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#48

di Fabio Furlanetto

 

 

Time is ticking out

 

“E se questa fosse l’ultima notte del mondo ?”

John Donne

 

 

Dalle cellule-diario di §§>§, segretario personale di Epoch, Colei che Attende, nel giorno 3^4+1 dell’anno 3^9+3.

[Dopo aver iniziato i preparativi per la partenogenesi numero novecentonovantaquattromila, mi sono ritrovato privo di mansioni per la prima volta dall’inizio del quinto ciclo vitale. Ho atteso immobile per centonovanta movimenti cellulari, in attesa di un essere assegnato ad un nuovo compito. Non sono stato contattato e quando mi sono ritrovato a muovere nervosamente gli pseudopodi, ho capito di dovermi trovare qualcosa da fare.

Sospetto che, nonostante sia poco meno della personificazione dell’onniscienza, Epoch abbia alcuni problemi a comprendere l’essenza degli **<* , altrimenti non mi avrebbe obbligato a prendermi un “giorno di ferie”. Apparentemente, tutti i Protettori sono stati forzati a questo comportamento. Quando ne siamo stati informati, ho provato a spiegare che gli abitanti di °*>> si riposano quando sono in movimento intellettuale, ma la mia protesta non sembra essere stata pienamente compresa.

Ho nuotato brevemente nel mare di gas su cui galleggia la mia zona di cultura, salendo fino a vedere le stelle di °*>> , ma ho scoperto che la vista di poche migliaia di stelle è meno stimolante quanto lo era nei miei primi stadi vitali.

Nonostante questo, è stato rilassante uscire per qualche tempo dall’esoscheletro che devo indossare durante il lavoro, specialmente quando devo contattare i Protettori sul mondo che visitano di più, la Terra.

Nonostante il mio lavoro mi abbia portato a conoscere un gran numero di specie e razze dell’universo, ancora non riesco ad evitare di sorprendermi per come vivono molte di esse. La Terra è un mondo molto piccolo, e l’atmosfera è così leggera che i terrestri non ci possono nuotare. Si muovono grazie a dei mono-pseudopodi, che loro chiamano “gambe”, sopra ad una superficie solida. Elio ed ammoniaca sono così rarefatti nella loro atmosfera leggera che sono costretti a respirare l’ossigeno, e neanche da tutte le cellule. E pensano che io sia strano.

Sfortunatamente, anche la struttura della Zona Quantica e l’Eon-verso possiedono gravità ed atmosfera terrestre, quindi non posso mai uscire dall’esoscheletro durante il lavoro. Non mi sono mai lamentato di questo, perché i Protettori mi hanno emanato strane emozioni che, credo, li porterebbero a cercare sollievo per questa situazione, e sarebbe molto poco professionale da parte mia.

Non che utilizzare l’esoscheletro sia difficile o altro; l’ho progettato perché fosse il più elementare possibile, con solo pochi milioni di dati da fornire al secondo.

Una volta entrato dentro all’esoscheletro ho deciso di teleportarmi nella struttura, sperando che Epoch facesse rientrare questo nella sua definizione di “tempo libero”.

Camminando per gli interminabili corridoi gialli della struttura, non posso fare a meno di ricordare le risposte dei Protettori a due domande che mi sono lasciato sfuggire, quando ancora li conoscevo poco]

 

-Certo che potremmo anche darci un po’ più da fare, con questo posto.

[Credo, Makkari, che Epoch e Quasar abbiano ormai risolto tutti i problemi logistici della struttura]

-Sì, ma rimangono ancora un po’ di problemi. Per esempio, quand’è che gli diamo un nome ?

[E a cosa servirebbe ?]

-A chiamarla con un nome.

[Abbiamo già un sistema di comunicazione molto avanzato; in che altro modo potremmo doverla chiamare ?]

-E poi è gialla. Voglio dire, è tutta gialla.

[Ho avvertito spesso questa rimostranza. Perché non adattate i vostri sensi ottici ?]

-Pensavo più che altro a qualche pianta o a un arazzo qua e là.

 

[Da allora, ho rinunciato a fare domande ai Protettori, e ai terrestri in generale. Nella sala comunicazioni, ho poi incontrato l’unico tra i Protettori ad essere rimasto in servizio in questo particolare ciclo cellulare, Nuvola. Per la seconda volta da quando ci conosciamo, mi ha salutato.

Nuvola sembra essere a più agio con me rispetto ai suoi compagni. Io invece non sono ancora riuscito a restare in sua presenza senza emanare un po’ di timore. Essendo cresciuto tra le nuvole di un gigante gassoso, mi riesce ancora difficile parlare alla pari con una nebulosa senziente.

Inizialmente, credevo che la sua confidenza nei miei confronti fosse attribuibile a due fattori, il suo incontro con Ethos quando possedeva il mio corpo e il fatto che il mio sguardo non si posa mai inconsciamente sulle sue ghiandole mammarie. Ultimamente, però, ho capito che gradisce la mia presenza perché non deve comunicare con qualcuno di cui non stia imitando la specie d’origine]

 

-Buongiorno, §§>§.

[Credevo che Epoch avesse ordinato a tutti i Protettori di riposarsi]

-Sì, lo ha fatto. Difatti, ho replicato il mio corpo simulato e l’ho posto in una stasi simile al sonno all’interno della mia dimensione tascabile. Quindi non solo sto riposando, in questo momento, sto anche dormendo e lavorando al mio primo sogno.

[E sta funzionando ?]

-Non particolarmente. Non avrei dovuto farmi convincere da Makkari a guardare la televisione, non riesco a sognare altro che musiche della pubblicità.

[Sembri aver preso particolarmente bene la situazione attuale, Nuvola, anche meglio dei tuoi compagni di squadra]

-Ho pensato che non fosse il caso di provare paura prima di un’operazione così delicata.

[E se l’universo finisse veramente tra due giorni ?]

-Considerando che Nemesi divorerà le nostre menti e il nostro passato, non ci sarà mai stato nulla da rimpiangere.

[Questa è una considerazione che non avevo elaborato]

-Posso farti una domanda, §§>§ ?

[Purché non riguardi l’occhio. La mia risposta tende ad essere poco esauriente, alle volte]

-Cosa ricordi della tua possessione da parte di Ethos ?

[Quasi tutto, e molto poco. Sono stato me stesso per quasi tutto il tempo, e ricordo bene quella parte. Ho solo qualche vuoto di memoria prima, durante e dopo la battaglia ad Ens]

-Sai, pensavo che tu fossi tornato al tuo pianeta. Non hai una famiglia, degli amici ? Credo che dovrebbe interessarmi.

[Ti interessa ?]

-Onestamente ?

[Sì. Menti pure se vuoi, lo saprei avvertire comunque]

-Non mi interessa.

[Lo immaginavo. A domani, Nuvola]

 

[Subito dopo mi sono recato nell’Erebo, la grande prigione al centro della struttura. L’unico detenuto è Maelstrom, fonte di innumerevoli guai per la stirpe di Eon e i suoi protetti. Non abbiamo avuto mai modo di parlare, e considerando che l’universo potrebbe finire entro breve tempo, era il caso di parlare]

 

[Maelstrom]

-Ah, guarda guarda… la grossa ameba leccapiedi di Epoch.

[Penso sia il caso di soffermarmi sull’inesattezza della sua affermazione riguardo la mia biologia. Non sono un organismo monocellulare e non ho una lingua, ma anche se la avessi dubito che ad Epoch servirebbero certe attenzioni]

-Come mai non sei fuori a festeggiare ?

[Domani partiremo per fermare Nemesi. Cosa c’è da festeggiare ?]

-Il fatto che stiamo per uccidere la cosa più dannatamente grande che si sia mai vista.

[Curiosa applicazione dell’ottimismo. In previsione della fine dell’universo, non vorresti salutare nessuno ? Potrei intercedere io e]

-Sai, ora che mi ci fai pensare, in effetti…qualcuno ci sarebbe…

[Ne ero certo]

-Ci sono un paio di miei ex sottoposti che non ho ancora torturato per avermi deluso. Pensi di poter… ehi, dove stai andando !?

[Mi sono improvvisamente ricordato del perché non abbiamo mai parlato. E non è certo perché non ho una bocca]

 

[Sono stati necessari pochi minuti per triangolare la posizione di Quasar. Abbastanza prevedibilmente, si trovava in abiti borghesi nella casa di Lara Winters, sua compagna. Dati i problemi sorti con domande relativamente più semplici, non ho chiesto cosa sia una “compagna”. Credo, tuttavia, che i terrestri si riproducano secondo un complicato processo che rende indispensabile la presenza di un secondo individuo per un accoppiamento. Attorno a questo procedimento vengono create delle relazioni interpersonali; deduco che il procedimento sia una vestigia evolutiva, dato che i terrestri cercano di praticarlo anche senza volersi riprodurre. Forse è perché credono che questo bizzarro procedimento a due porti ad una profonda intimità spirituale con l’altro soggetto. Non ho svolto indagini molto approfondite, ma penso che questa sia la religione più diffusa tra i nativi.

Quasar è, in quanto unico vero Protettore dell’Universo, la persona con cui ho dovuto stringere i legami più frequenti. Non ho opinioni particolari su di lui, penso sia un esponente relativamente ordinario della sua razza.

Lara è una persona leggermente più complessa, il che forse deriva dall’essere stata recentemente esposta alla Comprensione Definitiva, che l’ha resa l’individuo più a suo agio in mia presenza, forse anche più di Nuvola. Per lei, praticamente qualunque cosa è “normale”. E non mi ha più chiesto dell’occhio]

-Allora, qual è il problema ?

[Non c’è nessun problema, Quasar]

-S, ci conosciamo da mesi ormai, e ci parliamo solo quando devi darmi dei dettagli su una missione o quando stiamo camminando per i corridoi della struttura. Non si va a trovare qualcuno a pochi giorni dalla potenziale fine dell’universo senza una buona ragione.

[Hai ragione. Sto cercando di capire perché dovrei o non dovrei provare paura]

-L’universo potrebbe finire dopodomani, c’è bisogno di un altro motivo ?

[Sì]

-Non ce n’è motivo – interviene Lara – Se Nemesi dovesse vincere, noi non saremo mai esistiti e non avremo motivo di avere paura.

-Hai parlato con Nuvola, ultimamente ?

[Tu hai paura, Quasar ?]

-Sì, per forza.

[Solo per la fine dell’universo ?]

-Beh…non sarebbe neanche la prima volta, per me. Ultimamente ho avuto anche un altro motivo per avere un po’ di paura, però…

[E sarebbe ?]

-Guardaci, S… andiamo in giro per gli universi, spostiamo sistemi solari, e combattiamo entità in grado di cibarsi di interi universi in un giorno. E poi ? Quanto potremo andare avanti così, anche se sconfiggeremo Nemesi ? Siamo solo mortali. Mi fa paura avere così tante cose che dipendono da noi.

[Non sono sicuro di capire]

-Conosco qualcuno che ti potrebbe spiegare molto meglio di me cosa si prova in questi casi.

 

[Credo sia abbastanza significativo notare la differenza tra le scelte di Quasar, Molecola e Makkari nei loro rituali interpersonali. Quasar ha scelto una donna perfettamente normale che si è ritrovata con una nuova percezione delle cose. Makkari, un corpo celeste senziente che cerca di capire cosa sia l’umanità, e su questo ho molte informazioni dato che Makkari non ha problemi a parlare dei suoi occasionali procedimenti riproduttivi con Nuvola.

Molecola, invece, ha scelto una donna con un grande potere, ma che ha scelto di non utilizzarlo perché non si sente all’altezza. Forse dovrei ricredermi leggermente, le scelte interpersonali dei terrestri sembrano non essere totalmente affidate al caso.

Marsha Rosemberg, un tempo brevemente nota come Volcana, può trasformarsi in un essere di plasma in grado di generare il calore di una piccola stella. Con il potere di ridurre il suo pianeta ad una massa informe di lava, lavora come insegnante d’asilo]

-Tutto bene, Mr. S ? Marsha non voleva gridare, è che si è spaventata nel vederti comparire all’improvviso…

[Non c’è problema]

-La lega con cui ho sostituito il metallo fuso va bene ? – domanda indicando una delle spalle metalliche di Mr. S.

[Se necessario farò delle modifiche, grazie. Potrei farti una domanda, Molecola ?]

-Penso di sì…credo, sì certo.

[Com’è essere onnipotenti ?]

-Non potresti chiederlo ad Epoch ? Insomma, lei è più…

[Vorrei una prospettiva umana, se non ti dispiace]

-Sicuro. E’ come… fa molta paura. Perché se tu puoi fare tutto, ti rendi conto che non hai motivo di fare nulla. E poi c’è il fatto che, quando puoi modificare a tuo piacimento tutto quello che ti circonda, capisci anche che non hai più basi, più punti di riferimento…e questo ti spaventa, o almeno così diceva il mio analista.

[E questo come si collega alla paura di Nemesi ? Perché anche tu hai paura, vero ?]

-Certo che ho paura !!! Quello è…sì, ho paura. Però, vedi, non tanta quanto dovrei, immagino.

[Per quale motivo ?]

-Insomma, guardami… ho quasi quarant’anni. E quello che facciamo è molto pericoloso, e snervante, e pauroso. Non andrò avanti per sempre, questo lo so. Ho ancora così tanto da restituire, e così tanto da prendermi… non ho fatto una gran bella vita, sai. Così, anche se mi rendo conto che è molto egoista da parte mia… se questa fosse l’ultima grande avventura, non mi dispiacerebbe.

[Sono confuso. Dovrei avere paura, ma non averne ?]

-Owen, tutto a posto con…ohmiodio, guarda che ho fatto alla tua armatura…Mi dispiace, ma non uso il plasma da una vita e…

[Non c’è problema, davvero]

-Meno male che non ti ho preso all’occhio. A proposito, a cos’è che…

-Ehm, come stavo per dirti, Mr. S, hai già parlato con Makkari ?

 

[Com’era prevedibile, rintracciare Makkari è stato molto più difficile del previsto. Fino a quando non poteva avvicinarsi alla velocità della luce, era solo questione di velocità nel prenderne le coordinate. Adesso, è praticamente impossibile parlargli in corsa. Non mi sono stupito, quindi, quando le coordinate fornitemi dal computer centrale della struttura si sono rivelate inesatte. E nemmeno quando, un microsecondo dopo, sono stato raggiunto da Makkari]

-Guarda un po’, l’ultimo alieno che mi aspettavo di incontrare oggi.

[Avrei delle domande da farti, Makk]

-Corri ?

[Come, prego ?]

-Ti va una corsa ?

[Questo esoscheletro non è stato progettato per]

-Volevi farmi delle domande o no ?

[Sì, ma preferirei farle senza dover]

-Allora corri. Forza, adatterò il passo.

[Senza aver ben presente il perché, mi sono messo veramente a correre. L’esoscheletro non è stato, effettivamente, costruito per questo scopo, e i comandi non sono agevoli per farlo. Dopo i primi cinquanta chilometri, però, Makkari ha stabilito un qualche collegamento tra il suo Bracciale Quantico e il mio esoscheletro, donandomi parte della sua velocità.

L’effetto è stato strabiliante. In pochi secondi abbiamo accelerato fino a raggiungere forse l’80% della velocità della luce. Poi, Makkari mi ha chiesto telepaticamente di aprire le mie percezioni extrasensoriali al massimo. Mi ha guidato attraverso la mente di miliardi di persone, sfiorate solo per un istante prima di passare al successivo. Il risultato è stato… inaspettato. Per un secondo ho avvertito l’umanità nel suo insieme, ed ogni mia cellula ha tremato al pensiero che tutto questo potesse scomparire. E credo di aver provato anche determinazione affinché ciò non accadesse.

Mi sono sembrati secoli, ma erano passati solo pochi minuti. Alla fine, quasi senza più energia nell’esoscheletro, sono caduto a terra insieme a Makkari, in un qualche campo di vegetali di cui neanche lui ricordava la posizione]

-Allora…hai trovato qualcosa ?

[Credo di sì]

-Io faccio sempre così. Quando ho delle domande a cui non posso rispondere, corro. Non funziona per tutti.

[Forse per me sì. Avrei potuto leggere da solo le menti dei terrestri, o di altri alieni, ed arrivarci da solo…risparmiando molto tempo utile]

-Avevi solo bisogno che qualcuno ti smuovesse…e bello forte, anche. Allora, che progetti hai per la serata, S ?

[Serata ?]

-Domani partiamo per un altro universo per fermare Nemesi, no ? E’ il nostro ultimo giorno di ferie pagate.

[Veramente non percepiamo nulla per]

-Ehi, ho un’idea. Facciamo un salto al Moonbucks ?

[Per fare cosa ?]

-Ti piace la birra ?

[Io non bevo]

-Troveremo qualcos’altro, allora. Può non sembrare, ma è un mondo bello grosso. Forse possiamo convincere anche Nuvola, che ne dici ? Nonostante l’atteggiamento da corpo stellare distaccato, ha gusti molto precisi, te lo assicura un esperto.

[Perché non anche gli altri ?]

-Ah, lasciamo stare i due umani, per questa sera. Devono imparare a rilassarsi, quei due, e per una volta che ci provano da soli io preferisco non interferire. E’ la mia politica personale e non faccio eccezioni.

[A me non sem]

-Ah, senti…prima che finisca l’universo, devo assolutamente sapere una cosa.

[Sarebbe ?]

-A che serve il gigantesco occhio che hai al posto della testa ?

[Sigh…non è un occhio e non è una testa. E’ un organo multifunzione che fornisce ed elabora informazioni sul mondo circostante… analizza lo spettro elettromagnetico, i movimenti meccanici nell’aria, l’attività cerebrale, risuona naturalmente in presenza di emozioni…]

-S, lasciatelo dire…hai un grosso occhio al posto della testa, comunque la vuoi vedere.

[Già…immagino di sì]

 

-Era una battuta, comunque.

[Ah. Quindi ora dovrei ridere ?]

-Potresti provarci.

[Ma non ho una bocca]

-Vedremo… secondo me sei il tipo che farebbe qualunque cosa con la giusta quantità di birra in corpo.

[E’ troppo presto per dare le dimissioni ?]

-Aspetta dopodomani. Credimi, ti conviene.

 

Il giorno dopo. In America, dormono ancora tutti, e anche in un’altra parte considerevole del mondo. Non sanno cosa sta per succedere sopra le loro teste, talmente in alto che il concetto di distanza è argomento di filosofia.

Il gigantesco Ottagono gira vorticosamente, creando un passaggio stabile per una destinazione incredibilmente lontana. Epoch, Colei che Attende, lo osserva con distacco. La sua mano ne stringe altre cinque, e a tutti dona un cenno della testa. Ad ognuno esprime qualcosa di diverso… amicizia, affinità, speranza, ammirazione, tolleranza.

-Vi aspetterò da questa parte con l’esercito di riserva e le entità che faranno da barricata.

Al suo fianco, Mr. S sorride mentalmente, allontanandosi insieme a lei con andatura barcollante, sotto lo sguardo divertito di Makkari e, a sorpresa, di Nuvola.

Le manette vengono allentate. Le nuvole riacconciate. I mantelli stretti. I costumi messi in ordine.

-Bene, signori… - comunica Quasar, guardando in faccia tutti i Protettori – …tutti pronti ?

C’è solo determinazione, nei volti che gli rispondono. Quasar fa un lungo respiro, si volta, e con un passo oltrepassa gli universi.

-Allora, andiamo a salvare l’universo.

 

CONTINUA…

 

Nel prossimo numero:

Finalmente, inizia l’attacco finale a Nemesi !

 

 

Note

Ultimo episodio “di preparazione” prima del gran finale della lunghissima saga di Nemesi, che ci accompagna fin dal numero 30 (se consideriamo anche la profezia di Saygé, addirittura dal numero 22 !)

Ottima occasione, oltre che per passare in rassegna i modi in cui i Protettori stanno affrontando tutto questo, anche per approfondire il personaggio di Mr. S.

L’impronunciabile §§>§ ha fatto la sua prima, fugace apparizione nel numero 23, restando una presenza fissa del cast fino alla rivelazione che il nostro caro segretario con un occhio al posto della testa era stato posseduto da Ethos, strano nipote di Epoch.

In tutto questo lasso di tempo, tuttavia, le occasioni in cui abbiamo saputo qualcosa su di lui si possono veramente contare sulle dita di una mano… fino ad adesso, almeno.