QUASAR #25

di Fabio Furlanetto

 

IL GRANDE OLTRE

 

                     “Il processo creativo: finale”

 

                             I’m looking for answers from the Great Beyond

 REM

 

E’ il freddo a svegliarlo. La sensazione di qualcosa di freddo e solido sotto di sé, mentre l’ultima cosa che ricordava era di volare. Gli ci volle un attimo per riprendersi, e capire che cosa fosse successo.

L’ultima cosa che Quasar ricordava era di aver combattuto due entità cosmiche…Origine ed Inessere, in perenne lotta per la creazione e la distruzione di super-esseri. Durante la battaglia era stato colpito da entrambi…creato ed in-creato allo stesso istante. E poi nient’altro.

Si guardò attorno. Era ancora sulla Terra…anche se non sapeva dove. Era in una specie di cortile, con alle spalle un cancello chiuso e davanti a sé una casa. Non era mai stato in quel luogo. Non si sentivano macchine lungo la strada, non c’erano persone, non c’era niente che catturasse la sua attenzione. Le Bande Quantiche non rilevavano niente di anomalo…forse il colpo lo aveva semplicemente spedito in un punto qualsiasi della Terra ?

-Epoch ? Riesci a sentirmi ? Niente da fare. Makkari, mi ricevi ? Mak ?

Ancora nessuna risposta. Forse una ricognizione aerea sarebbe bastata. Volò verso l’alto, ma ciò che vide non era quello che si aspettava…infatti non vide nulla. Oltre la casa, oltre il cancello non c’era niente. Volò il più lontano possibile, ma c’era solo una distesa di bianco uniforme. Provò un Salto Quantico, ma arrivò solo in un altro spazio bianco.

-Dove sono finito ? Sembra la Dimensione delle Manifestazioni, ma non rilevo nessuna energia cosmica…non rilevo assolutamente niente. Devo essere in una qualche dimensione parallela. Forse sto sognando, o qualcosa del genere… C’è solo quella casa. Vediamo chi c’è dentro.

Una volta atterrato, vide una porta aprirsi oltre il cortile. Ne uscì un essere umano, probabilmente sulla ventina. Indossava dei pantaloni neri ed una tuta grigia, tenendo le mani in tasca. Portava un paio di occhiali, e sembrava trattenere a stento un sorriso.

 

-Ci abbiamo messo un’eternità ad arrivare a questo punto, quindi tanto vale cominciare.

-Sapevi che sarei venuto ?

-Per forza.

-Beh, mi dispiace essere così brusco, ma se potessi dirmi da che parte sono passato per arrivare qui e come ritornare indietro…

-Ma certo. Sei passato di lì…quel muro, vedi ? – stava indicando il cancello.

-Quale muro ? Non c’è nessun muro lì…

-Il quarto muro, subito oltre l’entrata.

-Che posto è questo ?

-E’ casa mia. Ti dispiace se entriamo ? Inizia a far freddo qui.

-No, grazie…devo soltanto tornare a casa…

-Quanta fretta…non ci vorrà molto.

Erano in una cucina adesso, dove il ragazzo aprì il frigorifero chiedendo a Quasar se voleva qualcosa da bere.

-Un momento…come siamo arrivati qui ? Un attimo fa eravamo fuori…

-Abbiamo già perso abbastanza tempo…ma dopotutto sei l’ospite, quindi se proprio insisti…

 

-Che posto è questo ?

-E’ casa mia. Ti dispiace se entriamo ? Inizia a far freddo qui.

I due entrarono in casa. A sinistra c’era una porta che dava in una specie di studio, mentre davanti a loro c’era una scala. Quasar seguì il suo misterioso padrone di casa, salendo le scale e passando per una sala, dove spense la televisione.

Erano in una cucina adesso, dove il ragazzo aprì il frigorifero chiedendo a Quasar se voleva qualcosa da bere.

 

-Contento ? Ammetterai che è stato piuttosto noioso…

-Come hai fatto ? Io…mi sono ritrovato a salire le scale, ma solo qui in cucina mi sono ricordato di esserci già stato…

-Sì, il risultato non è stato un granché…un po’ confusionario, lo ammetto.

Prese una bottiglia e ne versò il contenuto in due bicchieri, porgendone uno a Quasar. Era un liquido fresco e scuro…ma al suo interno, invece che bollicine c’erano stelle.

-Che cos’è ?

-Un simbolismo. Personalmente li odio, ma pensavo che fosse adatto alla situazione. Bevi, è molto dissentante…

-Okay, penso di aver capito. Tu sei un’altra entità concettuale, o magari una specie di proiezione mentale…

-No, ti assicuro che quello che vedi è un normale essere umano.

-Quello che vedo, forse, ma non quello che sei. Cos’è questo posto ?

-La mia casa…un luogo che mi piace definire il Grande Oltre.

-Oltre che cosa ?

-Beh, effettivamente è un po’ vago…oltre tutto, diciamo.

-Sono in un’altra dimensione ?

-Hhhmm sì, perché no ? Diciamo che siamo nella Dimensione delle Manifestazioni…no, l’ho già usata anche troppo. Il concetto è simile, comunque…questo è un luogo in cui puoi incontrare esseri che non possono entrare nella tua realtà.

-Quindi sei un’entità ? E che cosa rappresenti ?

-Solo me stesso, purtroppo. Letteralmente, in questo caso: chi ti parla è solo un riflesso di qualcos’altro.

-Molto interessante…ma vorrei tornare indietro. Dicevi di sapere che sarei arrivato…

-Non proprio. Ti ho portato io qui.

 

-Quindi sei tu quello di cui parlava Origine ? Quello che le ha assegnato la sua missione ?

-Metaforicamente parlando.

-Come mi hai portato qui ?

-Quante domande…però è quasi divertente. E’ stato semplice: “E’ il freddo a svegliarlo. La sensazione di qualcosa di freddo e solido sotto di sé”…

Quasar era piuttosto seccato. “Questa situazione non mi piace per niente” pensò “vorrei riuscire a capire se si tratta di una minaccia o meno…”

-Oh, non mi preoccuperei troppo di questo se fossi in te. Mi sono preso una piccola pausa…niente minacce per adesso. Lo bevi o no ? Non è mica avvelenato, sai.

-Mi hai letto nel pensiero. Questo conferma la mia ipotesi che tu sia un’entità.

-Sei fissato quanto me con le entità, vero ? Senti se non lo bevi appoggia il bicchiere, prima che mi dimentichi di dire che cosa ne hai fatto.

-Francamente inizio a stancarmi di tutto questo. Puoi riportarmi a casa o no ?

-Certo che posso.

-Allora fallo. Stai cercando di confondermi ?

-Tutt’altro, sto cercando di chiarirti le idee, ma non è facile come sembra. Dimenticavo…il mio nome è Henry.

-Piacere, Quasar. Non riesco a capire se stai cercando ancora di leggere i miei pensieri, ma è chiaro che non rispondi alle mie domande.

-Mi dispiace, ma per fare “sbirro buono-sbirro cattivo” bisogna essere in due. E comunque, se vuoi capire dove ci siamo già incontrati, posso fartelo vedere.

 

Mentre Henry si sedeva sulla sedia davanti al monitor, Quasar osservò la stanza in cui si trovavano…era un piccolo studio, con solo una scrivania, un armadio ed in computer.

-L’hai rifatto, vero ? Mi hai portato qui senza farmi capire come ci sono arrivato…

-Ecco, è iniziato tutto qui. Leggi le parole sullo schermo.

-“Il nero mare dello spazio fu ferito da una piccola scintilla gialla, che crebbe fino a divenire un bagliore accecante. Se fosse stato presente qualcuno per osservare la scena non sarebbe stato in grado di vedere anche la piccola figura umana che ne era emersa a diverse migliaia di chilometri orari”…non capisco. Che cosa significa ? Che ha a che fare con me ?

-Continua a leggere…

-“L’uomo si fermò improvvisamente e si guardò intorno per comprendere dove si trovasse. Non si trattava di un uomo qualsiasi: proveniva da un mondo lontanissimo, invisibile da quella galassia. Era conosciuto per il suo ruolo, il Protettore dell’Universo, più che per il suo nome di Quasar. Era da tempo, ormai, che nessuno lo chiamava con il suo vero nome”…

 

Quasar guardò allibito e confuso Henry, che si limitò a indicare ancora lo schermo un lieve gesto della mano.

-“Controllò con le sue bande quantiche la configurazione energetica di quel settore di spazio e capì di non esservi mai stato. “Qualcosa non va” pensò “Dovevo arrivare nel regno degli Aakon, ma non sono mai stato in questa galassia… Mi ricordo quel Salto…fu appena prima che Epoch mi dicesse di aver previsto la propria morte. Tu che c’entri ?

-L’ho scritto io.

-Vuoi dire…che mi stavi osservando e che hai scritto quello che succedeva ? Anche i miei pensieri ? Ricordo di averlo pensato…

-Temo che tu non capisca. Non ho trascritto quei fatti…li ho scritti.

-Continuo a non capire…

-Credo che tu capisca, invece. Ho creato io quella situazione…ho ideato io il piano dell’Assassino Cosmico, ho ideato io quel Salto sbagliato…ho ideato tutto quello che ti è successo da quel momento in poi.

 

-Se è uno scherzo, non è affatto divertente.

-Certo che non è divertente. La tua vita non deve essere divertente, non è stata ideata per questo. Certo, ogni tanto bisogna smorzare la tensione…

-Che vorresti dire ? Che mi hai creato tu !?

-No, certo che no ! Sono stati Roy e George a crearti, quando eri ancora Marvel Man…

-Così sono stato creato da Roy ed un tizio di nome Henry dirige la mia vita.

-Henry non è il mio nome. E’ solo un modo con cui puoi identificarmi. Questo corpo, questo stesso luogo non sono altro che un modo per interagire. Non potresti neanche lontanamente immaginare la vera forma del luogo da cui provengo, ed io non potrei certo entrare nel tuo universo.

-Come faccio a crederti ? Potresti essere solo un telepate che ha letto i miei pensieri…

-Hhmm…forse è il momento di una piccola dimostrazione.

 

Si sedette davanti allo schermo e lo schermo tornò bianco. Iniziò a scrivere:

“Henry si sedette davanti allo schermo e lo schermo tornò bianco. Iniziò a scrivere, guardando raramente la tastiera. Quasar era decisamente stufo…non vedeva l’ora di lasciare quello strano posto e di tornare a casa. Mentre Henry scriveva, Quasar leggeva le parole sullo schermo e si rendeva conto di pensarle all’istante. Forse quello strano individuo stava controllando la sua mente, costringendolo a pensare quello che scriveva…però anche questa riflessione rispecchiava quello che leggeva sullo schermo ! Cercò di convincersi a non pensare, o a controllare i dati delle Bande Quantiche…ma anche questi pensieri scorrevano sullo schermo…”

 

-Spero di averti convinto, adesso.

-Come hai fatto !? Tu…mi hai fatto pensare quelle cose, lo sento…già altri hanno controllato la mia mente ma nessuno mi aveva fatto pensare con i miei stessi pensieri…

-E’ veramente molto semplice. Questa è la tua realtà…un qualcosa scritto da qualcun altro. Non hai mai avuto un pensiero tuo, non hai mai fatto niente se non perché qualcun altro diceva che lo avresti fatto…la tua vita è in mani altrui.

-Come ci riesci ?

-Proviamo con un esempio…prendi un foglio dall’ultimo cassetto. Vedi questa penna ? Da sola può creare interi universi. Ti faccio vedere…

Disegnò una specie di omino stilizzato.

-Voilà, abbiamo appena creato un essere vivente. Mi dispiace per la rozzezza, ma sono proprio negato nel disegno.

-Quello è solo un disegno…un insieme di linee.

-Questo è un mondo a due dimensioni. Puoi disegnare qualsiasi cosa su quel foglio, e l’uomo al suo interno lo vedrà come il proprio universo.

 

-Ma è ridicolo ! Quel disegno non è vivo.

-E’ una metafora. Considera il tuo universo come a due dimensioni. Pensa di essere l’uomo nel disegno. Tutto ciò che puoi vedere è il foglio…il nostro mondo sarà sempre troppo oltre per lui. Il tuo universo ha tre dimensioni spaziali, ma il luogo da dove provengo ne ha altre tre ! E’ superiore in scala al tuo.

-E tu hai creato il mio Universo ?

-No, certo che no. Per citare Grant, vivi in un mondo creato da un comitato. C’è chi ci definisce i Creatori. Noi siamo superiori in scala…possiamo fare quello che vogliamo del tuo piccolo foglio di carta. Pensa a noi come a degli scrittori. Ognuno dà un piccolo contributo alla storia generale. Per facilitare la nostra memoria, creiamo degli artefatti che, dal nostro punto di vista, sono più solidi. Noi osserviamo questi artefatti, dato che la tua realtà è un qualcosa di puramente astratto per noi. Una specie di promemoria visivo.

-Mi riesce difficile pensare che voi Creatori scriviate ogni singolo momento della vita di ogni abitante dell’Universo…

-Perché non è così. Prendi la Terra…pensi sia un caso che tutti i super-umani del pianeta siano in America ? Che interesse avremmo a scrivere il resto ? Sono i super-esseri ad interessarci. Pensi che scriviamo di tutto l’Universo ? Il tuo caro Universo non esiste. Esistono solo un insieme di luoghi la cui posizione è solo vagamente immaginata.

-Cosa !? Io sono stato in altre Galassie…vuoi dire che non esistevano ?

-Certo che esistevano ! Ma non c’è una continuità tra un luogo ed un altro. Se non è vero, prova a dirmi dove si trova il regno degli Aakon.

-Io…- aveva la risposta pronta…solo che non c’era risposta. Gli occhi di Henry si fecero sempre più insistenti.

-Mi muovo tramite dei Salti Quantici…non ho bisogno di sapere la strada…

-Buon tentativo di evitare la domanda. Te ne faccio un’altra: perché stavi andando là ?

-Dovevo fermare una rivolta…

-Lo so, l’ho scritto io. Che rivolta ? Come lo avevi saputo ? Com’è andata a finire ?

-Io…io…

-Non lo sai, vero ? Certo che non lo sai: non l’ho scritto. E sai perché non l’ho scritto ? Perché non importava a nessuno. Ho inserito quel passaggio semplicemente perché era verosimile che tu avessi qualcosa da fare.

-Quindi io penso e faccio solo ed esclusivamente quello che scrivi ? Da sempre ?

-Beh, quello che scrivono i Creatori che si occupano di te.

-Anche prima che diventassi un super-eroe ?

-Naturalmente no. Tu non esistevi, prima di essere un super-eroe.

-Ma i primi anni della mia vita…

-…non esistono. Tu sei stato creato come Marvel Man, agente dello SHIELD per una squadra segreta di super-agenti. Poi sei diventato Capo della Sicurezza al Progetto Pegasus, e sei partito per lo spazio. Solo allora hai iniziato ad avere una vita passata, anzi solo degli sprazzi di vita.

-Come posso essere stato creato da adulto ? Prima io…

-Come te lo devo dire ? Prima tu non esistevi. Sei stato creato già adulto, ed in seguito abbiamo creato il tuo passato nello SHIELD. Non ci credi ? Allora rispondi ad una semplice domanda: quand’è il tuo compleanno ?

 

-Stai scherzando ?

-Quand’è il tuo compleanno ?

-Non era questo che…

-Non lo sai, vero ? Quanti anni hai ? Quand’è stata l’ultima volta che hai mangiato una pizza ? Che cosa hai sognato ieri notte? –Io non…

-Come si chiamava tua nonna ? Che lavoro fa tua sorella ? E’ destra o mancina ?

-Non capisco cosa…

-Puoi rispondere ad una sola di queste domande ?

-E’ ridicolo ! Certo che so quand’è il mio compleanno ! E’ il…il…

-E’ in Marzo.

-Vedi che ho un compleanno ?

-Che giorno ?

-E’ di…cioè, è un…aspetta…io…

-Non lo sai. Nessuno ha mai scritto quand’è il tuo compleanno perché il tempo non esiste nel tuo universo. Sai solo il mese perché l’ho appena “scritto”. Il tempo per te non esiste. Posso leggere una “storia” su di te “scritta” tempo fa, e mentre la leggo tu rivivi quel momento. Ricorda che sto usando dei termini a te comprensibili…non potresti mai capire il processo attraverso il quale creiamo. Se scrivessi che giorno è il tuo compleanno, il tempo inizierebbe a passare nel tuo universo perché la successione dei compleanni lo scandirebbe.

 

Quasar lo stava ascoltando, ma non era veramente lì. Stava cercando di ricordare il suo compleanno…ma non ricordava niente. Non lo aveva mai festeggiato. Non ricordava la sua infanzia, ma nemmeno cosa aveva fatto negli ultimi anni… ricordava solo i suoi viaggi, le sue battaglie…anzi, nemmeno i viaggi. Ricordava solo partenze ed arrivi. Una serie di avvenimenti che non hanno una continuità tra di loro. E non gli era mai sembrato che dovessero avercela…

-Vuoi altri esempi ? Pensa a quando Thanos ha conquistato il potere di Galactus. Avresti dovuto intervenire, giusto ? E perché non l’hai fatto ? Epoch ti disse che era per ordine di Eternità. “Così vogliono poteri superiori”, ti disse…ma ero stato io a scriverlo. In realtà, i Creatori che scrissero la storia di Thanos mi chiesero di lasciarti da parte. E tu non pensasti nemmeno che questo non fosse in linea con il tuo passato. Pensaci: le tue avventure sono sempre state isolate, tranne che con i Vendicatori ed in poche altre occasioni. E tutto questo perché altri Creatori scrivevano di te con loro…se non l’avessero voluto, tu non ci saresti stato.

-No…no ! Stai mentendo ! Ho incontrato esseri superiori…il Tribunale Vivente, ad esempio ! Nessuno di loro mi ha mai parlato di te ! Se crei gli universi, perché il Tribunale non ti ferma ?

-Perché anche il Tribunale è niente in confronto ai Creatori…non può nemmeno immaginare la nostra esistenza.

-E l’entità suprema ? Il capo del Tribunale ?

-Non c’è nessuna entità suprema, Quasar…è solo un espediente per risolvere alcune idee e per evitare alcune complicazioni.

-Ed Origine ? Se crea i super-eroi…

-Origine non è altro che un nostro riflesso…ci diverte vedere dei nostri riflessi nel tuo universo. Ci aiuta a pensare che forse siamo più simili di quanto non pensiamo…che la vostra esistenza non sia così astratta come a volte ci sembra.

-Dici di poter scrivere tutto quello che vuoi del mio mondo…allora perché ti rifiuti di portarmi a casa ?

-Io non mi rifiuto affatto…tornerai a casa quando la storia sarà finita.

 

-Storia ? Quale storia ?

-Quella in cui siamo. Non hai ancora capito, mi sa. Hai sempre vissuto in storie…chiamiamoli “episodi”. Vedi, i Creatori non sono altro che una minoranza. Noi scriviamo…e non dimenticarti che queste sono solo metafore…mentre altri leggono. I Creatori scrivono per intrattenere i lettori…ed in un modo che tu non puoi capire, loro ci retribuiscono per questo nostro servizio. Le avventure li appassionano…il dramma li interessa…le situazioni assurde li divertono. Il tuo universo è una specie di luna-park per noi. Gli episodi fanno parte di…chiamiamole “serie”, perché no…ed ogni serie si concentra su una singola persona, o su un gruppo. Per questo interagite con altre persone, di ruolo minore, e combattete contro i criminali.

-L’Universo è solo…una lettura di piacere, quindi.

-Esattamente. In questo stesso momento, per come concepiamo il tempo dato che per te non esiste, loro ci stanno leggendo. Vedo dal tuo sguardo che inizi a capire la verità…ah, come vorrei che Mike fosse qui. Era entusiasta di questa idea.

-E quindi ogni Creatore è assegnato ad un eroe ?

-Certamente, ma non ad uno solo. Capita che una persona non sia scritta per lunghi periodi…periodi in cui non esiste nel presente, ma esiste nel passato. Leggendo gli “episodi” passati, rivivrà quei momenti. E’ successo anche a te…non sei stato scritto per moltissimo tempo, fino a quando non ho deciso che avevi ancora molto da dire. Ho scritto anche Thor e Capitan Marvel…non è affatto un caso che vi siate incontrati, quindi.

-Mi rifiuto di credere che l’universo sia scritto da persone diverse…

-Dio non gioca a dadi, ma noi decisamente sì. Cerchiamo di dare una continuità alle storie, sempre per avere l’illusione che il tempo esista e che voi pensiate con la vostra testa. Cerchiamo di essere il più fedeli possibile al vostro modo di pensare. Ma nonostante questo, anche se siete in qualche modo reali, il nostro potere su di voi può superare anche questo. Ciò che un Creatore crea, un altro lo può distruggere o modificare…la vostra realtà è fluida, ed il suo fluire convince noi e voi della sua ipotetica stabilità. Un modo complicato per dire che più le cose cambiano, più restano uguali.

 

-Credo di cominciare a capire. Quindi sei stato tu ad inventare il piano di Kronos…

-Esattamente. Mi ha sempre affascinato…e pensavo meritasse qualcosa di più.

-Qualcosa di più !? Gli hai fatto uccidere Epoch ! Avrebbe potuto uccidere l’intero universo solo per fare del bene, ed è stato condannato a morte ! Ti sembra divertente tutto questo !?

-Certo che lo era. Kronos sarà anche morto, ma prima o poi qualcuno lo riporterà in vita ! Nel tuo universo, nessuno si fa male sul serio, nessuno resta morto per sempre, tutto ritorna sempre come prima !

-Ma è mostruoso ! Portate ciclicamente il nostro universo verso la catastrofe solo per divertirvi !? Non c’è nessuno scopo, allora ? Allora non è vero che l’umanità ha un ruolo cruciale nell’universo…

-Un Creatore molto più bravo di me ha detto che l’opera di una generazione non può durare per sempre. Ma dato che per voi il tempo non esiste, la vostra opera può essere ampliata e sfruttata all’infinito.

-Quindi non siamo…niente…

-Non te la prendere. Poteva andarti peggio…potevi non essere mai stato creato, o potevi essere considerato stupido ed essere distrutto…così.

Prese il foglio di carta con disegnato l’uomo e lo stracciò, gettandolo in un cestino sotto la scrivania.

 

-Non è il caso di disperarsi. Quando la storia sarà finita ritornerai al tuo universo e non ricorderai niente.

-Perché ?

-Perché non sarebbe plausibile. Se tu sapessi di noi, ti affideresti al nostro potere per salvarti…e non saresti più credibile. Inoltre, è una tradizione. Gli altri che hanno saputo la verità hanno dovuto dimenticarla.

-Ce ne sono stati altri ?

-Ti ho già parlato di Grant…il suo lavoro mi ha ispirato molto. Ma lui decise di presentarsi a Buddy come un creatore di fumetti… una metafora tutt’altro che stupida della natura dei Creatori. Ma forse ti interesserà sapere che anche qualcuno che conosci era a conoscenza della verità…She-Hulk.

-Che cosa !?

-Ovvio che tu non lo sappia. Negli “episodi” della “serie” in cui lo sapeva tu non sei mai apparso. John si divertì molto a giocare con il concetto, ed in effetti non si può negare che abbia fatto un buon lavoro. Una volta finito, She-Hulk dovette dimenticare tutto. Ma John può essere utile anche per farti capire la nostra relazione con i “lettori”. Il lavoro di John sulla vita dell’Uomo Ragno non fu vista bene dai “lettori”, ed un altro Creatore gli dovette subentrare. Forse ti interesserà sapere che anche John ti ha “scritto”…in particolare quando affondò Idro-Base.

-Ma se voi avete creato tutti gli universi, chi ha creato voi ?

-Beh, la persona con cui stai parlando è stata creata dal tuo Creatore, ed è solo una manifestazione…io non posso entrare nel tuo universo più di quanto tu non possa entrare in quel foglio di carta. Posso soltanto creare un universo abbastanza simile al tuo perché tu ci possa sopravvivere, ed usare un personaggio che parli per me. Per quanto riguarda la nostra origine…nessuno lo sa. A creare il tuo particolare universo furono Stanley e Jacob…partendo da un universo persino più atavico. Prima dei creatori di quell’universo originale, Joe e Jerry, nessuno osa immaginare che cosa ci fosse. Personalmente non vorrei vivere in una realtà senza questo tipo di creazione.

-Tutto ciò che si conosce è stato creato da due chiamati Joe e Jerry !?!?

-Non sono certo famosi per i loro nomi.

 

-E chi ha scritto me ?

-Soprattutto Mark. Se non fosse stato per lui, saresti stato solamente un personaggio di poco conto, poco più di una comparsa. Devi quasi tutto a quel Creatore…è grazie a lui che sei quello che sei. E’ grazie a lui che io scrivo di te…si può tranquillamente dire che, senza Mark, tu ora non esisteresti.

-Vorrei poterlo incontrare.

-E’ impossibile. E’ morto.

-Cosa !? Credevo foste oltre la morte…

-Lo siamo…ricordati che sto semplicemente usando delle metafore.

-Ma hai detto che prima o poi tutti tornano in vita…

-Nel tuo universo, certo. I Creatori hanno una grande limitazione…non possono niente contro i propri simili. Per voi siamo degli dei, ma tra di noi siamo come esseri umani. Prova a pensare…ti basta stracciare un foglio per uccidere quell’omino stilizzato, ma senza Bande Quantiche non puoi fare nulla contro i tuoi simili.

-E’ per questo che avete creato l’Universo ? Per poter sfruttare i vostri poteri ?

-A meno che tu non intenda a livello inconscio, no. Il tuo mondo è molto più interessante del nostro…eroi, criminali, alieni, entità cosmiche…niente di tutto ciò ha un analogo nel nostro mondo. La nostra esistenza è molto più banale.

 

-Siamo uno svago…un modo per far passare il tempo.

-In un certo senso.

-Non ci credo.

-Come scusa ?

-Sei molto bravo, sai ? Sono quasi orgoglioso che tu mi scriva…ma ti sei fregato. Credo che tu debba ancora dirmi perché mi hai portato qui.

-Invece te l’ho detto. Mi sembrava una buona idea.

-Hai detto che la mia vita non esiste se non quando la scrivi, che ogni mio pensiero ed azione è ideata e messa in pratica da te.

-Vedo che inizi ad accettare la cosa.

-Quindi tutto ciò che ho detto e pensato è stato scritto da te.

-Esattamente. Dove vuoi arrivare ?

-Il solo fatto che tu mi ponga questa domanda mi fa capire che ho ragione. Perché chiedermi cosa voglio dire se sei tu a parlare ? Tu mi hai portato qui per un motivo, ma non vuoi ammetterlo…

-Sì, questo mi dimostra che sei pronto per sapere il finale della storia. Ho omesso di dirti una cosa, Quasar. Che nel mio mondo, Creatori e “lettori” sono una minoranza. Spesso siamo considerati male solo perché lo facciamo, e perché crediamo che voi siate veri. Tremendo, vero ? I tuoi dei sono solo un gruppo ristretto di emarginati.

-Ma siete comunque molto potenti ed importanti…

-Solo tra di noi. Io ero un lettore prima, Quasar. Vedi, tu non sei stato creato nell’universo in cui vivi, ma in un altro. Ora ti trovi in un universo gestito da pochi Creatori…  La beffa definitiva, vero ? Ho scritto un capolavoro con la tua vita, ma probabilmente non lo leggerà nessuno.

-A parte il fatto che hai una bella tendenza all’egocentrismo, non hai detto che i Creatori muoiono molto prima di noi ? Che le nostre storie sopravvivono molto più di voi ?

-E con questo ?

-Mi hai portato qui come esercizio di psicanalisi. Cerchi un motivo per continuare a scrivere.

 

-Qualcosa del genere, anche se non è niente di così radicale. Questo è il venticinquesimo episodio che scrivo su di te, Quasar. Fin dai tempi di Stanley, questa è una tappa importante. Dimmi…c’è un motivo per cui continuare a scrivere ?

-Devo prima sapere una cosa.

-Dimmi.

-Perché scrivete di noi ? Perché vi affasciniamo ?

-Perché, anche se insulsi rispetto a noi per la vostra inferiorità di scala, siete migliori di noi. Voi siete degli eroi…noi dei semplici esseri viventi.

-Perché io ? Anche io sono solo un essere umano !!

-Per due motivi. In parte perché, essendo abituato a trattare con esseri astratti ed onnipotenti, sei il più adatto a comprendere le mie parole. Ma soprattutto per la nostra affinità di carattere. Come te, non sono mai sicuro di cosa faccio…come te, non sono mai del tutto sicuro di aver preso la decisione giusta.

-Io sono riuscito a farmene una ragione…grazie a te, suppongo. Se io posso continuare a fare l’eroe, tu puoi continuare a scrivere.

-Ma tu sei solo un personaggio immaginario !

-Se anche un solo lettore leggerà ciò che scrivi…ciò che scrivono tutti i Creatori…allora forse imparerete qualcosa da noi, ed anche tra di voi ci saranno eroi. O altrimenti, se anche uno solo di loro deciderà di scrivere, creerà un nuovo universo… e forse avrete un’altra speranza.

-E se così non fosse ? Se fosse tutto veramente inutile ?

-Beh, allora diciamo che almeno vi sarete divertiti.

Henry sorrise. E quel sorriso era la prova che, dopotutto, ne era valsa la pena.

 

-Hai ragione. Basta con queste riflessioni esistenziali…non sono mai state il mio genere. Credo sia ora di rimandarti a casa, adesso.

-Dovrò dimenticare questo incontro ?

-Temo proprio di sì.

-Gli altri dovrebbero sapere…dovrebbero sapere che la loro esistenza ha uno scopo, anche quando sembra che il mondo gli cada addosso.

-Se lo sapessero, non varrebbe la pena far cadere il mondo. Ma credo che, in fondo, abbiate sempre saputo la verità.

-Forse perché, in fondo, volevate farcela conoscere.

-Sono molto contento di questo incontro, Quasar. Vorrei tanto farti sapere se questa storia piacerà o meno. Probabilmente hai ragione…forse il solo fatto di scrivere ha un valore intrinseco.

-Non potresti almeno…ecco…rendermi la vita un po’ più facile, nelle prossime storie ?

-Temo proprio che il peggio debba ancora arrivare, Quasar…potrei inventarmi qualcosa in questo senso, ma non posso svelartelo…rovinerei la sorpresa.

-E’ stato un piacere incontrarti, Henry. Paradossalmente, sapere di essere solo un prodotto dell’immaginazione altrui mi ha dato uno strano senso di completezza.

-Torna a casa adesso, Quasar. Ci rivedremo tra altri venticinque numeri.

Henry indicò lo schermo e Quasar scomparve. Lo schermo si spense ed Henry guardò verso l’alto.

 

-Come sono andato, Fabian ?

Gli rispose una voce dall’alto…da molto più in alto, oltre l’orizzonte del foglio su cui era stato creato Henry.

-Sei stato molto bravo, Henry…mi dispiace non averlo potuto incontrare di persona. Immagino che, essendo noi due la stessa entità, l’abbia incontrato comunque.

-Fabian ?

-Sì ?

-Stavo pensando a quello che ha detto Quasar. Anche io sono solo un prodotto dell’immaginazione…una tua creazione. Dovrò dimenticare anche io quello che è successo ?

-Non preoccuparti, Henry…probabilmente ti userò ancora in un’altra storia. Saluta i lettori, prima di svanire.

 

Le dita di Fabian scrissero le ultime frasi sullo schermo, mentre il piccolo universo di Henry scomparve definitivamente. La storia era conclusa, ormai…e poté scrivere la parola FINE.

Guardò per un attimo lo schermo. Quelle parole avevano dato un altro attimo ad un piccolo universo. Un universo che, solo ora riusciva a comprendere appieno, era molto più grande di qualsiasi altro.

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Fabian si sgranchì le dita, si mise comodo sulla sedia ed iniziò un’altra storia.