#54 - ESODO
La cura per la noia è la curiosità. Non esiste una
cura per la curiosità.
Ellen Parr
Riassunto
Dopo la sconfitta di Nemesi, i Protettori si sono messi ad
indagare su una misteriosa organizzazione di nome UNION. Il risultato è che
tutti e quattro più Maelstrom sono stati spediti ai quattro angoli del tempo;
Quasar ha incontrato se stesso e ne ha tratto un suggerimento che si rivelerà
fondamentale… se solo saprà che gli è stato dato.
New York City. Viene chiamata “la città che non dorme mai”, e sfortunatamente questo è vero anche per i due inquilini più particolari di un anonimo appartamento in un anonimo palazzo.
In realtà, solo la ragazza è un inquilino. Il suo ragazzo è forse il primo caso al mondo di disoccupato che protegge l’intero universo.
Il bracciale dorato al suo polso sinistro si illumina e vibra più volte, prima che venga attivato anche un segnale acustico. Lara è la prima a svegliarsi, dandogli una spinta ed indicando la fonte di rumore.
-Credo proprio che sia per te.
Wendell Vaughn si sveglia e si mette seduto sulle coperte, mentre Lara si gira dall’altra parte per continuare a dormire. Dopo aver messo a fuoco la vista sull’orario sulla sveglia, risponde.
-Epoch, sono le quattro e mezza di notte, devi trovarti un altro hobby o allungare le giornate terrestri.
-Credo che il tuo fisico ne risentirebbe ancora di più, Quasar – risponde l’entità cosmica, con la solita voce allo stesso tempo leggera e solenne.
-Andiamo, che c’è ?
-Una richiesta d’aiuto nel settore 2138, captata da uno dei ripetitori quantici. Sto scaricando le coordinate galattiche nelle Bande. E’ piuttosto urgente…
-Hai due persone nel gruppo che non hanno bisogno di dormire, Eppy…
-Nessuna delle quali ha molta esperienza nelle relazioni con razze aliene. E’ un lavoro per te, Quasar.
-D’accordo, d’accordo. Sarò là entro cinque minuti.
Un rapido cambio di vestito ed un volo a duemila chilometri al secondo, e Quasar accelera alla massima velocità. Quando la Terra non è più grande della punta di uno spillo, esegue un Salto Quantico e la posizione delle stelle cambia quasi istantaneamente.
Rallenta drasticamente per rintracciare il segnale. Le Bande Quantiche analizzano il messaggio e lo comparano alle centinaia di lingue in memoria, traducendolo in pochi secondi.
“Qui…qui è la nave Salvezza 97 di Xhantea VI, aiutateci ! Il sistema di supporto vitale è in avaria, ci restano solo sei zeji di atmosfera ! Ma funziona quest’affare ? Come faccio a ~~~~ Qui…qui è la nave Salvezza 97 di…” – il messaggio si ripete dall’inizio.
L’origine del segnale è molto vicina, e le onde FM su cui è stato emesso sono partite circa due ore e mezza prima. Quasar può solo sperare che allo scadere della misura di tempo che hanno indicato manchi poco di più.
Già a diversi chilometri di distanza è possibile vedere la causa del problema; qualcosa ha colpito lo scafo, che sta rapidamente emettendo gas. A prima vista la causa di direbbe l’impatto con un qualche meteorite…cosa strana dato che la stella più vicina è a 15 anni-luce di distanza, ma non è il momento di preoccuparsene.
-Salvezza 97, ho ricevuto il vostro messaggio. Il mio nome è Quasar; sono qui per aiutarvi, ma ho bisogno di sapere che cosa respirate…
-…to da dove viene ? Ah, è acceso ? Ehm… Quasar, qui è Salvezza 97. Vi ringraziamo per essere venuti, ma non riusciamo a vedere la vostra nave…
-Ah…non c’è nessuna nave, sono solo qui. Riguardo l’atmosfera ?
-Tre quinti azoto, un quinto ossigeno, un decimo xeno, un decimo argo… ma la stiva è carica e non sappiamo da dove far passare i contenitori…
-Avete dei sistemi di sicurezza ? Scudi o simili ?
-Ecco…io non credo, no…
-Sto arrivando.
Quasar si avvicina rapidamente e, in pochi secondi, chiude la falla che si è venuta a creare. Ruota un paio di volte attorno al vascello per decidere da che parte entrare, fino a quando non trova una camera stagna.
Alza un campo di forza per sicurezza… la miscela che gli hanno indicato è respirabile, ma meglio evitare di prendere qualche virus alieno.
Quando la camera stagna si apre, Quasar entra in quella che immagina essere la stiva. Ovunque ci sono alieni che si allontanano da lui, terrorizzati; qualche alieno più piccolo corre dalla madre. Sono alti più o meno come lui, dalla pelle verde-grigiastro e con quattro spessi tentacoli che gli escono dai fianchi; hanno anche due braccia e camminano su due gambe, ed indossano vestiti che li coprono solo dalla vita in giù.
Quasar alza le mani e parla molto, molto lentamente, sperando che il traduttore universale funzioni come sempre. Questa gente sembra molto scossa.
-State tranquilli, non voglio farvi del male; mi chiamo Quasar, vengo da un pianeta chiamato Terra e sono qui per aiutarvi.
Le Bande iniziano a rinnovare l’atmosfera, usando lo stesso processo di fotosintesi che permette a Quasar di respirare nello spazio.
-Sei…un alieno ? – domanda qualcuno, protendendo un tentacolo ed avvicinandosi con cautela.
-Ehm…sì…
-Grazie !!!
Rapidamente, tutti i viaggiatori incrociano braccia e tentacoli ed abbassano la testa. I bambini smettono di nascondersi e fanno lo stesso, sbirciando.
Nonostante abbia incontrato alcune dozzine di alieni, nella sua carriera, questa è la prima volta che a Quasar capita qualcosa del genere.
-Ah…non è necessario, davvero… Sentite, potrei parlare con il capitano ? Sì, insomma, con chi guida questa…nave.
-Dove vuoi che portiamo la nave ? – chiede qualcuno.
-No, non era per questo… Posso parlare con chi comanda qui ?
-Ma sei tu – risponde qualcuno, come se Quasar avesse appena chiesto di portarlo dall’unico senza tentacoli nella stanza.
-Mi sa che non ci capiamo… userò la stessa frequenza di prima. Salvezza 97, qui è sempre Quasar, sono nella vostra stiva…
-Come ? Oh, va bene – rispondono via radio – Sei un alieno, vero ?
-Sì…potrei parlare con chi comanda la nave ?
-Sarei…io… Lelanverat. Lelanverat Zemdre. Cosa devo fare ?
-Niente, vorrei solo parlarle. Qualcuno qui sa come arrivare a dove si pilota la nave ?
Dall’esterno, la nave sembrava più grande. Invece, le pareti sono così spesse che si fa fatica a passare dalle porte, e gli Xhanteani fanno fatica a far passare i tentacoli sulle scale che portano da un ponte all’altro.
La sala di comando è affollata; ci sono almeno nove alieni davanti ai vari schermi, occupati a leggere qualcosa su dei fogli di carta mezzi rovinati.
Uno di loro si avvicina con cautela, avvicinando i tentacoli ma insicuro su come salutare il nuovo arrivato, che non ha tentacoli da stringere.
-Benvenuto, Quasar. Sono Lelanverat Zemdre. Qui è dove pilotiamo l’astronave. Mi scuso per il disordine ma dobbiamo ancora capire bene come farla funzionare…
-Non l’avete costruita voi, quindi ?
-No… noi non abbiamo questo livello di tecnologia. L’hanno costruita i Toriani e lasciata su Xhantea quando se ne sono andati…
-Cosa vi è successo ? Vi ha colpito qualcosa ?
-Pensiamo di sì… stavamo solo, ecco andando e poi VOOOB… capisce, no ? Gli altri sono andati avanti e noi no.
-C’erano altre navi, allora ? Anche se non siete sicuri di come si pilotano ?
-Stavamo scappando. Siamo profughi… cerchiamo un pianeta nuovo dove vivere. Non ho idea di dove siano gli altri, anche la loro hanno cambiato rotta per evitare una grossa montagna…
-Posso aiutarvi a trovare gli altri, se volete.
-Sarebbe…può farlo !?
-Penso di sì. Quante navi c’erano, in tutto ?
-Mi sembra… Forvoosh, quante erano ?
-Cento e settanta, no cento e ottanta credo.
-Farò del mio meglio. Da cosa state scappando esattamente, Lelanverat ?
-Dai Mysiani. Sono arrivati due zeflot fa, e quasi subito hanno iniziato a mettere basi sul pianeta. Poi ci hanno dichiarato illegali ed hanno distrutto il nostro ecosistema, per questo siamo scappati…
-Aspetta…vi hanno “dichiarato illegali” ?
-Sì, per i Mysiani la religione è un crimine. In realtà, da quando ci conquistarono i Levoriani, abbiamo smesso di praticare la religione. Abbiamo chiesto ai Mysiani di diventare i nostri Reggenti, ma per loro la nostra fiducia era una fede e ci hanno dato un ultimatum: dovevamo consegnargli il pianeta o morire. Noi ovviamente gli abbiamo dato subito il pianeta, così hanno cominciato ad uccidere chiunque ci vivesse per “estirpare il virus religioso”.
-Non li avete combattuti ?
-Certo che no ! I Mysiani sono alieni con navi spaziali !!! E poi dal periodo di schiavitù sotto i Nekrani non avevamo quasi più armi, nemmeno quelle che avevamo costruito per gli Zenara. E le nostre erano state tutte distrutte dai Drengin.
-Per curiosità, Lelanverat…quante volte siete stati conquistati da un’altra razza !?
-In tutto… credo trentasei, da venti-venticinque razze diverse. Forvoosh, tu ti ricordi quante sono ?
-E chi le conta più…
Per le Bande Quantiche, seguire le scie delle navi Xhanteane è semplicissimo; sono le navi più elementari che Quasar abbia mai visto. Non dev’essere stato facile fare un viaggio così lungo: gli Xhanteani hanno percorso più di cento anni-luce in poche settimane. A giudicare da quel poco che ha visto e sentito, Quasar stima il loro livello tecnologico di poco superiore a quello terrestre, il che significa che è un miracolo che siano sopravvissuti.
Le tracce portano direttamente nell’orbita di una stella grande circa una volta e mezza il Sole. Non rilevando nessun campo magnetico planetario, Quasar inizia a temere che gli altri profughi siano morti nel viaggio.
Alla fine, però, trova qualcosa. Un pianeta. L’orbita farebbe pensare ad un gigante gassoso, ma forse sono atterrati su qualche luna. Si avvicina alla velocità della luce, sperando di non dover portare brutte notizie a Lelanverat.
Per fortuna non ci sono brutte notizie, solo molte sorprese. Il pianeta è solido, anche se ha un diametro maggiore di quello di Giove. E’ completamente ricoperto da centinaia di chilometri di metallo. Non emana nulla nello spazio se non un campo gravitazionale, né riflette altro che la luce solare. Infine il pianeta (né, cosa infinitamente più strana, la stella attorno a cui orbita) non è registrato nelle banche dati delle Bande Quantiche.
Una ricognizione ravvicinata mostra che le navi di Xhantea sono atterrate sulla superficie metallica, più precisamente in uno dei solchi tra le gigantesche piastre grandi come dozzine di continenti.
Quasar registra la presenza di diverse migliaia di Xhanteani, anche se la composizione dell’atmosfera è leggermente diversa da quella che respirano. Possono sopravvivere, evidentemente, ma non a lungo…
-Epoch, qui è Quasar. Mi ricevi ?
-Sì. Anche se non sapevo che in quel punto dello spazio ci fosse una stella.
-C’è molto di più, un enorme pianeta artificiale. Cosa sai dirmi sugli Xhanteani e sui Mysiani ?
-Avrò bisogno di alcuni minuti per effettuare una ricerca.
-Bene, nel frattempo porterò qui la nave di Lelanverat. Oh, Epoch, che ore sono a Denver ?
-Cinque e zero sette di mattina.
-Sembra che oggi dormiremo poco tutti quanti. Sveglia Molecola e digli di venire qui; ho bisogno che trasformi l’atmosfera del pianeta in una miscela di 80% azoto, 10% ossigeno, 5% xeno e 5% argo. Mi raccomando, che non entri in contatto con i nativi; voglio prima vederci chiaro in questa faccenda. Quando avrai rintracciato il sistema solare di Xhantea manda lì Makkari e Nuvola.
-Cosa hai intenzione di fare ?
-Mi sembra chiaro. Se c’è davvero una guerra, voglio rimandare a casa gli invasori. E potrei aver bisogno di aiuto per trasportare altri profughi: secondo Lelanverat, Xhantea ha una popolazione di ottocento milioni…
-Devo anche sorvegliare i profughi che si sono stabiliti sul pianeta attorno a cui orbiti in questo momento ?
-Ottima idea. 128 anni-luce sono un bel po’ di strada per una flotta quasi senza controllo che non ha idea di dove andare, e trovo sospetto che una sola di quelle navi sia stata colpita da un asteroide…
Quaranta minuti dopo, Quasar emerge da un Salto Quantico con le armi di quindici navi spaziali puntate contro. Un fulmine rosso gli passa davanti, correndo sulle navi quanto tempo basta per essere visibile. Le navi provano a fare fuoco, scoprendo di non avere più nessun sistema offensivo.
-Perché ho l’impressione di essermi perso qualche passaggio ?
-Ehilà, Quaze – lo saluta una voce familiare dopo una pacca sulle spalle – Ti sei perso quasi tutto il divertimento.
-Mak, dovevate aspettare che arrivassi…
-Hanno cominciato a sparare, che pretendevi…che io stessi fermo ? E poi…
*Arrendetevi alle atee forze di Mysa, fedeli ! Secondo le atee parole del Libro dei Fatti, siete colpevoli di avere fede nelle vostre capacità ! Sarete condannati ad una morte senza aldilà…*
-Dai Quaze, oggettivamente, vorresti perdere l’occasione di suonarle a degli alieni da b-movie come questi ?
-Lieto di sapere che ti diverti, Mak, ma per me è una cosa seria. Astronavi di Mysa, qui è Quasar dei Protettori dell’Universo. C’è la possibilità di un accordo ?
*Che cosa !? Non accettiamo queste offese !!! Voi osate insinuare che gli emissari di Mysa possano cambiare idea ? Questo significa che credete in una verità assoluta, che avete una fede ! Una…una religione ! Vi ordiniamo di riconsegnarci le nostre armi e di non difendervi dal nostro ateo attacco !!!*
-Come accidenti avranno fatto questi a sopravvivere senza ammazzarsi tra loro…
-Dai, Quaze… per una volta non abbiamo contro gente che ci può uccidere col pensiero, o con cui dobbiamo scendere a patti, o che ci vuole invischiare in qualche piano complicatissimo, o che non si riesce a capire da che parte stiano… Questi sono stupidi tiranni spaziali con la voce grossa, che male c’è a rimandarli a casa a calci nel sedere ?
-E va bene, continuiamo l’attacco.
-E vai ! Era ora di avere un caso semplice !!!
Quello che segue si può difficilmente definire uno scontro. Correndo alla velocità della luce, Makkari mette fuori uso armi e motori senza nemmeno essere visto.
Nuvola sovraccarica le loro reti energetiche con scariche di plasma, e Quasar imprigiona le navi in colossali tenaglie di forza quantica per lanciarle il più lontano possibile. In dodici minuti l’intera flotta Mysiana, composta da quattrocentomila navi da guerra diventa storia vecchia.
Dopo aver lanciato un ennesimo ultimatum, in cui pretendevano che le loro navi venissero riparate dai Protettori perché potessero punirli, prendono la prima decisione intelligente della loro storia planetaria recente, e battono in ritirata.
Poco dopo, i Protettori atterrano sul pianeta. La prima cosa a cui pensa Quasar è che Lelanverat non scherzava affatto sulla distruzione del loro ecosistema.
Già dall’orbita è possibile vedere l’oceano quasi prosciugato. Si trova all’interno di un gigantesco cratere, con un diametro all’incirca di un decimo del diametro del pianeta. Non che sia moltissimo, dato che Xhantea è più piccolo della Luna, ma se l’impatto che lo ha creato deve aver quasi portato alla distruzione del pianeta.
L’aria è a dir poco satura di sostanze tossiche, tanto che gli Xhanteani si sono rifugiati nelle abitazioni o in vecchi rifugi antiatomici.
La vegetazione è allo stremo, le centrali di energia sono state rase al suolo, ed il già sottilissimo strato di ozono sta per scomparire del tutto.
-Non possono sopravvivere più di qualche settimana in queste condizioni – riflette a voce alta Quasar, percorrendo le strade deserte di una delle città più grandi.
-C’è niente che possiamo fare ? Una volta abbiamo praticamente fatto il cambio dell’acqua a un intero mondo…
-Era una situazione diversa, Makkari – risponde Nuvola – Il pianeta è troppo piccolo e troppo danneggiato. Rischieremmo di fare solo più danni.
-Allora dov’è il problema ? Aiutiamoli a trasferirsi su quel nuovo pianeta che hanno trovato e il gioco è fatto.
-Mak, vorrei che fosse così facile…
-Perché ? Voglio dire, non sarà una passeggiata trasferire così tante persone, ma che diavolo vi ho visto spostare delle stelle !
-Ma non sappiamo quasi niente del pianeta che hanno trovato. Epoch non lo riconosce nemmeno.
-E’ abitato ?
-No…
-E allora, scusa ? Mi è sembrato di capire che sia molto grosso…
-Per usare un eufemismo. La Terra è un sassolino al confronto.
-Quindi gli troviamo un angolo bello tranquillo, controlliamo che non ci sia niente di pericoloso nel resto del pianeta…
-Sarà molto difficile prevedere gli esiti di un intervento così drastico in una cultura che ci è totalmente aliena – interviene Nuvola.
-Preferiresti lasciarli morire !?
-Dovremmo considerare questa possibilità – risponde Quasar.
Makkari la guarda con sorpresa, e Nuvola con preoccupazione.
-Che cosa vuoi dire ? – gli chiede il secondo, dato che l’Eterno è rimasto, per una volta, senza parole.
-Gli Xhanteani sono stati conquistati dozzine di volte nella loro storia. Ipotizziamo di fare quello che dice Makkari, e di spostarli su quel pianeta. Cosa succederà quando ce ne andremo ? Li conquisteranno ancora ? Potrebbero avere continuamente bisogno della nostra protezione.
-E allora ? Per Zuras, siamo i Protettori !!! Ci importa di più delle entità mangia-universi e dei grandi imperi stellari che di chi ha bisogno di noi ? E’ questo che volevi essere, Quaze ?
-D’accordo. Se non altro possiamo chiedergli se sono interessati…
Quattro ore dopo. Rintracciare la capitale è stato relativamente semplice, dato che Quasar conosceva già le frequenze usate dagli Xhanteani.
Considerando che fino a pochissimo tempo fa il pianeta si trovava sotto attacco, organizzare una riunione con i capi di stato richiede un po’ più tempo del previsto.
Alla fine, vengono scortati in una specie di bunker da una piccola squadra di soldati, che brandiscono tre paia di un qualcosa di simile a dei manganelli.
Vengono poi presentati ad uno Xhanteano dalla pelle leggermente più verde della maggior parte della popolazione.
-Salve – li saluta protendendo un tentacolo, desistendo quando vede che gli ospiti hanno solo due braccia – Sono il Vice-Reggente di Xhantea VI, Utlovoot Brox.
-Io sono Quasar, questi sono Makkari e Nuvola.
-Molto piacere. Siete alieni, vero ?
-Già.
-Ed avete cacciato voi i Mysiani ?
-Precisamente.
-Ah…va bene. Quindi ora … ?
-Noi…facciamo parte di un gruppo chiamato “Protettori dell’Universo”. A dire la verità, ne manca solo uno. Vorremmo…può sembrare strano a dirsi… spostarvi su un altro pianeta.
-Capisco. Ecco, ci servirà un po’ di tempo. Volete che ve lo lasciamo così, oppure preferite…
-No, non mi sono spiegato. La vostra spedizione ha trovato un pianeta, molto lontano da qui. Deserto, ma abitabile. Possiamo portarvi lì in pochi giorni, se è questo che volete.
-Certo…ah. Va bene. E’ quello che dovremmo fare, secondo voi ?
-Sarebbe la cosa migliore. Restare qui potrebbe essere troppo pericoloso.
-Ma se volete restiamo, eh ! Non c’è nessun problema !
-Non…c’è il Reggente, Utlovoot ?
-L’ex Reggente, vuole dire ? Era nella spedizione…quindi sarà su quel pianeta, suppongo.
-Perché ex ?
-Come, non vi hanno informato ? Mi dispiace… il nostro addetto alla difesa è morto da pochi giorni, ed i suoi attendenti mi hanno fatto un cranio così a parlare dell’assicurare la vostra sicurezza… vi abbiamo fatto aspettare così tanto e non vi abbiamo detto niente ! Scusate…probabilmente vorrete mettere su un governo vostro. Per noi non c’è problema.
-Non capisco proprio di cosa sta parlando, Utlovoot.
-Come avete detto di chiamarvi ? Devo metterlo agli atti prima che cambiate il governo…
-Utlovoot, cosa non ci avete detto ?
-Che abbiamo fatto un sondaggio in queste ore. Congratulazioni, Protettori, siete i nuovi Reggenti di Xhantea. Abbiamo solo mezzo zeji di atmosfera respirabile, quindi proporrei di aspettare a festeggiare finché non saremo sul prossimo pianeta. Quando volete farci partire ?
Quasar e Makkari si guardano perplessi.
-“Era ora di avere un caso semplice”, eh ?
CONTINUA…
Note
Ha inizio la Saga di Drylon, una rapida successione di eventi che durerà fino al numero 60 e che metterà le basi per la conclusione della serie. Ne sapremo molto, molto di più su Xhantea e soprattutto sul misterioso pianeta artificiale… anche se il ruolo dei Protettori resta ancora incredibilmente vago !