#60
DOMANDE
E’ dura combattere un nemico che ha
avamposti nella tua testa.
Sally Kempton
Su Drylon, un pianeta artificiale più vecchio di molte stelle, un essere pressoché onnisciente sospira. L’infinità di sensi che possiede per diritto di nascita le sussurra qualcosa di terribile, ma qualcosa le impedisce di capirne le sfumature.
Dall’alto delle sue capacità Epoch, Colei che Attende, potrebbe tranquillamente conversare con ogni singola particella sub-atomica di questo pianeta (se avessero qualcosa di interessante da dire), eppure per un istante si limita ad osservare con i proprio occhi la situazione.
Decine di navi spaziali si alzano in volo, riempite di profughi e di pochi oggetti personali. Intere città abbandonate in colossali ed antichissimi corridoi, costruzioni lasciate a metà, vite lasciate a metà.
Epoch osserva tutto questo ed osserva tre dei suoi Protettori…Quasar, Makkari e Nuvola… spingersi ai propri limiti per organizzare l’evacuazione di ottocento milioni di Xhanteani, chiedendo una risposta al perché di tutto questo.
Epoch osserva se stessa, in una forma umanoide che non le appartiene, in mezzo ai resti del sogno di un popolo illuso, e si pone la stessa domanda.
-Credo di poterti fornire una risposta, se non è troppo tardi.
Epoch si volta, con tutti i suoi sensi, ritrovandosi accecata. Il mondo attorno a lei scompare, rimpiazzato da una impenetrabile ed immateriale nebbia bianca.
Nella nebbia si muove qualcosa, un essere umano sembrerebbe, avvolto in decadenti tessuti bianchi.
-Non sono veramente sicura di potermi fidare, Saygé.
-Puoi essere in collera per gli ultimi avvenimenti, Epoch, ma devi avere standard piuttosto alti per non credere alla Verità incarnata. Osserva.
In un altro avamposto della caduta Drylon, Qydesh Raft rabbrividisce nonostante la sua fisiologia aliena non lo preveda. Trovarsi su un mondo morto che nasconde un dormiente Dio della Distruzione ed essere sorpresi da uno dei membri chiave della UNION può fare questo effetto.
-Che cosa sei tu ?
Il suo interlocutore, un essere umano dai capelli biondi finemente curati ed un vestito nero curato alla perfezione, risponde accendendosi un’ennesima sigaretta.
-Detesto le domande semplici. Troppa fatica.
-Sembri terrestre, o forse Kree. Come hai fatto a entrare ?
-Ho preso una scorciatoia – risponde il biondo, facendo cadere della cenere che evapora prima di toccare il suolo – E non sono terrestre, è che mi sono affezionato al nome che indosso. Hanno fatto un bel lavoro qui, non trovi ?
Emanando sempre più fumo si avvicina ai generatori dell’avamposto, fino ad arrivare a pochi metri dall’essere insettoide al loro interno e guardarlo negli occhi.
-Un androide con un cuore alimentato a particelle F2. Rozzo, ma promettente come dio.
-Il nome che “indossi” ? Chi sei ?
-Il Dio della Fisica sotto falso nome. Mi sono segnato da qualche parte il tuo, ma visto che morirai tra qualche ora non ha importanza. Oh, io sono Alexander Lagrange, Direttore Operazioni Speciali della UNION, molto piacere.
-Chi era quell’essere, Saygé ? – domanda Epoch prima ancora di essere uscita dall’illusione.
-Uno dei capi operazione di grado più alto, all’interno della UNION.
-No…mi riferivo all’essere artificiale. La Coscienza Cosmica non scivola su di esso come fa con la UNION, ma ho grandi difficoltà a focalizzare ciò che leggo.
-Naturalmente. Un essere del tuo rango raramente percepisce esseri il cui destino è una cosa così strettamente personale.
-Cosa vuoi dire ? Nemmeno l’Assassino Cosmico mi è apparso così…
-Certo. Cos’è la morte per quelli come noi ? Una distrazione, al massimo. Tuttavia, esistono eventi che possono toccarci a livelli più intimi.
-Non ho più tempo per gli enigmi, Saygé.
-Ecco il punto. Cronologicamente parlando hai poco più di tre anni di vita, eppure sei eoni più avanti dei tuoi Protettori, su tutti i livelli. Le loro vite non durano più di un battito del tuo cuore cosmico, ma per te sono molto più importanti della tua intera esistenza.
-Potevi semplicemente dire che ho percepito il pericolo che quell’essere rappresenta per i Protettori dell’Universo.
-Posso solo dire la verità, Epoch, per cui lasciami almeno la libertà di abbellirla.
Su Drylon, nel frattempo, Quasar si ferma un attimo a prendere fiato. Velocizzare la partenza delle navi non gli è costato fatica fisica, ma la fatica mentale di forzare la propria mente a lavorare a regimi troppo alti è un’altra cosa.
-Sembri proprio il tipo che ha bisogno di rilassarsi un po’ facendo due chiacchiere, sai ? – si introduce Makkari, anche se Quasar riesce a sentire solo metà frase per colpa del vento sollevato dal velocista.
-Sai cos’è che odio di più del dover fare il super-eroe, Mak ?
-Quando ti si impiglia il mantello nelle porte automatiche ?
-L’attesa. Voglio dire, mettimi davanti Galactus e posso pensare a qualcosa per metterlo al tappeto, ma dover essere preparati ad una minaccia sconosciuta che può capitare da un momento all’altro… lo detesto, davvero.
-Ehi, stai parlando con qualcuno che riesce a spazientirsi per un solo millisecondo di attesa. Sicuro di farcela ? Non potrò sollevare le astronavi con la forza del pensiero, ma posso sbrigare le piccole cose in un lampo.
-Se solo ci fosse un problema piccolo in tutto questo, Mak. Armi in grado di distruggere tutta la Galassia, un’organizzazione che ci ha manovrato per anni senza che nemmeno Epoch potesse avvertire la loro presenza… non sai cosa mi è costato dover guardare in faccia il Reggente e dirgli di dover lasciare questo mondo. Dopo tutta la fatica che ho fatto per convincerli a pensare con la loro testa, mi ritrovo ad obbligarli ad andare contro l’unica decisione ferrea che avevano preso ! L’ho sempre detto, non sono fatto per comandare.
-Vero. E’ per questo che ti riesce…ogni tanto.
-Tu che ne pensi ? Faccio bene a fidarmi di Epoch ? Abbiamo un legame…particolare, non trovi ? Dovrei essere il suo tutore ma sono anche il suo sottoposto, dovrei avere più esperienza ma c’è una differenza abissale nella scala evolutiva tra noi due…
-Non sarebbe la prima volta in cui un genio cosmico fa una fesseria, ma Epoch sembra parecchio preoccupata questa volta. Non si è scossa più di tanto quando è stata posseduta dall’anima di sua nipote che voleva distruggere il multiverso, qualcosa dovrà pur dire.
-Sì, lo penso anch’io.
-Però…non hai detto niente di sbagliato agli Xhanteani, Quazester. Sarebbe ora di pensare con la propria testa.
-Mi piacerebbe, Mak, ma Epoch possiede la piena Coscienza Cosmica e non sa da che parte cominciare con la UNION. Io non ho nemmeno quella…
-Potrebbe essere un vantaggio.
-Che devo fare, allora ? Mettermi a urlare “Ehi, UNION ! Se avete qualcosa da dirmi, venite un po’ qui a parlare di persona se ne avete il coraggio !!!”.
-Potrebbe funzionare, che ne sai ? Abbiamo fatto cose più strane.
-Scusate…
I due Protettori si voltano, trovandosi davanti un uomo dai capelli biondi con un impermeabile marrone ed il simbolo ≡ tatuato su un sopracciglio. Dato che i tempi di reazione di uno dei due rasentano la velocità della luce e che l’altro può avvertire lo spostamento di un solo elettrone, è ben più che strano.
-…credo non sia stato deciso l’argomento di conversazione. Possiamo fare in fretta ?
-Tu chi diavolo sei ? – chiede Quasar, ricaricando al massimo le Bande Quantiche.
-Jeremiah Walker,
Coordinatore Esecutivo della UNION.
Sono qui per scortarvi al luogo designato per stipulare l’ultimatum.
-E dove sarebbe
questo posto ? – chiede Makkari, pronto a scattare.
In questo momento, nulla più lento
della luce potrebbe sfuggirgli.
-Una galassia
disabitata a tredici miliardi di anni-luce da qui.
-Noi non ci muoviamo
di qui senza avere prima delle risposte ! – risponde il velocista.
-Nessun problema. Ẅẵŕρ.
Quando il suono
della sua voce raggiunge i due Protettori, Drylon è
scomparso. Al suo posto, la superficie rovente di un mondo che orbita attorno a
una gigante rossa, una stella centinaia di volte più massiccia del Sole.
Makkari si muove alla velocità della luce, ed il suo
pugno è quasi a destinazione quando il braccio del nemico si sposta
istantaneamente, bloccandolo.
-Se fossi in te NON
lo rifarei, Eterno.
-Dove ci hai portato
?
-Da nessuna parte. Voi due non vi siete mossi, come volevate. Ma ho spostato tutto il resto dell’Universo, quindi ora vi trovate in una galassia a tredici miliardi di anni-luce da Drylon.
Makkari si massaggia il pugno, e non perché gli faccia male. Ed è questo a preoccuparlo: se muovendosi alla velocità della luce il suo pugno fosse stato bloccato con la semplice forza bruta, avrebbe perso il braccio. Il pugno non è stato fermato, ma ha decelerato istantaneamente. Nemmeno Maelstrom, sedicente padrone dell’energia cinetica, ci è mai riuscito.
-Io ti ho già visto, non è vero ?
-Ne dubito. Ma il vostro alleato Maelstrom mi conosce… mi ha visto coordinare l’attacco a Nemesi.
-Ti ha anche sentito mormorare quella parola – interviene Quasar – “Warp”, o qualcosa del genere.
-Può darsi. Io ho semplicemente pronunciato il mio vero nome, ma ogni mortale lo sente in modo diverso. In questo momento indosso il nome Walker, ma potete chiamarmi Warp se preferite. I termini dell’ultimatum lo prevedono.
-Abbiamo trilioni di domande da fare prima di qualunque ultimatum.
-Lo so. So anche di essere il Dio del Movimento, di potermi muovere più veloce del pensiero, che uno di voi due trae il suo unico potere dalla velocità che io controllo e che l’altro non potrebbe sopravvivere se lo portassi a distanza zero da un buco nero prima ancora che la luce riflessa dal mio corpo raggiunga i suoi occhi. Adesso procederemo con l’ultimatum.
Quasar e Makkari si scambiano uno sguardo d’intesa. Nessuno dei due crede veramente di essere in svantaggio tattico, ma ogni singola parola di quest’essere probabilmente significa risparmiare sei mesi di misteri.
-La UNION esige la cessazione immediata di ogni interferenza con questo universo da parte dei mortali Wendell Vaughn, Owen Reece, Makkari figlio di Verona di Olympia, Maelstrom figlio di Phaedar di Attilan della Terra e della senziente auto-designatasi Nuvola della Via Lattea. Avete sessanta secondi per decidere, passati i quali la UNION provvederà conto terzi ad assicurarsi la suddetta cessazione. A partire dalla conclusione di questa frase.
-Se avete paura di noi, vediamocela da soli invece di mettere in mezzo tutta questa gente eh ? – si affretta a dire Makkari.
-Un confronto diretto non è previsto ai fini dell’ultimatum. Decidete.
-E’ molto semplice – risponde Quasar – Abbiamo un mucchio di domande da farvi, ma una sola cosa da dirvi… andate al diavolo.
-La risposta è “no”, dunque.
-Esatto. Non importa quanto ci provate, non abbiamo paura di voi – continua Makkari – Ora, se vuoi fare a botte, io sono qui.
-Risparmia le energie, mortale. Nemmeno voi sapete cosa possono
scatenare gli dei. State per scoprire perché avere paura di noi… Ẅẵŕρ..
Esattamente come prima, lo spostamento avviene prima ancora che il cervello possa accorgersene. Finite le parole, il mondo morto lascia spazio al mondo sopravvissuto, Drylon.
-Quasar a tutti i Protettori in ascolto. Non so se c’è un termine adatto, ma siamo all’equivalente di Defcon One qui.
-Alla faccia dell’eufemismo. Qui Molecola – risponde una voce all’altro capo della galassia – Io e Maelstrom abbiamo rintracciato la navicella di Qydesh. E’ strano, il percorso era praticamente incomprensibile fino ad un istante fa, ed ora è chiarissimo…sembra che non abbiamo fatto altro che girare in tondo per tutto questo tempo.
-Non per colpa mia – si sbriga a chiarire l’Inumano/Deviante.
-Dove siete ? – domanda Quasar, anche se il segnale è disturbato.
-In un altro avamposto, credo…più piccolo, molto più piccolo. Ecco, uhm, è difficile da descrivere…
-Non dirmi che ci sono altre armi !
-Soltanto una – risponde Maelstrom, avvicinandosi ai due generatori calpestando un cadavere – Il vostro amichetto, qui, deve aver trovato roba interessante. A prima vista sembra un androide molto sofisticato… fino a un secondo fa sembrava un mezzo insetto, ma adesso sta cambiando forma per diventare più umanoide.
-Sento la presenza di tecnologia dryloniana… F2, sicuramente. Questo androide ha una sorta di sole in miniatura nel petto…
-Ben fatto, vero ? – chiede una voce dall’ombra, tradita solo da un po’ di fumo nell’aria.
Maelstrom reagisce subito, scaricando un piccolo vortice di energia cinetica che manca completamente il bersaglio e crea un buco nella parete proprio di fianco all’uomo biondo.
-Non male, ma superfluo contro chi può ridefinire i valori di una traiettoria.
-Sei stato tu ad uccidere Qydesh Raft ? Chi sei ? – chiede Molecola.
-In realtà è morto da solo, io ho semplicemente annullato la resistenza elettrica del suo cervello. Chiamatemi Lagrange, se dovete.
-Andiamo, fai qualcosa di stupido…è da parecchio che non ammazzo qualcuno e non voglio danneggiarmi la reputazione – lo istiga Maelstrom.
-Potrebbe essere divertente spazzare il pavimento con voi due, lo ammetto, ma ho del lavoro da fare. Avete avuto modo di scoprire la storia di Drylon ?
-Fin troppo – risponde Molecola.
-Forse vi manca l’ultima chiave di lettura, e pensavo di potervela fornire. Vedete, miliardi di anni fa i Dryloniani furono schiavizzati dal mio principale, il Dio dei Segreti, allo scopo di fabbricare nuovi Dei Universali. Arrivarono a sintetizzare… F2, lo chiamate ? Ma non andarono mai troppo oltre, mentre le ricerche del mio principale portarono fino all’F3. Quell’androide è il primo passo verso un Dio della Distruzione mai completato, che fu lasciato su un avamposto di Drylon. A causa di alcune...trattative, non ci era possibile recuperarlo. Voi e Qydesh avete fatto il lavoro per noi, quindi ci sembra giusto rendervi partecipi del primo test da affidare al nuovo Dio. Vedete questo fumo ?
Lagrange prende un’ampia boccata dalla sigaretta e rilascia il fumo nell’aria, accarezzandolo poi con una mano.
-Qualunque cosa, in questo universo, è governata dalle leggi della fisica. La fisica è ovunque, ma talmente dispersa da essere invisibile. Serve un bel po’ di questa nebbia per far ripartire quell’affare, ma ne ho a sufficienza. Perché, vedete, l’F2 è imperfetto. Forced Field lo chiamate, no ? Solo fisica, solo un altro po’ di fumo.
Solo una batteria avanzata. Ma…per fare gente come me…serve roba molto più potente. Serve il resto dell’equazione. Con permesso…
Lagrange si avvicina al Dio della Distruzione, e lo sfiora con il suo respiro. Gli occhi artificiali, già rossi di energia, si accendono ancora di più.
-Ecco fatto. Sta iniziando a reagire. Sta diventando un Dio, e voi non gli piacete. Addio.
Il Dio della Fisica scompare in una nuvola di fumo, che Maelstrom cerca di colpire senza successo.
-Conosco i tipi come lui…tutte chiacchiere. Questo affare non si è nemmeno mosso.
-Veramente, Maelstrom, sento effettivamente un qualche tipo di reazione al suo…
Molecola non termina la frase, una volta investito da uno schizzo di sangue viola. Maelstrom si guarda perplesso il petto, trovandovi un grosso buco.
Dietro di lui, il Dio della Distruzione stritola tra le mani il cuore che gli ha appena strappato e l’intero avamposto inizia a tremare.
-Ouch.
Oltre l’Universo, oltre l’illusione, oltre la verità. Epoch osserva inorridita la scena che Saygé le sta mostrando, e non certo perché tenga particolarmente a Maelstrom. E’ perché sa che il gigante è in grado di dare del filo da torcere a tutti i Protettori riuniti.
-Saygé…dimmi la verità.
-Sempre.
-Non con degli strani giri di parole o delle verità arcane…solo una risposta.
-D’accordo.
-Questo essere può essere sconfitto ?
-Sì.
-E…i Protettori dell’Universo ci riusciranno ?
-Sì.
-Sopravvivendo ?
-No.
CONTINUA !
Note
Ci siamo ! Quasar Marvel IT raggiunge lo stesso numero di episodi della serie originale Marvel USA ! E lo fa con il prologo all’ultima saga che vedrete su queste pagine, che ci porterà dritti alla conclusione della serie con il numero 66 e alla partenza dell’anomalissima (?) serie UNION.
Vi basta ? Cos’altro ? Ah, sì…torneremo a degli episodi meno telegrafici di questo !!!