Quasar #44

di Fabio Furlanetto

 

 

QUEL CHE RESTA DEL GIORNO

 

 

Nella vita, a differenza che negli scacchi,

il gioco continua anche dopo lo scacco matto.

Dezhnev Senior

(Isaac Asimov, “Destinazione Cervello”)

 

 

Wendell Vaughn, alias Quasar, ha visto nella sua vita più cose di quante la maggior parte della popolazione senziente dell’universo possa sperare di immaginare.

Ha visto alieni in grado di giocare con le stelle, ha visto titani dello spazio così oltre la vita da essere impercettibili, ha visto secolari imperi interstellari crollare da un minuto all’altro, ha distrutto le stelle e osservato la nascita delle montagne.

Ha visto la grandezza dello spazio che annichilisce l’uomo, e cose così terrificanti che a volte si sveglia la notte madido di sudore. Tra tutte queste meraviglie, ce n’è una che gli opprime il cuore più di tutte le altre.

Anche Darksider, signore di Armageddan, ha visto e soprattutto fatto cose che farebbero gelare il sangue anche a veterani come Quasar. Per esempio, in questo stesso giorno, ha soggiogato il conquistatore alieno Starr e lo ha usato per creare una schiera di parassiti mentali per schiavizzare la popolazione di questo pianeta.

Ora, vedendo la massa nera nel cielo continuare ad ingrandirsi sempre di più, per la prima volta nella sua vita si sente…piccolo.

-Hai tre secondi per arrenderti – gli intima Quasar, puntandogli in faccia una delle Bande Quantiche, satura di energia. Quando volge lo sguardo, senza scomporsi, Darksider trova Makkari alla propria destra, una mano sul bracciale quantico per passare alla velocità della luce; a sinistra Maelstrom, avvolto da una spirale di energia cinetica; alle sue spalle, Nuvola e Molecola reprimono le possenti energie cosmiche che ardono nei loro corpi.

-Immagino che abbiate a che fare con il gigante nero che sta per divorarci – commenta pacato con la sua voce profonda.

-Siamo qui per salvare l’universo.

-Non posso certo farvi le mie congratulazioni per il lavoro appena svolto.

-Hhm. Molecola, la sua pelle è di pietra come sembra ?

-Come ? – Owen è perplesso, il massimo che poteva aspettarsi era l’ordine di attaccare – Più o meno sì, anche se la materia è più densa di qualunque altra cosa abbia mai-

-Preparati a trasformarla in vetro, lentamente.

-Quaze ! – protesta Makkari.

-Ho cinque minuti prima che Nemesi divori il Sole, Mak. Non ho tempo per essere gentile.

-E’ tutto inutile, lui non sa niente. Altrimenti non sarebbe venuto sul pianeta.

-Non ho chiesto il tuo parere, Maelstrom.

-Me ne frego. Non otterremo niente da lui.

-Precisamente quello che stavo pensando.

Gli occhi infossati di Darksider si illuminano di una luce sinistra, che ne fuoriesce in due luminose linee parallele.

 

Una mano nuda solleva senza la minima fatica le macerie di un palazzo, e dalle ceneri riemerge una figura vestita di rosso e blu, il mantello rosso completamente a pezzi, ed il simbolo sul petto visibilmente bruciacchiato.

-Cos’è successo a Metro City !? – si interroga Overman, posando il suo sguardo sul disastro che si è abbattuto sulla sua città adottiva. Per un attimo è talmente frastornato da non ricordare cosa sia successo, poi i suoi sovra-sensi avvertono le incisioni dei denti monomolecolari che si erano conficcati nel suo collo.

Con sua grande sorpresa ha un occhio nero, come constata il dolore che prova toccandolo. Non lo credeva sinceramente possibile.

-Sembra che la maggior parte della città sia stata evacuata… il sovra-udito non capta battiti cardiaci, anche se non sembrano esserci caduti.

Solo ora si accorge della luce del tutto innaturale in cui è immersa la città. Istintivamente guarda verso il Sole e… lo vede.

-Per Scott !!! Neanche con la sovra-vista riesco a vedere i confini di quella cosa…sembra estendersi per migliaia di anni-luce !

L’oscura contemplazione viene interrotta dal chiaro rumore di un tuono fortissimo, molto diverso dai Bangdotti che aveva avvertito prima. Nel giro di un secondo seguono un lampo giallo, uno viola, centinaia di linee rosse che convergono sul tetto dello stesso palazzo, di cui si stacca un angolo dell’ultimo piano, che precipita nella strada evacuata e già colma di detriti.

Con una certa difficoltà, come se la sua riserva di energia solare fosse agli sgoccioli, Overman si alza in volo e si avvicina al palazzo in questione, dove gli si para davanti agli occhi una visione se possibile più tremenda della precedente.

Un uomo dai capelli biondi con due grosse bande dorate ai polsi regge con una sola mano Darksider, il cui volto è talmente tumefatto da essere quasi irriconoscibile, e dalla cui bocca scende un piccolo rivolo di sangue nero.

-Chi siete voi ? Che cosa gli avete fatto !?

-Niente che non si meritasse – risponde Makkari, mentre Quasar lascia cadere sul tetto Darksider e Molecola si mangia nervosamente le unghie.

-Dov’è il resto della JLA ? Cosa…cos’è quella massa oscura in cielo ?

-Si chiama Nemesi – spiega Nuvola – e sta per annichilire questa città, nonché il resto dell’universo.

-Ci dev’essere pure qualcosa da fare, no ? Abbiamo ancora tempo…c’è sempre una speranza !

Quasar distoglie lo sguardo, guardando la città in rovina, gli occhi pieni di amarezza.

-Non c’è più niente da fare.

-Guardate, Nemesi sta per divorare il Sole ! – urla Molecola, a sottolineare il tentacolo di oscurità che si protende verso la stella e vi affonda sempre di più.

Tutti guardano il fenomeno con uno sguardo di orrore, persino Maelstrom. Overman stringe i pugni quanto basterebbe a spaccare in due il pianeta.

-Abbiamo sbagliato tutto quanto, fin dal principio – ammette Quasar con un tono di voce spezzato – Destino ce lo aveva detto…ce lo aveva detto. Nemesi è inarrestabile finché non acquista una mente…e noi abbiamo aspettato troppo, non ci siamo messi a cercare subito l’arma e così…

-BASTA CON LE PAROLE ! – urla Overman – Se c’è ancora un modo per salvare il pianeta, lo troverò !

Il più grande eroe di questa Terra si alza in volo per dirigersi verso la massa oscura. Tutti osservano la sua traiettoria, tranne Quasar che guarda ancora la città e Nuvola che si dirige verso di lui.

-Overman possiede ancora più energia di un Sole in miniatura, Quasar. Se dovesse entrare in contatto con Nemesi, la sua energia sarebbe sufficiente per accelerare l’assimilazione.

Quasar non risponde, anche se il suo sguardo si è fatto più meditabondo. Nuvola continua.

-Secondo le stelle con cui ho appena parlato, con l’attuale velocità di espansione di Nemesi abbiamo un margine di quindici secondi per raggiungere il portale che ci riporterà a casa. L’assimilazione di Overman darà a Nemesi abbastanza energia per accelerare l’espansione di venti secondi.

-Cioè se Overman lo raggiunge… - ragiona Molecola sempre più nervoso.

-Sì, non potremo più tornare indietro.

-La Terra può resistere altri otto minuti senza il Sole, vero ? – domanda Quasar con ritrovata energia.

-Nemesi raggiungerà la Terra più veloce della luce, tra due minuti. Ingloberò Overman entro sessantadue secondi.

-Makkari, con la tua nuova velocità, faremmo in tempo a portare tutti gli abitanti di questa Terra nel nostro universo ?

-Non c’è abbastanza tempo – ribadisce Makkari – E poi non ci sarebbe modo di proteggerli adeguatamente, morirebbero lo stesso durante il viaggio.

-Quasar, non abbiamo scelta. Se Overman raggiunge Nemesi, non ci sarà possibilità di sconfiggerlo.

-E va bene; farò un Salto Quantico e lo porterò con-

-Quasar – dice Nuvola usando il tono più umano che possa trovare, mettendogli una mano sulla spalla – Non funzionerà. Così vicino a Nemesi, i tuoi Salti non sono minimamente precisi e tu lo sai. Questo universo è condannato; ce ne sono altri da salvare.

-Sì. Sì, hai ragione.

Con un ampio respiro affannoso, Quasar chiude gli occhi e le Bande Quantiche si attivano, collegandosi all’energia elettromagnetica presente nelle cellule di Overman, potenziate dall’energia solare. Con un pensiero triste, posiziona dell’energia quantica all’interno di ogni singola cellula, dove risiede la forza di Overman, ed espande ogni microscopico joule. Gli altri vedono, in lontananza, una macchiolina rossa che esplode come un palloncino.

Nessuno apre bocca. Tutti si raggruppano attorno a Quasar che, con un Salto Quantico che squarcia gli ultimi cinque piani del palazzo, scompare assieme a loro.

 

A settanta anni-luce di distanza, i Protettori si trovano davanti all’enorme congegno a ottagono che è, in realtà, un portale collegato al loro universo. Con loro orrore, però, il fronte di assimilazione di Nemesi è già arrivato fino a questo punto, ed una nuvola molto più nera dello spazio bagna l’oggetto giallo, inglobandolo, mentre un tentacolo molto più piccolo si protende verso di loro.

-E’ stato più veloce di quanto potessimo prevedere !!! – si lamenta Nuvola, incerta su come procedere esattamente come gli altri. Per la prima volta da quando ha una mente, vorrebbe urlare, abbastanza forte da essere udita anche nello spazio.

Mentre Nemesi divora la loro ultima speranza, un velo verde mosso da una mano grigia li circonda, come una buffa tenda, e quando si ritrae la mano appartiene a un uomo.

-Cos’è successo ? Dov’è Nemesi ? – domanda al nuovo venuto Quasar.

Davanti a loro c’è un uomo dal volto cadaverico, anche se il fisico è ancora atletico. Indossa un lungo mantello verde, ed il cappuccio dello stesso colore ne oscura gli occhi. Solo quando parla, Nuvola vede una mascherina verde che ne copre il volto, ed avverte lo spaventoso potere che ha davanti, e prova la stessa sensazione che provano tutti i corpi celesti quando guardano per la prima volta il lontano cielo stellato.

-Nemesi è ancora là- indica con la mano una mostruosità nera a pochi anni-luce –E, se non fosse stato per me, sareste morti come presto sarò io, di nuovo.

-Chi sei ? – chiede Maelstrom.

-Io sono il Fantasma, custode di questo multiverso quanto il Tribunale Vivente lo è del vostro.

Con grande sorpresa degli altri, Quasar afferra la manifestazione spettrale per il colletto e la trascina a sé.

-DOV’ERI TU DUE MINUTI FA !?

-Il mio signore è pietà e compassione, Quasar, ma anche redenzione.

-Dov’è l’arma ? – chiede Nuvola.

-Questo non lo so…per tutta la mia vita sono stato il burattino di esseri più antichi di me, ma almeno sembra che io non sia stato l’unico.

-Non abbiamo tempo per le chiacchiere !!! – incalza Molecola.

-Credo invece che ne abbiamo un’infinità. Il nostro unico passaggio per casa è stato distrutto.

-Vero, Makkari. Ma essere onnipotenti ha i suoi vantaggisorride il Fantasma, indicando il portale ancora intatto, proprio dietro di loro.

-Se lo avessimo saputo, Overman sarebbe ancora vivo !

-Temo di no, Quasar. Questo universo è stato concepito esclusivamente per essere distrutto. Questo è il Multiverso 1939; quello che ci precede è l’unico anche lontanamente paragonabile al vostro, nella sequenza principale, come vastità e potere. Noi siamo…sacrificabili, e modellati su di loro.

-“Sequenza principale” ?

-Multiversi con certe caratteristiche di base…come la presenza di una Terra, per esempio. Con soltanto ventidue multiversi di distanza, è più che naturale che parliamo la stessa lingua.

-Anche noi siamo qui solo per morire, immagino.

-Voi siete qui incontrare me e ricevere…questo, Quasar.

Il Fantasma estrae dal mantello una piccola sfera, al massimo di due centimetri di diametro. E’ rossa ed emana un’energia terrificante, con le pulsazioni ritmiche delle piccole vene che nascono e scompaiono nell’arco di pochi attimi.

-I custodi dei multiversi hanno ideato un piano per fermare Nemesi. Un universo sarebbe stato scelto per rintracciare l’Arma, e un altro per creare la fonde di energia per attivarla. Questa è l’energia… nel palmo della mia mano c’è materiale primo per creare triliardi di universi. Lo stesso numero di quello che sono stati sacrificati, fatti collassate, e convogliati in questa piccola sfera.

Quasar prende tra le mani la sfera, che fluttua a poca distanza dalla sua pelle. Poi guarda il Fantasma negli occhi, vedendo un’infinita rassegnazione.

-Perché lo fai ?

-Ho sempre amato gli incarichi pericolosi – risponde sorridendo – Credo di essere stato il più grande eroe del mondo che è appena andato distrutto. Temerario e senza paura, come dicono. Se solo non avessi scordato il mio giuramento… Credetemi, sono felice di come sono andate le cose, in fondo… se è vero che siamo solo un’imitazione, tanto vale morire per salvare gli altri. E’ questo che fa un eroe, no ? Solo…chi poteva immaginarlo?

Quasar e il Fantasma si scambiano uno sguardo di reciproca intesa, mentre Nemesi emette un latrato animalesco sulle onde gravitazionali di mezza galassia, reclamando attenzione.

-Non resterà più niente, vero ?

-No, assolutamente niente. Meglio così…niente rimpianti. Ora andate; solo io posso rallentare Nemesi ed evitare che risalga al vostro universo tramite il portale.

-Allora…addio.

Il Fantasma si allontana, diventando sempre più grande, sempre più grande, finché non è più visibile se non come una macchia verde larga milioni di chilometri.

 

Quasar affida la sfera a Makkari, mentre Nuvola controlla che il passaggio dimensionale sia ancora stabile.

-Mak, tu andrai per primo. Non aspettarci e vai subito a prendere il Cubo Cosmico vuoto.

-E che ci devo fare ?

-Sento che le energie della sfera iniziano già a crescere…penso che il Fantasma le tenesse a bada da solo; speriamo che possa funzionare, così Destino non sarà morto invano.

-D’accordo. Senti…”un eroe che ha scordato il suo giuramento”…il Fantasma è…

-L’ultimo dei Sette, sì.

-Vuol dire che siamo pronti a sconfiggere Nemesi.

-Vorrei esserne un po’ più convinto, Mak…ora vai.

Dopo un lungo respiro, Makkari di Olympia chiude gli occhi e, con un passo, varca una distanza inimmaginabile quando entra nel portale. La colossale struttura trema leggermente, di sicuro a causa della sfera, ma poi si ferma

-Nuvola, Molecola, tocca a voi. Io devo essere l’ultimo, o il portale collasserà prima che possiate emergere.

I due Protettori obbediscono senza problemi, tale è la fretta di mettersi al sicuro. Quando sono andati, Maelstrom si para davanti a Quasar in tutti i suoi due metri e dodici. Si fissano per un solo istante, ma sembra veramente un’eternità. Poi, Quasar si fa da parte e lascia che il suo nemico si salvi.

Quando è tutto pronto per il suo ritorno a casa, Quasar indugia sul portale per fissare un’ultima volta Nemesi, a cui si avvicina un gigante vestito di verde, avvolto da fiamme dello stesso colore.

-Nel giorno più luminoso…nella notte più fonda… - sente pronunciare chiaramente, e con una passione difficile da trasporre.

-Nessun malvagio sfugga alla mia ronda ! – Nemesi si ritrae di qualche chilometro, intimorito dall’energia smeraldina.

-Perciò colui che nel male si perde…si guardi dal mio potere… - A questo punto, Nemesi non è più minimamente intimorito da questo insetto, e gli si getta contro con una potenza spaventosa, tanto che Quasar si tiene saldo al portale per poterci saltare dentro immediatamente.

-LA LUCE DI-

Nessuno sentirà più la fine del giuramento più sacro di questo universo. Nessuno sentirà più niente, qui, fino alla fine del tempo. Solo due parole, che nessuno può ascoltare, vengono pronunciate da Quasar prima di attraversare il portale…

-Mai più.

 

Multiverso 1961, linea temporale 0257/9023-B186, ore 03.12, Zona Quantica. Per i Protettori, semplicemente “casa”. Quasar si rialza in piedi sulla struttura che lui stesso ha trovato, aiutato dalle gentili mani di una Epoch in forma quasi umana.

-Ad essere sincera, non avrei scommesso sulla tua sopravvivenza. Il passaggio è collassato quando eri ancora dentro.

Cercando di focalizzare la vista, compito non semplice dato che ogni cosa nei paraggi è gialla, Quasar scorge tutti gli altri compagni di squadra, Mr. S compreso.

-La sfera…è…

-Stabile – conferma Nuvola, senza dettagli inutili, riportando semplicemente i fatti.

-Perché ci hai messo così tanto, Quaze ? Che è successo al Fantasma ?

-Lui…è…Nemesi era

Quasar guarda i suoi amici, ancora carichi di speranza. Alcuni di loro hanno visto cose che persino lui non potrebbe mai immaginare, eppure… per loro, è ancora tutto semplice. Per loro, quello che è successo ha senso…per loro, l’universo è ancora fondamentalmente un bel posto dove vivere.

-Credo…credo che il Fantasma stesse per vincere. Potrebbe anche essere riuscito a salvare la Terra…sì, vedendolo all’opera, ne sono sicuro.

-Oh, beh, capirai che perdita se fossero morti.

Makkari è praticamente tra i due, Quasar e Maelstrom. Dopo tanto tempo, può dire di conoscere abbastanza bene il Protettore dell’Universo… e da un po’ di tempo a questa parte, pensa che non sia mai esistito nessuno così privo di morale quanto Maelstrom. Ma…

-Tornerai nella tua prigione, Maelstrom, nell’Erebo…adesso. E senza fare storie.

-Non penserai davvero che…

Ma adesso, dopo aver visto il modo con cui Quasar ha appena guardato il suo nemico… potrebbe giurare di essersi sempre sbagliato su quale dei due fosse più pericoloso. Ora, Maelstrom non ha il minimo dubbio in proposito.

-Sì…sì, va bene.

Una volta riattivate completamente le manette quantiche, Maelstrom viene portato via da Nuvola e Molecola, mentre Quasar li segue con una certa distanza, con l’espressione più triste che si sia mai vista su un volto umano.

Mr. S, l’alieno con un occhio al posto della testa, si avvicina con cautela, sentendo le sue emozioni, e chiede timidamente.

[Quasar…forse sarebbe il caso di medicare quella ferita]

Quasar si ferma e si accarezza il collo, abbassando poi la testa.

-No. Credo che la terrò...mi ricorda molte cose che non posso dimenticare.

 

Mi chiamo Owen Reece e credo di essere stato, per circa dieci secondi, l’uomo più terrorizzato della storia. Non è stato durante la terribile battaglia che abbiamo affrontato nel Multiverso 1939, o la furia di Nemesi che non ci ha lasciato scampo, o il ghigno di Maelstrom mentre lo rinchiudevamo di nuovo, senza che ci volesse dire come si era liberato.

E’ stato quando ho incontrato l’uomo grazie a cui, penso, sono diventato quello che sono da alcuni mesi a questa parte. Fu mezz’ora dopo essermi assicurato che i sistemi di sicurezza dell’Erebo funzionassero come dovevano, e stavo osservando la sfera di energia universale che avevamo recuperato.

Quasar mi apparì alle spalle, con un’espressione che lo rendeva pressoché irriconoscibile.

-Molecola… - mi disse con voce spezzata -…informa gli altri che, durante la nostra assenza, Epoch crede di aver individuato un multiverso che potrebbe contenere l’arma.

-Come fa a…

-Analizzando l’energia della sfera, penso, non lo so. Partiremo tra due giorni, il tempo di sistemare l’Ottagono per la partenza. Approfittiamo del fatto che a Nemesi servirà una settimana per finire di cibarsi di quel multiverso.

-Capisco.

-Ah, portiamo anche Maelstrom con noi. Dillo agli altri.

-Maelstrom !? Ma…ma…

-Sconterà la sua pena nell’Erebo, ma anche aiutandoci nelle missioni. Epoch pensa di poter rendere le manette molto più efficaci, ed assicura che non ci saranno altre fughe. Progetterò un modo per byassare il suo metodo di controllo del dolore, così da poterlo usare meglio.

-Aspetta, chi ha deciso questa cosa !?

-Io. C’è qualche problema ?

-S-sì, questa è…è una cosa inumana… è pur sempre un uomo…

E’ stato allora che mi ha guardato in un modo che mi ha fatto gelare il sangue, un modo con cui spero nessuno mi guarderà più per molto, molto tempo. Era lo sguardo di un uomo pronto a qualunque cosa.

-Oggi è morto un universo, Owen. Non ce ne saranno altri. Quello che è successo oggi non si ripeterà mai più. Mai più. Costi quel che costi, chiaro ?

-S-sì, c-c-chiaro.

Lo guardai allontanarsi per gli sconfinati corridoi di energia della struttura, trattenendo il fiato finché non uscì dal mio campo visivo.

Passò tutta la notte a guardare le stelle nella Nebulosa del Granchio. Quando lo rividi, il giorno dopo, capii che aveva pianto.

 

CONTINUA…

 

 

Note

Si conclude la trama del Multiverso 1939, come lo chiamiamo adesso, e si conclude anche la lunghissima attesa per conoscere chi fossero i Sette in grado di mettere Quasar e compagnia in condizione di affrontare Nemesi. La profezia che li riguarda risale all’atavico numero 22… e ne sono successe di cose da allora !

In ordine di scoperta, i Sette e relative funzioni erano quindi: Molecola (essenziale per respingere il primo attacco nel #31), Maelstrom (giudicate voi quanto sia cambiato Quasar da quando è tornato in scena), l’Archivista (rivela l’origine di Nemesi nel #32), Destino 2099 (fornisce il Cubo vuoto nel #35), la razza dei Lochniani (funzione ancora da scoprire), Ens (grazie a lei le capacità di Epoch sono aumentate) e infine lo Spet…ehm, il Fantasma (fornisce l’energia per l’arma).

Una cavalcata veramente interminabile, durante la quale sono cambiate tantissime cose. Ma servirà ancora una manciata di numeri per poter finalmente mettere la parola fine alla Saga di Nemesi…e con quale numero se non con lo storico 50 ?