Quasar #42

di Fabio Furlanetto

 

 

TRA L’INCUDINE E L’UNIVERSO

 

 

Il miglior modo di trattare con oggetto inamovibile

è girarci attorno.

Anonimo

 

 

Ci sono momenti, quando sono in universo lontanissimo a cercare qualcosa di cui non so niente, e devo trovarlo prima di due giorni per evitare che l’universo finisca… non che sia una cosa nuova, ma non ho mai sopportato la fretta… dove ero arrivato ?

Ah, sì. Ci sono momenti, quando c’è da salvare l’universo e ti avvisano che il mondo è stato assalito da parassiti alieni, in cui veramente odio il mio lavoro.

Che lavoro faccio? Ufficialmente, sono disoccupato da una decina d’anni. Incredibili le cose che puoi fare quando ufficialmente non stai facendo niente: iniziare una carriera da super-criminale e finirla in giornata, saltare da una dimensione all’altra, combattere con un dio vestito come Micheal Jackson, diventare onnipotente, salvare l’universo ogni tre o quattro giorni… e, generalmente, avere una vita molto molto complicata. Prendiamo un giorno a caso.

In un giorno a caso, mi fanno saltare in un congegno che mi scaraventa oltre… beh, praticamente oltre tutto. Dobbiamo aver fatto il giro completo ed essere tornati indietro perché questo universo lontanissimo assomiglia un po’ troppo al nostro.

Sono stato dall’altra parte della barricata e posso affermare con assoluta certezza che fare l’eroe è mille volte più complicato che fare il criminale. Quando fai il criminale, sei tu a combinare guai, e sai più o meno cosa accadrà perché, insomma, hai progettato tutto tu. Certo, so di un paio di super-criminali che hanno tutta una serie personale di guai, ma sono l’eccezione.

Invece quando fai l’eroe, ti piovono addosso disastri e battaglie da tutte le parti, il più delle volte contemporaneamente. Così, in un giorno a caso, un attimo prima stiamo ad aspettare che questa JL of America finisca di consultare il proprio database, l’attimo dopo ci avvisano che la Terra è stata assalita da parassiti alieni.

L’ho già detto ? Mi chiamo Owen Reece, meglio conosciuto come Molecola dai pochi che si ricordano di me, e attualmente sono uno dei Protettori dell’Universo. Come lavoro non è male, anche se ci sono momenti in cui lo odio. Se non altro, non paghi praticamente niente di tasse.

 

Così, ci dicono che la Terra è stata invasa. Visto che quasi tutti i presenti hanno assistito ad almeno mezza dozzina di invasioni, la reazione più diffusa non è “Omiodio, moriremo tutti !”, ma “Sta diventando monotono”. Io ? Non ho pensato nessuna delle due. Voglio dire, quando hai ricreato le stelle, distrutto una galassia, camminato tra i soli, e soprattutto visto Elastic Man colpito da una scarica elettrica per essersi trasformato in un reggiseno ed aver chiesto a Nuvola di indossarlo, puoi dire di aver visto tutto. Però, in effetti, era assurdamente monotona come cosa, ora che ci penso.

Entro un minuto chi volando, chi con il teletrasporto, arriviamo sulla Terra. Per una volta rimango sorpreso: non atterriamo a New York, ma a tale Metro City. Che è uguale, ma un po’ più pulita. E’ uguale anche perché ci sono dei parassiti alieni che fanno impazzire le persone e, insomma, diventa veramente monotono perché sembra un altro Inferno.

E’ allora che la cosa si fa pesante. Chiamo un paio di molecole di ossigeno che, dopo essersi lamentate dell’effetto serra, mi fanno capire che i parassiti si diffondono per via aerea e rilasciano quantità minime di radon. In qualche minuto potrei riuscire a trovare su quale reazione chimica si basa il loro controllo mentale, ma tanto per cambiare non ne ho il tempo. Il tizio alto due metri con la pelle verde, Manhunting Mercurian (ma non dovrebbero essere i marziani ad avere la pelle verde ?) mi colpisce con due raggi ottici veramente caldi. Io non rispondo perché, insomma, potrò anche comandare le molecole, ma quello era alto due metri e faceva veramente paura.

Makkari, naturalmente il più veloce a reagire, lo afferra per una spalla con forza. Questo gli tira un pugno di tutto rispetto che lo fa precipitare al suolo, e tutti si mettono a urlare. Un attimo prima che tocchi a me essere malmenato dall’energumeno verde, il tizio con l’anello colpisce Quasar con una mazza da baseball di energia.

Da tutte le direzioni provengono dei BANG, alcuni più forti degli altri, e lanciano una polverina verde di cui non faccio in tempo ad analizzare la composizione, principalmente perché un energumeno verde di due metri sta volando verso di me a metà della velocità del suono.

Mentre in città dilagava la follia, e noialtri eravamo occupati a sceglierci un avversario, Maelstrom stava per portare a termine un compito che avrebbe permesso la sopravvivenza del genere umano e, potenzialmente, di tutti gli universi possibili. Stava cercando una cartoleria.

Ovviamente all’epoca non lo sapevamo, dato che l’ultima volta che lo avevamo visto era nel nostro universo, rinchiuso nell’Erebo. Ma è così che vanno le cose con Maelstrom, non sai che può combinare da un secondo all’altro.

Sostiene di non aver ucciso nessuno mentre cercava il negozio, e l’unico motivo per cui gli credo è che aveva molta fretta. Adesso che so tutta la storia, credo di poter capire i ragionamenti che ha fatto in quei cinque minuti critici. Darksider avrebbe probabilmente conquistato quel pianeta, o anche se non l’avesse fatto ci sarebbero comunque state parecchie vittime. Capire queste cose dev’essere un dono per chi è stato, anche se molto brevemente e senza grande clamore, nella serie A dei supercriminali. Non penso che gli importasse molto di quel mondo, ma gli dev’essere stato chiaro che ce la saremmo presa con lui, e molto, se avesse permesso una strage del genere. O forse era solo gelosia tra cattivi, chi può dirlo con uno del genere.

Fatto sta che alla fine trova questa cartoleria, afferra la prima penna e il primo bloc notes a portata di mano, e comincia a scrivere il più in fretta possibile.

 

Il tizio verde era un osso duro, sembrava poter fare praticamente qualunque cosa. Gli tiro addosso il manto stradale ? Diventa intangibile e ci passa attraverso. Solidifico l’aria in migliaia di aghi microscopici e glielo lancio contro ? Cambia forma e questi passano nei buchi del suo corpo malleabile. E così via, sembrava quasi leggermi nel pensiero per la facilità con cui prevedeva i miei attacchi.

Dato che io sono impegnato a pensare a un modo per fermarlo e lui è troppo fuori di sé, non ci scambiamo una parola. Inizio a sperare nell’aiuto di qualcuno degli altri, così mi guardo intorno.

Quasar sta combattendo con uno che sembra avere i suoi stessi poteri: creano in continuazione spade, scudi, armature e raggi di energia, parando ogni colpo dell’avversario. Ad ogni scontro, giallo e verde rilasciano delle piccole scintille blu.

Nuvola sta evitando i pugni di una certa amazzone in busto dorato, mentre una corda rosa e rossa che riconosco come Elastic Man la tiene legata. Sarebbe stata una scena comica, se avessi avuto l’occasione di farci caso.

Makkari aveva già sistemato l’uomo-pesce con una raffica di pugni superveloci. Seaman sembrava un osso duro, ma i pugni di Makkari sono di tutto rispetto. Non li ho mai sperimentati personalmente, ma l’ho visto frantumare la pietra con un colpo solo. Diecimila di quei colpi al secondo non sono cosa da poco.

Non faccio in tempo a chiedere aiuto, perché una scia rossa si avvicina a Makkari per poi scomparire assieme a lui, ad una velocità pazzesca. Il Lampo, scoprii dopo. Il primo round, però, l’Eterno contro il re dei sette mari, è nostro.

Il mercuriano, o come si dice, mi distrae dalle mie osservazioni con una scarica oculare che mi colpisce di striscio la spalla sinistra. Per evitare che il costume vada a fuoco sposto le molecole di ossigeno, e mi viene un’idea. Per prima cosa controllo che l’altro stia respirando, non si può mai dire con un alieno. Scopro che effettivamente respira, ma anidride carbonica. Niente di più facile di una trasmutazione del genere. Prova ancora a colpirmi, molto ma molto più velocemente di prima, e poi crolla a terra, svenuto. Mi assicuro che l’anidride si tenga alla larga da lui, pensando a quanto sarebbe stato più complicato se fosse stato in sé ed avesse usato quella velocità. Anche il secondo round, il signore delle molecole contro il segugio da Mercurio, è nostro.

Non faccio in tempo a compiacermene, perché una specie di boomerang a forma di pipistrello rimbalza contro il mio scudo molecolare, ritornando al mittente con una precisione da fare invidia a Capitan America.

Mi volto e preparo una nuova strategia, ma sembra che lui mi abbia preceduto. Lancia contro di me una specie di granata che emette un gas che riconosco immediatamente come un potentissimo sedativo. Dissolverlo è facile, ma mi distrae e mi rende vulnerabile ad una specie di attacco sonico, sempre con uno di quegli strani pipistrelli. L’ultima cosa che riesco a vedere è un pugno guantato di nero che mi fa. Vince il cavaliere nero, questa volta.

 

Nello stesso momento, due linee rosse schizzavano in una direzione diversa ogni volta che le si guardava, a volte incrociandosi velocemente, a volte prendendo percorsi totalmente diversi. Troppo veloci per fare il minimo rumore, troppo rapide per essere viste, troppo sfuggevoli per essere analizzate.

Eppure le due linee erano due uomini, uno dei quali impegnato ad evitare che gli abitanti di quel mondo lento, decisi a dare battaglia alla prima cosa che vedevano muoversi, facessero qualcosa di cui si sarebbero poi pentiti. Si accorge di non avere più il suo avversario alle costole mentre sta impedendo ad un conducente d’autobus di Toronto di ammazzare i viaggiatori.

“Dove accidenti è finito !?” si domanda Makkari di Olympia, alle prese con le prime gocce di sudore “Siamo a Mach 32, a malapena sotto la velocità di fuga ! Per Zuras, non può andare più veloce di così senza finire nello spazio !”

Proprio mentre sta finendo il pensiero, sbatte le palpebre e quando le riapre si ritrova da solo sul bus. Poi intravede un uomo in un costume rosso passare attraverso il mezzo, che esplode sotto i suoi piedi.

Gli ci vuole qualche secondo per riprendersi, ma è infinitamente più di quanto serva al Lampo, che lo tempesta con una quantità di pugni che Makkari non credeva possibile.

-Sei bravo, per un principiante, ma non mi chiamano l’Uomo Più Veloce del Mondo per niente !

Pur di farlo stare zitto, Makkari ricorre ai raggi oculari che non usa ormai da anni…ma quando ha finito di puntare il suo nemico, gli è già alle spalle. Qualche altro pugno si staglia sul manto stradale, ma la scia dell’Eterno è ancora fresca.

“Non mi piace battere in ritirata” pensa mentre accelera sull’Atlantico “ma so quando una strategia non funziona. Che…mi è già dietro !? Okay, bello… ti piace correre veloce ? E io ti faccio correre veloce !”

L’accelerazione è tale da creare un’onda di tutto rispetto che si scaglia contro il Lampo. Senza troppe preoccupazioni, la figura rossa cambia traiettoria ed aggira tranquillamente l’onda senza neanche decelerare. L’Atlantico è già finito, e da un breve calcolo Makkari deduce di essere arrivato a Mach 60. Lo sforzo necessario per mantenersi telecineticamente legato alla Terra è tremendo, ma il suo organismo per fortuna ha ancora una buona scorta di energia cosmica.

“Non è uno scontro che posso vincere solo con la velocità, questo è chiaro. Ecco, in questi casi vorrei aver fatto molta più attenzione ai corsi di teletrasporto mentale…”

-Dì un po’, dove stiamo andando ? – chiede il Lampo, già davanti a Makkari, correndo all’indietro. Frenare a quella velocità, sull’acqua (Oceano Indiano, per la precisione), è tutt’altro che facile. Makkari rimbalza più volte sgraziatamente, e come se fosse un cartone animato sembra correre sul posto per poi schizzare via nuovamente.

“Rinuncio a capire come abbia fatto a parlarmi correndo sessanta volte più veloce del suono. Se riesco a tornare nella città dove ci sono gli altri, magari possono darmi una mano…spero solo di ricordarmi dove si trova. Se solo potessi sapere come stanno andando le cose…aspetta, che cretino ! Il bracciale quantico !”

Basta poco più di un pensiero casuale per rendere visibile il compatto bracciale che porta al polso sinistro. Sta per usarlo con l’unica funzione che finora lo ha interessato, cioè come sorta di walkie-talkie dalla portata infinita, quando gli rende conto che gli sta segnalando qualcosa.

“Quel tizio emana un’energia molto strana, che il bracciale non riesce ad identificare. Potrebbe essere la fonte del suo potere ?”

Deve aver decelerato inconsciamente, perché il Lampo quasi lo afferra per un braccio. Con un ultimo sforzo, Makkari lo distanzia per l’ultima volta, sicuro di non avere più abbastanza energia per poterlo rifare.

Quando arriva a Metro City, oltre a concedersi un salutare rallentamento fino a Mach 10, si accorge che Nuvola ha appena fulminato Elastic Man, che sta cadendo a terra. Quasar è troppo impegnato a liberarsi da una gabbia di energia verde per poterlo aiutare, e Molecola è fuori gioco. Due pari.

Raccogliendo le forze, afferra Elastic Man per una mano e lo allunga come uno strano elastico, legando il suo collo ben stretto a un lampione e i piedi ad un cancello dieci isolati più a sud.

“Per un attimo ho temuto che si spezzasse, anche per la velocità a cui sto ancora andando… eccolo che arriva ! Potrai anche correre a metà della velocità della luce, ma scommetto la spada che mi ha regalato Cesare che non puoi evitare una cosa del genere tanto facilmente !”

-Gentile ad aspettarmi !

-Co-

Due pneumatici lanciati usando il corpo di Elastic Man come fionda colpiscono Makkari al plesso solare, troppo stanco per evitarli.

“Scusa, Giulio…”

 

Il Lampo si guarda attorno, in parte soddisfatto dalla vittoria in parte confuso proprio per lo stesso motivo. Il suo metabolismo super-veloce sta già espellendo i parassiti. Guarda Makkari, iniziando a chiedersi se sia lui il suo nemico…e se ne convince quando deve afferrare una dozzina di affilati coltelli da cucina che gli vengono scagliati addosso.

Makkari guarda verso l’alto, alzandosi a fatica… e ricevendo lo shock più grande della giornata, nel vedere Maelstrom torreggiante su una delle case della periferia di Metro City, circondato di coltelli ed altri oggetti acuminati, che fluttuano senza peso (in realtà, senza movimento).

Lancia con il pensiero un altro po’ di lame, che vengono prontamente afferrate dal Lampo…che rimane poi bloccato in quella posa, mentre Maelstrom scende molto lentamente a terra.

-Adoro battermi contro i velocisti. Voglio dire, contro uno che controlla l’energia del movimento, è come lanciare della polvere di ferro contro Magneto.

Makkari strappa uno dei coltelli dal controllo di Maelstrom, puntandoglielo prontamente alla gola.

-Che ci fai tu qui ?

-Shopping.

-Dammi una ragione per non sgozzarti.

-Ne ho tre. Primo, non lo faresti mai. Secondo, sai che non ho bisogno di respirare. Terzo, solo io posso debellare i parassiti che vi stanno dando delle noie.

-Di che parli ?

-Guarda questo – dice quasi sbattendogli in faccia il bloc notes – Contiene tutti gli appunti per creare un veleno che colpisca solo i parassiti. Non ho abbastanza tempo per sintetizzarlo, quindi tocca a te. Non preoccuparti, mi sono sforzato di rendere le spiegazioni il più chiare possibile anche per un Eterno.

-Non ne creerò mai abbastanza in tempo…

-Lo so. Ma con una formula chimica esatta da ricopiare, Molecola ne creerà a tonnellate in pochi istanti. Ma nemmeno lui ha la preparazione necessaria per fare tutto senza una base di partenza, quindi…qui ci sono gli appunti, ora sbrigati.

Se c’è mai stato un momento in cui Makkari si è pentito di non essere assolutamente privo di morale come Maelstrom, è questo.

 

Sopra di loro, ancora ignaro di tutto, Quasar para un colpo d’ascia direttamente con una delle Bande.

-Vuoi smetterla !? Abbiamo cose più importanti da fare che metterci a dimostrare chi è il più forte ! –

Il poliziotto dello spazio non è molto incline alla discussione, al momento. Due caricatori di proiettili fuori misura si infrangono sull’ennesimo scudo quantico.

-E va bene. Prima lezione sugli scontri tra super-umani…

La Banda sinistra emette una luce fortissima, costringendo l’avversario a proteggersi gli occhi. Allo stesso tempo, deve proteggere la schiena da una lancia di energia che rischia di trafiggerlo. Soltanto a questo punto nota che la Banda destra è enormemente più luminosa, e che sta per scaricargli contro la madre di tutte le scariche energetiche. L’anello viene a trovarsi a pochi centimetri dal rilascio di energia…

Tutte le finestre nel raggio di cinque isolati esplodono, e il boato viene sentito anche più lontano. Due figure si allontanano in direzioni diametralmente opposte, schizzando in linea retta contro gli edifici. Quasar sfonda da parte a parte un intero piano del grattacielo con una enorme L, demolisce l’attico di un appartamento poco distante, attraversa altri tre palazzi e infine distrugge cinque metri di asfalto, fermandosi solo grazie ad un negozio di souvenir che non sopravvive all’impatto.

Prima ancora che la polvere abbia finito di cadere, una mano avvolta in un tenue bagliore giallo si fa spazio tra i mattoni.

-…non conta essere più forti, ma più pericolosi.

Il mantello è ridotto a brandelli, e il costume sembra essere stato sepolto sotto la sabbia per decenni. A parte questo, Quasar è illeso. Si solleva agilmente, e con un movimento fluido percorre un ampio arco che lo porta al palazzo su cui fino a poco prima faceva bella mostra di sé un pianeta in bronzo. Non è difficile capire dove sia finito il suo avversario, seguendo la scia di muri abbattuti. Lo trova in un appartamento poco lontano, con qualche graffio qua e là, mentre si rialza.

Quando lo vede, punta contro di lui l’anello verde…che non emette altro che scintille.

-Ho esaurito l’energia !

-Anche io. Ma le mie armi si ricaricano di continuo.

Un pugno al plesso solare fa perdere all’avversario il fiato, ed una gomitata in un punto preciso del collo gli fa perdere i sensi. Quasar riprende fiato, mentre l’anello verde smette di brillare.

-Scusa. E’ che proprio non sopporto gli scontri tra eroi.

Il protettore vince sul crociato di smeraldo. Tre pari, se fosse utile tenere il conto.

BANG !

Sul tetto dello stesso edificio di prima, un condotto che sembra uscire dal nulla viene aperto, rilasciando quella che potrebbe essere scambiata per una statua di granito se non stesse camminando.

-Terra. Hn.

-Ci sei tu dietro a tutto questo ?

Darksider scruta per un momento il giovane uomo che gli sta parlando, valutando accuratamente la resistenza che può offrire. Giudicandola troppo bassa per i suoi standard.

-Allora ?

-Overman.

Si sente un boato di tutt’altro tipo rispetto ai precedenti, quando una forza irresistibile si scontra con uno scudo quantico creato all’ultimo minuto, più veloce di un proiettile. Quasar evita di precipitare, ma il successivo gancio destro che riceve è mille volte più forte e anche più veloce.

Atterra su una sorta di cuscino di energia, ma troppo velocemente perché serva a qualcosa, e ancora una volta distrugge l’asfalto.

“Poteva andare una cosa per il verso giusto ? Era chiedere troppo ?” pensa mentre esce, senza più fare caso alla parvenza di normalità del costume. Il suo primo impulso, dopo una batosta del genere, è controllare dove siano gli altri.

Basta una frazione di secondo. Makkari sta correndo di laboratorio in laboratorio, continuamente distratto dalle persone che deve salvare… e c’è una strana energia che si avvicina a lui, velocissima. Molecola è a terra da tempo, ormai, ma respira ancora. Nuvola invece sta avendo i suoi guai contro l’amazzone, che tenta di strangolarla con una corda dorata. Dato che sembra avere effetto, la corda deve essere quantomeno magica.

Quasar sta per prepararsi ad un altro scontro diretto, vedendo avvicinarsi quella specie di culturista in latex… ma avverte la presenza di un altro tipo di costrutto quantico, un tipo che non avrebbe mai pensato di avvertire da quelle parti.

-Cercavi me ? – chiede Maelstrom, quando Quasar alza lo sguardo e lo vede. E’ troppo tardi per fare qualunque cosa. Il coltello, circondato di energia cinetica purissima, si avvicina al suo collo e…colpisce, affondando nella carne.

-Addio, imbecille !

 

CONTINUA…