Quasar #42
TRA L’INCUDINE E L’UNIVERSO
Il miglior modo di trattare con oggetto inamovibile
è girarci attorno.
Anonimo
Ci sono momenti, quando sono in
universo lontanissimo a cercare qualcosa di cui non so niente, e devo trovarlo
prima di due giorni per evitare che l’universo finisca… non che sia una cosa
nuova, ma non ho mai sopportato la fretta… dove ero arrivato ?
Ah, sì. Ci sono momenti,
quando c’è da salvare l’universo e ti avvisano che il mondo è stato assalito da
parassiti alieni, in cui veramente odio il mio lavoro.
Che lavoro faccio?
Ufficialmente, sono disoccupato da una decina d’anni. Incredibili le cose che
puoi fare quando ufficialmente non stai facendo niente: iniziare una carriera
da super-criminale e finirla in giornata, saltare da una dimensione all’altra,
combattere con un dio vestito come Micheal Jackson, diventare onnipotente, salvare l’universo ogni tre
o quattro giorni… e, generalmente, avere una vita molto molto
complicata. Prendiamo un giorno a caso.
In un giorno a caso, mi fanno
saltare in un congegno che mi scaraventa oltre… beh, praticamente oltre tutto.
Dobbiamo aver fatto il giro completo ed essere tornati indietro perché questo
universo lontanissimo assomiglia un po’ troppo al nostro.
Sono stato dall’altra parte
della barricata e posso affermare con assoluta certezza che fare l’eroe è mille
volte più complicato che fare il criminale. Quando fai il criminale, sei tu a
combinare guai, e sai più o meno cosa accadrà perché, insomma, hai progettato
tutto tu. Certo, so di un paio di super-criminali che hanno tutta una serie
personale di guai, ma sono l’eccezione.
Invece quando fai l’eroe, ti
piovono addosso disastri e battaglie da tutte le parti, il più delle volte
contemporaneamente. Così, in un giorno a caso, un attimo prima stiamo ad
aspettare che questa JL of America finisca di consultare il proprio database,
l’attimo dopo ci avvisano che la Terra è stata assalita da parassiti alieni.
L’ho già detto ? Mi chiamo Owen Reece, meglio conosciuto
come Molecola dai pochi che si ricordano di me, e attualmente sono uno dei
Protettori dell’Universo. Come lavoro non è male, anche se ci sono momenti in
cui lo odio. Se non altro, non paghi praticamente niente di tasse.
Così, ci dicono che la Terra
è stata invasa. Visto che quasi tutti i presenti hanno assistito ad almeno
mezza dozzina di invasioni, la reazione più diffusa non è “Omiodio,
moriremo tutti !”, ma “Sta diventando monotono”. Io ? Non ho pensato nessuna
delle due. Voglio dire, quando hai ricreato le stelle, distrutto una galassia,
camminato tra i soli, e soprattutto visto Elastic Man
colpito da una scarica elettrica per essersi trasformato in un reggiseno ed
aver chiesto a Nuvola di indossarlo, puoi dire di aver visto tutto. Però, in
effetti, era assurdamente monotona come cosa, ora che ci penso.
Entro un minuto chi volando,
chi con il teletrasporto, arriviamo sulla Terra. Per
una volta rimango sorpreso: non atterriamo a New York, ma a tale Metro City.
Che è uguale, ma un po’ più pulita. E’ uguale anche perché ci sono dei
parassiti alieni che fanno impazzire le persone e, insomma, diventa veramente
monotono perché sembra un altro Inferno.
E’ allora che la cosa si fa
pesante. Chiamo un paio di molecole di ossigeno che, dopo essersi lamentate
dell’effetto serra, mi fanno capire che i parassiti si diffondono per via aerea
e rilasciano quantità minime di radon. In qualche minuto potrei riuscire a
trovare su quale reazione chimica si basa il loro controllo mentale, ma tanto
per cambiare non ne ho il tempo. Il tizio alto due metri con la pelle verde, Manhunting Mercurian (ma non
dovrebbero essere i marziani ad avere la pelle verde ?) mi colpisce con due
raggi ottici veramente caldi. Io non rispondo perché, insomma, potrò anche
comandare le molecole, ma quello era alto due metri e faceva veramente paura.
Makkari, naturalmente il più veloce a reagire, lo afferra per
una spalla con forza. Questo gli tira un pugno di tutto rispetto che lo fa
precipitare al suolo, e tutti si mettono a urlare. Un attimo prima che tocchi a
me essere malmenato dall’energumeno verde, il tizio con l’anello colpisce
Quasar con una mazza da baseball di energia.
Da tutte le direzioni
provengono dei BANG, alcuni più forti degli altri, e lanciano una polverina
verde di cui non faccio in tempo ad analizzare la composizione, principalmente
perché un energumeno verde di due metri sta volando verso di me a metà della
velocità del suono.
Mentre in città dilagava la
follia, e noialtri eravamo occupati a sceglierci un avversario, Maelstrom stava per portare a termine un compito che
avrebbe permesso la sopravvivenza del genere umano e, potenzialmente, di tutti
gli universi possibili. Stava cercando una cartoleria.
Ovviamente all’epoca non lo
sapevamo, dato che l’ultima volta che lo avevamo visto era nel nostro universo,
rinchiuso nell’Erebo. Ma è così che vanno le cose con Maelstrom,
non sai che può combinare da un secondo all’altro.
Sostiene di non aver ucciso
nessuno mentre cercava il negozio, e l’unico motivo per cui gli credo è che
aveva molta fretta. Adesso che so tutta la storia, credo di poter capire i
ragionamenti che ha fatto in quei cinque minuti critici. Darksider
avrebbe probabilmente conquistato quel pianeta, o anche se non l’avesse fatto
ci sarebbero comunque state parecchie vittime. Capire queste cose dev’essere un dono per chi è stato, anche se molto
brevemente e senza grande clamore, nella serie A dei supercriminali. Non penso
che gli importasse molto di quel mondo, ma gli dev’essere
stato chiaro che ce la saremmo presa con lui, e molto, se avesse permesso una
strage del genere. O forse era solo gelosia tra cattivi, chi può dirlo con uno
del genere.
Fatto sta che alla fine trova
questa cartoleria, afferra la prima penna e il primo bloc
notes a portata di mano, e comincia a scrivere il più in fretta possibile.
Il tizio verde era un osso
duro, sembrava poter fare praticamente qualunque cosa. Gli tiro addosso il
manto stradale ? Diventa intangibile e ci passa attraverso. Solidifico l’aria
in migliaia di aghi microscopici e glielo lancio contro ? Cambia forma e questi
passano nei buchi del suo corpo malleabile. E così via, sembrava quasi leggermi
nel pensiero per la facilità con cui prevedeva i miei attacchi.
Dato che io sono impegnato a
pensare a un modo per fermarlo e lui è troppo fuori di sé, non ci scambiamo una
parola. Inizio a sperare nell’aiuto di qualcuno degli altri, così mi guardo
intorno.
Quasar sta combattendo con
uno che sembra avere i suoi stessi poteri: creano in continuazione spade,
scudi, armature e raggi di energia, parando ogni colpo dell’avversario. Ad ogni
scontro, giallo e verde rilasciano delle piccole scintille blu.
Nuvola sta evitando i pugni
di una certa amazzone in busto dorato, mentre una corda rosa e rossa che
riconosco come Elastic Man la tiene legata. Sarebbe
stata una scena comica, se avessi avuto l’occasione di farci caso.
Makkari aveva già sistemato l’uomo-pesce con una raffica di
pugni superveloci. Seaman sembrava un osso duro, ma i
pugni di Makkari sono di tutto rispetto. Non li ho
mai sperimentati personalmente, ma l’ho visto frantumare la pietra con un colpo
solo. Diecimila di quei colpi al secondo non sono cosa da poco.
Non faccio in tempo a
chiedere aiuto, perché una scia rossa si avvicina a Makkari
per poi scomparire assieme a lui, ad una velocità pazzesca. Il Lampo, scoprii
dopo. Il primo round, però, l’Eterno contro il re dei sette mari, è nostro.
Il mercuriano,
o come si dice, mi distrae dalle mie osservazioni con una scarica oculare che
mi colpisce di striscio la spalla sinistra. Per evitare che il costume vada a
fuoco sposto le molecole di ossigeno, e mi viene un’idea. Per prima cosa
controllo che l’altro stia respirando, non si può mai dire con un alieno. Scopro
che effettivamente respira, ma anidride carbonica. Niente di più facile di una
trasmutazione del genere. Prova ancora a colpirmi, molto ma molto più
velocemente di prima, e poi crolla a terra, svenuto. Mi assicuro che l’anidride
si tenga alla larga da lui, pensando a quanto sarebbe stato più complicato se
fosse stato in sé ed avesse usato quella velocità. Anche il secondo round, il
signore delle molecole contro il segugio da Mercurio, è nostro.
Non faccio in tempo a
compiacermene, perché una specie di boomerang a forma di pipistrello rimbalza
contro il mio scudo molecolare, ritornando al mittente con una precisione da
fare invidia a Capitan America.
Mi volto e preparo una nuova
strategia, ma sembra che lui mi abbia preceduto. Lancia contro di me una specie
di granata che emette un gas che riconosco immediatamente come un potentissimo
sedativo. Dissolverlo è facile, ma mi distrae e mi rende vulnerabile ad una
specie di attacco sonico, sempre con uno di quegli strani pipistrelli. L’ultima
cosa che riesco a vedere è un pugno guantato di nero
che mi fa. Vince il cavaliere nero, questa volta.
Nello stesso momento, due
linee rosse schizzavano in una direzione diversa ogni volta che le si guardava,
a volte incrociandosi velocemente, a volte prendendo percorsi totalmente
diversi. Troppo veloci per fare il minimo rumore, troppo rapide per essere
viste, troppo sfuggevoli per essere analizzate.
Eppure le due linee erano due
uomini, uno dei quali impegnato ad evitare che gli abitanti di quel mondo
lento, decisi a dare battaglia alla prima cosa che vedevano muoversi, facessero
qualcosa di cui si sarebbero poi pentiti. Si accorge di non avere più il suo
avversario alle costole mentre sta impedendo ad un conducente d’autobus di
Toronto di ammazzare i viaggiatori.
“Dove accidenti è finito !?”
si domanda Makkari di Olympia, alle prese con le
prime gocce di sudore “Siamo a Mach 32, a malapena sotto la velocità di fuga !
Per Zuras, non può andare più veloce di così senza
finire nello spazio !”
Proprio mentre sta finendo il
pensiero, sbatte le palpebre e quando le riapre si ritrova da solo sul bus. Poi
intravede un uomo in un costume rosso passare attraverso il mezzo, che esplode
sotto i suoi piedi.
Gli ci vuole qualche secondo
per riprendersi, ma è infinitamente più di quanto serva al Lampo, che lo
tempesta con una quantità di pugni che Makkari non
credeva possibile.
-Sei bravo, per un
principiante, ma non mi chiamano l’Uomo Più Veloce del Mondo per niente !
Pur di farlo stare zitto, Makkari ricorre ai raggi oculari che non usa ormai da
anni…ma quando ha finito di puntare il suo nemico, gli è già alle spalle.
Qualche altro pugno si staglia sul manto stradale, ma la scia dell’Eterno è
ancora fresca.
“Non mi piace battere in
ritirata” pensa mentre accelera sull’Atlantico “ma so quando una strategia non
funziona. Che…mi è già dietro !? Okay, bello… ti piace correre veloce ? E io ti
faccio correre veloce !”
L’accelerazione è tale da
creare un’onda di tutto rispetto che si scaglia contro il Lampo. Senza troppe
preoccupazioni, la figura rossa cambia traiettoria ed aggira tranquillamente
l’onda senza neanche decelerare. L’Atlantico è già finito, e da un breve
calcolo Makkari deduce di essere arrivato a Mach 60.
Lo sforzo necessario per mantenersi telecineticamente
legato alla Terra è tremendo, ma il suo organismo per fortuna ha ancora una
buona scorta di energia cosmica.
“Non è uno scontro che posso
vincere solo con la velocità, questo è chiaro. Ecco, in questi casi vorrei aver
fatto molta più attenzione ai corsi
di teletrasporto mentale…”
-Dì un po’, dove stiamo
andando ? – chiede il Lampo, già davanti a Makkari,
correndo all’indietro. Frenare a quella velocità, sull’acqua (Oceano Indiano,
per la precisione), è tutt’altro che facile. Makkari rimbalza più volte sgraziatamente, e come se fosse
un cartone animato sembra correre sul posto per poi schizzare via nuovamente.
“Rinuncio a capire come abbia
fatto a parlarmi correndo sessanta volte più veloce del suono. Se riesco a
tornare nella città dove ci sono gli altri, magari possono darmi una mano…spero
solo di ricordarmi dove si trova. Se solo potessi sapere come stanno andando le
cose…aspetta, che cretino ! Il bracciale quantico !”
Basta poco più di un pensiero
casuale per rendere visibile il compatto bracciale che porta al polso sinistro.
Sta per usarlo con l’unica funzione che finora lo ha interessato, cioè come
sorta di walkie-talkie dalla portata infinita, quando gli rende conto che gli
sta segnalando qualcosa.
“Quel tizio emana un’energia
molto strana, che il bracciale non riesce ad identificare. Potrebbe essere la
fonte del suo potere ?”
Deve aver decelerato
inconsciamente, perché il Lampo quasi lo afferra per un braccio. Con un ultimo
sforzo, Makkari lo distanzia per l’ultima volta,
sicuro di non avere più abbastanza energia per poterlo rifare.
Quando arriva a Metro City,
oltre a concedersi un salutare rallentamento fino a Mach 10, si accorge che
Nuvola ha appena fulminato Elastic Man, che sta
cadendo a terra. Quasar è troppo impegnato a liberarsi da una gabbia di energia
verde per poterlo aiutare, e Molecola è fuori gioco. Due pari.
Raccogliendo le forze,
afferra Elastic Man per una mano e lo allunga come
uno strano elastico, legando il suo collo ben stretto a un lampione e i piedi
ad un cancello dieci isolati più a sud.
“Per un attimo ho temuto che
si spezzasse, anche per la velocità a cui sto ancora andando… eccolo che arriva
! Potrai anche correre a metà della velocità della luce, ma scommetto la spada
che mi ha regalato Cesare che non puoi evitare una cosa del genere tanto
facilmente !”
-Gentile ad aspettarmi !
-Co-
Due pneumatici lanciati
usando il corpo di Elastic Man come fionda colpiscono
Makkari al plesso solare, troppo stanco per evitarli.
“Scusa, Giulio…”
Il Lampo si guarda attorno,
in parte soddisfatto dalla vittoria in parte confuso proprio per lo stesso
motivo. Il suo metabolismo super-veloce sta già espellendo i parassiti. Guarda Makkari, iniziando a chiedersi se sia lui il suo nemico…e
se ne convince quando deve afferrare una dozzina di affilati coltelli da cucina
che gli vengono scagliati addosso.
Makkari guarda verso l’alto, alzandosi a fatica… e ricevendo
lo shock più grande della giornata, nel vedere Maelstrom
torreggiante su una delle case della periferia di Metro City, circondato di
coltelli ed altri oggetti acuminati, che fluttuano senza peso (in realtà, senza
movimento).
Lancia con il pensiero un
altro po’ di lame, che vengono prontamente afferrate dal Lampo…che rimane poi
bloccato in quella posa, mentre Maelstrom scende
molto lentamente a terra.
-Adoro battermi contro i
velocisti. Voglio dire, contro uno che controlla l’energia del movimento, è
come lanciare della polvere di ferro contro Magneto.
Makkari strappa uno dei coltelli dal controllo di Maelstrom, puntandoglielo prontamente alla gola.
-Che ci fai tu qui ?
-Shopping.
-Dammi una ragione per non sgozzarti.
-Ne ho tre. Primo, non lo
faresti mai. Secondo, sai che non ho bisogno di respirare. Terzo, solo io posso
debellare i parassiti che vi stanno dando delle noie.
-Di che parli ?
-Guarda questo – dice quasi
sbattendogli in faccia il bloc notes – Contiene tutti
gli appunti per creare un veleno che colpisca solo i parassiti. Non ho
abbastanza tempo per sintetizzarlo, quindi tocca a te. Non preoccuparti, mi
sono sforzato di rendere le spiegazioni il più chiare possibile anche per un
Eterno.
-Non ne creerò mai abbastanza
in tempo…
-Lo so. Ma con una formula
chimica esatta da ricopiare, Molecola ne creerà a tonnellate in pochi istanti.
Ma nemmeno lui ha la preparazione necessaria per fare tutto senza una base di
partenza, quindi…qui ci sono gli appunti, ora sbrigati.
Se c’è mai stato un momento
in cui Makkari si è pentito di non essere
assolutamente privo di morale come Maelstrom, è
questo.
Sopra di loro, ancora ignaro
di tutto, Quasar para un colpo d’ascia direttamente con una delle Bande.
-Vuoi smetterla !? Abbiamo
cose più importanti da fare che metterci a dimostrare chi è il più forte ! –
Il poliziotto dello spazio
non è molto incline alla discussione, al momento. Due caricatori di proiettili
fuori misura si infrangono sull’ennesimo scudo quantico.
-E va bene. Prima lezione
sugli scontri tra super-umani…
La Banda sinistra emette una
luce fortissima, costringendo l’avversario a proteggersi gli occhi. Allo stesso
tempo, deve proteggere la schiena da una lancia di energia che rischia di
trafiggerlo. Soltanto a questo punto nota che la Banda destra è enormemente più
luminosa, e che sta per scaricargli contro la madre di tutte le scariche
energetiche. L’anello viene a trovarsi a pochi centimetri dal rilascio di
energia…
Tutte le finestre nel raggio
di cinque isolati esplodono, e il boato viene sentito anche più lontano. Due
figure si allontanano in direzioni diametralmente opposte, schizzando in linea
retta contro gli edifici. Quasar sfonda da parte a parte un intero piano del grattacielo
con una enorme L, demolisce l’attico di un appartamento poco distante,
attraversa altri tre palazzi e infine distrugge cinque metri di asfalto,
fermandosi solo grazie ad un negozio di souvenir che non sopravvive
all’impatto.
Prima ancora che la polvere
abbia finito di cadere, una mano avvolta in un tenue bagliore giallo si fa
spazio tra i mattoni.
-…non conta essere più forti,
ma più pericolosi.
Il mantello è ridotto a
brandelli, e il costume sembra essere stato sepolto sotto la sabbia per decenni.
A parte questo, Quasar è illeso. Si solleva agilmente, e con un movimento
fluido percorre un ampio arco che lo porta al palazzo su cui fino a poco prima
faceva bella mostra di sé un pianeta in bronzo. Non è difficile capire dove sia
finito il suo avversario, seguendo la scia di muri abbattuti. Lo trova in un
appartamento poco lontano, con qualche graffio qua e là, mentre si rialza.
Quando lo vede, punta contro
di lui l’anello verde…che non emette altro che scintille.
-Ho esaurito l’energia !
-Anche io. Ma le mie armi si
ricaricano di continuo.
Un pugno al plesso solare fa
perdere all’avversario il fiato, ed una gomitata in un punto preciso del collo
gli fa perdere i sensi. Quasar riprende fiato, mentre l’anello verde smette di
brillare.
-Scusa. E’ che proprio non
sopporto gli scontri tra eroi.
Il protettore vince sul
crociato di smeraldo. Tre pari, se fosse utile tenere il conto.
BANG !
Sul tetto dello stesso
edificio di prima, un condotto che sembra uscire dal nulla viene aperto,
rilasciando quella che potrebbe essere scambiata per una statua di granito se
non stesse camminando.
-Terra. Hn.
-Ci sei tu dietro a tutto
questo ?
Darksider scruta per un momento il giovane uomo che gli sta
parlando, valutando accuratamente la resistenza che può offrire. Giudicandola
troppo bassa per i suoi standard.
-Allora ?
-Overman.
Si sente un boato di tutt’altro tipo rispetto ai precedenti, quando una forza
irresistibile si scontra con uno scudo quantico creato all’ultimo minuto, più
veloce di un proiettile. Quasar evita di precipitare, ma il successivo gancio
destro che riceve è mille volte più forte e anche più veloce.
Atterra su una sorta di
cuscino di energia, ma troppo velocemente perché serva a qualcosa, e ancora una
volta distrugge l’asfalto.
“Poteva andare una cosa per il verso giusto ? Era
chiedere troppo ?” pensa mentre esce, senza più fare caso alla parvenza di
normalità del costume. Il suo primo impulso, dopo una batosta del genere, è
controllare dove siano gli altri.
Basta una frazione di
secondo. Makkari sta correndo di laboratorio in
laboratorio, continuamente distratto dalle persone che deve salvare… e c’è una
strana energia che si avvicina a lui, velocissima. Molecola è a terra da tempo,
ormai, ma respira ancora. Nuvola invece sta avendo i suoi guai contro l’amazzone,
che tenta di strangolarla con una corda dorata. Dato che sembra avere effetto,
la corda deve essere quantomeno magica.
Quasar sta per prepararsi ad
un altro scontro diretto, vedendo avvicinarsi quella specie di culturista in latex… ma avverte la presenza di un altro tipo di costrutto
quantico, un tipo che non avrebbe mai pensato di avvertire da quelle parti.
-Cercavi me ? – chiede Maelstrom, quando Quasar alza lo sguardo e lo vede. E’
troppo tardi per fare qualunque cosa. Il coltello, circondato di energia
cinetica purissima, si avvicina al suo collo e…colpisce, affondando nella
carne.
-Addio, imbecille !
CONTINUA…