PARENTELE SCOMODE

 

Riassunto

Epoch ha predetto che qualcuno tenterà di ucciderla per impossessarsi della Coscienza Cosmica. Quasar ha raggiunto l’amico Contemplatore per avere informazioni e dopo aver sconfitto un suo sosia, ha ricevuto il consiglio di cercare Thanos di Titano.

 

Nuovamente nello spazio reale, Quasar iniziò a temere che il vero Assassino Cosmico fosse Thanos. Il solo pensiero gli metteva una grande paura.

Thanos era stato la minaccia per cui era stato nominato il suo predecessore, il defunto Capitan Marvel. Quasar lo aveva incontrato un paio di anni prima durante la Guerra dell’Infinito, ma non avevano combattuto direttamente. Poco dopo, però, Thanos quasi lo uccise grazie ad un astuto stratagemma che per poco non lo disintegrò.

Contattò nuovamente Epoch, che apparve come un riflesso in una delle sette gemme della sua Banda Quantica destra.

-Sei ancora lì, Ep…cioè, Epoch?

-Il mio assassinio non è così imminente, Quasar.

-Il Contemplatore mi ha detto di cercare Thanos, ma non sapeva dove fosse. Puoi dirmi qualcosa?

-Nonostante Thanos sia invisibile alla mia Coscienza Cosmica, essendo fuori dal potere di Caos ed Ordine, attualmente Thanos è riemerso sulla scena cosmica.

-Cosa puoi dirmi del suo stato attuale?

 

-Sono stata informata dalle altre entità cosmiche del recente furto del potere di Galactus da parte di Thanos. Ulteriori informazioni mi sono state negate.

-Perché le cose si fanno sempre più complicate? Thanos è già un mostro di potere di per sé. Con il potere dell’entità fisica più potente dell’Universo…

-Non dovresti preoccuparti di questo.

-Come?

-Non prenderemo nessuna posizione nell’imminente situazione.

-Stai scherzando. L’essere più pericoloso dell’universo diventa onnipotente ed il Protettore dell’Universo non fa niente?

-Così vogliono poteri superiori.

-Chi è stavolta?

-Eternità, incarnazione dell’energia vitale dell’universo e mio progenitore.

-Ed Eternità favorirebbe il tuo assassinio?

-Thanos non è necessariamente il mio assassino. Dalla mia nascita non ha dimostrato interesse nei miei confronti.

-Sarà…a me sembra comunque strano che io non sia mai presente nei conflitti cosmici su larga scala.

-La tua posizione ha grandi vantaggi ma maggiori limiti. Sei un essere finito e mortale, e non sono molte le entità che amano relazionarsi con esseri del tuo livello.

 

-Un altro colpo al mio ego. Quindi non possiamo fare niente a Thanos, ma potrebbe essere comunque l’assassino.

-Esatto. Tuttavia Eternità ha espresso la volontà di supervisionare personalmente, per quanto questo sia possibile, al caso. Se Thanos cercasse di uccidermi metterebbe in campo le necessarie contromisure, ed io non ho voce in capitolo.

-Mi è impedito anche fare delle indagini ?

-Entro certi limiti. Cos’hai in mente?

-Surfer una volta mi ha detto di essere stato sul pianeta-base di Thanos. Se il suo piano è partito da lì, potrebbero esserci ancora dati utili. Sai dov’è il pianeta in questione?

-Non direttamente. Ma essendo in contatto con tutti gli esseri viventi posso leggere le coordinate dalla mente di Silver Surfer.

-Impressionante. Quanto sei veramente potente, Ep?

-Abbastanza.

-Allora usa questo potere e fammi arrivare in orbita al pianeta.

Guidate da Epoch, le bande quantiche fecero subito un salto quantico.

 

INTERLUDIO

 

Il Contemplatore era nuovamente in meditazione nella Dimensione delle Manifestazioni. All’improvviso, davanti a lui apparve un essere che conosceva bene: era un umanoide molto alto e slanciato, dalla pelle blu e dai pochi capelli bianchi, che indossava una lunga tunica gialla con una gemma sul petto.

-Puoi interrompere la tua meditazione per un istante, fratello Antico?

Il Contemplatore aprì gli occhi e si mise in piedi.

-Cosa cerca qui il signore dei giochi d’azzardo, il Gran Maestro?

-Ti propongo una sfida, Contemplatore.

-Le sfide non mi interessano. Io vivo per contemplare l’esistenza.

-Il premio sarà l’accesso ad una nuova dimensione da contemplare.

 

Il Contemplatore socchiuse gli occhi e rifletté. Sapeva che il Gran Maestro viveva per le sfide e che aveva barato solo una volta nei suoi miliardi di anni di vita. Si poteva fidare solo fino ad un certo punto: se la posta in gioco fosse stata abbastanza grande avrebbe barato. Tuttavia un essere immortale ha ben poco da temere, ed il rischio era sicuramente accettabile per guadagnare nuova conoscenza.

-Accetto. Quale sarà la sfida?

-Ti sfido a creare una tua manifestazione in questa dimensione.

-Interessante. E’ un compito che avevo già preso in considerazione. Ed il premio?

-Sto aprendo la mia mente alla tua indagine.

-Affascinante. Ma un premio di tale portata comporta sicuramente delle clausole particolari nel caso della mia sconfitta.

-Se vinco io, tu non contatterai più la tua dimensione natale.

-Hai in mente qualcosa, non è vero? E non riesco a leggerlo nella tua mente.

-Miliardi di anni di bluff. Accetti?

-Accetto.

 

Il Contemplatore separò la sua mente dal corpo e la mise in comunicazione con gli esseri che abitavano quel luogo.

Vicino al suo corpo iniziò a formarsi una leggera nebbia che si addensava in forma umana. Il Grna Maestro fece apparire in una mano un piccolo congegno a forma di penna e lo appoggiò sulla nuca del Contemplatore. Quando premette un pulsante, il dispositivo si illuminò e la nebbia si diradò all’istante.

-Idiota. Un vero giocatore chiede sempre tutte le regole del gioco. Ho vinto io.

Premette il gioiello sulla sua tunica ed entrambi gli Antichi scomparvero.

 

FINE INTERLUDIO

 

Quasar emerse dal salto quantico a qualche centinaio di migliaia di chilometri da un pianeta. Si trovava al limite più esterno della Via Lattea, a diverse migliaia di anni luce dal più vicino sistema abitato. Un luogo appropriato per l’adoratore della Morte. Era un mondo disabitato, abitato solo da forme di vita batteriche e da qualche tipo di piante. L’unica fonte di energia che rilevava, di modesta entità, proveniva dall’emisfero settentrionale.

Gli occorsero pochi secondi per arrivare là. L’energia proveniva da una piccola abitazione, circondata da grandi campi di grano.

 

Era quella l’abitazione dell’Assassino Cosmico? Quasar era estremamente nervoso. Sarebbe stato in grado di sconfiggerlo, se si fossero dovuti scontrare? O avrebbe dovuto chiamare i Vendicatori? Solo i Fantastici Quattro avevano sconfitto Galactus, ed in condizioni irripetibili. Non che le cose potessero andare meglio contro un Thanos a potenza normale. Per quanto ne sapeva, nessuno era mai riuscito a sconfiggerlo con la sola forza. Ogni volta in cui la sua minaccia era stata sventata, Thanos aveva lasciato uno spiraglio di luce sulla propria sconfitta. E se ora non volesse essere fermato, nemmeno ad un livello inconscio? Se si fosse veramente abituato del tutto al suo potere, stavolta?

Quasar non se la sentiva di proseguire. Era stanco di dover passare da un’emergenza all’altra, di avere sempre la responsabilità di salvare l’universo sulle sue spalle, era stanco di non avere una vita privata. Anzi, di non avere una vita.

 

“Solo questa” pensò “risolvo questa crisi e mi dimetto da Protettore dell’Universo. Lo devo ad Epoch, dopo tutto quello che ha fatto per me. Ancora questa e torno sulla Terra”.

Confortato ben poco da questa idea, fece un lungo respiro e radunò tutte le forze che le Bande Quantiche potevano trattenere.

Si avvicinò all’entrata, sicuro di far scattare un allarme di sicurezza. Niente.

Aprì cautamente la porta in legno, aspettandosi di vedere all’interno una miriade di congegni tecnologici. Invece l’interno conteneva solo un arredamento minimo e pochi attrezzi agricoli. Era una casa minuscola.

Non percepiva la presenza di Thanos. Poteva ingannare i sensi cosmici di Epoch, ma quando lo aveva incontrato le Bande Quantiche potevano individuarlo. Ed avevano individuato Galastus. D’altra parte, perché nascondersi da una pulce?

Sondò un perimetro di quattrocento metri e non individuò alcuna tecnologia più avanzata di quella terrestre. Sotto di lui c’era un grande spazio vuoto, come una specie di caverna. Un trucco?

 

Sfondò il pavimento e volò verso il basso. Fece brillare le Bande per avere un po’ di luce e constatò che si trattava di una caverna vuota. Le pareti, però, erano state levigate in modo artificiale. Forse quello era stato il rifugio di Thanos, ma ormai lo aveva abbandonato.

Guardò una delle gemme sul suo polso e chiese:

-Epoch! Non c’è niente qui, secondo i tuoi sensi cosmici?

-Sei su di un pianeta, Quasar.

-Questo lo so! Voglio dire, c’è niente che possa aiutarmi a trovare Thanos qui?

-No.

-C’è qualcosa di anomalo?

-No.

-Avanti Wendell, pensa. Devi solo fare la domanda giusta…c’è qualcuno qui?

-Definisci “qui”.

-In questo sistema solare!

-Sì. C’è una nave tenuta artificialmente invisibile a sedici milioni di chilometri dalla tua posizione in direzione opposta al sole.

 

-Una nave? Thanos? No, aspetta, non puoi saperlo. Che nave è?

-Una nave di mercenari.

-Thanos ha usato dei mercenari, secondo gli archivi dei Vendicatori. Chi è a capo della nave?

-Una donna chiamata Nebula.

-Nebula? L’ho già sentita…

-Dichiara di essere la nipote di Thanos ma secondo i miei sensi non appartengono alla stessa razza. E’ probabile che tu la ricordi solo dagli archivi dei Vendicatori.

-Sì, è vero. Potrebbe avere a che fare con il nonno…Grazie, Ep.

Quasar volò verso l’alto superando l’atmosfera in pochi secondi. Doveva lasciare l’orbita per poter effettuare un salto quantico ed attraversare in un attimo sedici milioni di chilometri.

Quando ebbe compiuto il salto sondò la zona e rintracciò la nave. Sparò un colpo di energia e la nave apparve, con un piccolo danno sullo scafo.

 

-Sono il Protettore dell’Universo. So che sei su quella nave, Nebula, e ti consiglio di arrenderti se non vuoi finire alla deriva nello spazio!

Le bande tradussero la frase in onde radio e la trasmisero alla nave. La risposta arrivò sotto forma di due potenti raggi laser.

-Ma per favore…

Quasar formò due scudi giganti che pararono i colpi. Si preparò a lanciare un colpo di risposta ma fu bloccato da un qualcosa che proveniva dalla nave.

Non riusciva a muovere un muscolo e faceva fatica persino a pensare. Fortunatamente, dato che le Bande Quantiche lo proteggono dal controllo mentale, fu in grado di contrastare quell’effetto dell’arma e di fare un salto quantico.

 

Ad un anno luce di distanza l’arma non faceva più effetto e la prima cosa che fece fui chiedere chiarimenti.

-Epoch, che diavolo era?

-Nebula ha usato un Proiettore Omni-Onda, uno strumento di comunicazione Kree in grado di creare qualsiasi onda mentale. Le tue Bande Quantiche non sono in grado di contrastarne direttamente l’effetto.

-Fantastico. Allora dovrò inventarmi qualcosa di creativo.

Effettuò un altro salto e si trovò appena sotto la nave nemica, all’interno dei loro scudi. Creò una spada di energia solida che tagliò senza troppi problemi lo scafo esterno, permettendogli di entrare.

Dopo aver percorso alcuni ponti si trovò davanti alcuni membri dell’equipaggio, alieni mai visti finora armati fino ai denti.

Spararono diversi colpi ma fu sufficiente uno scudo per fermarli. Fece apparire una mazza da baseball dietro la testa di ognuno di loro e li colpì, rendendoli incoscienti. Tutti tranne uno, un essere massiccio dalla pelle arancione che gli ricordava la Cosa.

Con un raggio distrusse la sua arma e creò un guantone da boxe intorno ai suoi pugni e li rese più resistenti del granito.

L’alieno si gettò su di lui e provò a colpirlo, ma Quasar lo schivò e lo colpì più volte.

Era un suo modo per superare la frustrazione dei giorni passati, ma si stava rivelando pericoloso: stavano arrivando i rinforzi.

 

Creò una bolla quantica intorno alle teste di ogni alieno, impedendogli di respirare, e bloccò i colpi che lanciavano.

Volò per i corridoi ed attraversò qualche livello sfondandone i soffitti per poter arrivare il più presto possibile alla plancia.

Come si aspettava l’accoglienza fu tutt’altro che gentile, ma il trucco delle bolle funzionò nuovamente. Lasciò cosciente Nebula perché voleva interrogarla. Bloccò facilmente i colpì dei suoi laser da polso e li rese inservibili con due colpi di energia ben diretti. Infine la ammanettò con le mani dietro la schiena e le bloccò le gambe.

 

-Voglio solo parlarti, Nebula.

-Lasciami andare, idiota! Io sono la discendente del grande Thanos!

-Non è quello che mi hanno detto.

-Non parlerò con te, Protettore! E’ stato un tuo predecessore ad ostacolare per primo mio nonno!
-Senti, miss pelle blu, farai meglio a collaborare o ti farò imprigionare sulla Terra senza troppi…

-La terra? Sei un terrestre?

-Sì, un ex-Vendicatore. Li conosci, vero?

Nebula rispose con uno sputo. Quasar la sollevò da terra e disse con tono seccato:

-Senti, non ho tempo da perdere. Ora mi dirai tutto quello che sai sulle intenzioni di Thanos.

-Come hai trovato questo pianeta? In quanti lo sanno?

-Se te lo dirò, risponderai alle mie domande?

-Stai cercando Thanos?

-Sì.

-Anch’io. Proporrei una tregua fino a quando non lo avremo trovato.

 

“Che faccio?” pensò Quasar “non mi posso fidare, ma non ho altre piste! D’altra parte, non credo che sia davvero pericolosa per me”.

-Va bene, accetto. Che ci fai qui?

 

Note

 

Questa storia si svolge nello stesso periodo della miniserie Marvel IT di Thanos.

Quasar non ricorda di aver combattuto contro Thanos quando possedeva il Guanto dell’Infinito (vedi All American Comics #48) né di essere addirittura morto combattendolo (vedi Marvel Comics Presenta #1-6), dato che quegli eventi sono stati cancellati. Quasar ha incontrato Nebula solo quella volta.