#69

di Fabio Furlanetto

 

FOCALIZZARE

 

In una galassia lontana, su un pianeta devastato dalla guerra. Il sole sta per tramontare, e le montagne desolate sono illuminate prevalentemente dalla pelle fluorescente degli abitanti di questo mondo. Questa è Lampyria, dove la notte è più luminosa del giorno.

Con le loro spesse ali da pipistrello in rapido movimento, salgono e scendono dalle montagne per trasportare mattoni e cemento. Quello che queste lucciole umanoidi stanno costruendo è un monumento alla sopravvivenza. Una stele alta centinaia di metri, cominciata e giù quasi finita in una settimana.

Ai piedi della costruzione, una giovane lampyriana sta chiacchierando con uno straniero. Non può fare a meno di fissarlo, anche se fa di tutto per non darlo a vedere.

E’ il primo alieno che vede, e non è orrendo come si aspettava. Non ha ali, la sua pelle non si illumina al buio, e invece delle corna dalla sua testa esce uno strano materiale rosso. Si chiede che sensazione dia al tatto.

-Quindi tecnicamente no, non mi vedo con nessuna al momento. Beh, che c’è ? Hai iniziato a cambiare colore.

-A che servono… - chiede la ragazza, indicando timidamente i capelli di Makkari.

-Uhm…potrebbe essere una storia lunga. Senti, si è fatto un po’ tardi; perché non ci troviamo un posticino appartato in cui discutere un po’ meglio delle differenze tra le nostre razze ? Scommetto che potremmo trovare certi…punti in comune. Non siamo poi così OUCH !!!

Un paio di pinze di luce gialla hanno appena afferrato una delle orecchie di Makkari, costringendolo ad alzarsi.

-Ecco dove eri finito. Ti ho cercato per mezza regione.

Un’altra lampyriana, più matura della ragazzina, atterra tra i due. Indossa un abito nero e giallo, poco più di un lungo panno avvolto attorno al corpo per coprire il busto e parte delle gambe, lasciando scoperta quasi tutta la schiena per lasciare libertà di movimento alle ali.

Ai suoi polsi bluastri e lievemente fosforescenti, due bracciali dorati conosciuti come Bande Quantiche.

E’ Lyas, attuale Protettrice dell’Universo.

-Il dovere mi chiama – dice Makkari alla ragazza, con un sorriso piacente sulle labbra.

-Sai qual è il mio nido – lo saluta la giovane lampyriana, volando via.

-Ma non ti vergogni ?– chiede Lyas incrociando le braccia.

-Che c’è adesso ? Stavo solo cercando di colmare il divario tra le nostre culture. E poi è carina.

-Sarà a malapena uscita dalla crisalide !!!

-Cioè è troppo giovane per me ? Lyas, ho più di 4.000 anni. Chiunque su questo pianeta è troppo giovane per me.

Scuotendo la testa, Lyas si alza in volo senza muovere le ali, avvolta da un alone di energia quantica.

 

Ai limiti dell’atmosfera, Makkari si volta per osservare la superficie del pianeta. Ripensa con nostalgia alla Terra, ed accelera per raggiungere Lyas.

-Allora, hai già scelto il tuo nome in codice ? – le chiede.

-Il mio cosa ?

-Sai, il tuo nome da super-eroina. Qualcosa di cosmico…Pulsar o Starblazer o sai, ho sempre avuto un debole per-

-Perché dovrei avere un altro nome, scusa ? Dubito mi si possa confondere con qualcun’altra.

-Non è quello che volevo dire e lo sai. “Quasar” non è un nome vero, come non lo sono Molecola o Nuvola. Anche se credo che Nuvola sia il suo vero nome, ma d’altra parte da quando le nebulose si danno i nomi da sole ?

-E qual è il tuo nome ? – chiede Lyas.

-Makkari. Devo ancora trovare qualcosa che suoni meglio. Tu che ne pensi ?

-Abbiamo del lavoro da fare.

La luce abbagliante di un Salto Quantico costringe Makkari a coprirsi gli occhi, mentre la Protettrice dell’Universo scompare dall’universo tridimensionale.

Con una smorfia di disappunto, l’Eterno accelera alla velocità della luce e la segue.

 

Ai confini della Galassia Vortice, la meravigliosa spirale di gas  e stelle brilla con particolare intensità. Due Salti Quantici, per quanto abbaglianti in altri contesti, impallidiscono al confronto.

-Cominciamo da qui – dice Lyas, proiettando uno schermo semitrasparente giallo tra lei e la galassia. Sulla superficie appaiono delimitazioni geografiche e simboli.

-Quasar non è stato in grado di darmi una proiezione della situazione galattica, così ho dovuto fare un po’ di ricerche e collegarmi alle rete di comunicazione dei più vicini governi stellari. Ne abbiamo discusso brevemente e, a quanto sembra, sembra che nella mia galassia ci siano solo tredici organizzazioni con un’estensione superiore ad un sistema solare. Mi dicono che la vostra galassia sia un po’ più movimentata…

-Oh sì, ormai se non hai mai avuto a che vedere con gli alieni non sei nessuno. Mi chiedo quale sia.

-Probabilmente è stata l’onnipresenza degli Infestatori ad impedire lo sviluppo di molte culture. Il nostro primo problema… ma mi stai ascoltando ?

Makkari sta guardando dalla parte sbagliata, stringendo gli occhi per fissare lo spazio.

-Non riesco a vedere la Via Lattea. Tutti quelle macchie sfocate sembrano tutte uguali. Lyas, secondo te qual è ?

-Sigh…non ho tempo per questo, Makkari. Abbiamo due guerre interplanetarie, otto carestie, tre tempeste solari…

-E sistemeremo una cosa alla volta, lo so. Ma quanto tempo pensi di poter resistere a questi ritmi, Lyas ? Usi le Bande Quantiche per ricostruire le città distrutte dagli Infestatori, parli con gli architetti per progettarne di nuove, prendi contatti diplomatici con i pianeti vicini, per non parlare dell’allenamento massacrante e le full-immersion nei sistemi di comunicazione alieni… fai le cose con un po’ più di calma, ragazza ! Hai tutta la vita per imparare a fare la Protettrice dell’Universo.

Lyas resta impassibile, con le braccia conserte e le ali in movimento (anche se nello spazio non ne ha bisogno).

-Hai finito ? Bene. Primo, io non ho 4.000 anni da vivere. Secondo, i nostri cervelli si basano su una chimica diversa quindi non dirmi quanto ci devo mettere ad imparare le cose. Terzo, ti piacciono tanto quelle macchie sbiadite ? Non riesco neanche ad immaginare cosa accade in nessuna di esse, ma sono tutte Galassie sotto la mia giurisdizione. L’intero universo è sulle mie spalle adesso…non sulle tue, quindi non farmi la lezione.

-L’Universo è in circolazione da quindici miliardi di anni, Lyas. Puoi prenderti un po’ di riposo di tanto in tanto.

Altro silenzio. Molto lungo.

E’ in momenti come questi che Makkari detesta non poter leggere la mente di chi è protetto dalle Bande Quantiche.

-Abbiamo una guerra da fermare. Io tratterrò le navi da guerra. Tu andrai in missione diplomatica con i loro capi. Molecola e Nuvola si stanno occupando delle tempeste solari, ci raggiungeranno dopo aver stabilizzato…

-Stai veramente dando ordini al gruppo ? – chiede con tono di disappunto Makkari.

-Questa è la mia galassia, la mia gente.

-Avete il volo stellare da solo un anno !!!

-E sulla Terra da quanto viaggiate nello spazio ? Anche voi siete stranieri, qui. A meno che tu non conosca un modo per avere i dettagli essenziali in poche pratiche direttive, do io gli ordini qui.

-Conoscevo un modo. La Coscienza Cosmica…che avremmo ancora dalla nostra se Quasar non l’avesse persa con Epoch.

-Il comando della missione mi è stato affidato da Quasar in persona, Makkari. Colui Che Agisce, Difensore della Vita, del Libero Arbitrio, della Sopravvivenza di questo Universo e Custode Ultimo della…

-Sì, sì, c’è un limite alle maiuscole che posso digerire. Quasar può snocciolare tutti i titoli che vuole, non si può giocare alla cieca a questi livelli.

-Senti, Makkari, fai quello che ti pare. Io devo salvare la vita degli abitanti di novecento sistemi stellari. Tu prenditi pure “un po’ di riposo”.

Un Salto Quantico, e la Protettrice dell’Universo è scomparsa.

Makkari grugnisce, rosso fumante di rabbia.

-Quaze doveva proprio trovare l’unica persona dell’Universo più testarda di me e dirle di comandarmi a bacchetta, eh !?

 

Essendo infinito, l’Universo non ha un vero centro. Ma se ne avesse uno, in questo momento, sarebbe un divano su cui sta seduto un giovane terrestre dai capelli biondi, in jeans e scarpe da ginnastica intento a fissare intensamente una televisione che trasmette solo statica.

Alle sue spalle, una ragazza dai capelli castani sta sistemando le tende del salotto.

-Marsha non sembrava troppo a suo agio, ma credo che fosse seria per quell’invito. Dovremmo uscire più spesso…

Spostando una delle tende, Lara guarda fuori dalla finestra. Vede solo un’infinita distesa di specchi che riflettono l’immagine della casa.

-Il Piano Astrale è un po’ monotono. Wendell ?

Lara si avvicina al ragazzo dagli occhi di un innaturale rosso brillante, sempre intento a guardare la televisione.

-Niente di interessante ?

-Sto controllando i Protettori – risponde lui senza distogliere lo sguardo – La guerra sta andando male. Lyas non ha abbastanza esperienza per combattere da sola un’intera flotta bene organizzata. La parte difficile è sopravvivere senza uccidere nessuno.

-Se la caverà. In caso di problemi, l’aiuteranno gli altri Protettori. Wendell, avevi promesso a me e Makkari di prenderti un po’ di riposto e passare del tempo a fare cose da essere umano. Siamo nella tua mente, accidenti, e non riesci a pensare ad altro che al lavoro ?

-Stai dicendo che dovrei ignorare la guerra ?

-No, sto dicendo che…Wendell, sei sicuro che tutta questa faccenda di prendere il posto di Epoch sia una buona idea ?

Wendell Vaughn alias Quasar si alza in piedi, scuotendo la testa.

-Sapevo che saremmo arrivati a questa discussione.

-Senti, il modo in cui Epoch si è comportata con la faccenda degli Infestatori è senza scusanti. Su quello siamo d’accordo, c’era bisogno che qualcuno intervenisse e l’hai fatto. Ma come fai ad essere sicuro di poter gestire tutto il resto ? Puoi essere potente, ma la tua mente è ancora sostanzialmente umana. Lo so, perché ci sono dentro anch’io.

-Sono perfettamente in grado di gestire la situazione, grazie tante. Hai sempre detto che valevo più di quel che pensavo, no ?

-Non ho mai detto che potevi diventare Dio !!!

-Lara, non ho deliri di onnipotenza e non credo di avere tutte le risposte.

-Quindi immagino che tu abbia chiesto alle nostre famiglie se gli andava bene un lavaggio del cervello ? Hai chiesto niente a nessuno prima di decidere per conto di un’intera Galassia dove dovevano vivere ? Wendell…hai mai considerato che, forse, saresti riuscito a convincere Epoch delle tue ragioni ? No, hai semplicemente deciso di aver ragione ed hai fatto di testa tua.

Quasar è visibilmente turbato dalle parole della sua ragazza, distogliendo lo sguardo ed incamminandosi verso le finestre.

-Non sto impazzendo, va bene ? Ho solo bisogno di un po’ di tempo per abituarmi alla situazione.

-E che hai intenzione di fare nel frattempo ?

-Che cosa vuoi dire ?

-Hai una posizione di comando su scala cosmica, le spalle coperte dall’autorità suprema dell’Universo, alcune delle persone più potenti del cosmo pronte a seguire ogni tuo ordine, e la volontà di non fermarti davanti a niente. E per due settimane non hai fatto altro che ritirarti qui, nella tua mente, senza permetterti di fare niente. Quindi…dove stiamo andando, Wendell ? Qual è il prossimo passo ?

-Ho delle cose da fare nell’universo reale. Resta qui…ho intenzione di finire il discorso.

In un lampo di energia rossa brillante, il corpo di Quasar scompare. Lara si guarda attorno, con una smorfia di disappunto.

-E dove altro potrei andare ?

 

Zona Quantica, la sala del trono. Non si chiama così, chiaramente, ma è precisamente quello che sembra. Mr.S, l’alieno con un occhio gigante al posto della testa, sta scuotendo Quasar con una mano sulla spalla.

[Signor Quasar ?] chiede con la sua voce empatica.

-Hhmm ? – mormora l’eroe, aprendo gli occhi. La testa appoggiata ad una mano, seduto sul suo scranno dorato.

[Per un attimo ho creduto si fosse addormentato]

-No…ho smesso di dormire. Ero solo perso nei miei pensieri. Che c’è ?

[Makkari riferisce di non essere riuscito ad ottenere un incontro con i diplomatici. In effetti, in questo momento sta cercando di sopravvivere ad un attacco di massa. Chiede che cosa fare]

-Ho dato a Lyas il comando di quella missione.

[La signorina non è in grado di comunicare a causa dell’interferenza causata dalla battaglia. Al momento sta usando tutto il suo potere per sopravvivere al fuoco incrociato di un’intera armata]

-Okay vediamo…Nuvola ?

[Ha seguito le sue istruzioni, ma sembra che la stella fosse più instabile del previsto. Le tempeste solari non sono cessate, anzi si sono moltiplicate. In questo momento sta cercando di evitare che la stella esploda, ed ha chiesto a Molecola di evacuare i pianeti abitati di quel sistema]

-Mi sono distratto solo per qualche minuto !!! Erano tutte missioni di routine, avremo fatto queste cose dozzine di volte…

[Se mi è concesso dirlo, Epoch non era solita mandare i suoi Protettori in missioni così complicate senza la benché minima informazione su cosa…]

-No, non ti è concesso dirlo.

Con un gesto, Quasar libera il suo potere in una fiammata di energia rossa che scompare in dozzine di direzioni diverse.

 

Spazio. Dozzine di armi di distruzione scaricano la propria potenza contro una singola, piccola sfera di energia quantica.

Al suo interno, Lyas di Lampyria si è rannicchiata ed ha avvolto il proprio corpo con le ali, per occupare il minor spazio possibile e concentrare l’energia delle Bande Quantiche in un campo di forza il più ristretto e resistente possibile.

Può avvertire l’energia delle Bande diminuire vertiginosamente, mentre si avvicinano al loro limite massimo…fino a quando la forza che la assale sparisce.

Dopo essersi assicurata di non correre alcun pericolo, Lyas lascia cadere il campo di forza ed osserva con un misto di gratitudine e nervosismo le navi spaziali che scompaiono in lampi di luce rossa.

 

A centinaia di anni-luce di distanza, all’interno di una stella, Nuvola sta emettendo livelli cosmici di energia gravitazionale per evitare che il corpo stellare esploda.

Anche con il controllo di ogni suo atomo, non è un compito da niente. Servono tutte le sue energie fisiche e mentali per un compito del genere.

“Qualcosa non va”, pensa.

Le tempeste solari fanno parte del naturale ciclo vitale di una stella del genere, ed aumentarne la gravità per evitare che le fiammate raggiungessero dei pianeti abitati sembrava la cosa più sensata da fare.

Invece, la stella ha iniziato a disgregarsi. Come se una forza contraria, ma molto più forte, la stesse già influenzando.

Mentre Nuvola riflette sul bizzarro fenomeno, inizia a sentirsi debole. Dovrebbe avere accesso a quantità enormemente più grandi di energia, ma sta iniziando a diventare sempre più debole. I suoi sensi iniziano ad affievolirsi ad uno ad uno, e la presa gravitazionale le sfugge dalle mani.

La stella inizia ad espandersi ed è sul punto di esplodere…fino a quando un raggio di energia rossa non la circonda, e come un lazo le si stringe attorno impedendole di autodistruggersi.

 

Su un mondo alieno, Makkari sta correndo il più rapidamente possibile per evitare di essere colpito da armi al plasma. Per farlo, deve muoversi a velocità prossime a quelle della luce…cosa difficile su un pianeta abitato senza distruggere tutto. La sua telecinesi si occupa delle onde d’urto, ma non riuscirà a scappare a lungo senza farsi sfuggire qualcosa. Non poteva immaginare che tutto il pianeta fosse protetto da una rete satellitare armata fino ai denti.

Poi Makkari frena. Ci mette mezzo emisfero prima di fermarsi ed osservare il cielo ricoprirsi per un istante di una coltre di nubi rosse, che scompaiono portando con sé la rete satellitare.

 

Zona Quantica, la sala del trono. Quasar si asciuga il sudore dalla fronte con il mantello stellato, più volte.

[Si sente bene, signor Quasar ?] chiede Mr. S.

-Non credevo di essermi indebolito fino a questo punto. Avevo l’1% del potere di Epoch a disposizione e ne ho dovuti sprecare nove decimi per fermare la guerra…sono più debole che mai.

[Che cosa ha fatto esattamente ?]

-Ho distrutto le loro armi e teleportato i soldati ai proprio pianeti natali. Ma non posso disarmarli ogni volta che decidono di ammazzarsi, devo risolvere il problema alla radice. Dammi le coordinate dei loro leader, S, e lasciamo solo.

[Non sarebbe il caso di prendere fiato, prima ?]

-Sto usando il potere rimasto per evitare il panico, ma non ne ho più a sufficienza per rendere permanente la cosa…se non con un po’ di diplomazia.

[Come desidera. Queste sono le coordinate…cosa devo dire ai Protettori ?]

-Che mi ci vorranno tre milioni di anni per rigenerare naturalmente le energie che ho perso oggi. Hanno il resto della giornata libera…e anche tu.

L’alieno con un occhio solo lascia la stanza, e Quasar si passa una mano tra i capelli.

-Dovevo immaginarmi che ci sarebbero stati giorni come questi. Ora ci vuole un po’ di intimidazione.

Uno schiocco di dita, e due umanoidi si materializzano nella sala del trono con dei lampi di energia rossa.

-Salve. Sono Quasar, difensore della vita e dio della protezione. La vostra piccola guerra di quartiere è finita. Non intraprenderò nessuna azione diretta contro di voi, ma non permetterò alla guerra di riprendere. Da quanto mi è stato detto, voi due siete le massime autorità politiche dei vostri rispettivi governi interstellari. Adesso io sono la massima autorità per voi due. Ora… perché siete in guerra ?

-Sono stati loro a cominciare ! – si urlano l’uno addosso all’altro, all’unisono.

-Forse dopotutto è vero che non c’è vita intelligente nell’universo… - mormora Quasar.

-Hanno costruito un muro in mezzo alle nostre rotte commerciali ! – si lamenta il primo.

-Menzogne ! Voi avete costruito il muro per limitare il nostro spazio ! – risponde il secondo.

-Quale muro ? – domanda Quasar.

 

Diverse ore di contrattazione dopo. Galassia Vortice.

Quasar osserva con meraviglia e terrore la titanica costruzione che ha davanti agli occhi. Situato sul confine tra due vasti imperi interstellari, c’è un muro.

Una lastra di metallo di 100x70 anni-luce, spessa un milione di chilometri.

Due settimane prima non c’era. Di questo è sicuro.

Da quanto ha capito, questo muro è la causa della guerra. Ognuna delle due fazione ne attribuisce la costruzione al nemico. Ora hanno firmato un accordo di pace, principalmente perché hanno paura che Quasar distrugga i loro imperi in caso contrario.

Quasar atterra sul muro, incontrando degli esseri di metallo dalla forma umanoide. Ce ne sono a centinaia di migliaia lungo i bordi della lastra.

Prova a leggerne le menti, scoprendo che non ne hanno. Tenta di rintracciare la loro fonte di energia, senza successo. Sono questi esseri artificiali a costruire il muro.

Quasar ne osserva la costruzione a qualche milione di chilometri di distanza; gli operai incaricati della loro creazione sono altri robot, alti una decina di centimetri.

I materiali di costruzione sono assemblati da robot alti un solo millimetro, ma identici in tutto e per tutto ai robot più grandi.

Quasar spinge i suoi sensi cosmici al limite, nell’indagare l’origine di tutto il fenomeno. Ad ogni livello, trova solo altri robot. Alti quanto una cellula, un atomo, quanto le particelle elementari. A livelli inferiori, le immagini diventano troppo sfocate per avere un senso.

Ma Quasar giurerebbe che anche lì, i robot sono costruiti da robot più piccoli, costruiti a loro volta da robot più piccoli, costruiti a loro volta da robot più piccoli.

-Questo non è un muro – comprende – Quando sarà finito, sarà un essere artificiale grande quanto una Galassia ! Non voglio una cosa del genere qui.

Quasar concentra il proprio potere in una mano, pronto a spaccare il muro con un pugno…e si ferma.

-No. Sono troppo debole per farcela. E se chi c’è dietro è in grado di costruire una cosa del genere, non avrà problemi a farne un altro. Forse è il caso di fare le cose con un po’ più di calma…

 

Zona Quantica, la sala del trono. Anche se dovrebbero avere il giorno libero, tutti i Protettori si sono riuniti qui.

-Continuo a pensare che distruggere il loro esercito sia stata un’idea idiota – ripete Makkari.

-Avresti preferito continuare a vederli uccidersi l’un l’altro ? Dovremmo proibirgli di costruire nuove armi – decide Lyas.

-Non credo sarebbero troppo d’accordo – risponde Molecola.

-Giusto ! Voglio dire, neanche a me piacciono troppo le armi, ma dovranno pure avere qualcosa con cui difendersi – continua l’Eterno.

-Non hanno bisogno di proteggersi da soli, Makkari. Ci siamo noi.

-Vorrai dire “c’è Quasar” – risponde Nuvola con tono neutro – Senza di lui, la guerra sarebbe finita in un massacro. Non può essere ovunque e risolvere da solo qualsiasi problema si presenti. Dobbiamo proteggere l’Universo, non amministrarlo.

-Preferirei prevenire queste crisi invece di intervenire solo per limitare i danni, ecco tutto – conclude la Protettrice incrociando le braccia.

La discussione viene messa a tacere dall’ingresso di Quasar, che esce da una delle mille porte della stanza.

-Qualcuno sta costruendo un essere artificiale grande quanto una Galassia, proprio sotto il nostro naso. Sarà completo tra un paio di secoli, ma non è detto che la costruzione non acceleri. Voglio che sorvegliate la costruzione ed impediate a chiunque di avvicinarsi.

-Whoa, frena un po’ Quaze !!! Se blocchiamo il traffico in quella zona, distruggiamo l’economia di due grandi governi stellari.

-Hhmmm. Hai ragione. Trasportano principalmente plasma energetico ed elementi radioattivi per le loro fonti di energia, giusto ? Nuvola, puoi creare un tunnel spaziale stabile per il traffico civile ?

-Suppongo di sì – risponde incerta la nebulosa senziente – Ma la loro tecnologia non gli permette di costruire navi in grado di resistere a…

-Okay, okay. Makkari, fagli un corso accelerato di tecnologia. Li voglio al massimo grado tecnologico in materia di navi da trasporto, così la pianteranno di darsi guerra per avere le rotte commerciali migliori.

-Sei completamente impazzito, Quaze !? Non si può dare in pasto a una civiltà della tecnologia del genere senza…

-Mi occuperò io del loro adattamento. Lyas, credi che potremo avere un appoggio da parte dei lampyriani ? La vostra capacità di adattamento sarebbe incredibilmente di aiuto per questa gente.

-Io…suppongo che non ci saranno grossi problemi…

-Grande. Molecola, la loro tecnologia si basa su elementi artificiali superdensi e plasma energetico coerente. Le loro tecniche industriali rendono la loro produzione troppo pericolosa per tenere le fabbriche troppo vicine a mondi abitati. Prendi il primo pianeta disabitato che trovi e trasmutalo in qualche triliardo di tonnellate di quello che gli serve. Con tutta la ricchezza di cui hanno bisogno proprio dietro casa, non si faranno un viaggio di decine di parsec per andare a rubarne altra.

-E tu che cosa farai ? – chiede Nuvola.

-Andrò fare il pieno.

Quasar scompare con un lampo di luce rossa, lasciando i Protettori senza parole…tranne Makkari, naturalmente.

-E va bene, qualcuno deve chiederlo: chi è quello e che fine ha fatto Quasar !?!?

 

Ai confini esterni dell’universo osservabile. Al centro di un quasar, il nucleo di una galassia super-attiva.

Wendell Vaughn converte l’energia della fonte di onde elettromagnetiche quasi-stellare, uno dei corpi celesti più energetici conosciuti, direttamente in potere cosmico che assorbe nel proprio corpo.

Anche se il processo è tutt’altro che stabile ed affidabile, e nonostante molta energia si perda per strada, il procedimento è più che sufficiente a ripristinare il potere di Epoch che è stato speso in queste settimane.

Al centro della galassia super-attiva, a milioni di anni-luce dalla più vicina forma di vita, Wendell Vaughn sta pensando.

Una frase continua a passargli per la mente. Due domande che gli ha posto l’altra metà del suo essere, che tiene rinchiusa in una prigione dorata nel Piano Astrale.

Dove stiamo andando, Wendell ? Qual è il prossimo passo ?

Mentre continua a rifocillare il proprio potere, Quasar si rende conto di non avere idea della risposta.

 

CONTINUA