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#99

di Fabio Furlanetto

 

VERDETTO UNIVERSALE

Parte 5 di 6

Il dittatore del destino

 

Al di là dell’universo

Nell’occhio di ogni essere vivente, che sia un feroce assassino o il più santo dei santi, c’è una scintilla d’odio. Che consumi tutto ciò che incontra o che resti assopita, quella scintilla esiste fino a quando l’essere può provare odio.

Sommate tutte le scintille di tutte le persone che siano mai nate e che mai nasceranno, su tutti i mondi abitati dell’universo, nell’intero multiverso. Questo è Lord Odio.

Questo è ciò che adesso siede sul trono dell’universo.

Molecola e Nuvola sono nella sua mano; sembrano piccoli come formiche al suo cospetto, ma è solo come la loro mente interpreta Lord Odio per non impazzire. La realtà è più vicina alla proporzione tra una formica e un universo.

-Pessima situazione – commenta Nuvola, in un capolavoro di eufemismo.

-Lo so. Fai del tuo peggio, Odio – risponde Molecola. Le ferite a forma di saetta sul suo volto emettono energia come un fiume in piena.

-Non può. Con tutto il suo potere, non può agire direttamente contro di te. Sta solo cercando di impressionarci.

-Impressionarvi? Ho il controllo dell’essere più potente che sia mai esistito. Potrei far sparire la vostra galassia con un pensiero…ma voglio prima divertirmi – tuona la voce di Lord Odio.

Uno degli insetti che vola attorno a lui si allontana dalla battaglia con gli Arcani e si dirige verso i due Protettori. E’ un insetto solo in proporzione a Odio; in realtà non ha una vera dimensione, trattandosi di un Infinito.

-Se comanda gli Infiniti non ha bisogno di agire direttamente…faresti meglio a scappare nell’universo reale, Nuvola.

-E lasciarti a combattere da solo? Non sei mai stato così coraggioso, Molecola.

-Non sono neanche mai stato così potente, e nemmeno io posso sconfiggere un Infinito: posso solo ritardarlo. Vai.

E’ sufficiente pronunciare quest’ultima parola con una maggiore enfasi per far sparire Nuvola. Molecola resta solo, osservando l’Infinito che si avvicina sempre di più. E’ spaventato, certo: con tutto il suo potere, è ancora il bambino che correva piangendo dalla mamma perché gli altri lo prendevano in giro. Ma Molecola ha il potere di un Arcano, adesso, il potere di alterare la realtà per realizzare desideri.

Anche l’Infinito ha lo stesso potere, ma non ha mai veramente desiderato nulla perché non ha mai avuto bisogno di nulla. Tutto sommato, non è poi così spaventoso.

-Non sai da quanto volevo dirlo: E’ TEMPO DI DISTRUZIONE! – grida Molecola, colpendo l’Infinito con un pugno che contiene il desiderio di essere un eroe almeno per una volta.

L’armatura dell’Infinito è immediatamente ricoperta da crepe che si propagano per tutto il corpo, e l’Infinito si ferma per volgere lo sguardo verso Odio…prima di andare in frantumi, spargendo i propri resti frattali per tutto il vuoto oltre l’esistenza.

-Non è…non è possibile. Questo va contro le regole dell’universo!

-Al diavolo le regole, sono un Protettore dell’Universo – risponde Molecola, stringendo i pugni: tutto il suo corpo ora è ricoperto da crepe a forma di saetta da cui sgorga il potere degli Arcani.

-E non ho più paura di quello che sono. Fatti sotto.

 

Nebulosa di Orione

1270 anni-luce dalla Terra

In questa regione della Via Lattea, dove stanno nascendo più stelle che in qualunque altra regione della galassia conosciuta ai terrestri, c’è una stella molto particolare. Parte della sua massa proviene dal Sole terrestre, e parte da una nebulosa senziente che si fa chiamare Nuvola.

Ed è proprio in orbita attorno a questa stella ancora senza nome che Nuvola riappare nell’universo, forse perché questo è il posto in cui sa di dover essere.

Una rapida occhiata le conferma che sua figlia sta crescendo regolarmente. Le nebulose senzienti normalmente muoiono quando danno luce a una nuova stella, quindi per Nuvola è strano provare affetto per questo oggetto celeste. Eppure al tempo stesso le sembra una cosa naturale: è il genere di contraddizione a cui Nuvola è abituata, in qualità di strano ibrido tra una donna e un ammasso di gas vivente.

La superficie della stella entra in fermento: filamenti di plasma più grandi di un pianeta danzano nella fotosfera, e scosse più possenti di quanto si possa immaginare riverberano lungo il nucleo.

Nuvola si avvicina alla figlia, emettendo un campo gravitazionale per stabilizzare la stella.

-Shh, shh, va tutto bene. Mamma è qui. Va tutto bene.

Nuvola sta mentendo e lo sa. Squarci interdimensionali si stanno aprendo in ogni direzione, lampi di luce più brillante di mille galassie. Squarci a forma di saette.

Sono solo riflessi di una battaglia oltre la comprensione delle stelle, anche se a combatterla è un umano. Le stelle, come sempre, stanno a guardare.

Nuvola si chiede cosa debba fare. Non può contattare Quasar senza rivelare la sua posizione ad Odio; non sa quale sia il suo piano questa volta, né se ne abbia veramente uno, ma di una cosa è certa: lei non starà a guardare.

-Ti sto spostando in una dimensione tascabile simile a quella che uso io per ospitare la mia vera massa – spiega con calma alla figlia, che ad un occhio umano potrebbe sembrare rimpicciolire sempre di più fino a sparire alla vista.

-Non avere paura, tornerò presto. Mamma deve andare a radunare un esercito.

 

Altrove

Quasar si sciacqua la faccia con dell’acqua gelida, alzando poi lo sguardo verso lo specchio. Gli occhi sono arrossati e stanchi: non è la prima volta in cui le Bande Quantiche forzano il suo metabolismo per sopprimere la necessità di dormire, ma è una cosa che detesta fare.

Vede un’altra cosa nello specchio: Makkari si sta esercitando con una spada, fronteggiando un avversario immaginario.

-Starei attento con quella, se fossi in te – avvisa Quasar, nelle cui mani appare un asciugamano di energia quantica.

-Se tu fossi in me faresti un altro lavoro, Quaze. Quest’affare può davvero uccidere un dio?

-Da come me l’ha spiegato la Morte, quella spada può uccidere anche cose che non dovrebbero poter morire.

-Per questo hai mandato via Kronos? Temevi che gli venisse in mente di uccidere la Morte un’altra volta?

-Più per lo stesso motivo per cui non ho voluto che Thanos continuasse ad aiutarci: siamo troppo impegnati per guardarci continuamente le spalle.

-Credimi Quaze, sarò l’ultimo a sentire la mancanza del vecchio faccia di pietra.

Makkari solleva la Lama del Nulla Infinito, fissandola con espressione seria. La sua forma è semplice ed essenziale, quasi banale. E’ gelida al tocco, così gelida che persino l’Eterno sta perdendo la sensibilità alle dita, e solo la sua presenza ha fatto calare le luci della stanza.

-Quest’affare può uccidere un dio, Quasar. Ti sei fermato un secondo a pensarci?

-Sto provando a non farlo.

-Dovresti. Sai meglio di me cosa succederebbe se un’arma del genere finisse nelle mani sbagliate. Un’arma che persino la Morte ha paura di usare.

-Lo so. Per questo ti ho chiesto di venire qui, prima di procedere con il piano.

Quasar si avvicina a Makkari, che gli porge la spada. Quasar gli appoggia una mano sulla spalla e lo fissa negli occhi.

-Makkari, quest’arma è l’ultima speranza che abbiamo contro Odio. Se l’attacco non dovesse riuscire…

-Non pensarci neanche per sogno. Siamo stati in circostanze peggiori di questa.

Quasar non risponde.

-Okay, forse no – ammette Makkari.

-Se l’attacco dovesse fallire, voglio che tu recuperi la Lama del Nulla Infinito e faccia qualsiasi cosa perché non cada nelle mani di Odio. Makkari…questo ha la precedenza assoluta su tutto, anche sul salvarmi la vita.

-Prima il dovere e poi salvare gli amici, Quaze? So quanto ti costa chiedermelo. Ma anche io ho una richiesta.

La Lama del Nulla Infinito passa nelle mani di Quasar, e Makkari gli dà una pacca sulle spalle.

-Almeno per questa volta, sforzati di non farti ammazzare.

 

IC1101

Un miliardo di anni-luce dalla Terra

Nella galassia più grande e luminosa dell’universo, le stelle senzienti hanno costruito una società conosciuta da pochi. Non ci sono forme di vita più piccole di una stella in questo luogo, almeno fino a quando Nuvola non esce da un Salto Quantico.

Questo luogo è la dimora ancestrale delle nebulose senzienti, ma Nuvola non riesce a considerarla come una casa. La società che si è sviluppata qui è troppo aliena per lei, anche più di quella umana. Ed il fatto che abbiano cercato di separarla da sua figlia non ha facilitato questa relazione.

-So che vi siete resi conto del mio arrivo. Che senso ha fare finta di non potermi vedere?

La sua domanda non ottiene risposta. In ogni direzione si guardi c’è una distesa di stelle che continuano a brillare come hanno sempre fatto.

-Che cosa avete intenzione di fare? Starvene a guardare come avete sempre fatto? Sì, è il vostro modo di essere: isolarvi dal resto dell’universo. E sapete un’altra cosa? Normalmente mi va bene così. Ma adesso guardate in alto. Per una volta nella vostra vita, per una volta in dieci miliardi di anni, guardate verso l’alto.

 

Un lampo illumina lo spazio intergalattico, una ferita nello spaziotempo che lascia intravedere una microscopica frazione di una battaglia oltre la comprensione.

-Sapete quante volte i mortali hanno combattuto per salvarvi la vita, solo per potersi godere il privilegio di osservarvi la notte? Sapete quante volte hanno giurato sul vostro nome, senza neanche sapere che eravate vive? Una minaccia senza precedenti sta per abbattersi sul cosmo, una battaglia che nemmeno le stelle possono vincere. Ma voi potete fare la differenza. Guardate verso l’alto: i mortali stanno combattendo la vostra battaglia. E’ arrivato il momento di combattere fianco a fianco con chi vi ha solo ammirato da lontano. Soltanto per questa volta, non restate a guardare.

Silenzio. Se Nuvola avesse bisogno di respirare, ora tratterrebbe il fiato.

Le onde radio che trasmettono le sue parole raggiungono le prime stelle, che ne ritrasmettono il significato all’interno della rete di comunicazione iperspaziale che le stelle senzienti usano per comunicare su distanze galattiche.

Ed ancora silenzio. Un altro fulmine illumina l’universo, prima di svanire nel nulla.

-Quasar, dovunque tu sia…mi dispiace. Ho fallito.

Nuvola chiude gli occhi e china il capo. Le lacrime attorno ai suoi occhi si ghiacciano nello spazio, per poi evaporare alla luce del sole che sta sorgendo.

-Un momento. Nessun sole sorge su questa galassia. Non ci sono pianeti e le stelle non…si…muovono…- dice Nuvola, restando a bocca aperta.

Le stelle stanno lasciando la galassia, dirigendosi verso la battaglia. Ad una ad una si sollevano dal piano galattico come una nuvola di lucciole nella notte, in uno spettacolo che nessun mortale potrebbe mai immaginare di osservare.

In tutto l’universo, le stelle senzienti si stanno armando e partendo per la battaglia. Non tutte le galassie ne ospitano una, e non tutte le stelle senzienti decidono di partire. Ma ci sono più di duecento miliardi di galassie nell’universo.

Nuvola osserva la più colossale migrazione che si sia mai vista, ed anche la sua immagine stoica non può impedirle di sorridere.

-Amo vivere in un universo dove una cosa del genere è impossibile.

 

La Stanza Bianca

Essere il Protettore dell’Universo significa entrare a far parte di una tradizione che si perde nella notte dei tempi, da prima della nascita di innumerevoli civiltà ed anche della formazione di tanti pianeti.

Per cinque miliardi di anni, una persona è stata scelta per questo ruolo. Alcuni di loro, pochissimi in realtà, sono riusciti a portare a termine i propri compiti per poi morire come un comune mortale. Quasi tutti sono morti in battaglia. Tutti, nessuno escluso, si trova nella Stanza Bianca.

Quasar non mette piede in questa dimensione metafisica da tantissimo tempo, e sa benissimo perché: gli mette i brividi. Ognuno dei Protettori ha lasciato dietro di sé un fantasma della propria anima, un’ombra luminosa che il passare del tempo non può cancellare.

Quasar si è già ritrovato qui una volta…una delle prime volte in cui è morto. Entra nella Stanza assieme a Makkari e Lara: questi tre sono le uniche persone a mantenere il colore dei propri corpi, mentre tutti gli altri presenti sono completamente bianchi.

-Quindi questo cos’è, il Valhalla dei Protettori? – chiede Makkari.

-Qualcosa del genere. L’ho studiata un po’ quando avevo il potere di Epoch: è più che altro un’estensione della volontà di Eon. Può anche non averlo capito subito, ma si era talmente affezionato ai Protettori da non voler lasciare che morissero completamente. E considerando che cosa era Eon, questo era sufficiente a mantenere viva un’intera dimensione di fantasmi.

-Sarà. Continua a darmi i brividi.

-E lo dici a me? Tu non sei destinato a lasciare che una parte di te passi l’eternità in questo posto. Se non altro, la compagnia non potrebbe essere migliore.

Una figura solitaria si alza in volo, distaccandosi dalla folla indistinta di Protettori provenienti dalle più lontane civiltà aliene. Raggiunge Quasar rapidamente, così tanto che Lara non lo riconosce fino a quando non atterra.

-Oh mio Dio, lei è…

-Capitan Marvel, signora – risponde l’ombra bianca di Mar-Vell.

-Ogni volta in cui penso che tu non mi possa più sorprendere, Quaze, mi freghi. E’ un onore conoscerla, Capitano.

-Tutta la Stanza Bianca sa che cosa hanno realizzato gli attuali Protettori in così poco tempo, quindi l’onore è mio, Makkari di Olympia.

-Lungi da me interrompere qualcuno che mi sta facendo dei complimenti, Capitano, ma è tutto pronto per la trasmissione?

-Naturalmente, Quasar. Il tempo non ha significato qui, quindi non c’è voluto molto per gestire i preparativi.

-Esattamente cosa hai intenzione di fare? – chiede Makkari.

-Prometti di non metterti a ridere. E’ abbastanza ridicolo spiegarlo ad alta voce.

-L’universo sta per essere cancellato, che c’è da ridere?

-La Stanza Bianca esiste grazie all’amore di Eon. Lara può usare il potere di Lady Amore per mettere in comunicazione le Stanze Bianche di tutti gli universi.

-Nota il mio totale autocontrollo nel non scoppiare a riderti in faccia, Quaze, ma è un piano assolutamente ridicolo.

-Potrei farcela…credo – commenta Lara.

-Non è questo il punto, quale sarebbe il messaggio che vuoi mandare? “Fate l’amore e non la guerra”? – scherza Makkari.

-L’esatto opposto, Makkari. Odio ci ha dichiarato guerra: vediamo se ne può gestire più di una allo stesso tempo.

 

Al di là dell’universo

Nessuno conosce la vera origine degli Arcani e degli Infiniti. Il fatto che siano due razze di esseri onnipotenti che abitano lo stesso spazio al di fuori dello spazio farebbe pensare ad un qualche tipo di origine comune, ma sono solo supposizioni.

Qualunque sia la loro origine, nemmeno essi la conoscono. Gli Arcani sono sempre stati e sempre saranno, così come gli Infiniti sono sempre stati e sempre saranno. Nessuno di loro è mai nato e nessuno di loro mai morirà.

Eppure…

Anni fa è successa una cosa impossibile. Un mortale ha lacerato il tessuto della realtà ed ha ottenuto una frazione del potere degli Arcani. Una frazione dell’infinito è pur sempre infinita, e per la prima volta gli Arcani hanno avuto paura. Loro sono sempre stati uguali a se stessi: che cosa avrebbe significato l’introduzione nella loro realtà di un essere diverso? Era una cosa così inconcepibile da far sì che gli Arcani la rigettassero. Anzi, gli Arcani desiderarono persino che non fosse vero. Ed i loro desideri divennero realtà…per un po’.

Ora Owen Reece sta combattendo gli Infiniti. Da solo, sta tenendo a bada degli esseri il cui potere non può essere misurato. Il suo guscio mortale sta andando in frantumi, incapace ormai di intrappolare l’immensità degli Arcani, ma lui non demorde.

Intanto gli Arcani osservano Lord Odio, e pensano. Odio sta seguendo con interesse sadico gli sforzi di Molecola, ormai disinteressato all’immensa guerra inter-universale che il suo esercito sta combattendo.

Gli Arcani non capiscono: il concetto di odio è per loro del tutto incomprensibile. Ma scrutando l’anima di quello strano piccolo essere, gli Arcani vedono qualcosa di nuovo in Owen Reece: il desiderio di sacrificarsi per aiutare gli altri.

E’ un desiderio completamente alieno per gli Arcani. Eppure…eppure è un desiderio che vale la pena studiare.

Fermo” pensa un Arcano, fermando la mano di un Infinito che sta per schiacciare Molecola.

Ci sta attaccando. Dobbiamo distruggerlo” – risponde l’Infinito.

No. Vogliamo studiarlo

Non ci avete mai attaccato finora. Non sapete se potete vincere

Non abbiamo mai voluto aiutare i nostri simili perché non ne avevamo. Molecola è uno di noi adesso. Noi siamo parte di lui adesso. E lui vuole attaccarvi.

Se non si trovasse nel nulla Molecola sarebbe già crollato a terra, esausto. Invece quando il potere inizia a venir meno si ferma, sicuro di dover morire da un momento all’altro.

-Mi dispiace…Marsha…non sono riuscito ad essere un eroe…

La gigantesca mano dell’Infinito si avvicina a Molecola, ma qualcosa lo ferma. Qualcosa di invisibile ma di cui l’Infinito non riesce a liberarsi. Dovrebbe essere qualcosa di incredibile, perché niente e nessuno dovrebbe essere capace di una cosa del genere.

Ma non è la cosa più incredibile a cui Molecola assiste. Non è lo spettacolo di mille miliardi di stelle che si sollevano dall’universo, caricando verso gli Infiniti.

A guidare la loro carica c’è un essere ancora più infinitesimale, una nebulosa senziente in forma di donna umana.

-E’ abbastanza impressionante per te, Odio!?!? – grida Nuvola, mentre il suo esercito attacca in forze gli Infiniti resi indifesi dagli Arcani.

Lord Odio abbozza un sorriso.

-Le cose si fanno interessanti.

 

Il Palazzo Bianco

Ci sono infiniti universi, parecchi dei quali hanno avuto dei Protettori dell’Universo. Ognuno di questi universi ha una Stanza Bianca; fino ad oggi nulla ha collegato queste stanze se non l’aver sostenuto lo stesso peso.

Fino ad oggi. Ora c’è un grande palazzo che contiene tutte le Stanze Bianche, ed in cima ad esso c’è colei che lo ha costruito.

Il suo nome è Epoch ed è poco più di una bambina. Nata con tutti i ricordi ed i poteri del padre, compresa l’inestimabile Coscienza Cosmica, Epoch ha anche ereditato la più grande responsabilità di tutte: proteggere la vita.

In cima al Palazzo Bianco che si erge sulla nuova Dimensione delle Manifestazioni che lei stessa ha ricostruito, Epoch fissa negli occhi il Multiverso.

Lo vede come uno dei Fratelli, avvolto nella sua armatura rossa. Il Fratello è diverso dalle altre entità: il suo è un ruolo passivo, e le altre entità raramente parlano di lui. Che Epoch sappia, solo una volta nella storia recente ha avuto un ruolo attivo. Uno scontro con un altro Fratello in armatura blu, rappresentazione vivente di un altro multiverso incredibilmente simile ma ben distinto.

Il Fratello non può agire direttamente contro Odio, visto che i singoli universi che lo compongono sono in lotta l’uno con l’altro. Ma parlando con lui, Epoch può parlare con tutte quante le entità cosmiche di tutti gli universi.

-Fratelli e sorelle cosmici. Io sono Epoch, Colei Che Attende, figlia di Eon, figlio di Eternità. Alcuni di voi mi conoscono bene, altri non hanno mai sentito parlare di me, e molti altri mi considerano solo una bambina immatura. Voglio che ascoltiate le mie parole e che usiate una frazione della vostra onniscienza per guardare voi stessi. Guardate che cosa vi ha fatto Lord Odio! Guardate come ha ridotto i principi della realtà! Voi, che siete i sovrani degli dei degli dei, impegnati a combattervi l’un l’altro! Cessate per un istante la vostra battaglia, ed udite ciò che dovete sentire!

Il Fratello muove leggermente la testa, come se si fosse appena reso conto che qualcosa di microscopico ha appena emesso un flebile sussurro.

-NON HAI L’AUTORITÀ PER PARLARE A NOI.

La voce del Multiverso scuote il Palazzo Bianco, ed Epoch deve usare gran parte del suo potere per evitare che la sola aura del Fratello lo mandi in frantumi.

-Ma davvero – interviene una voce ancora più infinitesimale, pronunciata persino con onde sonore per quanto è di poca importanza.

-Quasar, che stai facendo? – chiede Epoch preoccupata, assicurandosi che il suo Protettore non cada dal Palazzo Bianco.

-Gioco secondo le vostre regole. E’ sufficiente questa autorità perché tu mi stia ad ascoltare? – domanda Quasar, puntando la Lama del Nulla Infinito verso il volto del Multiverso. Se non fosse fisicamente impossibile, Epoch sarebbe sbiancata in volto.

-Quasar, non puoi minacciare il Multiverso!!!

-PENSI DI POTERMI FERIRE CON UN’ARMA?

-Ottima domanda. Ne ho una migliore: chi di voi ha intenzione di usarla al posto mio?

La sola presenza del Fratello è un vento costante che non smette mai di soffiare. Eppure, in questo piccolo uragano cosmico, nessuno sta parlando.

-Andiamo! Guardatemi! Solo un normale essere umano, mentre voi siete infiniti miliardi di esseri onnipotenti! Non ho una sola possibilità contro nessuno di voi, e lo sapete benissimo! E sapete che quest’arma è l’unica cosa che possa sconfiggere Lord Odio! Quindi, perché non la prendete voi e non andate a salvarvi la vita?

Quasar porge la Lama del Nulla Infinito al Multiverso, ed Epoch si chiede se il suo Protettore non sia impazzito. Ancora peggio, si chiede se non è lei stessa ad essere impazzita perché il Fratello non si sta muovendo.

Il Multiverso ci sta pensando sopra.

-Niente? Immaginavo. Voi dei ed entità siete sempre bravi a sedere sul trono e farvi adorare, ma quando si tratta di sporcarsi le mani tocca sempre a noi poveri mortali, vero? Beh, pessima notizia: questa volta le cose si fanno in modo diverso. Mentre ve ne state nelle vostre piccole dimensioni a giocare a biliardo con le galassie, mentre pontificate sul significato dell’esistenza…ricordatevi ogni dannatissima volta in cui ho salvato l’universo. E poi pensate a questo: se non mi aiutate adesso, la prossima volta non ci sarà un Quasar a salvarvi. Quindi! Cosa hai deciso? Lo facciamo o no questo team-up?

 

Il Fratello si allontana, allargando le braccia. Epoch non crede alla propria Coscienza Cosmica quando vede il Fratello scomporsi pezzo dopo pezzo.

Un vero e proprio esercito di entità cosmiche, rappresentanti tutti gli universi e tutti i concetti, si solleva da ogni piccola parte del Fratello.

-Ecco. Questo dovrebbe tenere impegnato Odio e permettermi di avvicinarmi.

-Quasar?

-Sì?

-Questa è stata la cosa più irresponsabile e pericolosa tu abbia mai fatto. Non puoi capire quanto sono fiera di te.

-Trattieni i ringraziamenti fino a quando avremo salvato il Multiverso…se non l’ho fatto arrabbiare a morte con me.

 

Al di là dell’universo

Lord Odio osserva la battaglia tra gli Infiniti, gli Arcani e le stelle senzienti seduto sul suo trono, con un’espressione imperscrutabile sul volto.

Con il potere del Tribunale Vivente, mettere fine allo scontro sarebbe un gioco troppo semplice. Ha il potere per cancellare tutti i presenti dall’esistenza, certo, ma non può usarlo: sarebbe come prendere posizione. Il Tribunale non l’avrebbe potuto fare e di conseguenza nemmeno lui.

L’unica cosa che potrebbe fare sarebbe ripristinare l’ordine cosmico, ma questo è precisamente ciò che non vuole fare. Parla da solo, perché il suo interlocutore può sentirlo in qualsiasi luogo si trovi.

-Ti faccio notare, Entità Suprema, che non sto prendendo parte attiva alle ostilità. Tuttavia, è mia prerogativa difendere questa corte da qualsiasi attacco…non importa quanto insignificante.

Il semplice movimento di un dito, ed un Infinito obbedisce. Tra le sue mani colossali afferra Nuvola e Molecola, che cercano di liberarsi dalla sua morsa.

-Molecola! Colpiscilo come hai fatto con i suoi simili!

-Già, uhm, a proposito…mi sa che ho finito quel tipo di energia…

-Cosa!?

-Non è colpa mia!!!

-Makkari ora direbbe che avremmo bisogno della cavalleria, qualunque cosa significhi.

Lo spazio oltre lo spazio si lacera, e qualcosa sfonda i confini di questo reame. L’esercito del Multiverso invade questa roccaforte di Odio, investendo come un fiume in piena gli Infiniti che lo custodivano.

Anche l’Infinito che sta trattenendo Nuvola e Molecola sembra impressionato dallo spettacolo. Lo è ancora di più quando una mano in armatura rossa lo afferra per la testa. Il pollice si illumina per un istante, e la testa dell’Infinito si scioglie.

Nuvola e Molecola sono a bocca aperta: Arishem dei Celestiali gli ha appena salvato la vita, e Makkari li sta salutando aggrappato al suo elmo.

-Hey, ragazzi! E’ arrivata la cavalleria!

 

Il campo di battaglia si infiamma subito: Lord Odio porta sul posto il proprio intero esercito con un pensiero, e ad opporsi alla forza d’invasione non sono più solo gli Infiniti. Metà multiverso sta combattendo l’altra metà.

Al centro della forza di invasione, Quasar sta volando assieme ai fantasmi bianchi degli ex Protettori dell’Universo. Tra le sue mani c’è la Lama del Nulla Infinito.

Lord Odio è al centro di tutto questo, seduto sul trono del Tribunale Vivente. Nonostante le indicibili meraviglie che lo accerchiano, è ancora più colossale di quanto ci si possa immaginare.

-Oddio. E’ davvero grosso – commenta Quasar.

-Sarà un bersaglio ancora più facile, allora – lo incoraggia il fantasma di Capitan Marvel.

 

Accerchiato dalla più inimmaginabile delle guerre, Lord Odio sorride.

-Sì. Sì, finalmente! Finalmente!!! – esulta, alzandosi dal trono.

Infiniti universi ed entità lo colpiscono da ogni direzione. Il suo potere non è più sufficiente a proteggerlo del tutto: potrà resistere ancora per poco prima di subire dei danni per colpa di questo attacco.

-Entità Suprema, ascoltami, io sono il Tribunale Vivente! L’ordine cosmico è in rovina, tutti gli universi sono in guerra, e le mie parole non sono ascoltate! Il caos regna sovrano, e seguendo le regole che Tu hai stabilito non posso fermarlo!

-Che sta facendo? Non può seriamente aspettarsi che l’Entità Suprema lo perdoni dopo quello che ha fatto – commenta perplessa Epoch.

-Non lo so, ma non mi piace. Devo assolutamente raggiungerlo prima che finisca qualunque cosa sta cercando di fare – risponde Quasar, concentrando tutto il potere delle Bande Quantiche per accelerare oltre la velocità del pensiero e raggiungere Odio in tempo.

-Per questo io, il Tribunale Vivente, con l’autorità conferitami dall’Entità Suprema, proclamo ora lo Stato di Emergenza Cosmico! La Legge Cosmica è ora sospesa, così come tutte le limitazioni al potere del Tribunale Vivente. Io, Lord Odio, reclamo per me stesso fino alla fine delle ostilità il titolo di Dittatore Assoluto!

Lord Odio allarga le braccia, rilasciando con una singola ondata una parte considerevole del suo potere.

Cento miliardi di universi sono vaporizzati all’istante. Negli universi confinanti si aprono squarci che inghiottono intere galassie. Non c’è punto del multiverso che non risenta dell’attacco iniziale, ed anche all’altro lato dell’esistenza le stelle iniziano a scomparire.

 

Quasar riprende i sensi all’interno dell’universo, versando sangue su un asteroide. Quando alza lo sguardo, preferirebbe non averlo fatto: grosse porzioni di cielo si stanno lacerando da sole, Lord Odio stringe in una mano i corpi di Eternità e della Morte mentre con l’altra si porta alla bocca una manciata di galassie che sta divorando.

-Tutto questo…non può essere reale…

-Non ha importanza. E’ Odio a decidere cosa è reale e cosa no, ora – gli risponde Epoch, o meglio una parte di Epoch: il suo occhio, ricoperto di sangue, che grande come una casa è stato conficcato in un macigno.

-E adesso cosa facciamo? – chiede Molecola, che sta zoppicando verso Quasar appoggiandosi a Makkari – Gli abbiamo mandato contro tutti gli ex Protettori, i Celestiali, le stelle senzienti, gli Arcani e tutte le entità cosmiche di tutti gli universi e non è servito a niente!!!

-Se effettivamente al suo potere è stata tolta ogni limitazione – realizza Nuvola, a cui manca metà faccia e che sta perdendo costantemente gas stellare – Non c’è nulla che possiamo fare per fermarlo.

-No – protesta Quasar – Al Tribunale Vivente è stata tolta ogni limitazione, non ad Odio. Possiamo ancora sconfiggerlo se li separiamo.

-Come!? – chiede Makkari.

-Già. Come?

Odio occupa tutto il cielo, e alle sue spalle non c’è più niente. Non una stella, non una galassia, non una sola scintilla di speranza.

-Makkari, prendi la spada e corri – ordina Quasar, porgendo all’Eterno la Lama del Nulla Infinito.

-Ma…

-Quella spada è l’unica cosa che possa salvare il multiverso, se non è già troppo tardi.

-Oh, è troppo tardi eccome. Questa roccia è l’unica cosa che esiste ancora del vostro universo. Non c’è nulla in ogni direzione, per l’eternità.

-Makkari, forse non è una cattiva idea. Corri – suggerisce a denti stretti anche Molecola.

Mille emozioni contrastanti si succedono nel cuore dell’Eterno, prima che annuisca guardando il proprio amico…ed inizi a correre.

-Ah, questa sarà una bella soddisfazione – si sfrega le mani Odio.

Un lampo di energia disintegra l’asteroide e quel poco di Epoch ad essere sopravvissuto all’attacco iniziale. Il resto della galassia investita dal colpo successivo non può dire lo stesso. Frastornato, Quasar cerca comunque di tenere traccia della posizione di Makkari…e la osserva svanire.

-Quasar, non abbiamo alcuna possibilità. Che facciamo? – chiede Nuvola.

-Combattiamo lo stesso – risponde Quasar.

Nuvola e Molecola volano verso Odio, colpendolo con tutto ciò che hanno…e che purtroppo, dopo tutto quello che hanno passato, non è molto.

Odio allontana Quasar con un dito, come se avesse scacciato un moscerino.

-Aspetta, voglio che tu guardi con molta attenzione.

Con l’altra mano, Odio afferra Nuvola e Molecola. Ma questa volta non ha intenzione di giocare con loro: serra semplicemente il pugno.

Quando lo riapre, dalle dita fuoriescono sangue e gas ionizzato.

Quasar vorrebbe attaccare Odio per vendicare i propri amici, ma le Bande Quantiche non stanno funzionando. Anche la Zona Quantica è stata distrutta, quindi non hanno più alcun potere.

 

Ora Quasar è in mezzo al nulla, privo di poteri, di fronte ad un nemico onnipotente e senza scrupoli.

-Ti ho lasciato per ultimo perché vedessi il tuo fallimento, Quasar. Il Multiverso non c’è più…c’è soltanto ODIO. Niente da dire?

Il volto di Odio è immenso, ed attorno a lui non c’è più niente. Quasar lo fissa negli occhi.

-Fai del tuo peggio.

-Con piacere. Che oscurità sia!

 

 

CONTINUA ?

 

Se il fato vuole che tu perda, fallo lottare lo stesso

William McFee