po’. Devo abituarmi ad avere solo due occhi, più che altro. Ma vado pazza per le mani… sono tremendamente pratiche.

-Devo sentirmi onorato per questo incontro personale o è normale amministrazione ?

-Attualmente il mio segretario personale è in convalescenza dopo essere stato posseduto dall’anima di mio nipote. Riprenderà servizio entro stasera, appena in tempo.

-Capisco. Una struttura ammirevole, la vostra. Interamente composta di energia quantica, a diversi gradi di densità a seconda della funzione. Come simulate la gravità ?

-C’è un nucleo di materia quantica in velocissima rotazione, decine di metri più sotto – precisa Quasar, leggermente irritato perché l’uomo dorato gli ha concesso a malapena un’occhiata – che emana onde gravitazionali catturate da lastre di materiale quantico a bassa vibrazione.

-Rozzo ma efficiente quanto basta. Per quanto riguarda la rete di segnalatori, come filtrate i segnali ?

-Tutti i dati passano per quattro supercomputer a tecnologia fotonica, basata sulle Bande Quantiche, ed ognuno è interfacciato con il Cubo Cosmico.

-E tutta questa struttura prescinde dalle Bande Quantiche ? Non è necessaria una concentrazione costante ?

-No, quando creo un oggetto non serve che mi ci concentri perché resti solido. A meno che non debba muoverlo, chiaramente. Come mai tutto questo interesse ?

-Cerco di stabilire se siete una minaccia, e quanto sforzo sarebbe necessario per fermarvi se lo diventaste.

-Abbiamo passato l’esame ?

-Ampiamente. Hai compiuto molti passi avanti rispetto a pochi mesi fa, Quasar. Siamo stati troppo occupati per darvi la giusta considerazione, finora, ma ci interesserebbe una collaborazione.

-Interessante l’uso del plurale, nonostante l’interesse per la collaborazione riguardi esclusivamente te e non il resto della tua squadra. Gli altri condividono, forse, ma è chiaramente una tua idea.

-Leggi le nostre menti, Epoch ?

-No, ma i corpi emanano segnali chiarissimi per chi li sa interpretare. Tu puoi essere un maestro in questo, Warlock, e sai schermarti in modo eccellente. Per chi non riceve informazioni da ogni singolo atomo che la circonda, cioè.

Il corridoio finisce, e l’entità passa attraverso porta e muro per entrare nella stanza adiacente. Il passaggio garantisce una manciata di secondi di silenzio, ed un altro paio sono garantiti dall’analisi della stanza, dominata da un grande tavolo rotondo al cui centro vi è un globo dorato.

Epoch riduce le proprie dimensioni fino a quelle di un essere umano, e si siede su una sedia che si crea all’istante. Quasar e Warlock fanno altrettanto, sistemandosi agli angoli di un immaginario triangolo insieme a Epoch.

-Sarò sincero con voi: i nostri metodi possono essere diversi, ma i fini della Guardia dell’Infinito non sono molto diversi dai vostri. Solo leggermente più ampi.

-Anche io non ho un reale motivo per non essere sincera, Warlock. Non vi consegneremo il Cubo Cosmico, ma vi daremo accesso al nostro sistema di comunicazione.

-Sospettavo che fossi già a conoscenza dei motivi della mia visita.

-E tu sai il perché di questo colloquio privato – interviene Quasar.

-Certo. Quanto è grave ?

-Siamo a un passo dall’oblio.

-Non è una novità. E’ un universo interessante, dopotutto.

 

Vista dall’esterno, la struttura è un gigantesco poligono multi-sfaccettato. Vista da una delle sfaccettature, sembra di essere seduti su di un pannello solare sotto un sole accecante, solo che non c’è nessun astro a fornire la luce. La luminosità è diffusa, come se si fosse circondati da luci al neon invisibili.

Per sua stessa natura, la Zona Quantica è sempre uguale a se stessa. Al momento, a darle un po’ di varietà c’è il fumo di uno dei sigari di Pip il troll, appollaiato su uno degli angoli delle sfaccettature. Per un attimo soltanto ha l’impressione che qualcuno lo stia osservando, ma se fosse così la Gemma Spaziale l’avrebbe già informato. Con la coda dell’occhio gli sembra di vedere qualcuno che si allontana, ma quando controlla meglio non vede niente. Il giallo gli avrà dato alla testa, ma anche senza Gemma ora si accorgerebbe dell’avvicinarsi di Makkari, che stranamente sta camminando invece di correre, che si siede di fianco a lui.

-Che vista, eh ?

-Già, non avrei mai pensato di apprezzare una distesa infinita di giallo fluorescente, ma devo ammettere che ha un che di ipnotico.

-Prova a lavorare qui per più di una settimana e non ne potrai più del giallo.

-Bel posticino, comunque. Anche se dovreste metterci qualche cesso, ho dovuto andarmene in un’altra galassia per farla.

-Guarda che ce ne sono due.

-Oh. Dovrò scusarmi con gli abitanti di quella palude, allora. Come mai questo interesse per me ? Ti immaginavo a provarci con Dragoluna. Apprezzo il pensiero, ma non è che sia particolarmente interessato.

-Tu hai la Gemma Spaziale del Corridore, non è così ?

-Non so chi sia ‘sto tizio, ma sì. Perché ti interessa ?

-Lui la usava per correre molto, molto veloce. Ci hai mai provato ?

-A che serve correre se puoi trovarti sul posto un attimo dopo averlo pensato ?

-Per il gusto di arrivarci. E poi, sai, il teletrasporto è una cosa molto sopravvalutata secondo me. E te lo dice uno che ha preso lezioni di teletrasporto molecolare dall’età di duecento anni.

-Perché ?

-Dipende tutto da quanto veloce si pensa.

-Ma dai. Voglio dire, se uno corre veloce corre veloce e basta. Uno che si teletrasporta toglie un passaggio, tutto qui.

-Sicuro ?

-Sicuro. E te lo dice uno che è un esperto nel correre veloce, specialmente per scappare. Eh, ne hai di cose da imparare prima di arrivare al mio… che fine ha fatto il mio sigaro !?

-Scadente – giudica Makkari prima di emettere qualche anello di fumo, per rimettersi poi il sigaro in bocca – Tra parentesi, ho anche fatto in tempo a sterilizzarlo mentre sbattevi le palpebre. Sarò anche immune dai germi, ma mi faceva un po’ schifo.

-Quello mi è costato dieci centesimi ! – protesta il troll alzandosi in piedi (non che si noti molto la differenza).

-Mi sa che metterò una bella targa “vietato fumare” all’ingresso. Dimmi, Dragoluna ti ha mai raccontato di quando si travestiva con parrucca, occhiali e abiti castigati per passare per la segretaria di Quasar, dopo che si era presa una specie di cotta ?

-No – risponde il troll mentre si accende un sigaro che è andato a recuperare tra un istante e l’altro – ma penso che tornati a casa mi ci farò le più grasse risate della mia vita.

 

Nella sala contenente i supercomputer collegati al Cubo Cosmico, due donne stanno analizzando il sistema di decodifica. Una indossa un costume viola chiaro con un’ampia scollatura e che lascia scoperta la pancia, l’altra solo due nuvole a coprire i punti più critici.

Microscopici tentacoli di gas interstellare si insinuano tra le componenti di luce, illustrando la velocità astronomica con cui i segnali vengono filtrati dal rumore di fondo cosmico e da altri disturbi simili.

-Ho visto progetti di un qualcosa di simile su Titano, ma questo è anni luce più avanzato – rompe il silenzio Dragoluna.

-Makkari ci ha lavorato sopra a super-velocità per due settimane, guidato passo passo da Epoch integrando conoscenze provenienti da tutto l’universo. Recentemente è stato revisionato per integrare alcune innovazioni introdotte da Ens.

-Allora perché lo sprecate così ?

La nebulosa senziente guarda la telepate con curiosità, inclinando leggermente la testa.

-Sprecare ?

-Avete creato uno dei sistemi digitali più potenti in circolazione e lo usate per filtrare onde di comunicazione… sfruttando solo un milionesimo delle sue potenzialità.

-Funge principalmente da sistema di riserva, nel caso sia necessario effettuare ricerche attive negli ambiti più disparati.

-E’ per questo che esiste il vostro gruppo ? Vigilanza ?

-Suppongo di sì. Dev’essere per questo che ci chiamano Protettori dell’Universo.

-Abbastanza pretenzioso.

-Non più del definirsi guardiani dell’infinito, mentre comprendete a malapena il concetto.

-Hhhhmmm. Tutto questo lo capisci dalle sottili occhiate mentali che mi hai dedicato negli ultimi minuti ?

-Sono molto cambiata da quando eravamo insieme nei Difensori, Dragoluna.

-Ci tengo a precisare che io non sono mai stata volontariamente un membro di quel gruppo ridicolo.

-Come preferisci. Le nostre capacità informatiche sono all’altezza dei vostri bisogni ?

-Credo proprio di sì. C’è altro ?

-Dal punto di vista organizzativo, no. Ho però da chiederti un favore…personale.

-Sarebbe ?

-I miei schemi mentali sono rimasti irreparabilmente danneggiati dopo la catastrofe astronomica in cui sono stata coinvolta non molto tempo fa. Grazie alla Gemma Mentale, sei probabilmente una delle telepati più potenti di tutto il creato. Così, mi chiedevo se potessi… tentare un recupero dei miei vecchi pensieri.

-Perché ?

-Curiosità. Da qualche parte, tra gli schemi ionici, deve esserci ancora la nozione di umanità. Sarei curiosa di analizzarla di nuovo. Inoltre… sono comunque pensieri miei, e ci terrei a riaverli.

-Credo che Epoch possa…

-Preferirei di no.

-Perché ? Voi Protettori non vi rivolgete a lei praticamente per ogni cosa ?

-Un tempo, forse. Prima che una sua forma rischiasse di distruggere l’universo. Prima che facesse il lavaggio del cervello ad una intera popolazione e alterasse i loro schemi di pensiero. Prima che iniziassi a sospettare una lenta e progressiva influenza subliminale sui miei compagni di squadra umani.

-Nascondete…molte cose inaspettate, in questa fortezza dorata. Sia chiaro che accetto esclusivamente per curiosità intellettuale e per allenare la mia capacità di entrare in contatto con menti non umanoidi, e non per un qualche assurdo cameratismo dovuto alla nostra militanza nello stesso gruppo.

-Io sono pronta.

Dragoluna fa un lungo respiro e appoggia le mani sulle tempie di Nuvola. Poi chiude gli occhi e apre la mente, sempre di più.

 

Poco più in superficie, un fiero guerriero extraterrestre e un mite ex scienziato umano stanno passando in rassegna i sistemi di sicurezza e difesa della struttura. A prima vista, l’essere dalla pelle verde sembrerebbe di gran lunga il più potente. In realtà, è al massimo il più pericoloso dei due.

-Mi sorprende che con la vostra tecnologia e sapienza non abbiate escogitato niente di meglio per difendere questo avamposto – analizza il Super-Skrull, come è più conosciuto sulla Terra, rendendo invisibili i muri per giudicare meglio la protezione che potrebbero offrire in caso di attacco diretto.

-La difesa è stata l’ultima cosa di cui ci siamo occupati, visto che solo una manciata di persone sono in grado di raggiungere la Zona Quantica. Quando poi si lavora per un’entità praticamente onnisciente, non ci si preoccupa molto di queste cose.

-Sì, i Kree commisero un errore simile con la creazione della Suprema Intelligenza. La cosa più curiosa è che molti dei sistemi difensivi più recenti sembrano creati per impedire a qualcuno di uscire, invece di impedire l’entrata. E perché una quantità spropositata di energia viene convogliata al centro dell’avamposto ?

-Originariamente la struttura doveva servire principalmente come protezione per oggetti o persone estremamente pericolosi.

-Lo si capiva dal design. Sono stato in posti simili.

-Anche io, più o meno. Posso farti una domanda ?

Fino a pochi mesi fa, a Owen Reece mancava anche solo il coraggio di chiedere indicazioni per la strada. Ora invece la presenza di un alieno, che oltretutto fino a pochissimo tempo prima avrebbe considerato una minaccia ragguardevole, non lo fa nemmeno scomporre.

Se è per questo, fino a pochissimo tempo fa l’alieno gli avrebbe risposto di no, sempre che la conversazione potesse arrivare a questo punto. Ora si limita a non negare una risposta.

-I tuoi compagni di squadra ti considerano ancora un super-criminale ?

-Non mi sono mai considerato tale io stesso. E molto raramente mi interessa l’opinione che gli altri hanno di me – risponde K’lrt senza cambiare la propria espressione granitica.

-Già. Hai notato come ultimamente ci siano un sacco di ex criminali che-

-Ti ho già detto che io non ero un criminale. Solo un soldato. Come adesso. Abbiamo finito ? Non avete altre difese ?

-Tecnicamente no, se escludiamo l’aria.

-L’aria ?

-Ho…chiesto all’ossigeno di incendiarsi se viene respirato da uno sconosciuto. Se accade, l’anidride carbonica passa allo stato solido e dei rilevatori ordinano alle porte di chiudersi ermeticamente. Niente di che, ma è una cosa molto difficile da rilevare.

-Affascinante. Ora capisco il perché di quel dossier.

-Dossier ?

-L’Impero aveva raccolto notizie sommarie su tutti i maggiori super-esseri della Terra, prima di spedirmi alla sua conquista. Eri indicato tra i soggetti da trattare con la massima cautela.

-Ma… io mi scontrai con i Fantastici Quattro dopo di te, no ? Ricordo un servizio al telegiornale con le immagini dello scontro; fu per quello che scelsi di attaccare loro per farmi un nome… e voi sapevate già di me ?

-Immagino che i Kree non siano gli unici a sopravvalutarsi. Fosti scartato perché eravamo sicuri della mia vittoria; ce ne siamo dimenticati, probabilmente.

-Mi è andata bene, allora. Potevo finire come Maelstrom – mormora Molecola.

-Maelstrom ?

-Sì, un nostro nemico. Lo teniamo rinchiuso con l’essenziale per sopravvivere; è incatenato al centro della struttura. Potevo fare la stessa fine su un mondo-prigione Skrull.

-Ne dubito fortemente – questa volta tocca allo Skrull esibire un rarissimo sorriso.

-Perché ?

-Ci sono solo tre fini per i prigionieri Skrull. O vengono sottoposti ad un lavaggio del cervello per diventare soldati, o vengono studiati e poi uccisi quando si è scoperto tutto di loro, o vengono uccisi direttamente.

-Quindi è andata bene anche a Maelstrom.

-Probabilmente.

“Ma questo non mi sembra in linea con l’opinione che Adam aveva di voi. Questi Protettori nascondono qualcosa…”

I pensieri dello Skrull vengono interrotti da Molecola, che si guarda nervosamente (anche più del solito) intorno.

-L’hai sentito ?

-Cosa ?

-Una vibrazione molecolare. E’ durata un attimo, come se qualcosa fosse apparso e scomparso in un istante.

-Non ho avvertito nulla. E qui intorno non c’è niente di invisibile…se ci fosse, lo vedrei.

-Se fosse stato qualcosa, sarebbe stato rilevato dai sistemi interni o da Epoch. Forse è stata qualche fluttuazione casuale del flusso quantico, o una cosa del genere.

-Già, forse…

 

Migliaia di chilometri cubi compressi in uno spazio che non è uno spazio, una micro-dimensione racchiusa in un corpo umano. Colossali grovigli di liquidi cangianti, che intrappolano in una gabbia aperta milioni di metri cubi di gas, delimitano il cervello. Cristalli molecolari orientati secondo campi magnetici generati da anelli di vapore condensato in rapidissima rotazione formano la rete neurale. Scariche elettriche su microfilamenti di ioni come pensieri. La mente di una nebulosa.

Alcune scariche sono sincronizzate e si ripetono a cicli regolari. Ricordi. La mente di Dragoluna ne sfiora la superficie, venendo quasi sopraffatta dall’improvvisa visione di dati sensoriali raccolti per milioni di anni con organi e sensi che non ha mai nemmeno potuto sognare.

Se non fosse per la Gemma, il cervello sarebbe già stato bruciato dalla velocità delle informazioni. In un angolo, quello che resta della forma mentale originale di Carol Faber, il modello secondo cui è stato creato il corpo con cui Nuvola simula l’umanità. Di Carol non resta nulla, persino i centri del linguaggio sono stati totalmente sovrascritti. Gli stati emotivi principali sono ancora intatti, anche se collegati ad altri pensieri secondo percorsi sempre mutevoli. Alcuni ricordi risalgono alla presenza nei Difensori, ma per la maggior parte si tratta di dati fisici, e qualche veloce trascrizione degli eventi.

Tutto il resto manca, anche se piccole scariche istantanee perlustrano di continuo la superficie della regione dei ricordi per tentare di ritrovare qualcosa. Ma ormai quello che si poteva recuperare è stato recuperato; tutto il resto è stato cancellato dalla titanica fusione di due corpi celesti.

Il contatto viene interrotto, e Dragoluna riapre gli occhi, quasi accecati dalla luminosità dei pensieri.

-Hai una mente meravigliosa – è la prima cosa che si sente di dover dire.

-Che però occupa tanto spazio quanto un condominio – risponde Nuvola sorridendo – Niente ?

-E’ già un miracolo che sia rimasto qualcosa. E’ come se fosse stato versato dell’acido su di un cervello. Che il risultato abbia anche solo una vaga rassomiglianza con l’originale è di per sé un fatto strabiliante.

-Ho avuto molto tempo per ricostruirlo. Per fortuna, perché non avrei mai potuto dedicarmi completamente ad un’opera così titanica e allo stesso tempo procedere con il mio lavoro di Protettrice.

-Quel periodo era…oscurato. Non sono nemmeno riuscita a sfiorare i ricordi che lo riguardano.

-Ci sono…parti del mio cervello…che preferisco non mostrare.

-Come tutti… - Dragoluna non termina la frase, guardandosi attorno sia con gli occhi che con la mente. C’è qualcuno.

-Oltre ai Protettori e alla Guardia, c’è qualcun altro qui dentro ?

-Solo Epoch e Maelstrom, attualmente.

-Maelstrom ?

-Credevo lo avessi già incontrato, e che sapessi della sua recente rinascita.

-Se è per questo avrei anche un paio di conti in sospeso con lui… e naturalmente la Guardia sapeva delle sue imprese a Phoenix. Perché è qui ?

-E’ nostro prigioniero.

-Hhhmmm. Non facevo Quasar abbastanza intelligente da fare una cosa del genere. Dove si trova ?

-Erebo, al centro della struttura.

-Troppo lontano. Ho sentito qualcos’altro, ma di altrettanto familiare… c’era qualcuno, qui.

-Ho notato solo qualche sfasamento delle onde luminose, ma avrei visto un essere vivente. Farò controllare a Epoch a incontro terminato. Abbiamo finito con l’analisi, quindi suggerisco di tornare sulla superficie esterna.

 

 Non molto distante. Una porta si apre per lasciar uscire Quasar e Warlock, seguiti da Epoch che avendo ancora poca dimestichezza con gli ambienti a misura di essere umano passa semplicemente attraverso il muro. Warlock sta continuando un discorso iniziato poco prima.

-Spero comunque che non si arrivi a tanto.

-E’ solo una precauzione, ovviamente – precisa Epoch – il coinvolgimento del Guanto dell’Infinito causa sempre una quantità spropositata di conseguenze negative, o anche solo di immense seccature. Ciononostante, la situazione…

-Sì, capisco. Un essere tanto grande da far sentire la propria attrazione gravitazionale ad universi di distanza e in grado di divorare un intero multiverso entro pochi giorni è decisamente una minaccia che si può ignorare solo per poco tempo.

-E nel caso in cui le altre entità cosmiche abbiano da ridire sulla faccenda, a battaglia ultimata, avrete il nostro pieno sostegno. Con esseri del genere la diplomazia è l’arma migliore.

-Sei ottimista, Quasar, a prevedere un seguito ad una battaglia del genere.

-Se ci sarà, molto meglio essere preparati.

*Pip, Dragoluna, K’lrt, abbiamo concluso le trattative. Prepariamoci a tornare a casa entro tre minuti.

Finita la comunicazione mentale, Warlock si volta ed alza lo sguardo per incrociare quello di Epoch, che già conosce la sfida implicita nell’espressione dell’essere artificiale, che sembra dire “So che nascondi qualcosa”.

Con un sorriso mentale impercettibile, Colei che Attende risponde direttamente al cervello di Adam.

“La sincerità è sempre la prima vittima prima di un grande evento”.

 

Erebo. Maelstrom ha chiuso gli occhi, non avendo nulla di importante da osservare. Sta analizzando ogni particolare di ogni singolo sistema utilizzato per tenerlo in trappola, concentrandosi sulla propria fuga e su quello che farà una volta libero. Nonostante l’eccitazione del momento, mantiene la propria mente calma e rilassata.

Sorride, e allo stesso tempo digrigna i denti.

-So che sei qui.

Gli risponde solo il silenzio, davvero più eloquente di mille parole in questo caso.

-Ti ho sentito muoverti. Le onde gravitazionali che emani arrivano fino a qui. Le sento solo perché fanno tremare leggermente questi – alza quanto può le mani per mostrare le grandi catene che gli stringono i polsi – ma le ho sentite.

Ancora silenzio. Solo un tremore incredibilmente limitato segnala qualcosa che si avvicina molto, molto lentamente.

-Fammi uscire di qui.

Appare qualcosa, un’immagine sfocata su tutto lo spettro elettromagnetico. Anche la gabbia inizia a tremare lentamente, per poi accelerare quando si sente una voce incredibilmente distorta.

-Perché dovrei farlo ?

-Sono stato un dio. Potrei esserlo ancora, e molto più generoso delle altre volte.

-Mi uccideresti alla prima occasione.

-Come fai ad esserne sicuro ?

-Come si arriva alla Terra da qui ?

-Oh, questa è una domanda. Io rispondo alle domande solo se ci guadagno qualcosa.

-Non posso darti niente. Non posso neanche toccarti, quindi non fare l’idiota. Dimmi solo come arrivare sulla Terra.

-Se tu mi liberassi, prenderei le Bande Quantiche e uscire dalla Zona Quantica sarebbe fin troppo facile.

-Scordatelo ! Se lo fai, io sono fottuto. Non c’è un altro modo per recuperare da qui uno dei moduli di comunicazione interdimensionale ?

-Dovrebbe essere un segreto. Chi ti manda ? Zola ? L’Evoluzionario ? Nessuno di quelli che sa può arrivare fin qui.

-Devo provare in un altro modo. Se solo avessi a disposizione un po’ di energia…

-Io posso fornirtene quanta ne vuoi, se mi liberi.

-Come se mi servisse a qualcosa. Se resto qui mi troveranno di sicuro, e… però stanno per partire… quindi l’impulso potrebbe… sì. Preparati a ricevere una bella scorta di energia cinetica, crea subito un campo nullo e non lo abbassare per nessun motivo. Mi hai capito bene ?

-Sì.

“Chi sia e cosa stia dicendo non è importante, ora come ora. Conta solo uscire... lo posso uccidere dopo”.

Il colpo è rilevante anche per un corpo espressamente strutturato per gestire l’energia cinetica. L’intero indefinibile spettro dell’energia del movimento viene fornita all’istante, un’unica spinta formata di microscopici spostamenti a livello molecolare. L’assorbimento è l’unica reazione del corpo di Maelstrom che non viene totalmente frenata dai vari tipi di inibitori, che per qualche ragione non individuano la fonte di tale energia.

Al campo nullo di Maelstrom, che fa scendere a zero la velocità della materia, si aggiunge un altro campo simile ma molto più potente, e la gabbia va in pezzi. Compiendo un ultimo sforzo, il genocida spezza le catene strappandole dal pavimento, e ben presto tutto ciò che ne rimane sono le due manette che ha ai polsi, che non sono più collegate tra di loro.

-Fatta. Ora sali e non ti fermare. Se funziona, è fatta anche stavolta.

 

L’entrata. I due gruppi sono quasi interamente riuniti, e molto velocemente riferiscono a grandi linee i risultati delle indagini svolte. Se Adam Warlock è soddisfatto o meno del lavoro svolto, o se fosse stato veramente interessato allo stato di informazioni e difesa, non è chiaro ad occhi poco allenati.

-Allora si riparte, Adam ? – domanda Pip.

-Sì. A quanto abbiamo visto, siete in grado di custodire a dovere il Cubo Cosmico, specialmente perché operante solo in minima parte al momento.

-Spero che in futuro ci sia la possibilità di un’alleanza più stabile tra i due gruppi.

-Vedremo, Epoch. Abbiamo molte cose in comune, ma altrettante differenze. E molte macchie scure sulle nostre coscienze. Vi terremo d’occhio. Andiamo, Pip.

La Guardia dell’Infinito scompare dalla vista come era arrivata, senza che ce ne sia veramente il tempo di accorgersene.

-Beh, hanno un tempismo eccezionale. Ancora un po’ e proprio non ci trovavano. Ma sapevano del viaggio, Quaze ?

-No, anche se penso che Warlock abbia intuito qualcosa.

-Dato il suo interesse per il Cubo Cosmico, sapere che state per lasciare questo multiverso non avrebbe generato altro che confusione.

-Vuoi dire che se lo sarebbe preso, Epoch ?

-Probabilmente no. Allo stato attuale, Warlock conta molto sulla segretezza del proprio gruppo…o almeno dei propri fini ultimi, e proprio per questo non poteva non considerare il fatto che io ero a conoscenza delle loro azioni. Ma causare uno scontro diretto con voi avrebbe distrutto totalmente quella segretezza.

-Secondo me li avremmo fatti neri comunque – ridacchia Makkari.

-Speriamo non ci si arrivi. E’ sempre tutto pronto, Epoch ?

-Naturalmente, Quasar. Comparando i dati raccolti da Destino nel vostro primo incontro con Nemesi, ho individuato con una certa precisione il punto verso il quale si sta dirigendo. Se sta effettivamente riacquistando la propria mente, è molto probabile che istintivamente abbia localizzato l’Arma e che si diriga verso di essa.

-Però starà sempre a noi trovarla…chiaro.

-Aspettate un attimo – si sbriga a interrompere Molecola – volete dire che partiamo adesso ?

-Prima ce ne andiamo, meno tempo resteremo via.

-E come torniamo indietro !?

-L’Ottagono genera un flusso costante di gravitoni e radiazioni universali. Quasar, registrane l’ampiezza nelle Bande Quantiche; dovresti essere in grado di rintracciare il passaggio senza troppa fatica.

-Non posso credere che partiamo adesso !

-Beh, Molecola, se aspettassimo troppo potremmo anche rinsavire e lasciar perdere. Epoch…uh…

-Non preoccuparti, baderò io a Lara se il viaggio dovesse essere troppo lungo o senza fine.

-Grazie. Allora, se non c’è altro…partiamo.

 

I quattro Protettori si alzano in volo, allontanandosi sempre più dalla struttura fino ad arrivare davanti al gigantesco ottagono. Il varco posizionato al suo centro diventa sempre più grande, opportunamente stimolato da radiazioni ed energia quantica. Il microscopico puntino luminoso diventa una sfera, sempre più grande, fino a tre metri di diametro. Attorno all’ottagono, l’energia viene mossa da onde perfettamente sferiche che si allontanano sempre di più, il cui ritmo aumenta sempre di più.

Sulla superficie della struttura, un gigante di un metro e dodici ne incontra uno di dieci metri, che si volta a guardarlo con espressione disgustata.

-Epoch.

-Maelstrom.

-Mi farai passare ?

-Hai ucciso mio padre e il suo unico amico. Cospirato insieme a mia figlia. Ucciso migliaia di innocenti solo per il gusto di farlo.

-Allora ?

Le onde sono sempre di più, non solo delle leggere increspature ma venti possenti che incontrano sempre meno resistenza. Epoch guarda la porta che conduce all’oceano senza inizio né fine dei multiversi, e sospira. L’universo a volte richiede scelte rischiose.

-Vai. Se possibile, cerca di non tornare.

Maelstrom si alza in volo, accelerando verso l’ottagono. La corrente contraria rallenta di molto la sua corsa, ma ben presto è oltre l’orizzonte. Epoch guarda nella direzione opposta, dove le onde si infrangono su una piccola distorsione visiva. Fissa l’ombra con occhi diversi rispetto a quelli dedicati a Maelstrom.

-Che aspetti ? Vai anche tu. Vai, prima che cambi idea.

Se fosse possibile udire l’esplosione generata dall’ottagono, si resterebbe sorpresi da quanto possa sembrare limitata anche se assordante. Non c’è frazione energetica della Zona Quantica che non venga colpita dall’onda d’urto. Dura per una trentina di secondi, poi tutto torna lentamente allo stato immutabile che ha sempre avuto.

Gli occhi di Epoch fissano la traiettoria che si allontana dall’ottagono, fino a quando non riesce più a metterla a fuoco con nessuno dei suoi mille sensi.

-Finalmente, un po’ di silenzio.

 

CONTINUA…

 

Note

Numero di pausa per riprendersi dalla saga appena conclusa, e prepararsi alla prossima in cui vedremo dei personaggi straordinariamente simili a quelli di una casa editrice il cui nome inizia con DC.

Approfittando della pausa, finalmente vediamo l’incontro tra i due gruppi cosmici di Marvel IT, che finora per una serie di circostanze non si erano ancora incontrati. Se Warlock ha incontrato Quasar solo di sfuggita, durante la Guerra dell’Infinito e in un paio di occasioni successive, ed il Super-Skrull per qualche vignetta durante Operazione: Tempesta nella Galassia, conosce oramai da molto tempo Dragoluna, presente (sotto mentite spoglie) nel cast della sua serie originale per quasi venticinque numeri. Non sono rimasti in ottimi rapporti, quindi non è poi così strano che non si dicano neanche una parola nell’episodio. Come detto nella storia, Dragoluna è anche stata nei Difensori insieme a Nuvola, in storie inedite in Italia.