Quasar #46

di Fabio Furlanetto

 

 

TEMPESTA SELVAGGIA

 

 
"Reality is that which, when you stop believing in it, doesn't go away."
Phillip K. Dick

 

 

 

Multiverso 1999, come viene definito da alcuni. Oltre ad essere segnalato come uno dei più piccoli nella sequenza principale, nemmeno i grandi elenchi delle colossali civiltà in grado di esplorare l’omniverso lo segnalano come interessante. Spesso, per i motivi sbagliati.

In realtà, anche i pochi che sanno che tutto ciò che può essere visto all’interno di questo agglomerato di universi è una simulazione artificiale di un’arma che risale a decine di miliardi di anni fa non danno molta importanza alla cosa.

Al momento, cinque esseri non potrebbero essere più in disaccordo.

Su una riproduzione pressoché perfetta della Terra da cui provengono quei cinque esseri (l’arma ha anche pensato ad inserire alcune varianti perché il trucco non fosse troppo palese), sei miliardi di persone si stanno trasformando nelle copie di un potente super-gruppo appartenente ad un vicino multiverso.

Questa è la spiegazione lunga. Quella corta è che i Protettori dell’Universo sono veramente nei guai.

Anche per gente in grado di spostare le montagne muovendo un dito, sopravvivere nel nucleo di una stella o assorbire l’energia cinetica di un intero pianeta, non è facile difendersi da un numero così assurdamente alto di nemici, nessuno dei quali manca di esperienza.

Normalmente, Quasar sarebbe in grado di liberarsi di un sedicente “dio delle città” e di una “cacciatrice alata” come se fossero mosche fastidiose. Sfortunatamente, quando le mosche diventano milioni, non è più così facile. Attualmente è sulla difensiva, grazie ad uno scudo quantico il più denso possibile, che ha limitato al proprio corpo per paura che l’Arma potesse creare altri nemici all’interno del campo. Ma anche un campo del genere ha dei limiti, che iniziano ad avvicinarsi quando un milione di artigli cercano di farsi strada. Per peggiorare le cose, l’Arma migliora in continuazione le proprie creazioni, così che gli artigli diventano sempre più forti e resistenti, ed i loro tagli sempre più veloci.

Maelstrom, il signore del movimento, se la sta cavando anche peggio. Con i suoi poteri drasticamente ridotti dalle manette quantiche che porta ai polsi, non riesce a focalizzarsi su così tante fonti di energia cinetica, e può soltanto alzare un micro-tornado attorno al proprio corpo, insufficiente dato che tutti i suoi nemici ricoperti da un costume di pelle nera hanno improvvisamente acquisito una super-forza in continuo aumento.

Molecola è, forse, quello in maggiore difficoltà. Già a livelli normali, la capacità del suo nemico di alterare la realtà sembrava di molto superiore alla sua. Anche se, stranamente, questa abilità non è aumentata negli ultimi minuti, ora i cambiamenti provengono da migliaia di fonti indipendenti. L’aria attorno a lui è stata trasformata in qualunque sostanza mortale per l’uomo, è diventata più calda dell’interno del sole e più fredda dello zero assoluto, ed altro ancora che non è riuscito ad identificare. Può solo continuare a visualizzare tutte le molecole circostanti nel loro stato naturale, ma questa normalità artificiale dura pochissimo.

Ai confini di quello che sembra un sistema solare, in corridoi di metallo alti centinaia di chilometri, Nuvola e Makkari se la stanno cavando leggermente meglio, anche se a prima vista non si direbbe. Agendo alla locale velocità della luce sono stati, finora, in grado di evitare la maggior parte degli attacchi delle donne di metallo liquido che generano continuamente nuove armi, sempre più sofisticate.

-Come abbiamo fatto a finire – riesce a commentare – In un incrocio tra Matrix e l’incubo di un assicuratore edilizio !?

-Che cos’è Matrix ? – domanda Nuvola.

-Non lo so, il film era troppo lento e mi sono addormentato subito.

La situazione smette di essere gestibile quando Nuvola viene attaccata alle spalle da qualche miliardo di super-umani in grado di metabolizzare l’energia solare.

Al livello attuale, l’Arma sta utilizzando poco meno di un millesimo della propria capacità di contrastare degli esseri finiti, valore stimato come cinquecento volte superiore a quanto possano superare i cinque in situazioni ottimali. Inutile sottolineare che la situazione attuale non rientra in questa categoria.

 

Lo stallo di Quasar è il primo ad essere rotto quando i vari “Jack” si stancano di ricorrere alla forza bruta personale. A cinque grattacieli spuntano delle strane radici dalla strada, e strisciano fino alla loro posizione per crollare addosso al Protettore dell’Universo, che perde conoscenza per qualche breve istante.

Inutile far notare che un crollo del genere è un toccasana per Maelstrom; anche a livelli ridotti e dall’altra parte della città, può assorbire parte di quell’energia e rilasciarla drasticamente contro i suoi nemici più prossimi, guadagnando qualche secondo.

A questo punto, il suo cervello potenziato analizza la situazione. La situazione attuale è ingestibile e, se i giustizieri mascherati continueranno ad aumentare la propria forza, tutte le sue difese naturali non lo faranno sopravvivere. Se uno qualunque degli altri compagni di squadra dovesse liberarsi, aiutare lui diventerebbe l’ultima di una lunghissima lista di priorità. Se si concentra abbastanza, ha a disposizione energia sufficiente ad uccidere almeno cinquemila avversari. I suoi sono molti, molti di più, a giudicare da come riempiono ogni singolo centimetro dei quartieri circostanti, in un vero e proprio fiume nero.

Gli cade l’occhio su Molecola, accerchiato da una nuvola di nemici…molti di meno dei suoi. Studia sul momento una strategia per salire velocemente nella lista delle priorità e, poco prima di essere preso d’assalto dalla seconda ondata di guerrieri della strada, dirige le sue ultime riserve di energia cinetica sulla cerchia di avversari di Molecola.

Messo a terra dalla rabbiosa serie di pugni, calci e morsi che seguono, non vede l’onda cinetica colpire i bersagli, raschiando pelle e muscoli dalle ossa in un flash abbagliante, per poi proseguire la propria corsa e schiantarsi contro gli ultimi cinque piani dell’Empire State Building, riducendo in polvere tutto tranne le travi portanti. In pochi istanti, il danno viene riparato con un piccolo bagliore.

Molecola riapre gli occhi, libero dall’attacco di massa. Davanti a lui si stanno formando nuovi esseri umani, ancora più potenti dei precedenti, ma più lentamente di prima. Le nove cicatrici a saetta sul suo volto si illuminano brevemente, e la costruzione non va oltre poche decine di grammi di elementi chimici.

“Il metodo con cui il programma controlla la materia non è molto diverso dal mio” riflette “Ma è su scala molto, molto più ampia. Anche io posso controllare la materia a vaste distanze, ma non con una precisione del genere. Possibile che non ci sia un modo per mettere la mia volontà al di sopra di quella del programma ?”

Concentrato sulla dissoluzione delle molecole circostanti, sul momento non nota neanche il mare di guerrieri vestiti di nero che sciamano a terra, su di un punto ben preciso. Stringendo i denti per non smettere di proiettare il campo negativo, si concentra anche sugli assalitori più vicini a Maelstrom, e sottrae ad ogni atomo di ferro nel loro sangue 22 protoni, trasformandolo in berillio tossico.

Il programma interviene per ripristinare la chimica interna, ovviamente, ma solo dopo qualche secondo, lasciando a Maelstrom il tempo di urlare un rabbioso:

-Disattiva le manette, imbecille !!!

Con una smorfia di disappunto, Molecola preme una determinata serie di comandi sul proprio bracciale quantico. Le spesse manette di energia quantica si staccano l’una dall’altra, e riducono il proprio spessore fino a diventare una sottile patina attorno agli avambracci.

Istantaneamente, il fiume nero si ricopre di bianco quando la temperatura viene portata a 270 gradi sotto lo zero, perdendo di colpo quasi tutto il proprio movimento molecolare. Maelstrom si alza in piedi, si toglie dal costume i piccoli cristalli che fino a poco prima erano pelle, e si fa scroccare le nocche.

-Ora si ragiona. Allora, che ne facciamo di questo mondo ?

 

Ai confini di questo sistema solare artificiale. Nonostante l’immensità della struttura, ci sono corpi umani e metallici fino a dove può arrivare lo sguardo, e tutti sono determinati a combattere. Makkari è allo stremo delle forze, e non riuscirà a mantenere la velocità attuale a lungo.

Quando vede dei raggi solari squarciare il corpo di Nuvola rilasciando una nebbiolina bluastra, fa un ultimo sforzo per correre da lei, ma viene bloccato da un muro di diversi metri costruito da nano-macchine più piccole di una molecola.

Anche sotto l’incessante sequela di raggi solari, il corpo di Nuvola si ricostruisce, e la sua voce si sente prima che abbia di nuovo una testa.

-Mettiamo in chiaro una cosa. Non ce ne andremo senza portare con noi quello che ci serve, costi quel che costi. Non ho dalla mia un’esperienza preprogrammata, ma non mi faccio fermare da scariche solari di tre milioni di gradi. Il mio corpo è composto di gas interstellare ed ho il controllo di ogni singolo atomo. Contraendo i miei atomi di idrogeno, potrei portare la mia temperatura a trenta milioni di gradi e non avrei nemmeno caldo. Lo sapete che non esiste materia in grado di restare integra a temperature così alte ?

Da una delle sue mani partono delle piccole sfere di plasma che, a sorpresa, si dirige non contro i suoi avversari solari ma contro le donne di metallo; Makkari evita i proiettili incandescenti e, sfruttando l’effetto sorpresa, ne approfitta per assicurarsi che sulla loro traiettoria ci siano più nemiche possibile.

-Non c’è bisogno di ricrearle – continua Nuvola – Durante tutto lo scontro, ho rilasciato una grande quantità di idrogeno molecolare in tutta la zona. Come ho detto, controllo ogni singolo atomo del mio corpo. Posso muoverli a piacimento per una gran quantità di effetti, come aumentare la loro pressione ad esempio. Sapevate che all’interno del nucleo di una stella si raggiungono i trecentomila miliardi di atmosfere ?-

Solo la capacità, in questo universo, di muoversi più veloce della luce, permette a Makkari di sopravvivere alla devastazione che segue. L’astronomica (è proprio il caso di dirlo) differenza di pressione spinge in un unico punto i miliardi di dei del sole e ingegneri nano-tecnologici, dove i loro atomi vengono schiacciati in uno spazio infinitesimale. Il programma crea dei sostituti, ma non è ancora in grado di farli resistere alla pressione, e non fanno altro che andare a far parte della piccolissima sfera che si sta formando sul palmo della mano di Nuvola.

Aggrappandosi alla parete, Makkari riesce a restare blandamente fermo.

-Quanto puoi farla crescere ?

-Molto – si limita a rispondere Nuvola, e dal suo braccio inizia ad uscire un flusso di materia biancastra assorbito dalla sfera – Stai pensando quello che sto pensando io ? Che ci vuole una stella per fermare un sistema solare vivente ?

-Sto elaborando qualcosa. Gli altri potrebbero generare qualcosa di simile ?

-Molecola certamente, se avesse abbastanza materia con cui lavorare. Maelstrom non credo. Quasar potrebbe generare una quantità molto superiore di radiazioni, però. Stai pensando di accendere contemporaneamente più micro-stelle per sovraccaricare il programma ?

-Naahquest’arma è stata progettata per fermare Nemesi, e se quello che stiamo affrontando è il sistema di sicurezza, può adattarsi a ben peggio. Continua a farla crescere, mentre io mi coordino con gli altri. Se per una volta tanto agiamo come una squadra, sarà un gioco da ragazzi.

-Alza ancora il livello radioattivo della tua stella radioattiva in miniatura, Nuvola – dice una voce conosciuta attraverso il bracciale quantico.

-Quaze !?

-Sembra che le sue creazioni abbiano qualche difficoltà a difendersi dalle radiazioni ad altissima energia.

-E tu come lo sai ?

Sulla Terra, Quasar si guarda intorno. E’ al centro di un enorme cratere che copre metà New York, subito dopo aver generato un’esplosione di radiazioni tanto potente da disintegrare tutta la materia circostante.

-Intuito. Parlavi di un piano, Mak ?

 

Pochi minuti dopo. Quasar, Maelstrom e Molecola sono riuniti ai margini del cratere, protetti da un’ampia cupola energetica che emana forti radiazioni.

-E’ solo una soluzione temporanea – chiarisce Owen Reece – Il programma agisce molto più velocemente di me, su scala più ampia, e con maggior precisione. Potrebbe trasformare l’intero pianeta in super-umani, se volesse, abbastanza resistenti da sopravvivere nel nucleo di una galassia.

-Non puoi estendere il tuo campo negativo per impedirglielo ? – suggerisce Maelstrom, stranamente collaborativo.

-E’ assolutamente impensabile – scuote la testa Molecola – Posso muovere i soli se voglio, ma le cose si complicano se le molecole sono sotto un’influenza esterna così forte. Il campo negativo è già al massimo, non c’è modo per estenderlo ad un raggio di sette miliardi di chilometri.

-Non riesci ad individuare il centro di controllo del programma ? – domanda Makkari via radio.

-Cosa vuoi dire ?

-E’ un programma, no ? Deve avere un centro di controllo; forse non solo uno, ma comunque non può non averne. Se tu potessi individuare quello principale, noi altri potremmo disabilitarlo; a quel punto, il programma non potrebbe più offrire resistenza a Nuvola, e potremmo convogliare tutta la materia artificiale di questo sistema solare in una stella sotto il nostro controllo.

-Sperando che una cosa del genere possa funzionare… è praticamente un suicidio – commenta Maelstrom, ignorato.

-Posso fare un tentativo, se non altro, ma devo lasciar andare il campo negativo. Il che vuol dire che qualcuno dovrà guardarmi le spalle.

-Non posso essere io – risponde Quasar – Devo prima spostare l’Ottagono all’esterno dell’Arma, o non torneremo mai a casa. Nuvola è impegnata e Makkari non ci riuscirebbe. Rimane…

-Ho già visto questa scena – dice Maelstrom – Il cattivo si redime salvando la vita ad uno degli eroi e muore sul campo. No grazie, sono appena resuscitato e ci tengo alla mia vita.

-Mentre invece, se l’Arma riuscisse a contrastarci… - lo stuzzica Quasar.

-E va bene, e va bene…questa volta l’universo lo salvo io. Che non diventi un’abitudine. Se non altro, potrò causare un po’ di distruzione insensata.

-Dobbiamo abbassare i nostri campi all’unisono, Owen… quando avrai individuato il centro di controllo, dacci un segnale. Pronto ? Tre…due…uno…ora !

La cupola di luce solida, l’unico dei due campi visibile ad occhio nudo, scompare per lasciare il posto ad un’orda di super-esseri ora evoluti oltre il post-umano.

Quasar scompare in una scia di luce diretta verso lo spazio, Molecola assume una posa da meditazione, e Maelstrom sorride malizioso con un piccolo tornado viola tra le mani. Davanti a lui, abbastanza super-eroi per un’intera galassia.

-Ragazzi, ho sempre desiderato farlo.

 

Quindici minuti dopo. Quasar è all’esterno dell’Arma ed ha completato le riparazioni all’Ottagono, gravemente danneggiato dai super-esseri dell’Arma; per fortuna, il trucco delle radiazioni ha funzionato ancora, principalmente perché il programma sta distribuendo altrove le sue risorse. Il suo sguardo si posa sulla sconfinata superficie argentea, e poi sul suo Ottagono che, anche con le sue decine di metri di diametro interno, è meno di un puntino al confronto.

-Come diavolo si fa a spostare una cosa così grande !?

All’interno dell’Arma, Makkari è costretto ad allontanarsi di diversi milioni di chilometri dal tremendo calore generato dalla piccola stella, di una cinquantina di centimetri di diametro, che cresce tra le braccia di Nuvola.

Ancora più all’interno, Maelstrom è perso in una risata estatica; con lo sguardo allucinato ed un largo, sadico sorriso sulla bocca, alimenta il tornado di energia che non sta lasciando un solo grammo di materia intatta.

-L’energia della Luna che orbita ? Mia ! La rotazione della Terra ? Mia ! Il calore del Sole ? Mio ! Gli elettroni che girano attorno agli atomi ? Miei ! In tutto l’universo non c’è un solo granello di polvere che non sia in movimento rispetto a qualcos’altro…ed è tutto quanto sotto il mio controllo !!! Lanciatemi contro le montagne ! Fate cadere il cielo su di me ! Mi senti, stupida intelligenza artificiale ? Prendi tutto ciò che hai e mandamelo contro ! Farà solo crescere il mio tornado cinetico ! Crescere ! Crescere ! Finché la Terra non sarà ferma, il suo nucleo un pezzo di ghiaccio, e il Sole una candela spenta !!! Io sono Maelstrom, signore di tutto ciò che si muove, e ti sto sfidando !!!

-Ti dispiace fare un po’ più di silenzio, mentre distruggi il mondo !? – si lamenta Molecola – Sto parlando con ogni singolo grammo di materia dell’universo, ed è già abbastanza difficile con tutta la confusione che stai facendo, quindi per piacere smettila di urlare !

Maelstrom risponde storcendo la bocca e continuando la  sua opera di distruzione in silenzio. Owen Reece chiude nuovamente gli occhi ed espande la sua coscienza all’infinitamente piccolo. Visualizza ogni singolo atomo attorno al suo corpo, pensando ad ogni singolo elettrone. Quando ha pienamente sotto controllo l’intero insieme di molecole, esegue un cambiamento. Sposta un elettrone, uno solo, da un atomo all’altro. Dopo un periodo di tempo infinitamente piccolo, l’elettrone ritorna al suo posto, senza che gli altri siano stati toccati. Owen sospira, sentendo il movimento di ogni singola molecola di anidride carbonica emessa, e si concentra di nuovo. Visualizza tutti gli atomi, che gli appaiono fermi. Muove un elettrone e…per la prima volta, vede qualcosa che gli era sfuggito negli ultimi tentativi. Una forza che si trasmette a velocità quasi infinita attraverso tutti gli altri elettroni. Si rilassa: la parte più difficile è passata.

-Maelstrom – chiama – L’ho trovato. Abbassa la velocità del vortice.

-Cosa !? Il programma non è ancora spento, e con la potenza con cui ci sta attaccando moriremmo praticamente subito…

-Maelstrom. Abbassa. Il. Vortice.

-Hai più fegato di quanto sospettassi – risponde con un mezzo sorriso.

Molecola allarga le braccia e chiude nuovamente gli occhi.

-Adesso.

Non c’è nemmeno il tempo per vedere l’energia viola che rallenta: un’orda di super-umani sta già puntando alle loro gole, ma Molecola si limita a sorridere. Con un veloce movimento delle braccia, le creazioni attorno a lui scompaiono, lasciando solo dello spazio nero. Maelstrom non può fare a meno di restare a bocca aperta quando lo vede; senza perdere tempo, poi, Molecola si volta di lato ed alza una mano, contratta per lo sforzo.

-Trovato.

Un’enorme colonna di spazio nero, la parte del programma che è stata cancellata, sovrascritta dalla sua volontà, procede velocemente verso l’esterno, formando una striscia che procede in linea retta fin oltre l’atmosfera.

-Quasar, Nuvola, è tutto vostro adesso.

A circa sette miliardi di chilometri, due gigantesche mani di energia quantica afferrano un pannello di metallo e, con un certo sforzo, lo separano dal resto della struttura che contiene il sistema solare programmato.

Una stella di quindici metri di diametro si avvicina alla parte scoperta, guidata gentilmente da due mani femminili. Inizia a contrarsi e a brillare sempre di più, fino ad oscurare le componenti supertecnologiche che vengono risucchiate dalla forza gravitazionale scatenata.

Quasar e Nuvola, raggiunti poco dopo da Makkari alla velocità della luce, osservano con soddisfazione lo spazio, il sole ed i pianeti lasciare il posto all’interno di una colossale sfera vuota.

-Mi stavo chiedendo, Quaze…cosa sarebbe successo se l’Arma avesse iniziato a copiare noi invece di usare i soliti modelli ?

-Vorrei saperlo anch’io, ma dubito avremo mai una risposta. Una cosa è certa…chiunque fossero quei tizi che ha copiato…erano immensamente sopravvalutati.

 

Un’ora dopo, seduti sulla superficie esterna della sfera, i Protettori si stanno riposando dopo una delle loro missioni più impegnative. Nuvola è leggermente distaccata dagli altri, intenta a riassorbire lentamente la stella che ha creato, e Makkari è assente.

-Anche questa è fatta – tenta di rompere il ghiaccio Molecola – Per un po’ me la sono vista brutta.

Quasar non risponde, intento a fissare la diffusa luminosità dei due anni-luce di spazio esistenti al di fuori della sfera.

-Uh…stavo pensando…adesso che abbiamo incontrato i Sette, trovato la fonte di energia e recuperato l’Arma…che facciamo ?

-Adesso dobbiamo cominciare ad agire – risponde il Protettore dell’Universo.

-Ah. Grandioso. Stavo giusto pensando di non aver fatto niente, negli ultimi mesi…

Makkari smette di correre a pochi metri da loro, seguito dalla propria scia di luce.

-Questo affare è davvero grande, Quaze.

-Trovato niente ? – domanda Quasar alzandosi in piedi, seguito da Molecola.

-No. Potrei metterci dei secoli a trovare un centro di controllo gestibile da esseri come noi. Non ho visto niente di lontanamente paragonabile a qualcosa su cui possiamo mettere le mani, però.

-Il che vuol dire che dobbiamo spostarlo noi.

-Aspettate qui – dice Nuvola, venendo ignorata a causa del tono di voce di chi sta per parlare:

-Siete pazzi – commenta Maelstrom alzandosi in piedi e sovrastando tutti con la sua altezza – Non esiste modo di spostare una massa così grande attraverso trentotto multiversi. Se non fosse per i nostri poteri, solo la forza di gravità ci avrebbe già ridotto a una poltiglia.

-Io posso muovere l’intera struttura senza troppa fatica – risponde Molecola – Se il portale fosse abbastanza largo, voglio dire.

-Si può allargare solo agendo su entrambi i lati – lo ferma Quasar – Epoch potrebbe allargare il passaggio per un po’ di tempo, immagino…

-Non è un problema di dimensioni, è un problema di massa – scuote la testa Maelstrom – Siamo riusciti a proteggere i nostri corpi dall’iper-accelerazione che accompagna il passaggio, ma per masse molto, molto più limitate. L’energia necessaria sarebbe…

-Nuvola ha una massa molto maggiore della nostra ma è riuscita a passare – lo interrompe Makkari.

-Ma quella è una questione completamente diversa. Voglio dire, Nuvola…ehi, ora che ci penso, dove va a finire tutta la sua massa stellare ? – domanda Molecola.

-Più o meno sopra le nostre teste – risponde Quasar con tono divertito, guardando verso l’alto.

Una sconfinata nuvola di gas iridescente sta sorvolando la superficie argentea su cui poggiano gli altri.

-Quella è Nuvola ? – si meraviglia Maelstrom.

*Posso assorbire gran parte della massa dell’Arma, ma solo mantenendo queste dimensioni – “dice” una voce femminile – Ma non certo passare per l’Ottagono.

-Non preoccupatevi, le comunicazioni interstellari e le entità cosmiche servono proprio per cose del genere.

Quasi per sottolineare le parole di Quasar, due grandi mani verdognole escono dal portale, afferrano i lati interni dell’Ottagono ed iniziano a spingere, allargando il passaggio e diventando allo stesso tempo ancora più grandi.

-Ancora un piccolo sforzo ed abbiamo finito, gente. Io genererò un flusso di gravitoni per muovere l’Arma attraverso il portale; Maelstrom, tu dovrai aiutarmi trasferendo la velocità del viaggio e facendo in modo che io non esploda, dato che non avrò energie per proteggermi; Molecola, tu resterai qui ed aiuterai Nuvola a trattenere la massa del sistema solare al suo interno; Makkari... mi spiace, ma…

-Non preoccuparti, spostare le stelle non rientra nei miei doveri immagino, ma mi va bene così. Vi precederò nel viaggio, visto che non avrei niente da fare stando qui.

-Perfetto. Sapete tutti cosa fare; appena il portale sarà sufficientemente largo, partiremo.

 

Quello che segue non è altrettanto movimentato quanto il resto dell’avventura nel piccolo Multiverso 1999, ma tutt’altro che meno difficile. Nella Zona Quantica, Makkari può assistere ad uno spettacolo straordinario e del tutto fuori dal comune, mentre Mr.S controlla che le sue numerose ferite guariscano abbastanza in fretta. Epoch ha assunto dimensioni astronomiche, e sta letteralmente tenendo aperto il portale con le sue sole mani. I primi a ritornare, come previsto, sono Quasar e Maelstrom. Entrambi sono allo stremo delle forze, e trascinano a fatica due lunghissimi raggi di energia, i cui colori giallo e viola si mescolano in lontananza.

Poi, a poco a poco, la sfera argentea passa attraverso il portale, rischiando di distruggere tutta la Zona data la potenza delle onde generate dal passaggio.

Una dimensione composta di energia potenziale non è facile da distruggere, però, e così dopo quasi un’ora di fatiche l’Arma riesce ad entrare nel nostro multiverso.

Nuvola ritorna al proprio aspetto umano, tornando alla struttura per riposare esattamente come gli altri, Maelstrom (nuovamente in manette) compreso, senza più commenti sarcastici da fare.

L’Arma viene spostata manualmente da Epoch in un punto lontano della Zona; il pericolo che una costruzione così grande possa essere rubata è così lontano che non si preoccupa neanche di adottare misure di sicurezza. Oltretutto, il sistema di difesa interno ripartirà a giorni, e chiunque entri difficilmente sarà al sicuro.

Quando la giornata (secondo termini terrestri) giunge al termine, Makkari ha già recuperato tutte le proprie energie, e sta ammirando la splendida luminosità dell’Arma, che sembra enorme anche se posizionata ad una distanza inimmaginabile.

Maelstrom è stato rinchiuso nuovamente nell’Erebo; gli dispiace ammetterlo, ma si è effettivamente divertito. E anche se nessuno degli altri lo ammetterebbe mai, la sua presenza è stata a dir poco fondamentale. Inutile dire, comunque, che una conversazione amichevole resta ben oltre le infinite possibilità dell’omniverso.

Makkari sta ripensando a tutto questo quando sente dei passi che si avvicinano. E’ Quasar, ancora in costume anche se senza mantello.

-Non dovresti tornare sulla Terra ? – gli domanda.

-Ero venuto per dirti la stessa cosa – risponde Quasar sorridendo – Sei un Eterno, ma non sei indistruttibile. Vatti a riposare. C’è Epoch a controllare tutto.

-Dove sono andati gli altri ?

-Owen è tornato dalla sua ragazza, quella Marsha. Nuvola ha detto che andava a riposarsi nello spazio e a fare due chiacchiere con il Sole.

-Non voglio saperne di più.

-Nemmeno io. Anche io torno a casa, adesso…ti consiglio di fare lo stesso.

-Okay. A domani.

Quasar si allontana, e Makkari continua a guardare l’Arma.

-Wendell ?

-Sì ? – risponde Quasar voltandosi.

-Cos’è che faremo veramente con quell’arma ?

-Non lo so. Adesso voglio solo tornare a casa a riposarmi. Sai…Lara mi è mancata, in questi giorni. Mi raccomando, se scopro che non sei tornato sulla Terra la prossima volta non ti porto con noi.

Quasar si allontana, rientrando nella struttura. Makkari resta a fissare il cielo per qualche minuto, continuando a sorridere. Poi si alza e si allontana. Anche lui ha voglia di tornare a casa per un po’. Un giro per Olympia con qualche Eterna ? Meditazione e champagne sull’Himalaya ? Il giro del mondo in 80 secondi ?

Ha voglia di ricordarsi per che cosa ha lottato oggi. La notte è ancora giovane, in fondo.

 

CONTINUA…

 

 

Note

Si conclude in questo numero il “viaggio tra i multiversi” iniziato con il numero 40. Ormai i Protettori sono in possesso di tutte le armi per sconfiggere il temibile Nemesi, la cui presenza minacciosa è stata il tema portante di questa Fase Due. Adesso bisognerà organizzare le varie risorse e poi, finalmente, passare all’attacco vero e proprio che concluderà la penultima grande saga della serie. Se siete stati attenti avrete già notato alcuni segnali che riguardano la successiva, ma…ne riparleremo dopo lo storico numero 50.