#63

di Fabio Furlanetto

 

MOTORE MORTALE

(Mortal Engine)

Parte 3: Instant Karma

 

A pessimist sees only the dark side of the clouds, an mopes;

a philosopher sees both sides and shrugs;

an optimist doesn't see the clouds at all…

he's walking on them.

D. O. Glynn

 

 

Ora

Nuoto immobile, avvolta in me stessa e nel nulla.

 

16 ore prima

Il vento solare mi accarezza i capelli, sospesi dall’assenza di gravità. Il mio corpo assapora fino all’ultimo questa piccola manifestazione di comprensione dalle altre stelle, e soffro per la ristrettezza in cui sono obbligata a vivere. Un microscopico organo di senso è tutto ciò che mi è rimasto per godere della galassia in cui sono nata. Un organo di senso che ha una forma umana e un nome…Nuvola.

Sospirando per ciò che devo fare, ripongo nuovamente tutta la mia attenzione al corpo simulato, la rappresentazione solida di una donna. Accanto a me, buona parte dei Protettori dell’Universo. Li vedo e li percepisco con tutti i miei innumerevoli sensi, tutti mitigati dalla forma ristretta che sto utilizzando.

Stanno parlando, trasmettendosi onde radio. Li ascolto, lasciando che le onde emesse siano comprese da una minima parte del mio cervello. Li ascolto, senza essere veramente interessata a ciò che dicono. Ma io ascolto sempre e da sempre.

A parlare è Quasar, tramite le Bande Quantiche. Posso sentire la loro delicata firma energetica. Vecchie cinque miliardi di anni, quelle armi sono l’unica cosa più vecchia di me nel raggio di vari anni-luce.

Il suo corpo è leggermente più caldo del normale, ed emette anidride carbonica più rapidamente del previsto. Segno di affaticamento fisico o stress mentale.

Io stessa, qualche volta, ho provato ad aumentare la mia temperatura o a emettere più gas, ma l’effetto non è stato soddisfacente.

-Se continua a muoversi in linea retta, la Risposta tra poco passerà di qui. Non sappiamo quasi niente sulle sue capacità di attacco, se non che è capace di colpire a distanze astronomiche. Makkari, tu sei l’unico a potergli tenere testa in quanto a velocità, ma non sono sicuro che tu possa fargli del male…

-Tranquillo Quaze, so quando devo stare in panchina.

-In realtà, la tua presenza o assenza è strategicamente ininfluente – lo correggo.

-Grazie, Nuvola.

-Mi piace come pensi, ragazza – interviene Maelstrom, subito guardato male dagli altri. Il loro comportamento è sempre più caotico.

-Ad ogni modo – riprende Quasar – secondo Molecola ed Epoch, la Risposta è probabilmente in grado di assorbire quantità illimitate di energia. Questo vuol dire che  non possiamo usare attacchi non convenzionali, o ci ritroveremmo con una Risposta in grado di usare energie mistiche o chissà cos’altro. Il che taglia fuori tutta la Guardia dell’Infinito e diminuisce parecchio il ruolo di Epoch. La forza bruta è l’unica cosa che non ci manca, però, e forse possiamo colpirlo così forte da non dargli modo di assorbire la nostra energia, e distruggerlo. Giusto, Epoch ?

-E’ possibile – risponde l’entità cosmica, incarnatasi in una figura femminile alle spalle del suo Protettore. Sento qualche elettrone che si sposta mentre legge i miei pensieri… deve aver avvertito i miei schemi di pensiero. Decido di parlare di nuovo.

-Il tuo piano ha un errore logico, Quasar.

-Lo so, ma non posso farci niente – mi risponde, comprensivo. Come se non stessi capendo. Mi spiego.

-Noi vogliamo fermare la Risposta, ed evitare che raggiunga Drylon. Le nostre probabilità di evitare che lo faccia sono scarse. Se evitare che la Riposta si evolva nel Dio della Distruzione è la priorità, dobbiamo distruggere Drylon.

-Ma non possiamo farlo senza distruggere anche tutto il resto della Galassia, purtroppo.

-Lo so, ma potremmo non avere altra scelta.

Quasar diventa serio, ed assume un tono che non mi è mai stato rivolto. Echi delle onde cerebrali umane che ho copiato, o sto iniziando a capirli ?

-Sacrificheresti un’intera galassia di persone per salvare l’Universo ? – mi chiede.

-Tu hai sacrificato un’intera galassia di potenziale per salvare l’Universo. [1]

-Era…diverso. Non c’era nessun essere vivente in quella galassia.

-Perciò gli esseri viventi hanno la priorità, Quasar ?

-Certo !

-Ma hai mandato al massacro miliardi di Lochniani per salvare l’universo. [2]

Posso avvertire la tensione creata da queste parole. Nessuno degli altri ha mai fatto riferimento all’accaduto. Quasar ne è ancora turbato.

-Non avevo altra scelta !!!

-Neanche noi, adesso. Distruggere la Via Lattea è il metodo più sicuro.

-E forse è precisamente quello che vuole la UNION – interrompe Makkari, fissandomi negli occhi per comunicarmi di stare zitta. Non lo faccio.

-La UNION ha sempre reagito passivamente alle nostre azioni, quando abbiamo superato i limiti che ci avevano dato.

-Quell’affare sta arrivando, e noi stiamo ancora qui a parlare senza neanche un piano !!! – si lamenta Maelstrom, inascoltato.

Epoch mi fissa ancora più intensamente. Sospetta.

-Passivamente !? Strappare un braccio a Molecola, uccidere Qydesh e far esplodere l’archivio archeologico…

-Altro errore logico, Quasar. Molecola ha perso il braccio cercando di fermare la Risposta, che è stato liberato in seguito all’infrazione di un ultimatum. Qydesh e l’archivio sono stati eliminati perché abbiamo continuato a fare ricerche su Drylon. Mi sembra evidente che la UNION non voglia fare altro che conservare lo status quo. Dare a loro la colpa della nostra situazione significa cercare di legittimare il nostro comportamento tramite la differenza con delle opinioni altrui.

-Non sta a loro decidere cosa possiamo o non possiamo fare ! – urla Maelstrom.

-Forse, ma credi che valga la pena continuare su questa strada solo per provarlo ? – gli rispondo, calma.

-Sta arrivando – ci informa Epoch, senza lasciar trasparire nessun sentimento. Ma sento i suoi occhi su di me.

Quasar mi fissa, determinato. E confuso.

-Nuvola, abbiamo un bisogno disperato di te. Con Molecola fuori gioco e con i problemi di Epoch, sei il nostro peso massimo. Non abbiamo tempo per discutere di filosofia, adesso…sei con noi ?

Lo guardo negli occhi ma non gli rispondo, attendendo che la Risposta ci piombi addosso.

 

Ora

Completa in me stessa,  mi evolvo.

 

10 ore prima

Il mio corpo simulato evapora in un caleidoscopio di plasma, mentre rimuovo tutta la mia massa stellare dalla micro-dimensione in cui l’ho tenuta confinata per mesi.

I sensi mortali svaniscono ed assumono una nuova prospettiva. Quando ho finito di ricreare la mia forma originaria sono più grande di qualunque pianeta, e molto più rarefatta. Ma neanche questo è sufficiente.

Avverto gli echi lontani della battaglia… Maelstrom sta assorbendo parte della mia velocità di espansione per creare un uragano cosmico, ma la Risposta reagisce ad esso come ad una brezza rinfrescante. Maelstrom non smette di attaccare, e posso solo immaginare a quale orrendo stress stia sottoponendo il suo corpo.

A lungo ho cercato di capire cosa lo motivi, e credo di averlo intuito. Odio. Ho già imitato con successo alcune reazioni basilari…ricordo soprattutto la paura, negli scontri con Nemesi. Posso odiare anche io ?

No, non riesco. Una stella non può odiare. Siamo tutti figli della nebulosa originaria che ha dato vita alle galassie. La nebulosa che è in me non può odiare.

Ma quel frammento di umanità che cerco da tempo di coltivare… l’odio di Maelstrom è insignificante, al confronto.

La battaglia continua senza interruzioni da più di quattro ore, ed io sono quasi pronta. Questa regione di spazio è ricca di polvere interstellare, materia inutilizzata che non appartiene a nessuno. Me ne nutro, diventando ancora più grande. Stringo con forza la mia materia, chiedendo alla mio frammento umano di darmi abbastanza odio da non esitare.

Ma qualcosa fa tremare la mia determinazione. In lontananza (quanto sono piccoli e limitati, in questa prospettiva !) vedo il ritorno di Molecola. Vedo il potere della Risposta vacillare davanti al suo potere assoluto, alla sua determinazione incrollabile nel porre fine a tutto questo. [3]

Forse l’odio non è la fonte di coraggio che stavo cercando. Non basta provare emozioni per essere umani. Forse serve un po’ di fede in se stessi.

E provo a fare lo stesso. Richiamo a me ogni singolo atomo del mio corpo, convergendo tutto quello che ho su un solo punto.

La Risposta.

Muovendomi quasi alla velocità della luce, lo accerchio. Triliardi e triliardi di tonnellate di idrogeno ed elio convergono su di lui, riscaldandosi. Infiammandosi.

Posso vedere il gorgo di energia che cade verso di lui. Lo stesso gorgo che ho visto nel nucleo di Drylon… la stessa tecnologia che ha generato questo mostro, questo insulso ai corpi celesti. Raccolgo odio e fede in me stessa, e cavalco l’onda di energia cinetica e quantica che mi viene fornita.

La Risposta mi guarda, e sento il motore cosmico che ha nel petto spingersi al massimo.

Due raggi oculari viaggiano verso di me. Non smetto di avvicinarmi a lui, con la sua distruzione in mente, e credo di potercela fare.

I raggi contengono calore puro, che aumenta a mano a mano che si avvicina a me.

Contro ogni legge della fisica, il calore si concentra ed aumenta a velocità impressionanti, e la forza di gravità aumenta. La materia extra che ho accumulato converge in un solo punto, innescando una reazione termonucleare.

Dentro il mio corpo esplode una stella, disperdendo nella galassia gran parte della mia massa. Gli altri Protettori fanno l’impossibile per ripararsi o sfuggire all’onda di calore, sufficiente a vaporizzare un pianeta.

La Risposta assorbe anche questo. Ha appena acceso una stella con i suoi raggi calorifici, e diventa più forte.

La mia fede in me stessa crolla, assorbita dalle impossibili particelle che alimentano il suo cuore. Il mio odio è ora privo di significato, solo un’imitazione.

Epoch attacca adesso, ma non riesco quasi a vederla. Il piano era di farla attaccare subito dopo aver fatto vacillare la Risposta, per non dargli tempo di assorbire anche la forza della guardiana cosmica…che ora è la nostra ultima speranza.

Ma la speranza, come tutto il resto, è svanita nel gorgo. Gli altri tornano alla battaglia, animati dalla loro voglia di sopravvivere. Io ricostruisco lentamente il mio corpo, e capisco che questa sarà la più ardua di tutte le battaglie disperate a cui ho partecipato.

Ma gli altri hanno ancora qualcosa per cui combattere. Io continuo solo ad imitarli, nella speranza di scendere al loro livello.

 

Ora

Sono e sarò, senza nient’altro.

 

5 ore prima

Raggi di intensità infinita lacerano la carne e i tessuti con una violenza inaudita. La Risposta ha superato scudi quantici, barriere cinetiche, raggi molecolari e pugni alla velocità della luce. Tutto è polvere e sudore, fatica e sconfitta, e la sua forza aumenta ancora.

Io soffro ancora.

Le sue energie spazzano miliardi di chilometri di plasma interstellare con un leggero venticello. Tra l’inerzia e la coscienza, cerco ancora di combatterlo… ma è un buco nero che risucchia tutte le mie energie, tutta la mia voglia di esistere e combattere.

Si avventa su Epoch, e gode nell’assorbire tutta l’energia che lei gli scaglia contro come protesta per questa violazione del suo corpo. I suoi raggi oculari distruggono tendine dopo tendine il corpo di Epoch, e diventa più forte. Colpisce più forte. Ed Epoch grida.

Tutto ciò che rimane della mia mente è subito investito da una carica di sensazioni a me inaccessibili… le emozioni di Epoch.

Il senso di sconfitta di un essere che può vedere e sapere tutto, condannato ad avere a cuore tutto ciò che vede e a vivere per sempre con la consapevolezza che tutto ciò che ha di più caro ben presto scomparirà. Che siano giorni o miliardi di anni, tutto avrà fine. E lei dovrà sempre soffrirne almeno un po’.

Come faceva Eon ? Come faceva a sopportarlo ? Epoch, Colei che Attende, comincia a capire la futilità delle sue azioni. Comincia a vedere il suo ruolo nell’ordine delle cose, e quanto male abbia provocato nel cercare di cambiarlo. Scoraggiata, attende che la Risposta si plachi e di avere il tempo di guarire.

La Risposta è sazia, ed osserva con soddisfazione i risultati della sua furia distruttiva. Si erge sui resti martoriati di uno degli esseri più potenti del creato, di cui lui ha distrutto solo un’infima manifestazione… tronfio dell’averne distrutto la speranza.

E guarda me. Non ho occhi, non ho forma, non ho consapevolezza…ma lui mi guarda e sa. Sa che io sarò ancora qui, a preoccuparmi per l’Universo, quando l’Universo stesso sarà un cumulo di macerie. Ma, a differenza di Epoch, l’Universo non guarirà.

Mi guarda, chiedendosi se distruggermi o meno. Gli è rimasto qualcosa da distruggere ? Non fisicamente, forse, ma nello spirito ? Mi è rimasta solo la mia coscienza, l’unica cosa che mi differenzia da un ammasso di gas.

Mi guarda e se ne va, saltando sul corpo martoriato di Epoch come appoggio.

Inizio a rimettermi in sesto, mentre vedo quattro piccoli insignificanti ammassi di molecole a base di carbonio che si rialzano.

Cosa devo fare ? E’ rimasto qualcosa di intatto per cui valga la pena lottare ?

Il mio corpo simulato si ricostruisce in fretta. Le ferite fisiche sono facili da riparare, ma quelle della coscienza…

Mi curo e mi preparo alla battaglia. Contro ogni logica e ogni mio desiderio. Senza di loro, la mia esistenza umana è priva di significato.

 

Ora

Sola ed unica nell’universo.

 

2 ore prima

Dopo più di quattordici ore, la battaglia ha completamente devastato più di tre anni-luce cubici. Quasar allontana i suoi compagni di squadra dalla Risposta, incurante delle ammaccature e bruciature sulla pelle, del costume stracciato e della armatura di energia quantica completamente sfasciata.

All’interno di due bolle quantiche, Makkari e Maelstrom sono ridotti all’ombra di sé stessi dopo aver completamente bruciato tutte le loro fonti di energia.

Molecola si allontana da solo, senza neanche un graffio ma sul punto di perdere conoscenza, avendo sfruttato ogni goccia delle proprie energie mentali.

Epoch si sta ancora riassemblando, ancora pienamente e cosmicamente conscia di ciò che le accade attorno ma allo stesso tempo del tutto impotente.

La Risposta guarda le stelle, fissandone una in particolare. La conosco personalmente. E’ la stella di Drylon, e la Risposta salta in quella direzione appoggiandosi sul nulla. Quasar vola verso di lui, ed io lo fermo trasformando parte di me stessa in un muro di gas ionizzato.

Quasar frena appena in tempo, e mi guarda. Potrebbe fare un Salto Quantico e raggiungerlo, ma ormai la Risposta è troppo veloce.

-Perché !? – mi chiede, con un filo di voce.

-E’ tutto inutile – gli rispondo.

-Cosa !? Possiamo ancora…

-No. Non capisci. Tutto questo… che voi fermiate la Risposta, la UNION, o che falliate e causiate la distruzione della Via Lattea. E’ tutto inutile.Tra un paio di miliardi di anni, sarete come Drylon. Nessuno si ricorderà di voi e le vostre azioni non avranno significato.

-Nuvola, non riesco a capire cosa stai cercando di dire, ma…

-Sto cercando di dire che me ne vado, Quasar.

 

Ora

Nel punto giusto dell’ordine delle cose.

 

1 ora prima

-Sei impazzita !? – mi urla in faccia Molecola – Non puoi andartene !!!

-Posso. La mia appartenenza a questo gruppo è del tutto priva di significato.

-Fai quello che ti pare, ragazza, io non ho ancora finito con quell’androide… - si intromette Maelstrom.

-STAI ZITTO TU !!! – gli gridano gli altri Protettori, con una rabbia che ho sentito poche volte nella loro voce.

-Non possiamo vincere senza di te !

-Forse, Quasar. Ma che lo facciate o meno è del tutto ininfluente… questa battaglia me l’ha fatto comprendere una volta per tutte…

-Hai solo paura…succede – risponde con noncuranza Makkari, dall’alto di millenni di esperienza in esseri umani. Del tutto inutili con me.

-No, non ho nemmeno quella – confesso – A differenza di voi, non ho niente per cui combattere. Credevo di poterlo fare per me stessa ma…è tutto inutile.

-Ascolta… - mi interrompe Quasar.

-No, ascoltate voi !!! – rispondo con rabbia, e vedo lo sconcerto nelle loro facce – Io sono un ammasso di gas ionizzato. Sono in grado di ragionare ma resto una cosa, non una persona. Per tutto questo tempo non avete fatto altro che umanizzarmi… vedere in me delle reazioni umane che io imitavo soltanto. Mi sono unita a questo gruppo per salvaguardare la sopravvivenza del creato e cercare di capire se potevo diventare qualcosa di più di una cosa senziente… se potevo diventare umana. Ma non ho fatto altro che osservare voi e tutti gli altri umanoidi, senza provare mai niente di più che una pallida imitazione di un qualcosa di limitato e indefinibile. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma ho capito una cosa… tutto questo durerà solo lo spazio di un momento. Sono stata combattuta dallo scegliere tra un’eternità di pace ed un istante di turbolenta umanità. Ed ora prendo una mia decisione… tornare ad essere una nebulosa. L’umanità non è cosa per noi corpi celesti.

Mi fissano con occhi vuoti e lucidi, senza capire veramente cosa voglio dire. Nelle loro menti si agitano pensieri e decisioni umane… nella mia, la pace eterna dello spazio silenzioso. Non capiscono, né lo faranno mai.

-Non esiste ! Non puoi lasciarglielo fare, Quaze !!!

-Sì…non possiamo parlarne in un altro momento !? Quasar ? Epoch, almeno tu dì qualcosa !!!

La gigantesca entità cosmica non risponde, ma mi fissa. Ed io fisso lei. Sta pensando quello che sto pensando io ? Anche lei sta iniziando a capire che questo tempo, questa importanza degli esseri viventi, non sarà mai eterna ?

-Sei proprio sicura di volerlo fare ? – mi chiede Quasar.

-Sì – gli rispondo.

-Allora…addio, e buona fortuna. E’ stato bello finché è durato.

-QUAZE !!!!!

-Buona…fortuna anche a voi. Per quel che può valere. Starò sempre a guardarvi, assieme alle altre stelle….addio.

Sento un’ultima emozione umana che mi pervade, e mi sento triste. Potrei dare anche a loro la gioia di essere tutt’uno con il cosmo… ma non è nella loro natura.

Non è ciò che sono. Non sarebbero felici. E per quanto siamo diversi…per quanto non approveremo mai le scelte gli uni degli altri… da qui alla fine del tempo, fino a quando uno solo dei miei atomi sarà ancora vivo, li considererò…amici.

 

10 minuti prima

Il mio corpo nudo cammina in mezzo a detriti millenari che cadono verso l’alto, attirati dalla colossale attrazione gravitazionale di una nana bianca. Circa ventiquattro ore fa, in questo luogo si è risvegliata la Risposta. Risveglio che ha fatto precipitare questo pianeta morto al centro del suo sistema solare.

Tra venticinque minuti, tutto ciò che la mia forma mentale può vedere sarà annichilito dalla caduta  Qui rinascerò.

Questo luogo è il simbolo di miliardi di anni di storia di una civiltà, spazzata via dalla scarsa comprensione delle regole dell’universo. Questo è un luogo morto che rappresenta sia le vette che gli abissi degli esseri mortali. Qui morirà Nuvola, per permettermi di vivere.

Il contatto con la stella collassata non mi ucciderà. Distruggerà totalmente il mio corpo simulato, a livelli che non posso riprodurre altrimenti. Il mio vero cervello, un prisma cristallino alto ottanta metri, verrà ridotto in elio molecolare senza possibilità di recupero.

Qui avrà fine la mia vita mortale. La mia massa stellare uscirà dalla sua micro-dimensione ed alimenterà nuovamente il ciclo di fusione della stella morente, ed io tornerò ad essere una nebulosa senza nessun ricordo della mia vita mortale. Con un po’ di fortuna, nella mia prossima vita non commetterò gli stessi errori.

Dietro di me, qualcuno calpesta i detriti.

-Karma.

Mi devo voltare prima di riconoscere l’identità del mio visitatore, avendo dovuto disconnettere tutti i miei sensi stellari. Non sono abituata ad essere così indifesa, e forse per questo non ho riconosciuto subito la voce di Makkari.

-Non credevo potessi leggere i miei pensieri.

-Ci ho messo un po’…pensi in modo molto diverso da chiunque altro abbia mai incontrato. Fa parte del tuo fascino. A proposito, sono felice che tu ti sia liberata di quelle nuvolette frustranti. Sei uno schianto. Non che tu non lo sia anche quando sei più coperta, intendiamoci…

-Questo pianeta sta per essere distrutto. Se resti qui per più di sette minuti, morirai.

-Già.

-Comunque che stavi dicendo ?

-Che sei un gran bel pezzo di…

-No, sul karma.

-Ah, sì. E’ un qualcosa in cui credono un po’ di terrestri. Ci sono un bel po’ di idee contrastanti su cosa sia, ma mi hai fatto ripensare ad una sua interpretazione… una legge dell’universo secondo cui tutte le azioni, volontarie e involontarie, fanno parte di un intricato sistema di causa ed effetto che un solo essere non può comprendere. Non che ci creda, ma mi ci hai fatto pensare.

Lo guardo perplessa, tra i macigni che si staccano da terra per volare un cielo già riempito da una abbagliante luce bianca.

-Sembra un qualcosa di verosimile.

-Il punto è che…secondo questa interpretazione, indù credo, il karma non è né buono né cattivo in sé. Ma per raggiungere la liberazione è indispensabile causare il meno karma possibile… decidendo di abbandonare la propria identità umana e tornare ad essere un corpo celeste, ad esempio.

-Un concetto particolarmente immaginifico per una religione terrestre. Sono molti a cercare di diventare corpi celesti, sulla Terra ?

-Era solo un…

Mi vede sorridere, e si ferma. Persino lui può restare sorpreso, nonostante quello che ha vissuto. Almeno questo glielo devo.

-Ho intenzione di continuare su questa strada, Makkari – gli dico con tono serio.

-Standotene ferma qui, immagino.

-Precisamente. Non cercare di fermarmi… anche se non sei d’accordo, rispetta almeno questa mia decisione.

-Oh, ma io sono d’accordo. Infatti resto anch’io. Come ammazziamo il tempo ? Ho dimenticato le carte…

-Non è divertente, Makkari.

-Ci puoi scommettere. Mi tocca restare fermo per cinque minuti e non ho proprio niente da fare.

-Perché fai questo ? Tu hai ancora ragione di continuare ad esistere.

-Sì…ho sempre avuto la gioia di vivere, per andare avanti. Mi sono sempre detto... “se proprio devo vivere per migliaia di anni, voglio vivere. Non restare a pontificare sull’esistenza”. Del resto, hai mai visto un depresso o un filosofo mettersi a correre ? A parte Socrate, forse, ma credimi a quello mancava qualche rotella di tanto in tanto. Gran bella moglie, però.

-Sai che non ti salverò.

-Sì… in realtà pensavo di fare una piccola scommessa, per ingannare il tempo. Se sei davvero una nebulosa, solo un ammasso pensante di gas, mi lascerai morire. Io però scommetto che ti è rimasto qualcosa di umano, che non riuscirai a lasciarmi morire così facilmente.

-Perché ne sei così convinto ?

-Te l’ho detto… amo la gioia di vivere, e tu pensi in modo diverso da chiunque altro. Non ho mai conosciuto nessuno con una gioia di vivere inesauribile come la tua.

-Makkari… sai che non posso veramente provare emozioni. Posso solo fingere.

-E’ qui che ti sbagli. Non provi emozioni umane…ed hai ragione, non potrai mai essere completamente umana. Meglio così, credimi. Ma tornare ad essere una nebulosa non fa per te. Per me, sei l’essere umano più eccezionale che abbia incontrato in quattromila anni.

-E se ti sbagliassi ?

-Beh, in ogni caso ti avrei visto nuda. Non è il modo peggiore per andarsene.

L’intera struttura inizia a tremare, e la luce diventa sempre più accecante. Il pianeta si sta letteralmente spaccando in due sotto i nostri piedi…e Makkari non si sta spostando di un solo millimetro.

Perché deve essere tutto così difficile ? Nella vastità dello spazio, questi problemi mi sembrerebbero insignificanti. Questo minuto che sta volando dritto in una stella morente mi sembrerebbe inesistente, rapido come il passare dei secoli.

Quello che Makkari non capisce è che per me è davvero ininfluente che lui muoia o sopravviva. Non sento il benché minimo attaccamento emotivo a nessuna delle due situazioni.

Tutto mi sembra così insignificante…allora perché è così difficile pensare ? Perché è così difficile agire, ma anche non fare niente ? Sono trascinata verso entrambe le decisioni, così come sono attratta dalla potentissima forza gravitazionale della stella ma ancora trattenuta dalla flebile forza del pianeta.

Agire come un’umana è semplice. Posso fare di più ? Posso credermi umana…fare quel piccolo salto di fede che compiono tutte le forme di vita, credendosi qualcosa di più di un ammasso di materia ?

Sotto i miei occhi, i resti di una gloriosa civiltà si riducono in polvere. Nulla dura in eterno. Se decido di essere umana…tra qualche milione di anni potrei ritrovarmi in una situazione ben peggiore. Ne vale la pena ?

Mancano cinque secondi al contatto con la stella. Makkari non può più salvarsi da solo…persino io farei fatica. Veniamo trascinati verso la stella, e nessuno dei due fa niente per impedirlo. Continuiamo a guardarci in faccia… lui non ha ancora perso la speranza, lo sento.

Vedo la superficie della stella che si avvicina… e qualcosa colpisce il mio corpo. Ad un secondo dalla distruzione dei nostri corpi, prendo in mano l’oggetto… ed è un sasso. Un piccolo sasso, sopravvissuto alla distruzione di parti ancora più grandi del resto del pianeta.

C’è un simbolo, sul sasso. Un rombo, impresso a forza. A mezzo secondo dall’impatto, lo riconosco. Ed apro gli occhi, quando sono già dentro la stella.

 

Ora

 

Il pianeta brucia con una ferocia inimmaginabile, vittima dei poveri resti di una vecchia stella inutile. Le ultime testimonianze di vita dei profughi di Drylon evaporano più velocemente di qualunque altra cosa, e la stella morta emette una vampata di calore.

Dalla stella morta, rinasco. Le sue fiamme stanche rinnovano la mia essenza, e volo lontana stringendo a me ciò che ho di più caro all’universo.

La mia umanità. Un essere che ha creduto in me. Ed un inutilissimo pezzo di materia che ha appena salvato due dei Protettori dell’Universo.

-Sapevo che non mi avresti deluso – sussurra Makkari, avvolto nell’aria che sto generando per lui.

-Non sei stato solo tu.

-Schietta ad ogni costo, vero ? – rantola contento, stremato dalla battaglia e dalla caduta.

-Ringrazia questo – gli dico, mettendo il sasso nella sua mano. Lo guarda perplesso, fissando il rombo.

-Non capisco.

-Quel simbolo era impresso sul bracciale che Molecola aveva ricevuto a Drylon. Quello che è andato distrutto insieme al suo braccio.

-Come fa ad essere lo stesso simbolo ?

-E’ stato scagliato contro il muro e vi ha impresso a forza quel particolare simbolo, credo.

-Owen ne sarà contento, allora…peccato non sia stato il suo braccio a lasciare il segno. Perché è così importante per te ?

-Makkari…quali sono le probabilità che quell’unico pezzo di materia resistesse alla distruzione del pianeta, e che tra tutte le traiettorie possibili scegliesse proprio quella che portava direttamente a me ? Mezzo secondo prima della mia morte ?

-Non sono bravo in matematica… ma poche, scommetto. Quindi cosa…

-Karma.

-Come ?

-Se c’è un ordine delle cose, Makkari…forse non è tutto solo materia. Se qualcosa può sopravvivere ai millenni, alla distruzione di un pianeta… qualcosa dell’umanità potrà sopravvivere anche tra milioni di anni. Vivere per sempre da umana potrebbe essere meno doloroso.

-E ci hai pensato nell’ultimo mezzo secondo ?

-Sì.

-E…mi avresti veramente…

-Non lo so. Davvero. Ma siamo ancora vivi, e non sto simulando la mia gioia di esserlo. Non importa quanta distruzione può scatenare la Risposta, o quali siano i miei dubbi sull’esistenza…so che posso andare avanti. Tutto grazie a questo strano karma istantaneo.

-Come in quella canzone dei Beatles. Ti ho già detto che una volta abbiamo suonato insieme ?

-No, ma amerei sentirtelo raccontare.

-Grande. Andiamo a salvare l’Universo, ora ?

-Non vedo perché no.

 

Ora

Nuoto immobile, avvolta in me stessa e nel nulla. Completa in me stessa,  mi evolvo. Sono e sarò, senza nient’altro. Sola ed unica nell’universo. Nel punto giusto dell’ordine delle cose.

Sono Nuvola.

Sono umana.

Sono felice.

 

CONTINUA !

 

 

 

Note

Per quanto possa sembrare improbabile, questo episodio non era programmato ! La storia di Nuvola avrebbe dovuto raccontare tutt’altro, e l’enfasi sullo scontro fisico sarebbe dovuta essere maggiore. Non solo… fino all’ultimo momento, Nuvola avrebbe davvero lasciato il gruppo per tornare ad essere una nebulosa.

Ma un simile colpo di scena, anche se sicuramente d’effetto ed in linea con quanto rivelato su un suo possibile futuro nel numero 52, avrebbe in parte banalizzato il percorso che ha intrapreso dall’ingresso nella serie, nel numero 27.

Scrivendola in prima persona per la seconda volta (dopo il breve racconto sull’Annual 2) mi sono accorto che, in fondo, non sapevamo praticamente nulla di lei.

Nuvola è sempre stato l’elemento imprevedibile del gruppo, molto più di Maelstrom se vogliamo. Relazionarsi a lei è sempre stato difficilissimo, così come è stato estremamente arduo trovare il modo giusto per fare evolvere la sua personalità. Una prova dura, ma che per questo mi ha dato non poche soddisfazioni.

Un’ultima considerazione…il sasso è finalmente tra noi !!! Lo abbiamo visto per la prima volta nel futuro visitato da Quasar nel numero 53, abbiamo assistito senza volerlo alla sua “creazione” due numeri fa, ed adesso lo abbiamo visto formarsi ed iniziare ad assumere un ruolo importante… che non è ancora concluso !

Solo altri due numeri, però, e scoprirete come un sassolino possa salvare l’intero creato.

Nel prossimo numero, riflettori su un altro personaggio “difficile” che è con noi dal #1… Epoch !

 

 

 

[1] Nel numero 31

 

[2] Nei numeri 49-50

 

[3] Questa scena si svolge subito dopo il finale del numero scorso !