#98
VERDETTO UNIVERSALE
Parte 4 di 6
La via della conoscenza
Ai confini esterni della Via Lattea c’è una città. Si trova al centro di una vasta distesa di terra pianeggiante, ed orbita attorno ad una stella gialla senza un pianeta.
Una donna atterra in mezzo alla strada, o almeno così sembra: in realtà, anche se ha l’aspetto di una femmina umana coperta solo in punti strategici da nubi in costante movimento, Nuvola è una nebulosa senziente.
Le strade sono deserte, e non si vede in giro anima viva. Se non fosse per questi dettagli, sarebbe una replica perfetta di Denver. Nuvola entra in un palazzo fin troppo familiare, senza sentire una sola voce.
Infine bussa all’appartamento di Owen Reece e Marsha Rosemberg. Non che ne abbia bisogno, ma questo è un piccolo rituale che gli umani apprezzano.
Ad aprirle la porta è una donna che assomiglierebbe moltissimo a Marsha, se quest’ultima avesse il fisico di una modella.
-Nuvola, che piacere vederti! Vieni, abbiamo così tante cose di cui parlare – la saluta Marsha, afferrandola per un braccio e trascinandola quasi di peso all’interno.
Nuvola protesterebbe, ma è troppo distratta da due cose: dal fatto che il suo corpo è stato improvvisamente ricoperto da un tailleur grigio, e dalla seconda Marsha che le sorride amabilmente.
-Volcana, dov’è Molecola?
-Oh, chiamami pure Marsha! Ho smesso di usare i miei poteri da tempo, non piaceva al mio Owen.
-La tua linea sembra averne guadagnato. Devo parlare con Molecola.
Nuvola avanza nonostante le due donne cerchino di fermarla, riuscendo ad arrivare fino al salotto. Owen Reece è seduto sulla poltrona, affiancato da altre due Marsha Rosemberg ancora più attraenti e discinte delle prime due copie.
-Molecola, svegliati. Dobbiamo tornare da Quasar – cerca di attirare la sua attenzione Nuvola, ma Molecola continua a dormire.
-Owen vuole restare qui – rispondono all’unisono le quattro donne, convertendo i propri corpi in plasma vivente quando si trasformano in Volcana.
Nuvola non si muove dalla propria posizione neanche quando le quattro Volcana dirigono il proprio calore verso di lei. Il pavimento si fonde sotto i suoi piedi e la casa inizia a prendere fuoco, ma lei si limita a restare a mezz’aria.
Quando la casa è un vero e proprio inferno, Molecola apre gli occhi.
Volcana e la casa svaniscono, dissolvendosi in pulviscolo interstellare. La copia di Denver evapora alla luce della stella, che si contrae fino a diventare una piccola nana rossa.
-Scusa, devo essermi appisolato – nota Molecola con naturalezza, strofinandosi gli occhi. Le cicatrici a forma di saetta sul suo volto, simbolo del suo potere, sono debolmente illuminate di rosso.
-Da quando puoi usare il tuo potere mentre non sei cosciente?
-Non lo so; capita solo quando dormo – risponde innocentemente Molecola, senza rassicurare minimamente Nuvola.
-Ci penseremo dopo. Quasar ci ha dato una missione.
Altrove
Il luogo sembrerebbe una sala d’attesa, ma in realtà non è un luogo. Tecnicamente, questa non è nemmeno la realtà. Sedute una di fianco all’altra ci sono una donna di trent’anni ed una bambina di cinque. O almeno così potrebbe sembrare ad una mente umana.
La donna è Lara Winters, compagna di vita di Quasar, ma al momento è anche l’avatar del concetto di Amore. La bambina è Epoch, Colei Che Attende, Protettrice della Sacralità della Vita, Custode della Coscienza Cosmica ed altre cariche anche più altisonanti con anche più maiuscole.
-Prova a spiegarmelo con parole più semplici – chiede Lara.
-Questa è
un’intersezione nello spazio metafisico tra le emozioni umane, creato dal
subconscio collettivo a cui puoi accedere come rappresentante di Lady Amore.
-Quindi…in realtà stiamo solo sognando di essere qui?
-No, è una cosa
completamente diversa.
-Detesto essermi fusa con un’entità cosmica. Credo mi stia per venire un’emicrania.
-Cerca di evitarlo,
Lara. Con il potere a cui hai accesso, un tuo mal di testa potrebbe distruggere
infinite vite mortali.
-Ah ah! Aspetta, sei seria? Sì, sei Epoch, certo che sei seria.
Una delle due porte della sala d’attesa si apre, lasciando entrare Makkari e Quasar. Lara non è mai stata così contenta di rivedere il proprio compagno, e gli corre incontro per abbracciarlo.
-Wendell, grazie al cielo stai bene! Dove eri finito?
-Stavo salvando un altro universo. Mi conosci, il solito stakanovista. [1]
Makkari si allontana per dare un attimo di privacy alla coppia, avvicinandosi ad Epoch.
-Eppy, felice di vederti sana e salva. Quando non ti sei fatta sentire per un po’ ho cominciato a preoccuparmi persino io.
-Anche per me è bello
rivedervi, Protettori, ma sfortunatamente non abbiamo molto tempo. Makkari, ti prego di prendere il mio posto nell’aiutare
Lara a tenere a freno il potere di Lady Amore. Sono certa che sarai all’altezza
del compito.
-Devo proprio restare qui? Vorrei tornare sulla Terra – protesta Lara.
-Il tuo potere è
l’unica cosa che impedisce a Lord Odio di rilevare l’esistenza di questa
dimensione, Lara. So quanto sia difficile per te essere lontana dal tuo mondo,
ma senza di te io e Kronos non saremmo riusciti a costruire questo avamposto.
-Lavori bene col vecchio titano, considerato che è stato lui a ucciderti l’ultima…la penultima...una delle ultime volte – nota Makkari.
-Viviamo in tempi interessanti, Makkari, e lavoriamo per evitare che siano gli ultimi. Vieni, Quasar, diamo inizio al consiglio.
Quasar lascia andare la mano di Lara, lasciandosi guidare dalla bambina. La sala d’attesa è piccola, quindi bastano solo pochi passi per raggiungere l’unica altra porta presente. Quasar afferra la maniglia ma esita un istante prima di entrare.
-Ancora non riesco a credere che loro abbiano accettato di ammettere un umano ad una discussione simile.
-Non l’hanno fatto. Ho
minacciato di mandarli al diavolo se non ti avessero lasciato entrare. Neanche
il diavolo è stato contento, ma nessuno ha osato fiatare.
Dall’altra parte della porta c’è una stanza, non più larga di sei metri ed al tempo stesso mille volte più vasta dell’universo. In questo reame Epoch non è una bambina di pochi anni, anche se questa è la sua vera età e questo è il suo vero stato nel grande ordine delle cose.
Qui Epoch appare come realmente è: un essere totalmente alieno, dal corpo di forma vagamente vegetale e tre grandi occhi senza volto, grande quanto un pianeta.
Ad accoglierla è un dio che un tempo era un uomo, un riflesso del cosmo stesso che si chiama Kronos. E’ vasto quanto il sistema solare.
-Quale ironia che un incontro del genere si sia potuto svolgere solo con il nostro aiuto, Epoch – saluta la propria ospite, riducendo le proprie dimensioni a livello planetario durante la frase.
-In realtà io trovo appropriato che l’Assassino Cosmico, che più di chiunque altro è arrivato vicino a distruggere l’esistenza, sia ora un elemento chiave per salvarla.
-Scusate – attira la loro attenzione Quasar, che riesce a farsi sentire nonostante per la loro prospettiva sia meno di un microbo.
-Dove sono finiti tutti? Credevo dovessimo discutere di come sconfiggere Odio.
-Ti chiedo scusa,
Quasar. Dopo aver passato così tanto tempo con delle non-entità, è difficile
rendersi conto di quanto possa essere limitata la vostra visione. Gli altri
membri del consiglio di guerra sono già presenti, ma la tua prospettiva non ti
consente di vederli. Rimedio subito.
Non importa quante volte Quasar debba avere a che fare con esseri concettuali, certe esperienze restano strane. Avverte un senso di vertigine mentre la tenue realtà di questa dimensione si ristruttura attorno a lui.
Ora Epoch e Kronos sono delle sue stesse dimensioni, e tutti e tre si trovano su una superficie piana grande quanto dieci stadi. E’ la superficie di un tavolo.
Seduti attorno a loro, grandi quanto montagne, ci sono le quattro pietre dell’esistenza. Eternità, Infinità, Oblio e Morte.
-Diamo inizio al consiglio di guerra cosmico – tuona la voce di Eternità.
Ai confini della Via
Lattea
Questa non è la prima volta in cui Nuvola si ritrova nello spazio extragalattico, ma non riesce mai ad abituarsi alla sensazione di solitudine che prova quando si trova così lontana dalle altre stelle.
Forse è la stessa sensazione che provano gli umani quando restano soli troppo a lungo. Le nebulose non provano solitudine, naturalmente, ma c’è un qualcosa nel trovarsi così lontana dai suoi simili che rende Nuvola nervosa.
La compagnia di uno degli altri Protettori dovrebbe rassicurarla, ma Molecola ultimamente non sembra più se stesso. Ora è seduto su una poltrona; la testa è appoggiata sulla mano destra chiusa a pugno, mentre la sinistra gesticola nella vaga direzione del portale interdimensionale che sta creando.
Non sarebbe così strano, trattandosi di Molecola, se non fosse per un fatto che Nuvola ha appena notato: attorno a lui non c’è la bolla di ossigeno che di solito l’umano si crea per respirare nello spazio.
-Molecola, hai bisogno di assistenza? – chiede Nuvola trasmettendo la propria voce tramite onde radio.
-Hm? Per cosa?
-Non stai respirando.
-Ah, quello. No, sto creando ossigeno direttamente nei miei polmoni. Ma grazie per la preoccupazione.
-Hai bisogno di riposarti? Sembri…distratto.
-No, stavo solo cercando di ricordarmi una cosa. Ah, ecco il portale che volevi.
Nuvola deve distogliere lo sguardo dallo squarcio dorato che si apre nello spaziotempo, nonostante possa osservare una supernova senza batter ciglio.
-Owen, diminuisci l’intensità o distruggerai l’intera galassia!
-Scusa. Meglio così?
Il portale si ridimensiona a livelli più gestibili. Nuvola è sempre più preoccupata: non ricorda di aver mai visto Molecola usare il proprio potere in modo così sconsiderato…o in una quantità tale.
-Pronta ad andare? Se vuoi tirare un po’ il fiato prima, per me non c’è problema.
Consiglio di Guerra
Cosmico
In momenti come questo, Quasar si meraviglia sempre di vivere in un universo in cui un semplice ragazzo del Wisconsin può essere invitato a quella che è di fatto una riunione dei capi di stato maggiore dell’esistenza.
Le due polarità opposte su cui si basa tutto…Eternità ed Infinità da una parte, Morte ed Oblio dall’altra…sono ora sedute allo stesso tavolo, e nemmeno esseri rispetto a cui nemmeno gli dei sono nulla sono stati invitati. Del resto, la situazione è ben oltre le capacità di una qualsiasi divinità minore.
A prendere parola per prima è Infinità, ora nella propria versione femminile. Al suono della sua voce, una mappa complessa oltre ogni descrizione si materializza.
-Le
forze di Odio non sembrano seguire uno schema preciso, preferendo insinuarsi in
ogni angolo per non dar modo alle forze di resistenza di potersi organizzare.
Sempre di più sono quelli che cadono sotto i colpi dei suoi seguaci, oppure gli
giurano fedeltà. Il campo di battaglia è in costante mutamento.
-Scusate – interviene Quasar – Forse dovremmo fare un passo indietro. Di che guerra state parlando?
-E’ solo il
protettore di un universo. La sua visione è limitata – commenta
Oblio.
-Non gliene hai parlato, Epoch? – chiede Eternità.
-I Protettori sono stati impegnati a riparare i danni collaterali causati dall’uso improprio del potere del Tribunale Vivente da parte di Oblio, o Eternità – risponde la bambina cosmica.
-Danni collaterali per voi, forse. Ma adesso basta con le risposte vaghe: che cosa sta facendo Odio?
-Guerra – risponde la Morte – Ha dichiarato guerra a tutto ciò che esiste.
-Stai scherzando, vero? No, sei la Morte, certo che non stai scherzando. Come fa Odio a dichiarare guerra a…voglio dire, ha rubato il potere del Tribunale Vivente ma ci sono dei limiti a quello che può fare, giusto? E credo che una guerra vada decisamente oltre quello che gli è concesso.
-Non gli è concesso usare il potere del Tribunale, forse – interviene Kronos – Ma è pur sempre Odio. E sospetto che la minaccia di usare il potere del Tribunale può essere un bluff estremamente efficace.
-Quella
che vedi è una mappa del multiverso, Quasar –
spiega Infinità –
Per come tu la puoi concepire. Le forze di Odio sono vicine a conquistarne
metà.
-Continuo a non capire: come si fa a conquistare il multiverso? Che razza di soldati ha radunato Odio? – insiste Quasar.
-Universi. Io stesso ho ricevuto l’invito da parte di Odio ad unirmi alle sue forze; quando ho rifiutato, ho dovuto distruggere un altro me stesso – risponde Eternità, con la naturalezza con cui si può discutere con cosa si è fatto colazione.
-Hai distrutto un universo!? Senza che nessuno se ne accorgesse?
Il silenzio che segue la sua domanda fa capire a Quasar in che razza di situazione si sia cacciato, più di qualsiasi parola. E’ come se avesse chiesto come mai una formica non si è accorta di un’esplosione nucleare dall’altra parte del mondo.
-Okay. Ragioniamo un attimo. Come si fa a sconfiggere un esercito di universi?
Oltre l’infinito
L’universo è infinito. Ma ci sono infiniti universi, ciascuno altrettanto infinito. Perché esistano deve esistere anche qualcosa che possa contenerli tutti, ed è in questo reame oltre l’immaginazione che si trovano Molecola e Nuvola.
-Sicuro che questo sia il posto giusto? – chiede Nuvola, che non riesce a vedere nulla.
-Sì, è abbastanza facile da trovare: basta salire quanto basta. A dire la verità credo…credo di aver già visto qualcosa di simile, in passato.
-Ne dubito. Se Quasar ha ragione questa è la dimensione dove dimorano gli Infiniti, esseri trascendentali che potrebbero aiutarci a combattere Odio.
-No, sul serio, ho già visto questo posto. Guarda.
Molecola alza una mano, costruendo una stella in miniatura nel palmo della propria mano. L’oscurità si riempie della luce emanata dalla stella, rivelando spazio vuoto in ogni direzione. Nuvola non ci fa troppo caso, fissando invece le cicatrici sul volto di Molecola, brillanti di energia rosso fuoco.
-Sì, lo sapevo. Guarda, noi veniamo da lì.
Molecola indica una crepa nello spazio, un singolo punto da cui si diramano mille piccole ferite.
-E tu lo hai già visto prima?
-Sì. Me lo ha mostrato l’Arcano, per spiegarmi da dove proveniva. [2]
Nuvola ha già sentito questo nome. Persino gli eroi che Quasar le ha presentato lo pronunciano con un misto di disdegno e paura.
-L’Arcano mi disse di provenire da un’altra realtà dove era un universo vero e proprio. La stessa realtà a cui mi collegai io per errore, durante l’esperimento che mi rese Molecola.
-La dimensione degli Arcani, i costruttori di Cubi Cosmici – ricorda Nuvola – Se questa è la loro dimensione, devono avere qualcosa a che fare con gli Infiniti. Pensi di poterli contattare in qualche modo, Molecola? Molecola?
Nuvola si volta verso Molecola…che sta fissando il vuoto con occhi spalancati, da cui scendono lacrime. Le ferite a forma di saetta emettono ormai luce bianca purissima, e la sua espressione è di totale sgomento.
-Ricordo – sussurra, e la sua voce risuona nella dimensione infinita.
Nuvola lo afferra per un braccio, cercando di farlo ritornare in sé, ma Molecola è più pesante di un buco nero.
-Questo è il luogo da cui
proveniva l’Arcano. Quando ha scoperto l’esistenza del nostro universo, è stato
come vedere per la prima volta un virus al microscopio. La realtà non era nulla
per lui, e tutte le entità cosmiche tremavano al suo cospetto.
-Molecola, stai vaneggiando. L’Arcano era solo un cubo cosmico incompleto e…
-Ricordo tutto, Nuvola. Ricordo cos’era l’Arcano e ricordo cosa ero io. Ero il secondo essere più potente dell’universo, prima che l’Arcano morisse. Poi gli Arcani hanno cambiato le cose…ora che sono qui, ricordo tutto.
-Che cosa vuoi dire con “hanno cambiato le cose”?
-Hanno cambiato retroattivamente la continuità, Nuvola. Gli Arcani non vedono il tempo in modo lineare come facciamo noi; se vogliono cambiare la realtà, possono cambiare la storia. L’Arcano era l’essere più potente che avesse mai messo piede nella nostra dimensione ed io ero il secondo. Poi gli Arcani hanno cambiato la storia, retroattivamente, quindi l’Arcano è sempre stato solo una porzione di Cubo Cosmico. [3] Ma io…io ora ricordo cos’ero.
-Molecola…mi stai facendo paura – ammette Nuvola.
-Io invece non ne ho più. Per la prima volta da quando sono Molecola, non ho più paura di usare il mio potere – annuncia Molecola, afferrando la realtà come se fosse un velo e strappando uno squarcio per vedere cosa c’è oltre.
Oltre il velo, Lord Odio siede sullo scranno del Tribunale Vivente. Attorno alle punte acuminate che adornano la sua armatura stanno volteggiando sciami di insetti.
Sono Arcani ed Infiniti, quasi invisibili rispetto a lui.
-Benvenuto,
Owen Reece. Abbiamo molto di cui discutere.
Consiglio di Guerra
Cosmico
Quando l’incarnazione dell’universo e la Morte stessa non sanno come rispondere ad una domanda diretta, è davvero il momento di preoccuparsi.
-Volete…volete dire che non lo sapete? Andiamo, dev’esserci un modo per sconfiggere Odio! – protesta Quasar.
-Noi siamo in cima
alla scala gerarchica dell’ordine delle cose, Quasar. Abbiamo eguali nelle
nostre controparti nel multiverso, ma solo due
superiori: il Tribunale Vivente e l’Entità Suprema – spiega Oblio.
-Non abbiamo mai combattuto nessuno di infinitamente superiore a noi, Quasar. Per questo sei qui – ammette la Morte.
-Finché ha il potere del Tribunale Vivente, Odio è letteralmente invincibile. Dobbiamo concentrarci sul suo esercito – propone Kronos.
-Infiniti universi e concetti? L’unico essere abbastanza potente da fermarli è il Tribunale Vivente stesso – lo frena Epoch.
-Non esattamente. Conosciamo tutti qualcosa capace di spazzare via interi multiversi, perché lo ha già fatto in passato. Nemesi.
-No. Assolutamente no – protesta Quasar – Hai una vaga idea di cosa ci è voluto per sbarazzarsi di quella cosa!?
-Esattamente per questo sarebbe l’arma migliore: il potere del Tribunale Vivente non ha effetto su Nemesi.
-Vediamo se ho capito bene: per evitare che Odio distrugga la realtà, vuoi scagliargli un’arma che può distruggere la realtà!?
-Nemesi è stato sequestrato dall’Entità Suprema in persona. [4] Non sappiamo dove si trovi, né se il suo potere possa avere effetto sul Tribunale Vivente – interviene Eternità per dissuadere Kronos. Dal tono della sua voce, è evidente che Eternità non è certo dispiaciuto di non potersi affidare a Nemesi.
-Stiamo ragionando in
termini di potere, ma è un errore – spiega Epoch
– Odio sarà invincibile fino a quando avrà
il potere del Tribunale Vivente: l’unico modo per sconfiggerlo è invertire il
processo che gli ha permesso di rubarlo.
-Questo sarebbe utile, Epoch, se ne avessimo la minima idea.
-Io so come ha fatto. Il Tribunale Vivente ha commesso un errore.
C’è sgomento tra le entità presenti, come se Colei Che Attende avesse appena pronunciato la più orribile delle eresie. E’ Eternità a reagire con più veemenza:
-Follia! Il
Tribunale Vivente impone la volontà dell’Entità Suprema, le cui parole hanno
creato tutto ciò che è e che sarà! Come può il giudice supremo della giustizia
universale sbagliarsi?
-Lo avete detto anche
voi: il Tribunale Vivente è oltre le entità cosmiche così come noi siamo oltre
i mortali. Non ha esperienza diretta di cosa significhi essere Lord Odio. Le
sue sentenze riguardano l’intera creazione, non i singoli individui: il suo
errore è stato emettere una sentenza che avrebbe portato benefici al grande
ordine delle cose, senza considerare che una singola entità avrebbe potuto
sfruttare la situazione.
-Spiegati – ordina la Morte.
-Tempo fa, Kronos divenne l’Assassino Cosmico e cercò di uccidere la Morte. Per evitare che lo facesse, Quasar distrusse l’universo ed il Tribunale Vivente lo ricostruì. Subito dopo, durante il processo che condannò Kronos e resuscitò me e Quasar, il Tribunale Vivente sentenziò che nessuna entità potesse mai combattere direttamente un’altra. [5]
-Sentenza che Odio deve aver annullato, visti gli scontri che abbiamo visto subito dopo la sua ascesa – sottolinea Quasar.
-La sentenza era già
stata annullata dallo stesso Tribunale, Quasar…dopo che tu rubasti il mio
potere ed il mio ruolo nel cosiddetto “colpo di stato cosmico”. Nonostante il
Tribunale avesse consolidato la tua posizione, Eternità ottenne una seconda
udienza.
-Un mortale con
il potere di un’entità, anche una minore come Epoch,
era un pericolo troppo grande per l’ordine delle cose. C’era la possibilità che
qualcuno di noi avrebbe dovuto fermarti, Quasar. Il Tribunale cambiò la
sentenza: le entità avrebbero potuto combattersi...ma non uccidersi.
-Continuo a non capire. Volete dire che le entità possono morire?
-Sì – risponde la Morte – E’ una morte diversa da quella che spetterebbe ad un mortale, ma è possibile.
-Non ho finito – riprende Epoch zittendo la Morte –In seguito Aeon, una controparte malvagia di Quasar, ottenne una fonte di potere chiamata il Punto con il quale distrusse tutte le entità del proprio universo. Era un’arma così pericolosa che il Tribunale Vivente emise una sentenza al riguardo: nessuna entità avrebbe potuto usare il Punto. Odio fu in grado di esercitare la propria influenza su Aeon, ma Quasar lo sconfisse lo stesso…e consegnò il Punto al Tribunale Vivente. [6]
-Mettendo fine al pericolo per l’equilibrio cosmico. Quale sarebbe stato l’errore del Tribunale? – domanda Oblio.
-Attraverso il Punto Odio fu in grado di influenzare direttamente i pensieri del Tribunale Vivente, impossessandosi del suo ruolo. L’unico modo per fermarlo sarebbe togliere ad Odio il potere del Punto...uccidendolo. Il Tribunale Vivente è il secondo essere più potente dell’esistenza, non ha ambizione personale ed è totalmente ubbidiente al suo unico superiore. Non poteva concepire che un’entità cosmica si mettesse volontariamente in una posizione che forzasse il Tribunale all’omicidio…in altre parole, il suo errore è stato credere che ogni entità agisse razionalmente come lui.
-E’…è colpa mia – realizza Quasar – Se io non avessi consegnato al Tribunale il Punto…
-Ecco il punto debole di Odio. Se lo separiamo dal Punto, liberiamo il Tribunale Vivente dal suo controllo – interviene Kronos.
-E come pensi di
farlo? Il Tribunale Vivente è bloccato. Le entità non possono farlo, per colpa
della sentenza del Tribunale.
-Deve essere un mortale, allora. Per salvare l’intera
esistenza dalla guerra cosmica, un mortale deve uccidere un’entità astratta –
chiarisce la Morte.
-E’ impossibile – obietta Oblio.
-No. Non lo avresti proposto se non fosse possibile – interviene Quasar, alzandosi in volo.
Si innalza fino a raggiungere il volto della Morte, più grande e spaventoso di quanto avrebbe mai potuto immaginare. Si rende pienamente conto di che cosa sta guardando, e sorprendendo anche se stesso Quasar regge allo sguardo.
-Morte, ho bisogno del tuo aiuto. Dimmi come posso uccidere un concetto.
Oltre l’infinito
Le dita di Lord Odio stringono una piccola sfera di energia, poco più di un chicco di riso, e la schiacciano con la forza di due galassie che si scontrano.
Al centro della sfera di energia ci sono due Protettori: Nuvola può essere meno di una spettatrice in questo confronto, mentre Molecola…nonostante abbia recuperato tutto il proprio potere…sta sudando copiosamente nel tentativo di tenere a freno una minima parte del potere di Odio.
-Mi chiedevo dove vi foste nascosti. Mi sono dato da fare in vostra assenza, ma sentivo che c’era qualcosa che mancava.
-Che cosa hai fatto agli Arcani e agli Infiniti?
-Gli ho promesso te, Molecola. Nessuno di loro è mai nato: fremono all’idea di poterti studiare per capire come hai fatto. Forse si vogliono evolvere, non lo so e non mi importa. L’importante è che, per avere te, hanno iniziato a farsi guerra gli uni con gli altri. E’ un multiverso piccolo, non trovi? Ma veniamo a noi.
Odio avvicina i due Protettori ai propri occhi, e li fissa con lo sguardo di un pazzo.
Un pazzo omicida onnipotente.
-Dove. E’. Quasar ?
Supervuoto Locale
Meridionale
Gli esseri umani hanno scoperto da poco questo luogo, anche se “luogo” è forse un po’ riduttivo. Questo è uno dei più vasti supervuoti dell’universo, immense distese di nulla situate tra gruppi di galassie.
E’ talmente vasto che all’interno di questo vuoto potrebbero essere ospitati seicento miliardi di galassie grandi quanto la Via Lattea. Gli scienziati terrestri stanno ancora valutando varie teorie su come qualcosa del genere si possa essere formato; per loro fortuna la verità sfuggirà alla loro interpretazione.
C’è qualcosa al centro di questo supervuoto, infatti, che nessun telescopio potrebbe mai vedere.
Non ha una forma né una dimensione, ma è un anatema per lo spazio. Qui non si possono formare stelle non perché manchi la materia necessaria, ma perché avvicinarsi sarebbe troppo pericoloso per qualsiasi cosa.
Una mano scheletrica afferra il nucleo del supervuoto, rendendolo meno complesso. Qualcosa che impedisce alle galassie di avvicinarsi assume una forma comprensibile.
Quasar ne avverte il potere e qualcosa nel suo io trema. La Morte si avvicina, stringendo tra le mani ciò che lui vede come una spada.
-Eccola. Forgiata durante il Big Bang, nascosta nel cuore di Eternità e dimenticata dall’esistenza. Persino io esito nel brandirla: l’unica cosa che possa uccidere un concetto incarnato.
Quasar prende tra le mani la spada. Ha attraversato il nucleo di galassie lontane, ha combattuto dei e cose più grandi degli dei, è stato un essere cosmico ed ha assistito alla nascita dell’universo.
Ma l’oggetto che ora è tra le sue mani è la cosa più terrificante che abbia mai visto.
-La Lama del Nulla Infinito.
CONTINUA !
“La via della fede è breve e semplice, la via della conoscenza è lunga e aspra”
Ernst Stuhlinger
Note
[1] Su Crossover #4-5 e naturalmente su Quasar: Speciale Crossover
[2] Ai tempi di Guerre Segrete II, su Fantastici Quattro Star Comics 54-63
[3] Sapevamo che l’origine dell’Arcano scoperta in Guerre Segrete III (ovvero Fantastici Quattro Star Comics 84) era una retcon. Pensavamo fosse una retcon degli autori Marvel, ma in realtà è tutta colpa degli Arcani. Secondo Molecola, almeno, io propendo ancora per gli autori.
[4] Sul numero 50 di questa serie, come chi ricorda la lunga saga di Nemesi di moooolto tempo fa (cominciò addirittura nel numero 30)
[5] Un rapido riassunto di “Il Cielo Infranto”, sui numeri 15-22 di questa serie
[6] Riassunto dei numeri 85-92 di questa serie (Epoch è proprio brava in questo genere di cose, vero?)