#83

di Fabio Furlanetto

 

La strada dell’inferno…

 

Zona Quantica

In una stanza gialla dalle soffuse luci gialle, una donna conosciuta solamente come Agente Tre-Sei-Zero è in piedi sull’attenti nella propria uniforme SWORD.

Davanti a lei, sotto uno schermo che mostra un’immagine dell’entità cosmica Epoch, ci sono due delle persone più particolari del suo mondo… Quasar e Molecola.

-Sono molto deluso, Tre. Credevo avessimo un accordo – inizia Quasar.

La donna non risponde, continuando a guardare dritto davanti a sé.

-D’altra parte, la colpa è in gran parte mia.  Avrei dovuto tenerti d’occhio, ma con tutto quello che è successo ultimamente… in ogni caso, la tua missione suicida nello spazio di Caradia è intollerabile. Avresti potuto facilmente far scoppiare una guerra intergalattica.

-Con tutto il rispetto, Quasar, l’ho evitata.

-Con tutto il rispetto, non mi prenda per il culo. Epoch mi ha informato di non poter leggere la sua mente senza rischiare di ucciderla… un’altra conseguenza molto conveniente della sua triste storia d’infanzia, sempre che sia vera… ma ho un quadro sufficiente. Proverei a spiegarle i danni che causerebbe introducendo la tecnologia quantica sulla Terra, ma chissà perché credo sarebbero parole sprecate.

-Sono pienamente d’accordo, signore. Saltiamo la morale e passiamo direttamente alla mia punizione, se non le dispiace.

I due Protettori si scambiano un’occhiata di sospetto, alla quale l’ex supercriminale risponde con un’alzata di spalle.

-D’accordo. E’ chiaro che tenerti qui è molto più pericoloso che rimandarti sulla Terra, anche se le informazioni che potrai passare allo SWORD sono scarse. Ovviamente il vostro programma di spionaggio continuo su Molecola sarà interrotto immediatamente… ed anche se non posso impedirti di comunicare ai tuoi superiori la sua possessione da parte di Maelstrom, ti avverto: provate a torcere un solo capello a lui o a Marsha, e distruggerò personalmente ogni vostra capacità di azione. Ci siamo capiti ?

La donna aspetta qualche secondo prima di rispondere. Più che preoccupata, sembra soppesare bene le parole.

-Sono sorpresa, Quasar. Mi aspettavo distruggesse lo SWORD adesso.

-Che mi piaccia o meno, Tre, voi mi tornate comodo. Nel caso non potessi intervenire nell’eventualità di un’altra invasione, so che la Terra è in buone mani. Tuttavia… i servizi segreti terrestri combinano già abbastanza guai sul proprio pianeta, e farò il possibile per evitare che ne roviniate altri.

-Prenderemo misure particolari per assicurare la nostra privacy sul pianeta – interviene Molecola – Vi daremo i mezzi per contattarci in caso di problemi, ma saremo sempre noi a trovare voi… mai viceversa.

-Le sono chiare le conseguenze di queste decisioni ? Non desidera appellarsi ? – chiede Quasar.

-No… confido nella saggezza dei possenti guardiani del cosmo – risponde la donna con sarcasmo.

-Makkari la riporterà a casa – risponde Quasar, evidentemente non divertito.

Quando la donna sbatte i tacchi ed esce dalla stanza, Quasar si rilassa e si rivolge all’amico e compagno di squadra.

-Che spreco. Continuo a pensare che avremmo potuto sfruttare quella determinazione. Mi ricorda molto Lyas.

-A me ricorda molto di più te, Wendell.

-Owen… avremo fatto la cosa giusta ? E’ una donna molto capace, non vorrei essermi appena creato un nemico.

-Come ho detto… siete molto simili. Forse anche lei tornerà in sé. E poi, seriamente… cosa potrebbe farci ?

 

Uscita dalla stanza, Tre-Sei-Zero vede Makkari chiacchierare con le compagne dei suoi due giudici… Lara Winters e Marsha Rosemberg. Appena prima che cali il silenzio per la sua entrata in scena, si toglie il guanto che copre la sua mano sinistra artificiale.

-Immaginavo non vi sareste perse il momento. Dove sono Nuvola e Mr.S ?

-Stanno lavorando. Pronta ad andare ? – chiede l’Eterno.

-Solo un secondo. Volevo… scusarmi per aver coinvolto dei civili nella mia azione. Nessun rancore ? – chiede l’agente allungando la sinistra per farsela stringere.

I presenti sono un po’ sorpresi dall’atteggiamento della donna, e forse in minima parte si pentono di averla giudicata così rapidamente.

-Nessun rancore. Spero di rivederti – risponde sorridendo Lara.

-Grazie per aver badato al mio Owen, anche se…a modo tuo – risponde Marsha, rispondendo alla stretta che dura un po’ più della precedente.

Makkari cerca di dire qualcosa, ma Tre-Sei-Zero lo interrompe mentre si rimette il guanto.

-D’altra parte sappiate che nel caso divulgaste informazioni riguardo la mia missione Cosmic Top Secret, sareste tutti perseguibili penalmente.

Makkari alza gli occhi al cielo, e c’è un accecante lampo di luce gialla. Un millesimo di secondo dopo, i due si trovano sulla Terra.

-Washington, D.C. – chiarisce l’immortale – Nel caso voleste contattarci, la frequenza per il più vicino sistema d’allarme è di 2.97 terahertz. Sarei più che felice di confrontare i nostri appunti sulle abitudini sociali degli altri pianeti…

-La mia punizione non è ancora finita ? – chiede Tre-Sei-Zero, ancora sull’attenti.

-No, ma per fortuna forse la mia sì – risponde Makkari, scomparendo in un Salto Quantico.

E’ ancora notte nella capitale, quindi nessuno può notare la curiosa uniforme verde della donna. E nessuno può notare il mezzo sorriso che non riesce più a contenere.

Porta il polso della mano sinistra vicino alla bocca, azionando un meccanismo nascosto prima di parlare.

-Richiesta di accesso al canale delta-quattro. Codice d’accesso “Herbert George Wells”.

*Utente connesso* - risponde una voce elettronica.

-Agente Speciale Tre-Sei-Zero a quartier generale: la missione è stata un completo successo. Attendo ulteriori istruzioni.

 

A 35 milioni di anni-luce di distanza

La chiamano la Galassia Morta per una ragione molto semplice… chiunque ne oltrepassi i confini, muore all’istante.

A testimonianza degli infiniti tentativi di invasione, i suoi confini sono un cimitero di navi da guerra delle ere più disparate, conservate in perfetto stato dal vuoto spaziale.

Centinaia di milioni di stelle creano nuovi pianeti ad ogni generazione stellare, ed il potenziale per la vita è sempre presente... su alcuni mondi, le forme di vita non solo nascono ma fanno anche in tempo ad evolversi prima di morire spontaneamente.

Conquistatori, archeologi ed avventurieri si chiedono da sempre cosa ci sia dietro la causa di questo mistero… nessuno ricorda più la grande civiltà che l’abitava innumerevoli millenni fa. Il suo nome è perso tra le ere, così come tutta la sua cultura.

Nessuno ricorda che, un tempo, questa intera galassia adorava un solo dio, conosciuto come “colui-che-cammina-tra-la-vita-e-la-morte-come-un-colosso” ed in epoca più tarda come semplicemente “colui-che-cammina”… Walker, dio supremo della morte.

Una sola persona ricorda il giorno in cui un’intera galassia donò la propria vita in sacrificio a questo dio...

 

In uno dei molti mondi morti, Walker siede sul proprio trono di ossa quando nell’aria stantia avverte qualcosa di cui aveva quasi dimenticato l’esistenza… un essere vivente.

Espande la sua mente. Una flotta di navi di Caradia si è fermata a poca distanza dai confini della Galassia Morta, lanciando una piccola nave.

-Chi non muore si rivede… il grande Imperatore Divino ha deciso di onorarmi con una ispezione a sorpresa…

Una nave appare nel cielo del pianeta, iniziando una lenta discesa. Walker prende forma umanoide, avvicinandosi al punto di atterraggio. Solo quando la nave appoggia sulla strada di ossa, frantumandola, si rende conto della sua taglia… ricorda di aver visto città più piccole.

Il portellone si apre, ed il Supremo Imperatore Divino della Federazione Imperiale di Caradia fa il suo trionfale ingresso nella propria armatura cerimoniale. Walker trattiene un sorriso, divertito da quanto la sua vecchia conoscenza sia sempre così pomposa.

-Walker. Non dai mai una ripulita a questo posto ? – chiede l’immortale, camminando sui teschi.

-Mi piace l’atmosfera. Sai che non ho l’abitudine di contare gli anni, ma so quanto ti diverti a sottolineare quanto sei vecchio… in altre parole, da quanto non ci si vede ?

-Credo qualche migliaio o milione di anni. Vogliamo spostarci nella tua sala del trono ?

-Perché, vuoi un po’ di privacy ? – chiede Walker, alzando le braccia.

Il silenzio del pianeta morto è assoluto e onnipresente. Se avesse una bocca, Helicon adesso la storcerebbe.

-Ho sempre tollerato la tua mancanza di rispetto per la mia autorità, Walker, perché ho sempre visto in te uno spirito affine. Detto questo…stai molto attento a non superare il limite.

Walker stringe i denti, fissando negli occhi l’Imperatore…ed annuendo.

-Chiedo scusa. Il trono è da questa parte, come sempre.

Mentre i due regnanti camminano, Helicon si guarda intorno per ricordarsi meglio questo pianeta. Si stanca presto, però, dato che la città morta è identica in qualunque direzione provi a guardare, ed incredibilmente noiosa.

-Hai fatto un discreto lavoro con questa galassia, Walker…anche se un po’ rudimentale. Sono compiaciuto.

-I tuoi esseri viventi si avvicinano troppo, di questi tempi. Se continuano a infastidirmi sarò costretto ad uccidere anche loro…

-Sappiamo entrambi che sei troppo intelligente per fare una cosa così stupida, Walker. Puoi sterminare intere galassie, ma non ti metteresti mai direttamente contro di me finché ho il Grande Vuoto.

-Hhmm. Questa non è una visita di cortesia…vuoi qualcosa, vero ?

-Solo riscuotere un favore, Walker, nient’altro. Ricordi il nostro primo incontro, ere fa ? Ti chiesi se conoscevi un essere chiamato Eon… l’entità protettrice della vita…

-Un insulto vivente alla sacralità della morte !!!

Con una singola ondata di energia, Walker rade al suolo la sua stessa capitale… mentre la sua energia non causa il minimo danno all’immortale Helicon, che si limita ad osservare colpito l’onda d’urto che si espande e distrugge necropoli su necropoli.

-Impressionante. Comunque… il nostro patto esigeva che io ti aiutassi a mantenere stabile il controllo assoluto sulla Galassia Morta, ed in cambio tu avresti ucciso chiunque cercasse di usare il tuo spazio come zona di passaggio per invadere Caradia.

-Che cosa c’entra questo con Eon !? E’ morto da tempo ! Il nostro patto è completo e stabile…

-Naturalmente. Eppure… devi ancora conquistare l’amore della Morte che desideri da un’eternità. Immagina se tu inferissi un colpo mortale ad uno dei suoi peggiori nemici…

-So dove vuoi andare a parare, Helicon, e la mia risposta è no. Epoch non può essere uccisa permanentemente se non tramite un editto del Tribunale Vivente, un’autorità che nemmeno tu sei in grado di controllare.

-Per il momento, Walker, solo per il momento. Non mi riferivo a Colei Che Attende, però. Mi riferivo a qualcuno di un po’ meno…astratto.

Helicon mette un braccio attorno al collo del dio della morte, avvicinandosi come a un amico di lunga data.

-Dimmi, Walker, hai mai sentito parlare di qualcuno chiamato Quasar ?

 

Zona Quantica

All’interno della Struttura, Nuvola si avvicina all’entrata della Sala Riunioni ed avvicina una mano al pulsante per aprirne la porta, quando qualcosa la ferma prima ancora che il suono l’abbia raggiunta:

-Aspetta ! – ha infatti urlato Makkari.

-Abbiamo una riunione della massima importanza; non può aspettare ? – chiede la nebulosa seminuda.

-Lo so, ma è da un po’ che volevo parlarti in privato e con tutto quello che è successo…

-Se vuoi chiedermi della mia gravidanza, procede stabilmente. Il feto stellare ha raggiunto le 10 masse gioviane, dovrebbe iniziare a fondere il deuterio entro…

-Non per essere scortese, Nuvola… e sono ottime notizie, qualunque cosa tu abbia detto… ma volevo parlare un attimo di come Quasar sta gestendo questa situazione.

-Temo di non capire di cosa tu stia parlando, Makkari. Lasciare ai Giovani Dei la gestione della rivolta Kree mentre noi pensiamo ad evitare un conflitto Shi’ar-Caradia mi sembra una soluzione piuttosto logica.

-Forse, ma rifiutarsi di chiedere aiuto alla Guardia dell’Infinito ? O ai Vendicatori, o a chiunque altro ? Penso ci ricordiamo tutti cosa è successo l’ultima volta in cui Quasar si è messo a tramare di nascosto… in effetti, è stata la causa di tutto questo disastro…

-Non credo che Quasar aspiri a ridiventare un dio.

-Sempre che abbia smesso di esserlo, Nuvola…

 

Dall’altra parte della porta, Molecola è già seduto al tavolo delle riunioni… ancora nella sua forma estesa per ospitare tutti e dodici i Giovani Dei.

Quasar sta osservando una cartina stellare, la più grande che Makkari abbia mai visto. La stanza ha cambiato forma per poter contenere la parete da più di settanta metri quadri su cui è stata proiettata.

-Allora Quaze, cosa non poteva aspettare un altro giorno a sorvegliare lo spazio Shi’ar per evitare che qualcuno lanci la prima pietra ?

-Il fatto che per tutto questo tempo Caradia ci ha nascosto una minaccia molto più grave di una guerra intergalattica. Questa è una mappa del loro spazio… ho rinunciato a farla in scala, per farvi distinguere le stelle avrei dovuto ampliare la Struttura. Comunque, questo è il nostro problema.

Una miriade di punti gialli si accendono lungo tutta la mappa, disposti in modo da essere equidistanti l’uno dall’altro.

-Queste sono le postazioni d’attacco di un sistema di difesa galattico chiamato “il Grande Vuoto”. Anche se odio ammetterlo, la bravata di Tre-Sei-Zero ci ha fatto comodo: non avremmo mai trovato questa rete offensiva senza sapere dove cercare.

-Credevo che Tre avesse distrutto quest’arma – interrompe Molecola.

-Anch’io. Ma o il Cancelliere Supremo le ha mentito, o nemmeno lui sapeva tutta la verità. Esistono cinque generatori principali, tutti capaci di attingere energia da un’unica sorgente; sono tutti disposti in zone densamente abitate, così come tutte le postazioni d’attacco… alcune sono diventate parte integrante di enormi città.

-Immagino che la missione sia distruggerli, allora ? – incalza Makkari.

-Non possiamo. In sostanza, il Grande Vuoto è la più grande macchina del tempo mai costruita. E’ capace di recuperare una quantità pressoché infinita di entropia dalla fine dell’universo e trasferirla qui… non ne ho capito bene il funzionamento, ma gli effetti sono chiari: non resterebbe un solo pianeta intatto nell’intera Caradia… al momento Epoch sta lavorando su un metodo di disattivazione, ma è anche meno ottimista del solito.

-Tecnologia di origine dryloniana ? – ipotizza Nuvola.

-Cos’altro ? C’è di peggio: esistono milioni di postazioni d’attacco, ed il punto da cui il Grande Vuoto farà fuoco è casuale. Epoch è sicura di poter predire il punto da cui potrebbe fare fuoco solo dopo averla vista già in azione… cioè, Caradia avrebbe a disposizione un colpo prima che lei possa saperci dire da dove spareranno il secondo.

-Di che gittata stiamo parlando ? – chiede Makkari, nervoso.

-Immensa. Una volta portata nella nostra epoca, l’entropia distruggerà almeno metà di Caradia e procederà in linea rette per milioni di anni-luce.

-Se è così, perché non la usano e si risparmiano la guerra ? – protesta Molecola.

-E’ tutto nelle mani di Helicon, i caradiani non ne sanno niente. Lui vuole avere delle terre su cui governare, e credo che sappia di avere a disposizione un colpo solo.

-Okay quaze, abbiamo capito, ce ne dobbiamo liberare prima che sparino…

-In effetti, di recente mi sono ricordato un’idea che mi era venuta quando ero un dio.

La mappa stellare lascia spazio ad una proiezione della Struttura, sotto la quale viene mostrato lo spaccato di una sorta di gigantesca torcia elettrica gialla.

-Un acceleratore di campo quantico. In sostanza, un trasformatore capace di attingere all’energia infinita della Zona Quantica e di rilasciarne una porzione considerevole nello spazio normale… ovunque nell’universo. L’effetto è paragonabile alla vaporizzazione di un intero sistema stellare.

Nella fredda Sala Riunioni, i Protettori si spostano nervosi sulle proprie sedie. Persino Nuvola sembra notevolmente turbata.

-Perché…chiunque vorrebbe progettare…una cosa simile… - si meraviglia Molecola.

-E’ semplicissimo, Owen: deterrente. Se ne costruiamo un numero sufficiente, Caradia non potrà attaccarli senza lasciarci il tempo di almeno un colpo.

-Una parola, Quaze ? – chiede Makkari.

-Prego.

L’Eterno si alza in piedi, schiarendosi leggermente la voce. Si avvicina all’immagine dell’acceleratore, ed appoggia una mano sulla spalla di Quasar.

-Questo è in assoluto il piano più idiota che abbia sentito in quattromila anni !!!

 

Se Quasar sembra genuinamente sorpreso dal parere del vecchio amico, gli altri Protettori sembrano rilassarsi. Sorridono, anche se impercettibilmente.

-Cosa ? Che ha che non va ?

-Sei completamente uscito di senno, quazester !? Che vuoi fare, dare il via ad una corsa agli armamenti cosmici ?

-C’è già una corsa agli armamenti ! Helicon è già pronto a sparare !

-Un motivo in più per non dargli altri pretesti – insiste Makkari.

-Non posso lasciare che spari per primo, Mak, ucciderebbe intere galassie. Se disintegrassimo il sistema solare da cui partirà l’attacco…

-Ma ti senti, Quasar ? Stai parlando come lui, come se le vite di quel sistema non contassero. Ti ho seguito anche quando pensavo fossi completamente sballato perché mi avevi detto di agire solo per salvare delle vite, tutte le vite…

-Siamo qui per proteggere l’Universo sopra ogni altra cosa, Makkari. Non vedo altro modo per farlo che fermare chi lo vuole distruggere…

-Perché non troviamo un sistema per impedire a quell’affare di pescare energia dal futuro, allora ?

-E se facesse fuoco prima, Mak ? Se si accorgesse del nostro piano e facesse fuoco mentre lo stiamo scollegando… sarebbe valsa  la pena, solo per salvare un solo sistema stellare ?

-Sì, perché è la cosa giusta da fare ! E’ quello che farebbe un super-eroe, accidenti !!! Queste…queste sono stronzate da SWORD !!!

In un impeto di rabbia, l’Eterno rilascia una scarica oculare che disintegra lo schermo quantico. Lo sguardo di Quasar è duro.

-E’ l’opinione di tutti i Protettori ?

Molecola sembra quasi sprofondare nella propria sedia, mentre con voce flebile risponde:

-Io…non so, non credo ci si possa fidare di Helicon… quello è un pazzo… non mi piace usare quell’arma, ma se è l’unico modo per evitare una strage…

-Il piano di Quasar copre una pesante debolezza del tuo, Makkari – risponde Nuvola, calmissima.

L’Eterno è stupefatto, e nella sua voce c’è ancora rabbia.

-Non riesco a crederci. Andate avanti, disintegrate quel sistema. Quale credete sarebbe la reazione di Helicon ? Spenderà miliardi di anni a costruire armi che ci possano distruggere, sempre ammesso che non lo ammazziamo prima noi… se è possibile. E gli Shi’ar ? Dovremmo fermare anche loro, o tra qualche millennio avranno accesso alla stessa tecnologia. Disintegrate un sistema stellare premendo un pulsante: credete davvero che gli imperi stellari ci ignoreranno ? Mettetevi nei panni della gente senza poteri: se sviluppassimo una tecnologia del genere e decidessimo di essere il prossimo impero intergalattico, chi ci potrebbe fermare ?

-Così preferiresti che lasciassimo a Caradia la possibilità di farlo per primi ? – controbatte Quasar.

-No !!! Vorrei che nessuno avesse una tecnologia del genere, è impossibile tenerla sotto controllo per sempre !

-Sono d’accordo – annuisce Nuvola – L’unico modo per impedire ripercussioni catastrofiche dall’uso di questa tecnologia sarebbe prendere il controllo di qualunque società si avvicini a quel livello tecnologico, ed abbiamo già visto che non funzionerebbe.

-Gli acceleratori restano – è irremovibile Quasar.

-Da quando siamo una dittatura ? Questo è un corpo volontario – risponde Makkari.

I tre Protettori si voltano verso Molecola… un voto a favore e due contrari, finora. L’uomo di mezz’età pressoché onnipotente alza le spalle.

-Makkari ha ragione, non si può tenere sotto controllo il potere infinito… tu ed io dovremmo averlo imparato, Quasar.

-Allora ? – chiede l’Eterno, incrociando le braccia.

Quasar cerca di restare impassibile, ma è fin troppo chiaro il tormento che sta provando. Nel suo timore di ridiventare pazzo, sta abbandonando l’unica difesa disponibile ? Oppure nel tentativo di salvare altre vite, sta ridiventando pazzo ?

-Un acceleratore. Nessuna corsa alle armi, ma voglio un’opzione nel caso in cui Helicon impazzisca definitivamente ed attacchi per primo.

Makkari sorride, porgendo la mano all’amico.

-Accettabile. Lo so che non è stato facile tornare umano…ma noi siamo qui per questo, no ?

Quasar risponde alla stretta e al sorriso, anche se l’Eterno lo conosce troppo bene per sperare che il recupero sia così semplice.

 

Eon-verso

In questo spazio che non è uno spazio, tutto ciò che esiste è frutto dell’immaginazione di Epoch. Quando Quasar entra in questa dimensione tramite la porta che si trova nel suo “ufficio” della Struttura, è sorpreso dal trovarlo vuoto al di fuori dell’immenso corpo dell’entità.

-Epoch ? Dov’è…tutto ?

-Sono impegnata nello studio della disattivazione del Grande Vuoto, Quasar, non ho tempo di riempire questa dimensione. Desideri qualcosa ?

-Sì. Epoch, da quando ti ho costretta ad obbedirmi… quante obiezioni ai miei piani hai pensato di farmi, senza averle espresse ?

-Ottocentoventuno.

-Le voglio tutte entro domattina, insieme alle specifiche dell’acceleratore di campo quantico.

-Sarà fatto. C’è altro, Quasar ?

-Epoch, continuerai a seguire gli ordini che ti darò, non consulterai il Tribunale Vivente e manterrò il diritto di veto sulle tue azioni… ma ti permetto di nuovo di agire contro i miei piani anche senza consultarmi, di parlare liberamente di ciò che abbiamo fatto

-Capisco. Hai finalmente compreso quanto sia fondamentale avere qualcuno che possa darti una nuova prospettiva sulle tue decisioni ?

-Diciamo così. Allora… quando hai intenzione di informare di tutto questo i Protettori ?

-Non ne vedo la necessità, Quasar. L’unico effetto sarebbe di minare ulteriormente le vostre già instabili relazioni interpersonali.

-Detto tra me e te, Epoch… cosa sto sbagliando in questa situazione ?

-Da un punto di vista cosmico, sei troppo vulnerabile. Da quello umano, troppo duro. E’ necessario trovare un punto di incontro tra i due interessi… una qualità in cui eccellevi quando sei stato nominato Protettore dell’Universo. La carica potrebbe essere ufficialmente di nuovo tua se lo volessi, lo sai.

-Sì… sì, lo so. Buon lavoro, Epoch, tienimi informato.

 

Quartier generale S.W.O.R.D.

Due soldati in armatura fanno il saluto militare alla direttrice Abigail Brand, che non lo restituisce. Resta con le mani dietro la schiena ad osservare la porta di adamantio sollevarsi per scomparire fino al soffitto, mentre due luci verdi analizzano la nuova arrivata.

L’Agente Speciale Tre-Sei-Zero si mette sull’attenti, unicamente perché sa quanto la cosa dia sui nervi alla pragmatica direttrice.

-Può anche togliersi quel sorrisetto, Tre. Può aver passato la sua missione suicida, ma non ho intenzione di darle una promozione.

-Ovviamente no, signora direttrice. L’unico posto ancora disponibile è il suo. Possiamo parlare liberamente ?

-Temo non ci sia altra scelta – risponde l’agente Brand, indicando a Tre il corridoi da percorrere.

Mentre muovono i primi passi, si chiede perché questo lavoro attragga ogni sorta di svitati e fanatici… devono essere le uniformi troppo simili all’Hydra.

-Non sembra molto contenta di rivedermi, signora direttrice. Anche meno del solito; non si aspettava che ritornassi viva ?

-Sinceramente, il motivo principale per cui ho preso in considerazione il suo piano è che speravo vivamente di togliermela di mezzo… niente di personale, sia chiaro.

-Ammetto di avere avuto molta fortuna, signora direttrice… se non fosse stato per la possessione e questa guerra intergalattica, forse i Protettori avrebbero scoperto perché ho lasciato che lo SWORD chiudesse le indagini su Molecola e perdesse il controllo sui Giovani Dei.

-E’ stata nella loro base per giorni, Tre, ed immagino abbia avuto modo di stringere anche qualche contatto. La sua valutazione tattica sui Protettori dell’Universo ?

-Onniscienza. Forza distruttiva pressoché illimitata. Barriere dimensionali. Sistema di monitoraggio universale. Esperienza tattica millenaria. Con la possibile eccezione della Guardia dell’Infinito, nessuna forza sul pianeta avrebbe una sola possibilità contro di loro... al loro stato attuale potrebbero radere al suolo un piccolo impero interstellare senza neanche spettinarsi.

-Mi chiedo perché tutto questo accanimento verso i Protettori mentre ci limitiamo a tenere d’occhio Warlock e i suoi sottoposti…

-Warlock non ha preso con la forza il controllo di un’intera galassia, signora direttrice.

-Non ancora…

Le due donne si fermano davanti alla grande parete verde su cui è impressa a lettere cubitali la scritta RESTRICTED AREA, e più in basso un pannello luminoso su cui sono impresse le sagome di due mani.

*Autorizzazione Majestic-42 confermata

La porta ad iride si apre, così come le successive quattro. Dall’altra parte una grande stanza circolare protetta da due metri di titanio rinforzato, trenta centimetri di adamantio secondario, e due centimetri di una lega adamantio-vibranio la cui formula è stata cancellata dalla mente degli scopritori.

-Odio avere quest’affare nella mia base – ammette l’agente Brand, mentre si appoggia al corrimano per fissare negli occhi la gigantesca creatura.

-Una vera fortuna averlo recuperato subito dopo la Guerra dei Mondi… non so se saremmo riusciti a contattare i Celestiali senza di lui.

-Se solo ci fosse un altro modo per nascondersi dalla Coscienza Cosmica… ho sempre l’impressione che mi sia fissando. Mi chiedo cosa faccia in realtà.

-Quello che fanno tutti gli esseri senzienti quando sono privi di conoscenza, signora direttrice. Sta sognando.

Il gigantesco volto dell’Osservatore rivolto verso le due donne, in un’espressione assolutamente vacua. Ancora un bambino per gli standard della sua razza, assomiglia ad un neonato umano di pochi mesi… tranne per il fatto che la sua testa è delle dimensioni di un elefante.

Spessi cavi si insinuano sotto le sue palpebre, collegando la sua mente alla consolle che Tre-Sei-Zero sta accarezzando con la sua mano artificiale.

-Solo che in questo caso, sogna quello che gli diciamo di sognare… e trasformare in realtà.

 

CONTINUA !