#51 - Breve storia del tempo
Impara dal passato, osserva
il presente, e crea il futuro.
Jesse Conrad
Riassunto
Dopo mesi di battaglie
e pianificazione, i Protettori sono finalmente riusciti a sconfiggere Nemesi.
Il loro piano ha funzionato fino all’ultimo, finché un imprevisto non li ha
portati a un passo dalla distruzione. Solo grazie all’intervento di due agenti
esterni, che si sono identificati come appartenenti a un qualcosa chiamato
UNION, sono riusciti a salvare se stessi e il resto del creato. Ora resta
soltanto da capire chi siano in realtà, cosa vogliono, e perché si siano decisi
soltanto ora ad uscire allo scoperto…
Un mondo costantemente coperto di nuvole, che rilasciano una quantità impensabile di acqua sugli onnipresenti mari. Su tutto il pianeta c’è un solo punto abitabile, una costruzione di cinquemila chilometri quadri che fluttua a sei metri dal livello del mare.
Su uno dei rettilinei sconfinati che compongono questo titano di metallo, atterra con un elegante volo a spirale un piccolo mezzo, a malapena sufficiente per una persona sola. Il portellone si apre, per lasciar scendere quello che chiunque scambierebbe all’istante per un essere umano.
Incamminandosi sulla lunghissima pista di atterraggio, con il vestito nero impreziosito da bottoni dorati e le scarpe assurdamente lucide, l’uomo dai capelli biondi che scendono quasi fin sopra gli occhi prende una sigaretta dalla tasca della giacca e non fa in tempo a metterla in bocca che si sta già accendendo da sola.
Migliaia di soldati in alta uniforme, provenienti dai mondi più disparati, gli fanno il saluto militare convenuto, ma non sembra neanche accorgersene. Basta un cenno dell’indice e, se un secondo prima era lontanissimo dalla meta, ora si trova a pochi passi dall’entrata, lasciando dietro di sé solo un po’ di scritte di fumo.
Apre la piccola porta sotto l’ombra della colossale U rossa, ed una volta dentro la cupola si incammina a passi veloci, scomparendo e riapparendo ad intervalli ciclici, emettendo sempre la solita scritta.
La cupola ha un diametro di più di novecento metri, e sul pavimento nero è disegnata un’ellisse rossa con uno spesso puntino al centro. Una volta appoggiati i piedi sul puntino, questi scende come un buffo ascensore idraulico, portando l’ospite all’anticamera dell’unica stanza realmente abitata di tutto il pianeta.
La stanza è relativamente piccola, quaranta metri quadri. Dentro ci sono solo tre esseri, apparentemente umani: due uomini sono appoggiati ad una parete, mentre dalla parte opposta una donna fluttua a mezz’aria come se fosse seduta. Porta un velo semitrasparente che le copre gli occhi, e sorride.
-Perfettamente in orario.
-Ci tengo alla precisione. Anche se immagino che il primo ad arrivare sia stato…
-Infatti.
Entrambi rivolgono lo sguardo all’uomo dai capelli rossi che se ne sta immobile come una statua, le labbra serrate. Sul sopracciglio destro sono tatuate tre righe parallele.
-Dov’è Charge ? – domanda poi il biondo.
-Non è ancora ritornato dalla missione, anche se gli ho ordinato di portarla a termine il più in fretta possibile.
-Deve trattarsi di qualcosa di molto serio se non possiamo aspettarlo. So che il capo ha preso molto a cuore quella faccenda.
-Sì, se ne sta occupando personalmente. Tuttavia, abbiamo ritenuto che il caso Quasar fosse altrettanto urgente.
-C’è un caso Quasar ?
-Generalmente non ci occupiamo così direttamente delle galassie minori. Quasar e Warlock ci hanno involontariamente reso molti servizi indispensabili, ma sfortunatamente possiamo permetterci di ignorare solo il secondo, per il momento. Inutile spiegare perché.
-Epoch – sussurra il quarto, un uomo calvo.
-Non possiamo accettare un intervento così attivo da parte di un essere onnisciente, dato che sono i segreti a pagare il nostro salario. Stanno salendo molto in alto, tanto da poter risalire a noi. Ci siamo dovuti scoprire in due occasioni, recentemente: il caso Starbrand e il caso Nemesi, per cui la nostra furtività è stata a dir poco carente. Sarebbe opportuno tenere sotto controllo l’insorgere di nuovi casi.
-Stai suggerendo di far uscire Quasar e il suo gruppo dalla circolazione ? – domanda il biondo accendendo un’altra sigaretta.
-Io non ho detto niente, Lagrange. Però, sarebbe certamente molto vantaggioso per noi se capitasse un…come chiamarlo… Uno spiacevole incidente.
La donna incrocia le gambe e gli altri riflettono con una strana luce negli occhi.
-Signori, nessuno di voi sente mai nostalgia di Drylon ?
Terra. New York City. Un giorno come tanti altri, un po’ più caldo della media. Per questo, in molti si lamentano che il Moonbucks, un piccolo bar che si è fatto una certa reputazione nella zona, oggi sia chiuso. Di certo non la pensano così tutti i dipendenti, a cui è stato dato un giorno di ferie pagate.
Persino il barista non si è lamentato, visto che non solo è riuscito a parlare per la prima volta da settimane con il proprietario del locale, ma ha anche ottenuto un aumento.
All’interno del locale, chiunque direbbe che cinque normalissimi amici si sono riuniti per festeggiare qualcosa. Ed avrebbero ragione. Quello che ovviamente non potrebbero sapere è che quattro dei presenti sono molto più di quanto sembrino.
Il biondo con una strana ferita sul collo è Quasar, attuale Protettore dell’Universo, e la donna al suo fianco è la sua ragazza Lara, cameriera al Moonbucks ed ideatrice della riunione. Il rosso che non è restato per un attimo senza parlare o bere è Makkari degli Eterni, l’uomo più veloce del pianeta. Il meno giovane (sempre per quanto vedrebbe un estraneo) è Molecola, che sembra più a suo agio di quanto gli altri avrebbero predetto. La bionda Nuvola, pur mantenendo la soltia espressione neutrale, si è addirittura vestita per la seconda volta nella sua esistenza, anche se il filo di nebbia che fuoriesce da sotto la maglietta riesce a ricordare agli altri che resta una nebulosa senziente.
Makkari si è alzato in piedi, bicchiere in mano.
-Signori, signore e corpi celesti… propongo un brindisi alla – almeno dovrebbe – definitiva sconfitta di Nemesi, la minaccia più grande che ci potesse capitare di dover fermare, nonché fonte dei più potenti mal di testa dell’universo conosciuto, e anche oltre secondo me.
-Data la tua fisiologia Eterna, dubito che tu possa assumere abbastanza alcool da indurti a pensare che questo rituale possa essere utile.
-Ci stiamo solo divertendo, Nuvola – spiega Owen Reece alias Molecola.
-Non me ne ero accorta.
Quasar ha guardato per un po’ il suo bicchiere, pensieroso, prima di essere riportato alla realtà da una leggera gomitata di Lara.
-Vorrei dire anch’io qualcosa – si decide a dire e ad alzarsi in piedi – Anche io sono contento di non avere più Nemesi come spada di Damocle sulla testa, ma non ci dobbiamo dimenticare di tutti quelli che sono morti per farci vincere. Destino, il Fantasma, la Justice Legion e tutti quelli dei multiversi ’39 e ’86… i Lochniani…
-Proprio un gran bel trionfo – mormora Molecola.
-Dov’è Maelstrom ? – chiede Lara suscitando sguardi perplessi da tutti, Nuvola compresa.
-Beh, che c’è ? Vi fidate di lui quanto basta per affidargli il destino del multiverso, ma non da farci un brindisi ?
-Maelstrom non metterà mai più piede sulla Terra – chiarisce Quasar con tono serio – Ha lavorato bene in squadra, anche se a modo suo, ma non per questo ci dimenticheremo di quello che ha fatto.
-Andiamo, Quaze, non ti portare il lavoro anche qui… Non ce la fai proprio a rilassarti un po’, eh ? Se ci fossero delle emergenze, Epoch ci manderebbe a chiamare…
[Ahem] – si schiarisce una voce nella testa dei presenti – [Non so se considerarlo un caso di preveggenza o la dimostrazione della solita routine]
I celebranti si voltano verso un angolo buio del locale, da cui si sta avvicinando un essere meccanico con un enorme occhio al posto della testa, ed una sorta di agenda elettronica in mano.
-Mr. S, da quanto tempo – lo saluta Lara.
[Temo non ci sia tempo per i convenevoli. Quasar, c’è stata una richiesta di soccorso nella zona esterna della Galassia. In uno dei settori in cui avevi installato un ricevutore quantico, un sole rosso è appena andato in supernova. Oltre ad essere praticamente impossibile, ha messo in pericolo di vita i conducenti di un cargo interstellare. Epoch vorrebbe che investigaste, tutti voi]
-Tutti e quattro per una cosa del genere ? – chiede perplesso Quasar.
[Tu dovrai salvare il cargo, che contiene parecchie centinaia di tonnellate di un materiale trans-attinico, quindi ti servirà Molecola. Sembra che l’attrazione gravitazionale del nucleo stia formando un buco nero, e ti farà comodo l’aiuto di Makkari per superare la velocità di fuga. Maelstrom è pronto ad essere liberato, dato che potrebbe essere di grande aiuto. Infine, Epoch vorrebbe anche che Nuvola analizzasse i resti della stella per capire cosa sia successo, sicuramente qualcosa di molto strano].
-Ehi, sembra uno di quei telefilm in cui stranamente tutti i protagonisti hanno qualcosa da fare… - interviene Makkari.
-Allora, già che ci siamo… S, Epoch si è già ripresa dallo scontro con Nemesi ?
[Non fisicamente. Ma la Coscienza Cosmica è intatta]
-Perfetto. Allora chiedile di farmi un favore… chiedile se la parola, o la sigla “UNION” le dice qualcosa.
[Lo farò]
-Allora… finite di bere quello che dovete, e torniamo al lavoro – conclude Quasar, facendo tornare visibili le Bande Quantiche ai polsi.
Quindici minuti dopo, i Protettori più Maelstrom sono sul luogo del disastro. E’ come trovarsi in una vera e propria tempesta: milioni di chilometri cubici che fino a poche ore prima erano assolutamente privi di materia, ora sono saturi di gas stellare, soprattutto idrogeno ed elio.
Spirano venti fortissimi, dato che il plasma si sta muovendo in entrambe le direzioni. Il plasma viene continuamente spostato in avanti e indietro, come se quello che resta della stella non sapesse decidersi se attrarre o respingere la materia.
Il cargo è, effettivamente, in pessime condizioni. Essendo equipaggiato per viaggiare nello spazio vuoto, non sta sopportando affatto bene la corrosione e le violentissime correnti. Non può allontanarsi, però, perché il vento cambia in continuazione.
Quasar avrebbe voluto rassicurare i suoi piloti, ma l’inquinamento elettromagnetico è così forte che riesce a malapena a comunicare con Molecola, che è al suo fianco.
-Andiamo parecchio male, Quasar ! La radioattività del carico cambia in continuazione, e non posso concentrarmi sulla stella senza che esploda tutto quanto !
-Ed io non posso spostare niente, se la stella non si decide da che parte vuole stare – si lamenta Quasar, la cui voce è coperta di disturbi. Ha ricoperto la nave con un campo di forza quantico, e sulla parte diretta verso la stella ha creato un altro motore in grado di fornire la spinta più potente che possa assicurargli… senza successo, data la spaventosa forza della gravità.
-Non posso neanche fare un Salto Quantico, in condizioni del genere ! Vorrei aver avuto più tempo per pensare a un qualche piano, ma ci siamo trovati la situazione già in atto ! Come fa una stella ad esplodere così, da un giorno all’altro !?
-C’è qualcosa di molto strano, una stella non si comporta così ! Gravità e radioattività non cambiano di intensità ogni venti secondi, è contro le leggi della fisica !
-Ricordami di fare un reclamo, allora ! Qualcun altro riesce a ricevermi e a darmi delle belle notizie !?
-Sì, probabilmente state per morire tutti.
-Grazie, Maelstrom… non ce la fai a fermare il plasma, almeno ? Sei il signore del movimento o no ?
-Conosco benissimo la portata dei miei poteri, Quasar, e nonostante siano notevoli il mio campo resta l’energia cinetica, non quella gravitazionale. Vi sto dando tutta la spinta possibile, ma non posso farvi superare la velocità della luce… e dubito che anche quello basterebbe.
-Quasar, vi consiglio di allontanarvi immediatamente – comunica Nuvola, anche se non tutte le parole sono chiare a causa delle scariche nella comunicazione – Ho analizzato la situazione della stella e l’unica risposta plausibile è che la costante di gravità sia diversa, nei pressi del nucleo… non saprei dire quanto. Se aumentasse ancora di poco, non potreste sfuggirle.
-Stiamo appunto cercando di andarcene, Nuvola, ma sembra che la fisica non sia molto d’accordo. Non puoi interagire col nucleo ?
-Sono debilitata dalle battaglie contro Nemesi quanto voi, se non di più. Solo per sopravvivere sto impiegando tutte le mie forze.
-Sono l’unico a trovare tutto questo un po’ troppo conveniente !? – urla Makkari, con le comunicazioni quasi impossibili da comprendere – A me, tutto questo sa leggerissimamente di trappola…
Nel giro di un attimo, l’uragano spaziale si riduce ad un venticello. Senza più niente a frenarli, i Protettori portano in salvo il cargo quasi troppo velocemente, e quando lo lasciando andare lo guardano allontanarsi alla velocità della luce.
C’è un attimo di smarrimento, e prima ancora di riaprire le comunicazioni Molecola si guarda intorno.
-Cos’è questo odore… fumo di sigaretta !?
Come se fossero investiti da uno tsunami alla rovescia, i Protettori vengono risucchiati verso il buco nero ad una velocità pazzesca, troppo alta perché facciano in tempo a pensare a qualcosa. In orbita al disco di accrescimento perdono quasi tutti conoscenza, prima di scomparire nel nulla quando la spinta gravitazionale li spinge oltre.
Una mano che stringe tra le dita una sigaretta indica distrattamente la stella, e tutto ritorna normale. La mano, sul cui palmo è tatuato il simbolo ˜, porta la sigaretta alla bocca.
-Okay, e adesso passiamo alle cose serie.
Eon-verso. Uno spazio che non è uno spazio, dove la visuale è diversa ogni volta. Mr. S… uno dei pochissimi esseri a cui sia concesso entrare qui… osserva perplesso l’espressione di Epoch, generalmente immutabile. Assunto l’aspetto di una giovane donna alta quanto una montagna, seduta su un mare di stelle, guarda verso un orizzonte che non c’è e sembra… preoccupata.
[Sono sicuro che il fenomeno ha una spiegazione, Epoch]
-Come, prego ? – è raro che un’entità cosmica onnisciente faccia una domanda simile.
[Credevo fossi in ansia per la missione dei Protettori]
-No, non particolarmente. Non è niente che non possano gestire da soli. Quello che mi preoccupa sono le altre potenze del multiverso.
[Di solito non ti rivolgi a loro]
-Ho provato a sollevare dei dubbi su tutta la vicenda di Nemesi, ma sembra che io sia l’unica a preoccuparmene. La versione ufficiale di tutti gli esseri cosmici è che i Protettori hanno ucciso Nemesi utilizzando il loro piano e l’Arma.
[Non è stato così, forse ?]
-Ma grazie ad un intervento esterno…senza il quale non avremmo avuto scampo. Possibile che a nessuno importi ? Perché tutti stavano convenientemente guardando da un’altra parte, quando degli agenti sconosciuti ci hanno fornito la distruzione di Nemesi su un piatto d’argento ?
[Ed i nostri alleati ?]
-Warlock ne sa anche meno di noi. Possiedo ancora la Coscienza Cosmica, dopotutto, quindi lo so con certezza. Ho provato a chiedere udienza al Tribunale Vivente, ma mi è stata negata… pare che non siano questioni alla sua altezza.
[Tu sei Epoch, Colei che Attende, guardiana cosmica della vita universale. Qualcuno dovrà pure ascoltarti]
-La mia è una posizione strana, §§>§… mio padre veniva spesso ignorato, quando non era assolutamente necessario. Per l’universo, i nostri quindici minuti di importanza sono appena passati. Questo non mi piace. Altri possono voltare lo sguardo, ma… andrò in fondo a questa faccenda. Quasar voleva che scoprissi qualcosa su una certa parola…
Makkari apre gli occhi e, quando la testa ha smesso di girargli, focalizza lo sguardo sulle stelle. Con il lavoro che fa da diversi mesi, ormai ci è abituato. Istintivamente si metterebbe a controllare la posizione delle stelle… ma ce ne sono talmente tante da non permetterglielo.
“Va bene… è stato un bel viaggetto, ma nulla in confronto all’accelerazione del viaggio tra universi di un mese fa. Spero che anche gli altri abbiano resistito…”
-Makkari a Quasar… tu dove diavolo sei finito, Quaze ? – comunica via radio, premendo un pulsante familiare sul suo bracciale quantico.
Nessuna risposta, solo rumore di fondo. Forse è fuori portata.
-Makkari a Nuvola, mi ricevi ? Molecola ? Nessuno sta ricevendo questo segnale ?
Solo adesso Makkari guarda il suo bracciale… che non sta emettendo nessuna luce, come fa di solito durante una comunicazione. Bastano pochi secondi per una diagnosi completa.
“E’ rotto. Stupendo. Comunicazioni, niente. Salto quantico, niente… qualcosa funziona, però… mi dà ancora la posizione. Sistema solare terrestre. Perché non mi stupisce ? Viaggio in lungo e in largo tra universi e linee temporali, e mi ritrovo sempre qui. Vediamo… ad un milione di chilometri dalla Terra. Gentili a lasciarmi vicino a casa… il che vuol dire che era effettivamente una trappola. Senza bracciale non posso assorbire abbastanza energia per raggiungere la velocità della luce, ma nel vuoto posso volare a ventimila metri al secondo… mi basterà un minuto.”
Gli bastano una ventina di secondi, però, per avvicinarsi quanto basta da iniziare a vedere la Terra. Solo che non c’è minimamente la quantità di azzurro che si aspettava. Dopo un’altra manciata di secondi, si ferma ed osserva perplesso.
“Questa non è la Terra. Almeno, non quella che conosco io. Il bracciale si è sbagliato… ed è probabile se è in condizioni così penose… o che altro ?”
Un ulteriore avvicinamento gli mostra qualcosa di irriconoscibile. Sul pianeta non c’è niente di più evoluto dei batteri. Ci sono mari e continenti, ma la loro forma non assomiglia per nulla a quello che Makkari ha visto dallo spazio.
“Okay… viaggio nel tempo. Con tutti i posti dove potevo capitare, questo non mi sembra proprio il più allegro”.
Si avvicina abbastanza da entrare nell’atmosfera, dove cerca di respirare… e se ne pente immediatamente, per la quasi totale assenza di ossigeno. Non osa scendere sotto il chilometro di altitudine, e si ferma a mezz’aria.
-Se resto qui, dovrei poter evitare di combinare troppi casini… meglio non toccare neanche il suolo. Chissà perché mi aspettavo che facesse più caldo, invece è come stare ai tropici. Allora, ricapitolando… quella specie di vortice intorno alla stella mi ha mandato indietro nel tempo. Molto indietro nel tempo… non mi intendo di geologia, ma di sicuro più di un miliardo di anni nel passato. Niente bracciale per comunicare, ammesso che ci sia qualcuno con cui parlare. Non posso viaggiare nel tempo, almeno non credo… se potessi ancora arrivare alla velocità della luce mi inventerei qualcosa, ma è escluso. Se non altro, dovrei avere un sacco di tempo per pensare a cosa fare…
Molecola apre gli occhi e, quando la testa ha smesso di girargli e il suo stomaco di tremare, focalizza lo sguardo sulla nube di gas che si trova davanti.
I suoi poteri gli forniscono immediatamente ossigeno, dandogli modo di capire cosa gli è successo.
“Ma perché devo sempre finire scagliato in lungo e in largo per l’universo…”
Innanzitutto cerca di capire dove si trova. Ci sono troppe stelle per identificarle a dovere, ed il vortice di idrogeno ed elio non è d’aiuto. Preme un pulsante sul bracciale quantico, ma ci sono troppe interferenze. Si allontana rapidamente, constatando quanto sia grande la nuvola di gas.
-Qui Molecola, mi riceve nessuno ?
Nessuna risposta, solo scariche.
-Epoch ? Mr. S ? Qualcuno ? Niente. Forse non funziona neanche. E senza un qualche tipo di guida, non posso sapere in quale parte dell’universo mi trovo, o andare da qualche parte. Oh, beh… ci sarà almeno qualche molecola organica, nei paraggi ?
Qualcosa riesce a sentire, effettivamente. Ad una certa distanza, ma raggiungibile. A mano a mano che si avvicina sente sempre meno le molecole e sempre di più… qualcos’altro, una strana sensazione. Un dejà vu molecolare. Ma dove si ferma non c’è nessuno.
-So che c’è qualcuno, qui. Quindi non cercate di nascondervi, o… whoa.
Da un secondo all’altro, ai bordi esterni della nube di gas, è apparso un umanoide alto quindici metri. Indossa una elaborata veste blu, i tratti del suo volto non sono precisamente umani, ed è calvo.
-Un Osservatore – lo identifica Molecola – Uh…salve. Sono uno dei Protettori dell’Universo, ha presente ? Ecco… so che non interferite mai, ma non potrebbe almeno dirmi da che parte sta la Terra ?
L’Osservatore continua a tenere le braccia incrociate e lo sguardo fisso sul centro della nuvola, dove si sta ammassando una sfera.
-Ora che ci penso… senza bracciale, non ho il traduttore universale. Però gli Osservatori sono telepati, quindi forse mi ha capito lo stesso. Ehm… Scusi ? Non c’è almeno un qualche modo per lasciare questa dimensione ? Ci ho provato, ma non riesco ad entrare in nessuna…
L’Osservatore non risponde. Molecola alza le spalle e si guarda intorno, per cercare almeno di identificare qualcosa… un avamposto Kree, la scia di una nave Shi’ar, qualunque cosa. Mentre lo fa, però, la sensazione di dejà vu si fa fortissima. Si volta verso l’Osservatore, ne scruta a lungo i lineamenti alieni, e gli fa un’ultima domanda:
-Uatu ?
L’Osservatore posa gli occhi su di lui.
Maelstrom apre gli occhi e, quando ha smesso di sentirsi gratificato dall’esperienza, si guarda intorno confuso. Nonostante l’enorme quantità di energia cinetica che è riuscito ad assorbire, continua ad essere spossato.
“In qualche modo sono riuscito a frenare l’accelerazione, ma non c’è modo di dire dove sono finito. La cosa positiva è che, se gli altri non sono riusciti a frenare, sono estremamente lontani… magari persi”.
La leggera vertigine viene sconfitta presto, ed una volta fatto questo identificare la posizione della Luna necessita di pochissimo tempo, dato che è ben visibile.
“Sono nell’orbita terrestre, allora. Anche con l’assorbimento cinetico, quel vortice mi ha spedito molto lontano. Non posso avvicinarmi più di tanto per colpa di queste maledette manette quantiche che mi bloccano… dovrebbero fermarmi in prossimità della griglia elettromagnetica creata da Quasar per i Vendicatori. Non ho molta fretta di tornare alla mia prigione, quindi… chissà se posso dare un’occhiata al cumulo di macerie che ho messo al posto di Phoenix”
Allineandosi all’energia di rotazione terrestre, Maelstrom si avvicina velocemente alla superficie; si muove più lentamente del solito, nel tentativo di fermarsi a pochissima distanza da quanto gli è consentito. Ma, stranamente, non avverte i progressivi segnali di avvicinamento alla zona proibita che dovrebbe ricevere. Seguendo una vaga impressione, non rallenta in prossimità della griglia… che attraversa senza problemi, dato che non ce n’è nessuna.
“Hanno distrutto la griglia o cosa ? A questo punto avrei già dovuto essere fermato. La cosa si fa molto interessante”
Quando sta sorvolando l’Atlantico, li vede… uno sciame disordinato di demoni, dalle forme più diverse e raccapriccianti. Questo, la mancanza della griglia ed una strana sensazione nel suo cervello vogliono dire una sola cosa.
-Sono in pieno Inferno… l’ultimo dei due. Oh, bene, l’ultima volta mi sono perso tutta la parte divertente !
Nuvola apre gli occhi e, quando la vertigine è passata, focalizza i suoi sensi sulle stelle. All’inizio non ne riconosce nessuna… fino a quando non si concentra sulla stella più vicina. Una stella che conosce bene… personalmente.
Dal suo polso sinistro fuoriesce il bracciale quantico, e tenta una comunicazione sulla solita frequenza. Nessun risultato. Con un sospiro, controlla con maggior precisione il punto in cui si trova, notando una strana concentrazione di gas che non aveva mai notato.
“Se questo è il sistema solare, qui non ci dovrebbe essere nessun anello di gas. Dovrei essere nell’orbita di Nettuno”
Accelerando a velocità superiori a quella della luce, Nuvola esce dal piano su cui orbitano i pianeti. La situazione che osserva è ben diversa da quella a cui è abituata.
“Di Nettuno e Urano sono rimasti solo anelli di gas in orbita attorno al Sole. Di Plutone, Mercurio e Venere non c’è traccia… e c’è un altro pianeta nella stessa orbita della Terra, in posizione opposta rispetto al Sole. Una qualche… realtà alternativa, forse ? L’accelerazione generata dal campo gravitazionale di quella stella deve avermi spinta molto lontano. Curioso che sia proprio in questo sistema solare. O meglio, sospetto. Il bracciale quantico non funziona, e non riesco a contattare gli altri in nessun altro modo… non ricevo onde radio, quindi escludo di essere nella mia realtà. E’ probabile che mi serva un aiuto esterno per riuscire a contattare il resto del gruppo, quindi sarà il caso di esplorare questo sistema”.
*Forse non è il caso.
Le cose sono molto diverse dall’ultima volta che mi hai incontrato.
La voce che Nuvola ha appena sentito nel vuoto dello spazio le è molto familiare, anche se non riesce a capire bene in che modo l’abbia sentita. Non era una comunicazione telepatica…qualcosa di più basilare.
-Chi sei ? – è la cosa più logica da chiedere.
*Sono Ethos, Colui che Preserva. Figlio della figlia di Epoch. Ti ho salvato la vita.
-Ricordo. Questo significa che non mi trovo in una realtà alternativa alla mia ?
*Precisamente.
-Sei stato tu a portarmi qui ?
*No. Sei arrivata in un vortice spaziotemporale.
-Sai come posso tornare indietro ?
*Non in questo momento, ma posseggo sempre la Comprensione Definitiva. Quanto tempo è passato da quando mi hai incontrato… un mese ?
-Circa. Ma non ci siamo mai visti di persona… eri nel corpo di Mr. S. Perché non ti lasci vedere ?
*Il mio corpo fisico è più grande della tua Galassia, quindi non posso venire da te. E quando ci incontreremo ancora, qualche migliaio di anni nel tuo futuro, sarà… Beh, è complicato, ma non posso farmi vedere.
-Mi sta bene. In che anno siamo ?
*Nessuno conta più gli anni in quel modo, ma se ti interessa… oggi sarebbe il 19 Febbraio 3.007.418.134. Un venerdì, penso.
CONTINUA…
Nel prossimo numero:
I Protettori sono
sparsi agli angoli del tempo, senza possibilità di comunicare o di tornare
indietro. E dove, o meglio quando, è finito Quasar ?
Note
Conclusa la lunghissima saga di Nemesi, tre episodi per tirare il fiato e preparare il campo per la prossima trama. I viaggi nel tempo non potevano certo mancare in una serie cosmica, e quello ricevuto nel numero 32 con la C.I.T era soltanto un assaggio. Su chi sia stato a disperdere i Protettori nel tempo e che cosa significhi l’importantissimo incontro con cui si apre l’episodio torneremo in futuro…