LA SCOMMESSA

 

God never plays dices.

(Dio non gioca a dadi)

Albert Einstein

 

Riassunto

Epoch ha predetto che qualcuno tenterà di ucciderla per impossessarsi della Coscienza Cosmica. Cercando lo Straniero per avere notizie della base di Thanos, Quasar si è scontrato con alcuni Antichi dell’Universo che stanno combattendo per conto del Gran Maestro e del suo misterioso alleato.

 

Il Cancellatore fluttuava davanti a Quasar, privo di conoscenza.

-E’ un piacere combattere un semplice sparatore. Mi ero proprio stufato di questi idioti cosmici.

Si voltò e vide che lo scontro tra lo Straniero e Padre tempo era terminato da tempo, e che l’alieno lo osservava dall’alto dei suoi cinque metri di altezza.

-Io ti conosco. Sei il lacché di Eon. Ti ha mandato Epoch?

-In un certo senso. Perché questi Antichi ti stavano attaccando?

-Non era un attacco, era una sfida. Ed a te non è permesso interferire.

-Allora è tardi. Ti ho già salvato la vita.

-Non essere ridicolo, hai solo ritardato la sconfitta degli Antichi.

-Senti a me non interessa che cosa state facendo qui. Io voglio solo sapere…

La frase fu interrotta a causa del dolore acuto che Quasar provò all’improvviso. Tentò di voltarsi ma non fu capace.

 

Il dolore cessò improvvisamente come era cominciato quando le Bande Quantiche lanciarono una potente scarica diretta alla sua testa. Quando la sua mente si schiarì comprese di essere stato vittima di un tentato controllo mentale, e che il comando preimpostato che aveva immesso nelle Bande lo aveva liberato.

Ora poteva voltarsi e vide che il suo aggressore era il Contemplatore. Né lui né lo Straniero si muovevano, ma Quasar poteva sentire una leggera pressione sul cranio.

-Stanno combattendo mentalmente. E per qualche motivo il Contemplatore non si è nemmeno accorto che mi sono liberato. Sempre che stavolta sia davvero il Contemplatore. Epoch, mi senti?

-Come sempre, Quasar.

-Sai dirmi se questo è il vero Contemplatore?

-Lo è.

-E perché mi ha assalito? No aspetta, non dirmelo. Controllo mentale, vero?

-Da parte di uno strumento del Collezionista.

-Mancava solo lui. Possiamo sfruttare il loro combattimento per liberarlo? Io non ho poteri mentali ma tu sei un’esperta. E se lo Straniero mi dice cosa sa su Thanos posso lasciar stare questi attaccabrighe cosmici.

-Normalmente sarei contraria, ma in questo caso potrei potenziare la forza mentale dello Straniero per un attimo…fatto.

 

Entrambi i combattenti si mossero, evidentemente esausti dopo la lotta. Il Contemplatore si guardò intorno, come se non si ricordasse si essersi recato in quel luogo.

“Non sono molto fiero di questa mossa. Ultimamente ricorro troppo spesso ad Ep per le informazioni, ma farmi aiutare anche negli scontri è troppo. Questa storia dell’assassino mi ha proprio scombussolato…”

 

Il Contemplatore si guardò intorno come se non avesse idea di dove si trovasse. Sembrò molto sorpreso di vedere lo Straniero, ma quando vide Quasar assunse un aspetto più rilassato.

-Suppongo di essere stato portato qui contro la mia volontà.

-Non saprei proprio. Quello che so è che hai cercato di controllare la mia mente ed hai attaccato lo Straniero.

-E tu, Straniero, cos’hai da dire?

Il volto dell’alieno non ebbe nessuna reazione. Si limitò ad esprimere mentalmente:

-Non ho alcun motivo per conferire con delle pedine.

-Come sempre, Straniero, i tuoi motivi sono un enigma anche per me. Riconosco la presenza nelle vicinanze di alcuni miei fratelli Antichi. Perché sono qui?

-Questa conversazione non ha nessuno scopo. Tuttavia il tuo ritiro dalle forze d’attacco può essere decisivo. Cosa ricordi del tuo accordo con il Gran Maestro?

 

-Sentite- disse Quasar mettendosi tra i due esseri cosmici –per me potete continuare a farvi domande all’infinito. Io ne ho una sola per te, Straniero: hai preso tu la base di Thanos?

Il gigante lo fissò negli occhi e Quasar si sentì come un microbo sotto un microscopio.

-Solo un pazzo si metterebbe contro il potere di Galactus, lacchè di Eon. E le entità cosmiche hanno da tempo imparato ad essere molto prudenti quando hanno a che fare con Thanos di Titano.

-Lo prendo come se fosse un no. Ed immagino che tu non sappia niente dell’imminente assassinio di Epoch?

-Solo che non vi sono interessato. Ma se vuoi sapere se l’Assassino Cosmico sia Thanos, posso dirti che i suoi progetti sono altri.

-Aspetta un secondo. E tu come fai a saperlo?
Lo Straniero si rivolse al Contemplatore come se non ci fosse nessun altro vicino a lui.

 

-Questa distrazione ti ha dato il tempo di contemplare il passato. Qual è la base del Gran Maestro?

-Seguimi.

Il Contemplatore scomparve come se avesse semplicemente pensato di trovarsi in un altro luogo.

Anche lo Straniero scomparve allo stesso modo, lasciando Quasar di nuovo solo.

 

-E così questa pista si è rivelata un buco nell’acqua. Ed adesso che faccio? Non ho la minima idea di dove continuare le ricerche. Non so nemmeno che cosa devo cercare!

-Credo che dovresti osservare la fine di questo avvenimento, Quasar. E’ un’esperienza interessante.

-Senti, Ep, sto facendo tutto quello che vuoi. Perché non ti cerchi da sola il tuo assassino?

-Perché potrebbe essere la causa del mio assassinio. Avverto un profondo astio nelle tue parole, Quasar. Non è da te.

-Forse mi sono stancato di girare la Galassia in lungo e in largo.

-Forse necessiti di un periodo più prolungato di sonno.

-Non mi aspetto che tu capisca, Epoch. A te che importa di essere sola? A te che importa di non sapere che cosa fare? A te che importa se l’universo conta sempre su di te?

-A me importa, Quasar. A differenza di mio padre, io comprendo l’esistenza umana. Io comprendo tutto. Come comprendo che non desideri più essere il Protettore dell’Universo.

-Comprendi anche che sono abbastanza responsabile da fermare il tuo assassino?

-Sì.

-Allora lasciami lavorare. Lasciami trovare l’assassino e poi cercati un sostituto.

-E’ questo ciò che desideri?

-Sì, è questo.

-Vorrei che anche tu avessi la Coscienza Cosmica, Quasar. Sapresti che non è così.

-Cosa vuoi dire?

-Capirai. Ora recati alla base del Gran Maestro.

-Ho scelta?

-Sì.

Per qualche secondo Quasar rimase fermo nello spazio, confuso come non mai. Confusione interrotta da un salto quantico.

 

La base del Gran Maestro era un’immensa cupola geodetica. Le impalcature erano visibili attraverso le vetrate semitrasparenti, mentre l’interno della costruzione era nascosta. Quasar passò attraverso il varco aperto dallo Straniero ed attraversò decine di settori. Era una costruzione incredibilmente complessa ma ugualmente funzionale, con piani che si intersecavano ad intervalli regolari. I particolari erano estremamente curati, con raffinati bassorilievi alle pareti che Quasar non si soffermò ad analizzare. La struttura era una costruzione di energia solida, simile ai costrutti creati dalle Bande Quantiche ma di origine diversa. Tutte le difese erano state neutralizzate dallo Straniero con una precisione ammirevole.

 

Una volta atterrato, Quasar vide a terra il corpo del Contemplatore, privo di conoscenza.

Si precipitò a controllare che respirasse ma si rese conto che era un atteggiamento assurdo… D’altra parte non poteva nemmeno essere sicuro…

-Ep, è ancora vivo?

-Sì.

-Che cosa lo ha ferito?

-Un colpo energetico dello Straniero.

-Ha capito che non gli serviva più. E mentre lo colpiva io stavo perdendo tempo…sarebbe potuto morire, capisci?

-No. Gli Antichi dell’Universo non possono morire: la Morte ha fatto voto di non prenderli mai.

-Ma se fosse stato un’altra persona…Capitan America lo avrebbe mai permesso? No, lui non si fa tante domande.

-Capitan America non è il Protettore dell’Universo. E se sei preoccupato per quello che accade quando ti fermi a riflettere, ti consiglierei di non restare qui a parlare con me e di raggiungere lo Straniero.

-“Datti una mossa”. Ricevuto, Ep.

 

Poche centinaia di metri più in là, Quasar entrò in una stanza con tre persone, una delle quali non aveva mai incontrato.

Era un umanoide molto alto, dalla forma esile ed una testa sproporzionata. La conformazione del viso e delle mani gli fece comprendere ce non si trattava di un essere umano; di fianco a lui c’era il Collezionista nella sua forma umana di un vecchio fragile.

Naturalmente la vista più imponente era sempre quella dello Straniero, intrappolato in una gabbia che continuava a mutare forma, che combatteva contro una robot delle sue dimensioni e da piccoli organismi alieni simili a fanghiglie fluttuanti.

Quasar creò delle manette che bloccarono le mani di entrambi gli Antichi ed una rete all’interno della gabbia che raccolse tutti gli organismi alieni.

 

L’effetto sperato durò ben poco: gli organismi iniziarono a divorare l’energia dei costrutti e gli Antichi si liberarono con un semplice colpo energetico.

Il trucco di Quasar aveva però permesso allo Straniero una piccola tregua, sufficiente a distruggere il robot. Distrusse alcuni organismi ed i rimanenti iniziarono a divorare la gabbia.

-Allora, cosa sta succedendo qui?

Fu il Collezionista a rispondere.

-Non sei il benvenuto qui, Vendicatore! Il tuo intervento mi è costato l’unico robot in Etherion dell’universo ed i rarissimi mangia-energia di Daeklon IV!

-Ed è costata la vostra sconfitta, Antichi.

-Adesso basta, Straniero! Che cosa succede qui? E non dirmi che non posso interferire, ora che ti ho salvato la vita!

-In effetti, un’interferenza c’è stata.

Era la voce del Gran Maestro, apparso alle spalle di Quasar. E non aveva un tono felice.

 

-Dichiaro lo scontro sospeso per interferenze esterne.

-Scontro per cosa?

-Collezionista, mostragli la macchina.

-Io protesto, fratello! La vittoria era nostra!

-Obbedisci!
Il Collezionista estrasse un piccolo congegno circolare dalla sua cintura e lo azionò, formando l’immagine tridimensionale di una macchina alta non più di un metro, dalla forma circolare ed una piccola apertura quadrata coperta da una superficie trasparente.

-Che cos’è?

-E’ un congegno ideato da un nostro fratello Antico, l’Inventore, e costruito dall’Architetto, che è qui con noi. Si basa su un congegno che ho collezionato sulla Terra, costruito dal Dottor Destino anni fa.

-Destino?

-Era lo strumento di cui si servì per assorbire le energie dell’Arcano.

 

-L’Arcano, eh? Se non sbaglio era un essere cosmico che ha combattuto con i Vendicatori.

-Era una frazione del potere di un Cubo Cosmico. Sai di che si tratta?

-E’ una specie di lampada d’Aladino cosmica. Con uno di quelli si può fare qualunque cosa. Quindi volevate il potere di un Cubo?

-Volevamo crearlo. Per ragioni sconosciute, creare Cubi Cosmici è diventato impossibile.

-Come può essere successo?

-Non lo sappiamo. Ma forse la tua alleata Epoch può rispondere.

-Come se mi fidassi di te, Gran Maestro.

-La fiducia è irrilevante- disse la voce di Epoch, che proveniva dal suo riflesso su uno dei muri della struttura.

-E’ nell’interesse dall’universo che questo mistero sia chiarito. L’energia di un Cubo Cosmico proviene dalla dimensione degli Arcani, entità cosmiche la cui origine mi è sconosciuta. So solo che provengono dall’esterno del nostro universo. Per qualche motivo, quell’universo non è più in comunicazione col nostro.

 

-Questa macchina avrebbe raccolto tutte le energie usate dai Cubi Cosmici in passato, ma necessita della peculiare energia dello Straniero. Com’è mia consuetudine gli ho lanciato una sfida: se gli Antichi lo avessero sconfitto avrebbe accettato di dare energia alla macchina. Se avessimo perso, avrebbe avuto la macchina.

-Ma io ho interferito.

-Quindi ora dobbiamo riformulare le regole della sfida.

-Beh, io non sono d’accordo! Sareste troppo pericolosi con un Cubo Cosmico.

-Allora facciamo una scommessa. Se riesci a scoprire perché non si possono più creare Cubi Cosmici, smantelleremo la macchina.

-E come faccio a sapere che dici la verità?

-Perché io seguo sempre le regole di un gioco.

Quasar sembrò molto perplesso. Era una trappola? Il Gran Maestro sapeva che Quasar non poteva scoprire la verità? Forse. Però era una scommessa comoda.

-Che ne pensi, Ep?

-Credo che dovresti accettare.

-Va bene.

Strinse a malincuore la mano del Gran Maestro volò all’esterno della struttura creata dall’Architetto.

 

L’immagine di Epoch era ancora presente. Mentre lo Straniero e gli altri Antichi si ritirarono per discutere,  il Gran Maestro si avvicinò al riflesso sul muro e chiese:

-Che ne dici di una scommessa, progenie di Eon?