Quasar #34

di Fabio Furlanetto

 

L’ULTIMO DESTINO

 

             “C'è tempo per tutto.

              E c'è anche un tempo

              per cui i tempi si congiungono”

            Louis Pauwels / Jacques Bergier

 

 

Riassunto

I Protettori dell’Universo (Quasar, Makkari, Molecola e Nuvola) sono venuti a conoscenza dell’origine del fenomeno che recentemente ha quasi distrutto l’universo: si tratta di Nemesi, mostruosa entità che si ciba di interi universi e che ha già divorato gran parte del New Universe. La loro conversazione con le potenze dell’universo che li hanno messi in guardia è stata ascoltata nel 2119 da Destino, che usando la sua piattaforma temporale li ha portati nel futuro per ragioni ancora sconosciute…

 

 

 

L’anno è il 2119 d.C, anche se niente nella stanza può confermarlo. Mura metalliche, lucidate a specchio. Tecnologia di prim’ordine, ma indistinguibile da un laboratorio del secolo precedente.

Nella stanza ci sono cinque esseri. Quattro di loro provengono dal passato, e si trovano su di una piattaforma rettangolare.

Quasar, il Protettore dell’Universo di un’era ormai passata. Makkari, dei mitici Eterni. Molecola, un uomo praticamente onnipotente. Nuvola, una nebulosa senziente in discinta forma femminile. Non si sono ancora adattati all’ambiente…e al quinto essere.

Veste un’armatura in metallo, con un mantello ed un cappuccio verde. La maschera copre il volto, ma gli occhi sono visibili dietro due piccoli schermi rossi. [1] Sembrano stanchi, ma determinati. Ha detto di chiamarsi Victor Von Doom.

Molecola si ricorda di lui, o meglio di un’altra versione dell’uomo che ha davanti. Anni prima si erano incontrati sul Pianeta di Battaglia, e ne era rimasto terrorizzato…e grato. Era stato Destino, per motivi stranamente altruisti una volta ottenuto il potere supremo dell’Arcano, a rimuovere i suoi blocchi mentali. Di fatto doveva la sua attuale vita da Protettore a lui.

Ma il terrore è un’emozione molto, molto più potente della gratitudine. Il solo pensiero di essere sfruttato di nuovo spinge Molecola ad attaccare, manipolando le molecole della stanza per intrappolare Destino in una gabbia.

-N-non muoverti !

L’ordine è ben poco convincente, e di utilità ancora minore. Sofisticatissimi circuiti rendono intangibile l’armatura, e Destino cammina con calma oltre la gabbia.

-Non era mia intenzione scatenare reazioni violente. Questo, unito alla vostra necessità e allo shock del rapimento, mi obbliga a non rispondere a tono. Ma attenti, Destino non concede facilmente tregue.

 

Makkari è pronto ad entrare in azione, ma Quasar lo blocca con un braccio. Nuvola è impassibile.

-Okay, diciamo che credo tu sia Destino e che questo sia il 2119. Perché ci hai rapito ?

-Le domande più facili sono sempre le più difficili a cui dare risposta. Sarete curiosi di scoprire se sto dicendo la verità. Permettetemi di mostrarvi questo tempo sciagurato…seguitemi pure.

-Un momento, Destino…sarai anche abituato a farti ubbidire, ma di solito non diamo retta ai dittatori.

-Volete un incoraggiamento. Benissimo. Mi basterà ricordarvi che nessuno di voi quattro è in grado di viaggiare nel tempo, e che le mie macchine obbediscono solo ai miei comandi. Senza di me non tornerete mai a casa.

Si volta ed incrocia le mani dietro la schiena. Attende un attimo, poi si incammina con calma verso la porta da cui era entrato. I Protettori guardano Quasar per essere sicuri di cosa fare. Lui alza le spalle e segue Destino, così come gli altri.

I corridoi sono spaziosi e di un metallo molto più scuro dell’armatura. Non ci sono decorazioni di sorta, solo sporadici pannelli di controllo e qualche robot di passaggio.

-Allora, qual è la storia ? Che ci succede nel futuro ?

-In realtà non lo so, Makkari. Anche i ricordi su ciò che è successo a me sono vaghi. Più o meno nel periodo in cui vivete sarò trasportato nel futuro, nell’anno 2099. Troverò il mondo e l’amata Latveria oppresse da megacorp responsabili di ignominie assai peggiori di quelle attribuite a me. Con l’aiuto di…fedeli alleati…riconquistai non solo Latveria, ma mi impadronii anche degli Stati Uniti, dichiarandomi loro Presidente per diritto rivoluzionario.

-Immagino che tutti i super-eroi siano morti, se sei riuscito a fare una cosa del genere – interviene Quasar.

-Tutti gli eroi morirono quasi un secolo prima. Ci fu una successiva ondata…o forse dovrei dire pestilenza… anche nel 2099, ma nessuno riuscì ad impedire il destino del mondo.

-Che vuol dire ? Che hai conquistato tutto il pianeta ?

Il corridoio è terminato, ora. C’è un grande pannello semisferico davanti a loro, che Destino apre appoggiando il guanto metallico su una placca dorata. Il pannello si divide in due e scivola di lato, lasciando libero l’ingresso ad un piccolo balcone.

-In un certo senso sì, Molecola. In un certo senso…guardate voi stessi.

Non si vede che acqua in tutte le direzioni, ed il cielo è oscurato da forti temporali. Alle loro spalle, i nativi del ventesimo secolo vedono ergersi una torre di almeno cento metri. Sotto, appena sopra il mare, si vede l’ombra della costruzione fluttuante.

-Ancora una volta, mi ritrovo sovrano di un pianeta colmo d’acqua. Ancora una volta, il mio pugno non stringe che sabbia.

-Che…che è successo ? Dove ci troviamo ?

-Appena al di sopra di New York City. A bordo della Fortune, mia fortezza volante nonché unico punto tecnologizzato dell’intero pianeta. Quanto a ciò che è successo… può essere definito solo come la fine del mondo. Vi risparmierò i particolari, ma l’intero pianeta fu sommerso dalle acque. I sopravvissuti…tra cui un nugulo di eroi… tentarono di ricominciare nella Terra Selvaggia, o nella stazione Alchemax su Marte. [2]

-Aspetta, aspetta…eravamo arrivati alla presidenza. Che è successo dopo ?

-Dopo…persi tutto. A causa di un uomo di nome Herod, e della mia stessa presunzione.

-Mi risulta difficile credere che un uomo come te ammetterebbe un errore.

-E’ passato molto, molto tempo da quando ci siamo incontrati, Owen Reece. Ho perso tutto, compresa Latveria. Herod ridusse i miei sudditi in meno che polvere. Pagò per questo…quanto non potete nemmeno immaginare… ma non potei darmi pace.

-“Un re che ha perso il suo regno” – Makkari e Molecola si voltano verso Quasar, guardandosi preoccupati. [3] Nuvola continua a scrutare Destino.

-Precisamente. Tentai di rimediare a ciò…oh, se tentai…viaggiai persino nel vostro tempo per farlo. Ma fu del tutto inutile. Ho tentato in innumerevoli modi negli ultimi vent’anni. Ho dedicato ogni singolo istante della mia vita al tentativo di resuscitare Latveria.

-E’ questo che vuoi ? Che ti aiutiamo a cambiare il passato ?

-No. Voglio avere un’ultima possibilità.

-Per cosa ?

-Per morire con dignità.

 

Il presente.

Nettuno, il secondo pianeta più lontano dal Sole terrestre, continua il suo viaggio lungo 165 anni attorno ad esso. A qualche migliaia di chilometri dalla sua superficie gassosa, lo spazio si deforma per un istante rilasciando una massa metallica delle dimensioni di un condominio. L’astronave è attirata dal suo campo gravitazionale e precipita, bruciando ed esplodendo per l’attrito con l’atmosfera. Un vortice di energia lascia il punto d’impatto, dopo averne assorbito tutta l’energia cinetica.

Supera con facilità la velocità di fuga e si ferma un istante vicino agli anelli del pianeta, per ritrovare la strada. Individuata la posizione del Sole, poco più brillante delle altre stelle, compie un ultimo sforzo e si mette sulla rotta desiderata.

 

2119.

-Tu vuoi…morire !?

-Lo trovi così difficile da credere, Molecola ?

-Beh…sì.

-Ho perso il mio regno e non ho più niente da conquistare. La Terra Selvaggia è ormai distrutta, e sulla colonia di Marte sopravvivono in pochi, in condizioni sub-umane. Senza più la forza di ricostruire il loro mondo. Gli imperi stellari sono andati incontro alla morte, o al disfacimento. [4] Questo tempo si è arreso alla morte. Ed anche io inizio a sentirmi…stanco. Osservate il potente Dottor Destino ! Re dei pesci e di un branco di barbari atlantidei

Un  tuono risponde in lontananza, come fece alla sua nascita. Nessuno osa dire niente fino a quando non ritorna all’interno, mentre inizia a piovere.

-Ma c’è ancora una cosa che posso fare. Posso ancora morire con onore, ed è per questo che vi ho portato qui. Per condurmi al mio destino.

-E come ?

-Ho passato gli ultimi cinque anni a scandagliare il tempo, alla ricerca di una sfida per cui valesse la pena di morire. E l’ho scoperta seguendo voi.

-Nemesi.

-Esattamente. La battaglia definitiva, che deciderà il destino di ogni cosa. Che senso avrebbe continuare ad esistere invece che vivere, se presto il multiverso potrebbe essere divorato da un’oscurità senza fine ? Sarà una battaglia per cui varrà la pena morire.

-Parli come se la sconfitta fosse inevitabile. Cosa sai di tutto questo ? Se questo è il futuro…

-Nemesi proviene da oltre il tempo, ed è diverso da qualunque cosa che chiunque abbia mai incontrato.

-Sinceramente non so se sarebbe una buona idea se tu ci aiutassi.

-Non ho chiesto il vostro parere.

-Invece l’avrai. Non mi fido di te, Destino…sempre che tu lo sia. Questa sarà l’avventura più difficile di tutta la mia vita, non ho intenzione di mettere in campo un elemento così imprevedibile.

-Cosa ne pensano gli altri ? – chiede indicando genericamente Makkari e Molecola. E’ il secondo a rispondere:

-Non ti lasceresti mai morire, questo è certo. Ma non credo ti lanceresti in un attacco suicida, per te queste cose non esistono. Ti ho visto combattere l’Arcano senza neanche il minimo dubbio sulla tua vittoria.

-Io sono d’accordo con Quasar. Non possiamo permetterci di averti tra i piedi.

-E tu Nuvola, cosa ne pensi ?

La donna sembra quasi sorpresa della domanda. Quasi. Destino le è davanti ora, alto trenta centimetri più di lei con l’armatura.

-Non spetta a me decidere.

-Sei un’osservatrice molto più obiettiva dei tuoi compagni, forse anche di me. Nessun pregiudizio morale, nessuna retorica, nessun falso principio a cui tenere fede. Che cosa ne pensi degli esseri umani e di questo tempo ?

-Considero gli esseri umani… presuntuosi. Agglomerati di composti al carbonio che tentano di imbrigliare le stelle nelle loro regole. E tu sei certamente un essere umano molto rappresentativo. Consideri questo tempo senza speranza ed indegno di attenzione, ma hai dedicato anni al tuo passato e alla progettazione della tua morte. Se tu avessi messo questo impegno nella ricostruzione, nella creazione di un nuovo ciclo invece che nella rigenerazione di uno vecchio, non mi avresti fatto questa domanda.

-Nessuna stella tenta mai di sfuggire al suo destino.

-Nessuna stella cerca mai un destino. Nessuna stella va mai oltre a ciò che è sempre stata. La forza degli esseri umani sta nel cambiamento. A causa della tua assenza di cambiamento ti trovo un essere estremamente vacuo, Destino. Vacuo ma…curioso.

-Ah ! La voce dell’innocenza ! Anche tu concordi con gli altri nel non volermi vostro alleato ?

-Credo che la tua forza di volontà sia assoluta, solo malposta. Manchi di elasticità… perseveranza… e cerchi la via più facile. Tuttavia… per venire a sapere di Nemesi nonostante le precauzioni dello Straniero e di Galactus hai dimostrato un’ingegnosità senza pari. Potresti esserci utile.

-Credo che Nuvola abbia ragione, dopotutto – Molecola mette una mano sulla spalla di Quasar.

-D’accordo. Verrai con noi, Destino. Ma ad una condizione: non prenderai nessuna iniziativa senza prima consultarci.

-Così sarà. E la parola di Destino regna sovrana.

-Così mi hanno detto.

-Ho alcuni…dettagli da definire, prima della partenza. Siete liberi di esplorare la fortezza e di confidarvi i dubbi che ho certamente suscitato.

 

Destino si allontana, ed i Protettori si guardano intorno con curiosità e timore. Makkari accede ad un terminale e digita tasti ad una velocità impressionante.

-Ti dirò, Quasar…se non siamo nel futuro siamo capitati nel Paese delle Meraviglie. Questo sistema è anche più avanzato dei computer marziani !

-A questo punto non ho più paura che tutto questo sia un inganno, Mak…ho paura che sia tutto vero. Ho cercato di contattare Epoch, senza riuscirci.

-Bella scoperta, lei è nel passato.

-Speravo quasi mi rispondesse la Epoch di questo tempo, o magari uno dei miei successori come Protettore. Invece…niente.

-Per te è normale, no ? Voglio dire, per un essere umano la prospettiva di non esistere più nell’arco di un secolo è all’ordine del giorno. Per un Eterno non è così. Mi sono cercato negli archivi… qui dentro c’è un mucchio di roba, ma gran parte è protetta  ed in ogni caso le informazioni sul nostro futuro prossimo sono frammentarie. Persino alcune cose che sono successe nel presente non coincidono.

-Probabilmente perché questa è una linea temporale che si è distaccata dalla nostra tempo fa – interviene Molecola – Non avrei mai pensato di diventare un esperto di meccanica temporale, ma devo dire che quella visita alla C.I.T è stata in qualche modo utile.

-Puoi confermare il racconto di Destino ? La Terra è davvero disabitata ?

-Non posso dirlo con certezza, questo non è precisamente il mio campo. Però posso dirti che, al di fuori di questa fortezza volante, non rilevo emissioni sullo spettro elettromagnetico, fonti di calore…nessuno dei classici segnali di civilizzazione. Inoltre i ghiacci si sono sciolti e l’ecosistema è a dir poco distrutto.

-Non c’è traccia di vita neanche nei vicini sistemi stellari – puntualizza Nuvola.

-Come fai a dirlo ? Non credevo che potessi analizzare spazi così grandi.

-Sintonizza le Bande Quantiche sui normali canali di comunicazione utilizzati dai grandi imperi stellari.

-Non c’è niente neanche nelle iperonde.

-Questo significa che non comunicano più con questo settore.

-Il punto non è se dare ragione o no a Destino, Quaze. Il punto è…possiamo fidarci di lui ?

 

Una stanza praticamente vuota, arredata solo con vecchi stemmi latveriani ed una libreria con libri polverosi. Un ragazzo poco più che ventenne fluttua a mezz’aria, in una posa da meditazione. Indossa un giaccone vecchio e trasandato, che addosso a lui sembra quasi una veste cerimoniale. Porta un gioiello dorato, una sorta di spilla rotonda circondata di piccoli cerchi. La porta si apre con un sibilo metallico e Destino entra nella stanza.

-Sono venuto a salutarti. Presto lascerò questo luogo ed è probabile che non vi torni mai più.

Il ragazzo non si muove, non apre nemmeno gli occhi e non dice una parola.

-Ho sempre pensato che tu avessi molte cose da dire, ma che temessi le conseguenze che potevano portare. Tuttavia…ora non è rimasto più niente da perdere.

Il ragazzo apre gli occhi e lo guarda, osservando più in profondità dei suoi occhi. Ma continua a non parlare. Destino si volta, fermandosi sulla soglia.

-Presto potresti essere l’ultimo latveriano, Vox. Spero che la fiducia che molti di noi ebbero in te non sia stata eccessiva.

-Segui la tua strada, Von Doom – dice il ragazzo, per poi chiudere gli occhi di nuovo.

-Così ho fatto per tutta la mia vita – conclude Destino, uscendo. Era la conferma che desiderava ? Oppure significava che, anche agendo, non avrebbe concluso niente…esattamente come negli ultimi vent’anni ?

“E’ troppo tardi per dubitare ancora. Tutti i miei altri piani sono falliti ed ora non mi resta che questa vana, impossibile speranza. Tuttavia, so cosa posso fare per convincermi definitivamente”.

Non ha percorso molti metri, ma l’ambiente è già cambiato. Inserisce il codice nel pannello d’accesso di fianco ad una porta fortificata, sufficiente a bloccare un esercito se necessario. Ma non serve a proteggere ciò che nasconde. Serve ad impedire una fuga.

La porta si apre rumorosamente. Le grida di dolore non sono più bloccate. Destino osserva dietro la gabbia energetica un uomo distrutto, che urla il suo dolore a squarciagola. Gli abiti fatiscenti, che un tempo dovevano mettere in mostra il suo corpo atletico ricoperto di orridi tatuaggi, ora nascondono un corpo martoriato.

-Salve, Herod. Pensi di potermi ascoltare nonostante il dolore, o devo spegnere le macchine prima ?

L’uomo colpisce rabbiosamente la gabbia di energia. Destino abbassa due leve; la gabbia scompare ed Herod smette di gridare, accasciandosi a terra senza fiato.

-Cosa…vuoi…ancora ?

-Avrei dovuto farlo molto, molto tempo fa…ma sarebbe stato troppo caritatevole, verso l’uomo che ha ucciso i miei sudditi ed ha distrutto i miei sogni.

Afferra Herod per la gola e lo solleva, puntandogli contro l’altro guanto, pronto ad emettere una scarica letale.

-Hai qualcosa da dire, prima che metta fine alla tua vita ?

Herod gli sputa in faccia. L’energia attorno al guanto aumenta per un istante, poi cala e Destino lancia Herod di nuovo nella gabbia.

-Lo sapevo, sei troppo debole di stomaco per farmi fuori. Non ti darò la soddisfazione di implorare pietà, latveriano del razzo !!!

La barriera energetica si riforma, e Destino alza anche l’altra leva. Poi inserisce altri comandi. Herod urla come non mai.

-Ho alzato il livello di dolore che i nanoidi provocano nel tuo cervello. Il sistema è ora impostato su un ciclo continuo, ed anche i sistemi di sopravvivenza. Sarai nutrito e curato continuamente. Con le tecniche più avanzate del tuo tempo puoi sperare in almeno altri settant’anni di vita. Buona sofferenza eterna, Herod.

Destino lascia la stanza, mentre Herod continua ad urlare per il dolore continuo a cui i nanoidi gli impediscono di abituarsi. La porta si chiude bloccando le sue grida.

 

Il presente. Non che la differenza possa saltare agli occhi: una distesa d’acqua, al largo della Groenlandia. Negli ultimi anni non c’è stato assolutamente niente da vedere in questo punto, e raramente c’è stato qualcuno. Se ci fosse, in questo momento vedrebbe nel cielo un punto luminoso diventare sempre più grande, sempre più luminoso. Ma non c’è nessuno a vedere una massa viola precipitare nell’acqua gelida.

Le onde si calmano lentamente, e già entro pochi minuti non è rimasta traccia dell’evento. Poi si alza una strana brezza, l’acqua inizia a girare in circolo sempre più velocemente fino a creare un gorgo. Senza preavviso, un uomo esce dal mare per fermarsi a mezz’aria, avvolto da un serpente di energia.

Le acque si calmano e lui inspira nuovamente l’aria del suo pianeta. Sembra passata un’eternità dall’ultima volta.

“Nessuno si è accorto del mio ritorno. Come sempre ho agito al momento più adatto. Avrai anche cercato di fregarmi, Ens, ma ormai avrai capito che non è tanto facile mettermi in disparte…”

 

2119. I Protettori aspettano davanti alla sala della piattaforma temporale, impazienti di lasciare quel luogo. I passi metallici che risuonano in tutta la struttura annunciano Destino, che si presenta con un’armatura diversa, con un mantello porpora scuro.

-Sei andato a cambiarti ?

-Questa, Makkari, è la mia armatura presidenziale, quella che indossavo ai tempi del colpo di stato americano.

-Hhhmmm. Un bel passo avanti rispetto ai classici doppiopetto, te lo concedo.

-Allora, Destino ? Abbiamo sprecato fin troppo tempo, mi pare. O non hai fretta di morire ? – chiede Quasar con sguardo indagatorio. Con questa armatura gli occhi sono pienamente visibili e sono ben poco rassicuranti.

-Nutri forse dei dubbi sulla mia parola ?

-Ad essere sinceri sì. Di sicuro non ci hai detto tutto quanto. Però preferisco saperti nei paraggi, invece che nel futuro a fare chissà quali piani.

-Precauzioni lodevoli, ma avventate. Non abbiamo ancora concluso le operazioni in questo tempo.

-Nessuno ti ha nominato capo, cosa a cui dovresti essere abituato.

-Le circostanze possono averci reso alleati, Quasar, ma Destino non si piega a niente e nessuno.

-Sì, vedo a cosa ti ha portato tutto questo.

Destino stringe i pugni e si volta, incamminandosi con passo veloce ma deciso.

-Seguitemi. A meno che il vostro capo non abbia obiezioni meno infantili.

Il gruppo si volta verso Quasar, dall’aria estremamente irritata.

-Lo conosco da mezz’ora e già provo l’irrefrenabile desiderio di scaraventarlo nel Sole.

Lo segue, seguito a sua volta dagli altri abitanti del 21° secolo. Solo Molecola, l’unico presente ad aver conosciuto Destino, si fa scappare un commento.

-Peggiorerà soltanto.

 

Superato un portellone circolare, questo si chiude alle loro spalle. Tutto trema per qualche istante, per poi stabilizzarsi.

-Che è successo ?

-Abbiamo appena lasciato la superficie terrestre.

-Non ti avevo detto di metterci al corrente di ogni iniziativa, Destino ?

-Vi avevo detto di seguirmi. Non avevo specificato dove saremmo andati.

-Ti dispiace dircelo adesso ?

-Stiamo approntando la prima parte del mio piano per sconfiggere Nemesi.

-Che sarebbe…?

-A quanto è stato detto dalle entità cosmiche, Nemesi può sviluppare l’autocoscienza solo in presenza di un’enorme concentrazione di massa. Per questo, una volta neutralizzata la sua mente, per quanto ancora limitata, sarà innocuo.

-E come intendi farlo ? Non possiamo separare fisicamente degli universi !

-Ad essere precisi si tratta di antiversi, non di universi. Sta lentamente sviluppando una mente organizzata, quindi può creare un centro di controllo motorio… un cervello. Una volta individuato e separato dal resto, sarà innocuo.

-Dovremmo setacciare un bel po’ di antiversi per trovare il suo cervello.

-Non necessariamente. Se otteniamo la sua attenzione, il suo cervello si concentrerà su di noi. E allora colpiremo.

-E come pensi di attirarla ? Con la tua simpatia innata ?

-Questo non è un gioco, Makkari di Olympia. Intendo impiegare un’arma, per ferirlo.

-Cosa intendi con – aspetta, non ci troviamo più dove eravamo prima. Sembra la…

-Zona Quantica, sì.

-Come fai ad avervi accesso !? Non dovrebbe essere-

-Nel 2070, la Novograd scoprì un mezzo per accedervi. La utilizzarono come discarica, scaraventando i rifiuti e i degenetici in quella vastità di energia.

-A giudicare dai livelli di inquinamento che ho avvertito non ha funzionato – interviene Nuvola.

-L’Alchemax fece valere i suoi diritti di sfruttamento della Zona Negativa, impedendo l’uso di tecnologie simili. Un uso intelligente di quella tecnologia avrebbe reso la Terra un paradiso, ma non c’è profitto in una vita perfetta.

-Se non sbaglio, anche tu hai accesso a quella dimensione. Non c’è divertimento nel conquistare il paradiso ?

-Risparmia il sarcasmo per ciò che vi aspetta, Quasar. Stiamo per arrivare a destinazione. Il nostro obiettivo è già visibile negli schermi.

Le inquadrature mostrano da ogni lato quella che era un’enorme astronave sferica, ora squarciata su più lati e cosparsa di microscopici crateri.

-Quella sembra…

-L’Astronave Madre di Galactus, sì.

-Questo significa che l’arma che vuoi usare è…il Nullificatore Assoluto !

-Whoa, fermi tutti…non sarebbe meglio controllare prima che “Big G” non sia in casa !?

-Non è necessario. Non c’è energia all’interno della nave.

-Precisamente. Galactus è morto.

-Come è successo ?

-Si è suicidato.

 

La piccola nave passa attraverso uno degli immensi squarci, atterrando dolcemente vicino ad un enorme pannello di comandi, la cui tecnologia è stata chiaramente saccheggiata fino a renderne visibili i meccanismi alieni.

Lo strano gruppo esce. L’armatura di Destino si sigilla, Quasar alza un campo di forza, Molecola sintetizza ossigeno dal nulla e per gli altri due non è essenziale respirare. Tutti guardano con meraviglia l’imponente struttura lacerata e lasciata a se stessa; grandeur cosmico ridotto ad un cimitero.

-Che è successo qui ?

-Sembra l’incrocio tra Hiroshima ed il regno di Vlad, senza teste impalate però.

-Tu sì che sai come alleggerire la tensione, Makkari !

-Destino, parlavi del suicidio di Galactus…non mi sembra decisamente il tipo.

-Si imbatté in una mia vecchia conoscenza, gli Y’lestja, una razza di luce eterea che esiste solo per mostrare alle altre culture la maestosità dell’universo. Galactus rivide ogni singola morte che aveva causato, rivivendo la morte di ognuno di loro. Morì soffrendo atrocemente e portando con sé tutti gli Y’lestja.

-Credevo che la morte di Galactus avrebbe causato la morte dell’universo.

-Mi chiedo se non fosse morto già da tempo.

-Mi piacerebbe restare qui a sentire come sono morti tutti quelli che conoscevo, Vic, ma non sarebbe il caso di trovare quello che ci serve e andarcene ?

-Certo. Troverai il Nullificatore Assoluto sette livelli più in basso, quindicesimo corridoio a sinistra. E’ semplicemente appeso al muro, nascosto in bella vista.

“Qualcosa non mi quadra. Se è così facile prenderlo, perché non l’ha ancora recuperato ? E perché nessun teppista alieno ci ha provato ? Posso capire un po’ di superstizione, ma dopo dieci anni di inattività…”

I dubbi di Quasar sono fermati dalla velocità di Makkari, che scompare e ricompare l’attimo successivo tenendo in mano il piccolo congegno, che nonostante le dimensioni ridotte è l’arma più terrificante che sia mai stata costruita.

-Scusate il ritardo, ma non ho proprio potuto evitare di dare un’occhiata in giro.

-Consegnamelo, così potremo lasciare la nave il più-

-Se pensi che consegni un’arma del genere al Dottor Destino, puoi scordartelo !

-Mantieni pure questi atteggiamenti infantili, Quasar; spero non causino la fine di tutto.

-A te che importa ? Vuoi morire, no ?

Destino non risponde e rientra nell’astronave. Lo seguono Molecola e Quasar, ma quando Makkari si avvicina un raggio di energia si infrange su uno scudo quantico creato dal Protettore dell’Universo.

-Ma che diavolo…

Entro due secondi Makkari è il bersaglio di centinaia di armi di tutti i tipi, che spuntano come funghi in tutta la nave. La sua velocità gli permette di evitarli, ma nemmeno lui può muoversi alla velocità della luce. Stranamente solo lui è il bersaglio, mentre tutti gli altri sono schivati.

-Tornate dentro – intima Destino mentre spinge dentro la nave Quasar e Nuvola, ma nessuno dei due si lascia persuadere.

-Non possiamo lasciarlo qui !

-Una volta morto sarà lasciato in pace dai sistemi di sicurezza, e potremo recuperare il Nullificatore dalle macerie della nave madre.

-Lo sapevo che era una trappola…tu sapevi tutto !

-Tentare di portare fuori di qui il Nullificatore aziona migliaia di sistemi di sicurezza impenetrabili. Makkari è sacrificabile, a differenza di voi che mi servirete presto.

-Questo non era nei patti !

-Adesso lo è. Lasciamo la nave madre, ora.

La mano corazzata di Destino inizia a stringere e a tirare Quasar all’interno. Il campo di forza dell’armatura ed il campo quantico si scontrano, bloccandoli per un secondo; poi le Bande Quantiche brillano di energia, scaraventando Destino all’interno e facendo sobbalzare la struttura.

-Fuori dai piedi, Destino !!!

Le pareti della nave vengono ricoperte da energia quantica allo stato solido, dove i sistemi di sicurezza impossibilitati a fare fuoco esplodono. Si sentono delle esplosioni in lontananza e la nave di Destino si solleva per dirigersi verso lo spazio. Quasar, Makkari e Nuvola fanno altrettanto, riuscendo ad evitare per un soffio l’immane esplosione che incenerisce l’antica Astronave Madre di Galactus.

 

La nave si posiziona esattamente davanti al trio, aprendo i portelli stagni per lasciarli entrare. Molecola è dietro l’angolo.

-Ho cercato di impedire l’esplosione, ma…

-Sì, sì – risponde distrattamente Quasar, senza fare caso all’espressione sconsolata del compagno di squadra, ed incamminandosi a passi veloci verso la postazione di comando. Destino lo aspetta ai comandi, schivando con estrema indifferenza i detriti lasciato dall’esplosione. Non nota nemmeno la luce calda dietro di se, emanata dalle Bande Quantiche pronte a rilasciare un colpo distruttivo sulla sua testa.

-Dimmi perché non dovrei toglierti quell’armatura e rispedirti a calci sul tuo pianeta.

-Per tre motivi. Primo, non saresti in grado di farlo. Secondo, ho elaborato almeno duecento metodi per disarmarti ed ucciderti in meno di un minuto. Terzo, sono la vostra ultima speranza.

-Tendo a fidarmi poco delle speranze che prevedono la morte di un mio amico.

-Aaah, la gioventù…

Si volta di scatto, e più veloce dell’occhio di Quasar con un colpo secco dell’avambraccio sposta la traiettoria del suo raggio.

Quasar blocca il colpo d’arti marziali che segue, punta di nuovo le Bande alla testa di Destino ma allo stesso tempo si ritrova un guanto davanti alla faccia, pronto a rilasciare un colpo distruttivo dall’indice.

-Siamo alla pari, Quasar: può vincere solo chi spara per primo. Sei pronto a prendere decisioni simili ?

-Forse no, ma non è detto che debba prenderle da solo.

Alle spalle di Destino, Nuvola e Molecola sono pronti ad attaccarlo con tutta la loro forza. La situazione resta in stallo per qualche istante, poi Destino abbassa il guanto.

-Tra pochi secondi saremo pronti a tornare nel vostro tempo. A meno che non vogliate giustiziarmi e restare qui.

-Piantala con il sarcasmo e portaci a casa.

Destino si incammina verso l’uscita della cabina, per recarsi al motore temporale. Si ferma dopo essere passato di fianco a Molecola e Nuvola, e senza voltarsi o cambiare tono di voce conclude a modo suo.

-Se avessi voluto veramente ucciderti non avresti avuto scampo. Ti consiglio di lavorare sulle tue presunte doti di leader, se vuoi sopravvivere più di cinque minuti all’impresa finale che stiamo per intraprendere.

Scompare dalla loro vista passando di fianco a Makkari che lo guarda perplesso.

-Che ha il nostro sostenitore della pace nel mondo ?

-Ha noi in pugno, temo.

-Voglio sperare che tu abbia intenzione di consegnarlo ad Epoch o alla C.I.T una volta tornati indietro…

-Il problema è che ha ragione. Non siamo in grado di affrontare una cosa così grande. E poi è uno dei sette che ci aiuteranno a sconfiggere Nemesi, ormai è chiaro.

-Vuoi veramente dargli retta ?

-Che vuoi che ti dica, Mak ? Finora ha funzionato. Se non ci avessero fatto quella profezia non avremmo mai dato retta all’Archivista, o a Molecola…senza offesa…

-Figurati.

-Insomma, credo di aver capito come funziona questa cosa della profezia. E’ come un invito a dire “lasciate da parte i dubbi, è la persona giusta”.

-E tu riesci davvero a fidarti di Destino ?

-No, ma credo almeno di potergli dare il beneficio del dubbio. Anche se continuo a sentirmi come se avessi venduto l’anima al diavolo.

-Peggio, Quaze. Almeno al diavolo interessano le sue prede.

-Se andiamo avanti così potremo chiederglielo personalmente.

 

I motori temporali si azionano, spostando l’astronave indietro nel tempo. Tutti i suoi passeggeri sono pieni di dubbi, tranne Destino.

Il suo unico dubbio è su cosa farebbero i suoi nuovi alleati se sapessero che la loro morte non è solo verosimile, ma è anche essenziale per la sopravvivenza del multiverso. E di Destino.

 

 

 

CONTINUA…

 

 

 

Note

Ecco scoperto cosa ha combinato Destino 2099 dopo la conclusione della sua serie. Come c’era da aspettarsi, non si è rassegnato alla distruzione di Latveria e alla rovina del suo pianeta…non subito, almeno. Ma dopo venti lunghi anni passati quasi in solitudine, persino lui si è arreso…o no ? Può Destino veramente concepire un finale che non preveda la sua vittoria assoluta ? Sta davvero cercando la morte, sta mentendo o verità e bugie si sono fuse ? Tutte cose che ovviamente scopriremo nel prossimo numero !

Qualche piccola nota sui personaggi del 2099 che vengono citati. Gli Y’lestja sono descritti da Destino all’interno della storia, e vengono da X-Men 2099 #6-8 (Marvel Italia).

Vox è un bambino muto che possiede un grandissimo potenziale mistico, tanto da possedere l’Occhio di Agamotto che era stato precedentemente custodito dal Dottor Strange. In realtà non è muto, semplicemente non ha mai avuto motivi per parlare (se si esclude un “Grazie” detto a Destino quando gli ha salvato la vita), e dopo vent’anni chiaramente non è più nemmeno un bambino.

Herod, creazione di Warren Ellis, è il più grande figlio di buona donna di quel futuro. E’ stato lui a causare la caduta di Destino, a far tornare in vita un Capitan America totalmente pazzo e a liquefare Latveria davanti agli occhi di Victor. Destino poi si è ripreso, ha distrutto tutto quello che Herod possedeva ed ha infettato la sua mente con la nanotecnologia per renderlo dolorante fino alla fine dei suoi giorni. Ed era solo l’inizio delle sue sofferenze.

 

 

 

 

 

[1] L’armatura che Destino 2099 indossava negli ultimi episodi della sua serie

 

[2] Avvenimenti successi negli ultimi numeri di 2099 Special e nell’inedito 2099: World of Tomorrow. Più che complessi, gli avvenimenti sono complicati da seguire e senza molta logica o spiegazioni

 

[3] Ecco identificato il quarto dei sette esseri che dovranno essere incontrati prima di sconfiggere Nemesi.

 

[4] Tutte cose mai mostrate da nessuna parte finora, anche se compatibili con la scomparsa di quasi tutti gli alieni sulla Terra del 2099