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#78

di Fabio Furlanetto

 

TRE SEI ZERO

 

Tritone, satellite di Nettuno.

In piedi sulla superficie del corpo solido più freddo di questo sistema solare, il gigantesco Exitar lo Sterminatore attende. L’ombra della sua armatura alta venti chilometri si staglia su un’astronave dalla foggia altrettanto aliena, dalle superfici quasi esclusivamente nere, che segue attentamente ogni sua mossa.

Al suo interno, cinque persone disposte su tre lati di un lunghissimo tavolo rettangolare osservano un ologramma della mano del Celestiale, aperta verso il cielo stellato.

Una donna in uniforme verde SWORD stringe la mano di Quasar con la destra, tenendo la sinistra dietro la schiena.

-Quasar, Molecola…prendete posto, prego. Questi sono Katos e Juniper, in rappresentanza dei Celestiali. Katos, Juniper, costoro sono i rappresentanti dei Protettori dell’Universo e parleranno a nome di Epoch, Colei Che Attende, alleata neutrale di entrambi. Sono l’agente speciale tre-sei-zero, e rappresenterò la Terra. Potete chiamarmi tre-sei-zero.

-Chiedo scusa – chiede Molecola – ma con quale autorità rappresenta la Terra, esattamente ?

-Con l’autorità conferitami come ufficiale superiore di un’organizzazione delle Nazioni Unite, Molecola. Ora, se abbiamo finito di sospettarci l’un l’altro, passiamo direttamente ai fatti.

Prende un piccolo telecomando dalla cintura, premendo un pulsante che cambia l’immagine olografica per rappresentare una nave spaziale in orbita attorno alla Terra.

-Anni fa, la Quarta Coorte dei Celestiali giunse sulla Terra per giudicare la razza umana e le altre razze che aveva creato. Prima che potesse esprimere un giudizio, che secondo le nostre fonti sarebbe stato certamente negativo, gli dei di diversi pantheon terrestri intervennero per mostrare alla coorte che l’umanità era degna di sopravvivere.

L’immagine inquadra ora sei uomini e sei donne, in abiti sgargianti.

-Presentarono ai Celestiali i Giovani Dei, terrestri presi da svariate epoche terrestri a cui furono fatti in dono consistenti poteri divini. I Celestiali accettarono di sospendere l’esame della Terra, promettendosi di ritornare un giorno in una Quinta Coorte a data da destinarsi…o per meglio dire, a data per noi comuni mortali inconoscibile. Katos ?

-Gli dei furono affidati a me e a Juniper, servitori di lunga data degli Dei dello Spazio – prende la parola l’alieno dalle pelle blu scuro – affinché provvedessimo alla loro educazione. Nonostante i nostri sforzi, i Giovani Dei diventavano sempre più divisi, impulsivi e decisi ad interferire con la vita dei mortali. Questo portò prima ad una catastrofica rottura del gruppo che quasi fu distrutto dal potente Galactus [1], ed infine ad un vero e proprio ammutinamento. Volevano tornare sulla Terra.

-Ma dubito che la cosa andasse a genio ai Celestiali, a giudicare dal vostro amico là fuori – capisce Quasar.

-Gli dei non vogliono sentire ragioni e chiedono asilo politico sulla Terra – spiega tre-sei-zero – E a quanto ci hanno riferito Katos e Juniper, i Celestiali non hanno intenzione di fermarli. Ma ci hanno anche fatto sapere che, se i Giovani Dei si trasferiranno sulla Terra…

-Il vostro pianeta sarà completamente distrutto – conclude Juniper.

Quasar e Molecola si scambiano uno sguardo, a cui hanno imparato ad associare il significato di “non mi piace questa storia”.

-Lo SWORD come ha fatto a saperlo prima di chiunque altro ? – chiede Quasar.

-Abbiamo rilevato la loro nave con il nostro radar stellare, tentando un contatto – spiega tre-sei-zero con una punta di orgoglio – Sono stata io a chiedere ai Celestiali di mantenere la cosa nella massima segretezza.

-Chiedo scusa, ma…ecco…avete detto che i Giovani Dei sono liberi di andare sulla Terra. Allora perché sono incatenati ? – chiede Molecola.

Prima di rispondere, tre-sei-zero mostra nuovamente l’ologramma della mano di Exitar che sostiene una sfera di energia dentro la quale sono disposti a cerchio i dodici dei incatenati a croci energetiche.

-Non sono prigionieri, hanno cercato di effettuare una Comunione…l’unione delle loro dodici anime in una sorta di manifestazione del loro potere inconscio… ma sono stati bloccati da Exitar. Quello che vedete è il loro continuo tentativo di fusione. Ritengono che sia l’unica alternativa alla morte.

-E per quanto possono continuare a farlo ? – insiste Molecola.

-Fino a che uno dei due non si stancherà – risponde Juniper – Forse per sempre, il processo non è doloroso o debilitante.

-Bene signori, se volete scusarmi – si alza in piedi Quasar – Dovrei riferire all’agente tre-sei-zero alcuni eventi terrestri.

-Non c’è niente che mi possa interessare più di questo incontro – protesta la donna.

-Posso assicurarle che è molto importante per questa situazione, ed è assolutamente necessario fare questa conversazione in un ambiente più isolato.

-Faremo una breve pausa – concede Katos annuendo.

 

All’esterno della stanza della riunione. Quasar cammina in modo visibilmente nervoso, mentre la donna calibra ogni passo tenendo le mani dietro la schiena.

-Mi lasci dire che per me è un immenso piacere incontrarla di persona, Quasar…o dovrei chiamarla mister Vaughn, al momento ? Ritengo sia nell’interesse di tutti che i nostri amici alieni non siano a conoscenza del fatto che al momento lei non può veramente parlare a nome di Epoch.

-Quanto sa della mia situazione attuale, grazie al suo programma di spionaggio su Molecola ?

-Stia tranquillo, il suo amico è molto bravo a tenere i segreti. Ma lei non si presenterebbe in abiti civili e senza Bande Quantiche ad un evento del genere se fosse ancora il Protettore dell’Universo, se la conosco quanto credo di conoscerla.

-E quanto crede di conoscermi, agente speciale tre-sei-zero ?

L’unica risposta è un sorriso enigmatico. La donna si ferma davanti ad una delle fessure che mostrano il satellite ghiacciato ed il gigante che lo controlla.

-Dovremmo tornare dentro. Katos è un tremendo burocrate.

-Lei sa benissimo che non posso lasciarle fare come le pare in una situazione del genere, signora. So per esperienza personale quanto possa essere frustrante trattare con gli dei e con i Celestiali in particolare, e non può chiedermi di fidarmi di una donna che ha spiato uno dei miei migliori amici per così tanto tempo.

-Eppure si fida di un uomo dall’immenso potere instabile che è stato per trent’anni in terapia e che ha già subito sei attacchi psicotici. Lei fra tutti non dovrebbe farmi la morale. Di cosa voleva parlarmi veramente ?

-Ho ragione di credere che la direttrice Brand mi avesse contattato con l’unico scopo di toglierla dalla sua posizione. La guerra intergalattica era solo un pretesto. Perché la direttrice dello SWORD ha voluto infrangere un Cosmic Top Secret pur di farle le scarpe ? Chi diavolo è lei e cosa sta veramente succedendo qui ?

C’è un lungo silenzio, decuplicato dall’eco presente nell’enorme corridoio vuoto.

Senza distogliere gli occhi dallo spazio o muovere un muscolo, la donna risponde.

-Quando avevo sei anni, una nave aliena precipitò sulla mia casa uccidendo i miei genitori. Era un profugo di un mondo divorato da Galactus, alla deriva nello spazio per decenni. Cercò di comunicare telepaticamente con me, con scarsi risultati. Morì poco dopo, perché l’atmosfera del pianeta era tossica per lui. La mattina dopo si presentarono degli uomini vestiti di nero.

-Mi dispiace per…

-Fecero sparire tutto, ma non potevano far sparire me. Il contatto telepatico aveva reso impossibile cancellare la mia memoria. Così, mi presero in custodia e analizzarono quello che potevano… io provai a spiegargli quello che avevo visto, ma loro non volevano ascoltarmi. Ero solo il “civile numero tre-sei-zero”.

-E quando Galactus arrivò davvero, furono costretti ad ascoltarti…

-Avevo diciotto anni ed ero appena entrata nello SHIELD. Mi misero a far parte di una squadra incaricata di studiare possibili risposte ad una vera invasione; ma la seconda volta in cui fummo invasi, non mi diedero ascolto. E continuarono a non farlo per anni…”troppo radicale”, secondo loro. Quando scoppiò la Guerra dei Mondi facevo parte dei piani di comando della difesa planetaria. Quando diventò chiaro che l’unico modo di vincere era sterminare i marziani, protestai con Nick Fury. Ucciderli con la bomba ci avrebbe fatto vincere, ma era un suicidio perché ci esponeva a qualunque tipo di rappresaglia da parte di una terza potenza. Non mi diede ascolto, come del resto non aveva mai fatto.

-E qual era la sua soluzione…”radicale” ?

-Prendere tempo con un bombardamento a tappeto di Marte con armi nucleari potenziate, e concedere ai Rigelliani accesso illimitato al Sistema Solare e alle sue risorse.

-Arrendersi e consegnare la Terra ad un mondo alieno !?

-I Rigelliani avrebbero facilmente sconfitto i Marziani e trasformato il sistema solare nella propria testa di ponte per la colonizzazione di questo settore, sfruttando un diritto su cui i terrestri non avevano mai avanzato pretese. Non ci avrebbero annientato per la paura di una rappresaglia da parte dei super-esseri, e la ricaduta tecnologica per la Terra sarebbe stata immensa. Titano non sarebbe intervenuto, data la sua politica neutrale, e sarebbe rimasto un microstato isolato. Ma pur di non perdere la propria indipendenza, la Terra decise di sterminare completamente i marziani. Inutile dire che, date le opinioni che avevo espresso, non mi fu assegnata la direzione dello SWORD nonostante avessi la più alta anzianità di servizio dello SHIELD esclusi Fury e i suoi ex commilitoni.

-Anche io sono molto dispiaciuto per come è finita quella guerra, mi creda…

-Credo di non essere più soltanto un numero a tre cifre per lei, adesso. Ricominciamo la riunione.

 

Quando i due rientrano nella stanza, Katos e Juniper stanno conversando con Molecola. Il tono è rilassato, e persino il terrestre non balbetta o incespica sulle parole.

-Vi prego di perdonare l’interruzione, vi assicuro che non si ripeterà – si ripresenta tre-sei-zero.

Quasar si risiede al tavolo delle trattative, sussurrando a Molecola:

-Impressioni ?

-Credo ci si possa fidare degli alieni. La donna ?

-Sento che nasconde qualcosa.

Nello stesso momento, Katos sta comunicando telepaticamente alla sua compagna:

*La donna e il biondo sono ben schermati. Impressioni sull’altro emissario di Epoch ?*

*Sento che nasconde qualcosa*

-Ora che i fatti sono chiari, la mia proposta è semplice. Ai Giovani Dei sarà concesso di atterrare sulla Terra, dove saranno trasferiti su uno dei reami dei vari pantheon a cui debbono i propri poteri. Saranno i loro dei patroni ad impedire che facciano ritorno.

-I Celestiali non accetteranno mai. Non vogliono che gli dei operino in questo sistema solare – risponde gentilmente Juniper.

-Ai Giovani Dei era mai stato detto che non potevano tornarsene sulla Terra ? – chiede Quasar.

La domanda sembra turbare profondamente i due alieni, ed è Katos a rispondere contrariato:

-Il volere dei Celestiali è inconoscibile. Sappiamo solo ciò che…

-Mi risulta che i Giovani Dei fossero già tornati sulla Terra, in almeno due diverse occasioni giusto ? E’ mai stato fatto qualcosa per…

-Quasar, con tutto il rispetto che io e Juniper abbiamo per la sua posizione, non può permettersi di giudicare le scelte degli Dei dello Spazio !

-Comincio a capire perché se ne vogliono…

-Perché non chiediamo ai Giovani Dei di rivedere la propria posizione ? Potremmo giungere ad un accordo – interrompe tre-sei-zero.

-Vorreste far cambiare idea ai dodici massimi esponenti del pieno potenziale umano ? – chiede Juniper.

-Vorreste forse che lo chiedessimo ai Celestiali ?

Mentre lo chiede, tre-sei-zero non toglie gli occhi da quelli dell’aliena. Tra i due, lo sguardo impassibile è quello umano.

-Sono sicura che potremmo fare un tentativo… chiama a raccolta gli dei, Katos.

 

A 40 milioni di anni-luce di distanza

Al centro di una galassia a spirale, nuvole di plasma danzano in una complessa armonia attentamente studiata per costruire un monumento di luce che illumini le notti di un pianeta, come un continuo spettacolo di fuochi d’artificio.

La distribuzione delle città su questo mondo è stata pianificata perché i centri abitati disegnino una K ruotata di 90° visibile anche dallo spazio.

Il nome ufficiale del pianeta è Caradia XXXVI, e non perché questo sistema solare sia pieno di pianeti. Ma semplicemente perché è il 36esimo pianeta ad avere l’onore di essere la capitale della Federazione Imperiale di Caradia.

Posizionato proprio sopra il suo polo nord geografico, il Palazzo Imperiale è in realtà una megalopoli al cui centro sorge un palazzo asettico, un monolite nero impenetrabile.

In una delle sue diecimila Corti, un umanoide vestito in abiti sgargianti e con in testa un elmo-corona sta contemplando uno schermo tridimensionale mentre con le dita nere delle mani giocherella con un bastone di comando alto quanto lui.

Una voce elettronica che risuona nella grande stanza richiama la sua attenzione:

*Supremo Imperatore Divino, l’Altissimo Gran Lord Cancelliere Supremo chiede udienza*

-Fatelo entrare.

Se l’Imperatore attribuisce una qualche importanza all’androide che lentamente si avvicina a lui, non lo dà certo a vedere. Senza distogliere gli occhi gialli dalla mappa stellare, chiede:

-Perché ho speso ottocento triliardi di carani su questi “Kree” nell’ultima settimana, Lecler ?

-Le ho già detto di lasciare a me la gestione del bilancio, Eccellenza. Inoltre abbiamo smesso di usare i carani tremila anni fa, oggi la moneta corrente è il ternario.

-Hm ? E quando l’ho autorizzato ? Non mi piace il nome, torniamo ai carani. Si inventi una scusa economica. Che ci facciamo in quella galassia sperduta ?

-Come ricorderà, Eccellenza, parlammo di espandere i confini in direzione occidentale per difendere i territori che non potevano contare sulla difesa della Galassia Morta.

-Ma non abbiamo appena annesso una galassia da quelle parti ?

-Se permette una spiegazione visiva, Eccellenza…

L’androide prende i controlli del generatore olografico, che espande l’immagine per includere molte più galassia. Tre di esse, ad una certa distanza l’una dall’altra, sono evidenziate.

-Queste sono le tre galassie principali del suo regno, Eccellenza. La linea blu rappresentava i nostri confini del mese scorso, che ora includono anche la Galassia Vortice

Mentre il confine si allarga, l’Imperatore si accarezza la faccia senza bocca né naso e riflette.

-Da quando abbiamo il controllo militare di tutta quella Galassia, Lecler ? Ho firmato la delibera di conquista soltanto…

-La conquista è stata un successo senza precedenti, Eccellenza, ed era in parte per questo che vi ho chiesto udienza. Ho portato con me l’attuale responsabile delle operazioni tattiche della Galassia Vortice, il Generale Supremo Lyas, perché le comunichi notizie molto importanti riguardo…

-Non è quello che ti ho chiesto, Lecler. Quello che voglio sapere è che accidenti stiamo combinando a trenta milioni di anni-luce con una razza con cui non abbiamo mai avuto nessun rapporto e che è assolutamente fuori dalla parte di universo che ci interessa.

Se potesse, Lecler deglutirebbe. L’Imperatore è sospettoso.

-E’ stato…è stato lei a dirmi di voler riconquistare lo spazio su cui governava durante il regno di Drylon, Eccellenza… e l’attuale situazione locale, sommata alla distanza, ci impedisce un recupero con la forza bruta. Con le dovute mosse politico-sociali, riavrà il dominio di tutte le vecchie galassie in un milione di anni…

-Faccia come crede, Lecler, ma mi tenga informato. Conservo pessimi ricordi di Drylon e non ho molta fretta di rivedere quelle stelle.

-Sarebbe difficile, Eccellenza, tutte quelle della sua epoca si sono estinte. Sono passati cinque miliardi di anni, dopotutto, potrebbe non riconoscere più quelle terre.

-Sono immortale, Lecler, non sclerotico. I suoi intrighi mi annoiano, mandi via questo Generale Supremo.

-Con tutto il dovuto rispetto, Eccellenza, credo dovrebbe ascoltarla. E’ stata la Protettrice dell’Universo poco tempo fa…

Gli occhi gialli dell’Imperatore, unico segno di espressione della sua testa senza altri organi e dalla pelle completamente nera, cambiano espressione. Nella banca dati dell’androide, non c’è una definizione chiara per ciò che indicano.

Piacere sadico e pregusto di una vendetta sono i più probabili.

-La faccia entrare.

Ad un comando elettronico, le porte si aprono. Lyas entra nel salone indossando la nuova divisa, studiata per coprire anche le ali da pipistrello che le spuntano dalla schiena. La stanza è talmente alta che avrebbe voglia di volare invece di camminare, ma per rispetto continua la sua marcia.

-Ha le ali. Non abbiamo già una razza con le ali, in questo settore ? – chiede l’Imperatore.

-Eccellenza…i Loneriani si sono evoluti in esseri acquatici milioni di anni fa…

-Hm. Veda se è possibile renderli almeno anfibi. Gran Lady Galattica ! E’ un piacere incontrarla, finalmente ! Lyas, vero ?

La donna si inchina, come le è stato detto di fare in una simile occasione, ma non riesce a tacere.

-Sono…sono solo Generale Supremo, Vostra Divinità…

-No, non più. Mi piacciono le persone con le ali. Ora, parlerei molto volentieri di…Lecler, lei può andare. Uscendo dica ai servitori che da domani li voglio tutti con un bel paio d’ali, intesi ?

-Sì, Vostra Eccellenza. Gran Lady…

L’androide si allontana, continuando a tenere i sensori uditivi sull’Imperatore. Con un po’ di fortuna, i suoi pensieri di vendetta gli daranno il tempo di agire in totale libertà.

-Allora, “Lyas…hai già conosciuto Eon ? Ci siamo incontrati quando ero solo un ragazzo…

-Credo…credo che Eon sia morto da tempo, Vostra…

-Chiamami Helicon. E Quasar, invece, è già nato ?

 

Tritone, satellite di Nettuno.

All’interno della grande stanza, la situazione è parecchio cambiata. Su uno dei lati maggiori siedono ora quattordici persone, i Giovani Dei più Katos e Juniper; davanti a loro, soltanto tre-sei-zero. Su uni dei lati più piccoli, Quasar e Molecola.

Le presentazioni sono state molto veloci, ma nessuno dei due Protettori metterebbe la mano sul fuoco dicendo di ricordarsi tutti e dodici i loro nomi…

-Vi ringraziamo per esservi interessati alla nostra causa – inizia Varua, la sacerdotessa del gruppo.

-Parla a nome del suo intero gruppo ? – chiede tre-sei-zero.

-Veramente non abbiamo mai eletto un capo – protesta la cinese Harvest.

-Comunicare in modo chiaro le nostre intenzioni è nel nostro interesse. Ovviamente, io sarei la scelta più logica per esporre in modo obiettivo la situazione – si offre il matematico Calculus.

-Te lo vuoi mettere in testa che non sei tu la voce del gruppo !? – si agita Sognatrice.

-Vedete perché i Celestiali non credono che gli dei siano ancora pronti per operare da soli, e vogliano che qualcuno li guidi ? – si intromette Katos.

-Qualcuno che ci tenga in gabbia, vuoi dire ! – gli risponde Lama Lucente.

-Sì, perché darci il potere se poi non ce lo lasciate usare !? – continua Canto Mentale.

-Vi date sempre così il cambio per parlare, o qualcuno può intervenire prima che abbiate detto qualcosa tutti e dodici ?

La sala piomba nel silenzio, visto che nessuno si sarebbe mai aspettato una domanda del genere da Quasar che fa subito un passo indietro.

-Ah…scusate, devo aver frequentato troppo Makkari. Il punto è perché ora volete trasferirvi sulla Terra ?

-Perché vogliamo fare la differenza – risponde la Sognatrice – Ci sono stati dati grandi poteri dagli dei, e noi crediamo che sia ingiusto tenerli per noi senza poter aiutare nessuno. Ci sono tante cose che potremmo fare per migliorare la vita di tante persone, invece di dover rispondere solo a questa o quella minaccia cosmica… siamo ancora umani dentro, commetteremo degli errori certo, ma è nostro dovere morale usare questo potere per gli altri. Ci è stata data una responsabilità, e non ci tireremo indietro.

-Questa è l’opinione di tutti e dodici gli dei ? – chiede conferma tre-sei-zero.

-Assolutamente – risponde Calculus prima di dare a chiunque altro il tempo di rispondere.

Molecola nota lo sguardo con cui Quasar sta scrutando i Giovani Dei, e capisce istantaneamente cosa gli sta passando per la testa. Potrebbe predirne gli effetti con la stessa chiarezza di una reazione chimica; questo è esattamente il dilemma morale che si è posto quando ha accettato di proteggere l’Universo.

-Agente tre-sei-zero, credo dovremmo rivedere la nostra posizione. Sono i Celestiali, quelli che dovranno cambiare idea e farsene una ragione.

-Inaccettabile ! Le decisioni degli Dei dello Spazio non possono essere rimesse in discussione ! – protesta Katos, a un passo da sbattere i pugni sul tavolo.

-Secondo chi ? – risponde Quasar guardandolo negli occhi.

-Ah…supponiamo che… che i Giovani Dei accettino di non trasferirsi sulla Terra…cosa gli succederebbe ? – chiede Molecola.

-Tornerebbero sotto la nostra guida e tutela – risponde calma Juniper.

-Continuando la vostra politica di non intervento ! – protesta Strega Marina, sbattendo un pugno sul tavolo.

-Ovviamente – replica Juniper.

-Inaccettabile. E’ una politica stolta e retrograda – conclude Calculus scuotendo la testa.

-Qual è l’opinione dei Celestiali e quale la sua opinione, Katos ? – chiede Quasar – Perché ho l’impressione che non siano la stessa cosa.

-I Celestiali non vogliono che i Giovani Dei operino in questo sistema solare senza la nostra diretta supervisione – risponde per lui Juniper.

-Ah-ehm – tossisce tre-sei-nove, attirando l’attenzione.

Tutti gli altri la guardano aspettando che dica qualcosa, ma la donna si concede qualche secondo di silenzio per dare più peso al momento.

-Ho una proposta. Se i Giovani Dei si rifiutassero di rimettere mai più piede in questo sistema solare, sarebbe loro concesso di interferire con la vita di altri pianeti ?

-Questa è l’opinione dei Celestiali…anche se non la condivido… - risponde a malincuore Katos.

-Che fa, mette in discussione gli Dei dello Spazio ? – lo canzona Quasar, guadagnandosi un sorriso da parte dei Giovani Dei.

-Tuttavia, i Celestiali rifiutano nel modo più categorico di lasciare che i Giovani Dei agiscano in modo indipendente e senza guida – spiega Juniper.

-Allora è tutto a posto – risponde tre-sei-zero con un sorriso – I Protettori dell’Universo si offrono come mentori e guida dei Giovani Dei.

-CHE COSA !? – esclamano all’unisono Quasar e Molecola.

I due portavoce dei Celestiali si guardano, ed annuiscono rispondendo insieme:

-I Celestiali accettano l’accordo.

-Ehi, un momento ! Un momento ! Lei non può parlare a nome dei Protettori ! – protesta vivacemente Quasar alzandosi in piedi e indicandola.

-E neanche per i Giovani Dei ! Non li conosciamo nemmeno questi tizi ! – protesta Lama Lucente.

-Potrebbero essere anche peggio di Katos ! – concorda la Sognatrice.

-I Celestiali ci hanno comunicato il loro giudizio ed esso è insindacabile – risponde l’interessato incrociando le braccia.

-Buona fortuna, giovani dei…possano gli Dei dello Spazio guidarvi tra le stelle – risponde Juniper abbassando il capo.

E in un lampo di luce accecante, entrambi scompaiono.

Tutta la nave è avvolta da un lampo di luce… che sembra non aver cambiato niente, a prima vista.

-Ci siamo spostati appena oltre i limiti del sistema solare – capisce subito il teleporta Acuto.

 

Limiti esterni del sistema solare, cinque minuti dopo.

L’agente speciale tre-sei-zero resta seduta e impassibile, mentre una dozzina di persone le sta urlando contro. Non si preoccupa neanche di fare caso a chi le fa quale protesta e se ne resta ferma a subire tutto quanto, cercando di reprimere un sorriso.

-Chi si crede di essere per…

-Non aveva il diritto di…

-…peggio dei Celestiali…

-…metterla in galera per…

-…preferivo restare con loro che…

Molecola, in disparte, si mette le mani tra i capelli ammettendo:

-Odio questo lavoro… voglio tornare in terapia…

-Sono l’unico che si sta divertendo ? – chiede allegro l’ultimo arrivato Makkari, richiamato con urgenza.

- – è la risposta di quattordici persone.

-No – è la risposta di tre-sei-zero.

-Sentite, so che la cosa è cominciata col piede sbagliato – capisce l’Eterno – Ma cerchiamo di ragionare un po’. Il vostro problema è che non ci conoscete, giusto ? Sacrosanto. C’è un telepate tra di voi ?

-Per mettere in comunicazione le nostre menti ? Posso farlo io – risponde Calculus.

-No, tu sei troppo logico. Ci penserò io – protesta la Sognatrice.

-E tu sei troppo emotiva…è un compito per me – conclude la sacerdotessa Varua.

-Un quarto dei membri è un telepate ? E chi siete, gli X-Men ?

-Makkari…anche un quarto dei nostri membri è un telepate… - obietta Molecola.

-Ma noi siamo quattro, Owen, lascia l’umorismo ai professionisti.

-Prima di qualunque altra cosa, ho una domanda – li ferma Quasar, avvicinandosi al tavolo ed appoggiandosi per avvicinarsi il più possibile a tre-sei-zero e fissarla per chiedere:

-Perché ?

-Perché io e lei siamo fatti della stessa pasta, Quasar. Nessuno le ha mai chiesto di dedicare la sua intera vita alla protezione della vita, ma lei non si è rassegnato a dover salvare l’universo da qualche minaccia cosmica occasionale: ha voluto fare la differenza. Entrambi capiamo la dura lezione della responsabilità: non si combattono le battaglie che si possono vincere, si combattono le battaglie che devono essere combattute.

-Non era la battuta di un film ? – chiede Makkari, prontamente ignorato.

-Io non sono più il Protettore – protesta Quasar.

-Sì, lo vedo.

-Se potessimo calmarci un attimo, potrei mettere le nostre menti in comunione…e non ci sarebbe bisogno di altre discussioni – interrompe Varua.

-E va bene, per adesso staremo al gioco – risponde Quasar.

 

La sacerdotessa polinesiana dai lunghissimi capelli levita a bassa altezza, radunando attorno a sé tutti gli altri presenti disposti a cerchio. Allarga le braccia, chiude gli occhi, ed espande la sua mente.

-Quella che formerò è una versione limitata dell’Uni-Cervello… ma la vostra individualità sarà intatta. Non violerò l’intimità dei vostri pensieri, ma vi trasmetterò una chiara immagine delle intenzioni di tutti gli…che strano…

Gli occhi della donna si stringono, pur restando chiusi. Aggrotta la fronte e stringe i denti.

-C’è qualcosa tra di noi…una presenza estranea che non riesco a identificare…

-La sento anch’io. E’ qualcosa di familiare, in qualche modo – dice Makkari.

I presenti restano così, avvolti da una nube di energia mentale, fino a quando Molecola non parla…con una voce che non è la sua.

-Quasar, se puoi sentire questo messaggio, io sono morto. Tanti saluti dall’inferno, firmato: Maelstrom.

Lampi di energia inondano la stanza.

Metà della colossale nave Celestiale è dilaniata da potenti esplosioni, che ne squarciano lo scafo lasciando esposte le stanze esterne ai rigori dello spazio esterno.

Non si sente nulla, e l’astronave va alla deriva nel vuoto.

Dalla stanza delle riunioni si solleva una densa colonna di fumo viola. Makkari afferra Quasar per sostenerlo; è stato abbastanza veloce da ripararlo dall’esplosione.

-Tutto a posto, Quaze !?

-Solo un po’ scosso…come mai respiro ?

-Ho ricreato un’atmosfera respirabile – risponde Harvest.

Una mano guantata di nero afferra la spalla di Varua, e la trascina verso di sé mentre con l’altra si tiene ancorata a quanto resta del muro.

-Che è successo !? – chiede spiegazioni tre-sei-zero.

-C’era qualcosa…rinchiuso nella mente di quell’uomo…mi ha usata per uscire…

Mentre parlano, Splice usa i suoi raggi oculari per ricostruire la stanza e Caduceus i suoi poteri per curare i compagni che sono stati feriti. Cacciatrice Lunare disperde il fumo muovendo le braccia a super-velocità, e in mezzo alla colonna di fumo trova Molecola.

Le cicatrici sul suo volto brillano di energia, così come i suoi occhi. E sul volto ha stampato un sadico sorriso.

-Sapete, non credevo davvero che questo avrebbe funzionato…

Quasar sbianca il volto. E’ la voce di Molecola, ma l’inflessione e l’accento sono diversi. Riconoscerebbe quel timbro su milioni.

-Maelstrom ? Non è possibile, ti ho ucciso ! E ho distrutto tutte le copie della tua mente !!!

-Sì, sapevo che un giorno lo avresti fatto. Così ho mandato uno dei miei servitori di energia divina nella mente di Volcana…che a mano a mano mi ha trasmesso al suo amante…

-L’essere di energia blu che hanno combattuto sulla Terra !!! – capisce Makkari [2]

-Invece di resuscitare, ho fatto un piccolo cambio di personalità. Sono ancora Molecola, ma penso come Maelstrom adesso… Bel piano, vero Quasar ? Sono l’uomo più potente dell’universo, e tu non hai nemmeno uno straccio di potere stavolta.

Quasar si distacca da Makkari, restando in piedi con le proprie forze. Fissa negli occhi il suo amico, alle cui spalle ci sono dodici super-esseri.

-Colpitelo con tutto quello che avete.

E i Giovani Dei obbediscono, ignorando la risata di Molecola.

 

CONTINUA !!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[1] Nella serie “Giovani Dei” di Marvel IT

[2] Nel numero 69 ! Sorpresa !