#99
VERDETTO UNIVERSALE
Parte 5 di 6
Il dittatore del destino
Al di là dell’universo
Nell’occhio
di ogni essere vivente, che sia un feroce assassino o il più santo dei santi,
c’è una scintilla d’odio. Che consumi tutto ciò che incontra o che resti
assopita, quella scintilla esiste fino a quando l’essere può provare odio.
Sommate
tutte le scintille di tutte le persone che siano mai nate e che mai nasceranno,
su tutti i mondi abitati dell’universo, nell’intero multiverso. Questo è Lord
Odio.
Questo
è ciò che adesso siede sul trono dell’universo.
Molecola
e Nuvola sono nella sua mano; sembrano piccoli come formiche al suo cospetto,
ma è solo come la loro mente interpreta Lord Odio per non impazzire. La realtà
è più vicina alla proporzione tra una formica e un universo.
-Pessima
situazione – commenta Nuvola, in un capolavoro di eufemismo.
-Lo so. Fai del tuo peggio, Odio – risponde Molecola. Le ferite a forma di saetta sul
suo volto emettono energia come un fiume in piena.
-Non
può. Con tutto il suo potere, non può agire direttamente contro di te. Sta solo
cercando di impressionarci.
-Impressionarvi?
Ho il controllo dell’essere più potente che sia mai esistito. Potrei far
sparire la vostra galassia con un pensiero…ma voglio prima divertirmi – tuona la voce di Lord Odio.
Uno
degli insetti che vola attorno a lui si allontana dalla battaglia con gli
Arcani e si dirige verso i due Protettori. E’ un insetto solo in proporzione a
Odio; in realtà non ha una vera dimensione, trattandosi di un Infinito.
-Se comanda gli Infiniti non ha bisogno di agire
direttamente…faresti meglio a scappare nell’universo reale, Nuvola.
-E
lasciarti a combattere da solo? Non sei mai stato così coraggioso, Molecola.
-Non sono neanche mai stato così potente, e nemmeno io
posso sconfiggere un Infinito: posso solo ritardarlo. Vai.
E’
sufficiente pronunciare quest’ultima parola con una maggiore enfasi per far
sparire Nuvola. Molecola resta solo, osservando l’Infinito che si avvicina
sempre di più. E’ spaventato, certo: con tutto il suo potere, è ancora il
bambino che correva piangendo dalla mamma perché gli altri lo prendevano in
giro. Ma Molecola ha il potere di un Arcano, adesso, il potere di alterare la
realtà per realizzare desideri.
Anche
l’Infinito ha lo stesso potere, ma non ha mai veramente desiderato nulla perché
non ha mai avuto bisogno di nulla. Tutto sommato, non è poi così spaventoso.
-Non sai da quanto volevo dirlo: E’ TEMPO DI DISTRUZIONE! – grida Molecola, colpendo l’Infinito con un pugno
che contiene il desiderio di essere un eroe almeno per una volta.
L’armatura
dell’Infinito è immediatamente ricoperta da crepe che si propagano per tutto il
corpo, e l’Infinito si ferma per volgere lo sguardo verso Odio…prima di andare
in frantumi, spargendo i propri resti frattali per tutto il vuoto oltre
l’esistenza.
-Non
è…non è possibile. Questo va contro le regole dell’universo!
-Al diavolo le regole, sono un Protettore dell’Universo – risponde Molecola, stringendo i pugni: tutto il suo
corpo ora è ricoperto da crepe a forma di saetta da cui sgorga il potere degli
Arcani.
-E non ho più paura di quello che sono. Fatti sotto.
Nebulosa di Orione
1270 anni-luce dalla Terra
In
questa regione della Via Lattea, dove stanno nascendo più stelle che in
qualunque altra regione della galassia conosciuta ai terrestri, c’è una stella
molto particolare. Parte della sua massa proviene dal Sole terrestre, e parte
da una nebulosa senziente che si fa chiamare Nuvola.
Ed è
proprio in orbita attorno a questa stella ancora senza nome che Nuvola riappare
nell’universo, forse perché questo è il posto in cui sa di dover essere.
Una
rapida occhiata le conferma che sua figlia sta crescendo regolarmente. Le
nebulose senzienti normalmente muoiono quando danno luce a una nuova stella,
quindi per Nuvola è strano provare affetto per questo oggetto celeste. Eppure
al tempo stesso le sembra una cosa naturale: è il genere di contraddizione a
cui Nuvola è abituata, in qualità di strano ibrido tra una donna e un ammasso
di gas vivente.
La
superficie della stella entra in fermento: filamenti di plasma più grandi di un
pianeta danzano nella fotosfera, e scosse più possenti di quanto si possa
immaginare riverberano lungo il nucleo.
Nuvola
si avvicina alla figlia, emettendo un campo gravitazionale per stabilizzare la
stella.
-Shh,
shh, va tutto bene. Mamma è qui. Va tutto bene.
Nuvola
sta mentendo e lo sa. Squarci interdimensionali si stanno aprendo in ogni
direzione, lampi di luce più brillante di mille galassie. Squarci a forma di
saette.
Sono
solo riflessi di una battaglia oltre la comprensione delle stelle, anche se a
combatterla è un umano. Le stelle, come sempre, stanno a guardare.
Nuvola
si chiede cosa debba fare. Non può contattare Quasar senza rivelare la sua
posizione ad Odio; non sa quale sia il suo piano questa volta, né se ne abbia
veramente uno, ma di una cosa è certa: lei non starà a guardare.
-Ti
sto spostando in una dimensione tascabile simile a quella che uso io per
ospitare la mia vera massa – spiega con calma alla figlia, che ad un occhio
umano potrebbe sembrare rimpicciolire sempre di più fino a sparire alla vista.
-Non
avere paura, tornerò presto. Mamma deve andare a radunare un esercito.
Altrove
Quasar
si sciacqua la faccia con dell’acqua gelida, alzando poi lo sguardo verso lo
specchio. Gli occhi sono arrossati e stanchi: non è la prima volta in cui le
Bande Quantiche forzano il suo metabolismo per sopprimere la necessità di
dormire, ma è una cosa che detesta fare.
Vede
un’altra cosa nello specchio: Makkari si sta esercitando con una spada,
fronteggiando un avversario immaginario.
-Starei
attento con quella, se fossi in te – avvisa Quasar, nelle cui mani appare un
asciugamano di energia quantica.
-Se
tu fossi in me faresti un altro lavoro, Quaze. Quest’affare può davvero
uccidere un dio?
-Da
come me l’ha spiegato la Morte, quella spada può uccidere anche cose che non
dovrebbero poter morire.
-Per
questo hai mandato via Kronos? Temevi che gli venisse in mente di uccidere la
Morte un’altra volta?
-Più
per lo stesso motivo per cui non ho voluto che Thanos continuasse ad aiutarci:
siamo troppo impegnati per guardarci continuamente le spalle.
-Credimi
Quaze, sarò l’ultimo a sentire la mancanza del vecchio faccia di pietra.
Makkari
solleva la Lama del Nulla Infinito, fissandola con espressione seria. La sua
forma è semplice ed essenziale, quasi banale. E’ gelida al tocco, così gelida
che persino l’Eterno sta perdendo la sensibilità alle dita, e solo la sua
presenza ha fatto calare le luci della stanza.
-Quest’affare
può uccidere un dio, Quasar. Ti sei fermato un secondo a pensarci?
-Sto
provando a non farlo.
-Dovresti.
Sai meglio di me cosa succederebbe se un’arma del genere finisse nelle mani
sbagliate. Un’arma che persino la Morte ha paura di usare.
-Lo
so. Per questo ti ho chiesto di venire qui, prima di procedere con il piano.
Quasar
si avvicina a Makkari, che gli porge la spada. Quasar gli appoggia una mano
sulla spalla e lo fissa negli occhi.
-Makkari,
quest’arma è l’ultima speranza che abbiamo contro Odio. Se l’attacco non
dovesse riuscire…
-Non
pensarci neanche per sogno. Siamo stati in circostanze peggiori di questa.
Quasar
non risponde.
-Okay,
forse no – ammette Makkari.
-Se
l’attacco dovesse fallire, voglio che tu recuperi la Lama del Nulla Infinito e
faccia qualsiasi cosa perché non cada nelle mani di Odio. Makkari…questo ha la
precedenza assoluta su tutto, anche sul salvarmi la vita.
-Prima
il dovere e poi salvare gli amici, Quaze? So quanto ti costa chiedermelo. Ma
anche io ho una richiesta.
La
Lama del Nulla Infinito passa nelle mani di Quasar, e Makkari gli dà una pacca
sulle spalle.
-Almeno
per questa volta, sforzati di non farti ammazzare.
IC1101
Un miliardo di anni-luce dalla Terra
Nella
galassia più grande e luminosa dell’universo, le stelle senzienti hanno
costruito una società conosciuta da pochi. Non ci sono forme di vita più piccole
di una stella in questo luogo, almeno fino a quando Nuvola non esce da un Salto
Quantico.
Questo
luogo è la dimora ancestrale delle nebulose senzienti, ma Nuvola non riesce a
considerarla come una casa. La società che si è sviluppata qui è troppo aliena
per lei, anche più di quella umana. Ed il fatto che abbiano cercato di
separarla da sua figlia non ha facilitato questa relazione.
-So
che vi siete resi conto del mio arrivo. Che senso ha fare finta di non potermi
vedere?
La
sua domanda non ottiene risposta. In ogni direzione si guardi c’è una distesa
di stelle che continuano a brillare come hanno sempre fatto.
-Che
cosa avete intenzione di fare? Starvene a guardare come avete sempre fatto? Sì,
è il vostro modo di essere: isolarvi dal resto dell’universo. E sapete un’altra
cosa? Normalmente mi va bene così. Ma adesso guardate in alto. Per una volta
nella vostra vita, per una volta in dieci miliardi di anni, guardate verso
l’alto.
Un
lampo illumina lo spazio intergalattico, una ferita nello spaziotempo che
lascia intravedere una microscopica frazione di una battaglia oltre la
comprensione.
-Sapete
quante volte i mortali hanno combattuto per salvarvi la vita, solo per potersi
godere il privilegio di osservarvi la notte? Sapete quante volte hanno giurato sul
vostro nome, senza neanche sapere che eravate vive? Una minaccia senza
precedenti sta per abbattersi sul cosmo, una battaglia che nemmeno le stelle
possono vincere. Ma voi potete fare la differenza. Guardate verso l’alto: i
mortali stanno combattendo la vostra battaglia. E’ arrivato il momento di
combattere fianco a fianco con chi vi ha solo ammirato da lontano. Soltanto per
questa volta, non restate a guardare.
Silenzio.
Se Nuvola avesse bisogno di respirare, ora tratterrebbe il fiato.
Le
onde radio che trasmettono le sue parole raggiungono le prime stelle, che ne
ritrasmettono il significato all’interno della rete di comunicazione
iperspaziale che le stelle senzienti usano per comunicare su distanze
galattiche.
Ed
ancora silenzio. Un altro fulmine illumina l’universo, prima di svanire nel
nulla.
-Quasar,
dovunque tu sia…mi dispiace. Ho fallito.
Nuvola
chiude gli occhi e china il capo. Le lacrime attorno ai suoi occhi si
ghiacciano nello spazio, per poi evaporare alla luce del sole che sta sorgendo.
-Un momento.
Nessun sole sorge su questa galassia. Non ci sono pianeti e le stelle
non…si…muovono…- dice Nuvola, restando a bocca aperta.
Le
stelle stanno lasciando la galassia, dirigendosi verso la battaglia. Ad una ad
una si sollevano dal piano galattico come una nuvola di lucciole nella notte,
in uno spettacolo che nessun mortale potrebbe mai immaginare di osservare.
In
tutto l’universo, le stelle senzienti si stanno armando e partendo per la
battaglia. Non tutte le galassie ne ospitano una, e non tutte le stelle
senzienti decidono di partire. Ma ci sono più di duecento miliardi di galassie
nell’universo.
Nuvola
osserva la più colossale migrazione che si sia mai vista, ed anche la sua
immagine stoica non può impedirle di sorridere.
-Amo
vivere in un universo dove una cosa del genere è impossibile.
La Stanza Bianca
Essere
il Protettore dell’Universo significa entrare a far parte di una tradizione che
si perde nella notte dei tempi, da prima della nascita di innumerevoli civiltà
ed anche della formazione di tanti pianeti.
Per
cinque miliardi di anni, una persona è stata scelta per questo ruolo. Alcuni di
loro, pochissimi in realtà, sono riusciti a portare a termine i propri compiti
per poi morire come un comune mortale. Quasi tutti sono morti in battaglia.
Tutti, nessuno escluso, si trova nella Stanza Bianca.
Quasar
non mette piede in questa dimensione metafisica da tantissimo tempo, e sa
benissimo perché: gli mette i brividi. Ognuno dei Protettori ha lasciato dietro
di sé un fantasma della propria anima, un’ombra luminosa che il passare del
tempo non può cancellare.
Quasar
si è già ritrovato qui una volta…una delle prime volte in cui è morto. Entra
nella Stanza assieme a Makkari e Lara: questi tre sono le uniche persone a
mantenere il colore dei propri corpi, mentre tutti gli altri presenti sono
completamente bianchi.
-Quindi
questo cos’è, il Valhalla dei Protettori? – chiede Makkari.
-Qualcosa
del genere. L’ho studiata un po’ quando avevo il potere di Epoch: è più che
altro un’estensione della volontà di Eon. Può anche non averlo capito subito,
ma si era talmente affezionato ai Protettori da non voler lasciare che
morissero completamente. E considerando che cosa era Eon, questo era
sufficiente a mantenere viva un’intera dimensione di fantasmi.
-Sarà.
Continua a darmi i brividi.
-E
lo dici a me? Tu non sei destinato a lasciare che una parte di te passi
l’eternità in questo posto. Se non altro, la compagnia non potrebbe essere
migliore.
Una
figura solitaria si alza in volo, distaccandosi dalla folla indistinta di
Protettori provenienti dalle più lontane civiltà aliene. Raggiunge Quasar
rapidamente, così tanto che Lara non lo riconosce fino a quando non atterra.
-Oh
mio Dio, lei è…
-Capitan Marvel, signora – risponde l’ombra bianca di Mar-Vell.
-Ogni
volta in cui penso che tu non mi possa più sorprendere, Quaze, mi freghi. E’ un
onore conoscerla, Capitano.
-Tutta la Stanza Bianca sa che cosa hanno realizzato
gli attuali Protettori in così poco tempo, quindi l’onore è mio, Makkari di Olympia.
-Lungi
da me interrompere qualcuno che mi sta facendo dei complimenti, Capitano, ma è
tutto pronto per la trasmissione?
-Naturalmente, Quasar. Il tempo non ha significato
qui, quindi non c’è voluto molto per gestire i preparativi.
-Esattamente
cosa hai intenzione di fare? – chiede Makkari.
-Prometti
di non metterti a ridere. E’ abbastanza ridicolo spiegarlo ad alta voce.
-L’universo
sta per essere cancellato, che c’è da ridere?
-La
Stanza Bianca esiste grazie all’amore di Eon. Lara può usare il potere di Lady
Amore per mettere in comunicazione le Stanze Bianche di tutti gli universi.
-Nota
il mio totale autocontrollo nel non scoppiare a riderti in faccia, Quaze, ma è
un piano assolutamente ridicolo.
-Potrei
farcela…credo – commenta Lara.
-Non
è questo il punto, quale sarebbe il messaggio che vuoi mandare? “Fate l’amore e
non la guerra”? – scherza Makkari.
-L’esatto
opposto, Makkari. Odio ci ha dichiarato guerra: vediamo se ne può gestire più
di una allo stesso tempo.
Al di là dell’universo
Nessuno
conosce la vera origine degli Arcani e degli Infiniti. Il fatto che siano due
razze di esseri onnipotenti che abitano lo stesso spazio al di fuori dello
spazio farebbe pensare ad un qualche tipo di origine comune, ma sono solo
supposizioni.
Qualunque
sia la loro origine, nemmeno essi la conoscono. Gli Arcani sono sempre stati e
sempre saranno, così come gli Infiniti sono sempre stati e sempre saranno.
Nessuno di loro è mai nato e nessuno di loro mai morirà.
Eppure…
Anni
fa è successa una cosa impossibile. Un mortale ha lacerato il tessuto della
realtà ed ha ottenuto una frazione del potere degli Arcani. Una frazione
dell’infinito è pur sempre infinita, e per la prima volta gli Arcani hanno
avuto paura. Loro sono sempre stati uguali a se stessi: che cosa avrebbe
significato l’introduzione nella loro realtà di un essere diverso? Era una cosa
così inconcepibile da far sì che gli Arcani la rigettassero. Anzi, gli Arcani
desiderarono persino che non fosse vero. Ed i loro desideri divennero
realtà…per un po’.
Ora
Owen Reece sta combattendo gli Infiniti. Da solo, sta tenendo a bada degli
esseri il cui potere non può essere misurato. Il suo guscio mortale sta andando
in frantumi, incapace ormai di intrappolare l’immensità degli Arcani, ma lui
non demorde.
Intanto
gli Arcani osservano Lord Odio, e pensano. Odio sta seguendo con interesse
sadico gli sforzi di Molecola, ormai disinteressato all’immensa guerra
inter-universale che il suo esercito sta combattendo.
Gli
Arcani non capiscono: il concetto di odio è per loro del tutto incomprensibile.
Ma scrutando l’anima di quello strano piccolo essere, gli Arcani vedono
qualcosa di nuovo in Owen Reece: il desiderio di sacrificarsi per aiutare gli
altri.
E’
un desiderio completamente alieno per gli Arcani. Eppure…eppure è un desiderio
che vale la pena studiare.
“Fermo”
pensa un Arcano, fermando la mano di un Infinito che sta per schiacciare
Molecola.
“Ci sta attaccando. Dobbiamo
distruggerlo” – risponde l’Infinito.
“No. Vogliamo studiarlo”
“Non ci avete mai attaccato
finora. Non sapete se potete vincere”
“Non abbiamo mai voluto aiutare i nostri simili
perché non ne avevamo. Molecola è uno di noi adesso. Noi siamo parte di lui
adesso. E lui vuole attaccarvi.”
Se
non si trovasse nel nulla Molecola sarebbe già crollato a terra, esausto.
Invece quando il potere inizia a venir meno si ferma, sicuro di dover morire da
un momento all’altro.
-Mi dispiace…Marsha…non sono riuscito ad essere un eroe…
La
gigantesca mano dell’Infinito si avvicina a Molecola, ma qualcosa lo ferma.
Qualcosa di invisibile ma di cui l’Infinito non riesce a liberarsi. Dovrebbe
essere qualcosa di incredibile, perché niente e nessuno dovrebbe essere capace
di una cosa del genere.
Ma
non è la cosa più incredibile a cui Molecola assiste. Non è lo spettacolo di
mille miliardi di stelle che si sollevano dall’universo, caricando verso gli
Infiniti.
A
guidare la loro carica c’è un essere ancora più infinitesimale, una nebulosa
senziente in forma di donna umana.
-E’
abbastanza impressionante per te, Odio!?!? – grida Nuvola, mentre il suo
esercito attacca in forze gli Infiniti resi indifesi dagli Arcani.
Lord
Odio abbozza un sorriso.
-Le
cose si fanno interessanti.
Il Palazzo Bianco
Ci
sono infiniti universi, parecchi dei quali hanno avuto dei Protettori
dell’Universo. Ognuno di questi universi ha una Stanza Bianca; fino ad oggi
nulla ha collegato queste stanze se non l’aver sostenuto lo stesso peso.
Fino
ad oggi. Ora c’è un grande palazzo che contiene tutte le Stanze Bianche, ed in
cima ad esso c’è colei che lo ha costruito.
Il suo
nome è Epoch ed è poco più di una bambina. Nata con tutti i ricordi ed i poteri
del padre, compresa l’inestimabile Coscienza Cosmica, Epoch ha anche ereditato
la più grande responsabilità di tutte: proteggere la vita.
In
cima al Palazzo Bianco che si erge sulla nuova Dimensione delle Manifestazioni
che lei stessa ha ricostruito, Epoch fissa negli occhi il Multiverso.
Lo
vede come uno dei Fratelli, avvolto nella sua armatura rossa. Il Fratello è
diverso dalle altre entità: il suo è un ruolo passivo, e le altre entità
raramente parlano di lui. Che Epoch sappia, solo una volta nella storia recente
ha avuto un ruolo attivo. Uno scontro con un altro Fratello in armatura blu,
rappresentazione vivente di un altro multiverso incredibilmente simile ma ben
distinto.
Il
Fratello non può agire direttamente contro Odio, visto che i singoli universi
che lo compongono sono in lotta l’uno con l’altro. Ma parlando con lui, Epoch
può parlare con tutte quante le entità cosmiche di tutti gli universi.
-Fratelli e sorelle cosmici. Io sono Epoch,
Colei Che Attende, figlia di Eon, figlio di Eternità. Alcuni di voi mi
conoscono bene, altri non hanno mai sentito parlare di me, e molti altri mi
considerano solo una bambina immatura. Voglio che ascoltiate le mie parole e
che usiate una frazione della vostra onniscienza per guardare voi stessi.
Guardate che cosa vi ha fatto Lord Odio! Guardate come ha ridotto i principi
della realtà! Voi, che siete i sovrani degli dei degli dei, impegnati a
combattervi l’un l’altro! Cessate per un istante la vostra battaglia, ed udite
ciò che dovete sentire!
Il
Fratello muove leggermente la testa, come se si fosse appena reso conto che
qualcosa di microscopico ha appena emesso un flebile sussurro.
-NON HAI L’AUTORITÀ PER PARLARE
A NOI.
La
voce del Multiverso scuote il Palazzo Bianco, ed Epoch deve usare gran parte
del suo potere per evitare che la sola aura del Fratello lo mandi in frantumi.
-Ma
davvero – interviene una voce ancora più infinitesimale, pronunciata persino
con onde sonore per quanto è di poca importanza.
-Quasar, che stai facendo? – chiede Epoch
preoccupata, assicurandosi che il suo Protettore non cada dal Palazzo Bianco.
-Gioco
secondo le vostre regole. E’ sufficiente questa autorità perché tu mi
stia ad ascoltare? – domanda Quasar, puntando la Lama del Nulla Infinito verso
il volto del Multiverso. Se non fosse fisicamente impossibile, Epoch sarebbe
sbiancata in volto.
-Quasar, non puoi minacciare il Multiverso!!!
-PENSI DI POTERMI FERIRE CON
UN’ARMA?
-Ottima
domanda. Ne ho una migliore: chi di voi ha intenzione di usarla al posto mio?
La
sola presenza del Fratello è un vento costante che non smette mai di soffiare.
Eppure, in questo piccolo uragano cosmico, nessuno sta parlando.
-Andiamo!
Guardatemi! Solo un normale essere umano, mentre voi siete infiniti miliardi di
esseri onnipotenti! Non ho una sola possibilità contro nessuno di voi, e lo
sapete benissimo! E sapete che quest’arma è l’unica cosa che possa sconfiggere
Lord Odio! Quindi, perché non la prendete voi e non andate a salvarvi la vita?
Quasar
porge la Lama del Nulla Infinito al Multiverso, ed Epoch si chiede se il suo
Protettore non sia impazzito. Ancora peggio, si chiede se non è lei stessa ad
essere impazzita perché il Fratello non si sta muovendo.
Il
Multiverso ci sta pensando sopra.
-Niente?
Immaginavo. Voi dei ed entità siete sempre bravi a sedere sul trono e farvi
adorare, ma quando si tratta di sporcarsi le mani tocca sempre a noi poveri
mortali, vero? Beh, pessima notizia: questa volta le cose si fanno in modo
diverso. Mentre ve ne state nelle vostre piccole dimensioni a giocare a
biliardo con le galassie, mentre pontificate sul significato
dell’esistenza…ricordatevi ogni dannatissima volta in cui ho salvato
l’universo. E poi pensate a questo: se non mi aiutate adesso, la prossima volta
non ci sarà un Quasar a salvarvi. Quindi! Cosa hai deciso? Lo facciamo o no
questo team-up?
Il
Fratello si allontana, allargando le braccia. Epoch non crede alla propria
Coscienza Cosmica quando vede il Fratello scomporsi pezzo dopo pezzo.
Un
vero e proprio esercito di entità cosmiche, rappresentanti tutti gli universi e
tutti i concetti, si solleva da ogni piccola parte del Fratello.
-Ecco.
Questo dovrebbe tenere impegnato Odio e permettermi di avvicinarmi.
-Quasar?
-Sì?
-Questa è stata la cosa più irresponsabile e
pericolosa tu abbia mai fatto. Non puoi capire quanto sono fiera di te.
-Trattieni
i ringraziamenti fino a quando avremo salvato il Multiverso…se non l’ho fatto
arrabbiare a morte con me.
Al di là dell’universo
Lord
Odio osserva la battaglia tra gli Infiniti, gli Arcani e le stelle senzienti
seduto sul suo trono, con un’espressione imperscrutabile sul volto.
Con il
potere del Tribunale Vivente, mettere fine allo scontro sarebbe un gioco troppo
semplice. Ha il potere per cancellare tutti i presenti dall’esistenza, certo,
ma non può usarlo: sarebbe come prendere posizione. Il Tribunale non l’avrebbe
potuto fare e di conseguenza nemmeno lui.
L’unica
cosa che potrebbe fare sarebbe ripristinare l’ordine cosmico, ma questo è
precisamente ciò che non vuole fare. Parla da solo, perché il suo interlocutore
può sentirlo in qualsiasi luogo si trovi.
-Ti
faccio notare, Entità Suprema, che non sto prendendo parte attiva alle
ostilità. Tuttavia, è mia prerogativa difendere questa corte da qualsiasi
attacco…non importa quanto insignificante.
Il
semplice movimento di un dito, ed un Infinito obbedisce. Tra le sue mani
colossali afferra Nuvola e Molecola, che cercano di liberarsi dalla sua morsa.
-Molecola!
Colpiscilo come hai fatto con i suoi simili!
-Già,
uhm, a proposito…mi sa che ho finito quel tipo di energia…
-Cosa!?
-Non
è colpa mia!!!
-Makkari
ora direbbe che avremmo bisogno della cavalleria, qualunque cosa significhi.
Lo
spazio oltre lo spazio si lacera, e qualcosa sfonda i confini di questo reame.
L’esercito del Multiverso invade questa roccaforte di Odio, investendo come un
fiume in piena gli Infiniti che lo custodivano.
Anche
l’Infinito che sta trattenendo Nuvola e Molecola sembra impressionato dallo
spettacolo. Lo è ancora di più quando una mano in armatura rossa lo afferra per
la testa. Il pollice si illumina per un istante, e la testa dell’Infinito si
scioglie.
Nuvola
e Molecola sono a bocca aperta: Arishem dei Celestiali gli ha appena salvato la
vita, e Makkari li sta salutando aggrappato al suo elmo.
-Hey,
ragazzi! E’ arrivata la cavalleria!
Il
campo di battaglia si infiamma subito: Lord Odio porta sul posto il proprio intero
esercito con un pensiero, e ad opporsi alla forza d’invasione non sono più solo
gli Infiniti. Metà multiverso sta combattendo l’altra metà.
Al
centro della forza di invasione, Quasar sta volando assieme ai fantasmi bianchi
degli ex Protettori dell’Universo. Tra le sue mani c’è la Lama del Nulla
Infinito.
Lord
Odio è al centro di tutto questo, seduto sul trono del Tribunale Vivente.
Nonostante le indicibili meraviglie che lo accerchiano, è ancora più colossale
di quanto ci si possa immaginare.
-Oddio.
E’ davvero grosso – commenta Quasar.
-Sarà un bersaglio ancora più facile, allora – lo incoraggia il fantasma di Capitan Marvel.
Accerchiato
dalla più inimmaginabile delle guerre, Lord Odio sorride.
-Sì.
Sì, finalmente! Finalmente!!! – esulta, alzandosi
dal trono.
Infiniti
universi ed entità lo colpiscono da ogni direzione. Il suo potere non è più
sufficiente a proteggerlo del tutto: potrà resistere ancora per poco prima di
subire dei danni per colpa di questo attacco.
-Entità
Suprema, ascoltami, io sono il Tribunale Vivente! L’ordine cosmico è in rovina,
tutti gli universi sono in guerra, e le mie parole non sono ascoltate! Il caos
regna sovrano, e seguendo le regole che Tu hai stabilito non posso fermarlo!
-Che sta facendo? Non può seriamente aspettarsi
che l’Entità Suprema lo perdoni dopo quello che ha fatto – commenta
perplessa Epoch.
-Non
lo so, ma non mi piace. Devo assolutamente raggiungerlo prima che finisca
qualunque cosa sta cercando di fare – risponde Quasar, concentrando tutto il
potere delle Bande Quantiche per accelerare oltre la velocità del pensiero e
raggiungere Odio in tempo.
-Per
questo io, il Tribunale Vivente, con l’autorità conferitami dall’Entità
Suprema, proclamo ora lo Stato di Emergenza Cosmico! La Legge Cosmica è ora sospesa,
così come tutte le limitazioni al potere del Tribunale Vivente. Io, Lord Odio,
reclamo per me stesso fino alla fine delle ostilità il titolo di Dittatore
Assoluto!
Lord
Odio allarga le braccia, rilasciando con una singola ondata una parte considerevole
del suo potere.
Cento
miliardi di universi sono vaporizzati all’istante. Negli universi confinanti si
aprono squarci che inghiottono intere galassie. Non c’è punto del multiverso
che non risenta dell’attacco iniziale, ed anche all’altro lato dell’esistenza
le stelle iniziano a scomparire.
Quasar
riprende i sensi all’interno dell’universo, versando sangue su un asteroide.
Quando alza lo sguardo, preferirebbe non averlo fatto: grosse porzioni di cielo
si stanno lacerando da sole, Lord Odio stringe in una mano i corpi di Eternità
e della Morte mentre con l’altra si porta alla bocca una manciata di galassie
che sta divorando.
-Tutto
questo…non può essere reale…
-Non ha importanza. E’ Odio a decidere cosa è
reale e cosa no, ora – gli risponde Epoch, o meglio una parte di Epoch: il
suo occhio, ricoperto di sangue, che grande come una casa è stato conficcato in
un macigno.
-E
adesso cosa facciamo? – chiede Molecola, che sta zoppicando verso Quasar
appoggiandosi a Makkari – Gli abbiamo mandato contro tutti gli ex Protettori, i
Celestiali, le stelle senzienti, gli Arcani e tutte le entità cosmiche di tutti
gli universi e non è servito a niente!!!
-Se
effettivamente al suo potere è stata tolta ogni limitazione – realizza Nuvola,
a cui manca metà faccia e che sta perdendo costantemente gas stellare – Non c’è
nulla che possiamo fare per fermarlo.
-No
– protesta Quasar – Al Tribunale Vivente è stata tolta ogni limitazione, non
ad Odio. Possiamo ancora sconfiggerlo se li separiamo.
-Come!?
– chiede Makkari.
-Già.
Come?
Odio
occupa tutto il cielo, e alle sue spalle non c’è più niente. Non una stella,
non una galassia, non una sola scintilla di speranza.
-Makkari,
prendi la spada e corri – ordina Quasar, porgendo all’Eterno la Lama del Nulla
Infinito.
-Ma…
-Quella
spada è l’unica cosa che possa salvare il multiverso, se non è già troppo
tardi.
-Oh,
è troppo tardi eccome. Questa roccia è l’unica cosa che esiste ancora del
vostro universo. Non c’è nulla in ogni direzione, per l’eternità.
-Makkari,
forse non è una cattiva idea. Corri –
suggerisce a denti stretti anche Molecola.
Mille
emozioni contrastanti si succedono nel cuore dell’Eterno, prima che annuisca
guardando il proprio amico…ed inizi a correre.
-Ah,
questa sarà una bella soddisfazione – si
sfrega le mani Odio.
Un lampo
di energia disintegra l’asteroide e quel poco di Epoch ad essere sopravvissuto
all’attacco iniziale. Il resto della galassia investita dal colpo successivo non
può dire lo stesso. Frastornato, Quasar cerca comunque di tenere traccia della
posizione di Makkari…e la osserva svanire.
-Quasar,
non abbiamo alcuna possibilità. Che facciamo? – chiede Nuvola.
-Combattiamo
lo stesso – risponde Quasar.
Nuvola
e Molecola volano verso Odio, colpendolo con tutto ciò che hanno…e che
purtroppo, dopo tutto quello che hanno passato, non è molto.
Odio
allontana Quasar con un dito, come se avesse scacciato un moscerino.
-Aspetta,
voglio che tu guardi con molta attenzione.
Con
l’altra mano, Odio afferra Nuvola e Molecola. Ma questa volta non ha intenzione
di giocare con loro: serra semplicemente il pugno.
Quando
lo riapre, dalle dita fuoriescono sangue e gas ionizzato.
Quasar
vorrebbe attaccare Odio per vendicare i propri amici, ma le Bande Quantiche non
stanno funzionando. Anche la Zona Quantica è stata distrutta, quindi non hanno
più alcun potere.
Ora
Quasar è in mezzo al nulla, privo di poteri, di fronte ad un nemico onnipotente
e senza scrupoli.
-Ti ho lasciato per ultimo
perché vedessi il tuo fallimento, Quasar. Il Multiverso non c’è più…c’è
soltanto ODIO. Niente da dire?
Il volto di Odio è immenso, ed attorno a lui non c’è più niente. Quasar lo fissa negli occhi.
-Fai del tuo peggio.
-Con piacere. Che oscurità sia!
CONTINUA ?
Se il fato vuole che tu perda, fallo lottare lo stesso
William McFee